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La sfida della “buona notizia”La Torre di Guardia 1963 | 15 luglio
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18. La nazione d’Israele si dimostrò forse “degna della buona notizia” che le era stata proclamata?
18 Dimostrò forse l’antica nazione d’Israele d’essere infine “degna della buona notizia” annunciata loro da Mosè in Egitto? Gli Israeliti adempirono forse la promessa dei loro padri di ubbidire a tutto ciò che Geova aveva comandato, di essere veramente il suo popolo, e di fare la sua volontà? Il Racconto ispirato risponde no! Che come nazione fossero assolutamente indegni è chiaramente rivelato dal loro atteggiamento verso Gesù, il promesso Messia, che rigettarono e fecero mettere al palo. Prima di morire Gesù aveva pronunciato il giudizio sulla nazione dicendo: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta”. — Matt. 23:37, 38, VR; Luca 23:18-25; Atti 2:23.
19. (a) Quale grande privilegio ebbero gli Israeliti mentre erano fedeli? (b) Quando Dio rigettò infine tale nazione, significò forse questo la fine dei rapporti di Dio con l’umanità?
19 Gli Israeliti avevano ricevuto il grande privilegio di essere una nazione di testimoni di Geova. (Isa. 43:10-12) Questo non significa che fosse loro comandato di predicare in tutte le altre nazioni della terra riguardo a Geova; ma erano stati separati per l’esclusivo servizio e l’adorazione di Geova. Mediante le meravigliose opere che Geova aveva fatte per loro e mediante la vera adorazione ch’essi praticavano quando erano fedeli, Geova si era fatto un grande nome. Ma avrebbero potuto continuare ad essere suoi testimoni solo se avessero praticato la vera adorazione, rispettato il suo patto e se avessero ubbidito ai suoi comandamenti. Ma furono infedeli. Così Geova rigettò l’Israele naturale. Il patto della legge stipulato con essi ebbe fine, poiché fu adempiuto in Gesù e la legge fu inchiodata al palo di tortura. (Col. 2:14) Ma questo non pose fine a tutti i rapporti di Dio con gli uomini. Fu quindi inaugurato un nuovo patto con Cristo Gesù come Mediatore, non con l’Israele naturale, ma con una nazione che producesse buoni frutti, la cui condotta sarebbe stata degna del celeste regno di Dio avente Cristo come Re. — Ebr. 8:6; Matt. 21:43.
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Il particolare nome di DioLa Torre di Guardia 1963 | 15 luglio
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Il particolare nome di Dio
Non è cosa insolita per i moderni traduttori della Bibbia oscurare il nome Geova sostituendo “SIGNORE” al nome scritto nell’originale ebraico. È interessante notare il commento di T. V. Moore, allora pastore della Prima Chiesa Presbiteriana di Richmond, in Virginia, che scrisse nella sua traduzione e nel commento ad Aggeo, Zaccaria e Malachia, a pagina 55: “Abbiamo conservato il nome Geova, anziché renderlo SIGNORE, perché i sacri scrittori fanno una netta distinzione tra questo nome di Dio e ogni altro, una distinzione che non dovrebbe essere nascosta nella traduzione. È il suo titolo del patto, che incorpora nella sua struttura l’immutabilità della sua esistenza come garanzia della sua fedeltà al suo popolo. Vedere Esodo 6:3”. — 1º gennaio 1856.
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