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Calore dalla torbaSvegliatevi! 1970 | 22 agosto
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al caminetto con la sola luce della torba che brucia, e guardare le brillanti fiamme verdi, azzurre, arancioni e gialle che mandano la loro ombra nella stanza! Sì, c’è un non so che di piacevole e intimo in una confortevole casa riscaldata con la torba.
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‘Il deserto esulterà’Svegliatevi! 1970 | 22 agosto
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“La tua parola è verità”
‘Il deserto esulterà’
IL PAESE che Dio diede alla nazione d’Israele non era un deserto. Mosè lo descrisse come “un buon paese, un paese di valli del torrente d’acqua, di sorgenti e d’acque dell’abisso che scaturiscono nella pianura della valle e nella regione montagnosa, un paese di frumento e orzo e viti e fichi e melograni, un paese di ulivi da olio e di miele”. — Deut. 8:7, 8.
Comunque, se gli Israeliti avessero continuato a servire il loro Dio Geova fedelmente il paese sarebbe rimasto un effettivo paradiso. Era predetto che la disubbidienza da parte loro avrebbe avuto come risultato la completa desolazione del paese dato loro da Dio, il quale si sarebbe trasformato da una bella regione in un deserto incoltivato. Si avverò quell’avvertimento profetico? — Lev. 26:33-35.
In adempimento alla parola profetica, circa novecento anni dopo che Mosè l’aveva scritta, l’anno 607 a.E.V. vide la conquista di Giuda e di Gerusalemme da parte dei Babilonesi. I Giudei superstiti, ad eccezione dei più poveri, furono portati in esilio a Babilonia. Su quelli lasciati nel paese, Nabucodonosor costituì Ghedalia come governatore. Dopo l’assassinio di Ghedalia i Giudei rimasti ancora nel paese, temendo la punizione per mano dei Caldei a causa dell’assassinio, fuggirono in Egitto. La predetta desolazione fu allora completa. — Ger. 39:8-10; 40:5; 41:2; 43:2-7.
Ma non era proposito di Geova che il paese rimanesse un deserto disabitato. Più di un secolo prima della distruzione di Gerusalemme il profeta Isaia aveva scritto: “Il deserto e la regione senz’acqua esulteranno”. (Isa. 35:1; si veda anche Isaia 51:3). L’adempimento di quella profezia richiedeva la liberazione degli esuli Giudei così che potessero tornare al loro desolato paese nativo. Come il paese aveva fatto lutto per la sua desolazione, così doveva esultare cessando d’essere un deserto disabitato. — Isa. 24:1, 3, 4; 33:8, 9.
Da un punto di vista umano, comunque, la trasformazione del deserto in un paradiso edenico poteva sembrare improbabile. La liberazione dall’esilio era impossibile finché Babilonia continuava a esistere come potenza mondiale. Tuttavia anche dopo che erano passati quasi sette decenni dalla predetta desolazione del paese per settant’anni, la città capitale di Babilonia era apparentemente inespugnabile. (Ger. 29:10) Perciò, molti Giudei probabilmente dubitavano di una futura restaurazione. Ma chiunque avesse avuto mani deboli, ginocchia vacillanti e cuore ansioso poteva trarne conforto dalle ulteriori parole di Isaia: “Siate forti. Non temete. Ecco, il vostro proprio Dio verrà con la vendetta stessa, Dio pure con una ricompensa. Egli stesso verrà e vi salverà”. — Isa. 35:3, 4.
Avverando la sua Parola, nel 539 a.E.V. Geova Dio venne effettivamente con la vendetta stessa contro Babilonia per mezzo di alcune nazioni, compresi i Medi e i Persiani. Gli eserciti erano guidati da Ciro, l’uomo stesso che Geova, per mezzo di
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