Gesù, l’“oggetto di ostilità”, sostiene la Divinità di Geova
“Considerate attentamente colui che ha sopportato tale parlar contrario dei peccatori a discapito dei loro propri interessi”. — Ebr. 12:3.
1. Perché si può descrivere Gesù in modo preliminare come il più grande Giobbe?
IL NOME Giobbe significa “oggetto di ostilità”.a Con quanta accuratezza Giobbe mostrò nelle sue difficili esperienze d’essere un oggetto di ostilità da parte di Satana e dei suoi compagni che avevano l’influenza della religione babilonica! Or bene, tutto ciò è un particolareggiato dramma profetico con un preliminare adempimento intorno al più grande Giobbe, Gesù Cristo. Ma prima di poter esaminare le molte istruttive evidenze di ciò, è necessario fare un breve studio storico delle condizioni religiose che si crearono in Palestina e nel circostante mondo pagano durante i cinque secoli che precedettero il giorno di Gesù. Durante tutti questi cinquecent’anni Satana produsse subdole forze religiose e confuse dottrine che avrebbero messo alla più severa prova il promesso “seme” quando avesse fatto la sua comparsa sulla terra. (Gen. 3:15) Come si vedrà, il perfetto uomo Gesù fu più che preparato e in grado d’essere il più grande Giobbe o “oggetto di ostilità”. Affinché la contesa della Sovrana Divinità di Geova fosse giustamente rivendicata, Gesù sopportò l’ostile parlar contrario dei peccatori. — Ebr. 12:3.
PREPARATA PER GESÙ LA SCENA RELIGIOSA
2, 3. (a) Come sorsero due centri giudaici, uno in Palestina e uno a Babilonia? (b) In che modo si diffuse all’estero la religione giudaica, e intorno a che cosa si accentrò?
2 Dalla storia biblica e secolare è evidente che solo una minoranza dei Giudei esiliati a Babilonia fra il 607 e il 537 a.E.V. tornarono a Gerusalemme nel 537 a.E.V. e dopo per partecipare alla restaurazione della vera adorazione lì e ricostruire il tempio sotto la guida di Zorobabele. (Esd. 2:1, 2) Alcuni anni dopo Neemia aiutò a ricostruire le mura di Gerusalemme (Neem. 7:1), ed Esdra contribuì provvedendo i sacerdoti al tempio restaurato per i completi servizi giornalieri. (Esd. 7:1-7) Esdra prese anche la direttiva nella grande opera di rendere disponibili per la circolazione molte fidate copie delle sacre Scritture Ebraiche. La maggioranza dei Giudei esiliati, comunque, preferì rimanere a Babilonia, dove erano ben stabiliti materialmente sebbene sparsi in molte comunità del paese.b Quei Giudei che rimasero a Babilonia perpetuarono una forma della vera religione di Abraamo, Mosè e i Profeti che si potrebbe chiamare “ebraismo”.
3 Dal quinto secolo a.E.V. in poi molti Giudei da Babilonia e in Palestina divennero mercanti coinvolti nei traffici e nel commercio. Essi si stabilirono con le loro famiglie e i parenti in compatte sezioni di grandi città gentili in tutta la Mesopotamia, l’Egitto, la Grecia, Roma, infine tutt’attorno al Mediterraneo. Questo significò che sorsero quindi quartieri giudaici, come oggi, in quasi ogni parte del mondo civile. Questi Giudei portarono con sé la loro religione ebraica, l’abitudine di radunarsi per la preghiera e lo studio senza riti né sacrifici nel tempio. Una semplice sala d’assemblea era il centro della loro vita religiosa. Dapprima questo centro fu chiamato Beth ha-Keneset (casa di preghiera) o Beth ha-Midrash (casa di studio).c In seguito, a causa dell’influenza greca, tali edifici vennero chiamati sinagoghe dalla parola greca.d
4. Quanto era estesa la mondiale scena giudaica preparata per Gesù?
4 In questo modo i Giudei “esportavano” la loro religione nel mondo gentile in espansione. Col passar del tempo queste “colonie” di Giudei fuori della Palestina superarono di gran lunga la popolazione dei Giudei in patria e divennero noti come Giudei della dispersione (diaspora), cioè i Giudei ‘dispersi’. (Giac. 1:1) Per secoli, i Giudei si distinsero per l’attuazione di ciò che corrispondeva a un grande movimento missionario portando la loro religione ai Gentili. “Le sinagoghe attrassero centinaia di migliaia di convertiti”, scrive Giuseppe Flavio, per farne proseliti.e (Matt. 23:15) Una volta ogni tre anni i Giudei e proseliti maschi facevano pellegrinaggi a Gerusalemme per assistere alle feste.f Giuseppe Flavio riferisce che per una pasqua vi si radunarono non meno di 2.700.000 maschi.g Di ciò il giudeo grecizzato Filone scrive chiamando Gerusalemme la capitale “non di una nazione ma di tutte le nazioni”.h Per queste ragioni possiamo capire l’estensione della scena mondiale che veniva preparata perché Gesù servisse da “oggetto di ostilità”.
INFLUENZE CARNALI DELL’ELLENISMO
5, 6. (a) Che cos’era l’ellenismo? (b) Come fu “esportato” in Palestina? (c) A quali influenze carnali furono assoggettati i Giudei, e ne risentì la loro religione?
5 Esaminiamo quindi in che modo tutta questa religione precristiana dei Giudei fu contaminata dal pensiero religioso orientale, babilonico, ciò che ebbe luogo sia direttamente per mezzo della prigionia dei Giudei a Babilonia che più subdolamente attraverso i Greci che avevano subìto l’influenza orientale. I Greci furono anticamente chiamati Elleni, per cui la loro cultura e vita religiosa vennero chiamate ellenismo. I molti antichi filosofi greci infatti furono “profeti” dell’ellenismo, e le loro diverse correnti di pensiero corrisposero a varie sette di ellenismo pagano. L’ellenismo nelle sue numerose sette mise in rilievo cose pagane che facevano appello al “desidero della carne” (1 Giov. 2:16), come arte, musica, danza, educazione fisica, giochi, sensuali modi di vivere, ricerca della felicità nella carne, materialismo, immortalità dell’anima umana e adorazione di un panteon o moltitudine di dèi. Quando il grecizzato Alessandro Magno conquistò il mondo antico d’allora, “anziché sradicare la popolazione dei paesi assoggettati come avevano fatto i conquistatori orientali, i Greci diedero loro anche il loro proprio paese”.i Quindi, come i Giudei, i Greci esportarono la loro cultura ellenistica in tutte le nazioni. Per esempio, sotto questa politica di Alessandro e dei suoi successori fu costruita proprio in mezzo alla Giudea una catena di dieci città greche chiamate Decapoli. (Matt. 4:25; Mar. 5:20; 7:31) Questo fu fatto per infrangere la solidarietà giudaica. Ciò causò un’atmosfera o spirito mondano seducentemente saturo di influenze ellenistiche. (1 Cor. 2:12) Per i giovani giudei queste città erano un luogo d’interesse turistico dove si svolgevano giochi atletici, dove si faceva appello ai sensi dell’estetica, all’eleganza, alla raffinatezza e alla bellezza della forma.j La Palestina fu dunque inondata da maniere greche, parole greche, idee greche.
6 Ma tutte queste forme ellenistiche di cultura e religione si erano già fuse con le vie orientali e babiloniche quando Alessandro aveva invaso tutto l’Impero Persiano.k “Quando [l’ellenismo] si mischiò alle idee orientali, degenerò in un prodotto completamente bastardo di sensualità e razionalismo”.l Sia dei Giudei in Palestina che di quelli nella dispersione si osserva che “gradualmente ma sicuramente i Giudei cominciarono ad assimilare le idee religiose delle persone che li circondavano, e a considerare le Scritture sotto l’influenza di quelle idee”.a Questo significò dunque che il precedente ebraismo divenne ora più apostata come religione del giudaismo con tutte le sue crescenti aggiunte di tradizioni e regolamenti non biblici. (Gal. 1:13; Mar. 7:13) Valutiamo quindi le evidenze indicanti che il giudaismo subì l’influenza babilonica, e si divise in sette verso il tempo di Gesù.
I GIUDEI ACCETTANO IL PENSIERO BABILONICO
7. Con quale termine i Babilonesi si riferirono al loro dio?
7 Si noti prima che nella questione della divinità a Babilonia, Marduc (Merodac) è chiamato il “maggiore degli dèi, il più antico”, il principale dio di Babilonia. (Ger. 50:2)b L’antica origine di Marduc risale a Nimrod. “Nimrod . . . la più ammissibile corrispondenza è con Marduc, principale dio di Babilonia, probabilmente il suo fondatore storico, come Assur, l’iddio d’Assiria, sembra . . . il fondatore dell’impero assiro”.c Molto tempo prima dell’epoca di Isaia dell’ottavo secolo a.E.V. (Isa. 46:1), era sorta a Babilonia l’usanza di chiamare il loro grande dio pagano Marduc (Merodac) solo col titolo generico “Signore” o Baal come avevano fatto gli antichi pagani Cananei. (Giud. 2:11-13) “Marduc . . . è l’iddio della città di Babilonia dove il suo tempio era chiamato Esagila . . . In periodi posteriori il suo nome proprio fu gradualmente sostituito dall’appellativo Belu ‘signore’, così che alla fine lo si chiamava comunemente [col titolo di] Bel”.d — Ger. 51:44.
8. Subirono i Giudei l’influenza della suddetta pratica babilonese di chiamare il loro dio con un titolo?
8 È un fatto risaputo che i Giudei seguirono un’usanza simile dopo la loro prigionia babilonese non riferendosi più al loro Dio Geova col suo nome proprio personale, ma chiamandolo semplicemente con l’esclusivo titolo “Signore” (Adonai). In effetti, i soferim giudaici nei secoli prima di Gesù in cui fu esercitata l’influenza babilonica fecero 134 cambiamenti nel sacro testo ebraico da Geova (יהוה) a Signore (אדני) per promuovere questa usanza apostata o sibbolet.e Si vede così con quanta astuzia Satana indusse i Giudei sotto il giudaismo a nascondere il medesimo nome del loro vero Dio seguendo questa pratica babilonica o sibbolet di riferirsi al proprio Dio solo col titolo. La calorosa, personale relazione veniva ora perduta non chiamandolo più Geova ma sostituendovi un titolo astratto, Signore.
9, 10. (a) In quale modo riverente si osserva che i veri adoratori di Geova usarono il termine Signore riferendosi a Lui? (b) Che cosa si nota nel modo in cui Nabucodonosor riconobbe la Sovrana Divinità di Geova?
9 Dai giorni di Abraamo fino ai Profeti ogni volta che gli antichi veri adoratori di Geova si riferivano a lui come Signore (Adonai) usavano nel contesto il nome divino stesso.f Dove usarono Signore (Adonai o Adon) da solo senza “Geova” fu in relazione alla sua supremazia rispetto agli altri cosiddetti signori pagani o dèi (Deut. 10:17; Gios. 3:11, 13), o egli solo è chiamato ha-adon, il vero Signore.g Isaia espresse lo scibbolet o modo corretto: “O Geova nostro Dio, altri padroni [adoním] oltre a te hanno agito come proprietari [baalúnu] di noi. Per te solo faremo menzione del tuo nome”. — Isa. 26:13.
10 Per di più, è evidente che i Babilonesi, come altri pagani, non si riferirono mai al loro principale dio con l’esclusiva espressione che significa “il vero dio”, come fecero i genuini adoratori ebrei di Geova dicendo ha-elohim. Quando Nabucodonosor fu costretto a riconoscere la Divinità di Geova, l’Iddio degli Ebrei, come il vero Dio, non usò mai l’espressione ebraica ha-elohim ma usò semplicemente l’espressione aramaica elaha (determinativo), dio. — Dan. 3:28, 29.
11. Date ulteriori evidenze che i Giudei accettarono il pensiero religioso babilonico.
11 La babilonese “nozione delle trinità dei poteri divini” pervenne ai Giudei attraverso l’influenza egiziana.h Le credenze “nell’immortalità dell’anima” si insinuarono nel giudaismo da Babilonia e dalla Grecia. “Nel secondo secolo [a.E.V.] i Giudei palestinesi come pure quelli di Alessandria accettarono la dottrina dell’immortalità dell’anima”.i Questo portò ulteriormente alla credenza del secondo secolo nella “risurrezione del corpo”, che, com’essi credevano, permetteva all’anima di continuare a risiedere immortalmente.j Per esempio, il libro apocrifo chiamato Sapienza di Salomone, scritto da un Giudeo prima del giorno di Gesù, presenta l’insegnamento del filosofo greco Platone sulla separazione dell’anima e del corpo. (1:4; 9:15) Esso presenta la veduta greca della predestinazione dov’è detto che la preesistente anima entri nel corpo. (8:19, 20) La vita futura non si ottiene per mezzo del Messia ma per mezzo della sapienza. (8:13) Insegna che l’uomo fu creato per l’incorruzione e l’immortalità. (2:23; 6:19; 12:1) È presentato il pensiero greco che l’Ades sia un luogo dove soffrono le anime ingiuste (1:14; 3:1-10), e che la cosa saggia per l’uomo sia di vivere ora una vita di piacere. — 2:7-9.
GRUPPI SETTARI GIUDAICI CHE ESERCITARONO PRESSIONE
12-14. Descrivete, uno per volta, tre dei gruppi giudaici che esercitarono pressione.
12 Il giudaismo cominciò a dividersi in parecchie sette secondo l’accettazione o il ripudio delle varie indistinte credenze dal mondo pagano. Queste sette divennero gruppi impiegati per esercitare pressione non solo religiosamente ma anche politicamente. In questo periodo si sviluppò la setta dei Sadducei. I Sadducei “includevano gran parte della casta sacerdotale, ed ereditarono la veduta dei precedenti ellenisti . . . Furono essenzialmente materialisti; non condividevano la speranza messianica del popolo, e riponevano la loro fiducia nella ragione; la loro sicurezza di sé, la loro rigidità nel far osservare la lettera della legge rabbinica, e il loro diniego della risurrezione rispecchia lo spirito degli stoici [scuola filosofica greca]”.k
13 La setta degli Esseni condivise con i puritani ellenistici che seguirono Pitagora la credenza “non solo nella dottrina dualistica di corpo e anima, ma nella lotta per la purezza corporale, la pratica delle abluzioni, il rigetto delle offerte cruente, l’incoraggiamento al celibato [divenire in effetti eunuchi]”.l
14 Gli scribi formavano ciò che costituiva una setta o partito. In principio furono associati agli Hasidim (i pii). Erano rigidi sostenitori della Legge di Mosè, essendone i legislatori. Erano largamente contrari alla lingua e alle idee greche.a
15-17. Menzionate alcuni punti interessanti di altri tre gruppi giudaici che esercitarono pressione.
15 Un’altra setta ancora, quella dei Farisei, venne all’esistenza durante questi tempi precristiani ed essi si chiamavano fra loro habherim, che significa “prossimi”. L’asserzione d’essere il prossimo “accresceva il potere che [i Farisei] avevano a motivo della loro influenza sul popolo”.b Incidentalmente, quando in un’occasione Gesù parlò ai Farisei, questo accresce il significato della sua illustrazione circa il “buon Samaritano”, allorché chiese: “Chi di questi tre ti sembra che si sia reso prossimo all’uomo che cadde fra i ladroni?” (Luca 10:25-37) I Farisei erano stretti osservanti delle molte tradizioni giudaiche che erano state aggiunte alla legge di Mosè. Credevano negli angeli e negli spiriti e sostenevano la “risurrezione del corpo”.c (Atti 23:6-8) Essi insegnavano anche che le anime umane siano immortali e che i malvagi soffrano in un ades. Giuseppe Flavio lo attesta: “[I Farisei] pensano che ogni anima sia immortale; solo le anime dei buoni passeranno in un altro corpo, ma le anime dei malvagi subiranno l’eterna punizione”.d
16 Un ulteriore gruppo che esercitò pressione fu chiamato Erodiani o seguaci del partito di Erode. (Matt. 22:16) Erano un partito di nazionalisti che sostenevano le mire politiche dei vari Erode nel loro dominio sotto i Romani.e
17 Un ultimo gruppo che esercitò pressione fu la Corte del Sinedrio stesso il quale agiva nell’insieme. I suoi membri erano costituiti dai sacerdoti e dai capi di queste altre sette e partiti. Tale è il completo schieramento dei gruppi settari che esercitarono pressione i quali si erano formati verso il tempo in cui Gesù compì il suo ministero.
IL PIÙ GRANDE GIOBBE SULLA SCENA
18, 19. Presentate le più rimarchevoli somiglianze fra Gesù e il Giobbe dell’antichità.
18 Un adempimento in maggiori proporzioni del dramma di Giobbe ebbe inizio nel giorno di Gesù. Gesù stesso divenne il più grande Giobbe, il principale “oggetto di ostilità”, come indica il nome Giobbe. Sorprendenti sono i particolari che si verificarono nel ministero terrestre di Gesù i quali furono in diretto adempimento, come nel caso di Giobbe, sebbene non sempre nello stesso ordine. Inoltre, Gesù, essendo un uomo perfetto con piena conoscenza, era in una posizione favorevole per avere a che fare con le crescenti pressioni esercitate su di lui dalla permessa mano di Satana e dei suoi gruppi che esercitarono pressione sotto l’influenza babilonica. È profittevole esaminare le rimarchevoli evidenze con cui Gesù sostiene magistralmente la Sovrana Divinità del Padre suo, Geova.
19 Quando Gesù fu unto come Re designato dallo spirito di Dio nel fiume Giordano nel 29 E.V., egli, in effetti, ebbe il possesso dell’intera terra con tutta la sua ricchezza e gli animali. In verità, Gesù Cristo fu legalmente molto più ricco di quanto non fosse mai il Giobbe dell’antichità. Come uomo perfetto Gesù avrebbe potuto avere figli perfetti anche se avesse sposato una donna imperfetta. Perché? Perché la perfezione è determinata dal padre e non dalla madre. Questo è provato nel caso del Padre perfetto, Geova, che usò una madre imperfetta, Maria, per partorire il perfetto figlio maschio Gesù. In questa maniera Gesù avrebbe potuto popolare l’intera terra di uomini perfetti in adempimento al simbolo dei dieci figli di Giobbe. In realtà, comunque, Geova Dio non diede a Gesù una terrestre moglie umana, ma gli diede effettivamente ciò che corrispondeva a figli. Gli diede “figli” sotto forma di fedeli discepoli, leali seguaci delle sue orme, che egli poté ammaestrare e curare, come un padre terrestre fa coi suoi figli. Di Gesù fu profetizzato: “Eccomi, io e i figli che Jahve mi ha dato, siamo segni prodigiosi per Israele”. — Isa. 8:18, Ga; Ebr. 2:13; Mar. 10:13-16.
GESÙ SOSTIENE LA DIVINITÀ DI GEOVA
20. Descrivete l’iniziale prova a cui fu posto Gesù da Satana. Quale fu il risultato?
20 Come nel caso di Giobbe, Satana il Diavolo cercò di spogliare per sempre Gesù sia della ricchezza terrestre destinatagli che dei suoi figli spirituali. A differenza del caso di Giobbe dove Satana rimase dietro le quinte, ora Satana dà inizio personalmente e direttamente alla prova di “ostilità” contro questo principale “oggetto”, l’uomo Gesù. Egli fece questo tentando direttamente Gesù tre volte nel deserto. Come personale Tentatore Satana mise alla prova Gesù su (1) materialismo, (2) fama personale e (3) rinnegamento della Divinità di Geova. Gesù uscì vittorioso da ciascuna di queste prove fondamentali. In ogni caso Gesù respinse Satana servendosi delle Sacre Scritture dove compariva il nome ufficiale di Geova. (Matt. 4:1-11) Sì, Gesù, il più grande Giobbe, sostenne con successo la Divinità di Geova sin dall’inizio.
21. Nel caso di Gesù, che cosa sembra corrispondere ai figli di Giobbe che furono tolti e alla moglie di Giobbe che si indebolì?
21 Nel terzo anno del ministero di Gesù (32 E.V.) prima del tempo della Pasqua, Satana causò un grande allontanamento di discepoli da Gesù, in modo simile ai dieci figli (numero completo) di Giobbe che furono tolti. Nel corso del suo ministero Gesù perdette effettivamente alcuni dei suoi professanti discepoli, come nel caso riportato in Giovanni 6:66-68, ma aveva ancora discepoli simili a figli che si attennero a lui fino alla sua amara esperienza nel Giardino di Getsemani la notte del suo tradimento ai nemici assetati di sangue. Ma quella decisiva notte egli perse tutti i discepoli, com’è simboleggiato dal numero completo dei figli di Giobbe e com’è predetto nella profezia di Zaccaria 13:7. (Matt. 26:31) Per prima, l’apostolo Giuda Iscariota lo tradì, e quindi Gesù chiese che egli soltanto, non gli altri suoi undici apostoli, fosse arrestato. Ma ora, per timore dell’uomo, tutt’e undici gli apostoli (che rappresentavano tutti i suoi discepoli) fuggirono, spontaneamente, abbandonandolo ai suoi nemici. (Matt. 26:56) Come disse loro: “Mi lascerete solo”. (Giov. 16:32; 18:8) Ma questa era “l’ora [dei nemici] e l’autorità delle tenebre”. — Luca 22:53.
ESERCITATA PRESSIONE SU GESÙ COME SE FOSSE UN PECCATORE
22. In che modo fu esercitata pressione su Gesù come se fosse un peccatore?
22 Ai materialistici Giudei d’Israele, Gesù apparve davvero come un uomo poverissimo. “Ma Gesù gli disse: ‘Le volpi hanno tane e gli uccelli del cielo han dove posarsi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove adagiare la testa’”. (Matt. 8:20) Similmente, come nel caso di Giobbe, ai Giudei parve che Gesù fosse un peccatore. In un’occasione i Farisei accusarono: “Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore”. (Giov. 9:24) Di nuovo parve ai Giudei che Gesù fosse familiare con l’infermità. “Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori, familiare con il patire”. “Egli stesso ha preso le nostre malattie e ha portato le nostre infermità”. (Isa. 53:3, Ga; Matt. 8:17) Nell’ostilità contro Giobbe, Giobbe fu costretto a sedere “fra le ceneri”, cioè nel luogo di scarico della città fuori della porta della città come un esiliato. “È chiaro che la scelta da parte di Giobbe del letamaio (le ceneri, Giobbe 2:8) fuori della porta non è un’espressione della sua disperazione, ma vi era stato costretto perché egli era stato cacciato fuori dai suoi concittadini”.f In modo rimarchevole, anche Gesù, il più grande Giobbe, fu considerato esiliato dai suoi simili Giudei, e la Bibbia lo riferisce: “Anche Gesù, affinché santificasse il popolo col proprio sangue, soffrì fuori della porta. Usciamo, dunque, verso di lui fuori del campo, portando il biasimo che egli portò”. — Ebr. 13:12, 13; si veda anche Rom. 15:3; Sal. 69:7-9.
OSTILITÀ DAI GRUPPI CHE ESERCITARONO PRESSIONE
23. Che cosa corrisponde ai tre compagni di Giobbe? In che modo?
23 Ora Satana mise all’opera i suoi gruppi d’ostilità preparati a esercitare pressione durante i secoli. Questa doveva essere una lunga, estenuante prova che doveva cercare di infrangere l’integrità del cuore di Gesù verso Geova e sconfiggere Geova nella contesa della Divinità. Al tempo di Gesù, i “tre compagni” del giorno di Giobbe rappresentarono tutti i gruppi di insegnanti o le sette del giudaismo insieme al loro seguito di discepoli che avrebbero dovuto essere compagni di Gesù nel sostenere correttamente la Divinità di Geova e i veri insegnamenti della Bibbia. Invece, queste false agenzie d’insegnamento furono impiegate per compiere aspri, violenti attacchi dottrinali a Gesù. Il numero tre, che nella Bibbia indica enfasi, illustrò appropriatamente l’enfatico, decisivo attacco di tutte queste principali sette del giorno di Gesù che si erano dottrinalmente contaminate col pensiero babilonico. Le statistiche mostrano che Gesù ebbe circa quaranta diverse schermaglie o battaglie verbali con questi vari gruppi che esercitarono pressione. Ce ne furono due che coinvolsero i Sadducei, due i seguaci del partito di Erode, cinque i membri del Sinedrio, otto gli scribi, una che si riferì indirettamente agli Esseni (Matt. 19:12) e trentatré che coinvolsero la principale setta, quella dei Farisei.
LE RISPOSTE DI GESÙ RIVENDICANO DIO
24. Presentate alcune dichiarazioni di verità rivelate dalle risposte di Gesù. Come sono parallele alle risposte di Giobbe?
24 Le molte risposte di Gesù alle aggressive domande dei suoi ostili settari contennero una grande quantità di nuove verità che arricchirono la vera religione del cristianesimo. Come Giobbe, Gesù protestò contro la falsa accusa che fosse un peccatore solo perché veniva provato in quanto alla sua integrità. (Giob. 10:14, 15; Luca 5:30; Giov. 8:46; 9:24) Come Giobbe, Gesù rigettò il falso insegnamento babilonico che l’uomo abbia un’anima immortale mostrando chiaramente che l’uomo è mortale e, quando è morto, è inconscio, addormentato. (Giob. 7:9, 17; 10:18; Giov. 11:11-14) Come Giobbe, Gesù insegnò che ci sarebbe stata una risurrezione dell’anima, dell’individuo, e non una “risurrezione del corpo”, come insegnavano erroneamente i Farisei. (Giob. 14:7, 14, 15; Giov. 5:25, 28, 29) Come Giobbe, Gesù insegnò che la vita futura non si ottiene mediante le opere della carne né mediante le opere della Legge ma si ottiene dal mezzo legale del riscatto mediante un redentore. (Giob. 19:25, 26; Matt. 20:28) Questi non sono che alcuni paralleli fra le confutazioni di Gesù contro i suoi oppositori religiosi e quelle che ebbe similmente Giobbe.
25. Menzionate una rimarchevole sconfitta che Gesù inflisse ai suoi oppositori.
25 Prendete una rimarchevole sconfitta che Gesù inflisse ai suoi principali oppositori settari, i Farisei. Nell’intelligente illustrazione di Gesù circa il ricco [Epulone] e Lazzaro, egli paragona i Farisei fra gli altri al ricco. (Luca 16:14, 19-31) “Morì anche il ricco e fu sepolto. E nell’Ades alzò gli occhi, esistendo egli nei tormenti, e molto lontano vide Abraamo e Lazzaro nella posizione del seno con lui”. Questo mise dunque i Farisei proprio nel luogo dove essi insegnavano in modo schernitore e falso che vanno tutti i poveri, come sono rappresentati dal “mendicante Lazzaro”. Comunque, questo non significa che Gesù insegnasse che c’era qualche ades o inferno di tormento dove le anime soffrono. Gesù stesso andò nell’Ades o “inferno” letterale, ma non vi subì tormento, e ne uscì il terzo giorno, e ora ha le “chiavi della morte e dell’Ades” per liberare di lì tutti gli altri al tempo fissato da Dio. (Sal. 16:10; Atti 2:30-32; Matt. 16:18; Riv. 1:17, 18) Pertanto, il biblico Ades, Sceol o “inferno” è il comune sepolcro del morto genere umano da cui c’è risurrezione.g Questo, dunque, priva molti insegnanti religiosi che hanno subìto l’influenza babilonica anche oggi della possibilità di usare questa stessa parabola del ricco e di Lazzaro per sostenere il loro insegnamento dell’inferno di fuoco.
26. Mentre l’ostilità aumentava, che cosa rese chiaro Gesù in quanto alla Divinità?
26 L’ostilità continuò ad aumentare. I Farisei accusarono Gesù di compiere i suoi miracoli per mezzo del ‘governante dei demoni, Beelzebub’. (Matt. 12:24) I suoi oppositori facevano fatica a controllarsi e parecchie volte desiderarono far uccidere Gesù.h Quindi sorse lo scottante argomento della Divinità di Geova e chi è il vero padre spirituale. L’aspra prova doveva determinare chi è il proprio Padre spirituale, Geova o il Diavolo. “Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono uscito e vengo da Dio. . . . Voi siete dal padre vostro il Diavolo e desiderate fare i desideri del padre vostro”. (Giov. 8:42, 44) Gesù sostenne ulteriormente ciò con la sua vigorosa condanna pubblica di questi settari: “Guai a voi, scribi e Farisei, ipocriti! . . . Serpenti, progenie di vipere, come sfuggirete al giudizio della Geenna?” (Matt. 23:29, 33) Costoro furono quindi smascherati come parte del ‘seme del serpente’ che doveva ora ferire il “calcagno” di Gesù, il seme della donna di Dio. — Gen. 3:15.
GESÙ USA IL NOME DI GEOVA
27. Quale fu la situazione circa l’uso del nome divino durante la controversia religiosa nel giorno di Gesù?
27 Come i tre compagni del tempo di Giobbe non usarono il nome divino neppure una volta nei loro discorsi come lo usò Giobbe, così avvenne dei capi settari del tempo di Gesù. Non una sola volta in tutti i loro interrogatori pronunciarono il nome divino, Geova. Nei quattro racconti evangelici è riportato che Gesù usò il nome divino stesso venticinque volte.i A differenza dei Giudei, Gesù non era legato dall’usanza babilonica di usare semplicemente Signore invece di pronunciare il nome divino. Infatti, Gesù si distinse perché insegnò il nome ai suoi discepoli. — Giov. 17:6, 26.
28, 29. (a) Che cosa corrisponde evidentemente all’osservatore neutrale Eliu, e quali punti lo confermano? (b) Quale conferma dà Geova?
28 Per tre infuocati anni e mezzo Gesù, l’“oggetto di ostilità”, non peccò né cedette nella integra determinazione di principale Agente di Geova per la vita. (Atti 3:15) Chi avrebbe dunque potuto essere l’imparziale, neutrale osservatore simile a Eliu che poté dire quale parte aveva ragione, i giudaici capi settari o Gesù? (Giob. 32:2, 3) Avrebbe potuto essere il corpo governante della giovane congregazione cristiana stabilita da poco il giorno di Pentecoste del 33 E.V., cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesù dai morti. Prima di parlare nel giorno di Giobbe, Eliu fu ripieno dello spirito di Geova Dio. (Giob. 32:9, 18-20) Similmente, quando Pietro e i suoi conservi apostoli parlarono a rivendicazione di Dio e di suo Figlio Gesù Cristo il giorno di Pentecoste, furono prima ripieni dello spirito santo di Dio e così parlarono sotto ispirazione. Essi provarono che Dio era verace e che Gesù era il Cristo, esaltato al cielo. — Atti 2:22-37.
29 Un altro parallelo che si nota è che nel giorno di Giobbe la voce di Geova parlò dal turbine mentre nel giorno di Gesù la voce di Geova si udì tre volte direttamente dal cielo, essendo tre indice di enfasi, il che conferma la sua approvazione di Gesù come suo ufficiale rappresentante. — Matt. 3:17; 17:5; Giov. 12:28.
CULMINE DELL’OSTILITÀ: RESTAURAZIONE
30. Quale fu il culmine dell’ostilità, e come reagì Gesù?
30 L’ostilità giunse al culmine quando tutte le forze di Satana furono esercitate in pieno, provocando la morte di Gesù sul palo di tortura. Sì, Satana aveva ora compiuto la ferita del calcagno del Seme. (Gen. 3:15) Per il tempo in cui Gesù giacque morto nella tomba di un altro uomo fu davvero privo di tutto: figli e possedimenti. Ma anche nel momento in cui moriva sul palo di tortura fuori di Gerusalemme, Gesù, come Giobbe, “non peccò né ascrisse a Dio alcuna cosa sconvenevole”. (Giob. 1:22) Le sue labbra e il suo cuore furono senza peccato quando disse: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”, e quindi: “È compiuto”, e infine spirò. — Luca 23:46; Giov. 19:30.
31, 32. (a) Dite i paralleli fra la restaurazione di Giobbe e quella di Gesù. (b) Quale felice finale ha il dramma nel caso di Gesù?
31 Come nella restaurazione di Giobbe, allorché ottenne il doppio della ricchezza e dieci figli, così Gesù, ristabilito mediante una miracolosa risurrezione, divenne “erede di tutte le cose”. (Ebr. 1:2) Come dall’originaria moglie di Giobbe nacquero altri dieci figli, così con l’aiuto dell’organizzazione di Dio simile a una moglie rappresentata dal celeste Gesù che versò lo spirito santo, una schiera di nuovi figli spirituali furono generati alla Pentecoste del 33 E.V. e in seguito nell’adempimento di questo dramma nel primo secolo. Essi furono “figli” dati da Dio a Gesù. (Isa. 8:18; Ebr. 2:10-13) Come sacerdote, Giobbe dovette anche offrire un sacrificio e pregare per i tre compagni pentiti per ottenere la loro guarigione. (Giob. 42:8) Anche questo accadde in quanto una minoranza di pentiti settari giudaici ubbidirono alla fede e furono coperti dai servizi sacerdotali di Gesù e dal sacrificio di riscatto dopo la Pentecoste del 33 E.V. — Atti 6:7.
32 Ora, nel grande finale di questo spettacolare dramma, di tutta la famiglia di Dio in cielo e sulla terra, Geova quale Sovrano Dio può dire a Satana e a tutta la creazione: ‘Non c’è nessuno come Gesù Cristo in tutto l’universo’. (Giob. 2:3) Geova ha dunque reso Gesù, rivendicatore della Sua Divinità, sommamente felice. Anche noi dichiariamo felice Gesù in eterno. (Giac. 5:11) Vogliate vedere la prossima rivista La Torre di Guardia riguardo al felice risultato di quelli che sono “oggetti di ostilità” in questi ultimi giorni.
[Note in calce]
a Si veda Giobbe 1:1, nota in calce b, NW.
b Hellenism, 1919, di Norman Bentwich, Società Editrice Giudaica d’America, pag. 18.
c Ibidem, pag. 19.
d Ibidem, pag. 117.
e Ibidem, pag. 143.
f Ibidem, pagg. 41, 115.
g The Wars of the Jews, di Giuseppe Flavio, Libro VI, Capitolo 9.
h Hellenism, pag. 41.
i Hellenism, 1919, di Norman Bentwich, pag. 45.
j Ibidem, pag. 49.
k Ibidem, pagg. 80, 83.
l Ibidem, pag. 55.
a Ibidem, pag. 129.
b Cyclopædia of Biblical, Theological and Ecclesiastical Literature, di John M’Clintock e James Strong, del 1891, Vol. VI, pag. 118.
c I.S.B.E., pag 2147.
d Ibidem, pag. 371.
e Si veda l’Appendice della NW, pagg. 1452, 1453.
f Gen. 15:2, 8; Deut. 3:24; 9:26; 2 Sam. 7:18, 19, 20, 28, 29; 1 Re 2:26; 8:53; Neem. 8:10; 10:29; Sal. 8:1, 9; Isa. 51:22.
g Si veda l’Appendice della NW, pagg. 1453, 1454.
h Hellenism, pag 65.
i Hellenism, 1919, di Norman Bentwich, pag. 149.
j Ibidem, pag. 150.
k Hellenism, 1919, di Norman Bentwich, pagg. 103, 104.
l Ibidem, pag. 108.
a Ibidem, pag. 93.
b I.S.B.E., pag. 2361.
c Hellenism, pag. 150.
d I.S.B.E., pag. 2363; La Torre di Guardia del 1954, pag. 358.
e I.S.B.E., pag. 1383.
f From Tragedy to Triumph, 1958, di H. L. Ellison, pag. 26.
g Pagine 3570-3752, 3586 della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (inglese), Appendice, edizione del 1963.
i Si veda l’Appendice della NW del 1961, pagg. 1454, 1455.