Avvertimenti dell’insolita opera di Geova
OGGI la cristianità ha un esempio ammonitore di ciò che sta per accaderle in ciò che accadde a Giuda e a Gerusalemme. A loro volta Giuda e Gerusalemme ebbero nell’antichità l’esempio ammonitore dello sterminio che incombeva su di loro nello sterminio abbattutosi sul regno delle dieci tribù d’Israele, di cui la tribù principale era Efraim e la capitale Samaria. Il nome Efraim era infatti usato per designare l’intero regno delle dieci tribù d’Israele. Lo sterminio su Efraim e la sua capitale, Samaria, avvenne ai giorni del profeta Isaia, nel 740 a.C. Prima che avvenisse, ne venne dato un avvertimento per mezzo di Isaia, con le parole:
2 “Guai all’eminente corona degli ubriachi di Efraim, e al caduco fiore della splendida decorazione che è sul capo della fertile valle degli storditi dal vino! Ecco, Geova ha qualcuno forte e vigoroso. Come una potente tempesta di grandine, un uragano distruttore, come un fragoroso uragano di possenti, irrompenti acque, egli certamente s’abbatterà sulla terra con forza. Saranno calpestate sotto i piedi le eminenti corone degli ubriachi di Efraim. E il caduco fiore della splendida decorazione che è sul capo della fertile valle diventerà come il fico primaticcio prima dell’estate, che, appena uno lo vede, mentre l’ha ancora in mano, lo ingoia”. — Isa. 28:1-4.
3 All’estremità occidentale di una fertile valle si erge una collina alta quasi 100 metri, dagli scoscesi pendii, chiamata Samaria o “monte di vedetta”. Qui fu costruita la città di Samaria. La sua posizione era di grande bellezza ed attrattiva e, secondo le antiche tattiche di guerra, era una posizione militare strategica che poteva essere presa solo per fame. Quando la città di Samaria divenne la capitale del regno delle dieci tribù d’Israele, la nazione si era già allontanata da Geova ed era divenuta l’avversaria di Giuda e Gerusalemme. Si era perfino alleata alla non ebrea Siria contro il regno di Geova in Giuda. Fra Israele e Giuda vi furono continue guerre. La capitale Samaria, sede dell’adorazione di Baal, era piena di ubriachi, specialmente di ubriachi politici. Essi si ubriacavano non solo di vino letterale ma anche del vino della politica. Questo era il vino dell’indipendenza politica da Giuda ed anche il vino dell’alleanza politica con la Siria e gli altri nemici del regno di Geova in Giuda. Ai loro festini si cingevano gaiamente il capo di corone o ghirlande di fiori. Era una decorazione splendida, ma era fatta di fiori che appassivano e morivano. Quella degli ubriachi storditi dal vino era una corona che appassiva. Era una corona che appassiva anche quella che portava l’intera città di Samaria allorché era ubriaca dei piaceri del potere politico indipendente, sostenuto da alleanze politiche.
4 Guai alla corona che perisce! dichiarò Geova Dio mediante Isaia, poiché sarebbe stata calpestata al suolo. La gloria di essere un regno sarebbe stata offuscata. La compiacente ebrezza di essere un regno sarebbe stata troncata improvvisamente. L’esperienza di essere abbattuta e soggiogata da una grande potenza mondiale doveva indurre Samaria ed Efraim ad accorgersi delle dure realtà della situazione. Questo sarebbe stato un colpo per gli ubriachi di Samaria, perché il loro regno si era allontanato da Geova e si era volto all’adorazione dei vitelli d’oro e del falso dio Baal, ed aveva continuamente combattuto contro l’unto re di Geova che sedeva sul “trono di Geova” sul monte Sion. Per abbattere l’infedele regno di Samaria, Geova Dio aveva qualcuno “forte e vigoroso” che avrebbe eseguito la vendetta divina. Chi era? La potenza mondiale dell’Assiria, la cui capitale era Ninive. Come l’irrompente fiume Eufrate, i vittoriosi eserciti dell’Assiria avrebbero attraversato il paese devastandolo e distruggendone la capitale, Samaria. (Isa. 7:17-20; 8:7, 8) In fretta, come un fico primaticcio d’estate si mangia appena scorto, sarebbe stata divorata la splendida corona degli ubriachi di Samaria.
5 Ma anche Giuda e Gerusalemme avevano i loro ubriachi. Questi avrebbero dovuto osservare ciò che era accaduto agli ubriachi di Samaria e di Efraim, ebbri di potere, idolatri e senza Dio, e avrebbero dovuto prendere a cuore l’esempio ammonitore per ravvedersi. Per avvertire Giuda e Gerusalemme di ciò che era in serbo per loro se non fossero tornate in sé, Geova ispirò Isaia ad indicare ciò che doveva accadere al vicino regno di Efraim e Samaria. Allo stesso tempo, Geova ha dato così alla cristianità di oggi un avvertimento di ciò che è in serbo per lei ad Armaghedon.
6 Riferendosi quindi agli ubriachi di Giuda e di Gerusalemme, l’ispirato Isaia disse: “E anche questi si sono sviati a causa del vino ed hanno barcollato per il liquore inebriante. Sacerdote e profeta si sono sviati per il liquore inebriante, sono divenuti confusi a causa del vino, hanno barcollato a causa del liquore inebriante, si sono sviati nelle loro visioni, hanno tentennato nelle loro decisioni. Poiché tutte le tavole sono piene di ripugnante vomito, nessun posto ne è senza”. — Isa. 28:7, 8.
7 Il re e il popolo cercavano nei sacerdoti e nei profeti di Gerusalemme una guida spirituale e s’aspettavano che compissero i servizi religiosi. Questi uomini avrebbero dovuto avere controllo di sé ed evitare di ubriacarsi. Ai sacerdoti leviti erano vietate, per comando di Dio, le bevande alcooliche prima di accingersi ai propri servizi religiosi. Dovevano esser sobri e badare di non diventare presuntuosi nel compiere il proprio dovere verso Dio, violando le leggi di Dio e le limitazioni imposte loro, ed essere uccisi per questo. (Lev. 10:1-11) Dovevano avere la mente lucida per poter ricordare prontamente la Parola di Dio ed insegnarla al Suo popolo. Dovevano essere per il suo popolo santo dei sicuri esempi da seguire. Lo stesso dicasi dei profeti di Gerusalemme: era disonorante e vergognoso verso Dio e un esempio degradante per il popolo che questi profeti fossero ebbri. Le esigenze del loro alto incarico come portavoce di Geova esigevano da parte loro visione chiara e acute facoltà di discernimento per riconoscere la volontà di Geova. Dovevano avere una mente equilibrata per esprimere le decisioni di Geova. Non potevano aver la lingua paralizzata e ingrossata dai troppi liquori e contemporaneamente essere in grado di spiegare in modo comprensibile il messaggio di Dio.
8 Triste a dirsi, essi imitarono gli ubriachi di Efraim e di Samaria. Invece della Parola di Dio, dalle loro bocche usciva vomito disgustante, che insozzava ogni cosa; ubriachi, vi cadevano dentro spargendolo intorno. Così facendo tornavano forse al loro vomito? No, tornavano al loro vino per ubriacarsi di nuovo. Perciò i loro giudizi erano pervertiti; vedevano cose false per la santa nazione di Dio. Vacillavano incerti per la via che avevano presa; non potevano condurre nessuno in salvo o ad una destinazione sicura. Si poteva aspettarsi solo che avrebbero commesso gli stessi errori che avevano fatti gli ubriachi di Efraim e di Samaria. Per loro e per la nazione che li seguiva era riservata una fine uguale a quella di Efraim e di Samaria. Guai a quei sacerdoti e profeti ubriachi di Gerusalemme! Non guidavano rettamente il popolo di Geova per la preservazione del regno tipico che Egli aveva stabilito in mezzo a loro. Non erano in condizione idonea per essere consiglieri spirituali del re che sedeva sul “trono di Geova”.
9 Come hanno raffigurato bene coloro che attualmente nella cristianità sono spiritualmente ubriachi! Oltre al vino effettivo e ai liquori inebrianti, vi sono altre cose che intorpidiscono i sacerdoti e i predicatori della cristianità tanto da indurli a sonnecchiare, farli vacillare e confondere le cose dinanzi alla loro visione religiosa, tanto da far loro vomitare cose spiritualmente immonde e renderli sordi e insensibili di fronte ai pericoli che minacciano il mondo religioso e di fronte ai veri interessi del messianico regno di Dio.
10 Riferendosi alle cose che provocano ubriachezza spirituale Geova dichiarò mediante il profeta Isaia: “Indugiate, o uomini, e siate stupiti; accecatevi e divenite ciechi. Costoro sono ubriachi, ma non di vino; hanno barcollato, ma non per il liquore inebriante. Poiché su di voi Geova ha sparso uno spirito di torpore; e chiude i vostri occhi, i profeti, e ha coperto i vostri capi, i veggenti. E per voi qualsiasi visione diviene come le parole del libro che è stato sigillato, che essi diano a qualcuno che conosca la scrittura, dicendo: ‘Leggi questo ad alta voce, per piacere’, ed egli debba rispondere: ‘Non posso, perché è sigillato’; e il libro sarà dato a qualcuno che non conosce la scrittura, dicendo: ‘Leggi questo ad alta voce, per piacere’, ed egli debba rispondere: ‘Non conosco affatto la scrittura’”. Per questa ragione si sono avvicinati a Dio con la bocca, ma non col cuore; hanno seguito comandi di uomini, non di Dio. Infatti egli dice: “Perciò ecco, io sono Colui che compie meraviglie con questo popolo, in modo meraviglioso e con qualche cosa di meraviglioso; e la saggezza dei suoi saggi perirà, e l’intelletto stesso degli uomini prudenti scomparirà”. (Isa. 29:9-14) Per Geova Dio quest’ubriachezza è più detestabile dell’ubriachezza materiale.
11 Nell’antico Israele le viti erano coltivate per la produzione del vino. Nelle Scritture il vino era usato per raffigurare il potere del regno di Dio di produrre gioia ed incitamento. Poiché l’antico Israele non rimase fedele come tipico regno di Dio, Geova lo rigettò come tipica vigna del regno coltivata da lui. Tuttavia, nella congregazione cristiana che è leale agli interessi del regno, Geova Dio ha una vigna spirituale che coltiva e salvaguarda, e di cui si rallegra. Gesù Cristo è la Vite; gli unti seguaci che dimorano in lui sono i tralci, e questa vigna produce molto frutto alla gloria di Geova. (Isa. 5:1-7; 27:2-6; Giov. 15:1-8) Ma la cristianità è diventata una vite sconosciuta, estranea a Geova. Il vino dei suoi sacerdoti e profeti predicatori non è lo spirito del regno di Dio, spirito che produce devota, pura gioia ed entusiasmo. Non è il vino che Geova, mediante Isaia, ci invita a venire a comprare insieme al latte, “anche senza denaro e senza pagare”. — Isa. 55:1.
12 Il vino dei sacerdoti e profeti predicatori della cristianità è lo spirito dei regni di questo mondo, che li induce a trovar gioia ed incitamento nella politica e nelle contese dei regni terreni sotto Satana il “governatore di questo mondo”. (Giov. 12:31; Matt. 4:8, 9) Li incita al compromesso con questo mondo, ad allearsi ad esso, a pregare per esso e a dargli appoggio morale. I sacerdoti e i profeti predicatori traggono gran piacere da ciò e dagli onori, dal plauso, dall’amicizia, dai favori e dalla protezione che ricevono dai regni di questo mondo. Si abbandonano a questo genere di bevanda e sono ebbri dello spirito di questo mondo. Ne sono pieni e vomitano espressioni ripugnanti.
13 Questo vomito non indica che rigettino ciò di cui si sono saziati, ma dimostra che si sono abbandonati ad un eccesso, fino ad ubriacarsi. Perciò essi ritornano al vino di questo mondo, cercandolo di nuovo, senza mai diventar spiritualmente sobri. Per questo non vedono chiaro riguardo al regno di Dio che Gesù predicò. Vedono tutto confuso, torbido, e quindi non possono essere guide sicure verso il regno di Dio o il suo nuovo mondo. Sono un esempio ammonitore per coloro che sono sorveglianti spirituali fra i testimoni di Geova d’oggi. I sorveglianti non dovrebbero mai ubriacarsi di vino e liquore letterale. Non devono diventare spiritualmente alcoolizzati e dediti al vino spirituale, religioso dei regni del mondo di Satana. Non è questa specie di vino che rallegra il cuore di Dio e il cuore degli uomini di buona volontà. — Giud. 9:12, 13; Efes. 5:18.
BEFFA IRONICA
14 Ai giorni d’Isaia, i sacerdoti e i profeti ubriachi obiettarono alle sue critiche, ai suoi ammonimenti e consigli. Con scherno levarono le loro voci, dicendo: “Chi vuol costui [come Isaia] istruire nella conoscenza, e a chi vuol costui far comprendere ciò che si è udito? A quelli che son stati svezzati dal latte, che sono stati allontanati dal seno? Poiché è ‘comando su comando, comando su comando, misura su misura, misura su misura, un poco qua, un poco là’”. O secondo la nota in calce della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, canticchiavano questo breve ritornello ebraico: “Poiché è tsaw latsàw tsaw latsàw, qaw laqàw qaw laqàw, zeeir sham zeeir sham!” — Isa. 28:9, 10.
15 In altre parole: ‘A chi crede di parlare questo Isaia? Chi pensa di cercar d’istruire nella conoscenza o di far capire ciò che pensa d’aver udito? Pensa forse di parlare a neonati ancora in fasce, bimbi appena divezzati dal latte e staccati dal seno materno che cominciano a mangiare pappette? Isaia continua a ripetere, continua a martellare le stesse cose nei nostri orecchi: “Questo è ciò che Geova ha comandato, e quello è ciò che Geova ha comandato! Questa è la misura di Geova per misurare condotta e insegnamenti, e quella è la misura di Geova! Qui nella Parola di Geova lo trovate, e là nella Parola di Geova lo trovate; qui vi è qualche consiglio, e là vi è qualche consiglio!” Per noi è un linguaggio incomprensibile, come il balbettio dei bimbi; non è un linguaggio per uomini adulti. Noi siamo istruiti e al corrente delle cose di questo mondo. Siamo abbastanza intelligenti da prendere decisioni, tirarci fuori dai guai e salvarci dal disastro. Isaia ci considera come bambini, che risate!’
16 Ai tempi di Gesù Cristo e dei suoi apostoli i capi religiosi ebraici erano così. Oggi i religiosi della cristianità hanno lo stesso atteggiamento verso i testimoni di Geova. Considerano i moderni testimoni di Geova come il Sinedrio ebraico considerò gli apostoli Pietro e Giovanni, che erano appena stati interrogati, “uomini illetterati e comuni”. (Atti 4:13) Gli ecclesiastici si considerano letterati, uomini fuori dell’ordinario e quindi obbligati a vestirsi in modo diverso e ad essere chiamati con titoli, uomini specialmente addestrati per la carriera religiosa e che devono essere riconosciuti come autorità indiscusse. Hanno l’impressione che i testimoni di Geova, che non sono stati eruditi nella teologia della cristianità, ma sono così sicuri di quello che dicono, trattino gli ecclesiastici della cristianità come bambini immaturi, senza istruzione né esperienza, senza giudizio e incapaci di cavarsela da soli. I testimoni di Geova non parlano loro nella loro lingua, la lingua dei loro credi settari, la lingua dei critici e dei filosofi. La nostra predicazione biblica è per gli ecclesiastici una lingua straniera, un gergo nostro, simile alla rozza lingua dei barbari.
17 Indipendentemente da ciò che pensano questi colti, eruditi ecclesiastici della cristianità, la questione importante è: I testimoni di Geova sono veramente, come dice Isaia 54:13, “ammaestrati da Geova”? La scuola dei testimoni di Geova è veramente superiore? È specializzata nell’insegnare ciò che dice la Parola di Dio, e non ciò che insegnano uomini che hanno un alto concetto di sé? Insegna la loro scuola “un poco qua, un poco là” nella Parola di Dio per qualsiasi discussione in materia di religione?
18 Proverbi 26:5 dice: “Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza, affinché non diventi saggio ai propri occhi”. Geova aveva la risposta pronta per gli schernitori ubriachi secondo i quali Isaia parlava come un barbaro balbettante o come uno che parlasse una lingua diversa dalla loro. “Poiché”, aveva detto Isaia riguardo a Geova, “mediante coloro che balbettano con le loro labbra e mediante una lingua diversa egli parlerà a questo popolo, a cui aveva detto: ‘Questo è il luogo di riposo. Date riposo allo stanco. E questo è il luogo di ristoro’, ma che non aveva voluto ascoltare. Per loro la parola di Geova certamente diverrà ‘comando su comando, comando su comando, misura su misura, misura su misura, un poco qua, un poco là’, affinché se ne vadano e certamente cadano all’indietro e siano effettivamente colpiti, colti nel laccio e presi”. — Isa. 28:11-13.
19 Nel secolo successivo a quello di Isaia, Geova cominciò veramente a parlare per mezzo di coloro che balbettavano in una lingua diversa, rivolgendosi ai sacerdoti e ai profeti ubriachi di Gerusalemme. Geova parlò loro mediante veri barbari, che parlavano ciò che sembrava un brontolio di suoni indistinti, una lingua barbara, cioè mediante i Babilonesi al comando del re Nabucodonosor. Alcuni anni prima che il re di Babilonia distruggesse Gerusalemme e il suo glorioso tempio, Geremia aveva profetato, dicendo: “Ecco, io faccio venire da lungi una nazione contro di voi, o casa d’Israele, dice l’Eterno; . . . una nazione della quale tu non conosci la lingua e non intendi le parole. Il suo turcasso è un sepolcro aperto; tutti quanti son dei prodi. . . . Abbatterà con la spada le tue città forti nelle quali confidi”. (Ger. 5:15-17, VR; confrontate Ezechiele 3:5, 6) I Giudei non ascoltarono il consiglio ammonitore che Dio diede loro mediante Isaia. Isaia aveva parlato la loro lingua senza balbettare, ma essendo spiritualmente ubriachi essi rifiutarono d’intendere le sue parole, come se fossero state in una lingua straniera. Perciò Geova Dio impartì loro un duro castigo per mano dei Babilonesi, che parlavano una lingua diversa con un tono che sembrava un balbettio. Per quasi settant’anni, dal 607 a.C. quando furono portati prigionieri a Babilonia, fino alla distruzione di Babilonia nel 539 a.C., gli Ebrei esiliati dovettero dar ascolto agli ordini e alle regole dei Babilonesi, ed ubbidir loro come schiavi. Un rimanente di fedeli Ebrei superò questa prova con profitto.
20 Nabucodonosor e i Babilonesi sono da molto tempo una nazione morta. Tuttavia, oggi Geova ha suscitato, quale suo grande Servo ed Esecutore dei giudizi divini, il suo unto Figlio, il re Gesù Cristo. Questo Unto, o Cristo, è il Capo della congregazione dei mansueti seguaci unti. Nel primo secolo dell’èra cristiana gli Ebrei della Giudea e di Gerusalemme trattarono Gesù Cristo come gli ubriachi dell’antichità avevano trattato Isaia. Non presero a cuore l’avvertimento profetico di Gesù riguardante la prossima distruzione di Gerusalemme ad opera delle legioni romane nel 70 (d.C.). Solo un umile rimanente, un “piccolo gregge”, si volse a Gesù Cristo, il più grande Isaia, e fu consigliato sul modo di sfuggire alla prossima distruzione di Gerusalemme e della Giudea. La maggior parte degli Ebrei seguì i sacerdoti e i profeti spiritualmente ubriachi, che avevano rigettato il Messia del regno di Dio e avevano gridato: “Non abbiamo alcun re eccetto Cesare”. — Giov. 19:15.
21 Per questi Ebrei, il Messia Gesù Cristo e i suoi fedeli discepoli parlavano una lingua straniera, incomprensibile. Gli Ebrei chiusero gli orecchi all’avvertimento. Negli anni che seguirono la morte di Gesù nel 33 (d.C.), i discepoli continuarono a predicare il giorno della vendetta di Dio che stava per abbattersi sugli Ebrei. Per dare maggior peso al messaggio, Dio diede ai primi discepoli anche il dono miracoloso di parlare in lingue straniere. Lo scopo di questo è spiegato dall’apostolo Paolo:
22 “Fratelli [in Cristo], non divenite piccoli fanciulli nelle facoltà d’intendimento, ma siate bambini circa il male; comunque divenite maturi nelle facoltà d’intendimento. Nella Legge [in Isaia 28:11] è scritto:’ “Con la lingua di stranieri e con le labbra di estranei parlerò a questo popolo [Israele], eppure neanche allora mi daranno ascolto”, dice Geova’. Conseguentemente, le lingue sono un segno, non per i credenti [cristiani], ma per gli increduli”. (1 Cor. 14:20-22) Cioè, le lingue erano un segno per gli increduli che erano come gli Ebrei portati a Babilonia nel 607 a.C., che dovettero sentir parlare babilonese in Babilonia per credere che Isaia aveva detto la verità ed era un vero profeta di Geova.
23 Così l’apostolo Paolo dimostrò che la profezia d’Isaia s’applicava anche a questa èra cristiana. La profezia d’Isaia non fu definitivamente adempiuta dopo che il rimanente ebraico era tornato dal lungo esilio babilonese e dopo la prima desolazione di Gerusalemme. Similmente la profezia d’Isaia non fu messa da parte dopo la distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani nel 70, allorché gli Ebrei superstiti furono portati prigionieri in tutte le nazioni gentili per sentir parlare, non cristiani di lingua ebraica, ma Gentili le cui labbra sembravano balbettare una lingua straniera, non ebraica. Infatti la profezia di Isaia ha il suo completo e conclusivo adempimento ai nostri giorni, dal 1914. È vero che Geova non parla ora per bocca dei suoi testimoni cristiani mediante il dono di parlare in lingue straniere, come aveva fatto diciannove secoli fa, nel giorno di Pentecoste. Tale dono miracoloso delle lingue non è necessario oggi per persuadere gli increduli del giudaismo e della cristianità. Il nostro annuncio delle profezie di Isaia non ha bisogno di essere in una lingua straniera per esser “diverso”.
24 Come Gerusalemme ai giorni degli apostoli, così è la cristianità in questo “tempo della fine” di questo mondo. Sarà giustiziata dal grande Servo di Geova ad Armaghedon. Dall’inizio del “tempo della fine” nel 1914 la sua attenzione è stata richiamata al luogo di riposo provveduto dal Signore Dio, il luogo in cui riporre la nostra speranza e cercare ristoro dalla stanchezza del mondo di Satana. Questo luogo di riposo e di ristoro ci libera dai timori di questo mondo e ci dà una dimora sicura e un rifugio. Questo luogo di riposo è il regno di Dio nelle mani del suo Unto Figlio, Gesù Cristo, che ora regna dalla regale sommità della celeste Sion.
25 La cristianità è stata ripetutamente invitata e incoraggiata a guidare il popolo verso lo stabilito regno di Dio per ‘dar riposo allo stanco’. Ma poiché Geova ha portato alla sua attenzione la cosa mediante il rimanente dei suoi unti testimoni, la cristianità è divenuta ostinata e orgogliosa. Inoltre poiché è ossessionata dalla propria teologia e dai propri piani ed è ubriaca del vino della sua relazione politico-religiosa col mondo, ha dimostrato di ‘non voler ascoltare’. Non ha cercato il luogo di riposo del Regno, e non ha intrapreso la predicazione della buona notizia del regno di Dio per dare una testimonianza a tutte le nazioni. Respingendo il Re e il regno di Dio ha combattuto i testimoni di Geova, cercando di annientarli e di troncare la loro predicazione del Regno. Per la cristianità i testimoni di Geova balbettano in una lingua straniera un messaggio molto strano, che essa deride con scherno.
26 La cristianità sappia per certo una cosa: Geova Dio non avrà per sempre pazienza con lei; non le parlerà sempre mediante i suoi testimoni pacifici e inoffensivi, che essa perseguita. Non appena deciderà che la loro predicazione concernente il suo regno e il giorno della sua vendetta è continuata abbastanza a lungo, egli agirà mediante le forze che eseguiranno la sua vendetta sul campo di battaglia di Armaghedon.
27 Allora in mezzo al fragore della battaglia del “gran giorno di Dio l’Onnipotente” la cristianità si accorgerà che egli porterà ad effetto comando su comando, misura su misura, un poco qua e un poco là. Allora la cristianità s’accorgerà nel modo più severo che i testimoni di Geova avevano annunciato il Suo messaggio e che questo non era da schernire insensatamente con un tsaw latsàw tsaw latsàw, qaw laqàw qaw laqàw, zeeir sham zeeir sham! Noi, testimoni di Geova, abbiamo avvertito la cristianità invitandola a pentirsi; ma essa ha proseguito con la sua ubriachezza e continuerà finché Dio eseguirà la sua condanna alla distruzione. Allora i suoi capi religiosi e le loro greggi settarie ‘andranno e certamente cadranno all’indietro e saranno effettivamente colpiti, colti nel laccio e presi’. Questo è l’annientamento!
28 I testimoni di Geova rifiutano di farsi zittire dalle beffe e dagli scherni. Ripetono il severo messaggio del profeta Isaia: “Ascoltate dunque la parola di Geova, voi millantatori, voi che governate questo popolo in Gerusalemme [che prefigura la cristianità di oggi]: Poiché avete detto: ‘Abbiamo concluso un patto con la Morte, e dello Sceol abbiamo conseguito una visione; l’uragano prorompente, se mai passerà, non giungerà fino a noi, perché nella menzogna abbiamo trovato rifugio e ci siamo nascosti nella falsità’; perciò questo è ciò che ha detto il Signore Geova: ‘Ecco io pongo per fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, la preziosa pietra angolare di un fondamento sicuro. Nessuno che eserciti fede sarà preso dal panico. E io farò della giustizia la misura e della rettitudine lo strumento per livellare; e la grandine spazzerà via il rifugio della menzogna, e le acque stesse inonderanno proprio il nascondiglio. E il vostro patto con la Morte sarà certamente dissolto, e la visione che avete dello Sceol [la tomba comune] non sussisterà. E quando passerà l’uragano prorompente, anche voi sarete calpestati. Ogni volta che passerà, vi porterà via, perché passerà mattina dopo mattina, di giorno e di notte’”. — Isa. 28:14-19a.
RIFUGIO NELLA MENZOGNA
29 I dirigenti della cristianità, millantatori, beffardi e spiritualmente ubriachi, si sentono perfettamente sicuri. Pensano di aver preso tutte le disposizioni per mettersi al sicuro dalla vendetta divina, per evitare ciò che accadde nell’antichità a Samaria e a Gerusalemme. Dicono di essere al sicuro dal pericolo di essere uccisi e sepolti. In che modo? Rifugiandosi in quella che i testimoni di Geova chiamano menzogna, e nascondendosi dietro quella che noi testimoni chiamiamo falsità. Ai giorni d’Isaia gli ubriachi, millantatori capi di Samaria e di Gerusalemme si rifugiarono forse nelle menzogne di una dottrina della trinità, dell’inferno di fuoco per il tormento eterno, della distruzione della terra e dell’universo, e di altre dottrine simili? Di fronte al fatto di essere attaccati, assediati e distrutti dalla potenza mondiale dell’Assiria e di Babilonia, si nascosero forse in simili false dottrine? No; Samaria cercò aiuto in una protettiva alleanza con la Siria. E Gerusalemme, a sua volta, si rivolse prima all’Assiria, e quando questo fallì, Gerusalemme cercò rifugio in Egitto e protezione dietro i cavalli, i carri e gli eserciti egiziani. Quando i Babilonesi assedianti si ritirarono per l’avanzata dell’esercito di Faraone, i capi, i sacerdoti e i profeti filoegiziani di Gerusalemme si sentirono certi di avere un rifugio sicuro e un nascondiglio che il nemico non avrebbe mai potuto raggiungere.
30 Lo stesso avviene in questo tempo della fine, in cui i testimoni di Geova stanno avvertendo specialmente la cristianità dell’avvicinarsi delle forze di Dio ad Armaghedon. Ora i suoi capi, sostenuti da sacerdoti e profeti, cercano rifugio, non nel luogo di riposo e di ristoro provveduto da Geova, ma nelle alleanze mondane. Dapprima la cristianità propose e si rifugiò nella Lega delle Nazioni, dal 1919 fino al 1939. Poi, dal 1945 ad ora, si è nascosta dietro l’organizzazione per la pace e la sicurezza mondiale, le Nazioni Unite. Incurante dei testimoni di Geova, in effetti la cristianità dice:
31 ‘Voi testimoni, non ci fate paura col vostro messaggio del giorno della vendetta del vostro Dio Geova. La Morte e lo Sceol che voi ci predite non ci toccheranno né ci faranno del male. Noi siamo in buone relazioni con la Morte tanto che non ci toccherà mediante le rivendicatrici forze del vostro Geova Dio. Noi sopravvivremo e voi no. Noi sappiamo che cos’è lo Sceol, che voi testimoni dite essere la tomba comune. Ne abbiamo una visione, siamo concordi sull’esito della questione. Lo Sceol non aprirà la bocca né s’allargherà per riceverci, e voi testimoni non seppellirete mai le nostre ossa dopo quello che voi chiamate Armaghedon. Ah, ah! Un tempo ci rifugiammo nella Lega delle Nazioni e nella Corte di Giustizia Internazionale. Dopo la seconda guerra mondiale ci siamo nascosti dietro le Nazioni Unite, le loro forze di sicurezza, i loro Comitati per il Disarmo, la loro Corte Internazionale di Giustizia, e dietro tutte le alleanze e i patti difensivi che abbiamo conclusi nell’ambito delle Nazioni Unite. Perciò quelle forze di distruzione, delle quali voi testimoni di Geova fate un annuncio così sensazionale, non ci raggiungeranno mai trascinandoci alla Morte e nello Sceol. Quelle saranno respinte, e il nostro rifugio e nascondiglio simile all’Egitto resisterà. Questa è la nostra ultima ed unica speranza, ma non ci deluderà. Ci sarà fedele, e voi testimoni dimostrerete di essere stati uccelli del malaugurio, falsi profeti come noi abbiamo sempre detto’.
32 Ma, attenendoci alla sicura Parola di Dio, noi testimoni di Geova diciamo che i capi politici e religiosi della cristianità si sono rifugiati in un accordo falso ed ingannatore. Si sono nascosti dietro ciò che si dimostrerà falso: falsi dèi, alleati infidi, tutte cose incapaci di resistere alle forze che agiranno al tempo del giudizio divino. Citiamo il Salmo 62:8, 9 (VR): “Dio è il nostro rifugio. . . . Gli uomini del volgo non sono che vanità, e i nobili non sono che menzogna; messi sulla bilancia vanno su, tutti assieme son più leggeri della vanità”.
33 Noi testimoni citiamo anche il Salmo 33:17-19 (VR): “Il cavallo [d’Egitto da combattimento] è cosa fallace per salvare; esso non può liberare alcuno col suo grande vigore. Ecco, l’occhio dell’Eterno [Geova] è su quelli che lo temono, su quelli che sperano nella sua benignità, per liberare l’anima loro dalla morte e per conservarli in vita in tempo di fame”. Oggi la cristianità ha una simbolica “immagine della bestia selvaggia”. Ogni membro dell’organizzazione delle Nazioni Unite ha partecipato nello stabilirla e mantenerla per adorarla come un idolo che le nazioni del mondo devono adorare. Citiamo al riguardo Geremia (10:14, 15, VR): “Le sue immagini fuse sono una menzogna, e non v’è soffio vitale in loro. Sono vanità, lavoro d’inganno. Nel giorno del castigo, periranno”. Perciò noi testimoni diciamo: I cavalli da guerra dell’antitipico Egitto non gioveranno alla cristianità. Le immagini fatte dall’uomo, dietro ispirazione demonica, che simbolizzano pace e sicurezza e sono ora adorate dalle nazioni, dimostreranno di non essere dèi. L’alleanza delle religioni della cristianità con questo mondo politico è un inganno impuro ed empio. Come rifugio e protezione la Lega delle Nazioni si è dimostrata una menzogna, anche senza giungere alla battaglia di Armaghedon. Tanto più ora che s’appressa la vera “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”, le Nazioni Unite sono una menzogna e una falsità! Geova lo dice mediante la sua Parola.
34 L’unica speranza per l’umanità, l’unico nostro rifugio e protezione è in Sion, il celeste regno di Dio. Qui Geova ha posto come base di un governo stabile, duraturo, suo Figlio, la sua preziosa Pietra di un fondamento sicuro, il re Gesù Cristo. (Isa. 28:16; 1 Piet. 2:4-6; Rom. 9:32, 33; 10:6-11) Gesù è colui che Geova ha unto, messo alla prova e provato e che si è dimostrato fedele alla divina sovranità. Nonostante che Gesù fosse respinto come re dei Giudei nell’anno 33, Geova lo risuscitò dai morti e lo pose nella celeste Sion; e qui l’apostolo Giovanni, nella sua Rivelazione [o Apocalisse], vide Gesù con la sua congregazione di 144.000 fedeli seguaci unti. — Apoc. 14:1-5.
35 In modo simile la cristianità respinse Gesù Cristo al culmine della prima guerra mondiale nel 1918. Eppure Geova Dio aveva posto questa preziosa Pietra nella Sion celeste in modo incontestabile. Come? Nel 1918 l’unto, intronizzato Re di Geova, Gesù Cristo, si era dimostrato prezioso agli occhi di Dio. Dimostrò di aver superato con successo la prova quando, nel 1914, scoppiò la guerra in cielo che liberò il cielo di Dio dalla presenza del Diavolo, gettando lui e i suoi angeli demonici in prossimità di questa terra, dove gli è riservato un breve periodo di tempo prima di essere inabissato ad Armaghedon.
36 La cristianità ha respinto il regnante Re di Geova. Ha fatto la sua scelta, sia prima della seconda guerra mondiale che dopo, a favore delle alleanze mondane, non a favore della regale Pietra di Geova che non sarà mai rimossa dalla celeste Sion. Nonostante il fallimento della Lega delle Nazioni, le chiese cattoliche e protestanti della cristianità non scorgono la regale Pietra sul monte Sion, che i testimoni di Geova hanno annunciata così forte specialmente dal 1926.a Quei sistemi religiosi che si professano cristiani hanno scelto e riposto la loro fiducia nelle Nazioni Unite. Di fronte alla minaccia del comunismo e della distruzione della moderna civiltà materialistica del ventesimo secolo, la cristianità è stata presa dal panico e si è rifugiata e nascosta nelle Nazioni Unite. La sua ultima speranza è in quest’organizzazione composta di molte nazioni dalle diverse tendenze politiche e dalle diverse credenze religiose, cristiane, ebree, maomettane, pagane e comuniste.
37 Tuttavia, anche in mezzo all’odio e alla persecuzione internazionale, i testimoni di Geova non sono stati presi dal panico né indotti ad unirsi alle Nazioni Unite. Nel 1918-19 riposero fede nella provata e preziosa Pietra di Geova posta in Sion. Rifiutarono di adorare la Lega delle Nazioni e ne dichiararono la condanna. Ora rifiutano di adorare e porre fiducia nelle Nazioni Unite, e similmente ne dichiarano la prossima condanna. Cerchiamo rifugio e protezione nella regale Pietra in Sion, e non siamo afflitti da timore, pena e angoscia come il mondo. Siamo ancora qui, con incrollabile fiducia nella preziosa Pietra di Geova, e predichiamo ed invitiamo le persone mansuete in tutta la terra a cercar rifugio e trovar protezione da Armaghedon nella Pietra di Geova. La nostra speranza è il regno di Geova retto da Cristo. Come rifugio, il regno non è una menzogna: è la verità. Come protezione, quel regno non è una falsità: è realtà degna di fiducia. Quel regno durerà finché durerà la verità, per sempre!
[Nota in calce]
a Vedi La Torre di Guardia (inglese) del 15 ottobre 1926, pag. 310, paragrafi 26-30.
[Domande per lo studio]
1, 2. (a) In che modo la cristianità, Giuda e Gerusalemme ebbero esempi ammonitori dell’incombente sterminio? (b) Come ne diede avvertimento Isaia?
3. (a) Allorché Samaria divenne la capitale della nazione, qual era la condizione religiosa d’Israele? (b) Di che cosa erano ubriachi i suoi ubriachi, e quale decorazione portavano?
4. Quali guai si sarebbero abbattuti sulla corona corruttibile degli ubriachi, e chi era quel “forte e vigoroso” che Geova usò per eseguire la vendetta divina?
5. Che cosa avrebbero dovuto osservare e fare gli ubriachi di Giuda e di Gerusalemme e, per mezzo loro, quale avvertimento diede Geova alla cristianità attuale?
6. Chi identifica Isaia quali ubriachi di Gerusalemme e di Giuda, e come son divenute le loro tavole?
7. (a) In quanto ai sacerdoti leviti di Gerusalemme, che cosa esigeva la loro posizione? (b) In quanto ai profeti di Gerusalemme, che cosa richiedeva la loro carica?
8. Chi imitarono questi uomini che avevano un sacro incarico, e con quale risultato?
9. Chi raffigurano oggi, e qual è l’inebriante effetto di altre cose oltre a quello prodotto da vino e liquore letterale?
10. Riferendosi alle cose che provocano ubriachezza spirituale, che cosa disse Geova mediante Isaia?
11. (a) Che cosa simbolizza il vino nelle Scritture? (b) Quale spirituale vigna del regno è stata abbandonata da Geova, ma quale vigna spirituale egli coltiva e preserva?
12, 13. (a) Che cos’è il figurativo vino del clero della cristianità, e quale effetto ha? (b) Dopo aver vomitato, a che cosa ritornano, e in che modo sono un esempio ammonitore per i testimoni di Geova?
14. Quale ritornello canticchiavano gli ubriachi per mettere in ridicolo le parole di Isaia?
15. Qual è il tono delle obiezioni mosse da quegli ubriachi ad Isaia, nella loro indignazione?
16. Come, in modo analogo, il clero della cristianità considera i moderni testimoni di Geova?
17. Nonostante ciò che pensano gli ecclesiastici, che cosa determina se i testimoni di Geova hanno un’istruzione religiosa superiore?
18. Secondo Isaia 28:11-13, che risposta aveva Geova per gli schernitori ubriachi?
19. In che modo Geova cominciò a parlar loro mediante balbuzienti, secondo la profezia di Geremia, e chi uscì con profitto da tale esperienza?
20. Chi è stato suscitato da Geova, come Nabucodonosor, come esecutore dei giudizi divini, e come considerarono gli Ebrei l’avvertimento di Gesù?
21, 22. (a) Come considerarono gli Ebrei l’avvertimento dei seguaci di Gesù, e in che modo Dio confermò il loro messaggio? (b) Per chi questa miracolosa conferma divina era un segno?
23. Secondo l’applicazione che ne fa Paolo, quando la profezia di Isaia ha l’adempimento completo, conclusivo, ed è forse necessario il miracoloso dono delle lingue per rendere “diverso” il messaggio?
24. Come Gerusalemme, che cosa sovrasta la cristianità, e quale luogo di riposo ha essa ignorato benché sia stato portato alla sua attenzione?
25. Perché la cristianità ha dimostrato di ‘non voler ascoltare’, e secondo lei che cosa sembra il messaggio predicato?
26. Che cosa dovrebbe certamente sapere la cristianità in quanto a ciò che Geova le fa dire dai Suoi testimoni?
27. Che cosa sentirà la cristianità, e che cosa fanno i suoi capi religiosi, per essere annientati?
28. Quale severo messaggio del profeta Isaia continuano a ripetere intrepidamente i testimoni di Geova?
29. Perché i capi spiritualmente ubriachi della cristianità si sentono così sicuri, e come furono prefigurati dai vanagloriosi capi di Samaria e di Gerusalemme?
30. Similmente, in questo tempo della fine, dove ha cercato rifugio e si è nascosta la cristianità?
31. Che cosa dice in effetti la cristianità, sicura di sé e in contrasto con i testimoni di Geova?
32, 33. (a) In che cosa noi testimoni di Geova diciamo che i capi della cristianità hanno trovato rifugio, com’è dimostrato dai Salmi 62:8, 9 e 33:17-19? (b) Come rifugio e protezione, che cosa ha dimostrato di essere la Lega della Nazioni, e che cosa dimostreranno di essere le Nazioni Unite?
34. Dove ha posto Geova la base di un governo stabile e duraturo, e quando è stata posta tale base?
35. Quando Geova pose la sua preziosa Pietra in Sion in modo incontestabile, e perché allora?
36. A favore di che cosa la cristianità ha fatto la sua scelta, e perché, essendo presa dal panico, vi si è rifugiata?
37. Perché i testimoni di Geova non sono stati indotti dal panico a rivolgersi alle Nazioni Unite, e dove invitiamo tutte le persone mansuete a trovar rifugio e protezione, e perché?