-
AzecaAusiliario per capire la Bibbia
-
-
che dice in parte: “ . . . attendiamo segnalazioni da Lachis, secondo tutti i segnali che dà il mio signore, perché non vediamo quelli di Azeca”. Se, come sembra probabile, questa lettera fu scritta al tempo dell’attacco babilonese indicherebbe che Azeca aveva già capitolato e quindi da quella fortezza non si ricevevano più segnalazioni.
Dopo i settant’anni di desolazione del paese, Azeca fu una delle città ripopolate dagli ebrei tornati dall’esilio. — Nee. 11:25, 30.
-
-
BaalAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Baal
(Bàal) [padrone, proprietario].
Nelle Scritture la parola ebraica bà‘al è usata in riferimento a (1) un marito quale proprietario della moglie (Gen. 20:3), (2) proprietari terrieri (Gios. 24:11), (3) “proprietari delle nazioni” (Isa. 16:8), (4) confederati (letteralmente “proprietari di un patto”) (Gen. 14:13), (5) proprietari o possessori di beni tangibili (Eso. 21:28, 34; 22:8; II Re 1:8), (6) persone o cose aventi qualche caratteristica propria della loro natura, usanza, occupazione e simili; per esempio, arciere (letteralmente “proprietario di frecce”) (Gen. 49:23), ‘creditore di un debito’ (letteralmente “proprietario di un debito”) (Deut. 15:2), “chi si dà all’ira” (letteralmente “proprietario d’ira”) (Prov. 22:24), “mio avversario in giudizio” (letteralmente “proprietario del mio giudizio”) (Isa. 50:8), “aveva le due corna” (letteralmente “proprietario delle due corna”) (Dan. 8:6), (7) Geova (Osea 2:16), (8) falsi dèi. — Giud. 2:11, 13.
Quando il termine bà‘al si applica al falso dio Baal, in genere si distingue dal nome comune mediante l’articolo determinativo. Nelle Scritture l’espressione hab-Be‘alìm (“i Baal”) sembra riferirsi alle divinità locali ritenute proprietarie e protettrici di un certo luogo, mentre hab-Bà‘al (“il Baal”) designava un particolare dio cananeo. Originalmente il termine “baal” poteva essere un titolo che col tempo finì per essere usato quasi esclusivamente invece del nome proprio del dio.
Nella storia d’Israele Geova a volte fu chiamato “Baal”, nel senso di Signore o Marito della nazione. (Isa. 54:5) Quindi nella loro apostasia gli israeliti forse associarono erroneamente Geova a Baal. Questo sembra confermato dalla profezia di Osea che sarebbe giunto il tempo in cui la nazione d’Israele, dopo essere andata in prigionia ed esserne tornata, si sarebbe pentita e avrebbe chiamato Geova “Mio marito”, e non più “Mio proprietario” (“Mio Baal”, VR). Il contesto suggerisce che il nome “Baal” e ogni sua menzione in relazione al falso dio non si sarebbero più trovati sulle labbra degli israeliti. — Osea 2:9-17.
BAAL NELLA BIBBIA E IN FONTI NON BIBLICHE
Poco si sapeva dell’adorazione di Baal, a parte i molti riferimenti scritturali, finché gli scavi di Ugarit (la moderna Ras Shamra sulla costa della Siria di fronte all’estremità nordorientale dell’isola di Cipro) non portarono alla luce molti oggetti religiosi e centinaia di tavolette d’argilla. Molti di questi antichi documenti, ora noti come testi di Ras Shamra, si pensa contengano la liturgia o le parole pronunciate da coloro che partecipavano ai riti durante le feste religiose.
Nei testi di Ras Shamra, Baal (chiamato anche Aliyan [colui che prevale] Baal) è menzionato come “[Principe] Zabul, Signore della terra” e “Cavaliere delle nubi”. Ciò è in armonia con un bassorilievo in cui Baal figura con un bastone o mazza nella destra e una saetta stilizzata terminante con la punta di una lancia nella sinistra. A volte è raffigurato anche con un elmo con le corna, e questo suggerisce stretta attinenza col toro, simbolo di fertilità.
Normalmente dalla fine di aprile a settembre non piove mai in Palestina. In ottobre cominciano le piogge che continuano per tutto l’inverno fino ad aprile, favorendo un’abbondante vegetazione. I mutamenti delle stagioni e i relativi effetti si riteneva avvenissero in cicli a motivo degli interminabili conflitti tra gli dèi. La fine delle piogge e la morte della vegetazione erano attribuite al trionfo del dio Mot (morte e aridità) su Baal (pioggia e fertilità), che costringeva Baal a ritirarsi nelle profondità della terra. L’inizio della stagione delle piogge si credeva indicasse che Baal si era ridestato alla vita. Ciò, si pensava, era reso possibile dal trionfo di Anat, sorella di Baal, su Mot, che permetteva a suo fratello Baal di tornare sul trono. L’unione di Baal con sua moglie, presumibilmente Astoret, si credeva assicurasse la fertilità per l’anno successivo.
I cananei agricoltori e allevatori di bestiame probabilmente ritenevano che partecipando a un rituale prescritto, una sorta di magia propiziatoria, contribuivano a stimolare i loro dèi ad agire secondo il modello rappresentato nelle feste religiose e che ciò fosse necessario per assicurare bestiame e raccolti abbondanti l’anno successivo e per scongiurare siccità, piaghe di locuste, ecc. Quindi il ritorno di Baal alla vita per essere intronizzato e unito alla sua consorte pare fosse celebrato con licenziosi riti della fertilità, contrassegnati da orge sessuali di sfrenata dissolutezza.
Senza dubbio ogni città cananea aveva il suo tempio di Baal in onore del Baal patrono locale. Venivano nominati sacerdoti per dirigere l’adorazione in tali templi e nei molti santuari sulle colline circostanti noti come “alti luoghi”. (Confronta II Re 17:32). All’interno dei santuari ci potevano essere statue o immagini di Baal, mentre presso gli altari all’esterno si trovavano pilastri di pietra (probabilmente simboli fallici di Baal), pali sacri che rappresentavano la dea Asheràh, e incensieri. (Confronta II Cronache 34:4-7). Uomini e donne si prostituivano sugli alti luoghi e, oltre
-