Capitolo 10
Salvaguardate la vostra speranza cristiana
1. Che cosa renderà molto desiderabili i “nuovi cieli e nuova terra”?
COM’È splendida la prospettiva della vita senza dolori, afflizioni o morte! Eppure, in realtà, è ancor più splendido che la nostra libertà da queste cose venga per mezzo della eliminazione dell’imperfezione e del peccato. Quale benedizione non dover più lottare contro inclinazioni e tendenze errate che come sappiamo portano solo danno a noi stessi e ad altri. Sarà davvero una gioia quando ogni parola che diremo, ogni pensiero che concepiremo, ogni nostra azione sarà per il bene di tutti, riflettendo genuinamente la somiglianza del nostro Padre celeste, non sorgendo mai da motivi egoistici. Sì, per certo, nei “nuovi cieli e nuova terra” che Dio stabilisce abbonderà la giustizia. Sicuramente questa è una speranza che vale la pena di salvaguardare. — II Pietro 3:13.
2. (a) Per vedere l’adempimento della nostra speranza cristiana, che dobbiamo fare? (b) Perché non ci dovremmo sorprendere se uomini egoisti si trovassero fra cristiani professanti?
2 Per vedere l’adempimento della nostra speranza cristiana, la dobbiamo tenere notevolmente dinanzi a noi e vivere in armonia con essa. Possiamo fare questo solo se resistiamo a tutte le influenze che potrebbero affievolire o distruggere la nostra speranza. A volte tale influenza dannosa può venire da persone non spirituali, egoiste, che si associano con la congregazione del popolo di Dio. Questo non ci dovrebbe sorprendere, poiché l’apostolo Pietro scrisse: “Vi furono anche falsi profeti fra il popolo [Israele], come pure fra voi [cristiani] vi saranno falsi maestri”. (II Pietro 2:1a) Proprio come per l’Israele naturale, i cristiani sono soggetti alla corruzione dall’interno della congregazione.
“INTRODURRANNO QUIETAMENTE DISTRUTTIVE SETTE”
3, 4. Come l’apostolo Pietro descrive il modo in cui insegnanti falsi propagano l’errore?
3 Commentando come operano i promotori di errore, l’apostolo Pietro continua: “Questi introdurranno quietamente distruttive sette”. (II Pietro 2:1b) L’apostolo non scriveva semplicemente di persone che trovano difficile capire certe cose, o di persone le cui vedute, sostenute sinceramente, non coincidano sotto ogni aspetto con quelle della maggioranza. (Confronta Romani 14:1-6). Parla invece di quelli che premeditatamente operano per dividere e corrompere.
4 Tali individui sono di rado aperti, franchi o espliciti. In genere ‘introducono’ le loro vedute non scritturali in maniera quieta e mascherata. L’espressione greca originale usata dall’apostolo Pietro per “introdurranno quietamente” significa alla lettera “condurranno dentro accanto a, o insieme a”. Questo è il loro metodo. Insieme a qualche legittima dottrina scritturale, essi introducono gradualmente e insidiosamente le loro opinioni divisive e corrotte. Condizionando prima la mente dei loro ascoltatori con qualche verità ovvia, oppure con un ragionamento lungo e complicato, possono sovente indurli ad accettare qualche principio che può portare solo all’errore. Possono usare la Bibbia, ma realmente non la insegnano, impiegando qualunque cosa trovino conveniente e si scosti dai suoi insegnamenti per cercar di adattarlo a ciò che tentano di promuovere, per trarne vantaggio personale. Così, ciò che è effettivamente privo di ogni solido fondamento scritturale è fatto apparire come vero.
5. Come la maniera in cui Satana ingannò Eva illustra i metodi di un insegnante di falsità?
5 Questo metodo è ben illustrato dal modo in cui Satana ingannò Eva per mezzo del serpente. All’inizio, fu fatta una domanda apparentemente innocente: “È realmente così che Dio ha detto che non dovete mangiare di ogni albero del giardino?” (Genesi 3:1) Quella domanda pervertì la verità. Insinuò che l’Altissimo fosse indebitamente restrittivo, trattenendo dalle prime creature umane qualcosa a cui avevano diritto. Le parole del serpente dovettero indurre Eva a chiedersi come mai non poteva mangiare dell’“albero della conoscenza del bene e del male”. In questo modo Satana condizionò la mente di lei in modo che desiderasse una risposta. Quindi venne la stimolante risposta del serpente: “Positivamente voi non morrete. Poiché Dio sa che nel medesimo giorno in cui ne mangerete i vostri occhi davvero si apriranno e voi sarete davvero simili a Dio, conoscendo il bene e il male”. — Genesi 3:4, 5.
6. (a) Quali fattori indussero Eva ad accettare l’errore? (b) Come in seguito alla menzogna di Satana si formò un gruppo eretico?
6 Poiché la mente di Eva vi era stata insidiosamente preparata, la mendace risposta non giunse come una sorpresa. Il fatto che “il serpente mostrò d’essere il più cauto” di tutti gli animali sembrò suggerire che tale creatura potesse difficilmente essere fonte di informazioni errate. (Genesi 3:1) Inoltre, l’albero era attraente e il suo frutto appariva buono come cibo. Eva fu totalmente ingannata. Dopo aver preso del frutto proibito, persuase Adamo a unirsi a lei nella ribellione contro Dio. (Genesi 3:6) In questo modo le mendaci parole del serpente riuscirono ad allontanare le prime creature umane dal loro Padre celeste. In realtà, si formò un gruppo eretico costituito da due persone.
7. (a) Perché quelli che nella congregazione causano divisione rinnegano Cristo? (b) Perché può dirsi che ‘recano su se stessi subitanea distruzione’?
7 Con mezzi simili, gli uomini possono fomentare in una congregazione uno spirito divisivo, un rivale spirito di “parte”. Poiché ogni fazione del genere ha le sue radici nell’errore e cerca premeditatamente di creare disunione, la sua posizione e i suoi insegnamenti rappresentano erroneamente il Figlio di Dio, che comprò col suo sangue la congregazione cristiana. Perciò l’apostolo Pietro parla di tali pseudoinsegnanti, dicendo che ‘rinnegano anche il proprietario che li comprò, recando su se stessi subitanea distruzione’. Sì, una volta che smettono di aderire a Cristo come capo, essi lo rinnegano e intraprendono una condotta che è moralmente e spiritualmente disastrosa. Ci può essere un solo risultato, la distruzione. Quando verrà il tempo di eseguire il giudizio condannatorio, non ci sarà indugio. La giustizia sarà eseguita rapidamente. Abbracciando volontariamente l’errore, gli individui che vi sono implicati ‘recano su se stessi subitanea distruzione’. — II Pietro 2:1.
8. Quale effetto può avere sulla congregazione la “condotta dissoluta” di quelli che pretendono di essere cristiani?
8 Miseramente, queste persone, poiché pretendono d’esser cristiane mentre si conducono in maniera sfrenata, rovinano l’eccellente reputazione dei fedeli servitori di Dio. Molti che osservano la condotta degradata di certuni che professano d’esser cristiani cominciano a parlare in maniera blasfema o sprezzante di tutti quelli che si identificano come tali. Questo è l’argomento espresso da Pietro quando scrisse: “Inoltre, molti seguiranno i loro atti di condotta dissoluta e a motivo di questi si parlerà oltraggiosamente della via della verità”. — II Pietro 2:2.
GUARDATEVI DAL FARVI ‘SFRUTTARE CON PAROLE FINTE’
9. (a) Quali motivi spingono gli uomini corrotti a trarsi dietro dei seguaci? (b) Che accadrà a tali uomini e a quelli che ne sono ingannati?
9 Quale motivo spinge tali uomini corrotti a trarsi dietro dei seguaci? L’apostolo Pietro risponde: “Per concupiscenza vi sfrutteranno con parole finte”. (II Pietro 2:3a) Questi individui cercano di trarre per se stessi profitti materiali o desiderano potere, autorità e onore che derivano dall’essere ammirati come insegnanti. Per mezzo di “parole finte”, cioè con affermazioni ingannevoli, inclusi argomenti plausibili, tentano di approfittare di altri, sfruttandoli. Poiché sia i motivi che gli insegnamenti sono sbagliati, il risultato per gli individui che vi sono implicati è la rovina. L’apostolo Pietro continua:
“In quanto a loro, il giudizio dai tempi antichi non procede lentamente e la loro distruzione non sonnecchia. Certamente se Dio non si trattenne dal punire gli angeli che peccarono, ma, gettandoli nel Tartaro, li consegnò a fosse di dense tenebre per esser riservati al giudizio; e non si trattenne dal punire il mondo antico, ma conservò Noè, predicatore di giustizia, con sette altri quando portò il diluvio su un mondo di empi; e riducendo le città di Sodoma e Gomorra in cenere le condannò, ponendo per gli empi un modello di cose avvenire; e liberò il giusto Lot, che era grandemente afflitto dalla condotta dissoluta di persone che sfidavano la legge — poiché quel giusto, per ciò che vedeva e udiva mentre dimorava fra loro, si tormentava di giorno in giorno l’anima giusta a causa delle loro opere illegali — Geova sa liberare le persone di santa devozione dalla prova, ma riservare gli ingiusti al giorno del giudizio perché siano stroncati, specialmente, comunque, quelli che vanno dietro alla carne col desiderio di contaminarla e che disprezzano la signoria”. — II Pietro 2:3-10, NW.
10. (a) Quando fu dichiarata la prima espressione del giudizio di Dio contro il ‘seme del serpente’? (b) Perché il suo giudizio “non procede lentamente”?
10 Il giudizio che Dio ha decretato di eseguire “dai tempi antichi” contro tutti quelli che divengono parte del ‘seme del serpente’ sarà senza dubbio eseguito. (Genesi 3:15; Giovanni 8:44; Giuda 14, 15) Benché fosse dichiarato originalmente circa 6.000 anni fa e da allora ripetuto, questo giudizio “non procede lentamente” come se non arrivasse mai. La distruzione verrà di sicuro, poiché non sonnecchia. È ancora molto viva nel proposito di Dio.
11. (a) Che accadde agli angeli disubbidienti, e che cosa ancora li attende? (b) Quale prova forniscono la punizione degli angeli, la distruzione degli empi nel Diluvio, e l’annientamento degli abitanti di Sodoma e Gomorra?
11 Come notò Pietro, anche gli angeli che erano stati alla medesima presenza di Dio ma più tardi divennero infedeli non furono risparmiati dall’essere ‘gettati nel Tartaro’, cioè degradati all’infimo grado. Stroncati da ogni luce divina, privi della posizione originale nei cieli e ristretti nelle loro attività, gli angeli disubbidienti si trovano in una condizione paragonabile a “fosse di dense tenebre”, in attesa che il giudizio sia eseguito per mano di Gesù Cristo. (Confronta Rivelazione 20:1-3, 7-10). Similmente, Geova Dio non si trattenne dal distruggere un intero mondo di persone corrotte in un diluvio universale né dall’agire contro gli abitanti sessualmente depravati di Sodoma e Gomorra ai giorni di Lot. Solo le persone giuste come Noè e la sua famiglia e come Lot possono sperar di sfuggire al giudizio divino e di essere liberati dalla prova derivante dall’aver vissuto fra persone illegali. Comunque, le pretese di essere cristiano non salveranno nessuno che cerca di contaminare la carne di altri commettendo immoralità.
STATE IN GUARDIA CONTRO CHI MANCA DI RISPETTO ALL’AUTORITÀ
12, 13. Come mostra II Pietro 2:10b, 11, qual è l’atteggiamento delle persone corrotte verso l’autorità?
12 Spesso i cattivi motivi delle persone corrotte si possono discernere dal modo in cui si comportano verso l’autorità. Essi “disprezzano la signoria”, non avendo riguardo per l’autorità di qualsiasi genere. L’apostolo Pietro continua la sua descrizione: “Audaci, caparbi, non tremano davanti ai gloriosi ma parlano ingiuriosamente, mentre gli angeli, benché siano più grandi per forza e potenza, non recano contro di loro alcuna accusa in termini ingiuriosi, non facendo ciò per rispetto verso Geova”. — II Pietro 2:10b, 11, NW.
13 Perciò, vorremo guardarci dagli uomini audaci e presuntuosi, che non hanno riguardo per i “gloriosi”. Nella congregazione cristiana, gli uomini fedeli ai quali sono affidate responsabilità non si considerano di grado superiore o esaltati al di sopra dei conservi credenti ma ritengono umilmente di essere servitori. (Matteo 23:8; I Tessalonicesi 2:5-12) Comunque, la loro assegnazione di servizio è ‘gloriosa’, poiché sono nominati dallo spirito santo come sorveglianti o “pastori” del gregge. (Atti 20:28; confronta Romani 11:13). Inoltre rappresentano il glorioso Signore Gesù Cristo e il Grande Pastore Geova Dio. (I Pietro 2:25; 5:4) Ecco perché le Scritture incoraggiano i membri della congregazione ad essere sottomessi a quelli che prendono la direttiva. (Ebrei 13:17) Mentre tali uomini, come Pietro stesso, possono fare errori, questo non è una scusante per nessuno che parli ingiuriosamente contro di loro. (Confronta Galati 2:11-14; III Giovanni 9, 10). I “pastori” che faticano duramente meritano il rispetto della congregazione. Ma gli uomini che influiscono su altri per il male non si trattengono dal disprezzare gli anziani cristiani. Se uno usa contro il suo fratello un linguaggio ingiurioso e oltraggioso, Geova Dio e il Figlio suo lo considerano come se lo avesse usato contro di loro.
14. Come gli angeli fedeli mostrano un atteggiamento interamente diverso da quello degli insegnanti di falsità?
14 Come gli egoisti insegnanti di falsità sono diversi dagli angeli fedeli! Gli angeli hanno zelo per la giustizia. Ma non usano un linguaggio aspro e oltraggioso nemmeno quando trattano con gli oppositori. Per esempio, “quando l’arcangelo Michele ebbe una controversia col Diavolo e disputava intorno al corpo di Mosè, non osò portare un giudizio contro di lui in termini ingiuriosi, ma disse: ‘Ti rimproveri Geova’”. (Giuda 9) Da ciò possiamo concludere che gli altri angeli fedeli non ricorrerebbero mai all’espediente di accumulare biasimo su qualcuno ma esporrebbero i fatti con calma nonché con vigore. Essi hanno dovuto riguardo per il loro Fattore, comprendendo che il discorso ingiurioso non è mai in armonia con la sua santità o purezza.
15. In armonia con il consiglio di Pietro, contro quale specie di individui dobbiamo stare in guardia?
15 Dobbiamo stare in guardia contro quelli che malignamente parlano male di altri e poi si fanno avanti essi stessi. Il fatto che tali individui non sfuggiranno al giudizio avverso per le loro azioni dovrebbe rimanere bene in vista dinanzi a noi. Questo può aiutarci ad essere cauti quando si tratta di prestare orecchio a quelli che sembrano interessarsi di altri ma, in realtà, cercano solo il loro profitto personale. L’apostolo Pietro commentò come andavano a finire gli uomini egoisti, dicendo:
“Questi uomini, come animali irragionevoli nati secondo natura per esser presi e distrutti, subiranno, nelle cose delle quali sono ignoranti e parlano ingiuriosamente, la distruzione nel proprio corso di distruzione, recando su di sé il male quale ricompensa del male che fanno”. — II Pietro 2:12, 13a.
16. Come gli uomini corrotti sono simili ad “animali irragionevoli”?
16 Gli uomini che sono guidati da passioni depravate agiscono come “animali irragionevoli”. Riguardo agli animali Geova disse: “Ogni animale che si muove ed è in vita vi serva di cibo”. (Genesi 9:3) Essendo come tali “animali irragionevoli”, gli uomini che parlano ingiuriosamente non hanno il freno di una buona coscienza e non mostrano dunque apprezzamento per le vie, le norme e le attività di Dio. Non essendo in grado di fare una giusta stima delle preziose cose spirituali, possono parlarne come se fossero senza valore. Le loro opinioni errate saranno la loro rovina. Essi si attengono a tali opinioni false a proprio danno e sono destinati a subire i cattivi risultati della loro condotta ingiusta. Di sicuro, vorremo attenerci alla nostra speranza ed evitar di partecipare alla loro rovina.
BADATE A QUELLI CHE CERCANO I PIACERI EGOISTICI E IL GUADAGNO PERSONALE
17. Conforme a II Pietro 2:13b-15a, quali sono alcuni altri tratti che identificano gli uomini corrotti?
17 Fra le altre caratteristiche cattive, le persone non spirituali hanno un ardente desiderio di agiatezze e piaceri. L’apostolo Pietro scrisse:
“Essi considerano la vita lussuriosa di giorno un piacere. Sono macchie e sozzure, che si dilettano senza restrizioni dei loro ingannevoli insegnamenti mentre festeggiano insieme a voi. Hanno occhi pieni d’adulterio e incapaci di smetter di peccare e adescano anime instabili. Hanno un cuore addestrato alla concupiscenza. Son figli maledetti. Abbandonando il sentiero diritto, sono stati sviati”. — II Pietro 2:13b-15a.
18. Come le persone non spirituali sono simili agli infedeli israeliti descritti in Isaia 5:11, 12?
18 Durante le ore del giorno, quando potrebbero compiere molte cose per edificare altri, gli individui non spirituali possono invece impegnarsi in gozzoviglie, abbandonandosi alla crapula nel mangiare e nel bere. Sono molto simili a certi israeliti che vissero solo per i piaceri. Nei loro banchetti il vino scorreva con eccessiva libertà. Col sopraggiungere della notte, le loro orge divenivano più chiassose e violente, accompagnando i loro rumorosi banchetti con musica passionale. Di tali persone il profeta Isaia scrive:
“Guai a quelli che si alzano la mattina di buon’ora solo per cercare la bevanda inebriante, che si indugiano fino a tardi nelle tenebre della sera così che il vino stesso li infiamma! E vi devono essere arpa e strumento a corda, tamburello e flauto, e vino ai loro conviti; ma non guardano l’attività di Geova, e non hanno visto l’opera delle sue mani”. (Isaia 5:11, 12)
Quelli che cercavano i piaceri agivano così come se non esistesse nessuna testimonianza delle splendide opere del Creatore. Non esercitavano nessun freno, ignorando completamente di dover rendere conto a Geova Dio, e, perciò, non potevano sperar di sfuggire al suo giudizio.
19. Che cosa mostra che alcuni che si associano alla congregazione sono amanti dei piaceri?
19 Non dovrebbe essere una sorpresa per noi se cose simili avessero luogo oggi fra alcuni che asseriscono di essere servitori di Dio. I ricevimenti nuziali e gli anniversari si possono convertire in occasioni per danze sfrenate e sensuali al suono di musiche passionali. In tali celebrazioni possono scorrere troppo liberamente bevande alcoliche. Il trattenimento rumoroso e disordinato può non terminare che alle prime ore del mattino o al sorgere dell’alba. In alcuni paesi, l’imposizione del nome a un neonato, l’inaugurazione di una nuova casa, i funerali e la dedicazione di edifici impiegati per l’adorazione possono essere convertiti in occasioni per tenere riunioni che divengono molto sconsiderate, disturbando perfino vicini mondani e inducendoli a chiedere aiuto per limitare l’eccessivo rumore. Anche nei paesi dove le persone sono generalmente conosciute per la loro riservatezza, fra intimi amici si può bere in modo così eccessivo da far parlare con disprezzo della verità della “buona notizia”. Certo, i veri cristiani devono guardarsi da tali eccessi. — I Pietro 4:3.
20. (a) Quale effetto hanno sulla congregazione quelli dediti agli eccessi? (b) Come anche occasioni nobili sono mutate in gozzoviglie?
20 Come disse l’apostolo Pietro, quelli che agiscono in questo modo sono come macchie che offuscano la reputazione della congregazione cristiana. Rovinano l’aspetto puro dei veri servitori di Dio. Sono come macchie su un vestito pulito o come qualche sgradevole difetto su un viso altrimenti attraente. Poiché l’intenzione di certuni è di giungere fino all’eccesso per soddisfare il loro desiderio di piaceri, mutano anche occasioni normalmente eccellenti in pretesti per essere chiassosi. Cercano di influire su altri o di insegnare loro, perché si uniscano in danze sfrenate e bevute smodate con la pretesa che sia solo un ‘normale divertimento’. Gli “occhi pieni d’adulterio” a cui Pietro si riferisce possono essere evidenti. Nei trattenimenti sociali, gli occhi dei maschi possono cominciare a guardare con interesse immorale le donne attraenti che sono presenti. I desideri impuri possono divenire così potenti che anche gli occhi di uomini sposati non possono semplicemente fare a meno di peccare. (Confronta Matteo 5:28; Marco 9:47). Le donne che non sono fermamente fondate nei principi cristiani, come “anime instabili”, possono facilmente divenire vittime di uomini corrotti. — Confronta II Timoteo 3:6, 7.
21. Perché le persone che coinvolgerebbero altri in una vita di eccessi sono un vero pericolo per la congregazione cristiana?
21 Questi uomini sono un vero pericolo, poiché mostrano abilità nell’accalappiare i deboli. L’apostolo Pietro li descrive dicendo che “hanno un cuore addestrato alla concupiscenza”. Tutto il loro obiettivo o la loro mira nella vita sembra che sia la soddisfazione di desideri di cupidigia, e divengono esperti nel conseguimento dei loro fini. Anche il discepolo Giuda parlò di tali individui che ‘si insinuano’ e mutano l’immeritata benignità di Dio “in una scusa per condotta dissoluta”, mostrandosi così falsi al nostro solo Proprietario, Gesù Cristo. Egli sa che spesso essi “ammirano le personalità a motivo del loro proprio beneficio”, e che quelli che causano divisioni sono “uomini animaleschi, che non hanno spiritualità”. (Giuda 4, 16, 19) Se alcuni riescono, sia con adulazioni che con dimostrazioni di apparente zelo, a ottenere influenza o posizione notevole dentro la congregazione, costituiscono un grave pericolo. Giustamente tali individui vengono sotto la maledizione di Dio e meritano la distruzione, come dichiara anche l’apostolo Pietro. Ciò che può dirsi degli uomini che seguono questa condotta divisiva e corruttrice può parimenti dirsi delle donne che si comportano in questo modo. — Confronta Rivelazione 2:20-23.
22, 23. Come quelli che corrompono altri sono simili a Balaam?
22 Inoltre, l’apostolo Pietro paragonò gli uomini corrotti a Balaam, dicendo:
“Han seguìto il sentiero di Balaam, figlio di Beor, che amò la ricompensa dell’ingiustizia, ma ricevette un rimprovero per la sua violazione di ciò che era giusto. Una bestia da soma senza voce, esprimendosi con voce umana impedì la pazza condotta del Profeta”. (II Pietro 2:15b, 16)
Questo divinatore sapeva molto bene che maledire gli israeliti era contrario alla volontà del Supremo Sovrano. Benché esteriormente sostenesse che non sarebbe andato oltre ciò che Geova gli avrebbe imposto di dire, Balaam nutriva intimamente il desiderio di maledire Israele. Voleva la ricompensa offerta dal re moabita Balac. Ma l’Iddio Onnipotente riprese Balaam per mezzo della stessa asina di Balaam. Con un miracolo, l’Altissimo fece in modo che una bestia da soma priva di ragione parlasse con parole intelligibili. (Numeri 22:1-35) Questo non fu difficile per Colui che avrebbe potuto far gridare anche le pietre. (Luca 19:40) Considerata l’estrema avidità di guadagno di Balaam. Geova Dio impiegò giustamente questo mezzo di riprensione molto insolito. Tentando di resistere alla volontà di Dio riguardo a Israele, Balaam agì come un uomo insensato. Per un certo tempo, la riprensione del suo animale domestico gli impedì di perseguire la sua condotta, giacché mostrò che semplicemente non poteva riuscire a maledire Israele. — Numeri 23:1–24:9.
23 Tuttavia, Balaam era ancora risoluto a ottenere la ricompensa. Infine, presentò un piano secondo cui gli israeliti avrebbero recato su se stessi la maledizione di Dio. Istruì Balac sul modo in cui poteva impiegare donne moabite e madianite per indurre gli uomini d’Israele a commettere idolatria e fornicazione. (Numeri 31:16; Rivelazione 2:14) La macchinazione ebbe un certo grado di successo e fu la causa della morte di 24.000 israeliti. — Numeri 25:1-9.
24. L’esempio di Balaam che cosa ci aiuta a vedere per quanto riguarda le persone egoiste?
24 Con quale vigore il caso di Balaam illustra la condotta di uomini che abbandonano ciò che è giusto allo scopo di trarne guadagno personale! Nemmeno un miracolo impedirebbe loro di cercar di soddisfare la loro avidità. Perciò, dovremmo evitare l’intima compagnia di chiunque ha un atteggiamento, un linguaggio e una condotta tali da turbare seriamente la nostra coscienza. Gli uomini egoisti semplicemente non hanno scrupoli quando si tratta di danneggiare altri per conseguire le loro proprie mete.
25. A che cosa danno enfasi le parole di II Pietro 2:17?
25 Continuando a descrivere tali uomini malvagi, Pietro afferma: “Questi sono fonti senz’acqua, nuvole spinte da violenta tempesta, e a loro è riservata l’oscurità delle tenebre”. (II Pietro 2:17) Non si ottiene nessun beneficio dall’intima compagnia di persone contaminate. Sono come pozzi o fonti a cui il viaggiatore stanco si avvicina con la speranza di avere acqua ristoratrice, solo per provare la delusione che la sorgente dell’acqua è prosciugata. Sono anche come nuvole o vapori senz’acqua, che uno guarda con la speranza di avere la pioggia necessaria per far crescere le messi ma che sono presto portati via da forti venti. Gli insegnanti di falsità non sono fonte di alcuna luce o intendimento. Essi stessi sono diretti verso “l’oscurità delle tenebre”, totali tenebre che rappresentano il giudizio di condanna che li attende.
STATE ATTENTI ALLE ‘ESPRESSIONI GONFIE’
26. Come l’apostolo Pietro descrive il modo in cui uomini corrotti conseguono i loro fini?
26 A causa del loro ingannevole aspetto esteriore dobbiamo guardarci dagli elementi pericolosi dentro la congregazione. Specialmente quelli che non sono ben stabiliti nella verità e nel modo di vivere cristiano devono stare attenti. I metodi seguiti dagli uomini egoisti possono fare molta impressione. Ma guai a quelli che sono ingannati dalle loro pompose convinzioni! L’apostolo Pietro dice:
“Pronunciano gonfie espressioni di nessun profitto, e adescano mediante i desideri della carne e mediante abitudini dissolute quelli che stanno appena sfuggendo a coloro che si conducono nell’errore. Mentre promettono loro libertà, sono essi stessi schiavi di corruzione. Poiché chiunque è sopraffatto da un altro ne è reso schiavo”. — II Pietro 2:18, 19, NW.
27. Che cosa è caratteristico delle parole e dell’atteggiamento di quelli che esercitano un’influenza corruttrice?
27 Quelli che persuadono altri perché adottino l’errore o seguano una condotta contraria alle norme di una coscienza pura spesso parlano con grande convinzione. Hanno un’opinione molto alta di se stessi e delle loro parole, e attribuiscono molto peso alle loro espressioni. (Confronta II Corinti 10:10, 12; 11:3-6, 12, 13). Invece di presentare sani ragionamenti scritturali con uno spirito di umiltà, forse scherniscono e parlano in maniera vigorosa ed enfatica, nascondendo la debolezza del loro argomento con scoppi d’ira. (Metti in contrasto II Corinti 4:2). Quando si esaminano alla luce delle Sacre Scritture, le loro parole di grande effetto si rivelano vuote o prive di utilità per chiunque.
28. Chi è più probabile che subisca l’influenza di elementi corrotti dentro la congregazione?
28 Deplorevolmente, quelli che non hanno una ferma base nella Parola di Dio possono non riconoscere il pericolo. Le loro ‘facoltà di percezione non sono esercitate per distinguere il bene dal male’. (Ebrei 5:14) Poiché questi instabili possono essersi separati solo di recente dalle pratiche mondane che disonorano Dio, tali pratiche possono ancora influire in qualche modo su di loro.
29. Qual è la veduta scritturale del divertimento o della ricreazione, ed esattamente quando abbiamo bisogno di stare in guardia?
29 È evidente che c’è bisogno di equilibrio quando ci si occupa di divertimento e ricreazione. Le Scritture non richiedono che i servitori di Dio conducano una vita di ascetismo, né rappresentano la rinuncia di se stessi come qualcosa che abbia una virtù sua propria eccetto solo quando è perseguita con qualche buon obiettivo. (Confronta Ecclesiaste 2:24; 3:1, 4, 13; 8:15; I Corinti 13:3; Colossesi 2:20-23). Ma questo non offre nessuna scusa per andare agli estremi, lasciando che la carne decaduta abbia il sopravvento e usando la libertà cristiana come un manto per coprire la malizia. (Galati 5:13, 14; I Pietro 2:16) Tale condotta non può mai essere in armonia con la norma di amare Dio e di amare il prossimo come noi stessi, la “legge regale” a cui siamo sottoposti. (Giacomo 2:8, 12) Quelli che ragionano altrimenti, e che nei loro eccessi scherniscono chi non è d’accordo con loro, mostrano di essere ancora schiavi delle proprie tendenze egoistiche.
30. Alla fine che cosa può accadere a causa dell’influenza corrotta dentro la congregazione?
30 C’è dunque bisogno di mantenerci assennati e di evitare gli estremi. C’è l’innegabile pericolo di essere condotti in un’avventata ricerca di piaceri. Uno può gradualmente essere attirato in un turbine di ricevimenti che, con l’andar del tempo, deteriorano nella qualità, scivolando sempre più verso gli estremi nella danza o nel bere, o nel guardare spettacoli che glorificano l’immoralità sessuale e il sadismo. È irragionevole pretendere che queste insane influenze non costituiscano nessun pericolo. Esse possono difficilmente essere un aiuto ma hanno l’effetto di indebolire la coscienza cristiana, infrangendo la fibra morale. Chi ha pretese diverse finisce spesso per divenire vittima dell’ubriachezza e di condotta sessuale errata. — Proverbi 13:20.
31, 32. Che cosa continueranno a fare alcuni membri della congregazione fino al “giorno del giudizio” e con quali conseguenze?
31 Veramente, l’apostolo Pietro raffigurò con accuratezza ciò che continuerà ad avvenire fra i servitori di Dio fino al “giorno del giudizio [degli ingiusti] perché siano stroncati”. (II Pietro 2:9) Ci saranno sempre quelli che cercheranno di estendere i limiti della libertà cristiana molto al di là di ciò che è ragionevole per poter soddisfare i loro desideri di piaceri sensuali. Non vogliono seguire l’ingiunzione biblica: “Fate morire perciò le membra del vostro corpo che sono sulla terra rispetto a fornicazione, impurità, appetito sessuale, desideri dannosi e concupiscenza”. (Colossesi 3:5) Invece, preferiscono proprio quei divertimenti che suscitano tali desideri errati. Quando vi coinvolgono altri, possono argomentare: ‘Se la nostra coscienza lo permette, non c’è nulla di male’. Ma essi non riconoscono che una coscienza contaminata non è una guida sicura. Questi cedono ai loro desideri errati e, perciò, ne sono schiavi. Le promesse di “libertà” che fanno ad altri sono ingannevoli.
32 I risultati per quelli che si precipitano di nuovo in una vita di trasgressione sono davvero calamitosi. L’apostolo Pietro scrisse:
“Certamente se, dopo essere sfuggiti alle contaminazioni del mondo mediante l’accurata conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, sono coinvolti di nuovo in queste cose e ne sono sopraffatti, le loro condizioni finali son divenute peggiori delle prime. Poiché sarebbe stato meglio per loro non aver accuratamente conosciuto il sentiero della giustizia che dopo averlo accuratamente conosciuto allontanarsi dal santo comandamento loro trasmesso. È accaduta loro la parola del verace proverbio: ‘Il cane è tornato al proprio vomito e la scrofa ch’era stata lavata a rivoltolarsi nel fango’”. — II Pietro 2:20-22.
33. (a) Quali cambiamenti può fare una persona quando viene alla conoscenza della verità? (b) Perché il ritorno alle vie del mondo è una questione molto seria?
33 Perché l’apostolo Pietro poté dire questo? Una volta che uno ha acquistato conoscenza del Signore Gesù Cristo, comincia a vedere la necessità di fare cambiamenti. Forse rinuncia al vizio di bere, a una vita d’immoralità, al gioco d’azzardo e ad altri vizi. Purificandosi per conformare la propria condotta a ciò che si richiede da un discepolo di Gesù Cristo, l’individuo fugge o evita le “contaminazioni del mondo”, le pratiche che come ha appreso sono divinamente disapprovate. Comunque, essendo di nuovo coinvolto in pratiche che disonorano Dio, rigetta premeditatamente ciò che come egli sa è giusto. La sua conoscenza di Gesù Cristo e la sua coscienza educata secondo la Bibbia servirono all’inizio come una restrizione contro la condotta errata. Quando si libera da tale salutare restrizione, può ben divenire anche peggio di prima che intraprendesse la via del discepolo cristiano. Può andare oltre ciò che fanno gli uomini che non hanno conoscenza del sentiero della giustizia. Questo avviene perché la sua coscienza è divenuta contaminata, o perfino cicatrizzata, come un tessuto morto. (Confronta I Timoteo 4:2). Se non avesse mai conosciuto il sentiero giusto, la sua cattiva condotta non avrebbe disonorato così riprovevolmente il nome di Cristo, il suo peccato non sarebbe stato della stessa gravità, e il giudizio divino contro di lui non avrebbe dovuto essere così severo. — Confronta Luca 12:45-48; I Timoteo 1:13, 15, 16.
34, 35. (a) Cosa possiamo dedurre dal proverbio circa il cane e il porco impuri? (b) Questo proverbio quale impressione dovrebbe farci?
34 Considerato il proverbio che Pietro cita, quelli che intraprendono una vita di peccato non fanno evidentemente uso delle loro opportunità di progredire nella vita cristiana. (II Pietro 1:2-11) Forse alcuni abbandonano esteriormente le pratiche cattive ma non provano mai odio per esse. Forse non si lasciano mai alle spalle il “vomito”, il sudiciume, di questo mondo. Per loro c’è ancora qualcosa di attraente, e così possono essere indotti a ritornarvi. Possono avere l’intimo desiderio di rigirarsi nel fango della degradazione morale del mondo. Nel caso di altri, possono mancar di accrescere l’apprezzamento per il valore della condizione cristiana, e infine ciò che il mondo ha da offrire esercita maggiore attrattiva. Com’è tragica la caduta di quelli che sono così ritrascinati nella condizione che un tempo era stata per loro disgustosa!
35 Il proverbio ispirato è una lezione di avvertimento per tutti quelli che asseriscono di essere cristiani. Se non coltiviamo nel nostro cuore la purezza morale e spirituale e non proviamo vero odio per il sudiciume di questo mondo, siamo in grave pericolo di rovina spirituale. I cristiani semplicemente non possono permettersi di abbassare la loro guardia nel resistere agli allettamenti di un mondo corrotto. Dobbiamo far morire i nostri desideri errati, non permettendo loro di avere il sopravvento su di noi, né li dovremmo stimolare guardando con desiderio ciò che il mondo ha da offrire. — I Corinti 10:12; Colossesi 3:5.
RIMANETE SVEGLI!
36. Oltre a rimanere moralmente e spiritualmente puri, che cosa abbiamo bisogno di fare per piacere al nostro Signore?
36 Oltre a rimanere moralmente e spiritualmente puri, abbiamo anche bisogno di essere attivi nel servizio del nostro Signore, aiutando altri sia spiritualmente che materialmente. Tutta la nostra condotta dovrebbe riflettere la vigilanza e l’attività spirituali. Dando enfasi a questo, l’apostolo Pietro affermò:
“Diletti, questa è ora la seconda lettera che vi scrivo, nella quale, come nella prima, desto le vostre chiare facoltà di pensare alla maniera d’un rammemoratore, affinché ricordiate le parole dette in precedenza dai santi profeti e il comandamento del Signore e Salvatore per mezzo dei vostri apostoli. Poiché voi sapete questo prima di tutto, che negli ultimi giorni verranno degli schernitori con i loro scherni, che procederanno secondo i propri desideri e diranno: ‘Dov’è questa sua promessa presenza? Infatti, dal giorno che i nostri antenati si addormentarono nella morte, tutte le cose continuano esattamente come dal principio della creazione’”. — II Pietro 3:1-4.
37. (a) Perché dovremmo tenere ‘deste le nostre chiare facoltà di pensare’? (b) Quale memorabile avvenimento additarono i profeti?
37 Per certo oggi traiamo beneficio dal tenere ‘deste le nostre chiare facoltà di pensare’ così che possiamo fare un’appropriata valutazione di ciò che è essenziale per ottenere l’approvazione divina. (Confronta II Pietro 1:12-15). I “santi profeti” sin da Enoc avvertirono che ci sarebbe stato un giorno della resa dei conti. In Giuda 14, 15 leggiamo: “Sì, il settimo uomo nella discendenza da Adamo, Enoc, pure profetizzò riguardo a loro, quando disse: ‘Ecco, Geova è venuto con le sue sante miriadi, per eseguir giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le loro empie opere che hanno empiamente fatte e di tutte le cose offensive che gli empi peccatori han dette contro di lui’”. Secoli dopo, i profeti ebrei come Isaia, Daniele, Gioele, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia furono spinti a proferire profezie simili. — Isaia 66:15, 16; Daniele 7:9-22; Gioele 3:9-17; Abacuc 3:16-18; Sofonia 1:14-18; Aggeo 2:21, 22; Zaccaria 14:6-9; Malachia 4:1-6.
38. Perché ci dovremmo sforzare di essere in uno stato di prontezza?
38 Il giudizio divino predetto da tutti questi profeti e da altri deve adempiersi. Questo richiede che in ogni tempo ci sforziamo di mantenerci in uno stato di prontezza e non mettiamo in pericolo la nostra pura reputazione dinanzi all’Altissimo.
39. Qual è il messaggio che ci comunicò il comandamento di Gesù Cristo?
39 Il messaggio che ci tramandarono i profeti è uguale a quello che ci comunicò il comandamento del nostro Signore Gesù Cristo, come fu ripetuto dagli apostoli, incluso Paolo. Noi discepoli del Figlio di Dio dovremmo essere attivi nel suo servizio, rimanere moralmente e spiritualmente puri, ed essere sempre pronti a ricevere il nostro Signore quando viene per eseguire il giudizio contro gli empi. Il Figlio di Dio dichiarò:
“Prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio. Poiché esso verrà su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:34-36.
40. Per evitar di cadere in un sonno spirituale, che dobbiamo fare?
40 Sì, dobbiamo guardarci dalle cadute spirituali. Questo richiede che evitiamo la sfrenata crapula nel mangiare e nel bere, e l’abbandono ai piaceri. Tali eccessi intorpidiscono la percezione e sovraccaricano il cuore con sentimenti di colpa. Scacciano i buoni motivi del cuore. Similmente, l’indebita preoccupazione circa il guadagnarsi da vivere può privare il cuore della rassicurante certezza che Geova Dio provvederà ogni cosa di cui abbiamo veramente bisogno. (Matteo 6:25-34) Ogni volta che il motivo principale del cuore cessa di essere il desiderio di essere trovati approvati dal Signore Gesù Cristo al suo tempo per il giudizio, si è in una condizione di grave pericolo spirituale. Si può essere sorpresi in una condizione disapprovata dal Signore, Gesù Cristo.
41. Perché la fede nella certezza della venuta di Cristo nella gloria è sempre stata un aiuto per rimanergli leali?
41 Come Pietro, gli altri apostoli fedeli insegnarono ai loro conservi credenti di tenere sempre presente dinanzi a sé la certezza della venuta di Cristo per eseguire il giudizio e ricompensare i suoi leali discepoli. Un primo obiettivo di tale insegnamento era quello di aiutare i cristiani ad essere trovati approvati all’arrivo del Figlio “con potenza e gran gloria”. (Matteo 24:30) Come aveva fatto Gesù, gli apostoli continuarono a dare enfasi all’importanza di mostrarsi fedeli sino alla fine. Tale fine poteva venire o alla loro morte o alla “presenza del giorno di Geova”. (II Pietro 3:12) Poiché anche la risurrezione dei coeredi di Cristo è collegata nelle Scritture con il suo ritorno, le speranze di tutti i suoi veri discepoli sono connesse all’arrivo del Figlio di Dio nella funzione di un glorioso Re celeste. (Matteo 10:28; 24:13, 36-44; I Tessalonicesi 1:9, 10; 4:14-17) Così, durante tutta la storia della congregazione cristiana, l’incrollabile fede nella venuta del Signore “con potenza e gran gloria” è stata un aiuto nel mostrare la propria lealtà verso di lui.
NON SIATE INGANNATI DAGLI SCHERNITORI
42. (a) Perché udiamo oggi la voce di schernitori? (b) Qual è il loro argomento?
42 In parte a causa del grande desiderio di essere viventi quando Gesù Cristo si rivela nella gloria, in tutti i secoli ci sono stati credenti che hanno cominciato a contare su un periodo o anno particolare per il termine del sistema di cose empio. Questo è accaduto fino a questi “ultimi giorni”. Poiché certe attese non si sono realizzate, molti hanno inciampato e sono tornati alle vie del mondo. In adempimento delle parole di Pietro, anche oggi udiamo la voce degli schernitori. (II Pietro 3:3, 4) In effetti, essi dicono: ‘Che ragione c’è per credere che il Figlio di Dio verrà a giustiziare gli empi e a ricompensare i suoi discepoli? Infatti, dal tempo della creazione non è cambiato nulla. Gli originali processi della vita continuano e non indicano la venuta di una fine disastrosa in un futuro prossimo. Gli uomini si sposano, e le donne sono date in matrimonio, nascono bambini, e gli uomini continuano a invecchiare e a morire’. Così intendono dire che il Signore Gesù Cristo non verrà mai per eseguire il giudizio o che questo avvenimento è così lontano nel futuro da non suscitare nessuna preoccupazione immediata.
43. Cosa mostra che c’è sempre stato per i discepoli di Cristo il bisogno di essere diligenti nell’assolvere le loro responsabilità?
43 Tali schernitori hanno totalmente perso di vista il fatto che la morte o il “giorno di Geova” li sopraggiungerà inevitabilmente. In ciascun caso, non avranno più l’opportunità di accumulare tesori in cielo nella forma di opere eccellenti. (Luca 12:15-21, 31, 33-40) Quindi, per i discepoli di Gesù Cristo non c’è mai stato un periodo di storia in cui si potessero permettere di trascurare le loro responsabilità. Per certo, il rischio di far questo è ancora più grande nel nostro tempo.
44. Quali basilari responsabilità dovremmo assolvere?
44 Oggi, dunque, quali responsabilità dovremmo esattamente assolvere? Da una parte, abbiamo il comando: “Fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. (Matteo 28:19, 20) Sì, al termine del sistema di cose, abbiamo il privilegio di partecipare alla predicazione mondiale della “buona notizia del regno”. (Matteo 24:14) Di importanza particolarmente essenziale in questo tempo è il nostro obbligo di mostrare amore a tutti i nostri fratelli, rispondendo ai loro bisogni di aiuto, comprensione e incoraggiamento. (Confronta Matteo 25:35-40; Ebrei 13:1-3; I Giovanni 3:16-18). Inoltre, ci dobbiamo esercitare di continuo per rimanere puri dalle degradanti opere della carne. — Matteo 7:21-23: Galati 5:19-21.
GEOVA HA DATO PROVA CHE GLI SCHERNITORI SONO IN ERRORE
45, 46. Quale prova ha provveduto Geova per mostrare che gli schernitori hanno torto?
45 Mentre continuiamo a condurre una vita in armonia con la nostra determinazione di essere discepoli di Gesù Cristo, vorremo tenere sempre dinanzi il fatto che Geova Dio molto tempo fa provvide la prova che conferma innegabilmente che gli schernitori sono in errore. Richiamando l’attenzione su ciò, l’apostolo Pietro scrisse:
“Secondo il loro desiderio, sfugge alla loro attenzione questo fatto, che nei tempi antichi vi erano i cieli, e la terra era solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua mediante la parola di Dio; e mediante tali mezzi il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”. — II Pietro 3:5, 6.
46 Il fatto che Geova Dio abbia già distrutto una volta un mondo di empi mostra che gli schernitori sono in errore quando concludono che nelle attività umane non ci sarà nessun drastico cambiamento ma che ogni cosa continuerà “esattamente come dal principio della creazione”. Abbiamo la parola della promessa di Dio stesso che, per mezzo del Figlio suo, agirà contro gli empi. Questa parola è così potente che non c’è possibilità che resti inadempiuta.
47. Come il racconto della creazione rivela il potere della “parola” di Dio?
47 La maniera in cui la Bibbia parla delle opere creative di Geova rivela il potere della sua “parola”. Da Genesi, capitolo 1, vediamo che, quando l’Altissimo dice la parola o dà il comando, il suo proposito è come se fosse già attuato. (Confronta Salmo 148:1-6). In riferimento al secondo giorno, ci viene detto: “Dio proseguì, dicendo: ‘Si faccia una distesa fra le acque e avvenga una divisione fra le acque e le acque’. Quindi Dio faceva la distesa e faceva una divisione fra le acque che dovevano essere sotto la distesa e le acque che dovevano essere sopra la distesa. E così si fece”. (Genesi 1:6, 7) Quindi, il terzo giorno, “Dio proseguì, dicendo: ‘Le acque sotto i cieli si raccolgano in un sol luogo e appaia l’asciutto’. E così si fece”. — Genesi 1:9.
48. Come la terra venne a trovarsi “solidamente fuori dell’acqua e nel mezzo dell’acqua”?
48 Ciò che il racconto di Genesi dice è in piena armonia con la descrizione fatta dall’apostolo Pietro. Siccome l’asciutto emerse dalla superficie delle acque terrestri, la ‘terra stette solidamente fuori dell’acqua’. Tuttavia, a causa dell’acqua che circondava la terra al di sopra della distesa (che conteneva i gas necessari per sostenere la vita), la terra era anche “nel mezzo dell’acqua”. (Confronta Proverbi 8:24-29). Questa disposizione venne all’esistenza per mezzo della “parola di Dio”.
49. (a) Come “mediante tali mezzi il mondo di quel tempo subì la distruzione”? (b) Quale avvenimento futuro la potente “parola di Dio” rende certo?
49 Le acque sospese molto al di sopra della superficie della terra e le acque terrestri crearono la possibilità di un diluvio universale e risultarono in effetti il mezzo con cui l’Altissimo distrusse un mondo di empi. Pertanto, il Diluvio è per tutti quelli che scherniscono come un esempio ammonitore della certezza dell’intervento divino nelle attività umane al tempo della presenza di Cristo. La potente parola che portò all’esistenza le possibilità di un diluvio universale è la stessa parola che addita la distruzione del malvagio sistema di cose attuale. L’apostolo Pietro continua: “Ma mediante la stessa parola i cieli e la terra che sono ora son custoditi per il fuoco e sono riservati al giorno del giudizio e della distruzione degli uomini empi”. — II Pietro 3:7.
50. (a) In riferimento alla distruzione del vecchio sistema di cose attuale, quale punto di vista hanno adottato alcune persone che si associano alla congregazione cristiana? (b) Come si manifesta questo atteggiamento?
50 Specialmente a causa dei molti secoli trascorsi da che l’apostolo Pietro scrisse queste parole e a causa di certe aspettative inadempiute, alcune persone che si associano alla congregazione cristiana hanno messo in dubbio che venga mai tale distruzione. Benché non si uniscano forse apertamente agli schernitori, non considerano più il “giorno del giudizio” come un avvenimento con cui dover fare i conti. Divengono negligenti in quanto a comportarsi in modo degno delle loro responsabilità cristiane, e soccombono a uno stato di sonnolenza spirituale. Si sforzano di ottenere il più che possono dal sistema di cose attuale in quanto a piaceri e ricchezze.
APPREZZATE LA PAZIENZA DI GEOVA
51. Perché non dovremmo pensare che la venuta di Cristo nella funzione di giustiziere abbia impiegato molto tempo ad arrivare?
51 Da un punto di vista umano, può sembrare che la venuta di Cristo nella funzione di giustiziere della vendetta divina abbia impiegato molto tempo ad arrivare. Ma non è stato così agli occhi di Geova Dio. Di conseguenza, per evitare di addormentarci spiritualmente, dobbiamo considerare le cose dal punto di vista dell’Altissimo. Le parole dell’apostolo Pietro ci possono aiutare a fare proprio questo. Leggiamo:
“Comunque, non sfugga alla vostra attenzione questo solo fatto, diletti, che un giorno è presso Geova come mille anni e mille anni come un giorno. Geova non è lento riguardo alla sua promessa, come alcuni considerano la lentezza, ma è paziente verso di voi perché non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento. Tuttavia il giorno di Geova verrà come un ladro”. — II Pietro 3:8-10.
52, 53. In quale senso mille anni sono per Geova come un giorno, e un giorno come mille anni?
52 Geova non è indifferente riguardo al tempo che ha relazione con l’uomo. (Genesi 1:14, 15) Fece l’uomo in modo che tenesse conto del tempo. Nella Bibbia, Dio ha segnato particolari periodi di tempo, essendo questi misurati in anni secondo il calcolo del tempo dell’uomo. (Genesi 15:13-16; Esodo 12:40, 41; Galati 3:17; Numeri 14:33, 34; 32:13; Deuteronomio 2:7; Giosuè 5:6; Atti 13:20) Poiché è un Dio senza principio e senza fine, ab eterno in eterno, la sua propria vita non può essere misurata nel tempo. (Salmo 90:2, 4) Ciò che per l’uomo sono dunque mille anni o un periodo di oltre 365.000 giorni, comparativamente parlando, per l’Iddio di eternità sono solo come un giorno di 24 ore.
53 Quando l’ispirato Pietro dice, inoltre, che “un giorno è presso Geova come mille anni”, non intende dire che il tempo si trascini per Geova stancamente riguardo alle attività terrestri o umane. Piuttosto, in un giorno di 24 ore Dio potrebbe compiere ciò per cui l’uomo impiegherebbe, diciamo, mille anni. Ma l’Altissimo non è mai a corto di tempo, sebbene possa affrettare le cose. Tuttavia, se vuole attendere mille anni prima di compiere una certa azione, relativamente parlando, egli attende un solo “giorno”.
54. (a) Perché non dovremmo pensare che Geova Dio sia lento? (b) Come abbiamo tratto beneficio dalla pazienza di Dio?
54 Così, invece di guardare i secoli che sono passati da che l’apostolo Pietro scrisse la sua seconda lettera come una prova di lentezza da parte di Dio, dovremmo considerare questo periodo come una meravigliosa dimostrazione di pazienza divina. Ciò prova innegabilmente che il nostro Padre celeste vuole che in ogni luogo le persone si pentano e vivano. Come indicò Pietro, la pazienza di Dio è stata utile per i cristiani. Una volta anch’essi erano increduli e si dovettero pentire per ottenere presso l’Altissimo una reputazione approvata. Comunque, se il giudizio divino fosse stato eseguito contro il mondo di empi, quelli che non si erano ancora pentiti sarebbero periti. Così la pazienza di Geova ha permesso la salvezza dei cristiani, come anche ora continua a offrire opportunità perché altri si pentano e vivano. Ciò nondimeno, la pazienza divina non viene mostrata a tempo indefinito. Inaspettatamente, come quando viene un ladro, il Signore Gesù Cristo sarà rivelato “in un fuoco fiammeggiante” quando comincerà la sua opera di giustiziare gli empi. — II Tessalonicesi 1:7-9.
55. Che dovremmo fare dopo aver considerato la certezza della venuta di Cristo per eseguire il giudizio, e questo che cosa può significare per noi?
55 Poiché tale rivelazione del Signore Gesù Cristo può venire in qualsiasi tempo, dobbiamo pensare seriamente alla nostra posizione dinanzi a Dio e a Cristo. Non abbiamo un tempo infinito per farci una reputazione di opere eccellenti che ci consenta d’essere da loro ritenuti approvati. La Bibbia mostra chiaramente che il giorno in cui il nostro Signore verrà per il giudizio coglierà di sorpresa quelli che non sono vigilanti. Se siamo negligenti circa le nostre responsabilità cristiane, tale avvenimento potrà quindi sorprenderci come un ladro in una condizione impreparata. Perciò, dovremmo sforzarci di vivere ogni giorno come se fosse il nostro ultimo, non lasciando che i desideri personali o i piaceri interferiscano con il nostro fedele servizio a Geova Dio e al nostro Signore Gesù Cristo. In tal caso, non rimpiangeremo mai il modo in cui avremo impiegato il nostro tempo, le nostre energie e i nostri beni materiali. La rivelazione del Signore Gesù Cristo non sarà allora un tempo per smascherarci come schiavi sleali meritevoli di punizione. Ma darà inizio a un periodo di benedizioni impareggiabili in cui faremo parte dei “nuovi cieli’ o della “nuova terra” stabiliti da Dio. Certo, questa è una splendida speranza che vale la pena di salvaguardare. — II Pietro 3:13.