Segni e meraviglie nel tempo della fine
“Ecco, io e i figli che Geova mi ha dati siamo segni e meraviglie in Israele da parte di Geova degli eserciti, che risiede sul monte Sion”. — Isa. 8:18.
Questo è l’importante discorso dell’Assemblea Internazionale della Volontà Divina dei testimoni di Geova, pronunciato dal presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Pennsylvania dinanzi ad un pubblico di 151.003 persone che gremirono lo Yankee Stadium e i Polo Grounds di New York nel pomeriggio del lunedì 28 luglio 1958.
CHE cosa significa quando più di 145.000 persone, provenienti dai quattro angoli della terra, si riuniscono ogni giorno, per otto giorni, e gremiscono due giganteschi stadi della città di New York, non lontano dal palazzo delle Nazioni Unite, raggiungendo nella giornata finale un pubblico di 253.922 persone? In questi giorni di tensione mondiale, di che cosa ciò è segno? Che sia una meraviglia è sicuro, poiché oggi, in un mondo turbato da contrasti internazionali, rappresentanti di 123 nazioni, territori e isole si sono riuniti con scopi pacifici, come membri di una sola famiglia umana nonostante le differenze di razza, di colore, di lingua, di cittadinanza e di cultura.
2 Tredici anni fa, sull’altra sponda del continente americano, a San Francisco di California, si riunirono per trattative e consultazioni 10.000 uomini e donne che rappresentavano cinquanta stati politici, di cui tredici europei, quindici tra asiatici, del Pacifico e africani, e ventidue americani. Questa conferenza di San Francisco fu un segno di accordi internazionali e fu una meraviglia che presagiva l’istituzione dell’organizzazione nota come le Nazioni Unite; infatti la conferenza terminò i suoi lavori il 26 giugno 1945 con la ratifica della Carta delle Nazioni Unite da parte di rappresentanti di 50 nazioni. Ma nel luglio e nell’agosto del 1958, questo ben più grande raduno di rappresentanti, provenienti da un numero molto maggiore di nazioni, è un segno e una meraviglia di molto maggior importanza per tutto il genere umano. Questo convegno non è convocato per considerare e servire la volontà degli uomini, ma la volontà del Supremo dell’universo. Questo raduno è l’Assemblea Internazionale della Volontà Divina tenuta dai testimoni di Geova.
3 A motivo della pubblicità fatta a quest’assemblea, gli occhi di tutti sono rivolti ad essa, poiché qui vi sono uomini provenienti da ogni parte della terra. Da considerare con ancora maggior serietà è il fatto che gli occhi dell’Altissimo Dio dei cieli sono rivolti a quest’assemblea internazionale, infatti quest’assemblea ha luogo al tempo in cui s’adempie la seguente scrittura biblica: “Gli occhi di Geova sono in ogni luogo, osservando i cattivi e i buoni”. “Geova è nel suo tempio santo. Geova, il suo trono è nei cieli. I suoi occhi guardano, i suoi occhi splendenti scrutano i figli degli uomini. Geova stesso scruta sia il giusto che l’empio”. (Prov. 15:3; Sal. 11:4, 5) Al suo cospetto le nazioni, comprese le Nazioni Unite, non sono che “una goccia della secchia”. — Isa. 40:15.
4 Ciò che osservatori politici, giornalisti, editori, critici religiosi della Cristianità o storici secolari potranno ancora dire riguardo a questa Assemblea Internazionale della Volontà Divina, non ci preoccupa come cosa da temere. Questo raduno non deve essere condannato o approvato dall’umanità in generale, né dalle molte nazioni qui rappresentate, né dalle Nazioni Unite la cui capitale è qui vicino, ma da Geova Dio, il Supremo Giudice. Perché? Perché avendo come tema la volontà divina, noi, 151.003 presenti, ci siamo riuniti. Se ci impegnamo a promuovere la volontà divina su questa ricca terra di Dio, quest’assemblea servirà come un suo segno e una meraviglia, qualche cosa che nessuna nazione o nessun popolo sulla terra potrà ignorare.
5 Questo è il più straordinario giorno di segni e meraviglie di tutta la storia dell’umanità. Ci riferiamo a visibili segni e meraviglie, provenienti dall’invisibile Dio dei cieli, che tutti gli uomini devono osservare. Questi segni e meraviglie, se compresi, presagiscono che siamo alla soglia di un pacifico e felice nuovo mondo di vita. Questa è la notizia più bella, benché significhi che viviamo alla fine di questo tormentato, confuso, insensato e disamorevole vecchio mondo. Noi vogliamo il nuovo mondo; siamo ansiosi di lasciare il vecchio.
6 Gli uomini della Cristianità e del Giudaismo hanno le loro idee circa i segni e le meraviglie che Dio dovrebbe provvedere perché essi possano credere. Tali uomini d’oggi non sono diversi da quelli che vivevano nel Medio Oriente diciannove secoli fa. Allora vi era un uomo che diede l’evidenza di essere l’unigenito Figlio di Dio; si chiamava Gesù Cristo, era discendente di Davide, re di Gerusalemme. Le due sette religiose ebraiche, quella dei Farisei e quella dei Sadducei, dubitavano chi egli veramente fosse. Volevano prove soprannaturali, differenti dai meravigliosi miracoli che Gesù faceva. In un’occasione egli provvide cibo per quattromila uomini, oltre alle donne e ai bambini, con soltanto sette pani e alcuni pesci. Il racconto dei testimoni oculari riferisce che “i Farisei e i Sadducei gli si avvicinarono e, per tentarlo, gli chiesero di mostrar loro un segno dal cielo”. Egli disse qual era l’unico segno che sarebbe stato loro dato. In un’altra occasione egli dichiarò ad una moltitudine di persone: “Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno. Ma non le sarà dato alcun segno eccetto il segno di Giona. Poiché come Giona divenne un segno per i Niniviti, così sarà anche il Figlio dell’uomo per questa generazione. . . . Gli uomini di Ninive si leveranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno; perché essi si pentirono alla predicazione di Giona; ma, ecco, qui vi è più che Giona”. Colui che fu “più che Giona” è Gesù Cristo stesso. — Matt. 16:1; Luca 11:29-32.
7 A causa delle sue esperienze e della sua predicazione Giona divenne un “segno” per la capitale dell’impero assiro. Per i Giudei della sua generazione Gesù Cristo fu un “segno” ancor maggiore. Non solo Gesù fu l’adempimento di Giona quando rimase, per parte di tre giorni, morto nel cuore della terra, e poi fu risuscitato, ma fu anche l’adempimento di un altro uomo dell’antichità che servì da segno, il profeta Isaia, che visse alcuni anni dopo Giona. Isaia richiamò l’attenzione su di sé come segno di Geova Dio durante il regno di Acaz, re di Gerusalemme. A quel tempo, l’esistenza stessa del regno di Giuda, sul quale Acaz regnava, era in pericolo. Nella crisi Isaia annunciò che egli era un “segno” di enorme importanza, infatti il nome di Isaia significa “salvezza di Geova”. Egli disse: “Ecco, io e i figli che Geova mi ha dati siamo segni e meraviglie in Israele da parte di Geova degli eserciti, che risiede sul monte Sion”. — Isa. 8:18.
8 Ai giorni d’Isaia l’Egitto e il Medio Oriente erano argomenti d’attualità come lo sono oggi. Geova volle che Isaia fosse un segno contro l’Egitto, a cui gli Israeliti erano inclini a ricorrere per aiuto militare. Dal nord il re assiro, Sargon, mandò il comandante Tartan contro i Filistei e Tartan prese la città di Azoto. “A quel tempo Geova parlò per mezzo di Isaia, figlio di Amos, dicendo: ‘Va’, e sciogliti il sacco dai fianchi, e togliti i sandali dai piedi’. Ed egli fece così camminando nudo e scalzo”. Isaia fece questo per tre anni. Quindi Geova Dio spiegò la ragione di questo suo strano comportamento. Disse che Isaia era un segno e una meraviglia per gli Israeliti, con queste parole: “Come il mio servo Isaia ha camminato nudo e scalzo per tre anni come segno e presagio contro l’Egitto e contro l’Etiopia, così il re d’Assiria condurrà i prigionieri d’Egitto e i deportati d’Etiopia, bambini e vecchi, nudi e scalzi, e con le natiche scoperte, la nudità dell’Egitto. E [gli Israeliti] saranno certo atterriti e avranno vergogna dell’Etiopia, loro agognata speranza, e dell’Egitto, loro bellezza. E gli abitanti di questo paese costiero diranno certamente in quel giorno: ‘Ecco la nostra agognata speranza, alla quale siamo fuggiti per aiuto, per essere liberati dal re d’Assiria! E come potremo noi stessi scampare?’” (Isa. 20:1-6) Coloro che professavano d’essere il popolo di Dio e diedero ascolto al segno e alla meraviglia che Geova mostrò mediante Isaia, per preavvertirli della sconfitta dell’Egitto e dell’Etiopia, cambiarono la loro decisione di ricorrere all’Egitto per aiuto e salvezza, invece che a Geova Dio.
ISAIA E I SUOI FIGLI
9 Tanto i figli d’Isaia che egli stesso furono segni e meraviglie per l’antico Israele. Chi furono questi figli d’Isaia? Di due possiamo essere sicuri. Il primo si chiamava Scear-Jashub; questo era un nome profetico che significa “un semplice rimanente ritornerà”. Questo figlio fu un segno e il suo nome fu una meraviglia, un presagio o un portento. Come era certo che ad Isaia nacque questo figlio chiamato Scear-Jashub, così era certo che l’avvenimento preannunciato da tale nome avrebbe avuto luogo.
10 In modo profetico Isaia richiamò l’attenzione a questo avvenimento, dicendo: “In quel giorno, il residuo d’Israele e gli scampati della casa di Giacobbe cesseranno d’appoggiarsi su colui che li colpiva [l’Assiro], e s’appoggeranno con sincerità sull’Eterno, sul Santo d’Israele. Un residuo, il residuo di Giacobbe, tornerà all’Iddio potente. Poiché, quand’anche il tuo popolo, o Israele, fosse come la rena del mare, un residuo soltanto ne ritornerà; uno sterminio è decretato, che farà traboccare la giustizia. Poiché lo sterminio che ha decretato, il Signore, l’Eterno degli eserciti, lo effettuerà in mezzo a tutta la terra”. — Isa. 10:20-23, VR.
11 Il nome di Scear-Jashub significava dunque che il regno di Giuda sarebbe stato rovesciato; la capitale, Gerusalemme, e il suo tempio sarebbero stati distrutti; i Giudei sopravvissuti sarebbero stati portati prigionieri a Babilonia e, dopo un lungo periodo di tempo, un semplice rimanente sarebbe tornato al paese nativo per ricostruire la capitale e il tempio dedicato a Geova. La situazione sarebbe diventata così difficile per la sopravvivenza d’Israele che Isaia profetò: “Se Geova degli eserciti non ci avesse lasciato solo pochi superstiti, saremmo divenuti come Sodoma, avremmo assomigliato a Gomorra stessa”. (Isa. 1:9) Sodoma e Gomorra erano state devastate da una pioggia di zolfo e fuoco dal cielo. Essendosi contaminato come le antiche Sodoma e Gomorra, il regno di Giuda avrebbe subìto una distruzione quasi totale, se Geova non avesse risparmiato un rimanente di fedeli Giudei e, a tempo debito, non avesse permesso loro di ritornare in patria per ricostruire Gerusalemme e il tempio di Geova. Gli Israeliti del regno di Giuda ebbero effettivamente questa esperienza, come è vero che il primo figlio d’Isaia nacque e fu chiamato Scear-Jashub.
12 Ad un altro figlio d’Isaia fu imposto il nome ancor prima che fosse concepito e testimoni attendibili confermarono questo nome. Isaia ci dice: “E Geova mi disse: ‘Prenditi una tavoletta grande e scrivi su di essa con stilo d’uomo mortale: “Maher-Shalal-Hash-Baz”. E sia attestato da testimoni fedeli, il sacerdote Uria e Zaccaria, figlio di Berachia’. E mi accostai alla profetessa, ed ella concepì e a tempo debito partorì un figlio. Geova quindi mi disse: ‘Mettigli nome Maher-Shalal-Hash-Baz, perché prima che il bambino sappia chiamare: “Padre mio!” e “Madre mia!” le risorse di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate via dinanzi al re d’Assiria’”. (Isa. 8:1-4) La storia riferisce che Samaria, capitale del regno settentrionale d’Israele, fu saccheggiata e distrutta dal re Salmanasar nel 740 a.C. e gli Israeliti superstiti furono condotti in esilio nel paese d’Assiria e nelle città dei Medi. (2 Re 17:1-6) Il significato di Maher-Shalal-Hash-Baz, figlio d’Isaia, fu letteralmente adempiuto. Questo bambino servì dunque come vero segno e meraviglia.
13 Isaia ebbe forse un altro figlio, che doveva essere chiamato Emanuele. In quel tempo il re dell’Israele settentrionale e il re della Siria si erano uniti in una cospirazione contro il regno di Giuda, per detronizzare il re Acaz, discendente del re Davide, e per mettere sul “trono di Geova” un certo figlio di Tabeel, probabilmente un Siro. Questa cospirazione politica spaventò il re Acaz. Per quanto empio fosse Acaz, Geova Dio non avrebbe permesso che la cospirazione riuscisse; per rassicurarlo Geova disse ad Isaia: “Esci, ti prego, ad incontrare Acaz, tu e Scear-Jashub, tuo figlio. . . . ‘Così ha detto il Signore Geova: “Ciò non sussisterà né avrà luogo. Poiché il capo della Siria è Damasco, e il capo di Damasco è [il re] Rasin; ed entro solo sessantacinque anni Efraim [il principale membro del regno d’Israele] sarà frantumato tanto da non essere più un popolo. . . . Se voi non avete fede, non durerete a lungo”’”.
14 Quindi Geova disse ad Acaz, re di Giuda: “Chiedi tu stesso un segno a Geova, tuo Dio, facendolo profondo come lo Sceol o alto come le regioni superiori”. L’incredulo Acaz rifiutò di “mettere alla prova Geova”. Allora Isaia disse: “Perciò Geova stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane effettivamente concepirà, partorirà un figlio e certamente lo chiamerà Emanuele”. (Isa. 7:1-14) In seguito, annunciando come gli eserciti assiri avrebbero sconfitto la Siria e Israele per sopraffare anche il paese di Giuda e minacciare Gerusalemme, Geova disse ad Isaia: “Ecco, Geova farà alzare contro di loro le potenti e molte acque del Fiume, il re d’Assiria e tutta la sua gloria. Ed egli certamente s’ingrosserà in tutti i suoi rivi e strariperà oltre tutti i suoi argini e si spingerà su Giuda. Egli effettivamente inonderà e passerà oltre. Arriverà al collo. E l’ampiezza delle sue ali [militari] coprirà la distesa della tua terra, o Emanuele!” (Isa. 8:5-8) Quale adempimento ebbe il nome Emanuele?
EMANUELE
15 Per avere la risposta storica dovevano trascorrere più di settecento anni fino alla nascita di colui di cui Isaia fu un tipo profetico. Giuseppe, il falegname della città galilea di Nazaret, era riluttante a prendere in moglie Maria, sua fidanzata, poiché in modo inspiegabile essa era incinta. In sogno l’angelo di Geova apparve al perplesso Giuseppe e disse: “‘Giuseppe, figlio di Davide, non temere di condurre Maria, tua moglie, a casa, perché ciò che è stato generato in lei è dallo spirito santo. Essa partorirà un figlio, e tu dovrai mettergli nome “Gesù”, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati’. Tutto ciò avvenne effettivamente perché si adempisse quello che era stato dichiarato da Geova per mezzo del profeta, dicendo: ‘Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio, e lo chiameranno “Emanuele”’, che, tradotto, significa ‘con noi è Dio’”. Quando si svegliò, Giuseppe fece come gli era stato detto.
16 A suo tempo, Maria partorì un figlio al quale fu dato nome Gesù. All’età di trent’anni Gesù cominciò a predicare il regno di Dio. Per la sua lealtà a questo regno fu messo a morte e il terzo giorno l’Onnipotente Dio lo risuscitò dai morti. Quaranta giorni dopo il Figlio di Dio ascese al cielo e sedette alla destra di Dio, di dove, valendosi del suo sacrificio umano e del suo grande potere in cielo e sulla terra, si pose a salvare il suo popolo, i suoi seguaci sulla terra, dai loro peccati, affinché potessero ottenere vita eterna nel nuovo mondo di Dio. In tal modo egli ha dimostrato fino ad oggi che “con noi è Dio” e quindi appropriatamente porta il nome di Emanuele. — Matt. 1:18-25.
17 Per la loro fede in questo Emanuele, fino al punto di dedicarsi a Geova Dio e seguire le orme del suo fedele Figlio, Emanuele, Geova ha generato 144.000 di questi fedeli seguaci, rendendoli figli di Dio, Suoi figli. Questi figli generati dallo spirito egli li ha fatti coeredi di Emanuele, Gesù Cristo, nel promesso regno dei cieli. In tal modo diventano fratelli spirituali di Emanuele, il regale Figlio di Dio. Poiché Gesù divenne il mezzo della loro eterna salvezza, Geova Dio dà a Gesù questi Suoi figli come classe della sposa e “piccolo gregge” di pecore, a cui il Padre celeste ha approvato di dare il regno dei cieli. (Luca 12:32; Rom. 8:14-17) Oggi, dopo questi diciannove secoli, soltanto un rimanente di loro rimane sulla terra.
18 A questo punto vogliamo ricordare che Gesù fu un segno, come Isaia fu un segno. (Luca 11:30) I nomi Gesù e Isaia hanno lo stesso significato, salvo che, nel nome di Gesù, il nome di Dio, Geova, è messo all’inizio e nel nome di Isaia è messo alla fine. Gesù significa “Geova è salvezza” e Isaia significa “salvato ha Geova”. Come il loro Salvatore e Capo, i 144.000 seguaci di Gesù sono segni. Il rimanente di questi costituisce un segno per l’attuale generazione in questo “tempo della fine” di questo mondo afflitto. In base a che cosa possiamo affermarlo? In base alle parole del profeta in Isaia 8:18. Sotto ispirazione lo scrittore cristiano della lettera agli Ebrei citò queste parole e le applicò a Gesù e ai suoi 144.000 discepoli, dicendo:
19 “Infatti era appropriato che colui [Dio], per il quale sono tutte le cose e mediante il quale sono tutte le cose, conducendo molti figli alla gloria [celeste], rendesse perfetto il Principale Agente della loro salvezza per mezzo delle sofferenze. Poiché tanto [Gesù] che santifica quanto quelli che sono santificati tutti provengono da un solo [Padre], e per questo motivo egli non si vergogna di chiamarli ‘fratelli’, come dice: ‘Dichiarerò il tuo nome ai miei fratelli; . . .’ E di nuovo: ‘Ecco, io e i figli che Geova mi ha dati’”. — Ebr. 2:10-13.
20 Questi “figli” non fanno parte della gran folla di “altre pecore” di cui Gesù Cristo, il Re, diverrà “Padre eterno” nella “futura terra abitata”. (Isa. 9:6; Ebr. 2:5) I “figli” di Dio sono quelli generati dal suo spirito per divenire suoi figli spirituali. Geova Dio ha dato questi figli a Gesù. Pregando Geova Dio, Gesù disse: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dati dal mondo. Eran tuoi, e tu li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Io supplico per loro; non supplico per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dati, perché son tuoi, e tutte le cose mie son tue e le cose tue son mie, ed io sono stato glorificato fra loro”. (Giov. 17:6, 9, 10) Il Padre celeste dà a Gesù 144.000 di questi “figli” di Dio, perché siano suoi fratelli nella famiglia spirituale di Dio e suoi collaboratori nell’opera di Dio. Quale opera? Quella di essere segni e meraviglie sulla terra. Gesù disse di essere un segno; e disse pure che i suoi fratelli, unti dallo spirito, devono essere segni e meraviglie. Ed essi sono stati segni fino a questo giorno.
21 Quindi essi devono essere come Scear-Jashub e come Maher-Shalal-Hash-Baz. Gesù Cristo stesso è il grande Emanuele. I suoi fratelli spirituali rimasti oggi sulla terra sono il moderno Scear-Jashub, poiché il significato di questo nome ebraico si applica a loro. Durante la prima guerra mondiale essi furono ridotti in cattività, prigionieri delle belligeranti nazioni della Cristianità, spiritualmente ed anche materialmente. Anche il presidente e il segretario della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati furono arrestati e imprigionati a causa del fanatismo derivato da quel conflitto mondiale. I figli di Dio attendevano che la prima guerra mondiale degenerasse in una rivoluzione mondiale e la rivoluzione mondiale si trasformasse in anarchia mondiale che avrebbe significato Armaghedon per tutte le nazioni di questo mondo. Ma se si fosse verificato questo, se l’Onnipotente Dio avesse scatenato allora la predetta battaglia di Armaghedon, questi fratelli spirituali del grande Isaia, nella loro schiavitù spirituale sotto le nazioni mondane, avrebbero potuto essere distrutti con le nazioni. Avrebbero potuto essere come Sodoma e Gomorra. Ma Dio diede ad Isaia molto tempo fa un figlio chiamato Scear-Jashub, nome che significa “un semplice rimanente ritornerà”, e per adempire questo nome, Geova doveva dare a Gesù Cristo, il più grande Isaia, un rimanente di “figli”, suoi fratelli, che ritornassero all’organizzazione di Geova.
22 Geova Dio fece questo. Nel 1918 egli mise fine alla grande tribolazione che aveva colpito l’ostile organizzazione di Satana il Diavolo e allo stesso tempo la prima guerra mondiale terminò l’11 novembre di quell’anno. Armaghedon, “la guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”, era ancora futura. In questo modo egli abbreviò i giorni di tribolazione sull’organizzazione visibile e invisibile di Satana. Quindi nella primavera del 1919, ai suoi “figli”, al rimanente di quelli che Gesù Cristo riconosce come fratelli, egli portò liberazione dalla schiavitù alla moderna Babilonia. Mediante il loro fratello maggiore, Gesù Cristo, Dio li fece ritornare alla sua organizzazione teocratica e alla sua opera. Così un semplice rimanente di unti “figli” veramente dedicati a Dio ritornò, e Dio diede questi figli al più grande Isaia, Gesù Cristo. Gesù predisse che questo sarebbe accaduto al “tempo della fine” di questo mondo. (Matt. 24:21, 22, 30, 31) Ciò avvenne, e il più grande Isaia ebbe la sua classe simile a Scear-Jashub. Per alcuni anni durante il periodo postbellico il rimanente ritornato aumentò; ma negli ultimi anni il suo numero è andato diminuendo poiché molti hanno terminato il loro corso terreno sulle orme di Gesù.
23 Il rimanente oggi conta circa 16.000 membri, secondo il rapporto del 1958. Ma nessuna nazione del mondo li disprezzi, ritenendoli di nessuna importanza. Non vogliano i mansueti pensare che non abbiano alcun particolare significato nel proposito di Geova Dio. Questo rimanente spirituale si erge come segno per tutto il mondo. Come Scear-Jashub, figlio d’Isaia, nei tempi antichi, questa minoranza spirituale è una prova visibile da parte dell’Onnipotente Dio che il rimanente è ritornato. È la prova fisica, tangibile che Geova Dio è fedele alla sua parola e ha adempiuto la profezia pronunciata molto tempo fa nel suo nome santo. Tutti gli uomini dovrebbero osservare questo rimanente spirituale come segno dall’Onnipotente Dio.
24 Poiché furono liberati come segno, devono servire come evidenza, come indicatori di qualche cosa, per tutte le nazioni in questo tempo della fine del mondo. Devono erigersi come prova vivente che Geova è in grado, mediante la forza del suo santo braccio, di liberare e salvare il suo popolo dal potere del nemico. Questo si verifica oggi: “Geova ha scoperto il suo braccio santo dinanzi agli occhi di tutte le nazioni, e tutte le estremità della terra devono vedere la salvezza del nostro Dio”. (Isa. 52:10) Per questo egli doveva mandare il rimanente, perché fosse conosciuto fino alle estremità della terra. Dichiarò che avrebbe fatto questo, per poter portare a termine il grande radunamento mondiale di persone mansuete dai quattro angoli della terra. Egli disse: “‘Verrò per raccogliere tutte le nazioni e tutte le lingue; ed esse verranno e vedranno la mia gloria. E io metterò fra loro un segno, e manderò alcuni degli scampati alle nazioni, . . . alle isole lontane che non han mai udito la mia fama e che non han mai veduta la mia gloria, ed essi proclameranno la mia gloria fra le nazioni. E ricondurranno tutti i vostri fratelli, da tutte le nazioni, come un’offerta a Geova, . . . sul monte mio santo, Gerusalemme’, dice Geova, . . . ‘Poiché come i nuovi cieli e la nuova terra ch’io sto per creare sussisteranno dinanzi a me’, è la dichiarazione di Geova, ‘così sussisteranno la vostra progenie e il vostro nome’”. — Isa. 66:18-22.
25 Stabilendo il suo rimanente liberato come un segno fra le nazioni, Geova ha ora raccolto intorno a Gesù Cristo, il più grande Isaia, il resto della classe del rimanente per completare il numero preordinato di 144.000 coeredi del Figlio suo. In armonia con la loro funzione di segni e meraviglie, mediante il più grande Isaia, Geova ha comandato al rimanente: “Uscite, uscite dalle porte. Preparate la via per il popolo. Spianate, spianate la strada. Togliete i sassi. Alzate un segnale per i popoli”. (Isa. 62:10) Il segnale che essi alzano è il messaggio del regno di Dio. Questo segnale del Regno è già stato alzato in 175 nazioni. Centinaia di migliaia di persone mansuete, “altre pecore” del Giusto Pastore di Geova, Gesù Cristo, hanno scorto questo “segnale”. L’hanno salutato con gioia e si sono raccolte sotto di esso, dando pieno appoggio al regno di Dio mediante Cristo, mettendosi sotto la sua protezione e ai suoi ordini. Hanno accettato l’unica religione, l’unica forma di adorazione che questo regno celeste autorizzi e permetta, la suprema adorazione di Geova Dio nel suo tempio spirituale. Il loro radunamento è un segno mondiale degli “ultimi giorni” di questo mondo, poiché Isaia predisse che ciò si sarebbe avverato nel suo “tempo della fine”, dicendo:
26 “Negli ultimi giorni il monte della casa del Signore sarà fondato sopra le cime dei monti, s’innalzerà sopra le colline, e vi accorreranno tutte le genti, vi andranno molti popoli, e diranno: venite, andiamo al monte del Signore, alla casa del Dio di Giacobbe: Egli c’insegnerà le sue vie, e noi le seguiremo. Ché da Sion verrà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà l’arbitro dei popoli e giudicherà le molte nazioni; ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri, e le loro lance in falci; una nazione non alzerà più la spada contro l’altra; non impareranno più a far la guerra. Casa di Giacobbe, venite: camminiamo nella luce del Signore”. — Isa. 2:2-5, Ti.
27 Perciò s’uniscono ai segni e alle meraviglie di Geova.
[Domande per lo studio]
1, 2. (a) Perché l’Assemblea Internazionale della Volontà Divina tenuta dai Testimoni di Geova nel 1958 fu un segno e una meraviglia? (b) Di che cosa era segno la conferenza internazionale di San Francisco del 1945, ma perché fu indetta l’assemblea del 1958 a New York?
3. Gli occhi di chi erano seriamente rivolti a quest’assemblea, e perché?
4. Perché non si deve temere quello che giornalisti, critici o storici hanno da dire al riguardo, e perché nessuna nazione o popolo dovrebbe ignorare quest’assemblea?
5. Perché questo è il più straordinario giorno di segni e meraviglie di tutta la storia dell’uomo?
6. In che modo gli uomini d’oggi non sono diversi dagli uomini del Medio Oriente durante la presenza di Gesù sulla terra, diciannove secoli fa?
7. In che modo Gesù fu un segno maggiore di Giona, e in che modo Gesù fu l’adempimento di un altro segno dei giorni del re Acaz?
8. In che modo Geova si servì per tre anni di Isaia come segno e meraviglia contro l’Egitto, e contro chi furono così preammoniti gli Israeliti?
9. Di che cosa Isaia e i suoi figli furono segni per l’antico Israele, e di che cosa il nome del primo figlio era un presagio per Israele?
10. Con quali parole profetiche Isaia richiamò l’attenzione su questo avvenimento?
11. Che cosa significava quindi il nome Scear-Jashub, e quale esperienza ebbero infatti gli Israeliti del regno di Giuda?
12. Chi fu il figlio di Isaia a cui fu imposto il nome prima che fosse concepito, e come fu adempiuto il significato del suo nome, a dimostrazione che egli era un segno e una meraviglia?
13, 14. (a) Quale altro figlio ebbe forse Isaia, e in quali circostanze fu predetto il suo nome? (b) Di quale inondazione del paese fu questi preavvertito?
15, 16. (a) Quando e come ebbe adempimento il nome Emanuele? (b) In che modo questi dimostrò il significato del suo nome predetto?
17. Chi dà Geova ad Emanuele, e in quale intima relazione?
18, 19. Quale somiglianza vi è fra i nomi Isaia e Gesù, e quale parte ebbero i seguaci di Gesù insieme a lui, com’è dimostrato da Ebrei 2:10-13?
20. Benché siano chiamati “figli”, che cosa sono questi rispetto a Gesù, e in quale opera sono essi associati a lui?
21, 22. (a) Secondo lo sviluppo degli avvenimenti, in che modo i restanti fratelli spirituali di lui divennero un moderno Scear-Jashub? (b) Come il più grande Isaia ha potuto avere questa classe del moderno Scear-Jashub?
23. Quanti fanno ora parte del rimanente spirituale, ma perché non devono essere disprezzati o considerati insignificanti?
24. Perché devono servire come evidenza, in quale missione sono mandati e dove?
25-27. (a) Chi ha così raccolto Geova intorno al più grande Isaia? (b) Che cosa Geova ha ordinato loro di fare, e chi è oggi associato ai segni e meraviglie di Geova?