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AdorazioneAusiliario per capire la Bibbia
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adorazione o devozione sono indicati dal sostantivo sèbasma. (Atti 17:23; II Tess. 2:4) Altri due termini derivano dalla stessa radice verbale, con theòs (dio) come prefisso: theosebès, che significa ‘rispettoso verso Dio’, ‘devoto’ (Giov. 9:31), e theosèbeia, che indica ‘rispetto verso Dio’. (I Tim. 2:10) Questi due termini corrispondono in certo senso al tedesco Gottesdienst (composto di “Dio” e “servizio”) che significa “adorazione pubblica”.
ADORAZIONE GRADITA A DIO
Geova Dio accetta solo l’adorazione di coloro il cui comportamento è in armonia con la sua volontà. (Matt. 15:9; Mar. 7:7) Cristo Gesù disse a una samaritana: “L’ora viene in cui né su questo monte [Gherizim] né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete; noi adoriamo ciò che conosciamo . . . Tuttavia, l’ora viene, ed è questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre con spirito e verità, poiché veramente, il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito, e quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità”. — Giov. 4:21-24.
Le parole di Gesù indicano chiaramente che la vera adorazione non dipendeva dalla presenza o dall’uso di oggetti visibili né dalla posizione geografica. Invece di fare affidamento su ciò che vede o tocca, il vero adoratore esercita fede e, indipendentemente dal luogo in cui si trova o dalle cose che lo circondano, ha un atteggiamento profondamente devoto. Quindi non adora con l’aiuto di qualche cosa che può vedere o toccare, ma con spirito. Poiché conosce la verità rivelata da Dio, la sua adorazione è conforme alla verità. Avendo imparato dalla Bibbia a conoscere Dio e avendo l’evidenza dell’attività dello spirito di Dio nella propria vita, chi adora in spirito e verità senz’altro ‘sa quello che adora’.
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AdornareAusiliario per capire la Bibbia
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Adornare
Riferimenti biblici e reperti archeologici rivelano che fin dai tempi più remoti non solo c’era molto interesse per gli adornamenti, ma anche grande abilità e bravura nel produrre oggetti ornamentali di alto valore artistico. Artigiani producevano veri capolavori di tessitura, ricamo, scultura in legno e in avorio e con la lavorazione dei metalli. Le rovine di palazzi in Assiria, Babilonia, Persia e nella città di Mari conservano tutte segni di ricche decorazioni, con grandi affreschi sulle pareti interne, e bei bassorilievi che rappresentano scene di guerra, di caccia e affari di corte sia sulle pareti interne che su quelle esterne. Le porte dei palazzi erano spesso custodite da grandi statue di animali possenti. Le figure del re e di altri nei bassorilievi rivelano lo squisito ricamo dei loro abiti. Anche i finimenti dei cavalli erano riccamente adorni di fiocchi e incisioni. (Vedi le collane dei cammelli di Madian; Giud. 8:21, 26).
L’ADORNAMENTO EBRAICO E CRISTIANO
La Bibbia dà molta più importanza alla bellezza spirituale che all’adornamento materiale. La disciplina impartita dai genitori è “un serto di attrattiva” per il capo e un’elegante “collana” per la gola, una “corona di bellezza”; “le labbra della conoscenza son vasi preziosi” superiori a qualsiasi vaso d’oro di un artista; “come mele d’oro in cesellature d’argento è la parola pronunciata a suo tempo”, e “un orecchino d’oro, e un ornamento d’oro speciale, è il saggio che riprende all’orecchio che ode”. (Prov. 1:9; 4:9; 20:15; 25:11, 12) La donna graziosa ma poco assennata è paragonata a ‘un anello d’oro nel grifo di un maiale’. (Prov. 11:22) Questi versetti, pur esaltando qualità spirituali, dimostrano pure che gli scrittori biblici e coloro che leggevano i loro scritti conoscevano bene ornamenti del genere.
La moderazione è incoraggiata, specie nelle Scritture Greche Cristiane. Le donne dovevano adornarsi “con veste convenevole, con modestia e sanità di mente, non con forme d’intrecciature di capelli e oro o perle o abbigliamento molto costoso, ma come si conviene a donne che professano di riverire Dio, cioè per mezzo di opere buone”. (I Tim. 2:9, 10) Pietro poteva citare esempi di epoche precristiane per esortare le donne a ricercare la bellezza della “persona segreta del cuore nella veste incorruttibile dello spirito quieto e mite, che è di grande valore agli occhi di Dio”, additando donne come Sara che così si adornavano, “sottoponendosi ai propri mariti”. (I Piet. 3:1-6) Quindi, se vengono seguite, le Scritture offrono una guida per fare una giusta valutazione di ornamenti e gioielli ed essere equilibrati nell’usarli.
L’ADORNAMENTO NELLE PROFEZIE
A motivo della sua benedizione su Gerusalemme, Geova paragonò la capitale di Giuda a una donna rivestita di abiti costosi, riccamente adorna e ingioiellata. Avendo perso la sua spiritualità ed essendosi prostituita spiritualmente con le nazioni, fu spogliata dei suoi ornamenti e lasciata come nuda. (Ezec. 16:2, 10-39) Fu spogliata non solo in senso spirituale, ma anche in modo letterale, poiché gli avidi conquistatori si impossessarono delle ricchezze della città che includevano nastri, ornamenti a forma di luna, ciondoli, braccialetti, veli, acconciature, catenelle e anelli da portare alla caviglia, corsetti, “case dell’anima” (forse vasetti di profumo), tintinnanti conchiglie ornamentali, anelli da portare alle dita e al naso con cui “le figlie di Sion” si erano adornate. (Isa. 3:16-26) Sarebbe stato un tempo di lutto, infatti in segno di lutto c’era l’usanza di togliersi ogni ornamento. — Eso. 33:4-6.
Ma quando Geova avrebbe redento Sion dalla cattività babilonese, l’avrebbe figurativamente edificata su fondamenta di zaffiro, con bastioni di rubino e porte di splendenti pietre di fuoco, questo grazie alla pace e giustizia provenienti da lui (Isa. 54:7, 8, 11-14), ed essa si sarebbe rivestita di abiti e ornamenti nuziali. (Isa. 49:14-18; confronta 61:10). Quest’ultima descrizione ricorda quella della Nuova Gerusalemme con porte di perla e fondamenta simili a gemme, preparata come “una sposa adorna per il suo marito”. (Riv. 21:2, 9-21) Di nuovo è evidente che decorazioni e ornamenti si riferiscono alle qualità spirituali e alle benedizioni che derivano dall’approvazione e dal favore di Dio.
Per contrasto Babilonia la Grande, la simbolica donna che commette fornicazione coi re della terra, si adorna di abiti e ornamenti regali e vive in spudorata lussuria; comunque sarà spogliata dei suoi abiti fastosi, denudata e distrutta. La sua bellezza è falsa poiché ‘glorifica se stessa’; perciò il suo adornarsi non rappresenta benedizione e favore di Dio, ma piuttosto le simulazioni e i proventi della sua condotta immorale sotto forma di potere e ricchezza. — Riv. 17:3-5, 16; 18:7-20.
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Adozione
Il considerare come figlio o figlia chi non lo è per parentela naturale.
Nelle Scritture Ebraiche non si parla di adozione dal punto di vista della procedura legale, ma l’idea fondamentale è descritta in diversi casi. Sembra che prima della nascita di Ismaele e Isacco, Abraamo considerasse lo schiavo Eliezer almeno in una posizione simile a quella di un figlio adottivo e come il probabile erede della casa di Abraamo. (Gen. 15:2-4) La consuetudine di adottare come figli degli
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