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NuotoAusiliario per capire la Bibbia
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nuotatore (Giov. 21:7, 8), cominciò ad affondare e gridò affinché Gesù Cristo lo salvasse. Questo probabilmente accadde perché il mare era insolitamente burrascoso, e anche per il timore provato dallo stesso Pietro. — Matt. 14:27-31.
In una profezia contro Moab, Isaia allude ai movimenti che si compiono nel nuoto: “La mano di Geova si poserà su questo monte, e Moab dev’esser calpestato nel suo luogo come quando un mucchio di paglia è calpestato in un letamaio. Ed egli deve stendere le sue mani in mezzo a esso come quando un nuotatore le stende per nuotare, e deve abbassarne la superbia con gli abili movimenti delle sue mani”. (Isa. 25:10, 11, NW) Questa versione, come quella della Settanta, fa pensare che Geova allunghi le mani contro Moab per infliggergli duri colpi. Secondo un’altra lezione sarebbe Moab a nuotare. Per esempio la versione della CEI dice: “‘La mano del Signore si poserà su questo monte’. Moab invece sarà calpestato al suolo, come si pesta la paglia nella concimaia. Là esso stenderà le mani, come le distende il nuotatore per nuotare; ma il Signore abbasserà la sua superbia, nonostante l’annaspare delle sue mani”.
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Nuova GerusalemmeAusiliario per capire la Bibbia
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Nuova Gerusalemme
Questa espressione ricorre due volte, e solo nel libro di Rivelazione, altamente simbolico. (Riv. 3:12; 21:2) Verso la fine di quella serie di visioni, e dopo aver visto “Babilonia la Grande” distrutta, l’apostolo Giovanni dice: “E vidi la città santa, la Nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, e preparata come una sposa adorna per il suo marito”. (Riv. 21:2) Ovviamente non si tratta di una città eretta da uomini, con edifici e strade letterali, costruita nel Medio Oriente al posto dell’antica Gerusalemme, distrutta nel 70 E.V.
LA SPOSA DELL’AGNELLO
Alla luce di altri passi biblici è possibile identificare con sicurezza la Nuova Gerusalemme. Di questa città viene detto che è “come una sposa”. Più avanti Giovanni scrive: “Uno dei sette angeli . . . mi parlò, dicendo: ‘Vieni qui, ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello’. E mi trasportò nella potenza dello spirito su un grande e alto monte, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, avendo la gloria di Dio. Il suo fulgore era simile a pietra preziosissima, quale pietra di diaspro splendente come cristallo”. — Riv. 21:9-11.
Di chi è la sposa la Nuova Gerusalemme? Dell’Agnello di Dio, Gesù Cristo, che sparse il suo sangue in sacrificio per il genere umano. (Giov. 1:29; Riv. 5:6, 12; 7:14; 12:11; 21:14) Quali sono le sue caratteristiche? È composta di coloro che fanno parte della congregazione cristiana. La congregazione cristiana sulla terra è paragonata a una “casta vergine” da presentare al Cristo. (II Cor. 11:2) Un’altra volta l’apostolo Paolo paragona la congregazione cristiana a una moglie, di cui Cristo è il Marito e Capo. — Efes. 5:23-25, 32.
Inoltre in Rivelazione 3:12 Cristo stesso si rivolge alla congregazione, promettendo a chi è fedele e vince: “Scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme che discende dal cielo e dal mio Dio, e quel mio nuovo nome”. La moglie prende il nome del marito. Perciò coloro che si vedono in piedi con l’Agnello sul monte Sion, 144.000 di numero, che hanno il nome dell’Agnello e quello del Padre suo scritti sulla fronte, sono evidentemente lo stesso gruppo, la sposa. — Riv. 14:1.
CELESTE, NON TERRENA
La Nuova Gerusalemme è celeste, non terrena, poiché scende “dal cielo, da Dio”. (Riv. 21:10) Ai componenti di questa classe della sposa sulla terra viene detto che la loro “cittadinanza esiste nei cieli” e che la loro speranza è di ricevere “un’eredità incorruttibile e incontaminata e durevole”, che è “riservata nei cieli” per loro, dice l’apostolo Pietro. — Filip. 3:20; I Piet. 1:4.
Nel 537 a.E.V. Geova aveva creato “nuovi cieli e nuova terra” quando il rimanente degli ebrei tornò a Gerusalemme dall’esilio in Babilonia. (Isa. 65:17) Evidentemente il governatorato retto da Zorobabele (discendente di Davide) con l’aiuto del sommo sacerdote Giosuè, a Gerusalemme, costituiva i “nuovi cieli” di allora. (Agg. 1:1, 14; vedi CIELO [Nuovi cieli e nuova terra]). Perciò la Nuova Gerusalemme, con Cristo sul trono in tale città simbolica, costituisce il “nuovo cielo” che domina sulla “nuova terra”, la società umana sulla terra.
La Nuova Gerusalemme è senz’altro una città celeste, com’è ulteriormente confermato dalla visione che ne ebbe Giovanni. Solo una città simbolica poteva avere le dimensioni e lo splendore della Nuova Gerusalemme. La sua pianta quadrata misurava circa 555 km (375 miglia romane) per lato, avendo un perimetro di 2.220 km (1.500 miglia romane), cioè dodicimila stadi. Essendo a forma di cubo, l’altezza della città era uguale alla sua lunghezza e larghezza. Nessuna città costruita dall’uomo potrebbe mai raggiungere tale altezza nello spazio. Tutt’intorno c’era un muro alto 144 cubiti o 64 m. Il muro stesso, di diaspro, poggiava su dodici pietre di fondamento, pietre preziose di grande bellezza: diaspro, zaffiro, calcedonio, smeraldo, sardonico, sardio, crisolito, berillo, topazio, crisopraso, giacinto e ametista. Su queste dodici pietre di fondamento erano incisi i nomi dei dodici apostoli dell’Agnello. La città vera e propria all’interno di queste belle mura non era meno splendida, infatti viene detto che era d’“oro puro come puro vetro” e aveva un’ampia via d’“oro puro, come vetro trasparente”.
GOVERNO PURO, BENEFICO
Si entrava nella Nuova Gerusalemme passando per le dodici porte delle sue magnifiche mura, che avevano tre porte per lato, ciascuna fatta di un’enorme perla. Benché le porte non venissero mai chiuse, ‘non vi doveva entrare nulla che non fosse sacro né alcuno che praticasse cosa disgustante o menzogna, ma solo quelli scritti nel rotolo della vita dell’Agnello’. Una città davvero santa e sacra; eppure non si vedeva alcun tempio destinato all’adorazione, poiché “Geova Dio, l’Onnipotente, è il suo tempio”. E non c’era bisogno che ‘risplendessero su di essa né il sole né la luna, poiché la gloria di Dio la illuminava’. Il suo dominio sulle nazioni sarà per il loro stesso bene, poiché “le nazioni cammineranno mediante la sua luce”. — Riv. 21:12-27.
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Obab
(Obàb) [diletto].
Cognato di Mosè; madianita della tribù dei cheniti figlio di Reuel (Ietro). (Num. 10:29; Eso. 3:1; Giud. 1:16) Quando giunse per gli israeliti il momento di partire dalla regione del Sinai diretti verso la Terra Promessa, Mosè chiese a Obab di accompagnarli per “servire da occhi”, cioè
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