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SpiritismoAusiliario per capire la Bibbia
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IL POTERE DI GESÙ SUI DEMONI
Quando era sulla terra, Gesù dimostrò di essere il Messia, l’Unto di Dio, espellendo i demoni dagli indemoniati. Lo fece senza un rituale speciale, una seduta o alcuna forma di magia. Si limitava a comandare ai demoni di uscire, ed essi ubbidivano alla sua voce. Anche se malvolentieri, i demoni erano costretti a riconoscere la sua autorità (Matt. 8:29-34; Mar. 5:7-13; Luca 8:28-33), come Satana riconobbe l’autorità di Geova quando Questi gli permise di affliggere e mettere alla prova Giobbe ma gli comandò di non ucciderlo. (Giob. 2:6, 7) Inoltre Gesù compì quest’opera gratuitamente. — Matt. 8:16, 28-32; Mar. 1:34; 3:11, 12; Luca 4:41.
Confutata la falsa accusa dei farisei
Dopo una guarigione del genere, i farisei nemici di Gesù lo accusarono: “Quest’uomo non espelle i demoni se non per mezzo di Beelzebub, governante dei demoni”. Ma la narrazione prosegue: “Conoscendo i loro pensieri, egli disse loro: ‘Ogni regno diviso contro se stesso giunge alla desolazione, e ogni città o casa divisa contro se stessa non durerà. Nello stesso modo, se Satana espelle Satana, egli è divenuto diviso contro se stesso; come durerà dunque il suo regno? Inoltre, se io espello i demoni per mezzo di Beelzebub, per mezzo di chi li espellono i vostri figli? Perciò essi saranno i vostri giudici’”. — Matt. 12:22-27.
I farisei furono costretti ad ammettere che per espellere i demoni ci voleva un potere sovrumano. Eppure volevano impedire che il popolo credesse in Gesù. Perciò attribuirono il suo potere al Diavolo. Gesù fece capire bene dove portava il loro ragionamento mostrando quale sarebbe stata la sua conseguenza logica. Rispose che se lui fosse stato un agente del Diavolo, che disfaceva quello che Satana faceva, Satana avrebbe indubbiamente agito contro se stesso (cosa che nessun re umano avrebbe fatto), e sarebbe presto caduto. Inoltre richiamò l’attenzione sui loro “figli”, o discepoli, i quali pure sostenevano di espellere demoni. Se il ragionamento dei farisei, che chi espelleva demoni lo faceva col potere di Satana, era giusto, i loro stessi discepoli agivano sotto tale potere, cosa che i farisei naturalmente non volevano ammettere. Perciò Gesù disse che i loro stessi “figli” erano i giudici che avrebbero condannato loro e il loro ragionamento. Quindi aggiunse: “Ma se io espello i demoni per mezzo dello spirito di Dio, il regno di Dio vi ha veramente raggiunti”. — Matt. 12:28.
Quanto Gesù Cristo disse circa l’espellere i demoni non va inteso nel senso che i “figli” dei farisei e tutti gli altri che asserivano di espellere demoni fossero necessariamente strumenti di Dio. Gesù menzionò alcuni che avrebbero chiesto: “Signore, Signore, non abbiamo profetizzato in nome tuo, e in nome tuo espulso demoni, e in nome tuo compiuto molte opere potenti?” Ma la sua risposta sarebbe stata: “Non vi ho mai conosciuti! Andatevene da me, operatori d’illegalità”. (Matt. 7:22, 23) Non essendo veri discepoli di Gesù Cristo, quegli operatori d’illegalità dovevano essere figli del Diavolo. (Confronta Giovanni 8:44; I Giovanni 3:10). Perciò qualsiasi loro pretesa capacità di espellere demoni non sarebbe stata quali strumenti di Dio, ma quali agenti del Diavolo. Usando alcuni come esorcisti, e questo persino in nome di Gesù (confronta il tentativo dei sette figli di Sceva in Atti 19:13-16), Satana non sarebbe stato diviso contro se stesso. Anzi, con questa apparente opera buona di liberare indemoniati, Satana si sarebbe trasformato in “angelo di luce”, accrescendo così il suo potere e la sua influenza su quelli che si lasciano ingannare. — II Cor. 11:14; vedi OLTRAGGIARE.
UN’OPERA DELLA CARNE
Anche se coloro che praticano lo spiritismo potrebbero ritenerlo una ‘pratica di natura spirituale’, la Parola di Dio non lo definisce un’opera dello spirito o parte del suo frutto, ma un’opera della carne. Notate le cose detestabili insieme alle quali viene classificato: “fornicazione, impurità, condotta dissoluta, idolatria, pratica di spiritismo [lett. “uso di droghe”], inimicizie, contesa, gelosia, accessi d’ira, contenzioni, divisioni, sette, invidie, ubriachezze, gozzoviglie e simili”. Lo spiritismo fa appello ai desideri della carne peccaminosa, non alle cose dello spirito, e l’apostolo avverte che “quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. — Gal. 5:19-21, Ini.
ATTINENTI ARTI MAGICHE
Attinenti allo spiritismo sono le arti magiche. A Efeso molti credettero alla predicazione di Paolo, e “un gran numero di quelli che avevano praticato le arti magiche portarono insieme i loro libri e li bruciarono dinanzi a tutti”. (Atti 19:19) Il termine greco che al plurale viene reso “arti magiche” è perìergos, “curiosità”, letteralmente “cose elaborate” e quindi superflue, vale a dire le arti di coloro che ficcano il naso in cose proibite, con l’aiuto di spiriti malvagi. — Int; Vine, Dictionary of New Testament Words, Vol. I, p. 261.
PROFEZIA CONTRO GERUSALEMME
Nel pronunciarsi contro Gerusalemme per la sua infedeltà, Geova disse: “E tu ti devi abbassare così che parlerai dalla medesima terra, e i tuoi detti suoneranno bassi come la polvere. E come un medium spiritico la tua voce deve venire fin dalla terra, e dalla polvere verrà il bisbiglio dei tuoi propri detti”. (Isa. 29:4) Questo additava il tempo in cui i nemici sarebbero saliti contro Gerusalemme e l’avrebbero fatta cadere molto in basso, l’avrebbero per così dire schiacciata a terra. Quindi le parole degli abitanti di Gerusalemme sarebbero venute dal basso della loro umiliazione, come se un medium parlasse in modo da far sembrare che dalla polvere della terra provenisse un suono basso, sordo, sommesso, debole e soffocato. Tuttavia, come mostra Isaia 29:5-8, Gerusalemme doveva essere liberata.
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Spirito
(ebr. rùahh; gr. pnèuma].
Il sostantivo italiano “spirito” deriva dal verbo latino spirare, che significa “respirare” (sostantivo, spiritus, “alito”, “respiro”). Similmente il sostantivo greco pnèuma deriva dal verbo pnèo, che significa “respirare o soffiare”, e si ritiene che anche l’ebraico rùahh derivi da una radice che ha lo stesso significato.
I sostantivi rùahh e pnèuma, quindi, significano fondamentalmente “alito” o “respiro”, ma hanno anche molti altri significati. (Confronta Abacuc 2:19; Rivelazione 13:15). Possono significare vento; la forza vitale delle creature viventi; il proprio spirito; persone spirituali, inclusi Dio e le creature angeliche; e la forza attiva o spirito santo di Dio. (Confronta Koehler e Baumgartner, Lexicon in Veteris Testamenti Libros, pp. 877-879; Brown, Driver e Briggs, Hebrew and English Lexicon of the Old Testament, pp. 924-926; il Grande lessico del Nuovo Testamento di Kittel, Vol. X, col]. 767-1103). Tutti questi significati hanno qualche cosa in comune: si riferiscono a qualcosa di invisibile agli occhi umani e che dà prova di forza in movimento. Tale forza invisibile è in grado di produrre effetti visibili.
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