Liberazione dei prigionieri
PRIGIONIERO è colui che è in cattività ed è tenuto in detenzione da un altro e al quale è tolta o negata la piena libertà. Una persona in questa condizione dev’esser viva, perché non si può dire d’un morto che sia prigioniero. Se una persona è cieca alla verità e la sua cecità è causata da un altro, egli è legato nelle catene dell’ignoranza. Se una persona è nelle tenebre e non sa quale via prendere, è ristretta nell’esercizio della libertà d’azione ed è perciò prigioniera.
C’è un principe delle tenebre, Satana il Diavolo. Egli, con i numerosi agenti impiegati nella sua opera malvagia, tiene la razza umana in restrizione e quindi nelle tenebre. La sua organizzazione mondiale, particolarmente le associazioni religiose che le appartengono, è veramente una prigione, un luogo di tenebre e d’ipocrisia, ove numerose persone sincere hanno subito molte torture. Ora è venuto a un potente liberatore, il Principe della Luce, il comando divino di trar fuori dalla prigione di Satana gli amanti della libertà. Questo egli sta facendo.
Geova Dio, che emana il decreto di liberazione, non ritiene necessarie le prigioni ed egli non imprigiona alcuno. A volte i Suoi testimoni sono imprigionati dal Diavolo e dai suoi agenti, e allora questi fedeli sono chiamati ‘prigionieri di Geova’, che vuol dire prigionieri per amor suo. Le prigioni sono luoghi di tenebre e di tortura. La morte non può essere appropriatamente chiamata una prigione, perché nessun morto è conscio o potrebbe perciò essere in torture. Le prigioni sono state istituite dal Diavolo, e riguardo alla sua prigione del mondo è scritto: “Ecco il mio servo, io lo sosterrò; il mio eletto in cui si compiace l’anima mia; . . . Io, l’Eterno, t’ho chiamato secondo giustizia, e ti prenderò per la mano, ti custodirò e farò di te l’alleanza del popolo, la luce delle nazioni, per aprire gli occhi dei ciechi, per trarre dal carcere i prigioni, e dalle segrete quei che giacciono nelle tenebre”. — Isa. 42:1-7.
Questa profezia fu rivolta al diletto Figlio di Geova, Gesù Cristo, e l’apostolo Matteo gliela applica sotto ispirazione. (Matt. 12:15-21) I seguaci di Cristo che sono dedicati per mezzo suo a Dio Onnipotente gli sono legati per consacrazione. Ma quando il nemico venne contro il loro fedele rimanente durante gli anni della prima guerra mondiale, allora, è triste raccontarlo, mancarono di fare il loro dovere per paura del nemico. Così caddero nel laccio di Satana e Geova lasciò che fossero presi prigionieri. Rendendosi debitamente conto del loro stato di restrizione e della ragione per cui erano legati e in carcere, si rivolsero a Geova Dio con piena devozione e cercarono e attesero liberazione da lui. Egli udì i loro lamenti e li liberò. Preannunziando questo, il salmista disse: “Quanto a me, io son misero e addolorato; la tua salvezza, o Dio, mi levi ad alto. Io celebrerò il nome di Dio con un canto, e lo magnificherò con le mie lodi. E ciò sarà accettevole all’Eterno più d’un bue, più d’un giovenco con corna ed unghie. I mansueti lo vedranno e si rallegreranno; o voi che cercate Iddio, il cuor vostro riviva! Poiché l’Eterno ascolta i bisognosi, e non sprezza i suoi prigionieri”. (Sal. 69:29-33) Evidentemente i prigionieri qui raffigurati nell’atto di parlare sono il popolo consacrato di Geova, in particolare quelli del rimanente che erano in restrizione sotto il potere del nemico a causa della loro negligenza ma che furono liberati da Dio e radunati al suo fianco nella libertà dal 1919 d.C. in poi.
I fedeli devoti del popolo di Geova sulla terra erano in pericolo di morte per mano del nemico durante la prima guerra mondiale. Erano, per così dire, i “condannati a morte”. Durante la prima guerra mondiale gemevano e pregavano che i loro legami, sia letterali che figurativi, fossero rimossi e un Dio d’amore si degnasse di ascoltarli, di “udire i gemiti de’ prigionieri, per liberare i condannati a morte [o, i figliuoli della morte]”. (Sal. 102:20) Perché pregavano questi che i loro legami fossero rotti e che essi stessi fossero liberati dal carcere dell’organizzazione mondiale di Satana? Essi erano stati chiamati e separati dal mondo per essere un ‘popolo per il nome di Geova’, e tanto i fatti storici che le parole della sacra profezia sono d’accordo che il loro desiderio era d’esser liberati perché potessero servirlo. Come continua il Salmo 102:21: “Affinché pubblichino il nome dell’Eterno [Geova] in Sion e la sua lode in Gerusalemme.”
Sion è l’organizzazione capitale di Geova in cui Gesù Cristo è la principale Pietra Angolare. Iddio stabilì questa organizzazione capitale nel potere regale nel 1914 (d.C.) quando insediò sul trono Cristo Gesù nei cieli per governare in mezzo a tutti i nemici del nuovo mondo e per distruggerli in fine alla battaglia di Harmaghedon. Sicché la profezia fissa questo come il tempo in cui Geova avrebbe ascoltato le preghiere dei suoi prigionieri che erano tenuti in restrizione da tali nemici. “Perciocché Iaveh ricostruirà Sionne ed apparirà nella sua gloria. Ei si rivolge alla preghiera del misero e non disprezza la sua supplicazione”. (Sal. 102:16, 17, Cocorda) La preghiera di costoro non è stata trascurata, ma mentre ancora pregavano Iddio li ascoltò e dispose per la loro liberazione. “Poiché l’Eterno ascolta i bisognosi, e non sprezza i suoi prigionieri”. Indi con fiducia i prigionieri professarono fede e pregarono: “Poiché Dio salverà Sion, e riedificherà le città di Giuda; il suo popolo abiterà in Sion e la possederà. Anche la progenie de’ suoi servitori l’avrà per sua eredità, e quelli che amano il suo nome vi abiteranno”. (Sal. 69:33-36) Come prova, osservate l’organizzazione teocratica dei testimoni di Geova d’oggi.
L’opera di liberazione dei prigionieri è stata eseguita in un tempo di controversia e di lotta, quando il Diavolo impiega tutto il suo potere per allontanare il popolo da Dio e per tenerlo in sottomissione e causare infine la sua distruzione. È Cristo Gesù, il servitore di Geova, che è incaricato di portare fuori dalle carceri i prigionieri. I seguaci di Cristo sono una parte della classe del servitore, sulla quale Geova Dio ha designato Cristo Gesù come capo, comandante e liberatore. Quelli che ora costituiscono i suoi fedeli seguaci sulla terra sono comandati di rendere testimonianza al nome dell’Iddio Altissimo e di far questo sotto la guida di Cristo Gesù. Dunque la verità è stata dichiarata dopo il 1919 al comando di Dio affinché quelle persone di buona volontà che sono pure prigioniere possano ora ricevere la luce e avere il privilegio di fuggire dal carcere del mondo del Diavolo.
In un ulteriore incarico al suo servitore Geova dice: ‘Così parla l’Eterno: Nel tempo della grazia io t’esaudirò, nel giorno della salvezza t’aiuterò; ti preserverò, e farò di te l’alleanza del popolo, per rialzare il paese, per rimetterli in possesso delle eredità devastate, per dire ai prigioni ‘Uscite!’ e a quelli che sono nelle tenebre: ‘Mostratevi!’” (Isa. 49:8, 9) Naturalmente, questa profezia si applica prima di tutto agli Israeliti spirituali ch’erano sotto il potere di Babilonia la Grande durante la prima guerra mondiale. Cristo Gesù come Servitore di Geova sarebbe stato per loro una garanzia di liberazione al tempo dovuto, che risultò d’essere dal 1919 in poi. Ma l’applicazione si espande in modo da includere anche le innumerevoli persone di buona volontà che escono ora da Babilonia la Grande e camminano con il rimanente dell’Israele spirituale e servono con loro come testimoni di Geova. Essi formano le “altre pecore” menzionate da Gesù. (Zacc. 8:20-23; Giov. 10:16) La condizione terrena del rimanente dell’Israele spirituale fu calpestata dalle nazioni Gentili durante il periodo della prima guerra mondiale. Ma ora, liberato dalla prigionia, questo rimanente ‘sorge’ e ’risplende’ in onore del nome di Geova. Il tempo di far conoscere il Suo nome è venuto e il suo fedele popolo consacrato deve rendere testimonianza al suo nome sacro. Essi lo stanno facendo. — Apoc. 11:2; Isa. 60:1.
SPEZZATE I VOSTRI LEGAMI
Il popolo di buona volontà che si trova ancora in Babilonia la Grande deve spezzare i suoi legami prima che la guerra universale di Harmaghedon porti via questa organizzazione e tutti quelli che giacciono sotto il suo potere. Devono ascoltare il comando del Servitore di Geova. L’incarico ufficiale affidato da Geova a questo Servitore, Gesù Cristo, dichiara: “Per dire ai prigioni: ‘Uscite!’ e a quelli che sono nelle tenebre: ‘Mostratevi!’ Essi pasceranno lungo le vie, e troveranno il loro pascolo su tutte le alture”. (Isa. 49:9) Chi sono questi prigionieri?
Anzi tutto, non dimentichiamocene mai, i prigionieri dei quali si parla qui sono il rimanente dell’Israele spirituale, i primi dei quali costituivano la classe del “servitore fedele e prudente” e ai quali poi si aggiunsero quegli altri che furono portati nella verità e nel servizio divino dopo il 1919 d.C. e costituirono parte di questa classe del “servitore”, questo rimanente dell’Israele spirituale. Ma ora i “prigionieri” comprendono pure le persone di buona volontà, vale a dire, le “altre pecore” del Buon Pastore che egli deve anche raccogliere e che saranno un solo gregge col rimanente dell’Israele spirituale. (Matt. 24:45-47; Giov. 10:16) Tutti questi sono stati prigionieri in Babilonia la Grande, cioè, nell’organizzazione mondiale del Diavolo, e il Servitore Eletto di Geova si rivolge a ciascun gruppo o classe a suo turno e dice loro: “Uscite!” non soltanto fuori dalle carceri letterali, ma fuori dall’organizzazione del Diavolo. Questa uscita alla libertà deve essere fatta prima di Harmaghedon. Come è scritto: “Fuggite di mezzo a Babilonia, uscite dal paese de’ Caldei, e siate come de’ capri davanti al gregge!” “O popolo mio, uscite di mezzo a lei, e salvi ciascuno la sua vita d’innanzi all’ardente ira dell’Eterno!” “Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate partecipi de’ suoi peccati e non abbiate parte alle sue piaghe”. — Ger. 50:8; 51:45; Apoc. 18:4.
Erano nelle tenebre mentali e spirituali. Perciò la commissione divina comanda al Servitore di Geova di dire: “A quelli che sono nelle tenebre: ‘Mostratevi!’” (Isa. 49:9) Questo non significa che sono prigionieri ignudi condotti dalla banda di Satana e che dovrebbero mostrarsi in questa condizione. No davvero; ma devono ‘mostrarsi’ facendo una pubblica apparizione e una dichiarazione o confessione pubblica che non sono in armonia con l’organizzazione di Satana, che sono fuori dall’organizzazione dei prigionieri di Satana e che vengono ora dalla parte di Geova, e sono testimoni viventi della Sua potenza salvatrice. In questo modo devono far risplendere la loro luce. (Efes. 5:8) Per quanto riguarda tutti quelli che fanno questo e che continuano fedelmente a servirlo, la commissione che Geova dà al suo Servitore dice: “Essi pasceranno lungo le vie, e troveranno il loro pascolo su tutte le alture”. Le “alture” significano qui le alture del Regno dopo il 1914 d.C. Non giacciono più nelle tenebre. Neppure hanno fame, ma sono guidati e nutriti da Geova e dal suo Buon Pastore. Durante la prima guerra mondiale i loro pascoli furono resi deserti, ma ora, dice Geova Dio: “Io farò scaturir de’ fiumi sulle nude alture”. Com’è rinfrescante! — Isa. 41:18.
In tal modo quelli dell’organizzazione teocratica di Dio sono guidati, confortati e benedetti da lui e dal suo Servitore Eletto, proprio come fu preannunziato: “Non avranno fame né sete, né miraggio né sole li colpirà più; poiché Colui che ha pietà di loro li guiderà, e li menerà alle sorgenti d’acqua”. (Isa. 49:10) Le parole di questa parte della profezia d’Isaia appaiono pure citate in Apocalisse 7:16 e sono qui applicate alla “grande moltitudine”. Questo dimostra che la “grande moltitudine” delle “altre pecore” del Buon Pastore è compresa nella profezia d’Isaia. Dunque la profezia d’Isaia si applica a tutti quelli che una volta erano nelle carceri di Babilonia la Grande e che sono in fine liberati e messi in relazione con l’organizzazione di Geova. Indi la profezia continua:
“Guardate! Questi vengon di lontano; ecco, questi altri vengon da settentrione e da occidente, e questi dal paese de’ Sinim [o, Syène, nell’Egitto meridionale]. Giubilate, o cieli, e tu, terra, festeggia! Date in gridi di gioia, o monti, poiché l’Eterno consola il suo popolo, ed ha pietà de’ suoi afflitti.
“Ma Sion ha detto: ‘L’Eterno m’ha abbandonata, il Signore m’ha dimenticata’. Una donna dimentica ella il bimbo che allatta, cessando d’aver pietà del frutto delle sue viscere? Quand’anche le madri dimenticassero, non io dimenticherò te. Ecco, io t’ho scolpita sulle palme delle mie mani; le tue mura mi stan del continuo davanti agli occhi. I tuoi figliuoli accorrono; i tuoi distruttori, i tuoi devastatori s’allontanano da te. Volgi lo sguardo all’intorno, e mira: Essi tutti si radunano, e vengono a te. Com’è vero ch’io vivo, dice l’Eterno, tu ti rivestirai d’essi come d’un ornamento, te ne cingerai come una sposa. Nelle tue ruine, ne’ tuoi luoghi desolati, nel tuo paese distrutto, sarai ora troppo allo stretto per i tuoi abitanti; e quelli che ti divoravano s’allontaneranno da te. I figliuoli di cui fosti orbata ti diranno ancora all’orecchio: ‘Questo posto è troppo stretto per me; fammi largo, perch’io possa stanziarmi’. E tu dirai in cuor tuo: ‘Questi, chi me li ha generati? giacché io ero orbata de’ miei figliuoli, sterile, esule, scacciata. Questi chi li ha allevati? Ecco, io ero rimasta sola; questi, dov’erano?’
“Così parla il Signore [Geova], l’Eterno: Ecco, io leverò la mia mano verso le nazioni, alzerò la mia bandiera [segnale, nehs] verso i popoli, ed essi ti ricondurranno i tuoi figliuoli in braccio, e ti riporteranno le tue figliuole sulle spalle. Dei re saranno tuoi balii, e le loro regine saranno tue balie; essi si prostreranno dinanzi a te con la faccia a terra, e leccheranno la polvere de’ tuoi piedi; e tu riconoscerai che io sono l’Eterno, e che coloro che sperano in me non saranno confusi”. — Isa. 49:12-23.
A quelli che si trovano nella Babilonia la Grande i quali cercano di trovare la via provveduta da Dio per la loro fuga Geova Dio mostra la sua misericordia. Ora da che ha edificato Sion, quelli che sono dalla Sua parte riconoscono e apprezzano la verità che Geova Dio e Cristo Gesù sono i loro Maestri e i loro Pastori. Con il re Davide dicono: “L’Eterno è il mio pastore”. (Sal. 23:1) E riguardo a Cristo Gesù la “grande moltitudine” ora apprezza l’adempimento di Apocalisse 7:17: “Perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pasturerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Iddio asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro”.
Tutti i meravigliosi fatti avvenuti sin dal 1914 d.C. rendono testimonianza unitamente che Geova Dio non ha dimenticato Sion. Dice Isaia 49:20 alla sua “donna”, la sua organizzazione universale: “I figliuoli di cui fosti orbata ti diranno ancora all’orecchio: ‘Questo posto è troppo stretto per me; fammi largo, perch’io possa stanziarmi’”. Questo indica chiaramente che, dopo il 1918 con la sua fine della prima guerra mondiale, la parte terrena dell’organizzazione universale di Geova sarebbe divenuta ben popolata dal suo rimanente e dai loro compagni di buona volontà. Una grande moltitudine di questi associati di buona volontà dei figliuoli di Sion deve venir fuori da Babilonia la Grande. Molte di tali persone devono ancora venire a Geova ed essere benedette col rimanente dell’Israele spirituale, i figliuoli di Sion. I figliuoli di lei sono incaricati di portare i ‘frutti del Regno’ dinanzi a quelle persone affinché possano mangiare ed essere sostenute. Mentre tali prigionieri sono liberati, essi, pure, devono unirsi con i loro liberi compagni nel fare la proclamazione del nome e del regno di Geova.