La testimonianza mondiale contro la conversione del mondo
1. Perché un comando dato diciannove secoli fa merita oggi che lo esaminiamo molto attentamente?
ESAMINANDO un comando oltre millenovecento anni dopo che fu per prima dato, si può determinare fino a che punto è stato eseguito il comando e se è stato eseguito bene. Se è un comando che avrà effetto sull’intero mondo del genere umano, merita dunque che lo esaminiamo molto attentamente. Che cosa si è fatto finora riguardo a tale comando? La situazione è reale, poiché c’è un tale comando d’importanza mondiale. L’esecuzione del comando ha influito sul mondo. Che la situazione ci piaccia o no, vi siamo coinvolti, anche oggi.
2. In quale giorno della settimana e in quale mese di quale anno fu dato quel comando, e dove?
2 Quando fu dato il comando, e da chi e a chi fu dato? Fu dato il quinto giorno della settimana, o, come diremmo oggi, di giovedì, e il venticinquesimo giorno del mese lunare di Iyar (o Ziv), nell’anno 33 della nostra Èra Volgare, nella primavera di quell’anno. Gli uomini hanno anche cercato di contrassegnare il luogo dove pressappoco venne dato il comando, erigendovi sopra un santuario, poiché fu dato su un famoso monte a est di Gerusalemme, cioè sul monte degli Ulivi.
3. Perché chi diede il comando era una persona fuori del comune, e come si chiamava?
3 Colui che diede il comando era una persona fuori del comune, che era tornato dai morti solo quaranta giorni prima. Erano stati impiegati soldati romani per metterlo a morte. Era stato messo a morte a causa dell’accusa mossagli dai suoi accusatori, quando dissero al governatore romano Ponzio Pilato: “Abbiamo trovato quest’uomo a sovvertire la nostra nazione, proibendo di pagare le tasse a Cesare e dicendo che egli stesso è Cristo re”. Per istigare i Romani a giustiziarlo, gli accusatori dissero ulteriormente: “Noi abbiamo una legge, e secondo la legge egli deve morire, perché si è fatto figlio di Dio”. Da queste accuse riconoscerete l’uomo. Era Gesù Cristo. — Luca 23:2; Giov. 19:7.
4, 5. (a) Che cosa avevano fatto i nemici in merito al fatto della risurrezione di Gesù? (b) Che cosa disse ora Gesù ai discepoli di fare in merito alle cose che lo riguardavano?
4 I capi religiosi di Gerusalemme avevano cercato di mettere a tacere i fatti relativi alla sua risurrezione. Cercarono di falsificare i fatti, anche con la corruzione. (Matt. 28:11-15) Ma, ciò nondimeno, Gesù Cristo era di nuovo del tutto vivo quel giovedì 25 Iyar del 33 E.V., facendo la sua ultima apparizione nella carne ai suoi fedeli discepoli. Egli fece loro capire che il regno di Davide non doveva essere ristabilito nella terrena nazione d’Israele. Né era allora il tempo di stabilire il regno di Dio nelle mani del Messia o Cristo di Dio. Ebbene, dunque, dovevano i discepoli lasciar perdere la questione di Gesù Cristo? Dovevano lasciare che i fatti svisati intorno a lui fossero divulgati in tutto il mondo da quelli che ne avevano istigato la morte, senza che il genere umano traesse alcun beneficio dalla vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo? Dovevano essi tacere riguardo alle cose che avevano viste e udite e a cui avevano personalmente partecipato? Assolutamente no! Dovevano ricevere il potere di fare qualche cosa in merito, ma cominciando al tempo giusto, cioè nel giorno in cui doveva cominciare l’adempimento della profezia di Gioele 2:28-32. Così disse loro:
5 “Riceverete potenza quando lo spirito santo sarà arrivato su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra”. — Atti 1:8.
6. Da quando in poi i discepoli dovevano dunque essere testimoni di Gesù, e a chi?
6 “Sarete testimoni!” Ecco che cosa fu loro comandato di fare, e avrebbero ricevuto l’incarico di compiere questa testimonianza quando lo spirito santo di Dio fosse stato versato su di loro in adempimento di Gioele 2:28, 29, dieci giorni dopo, alla festa di Pentecoste di quello stesso anno, 33 E.V. Dovevano essere testimoni di Gesù Cristo non solo fra i Giudei venuti alle feste in Gerusalemme da vari paesi dentro l’Impero Romano e fuori e in tutta la Giudea e la Samaria, ma “fino alla più distante parte della terra”. Cioè fra le nazioni gentili.
7. Questa testimonianza inerente a Gesù doveva forse cessare con la morte di quei discepoli, e come oggi vi siamo stati coinvolti?
7 Questa testimonianza non doveva cessare quando i discepoli che erano stati lì sul monte degli Ulivi fossero morti nel primo secolo della nostra Èra Volgare. Questa testimonianza inerente a Gesù Cristo, di importanza mondiale, riguardava la vita di tutte le generazioni avvenire, anche dell’ultima generazione del ventesimo secolo. La testimonianza doveva continuare nei secoli, doveva essere intrapresa dai discepoli cristiani che i discepoli lì sul monte degli Ulivi avrebbero ancora fatti, e quindi da tutti i discepoli che sarebbero venuti in seguito, finché la testimonianza sarebbe realmente pervenuta fino alla più distante parte della terra. E così è pervenuta fino a noi d’oggi. Vi siamo coinvolti. Siamo interessati.
8. Sotto la guida di chi doveva compiersi la testimonianza mondiale, e che cosa fu assicurato ai discepoli intorno a Gesù che se ne andava?
8 Questa testimonianza mondiale doveva essere compiuta sotto l’invisibile guida del Signore Gesù Cristo. Perché? Perché, dopo aver dato questo comando di così lunga portata, di importanza mondiale, Gesù Cristo fu visto dai discepoli lì presenti ascendere verso il cielo e sparire mediante la miracolosa potenza di Dio. Il libro degli Atti degli Apostoli, capitolo uno, versetti dieci e undici, ci informa: “E come guardavano fisso in cielo mentr’egli se ne andava, ecco, anche due uomini in bianche vesti stettero accanto a loro, e dissero: ‘Uomini di Galilea, perché state a guardare in cielo? Questo Gesù che di fra voi è stato ricevuto in cielo verrà nella stessa maniera in cui l’avete visto andare in cielo’”. Il Messia doveva tornare!
QUALE PROGRESSO VERSO LA CONVERSIONE DEL MONDO?
9, 10. (a) Perché sorge qui la questione della conversione del mondo? (b) Che cosa dice il Commentario del dott. Clarke sulla parabola del lievito?
9 Ma a che punto è oggi la conversione del mondo? Quale “conversione del mondo”? Ma, le parole di quel comando di Gesù Cristo non significano forse la conversione dell’intero mondo del genere umano al cristianesimo prima che il regno di Dio sia stabilito nei cieli e che comincino i mille anni di regno di Cristo? Alcuni commentatori della Bibbia hanno compreso in questo modo queste e altre parole di Gesù Cristo. Per esempio, la parabola di Gesù sulla massa lievitata: “Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e nascose in tre grosse misure di farina, finché l’intera massa fermentò”. (Matt. 13:33) A questo riguardo il commento di A Commentary and Critical Notes (Commentario e note critiche) di Adam Clarke dice:
10 “Queste parabole sono entrambe profetiche, e avevano lo scopo di mostrare, principalmente, come, da piccolissimi inizi, il Vangelo di Cristo sarebbe pervenuto in tutte le nazioni del mondo, e le avrebbe riempite di giustizia e vera santità”. — Pagina 155, colonna 2.
11, 12. Che cosa dice il Commentario di Clarke circa la pietra che colpì l’immagine metallica vista nel sogno di Nabucodonosor?
11 Riguardo alla pietra che colpì l’immagine metallica vista nel sogno del re Nabucodonosor, e che frantumò l’immagine e poi divenne un gran monte che riempì l’intera terra, il Commentario di Adam Clarke dice:
12 “La pietra cominciò a colpire l’immagine, quando gli apostoli andarono in ogni parte dell’impero romano, abbattendo l’idolatria e fondando le chiese cristiane. . . . Ma il gran colpo fu dato al pagano impero romano dalla conversione di Costantino, . . . La conversione di Costantino ebbe luogo mentre era in Gallia, nel 312 d.C., . . . Egli pose fine al regno dell’idolatria nel 331 d.C., con un editto che ordinava la distruzione di tutti i templi pagani. Questo fece del Cristianesimo la religione dell’impero. . . . È il regno che l’Iddio del cielo stabilisce. Che questo significhi l’intera propagazione del vangelo, e gli effetti morali prodotti da esso nelle anime degli uomini e nel mondo, ha poco bisogno di prova; poiché nostro Signore, riferendosi a questa e ad altre profezie di questo libro, chiama la sua influenza e il suo vangelo il regno di Dio, e il regno del cielo; mostrando con ciò che è . . . un regno spirituale suscitato e mantenuto con la grazia di Dio stesso, in cui egli stesso vive e domina, governando con le sue leggi, influenzando e guidando con il suo Spirito; producendo non guerre e contese, ma gloria a Dio nel luogo più alto, e sulla terra pace e buona volontà fra gli uomini”. — Pagine 3209, 3210, edizione del 1836; Dan. 2:44, 45.
13, 14. Già nel 1885 che cosa disse il vescovo metodista Foster riguardo ai fatti relativi al progresso del cristianesimo e all’opera ancora da fare per la conversione del mondo?
13 Meno di cent’anni fa, nel 1885, quando la popolazione del mondo era minore e non presentava una così grande impresa, il vescovo metodista Foster, parlando alla Conferenza delle Chiese Metodiste Episcopali il 9 novembre di quell’anno, disse, secondo quanto riferì la pubblica stampa:
14 “Mancano informazioni sul progresso del cristianesimo. Ogni giorno dai pulpiti di tutto il paese i fatti sono presentati erroneamente. I ministri esitano a presentare il lato peggiore per timore di causare scoraggiamento. Fanno nascere speranze che non diverranno mai realtà. Non siamo all’alba del millennio. In paragone con il lavoro da fare, il passato è nulla. I figli dei nostri figli per dieci generazioni future dovranno lavorare più strenuamente di quanto non facciamo noi per attuare la conversione del mondo. La popolazione del mondo è di 1.500.000.000 di abitanti. I cristiani sono meno di un terzo d’essi. La metà di quel terzo appartiene alla Chiesa Cattolica Romana. I protestanti sono 113.000.000. Sono divisi in 500 sette. E questo loro numero include anche tutti i ladri, gli ex condannati, i degradati, gli ubriaconi, i macchiati e i segnati della cristianità. . . . ci troviamo davanti a un grande problema: 1.100.000.000 di pagani da convertite al cristianesimo. Questa è la solida roccia che si erge sul nostro cammino. Guardate; vedete il lavoro che è stato compiuto in 1.800 anni e il lavoro che c’è ancora da compiere. . . . È un grosso pane da lievitare e si lavora da lungo tempo”. — Si veda La Torre di Guardia (inglese) del gennaio 1886, pagine 3-6, sotto “Guide cieche”.
15, 16. (a) Dopo la seconda guerra mondiale quali ostacoli al progresso del cristianesimo in Giappone furono tolti? (b) A quanto si riferisce, quale offerta fu fatta per rendere il cristianesimo la religione di stato, e come fu considerata l’offerta?
15 Finita la seconda guerra mondiale il 2 settembre 1945, parve che la cristianità avesse l’opportunità di accrescere i suoi membri con un improvviso sforzo. Il 10 dicembre di quell’anno il generale americano MacArthur, in qualità di sovrintendente militare del Giappone sconfitto abolì lo scintoismo come religione nazionale. In seguito, la libertà di religione fu messa per iscritto nella Costituzione postbellica del Giappone, che seguì il modello della Costituzione degli Stati Uniti. Quindi il 1º gennaio 1946, quando l’Imperatore giapponese ripudiò la teoria secondo cui era discendente della dea del sole, così che non doveva essere adorato come dio, questo tolse un ulteriore ostacolo al progresso della cristianità in Giappone. Fonti attendibili riferiscono che il generale Douglas MacArthur rifiutò l’offerta dell’imperatore Hirohito di fare del Giappone un paese “cristiano” Il Times di New York riferisce:
16 “L’offerta fu respinta . . . perché il generale credeva che fosse sbagliato imporre a un popolo qualsiasi religione. Il generale MacArthur . . . disse che dopo la resa del Giappone l’Imperatore aveva privatamente dichiarato d’essere disposto a fare del cristianesimo la religione di stato. Il generale chiese tempo per ‘pensarci’, . . . e dopo aver considerato la proposta rispose all’Imperatore: ‘No. Nessuna nazione dev’essere costretta a conformarsi a qualsiasi religione. Deve avvenire volontariamente’. . . . Il generale MacArthur respinse la proposta dell’Imperatore, . . . chiedendo invece al popolo americano di mandare 10.000 missionari. ‘Rispondemmo con un pugno di missionari’, disse il Sig. [Billy] Graham”. — Times di N. Y. del 7 aprile 1964, sotto “Il generale ha detto di aver ostacolato l’offerta di creare un Giappone cristiano”.
17. In paragone con la crescita della popolazione mondiale, la crescita della cristianità da quel tempo mostra forse che essa abbia ragione circa la conversione del mondo o che ha ragione Gesù Cristo?
17 Allora il Giappone aveva una popolazione di 73.110.995 abitanti. La popolazione mondiale era salita a 2.139.958.919 persone. Benché decine di milioni di membri delle chiese della cristianità si fossero uccisi a vicenda nella seconda guerra mondiale, si calcolava che allora la cristianità avesse 592.406.542 membri, o circa un quarto della popolazione mondiale. L’anno scorso si calcolava che la cristianità avesse 924.274.000 membri, il che significa meno di un terzo della popolazione mondiale di 3.483.263.000 persone, con oltre mille milioni di non cristiani più che nell’anno 1946 da convertire alla cristianità. È chiaro che la crescita della cristianità nel suo programma di conversione mondiale non procede di pari passo con l’esplosione demografica del mondo non cristiano. Chi è dunque in errore: la cristianità o Gesù Cristo e le Sacre Scritture della Bibbia? La cruda realtà mostra che la cristianità è tristemente in errore, ma che Gesù Cristo e la Bibbia hanno ragione.
18. (a) Gesù Cristo e la Bibbia quale opera predissero che sarebbe stata fatta prima della fine completa di questo sistema di cose? (b) Per quale ragione egli predisse la distruzione di Gerusalemme e di questo sistema?
18 Gesù Cristo e la Bibbia non predissero mai la conversione del mondo al cristianesimo prima del regno di mille anni di Gesù Cristo. Essi predissero una testimonianza mondiale prima della “grande tribolazione” con cui questo intero sistema di cose, inclusa la cristianità, finirà tra breve disastrosamente. Nella sua profezia sul termine del sistema di cose Gesù disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (Matt. 24:3-14) Nelle ultime parole che disse ai suoi discepoli sul monte degli Ulivi egli dichiarò: “Mi sarete testimoni . . . fino alla più distante parte della terra”. (Atti 1:8) Non disse che Gerusalemme o tutta la Giudea e la Samaria o la più distante parte della terra si sarebbe convertita. Non si convertirono e non sono state convertite. Egli predisse la distruzione di Gerusalemme, che sopraggiunse su di lei nell’anno 70 E.V., e anche la fine di questo attuale sistema di cose nell’imminente “grande tribolazione”, perché non si sarebbero pentiti e convertiti mediante la testimonianza data loro. (Matt. 24:15-22) La testimonianza mondiale è ancora in corso.
TESTIMONI DI CHI?
19. Quale impressione ha dato il clero della cristianità riguardo al posto del nome di Dio in relazione con la testimonianza a Gesù?
19 Quando Gesù Cristo disse ai suoi discepoli: “Mi sarete testimoni”, intese egli distogliere la loro attenzione dall’Altissimo Dio? Intese egli che il nome di Dio dovesse essere da allora in poi messo in secondo piano e che il suo proprio nome personale dovesse esser messo in primo piano e usato quasi esclusivamente? Il modo in cui agisce il clero religioso della cristianità tende a dare al mondo l’impressione che Gesù volesse dir questo. Ma come avrebbe mai potuto Gesù Cristo dire ai suoi discepoli di non essere testimoni del Medesimo di cui egli stesso era testimone?
20. In Rivelazione 3:14, 21, come Gesù Cristo rende testimonianza a Dio quale suo Creatore e Datore di vita?
20 Proprio nell’ultimo libro della Bibbia, cioè in Rivelazione 1:5, egli parla di “Gesù Cristo, ‘il Testimone Fedele’, ‘Il primogenito dai morti’, e ‘Il Governante dei re della terra’”. Ma in Rivelazione 3:14 il glorificato Gesù Cristo stesso parla e dice: “Queste son le cose che dice l’Amen, il testimone fedele e verace”. Il “testimone fedele e verace” di chi? Ebbene, di nessun altro che di Dio, e per questo motivo proprio nella frase successiva egli si fa ulteriormente riconoscere aggiungendo: “il principio della creazione di Dio”. E Gesù Cristo conclude il messaggio introdotto con queste parole dicendo: “A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come io ho vinto e mi son seduto col Padre mio sul suo trono”. (Riv. 3:21) Così Gesù Cristo rende testimonianza a Dio, il suo celeste Padre, come suo Creatore e Datore di vita.
21. In Rivelazione 3:12, Gesù Cristo chi menziona quattro volte, e per indicare quale relazione fra questi e se stesso?
21 Gesù fu l’Originale creazione di Dio. E alcuni versetti prima, in Rivelazione 3:12, Gesù Cristo dice: “Colui che vince, lo farò colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà più, e scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme che discende dal cielo e dal mio Dio, e quel mio nuovo nome”. In questa promessa egli menziona quattro volte il “mio Dio”, per rendere testimonianza che Questo è il suo proprio Dio, che egli stesso adora. Richiama pure l’attenzione sul fatto che Dio ha un nome diverso dal suo proprio nome, per indicare due persone separate.
22, 23. (a) Nel suo Sermone del Monte e fra gli adoratori in Gerusalemme nel 33 E.V., come Gesù mostrò se il suo nome doveva essere messo prima di quello di Dio? (b) Nella sua preghiera dopo l’inaugurazione della “cena del Signore” che importanza diede Gesù al nome di Dio?
22 Gesù non avrebbe potuto dire ai suoi discepoli di mettere il proprio nome personale prima di quello dell’Iddio che egli pregava. Nel Sermone del Monte disse ai suoi discepoli: “Voi dovete dunque pregare così: ‘Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome’”. Gesù pregò non perché fosse santificato il suo proprio nome, ma perché fosse santificato il nome del Padre suo e Padre loro. (Matt. 6:9) Nella primavera dell’anno 33 E.V., dopo la sua trionfale cavalcata in Gerusalemme, Gesù pregò ad alta voce essendo udito da una folla di adoratori: “Padre, glorifica il tuo nome”. Ci fu risposta alla preghiera di Gesù? Il racconto scritto ci dice: “Perciò una voce venne dal cielo: ‘L’ho glorificato e lo glorificherò di nuovo’”. (Giov. 12:23-28) Parecchi giorni più tardi, dopo che Gesù aveva presentato quella che si chiama “cena del Signore”, pregò Dio in mezzo ai suoi undici fedeli apostoli, dicendo:
23 “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato Gesù Cristo. Io ho reso manifesto il tuo nome agli uomini che mi hai dati dal mondo. . . . Padre santo, vigila su di loro a motivo del tuo nome”. — Giov. 17:3, 6, 11.
24, 25. (a) Il comando di Gesù ai suoi discepoli al monte di Galilea che cosa indica dunque riguardo all’ultimo comando che diede loro sul monte degli Ulivi? (b) Secondo Isaia 43:1, 10-12, come Giudeo nato sotto la Legge Gesù che cosa era obbligato a essere verso Geova?
24 Dopo la risurrezione di Gesù dai morti, Gesù apparve ai suoi discepoli che si erano radunati insieme presso un monte in Galilea e disse loro: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo”. (Matt. 28:18, 19) Così tutto il racconto mostra che Gesù Cristo non disse ai suoi discepoli di mettere da parte il nome di Dio, suo celeste Padre, e di mettere il proprio nome, il nome del Figlio, prima del nome del Padre suo. Quindi, nelle parole di addio che disse ai suoi discepoli sul monte degli Ulivi, non diceva loro, come affermò: “mi sarete testimoni”, escludendo che fossero testimoni di Dio, suo celeste Padre. Dobbiamo ricordare che Gesù Cristo, come quei suoi discepoli giudei, nacque da una donna giudea e “nacque sotto la legge”, cioè la legge data mediante il profeta Mosè. (Gal. 4:4) Di conseguenza, Gesù Cristo, come i suoi discepoli giudei, faceva parte della nazione d’Israele (o Giacobbe), a cui Dio disse queste parole per bocca del suo ispirato profeta Isaia:
25 “E ora questo è ciò che ha detto Geova, il tuo Creatore, o Giacobbe, e il tuo Formatore, o Israele: ‘Non aver timore, poiché io ti ho ricomprato. Ti ho chiamato per nome. Tu sei mio’. ‘Voi siete i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘pure il mio servitore che io ho scelto, onde conosciate e abbiate fede in me, e affinché comprendiate che io sono lo stesso. Prima di me non fu formato nessun Dio [da nazioni che adoravano idoli], e dopo di me non continuò ad essercene nessuno. Io, io sono Geova, e oltre a me non c’è nessun salvatore. Io stesso ho dichiarato e ho salvato e ho fatto udire, quando fra voi non c’era nessun dio estraneo. Voi siete dunque i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘e io sono Dio’”. — Isa. 43:1, 10-12.
26. L’ultimo libro della Bibbia come mostra che il risuscitato Gesù era ancora testimone del nome di Geova?
26 Inevitabilmente, dunque, come membri naturali della nazione di Giacobbe o Israele, Gesù e i suoi discepoli lì sul monte degli Ulivi erano obbligati a essere testimoni di Dio, testimoni di Geova. Gesù, quando fu nella carne sulla terra, fu testimone di Geova Dio, e lo furono anche i suoi discepoli giudei. Dopo la sua risurrezione dai morti, Gesù Cristo continuò a essere testimone di Geova. Proprio l’ultimo libro della Bibbia, Rivelazione, che fu data da Gesù Cristo all’apostolo giudeo Giovanni, mostra che il glorificato Gesù Cristo rende ancora testimonianza a Geova Dio. Rivelazione 19:1-6 riporta quattro volte il gioioso grido, “Alleluia!”, espressione ebraica che significa “Lodate Iah!” essendo il nome “Iah” l’abbreviazione di Geova. — Riv. 1:1, 2.
27. (a) Con il suo comando di Atti 1:8 Gesù esonerò forse i suoi discepoli dall’obbligo d’essere testimoni di Geova? (b) Fu questo valido anche dopo che erano divenuti Israeliti spirituali alla Pentecoste del 33 E.V.?
27 Per tutta l’eternità avvenire il celeste Gesù Cristo sarà testimone di Geova Dio. Conformemente, con le parole che disse ai suoi discepoli giudei: “Mi sarete testimoni”, Gesù Cristo non esonerò i discepoli dall’obbligo d’essere testimoni di Geova Dio in adempimento di Isaia 43:1-12. Questo fu valido anche dopo che era stato versato su di loro lo spirito santo alla Pentecoste, perché allora per la prima volta divennero Israeliti spirituali sotto un nuovo patto con Gesù Cristo stesso come Mediatore fra Dio e gli uomini. — Atti 2:1-38; Gal. 6:16; 1 Tim. 2:5, 6; 1 Piet. 2:9.
[Grafico a pagina 236]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Popolazione Membri della
mondiale cristianità
(3.483.263.000) (924.274.000)
4 Mille milioni
1970
3 Aumento
dal 1946
2
1
1970
Aumento
dal 1946
[Immagine a pagina 233]
“Mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra”. — Atti 1:8.