Accettiamo pienamente la sfida del servizio di Geova
“‘Nascosi da te la mia faccia solo per un momento, ma con amorevole benignità a tempo indefinito avrò di sicuro misericordia su di te’, ha detto il tuo Ricompratore, Geova”. — Isa. 54:8.
1, 2. Quali avvenimenti nell’antica Betleem conducevano a una sfida che avrebbe avuto effetti di vasta portata?
A BETLEEM stava spuntando l’alba. Si poteva già scorgere debolmente un po’ di movimento per le strade mentre la pallida luce del nuovo giorno rivelava alcune indistinte figure che si affrettavano a sbrigare qualche faccenda di buon mattino. L’aggraziata figura di una giovane donna si avvicina alla città e attraversa rapida e silenziosa lo spiazzo che è all’ingresso della porta. Dal suo viso traspare un’espressione di gioia e si muove con passo elastico nonostante il fagotto avvolto nel mantello. Ella gira ed entra in una casa modesta dov’è salutata brevemente da una donna molto più vecchia, quindi entrambe si siedono, aspettando vivamente, la più giovane con una speranza per il futuro, la più vecchia con la speranza di realizzare il desiderio di tutta una vita.
2 La mente di entrambe le donne va alla porta della città e agli avvenimenti che cominciano a verificarsi mentre i primi raggi del sole nascente illuminano la cittadina appollaiata sull’altura collinosa. Più persone si muovono nelle strade. Il sole sale più in alto. Benché non sia ancora estate, il periodo semestrale d’asciutto è inoltrato e anche in queste prime ore del giorno il sole comincia a far sentire il suo calore. Ora c’è gente dappertutto e lo spiazzo davanti alla porta della città è teatro di considerevole attività. Ma all’ingresso della porta è seduto da solo un uomo anziano, il cui portamento e abito lo distinguono come un uomo di mezzi e di una certa importanza nella comunità. Questa mattina ha un contegno grave mentre i suoi occhi scrutano ogni nuovo viso che appare nella piazza. Ovviamente, cerca qualcuno. All’improvviso grida: “Vieni, siedi qui, ‘Tal dei tali’”. Un altro uomo di età matura si ferma, si gira e si siede accanto al primo. Con questo saluto e questa risposta, dovevano cominciare avvenimenti che avrebbero cambiato non solo la vita delle due donne che attendevano pazientemente nella casetta di Betleem, ma anche la vita di molti nelle generazioni avvenire. Doveva essere presentata al “Tal dei tali” una sfida che avrebbe avuto effetti di vasta portata, perfino nel nostro giorno.
3. Chi furono i principali personaggi del dramma di Naomi e Rut, e a quali domande si deve rispondere circa la loro parentela?
3 Il nome della giovane donna che entrò nella città in quel giorno significativo era Rut e la donna più anziana che la salutò quando ella entrò in casa era sua suocera, Naomi, vedova di Elimelec. Rut non era Giudea naturale di nascita benché Naomi lo fosse. Rut era Moabita. Ma come fece a divenire nuora di Naomi, e abitare a Betleem così lontano dal suo paese e dal suo popolo? Qual era la sua parentela con Boaz, l’uomo anziano così intento a discutere una cosa con il “Tal dei tali”? E che cos’era questa cosa tanto importante che la sua sfida poteva influire sulla nostra vita oggi, oltre trenta secoli dopo?
4. Chi o che cosa raffigurano i personaggi principali?
4 Il dramma che stava per cominciare nell’antico Israele, narrato nel libro di Rut, profetizzava avvenimenti dei tempi moderni che presentano una sfida e hanno effetti di vasta portata come quelli di allora. (1 Cor. 10:11; Rom. 15:4) E ciascun personaggio dell’antico dramma è pure figurativo. Il nome Elimelec significa “Dio è re”. Pertanto egli raffigura il Signore Gesù Cristo. Lo stesso può dirsi di Boaz, stretto parente di Naomi, il cui nome significa possibilmente “con forza”. C’era dunque da aspettarsi che Naomi, il cui nome significa “mia piacevolezza”, raffigurasse quelli sposati a Gesù, quelli che formano la sua sposa, particolarmente quelli che sono sulla terra in questo “tempo della fine” quando il dramma ha il suo rimarchevole adempimento. Rut, il cui nome significa forse “amicizia”, divenne nuora di Naomi ed ebbe così la prospettiva di produrre una progenie per Naomi. Pertanto anch’ella rappresenterebbe quelli della sposa di Cristo, da un punto di vista leggermente diverso e in diverse circostanze. Chi raffigura dunque quello chiamato “Tal dei tali”, che fu pure stretto parente di Naomi? Lasceremo che il corso degli avvenimenti nel giorno moderno ne renda chiara l’identità.
UNA DONNA ABBANDONATA
5. (a) Che cosa accadde a Betleem nel giorno di Naomi, e che cosa fece come risultato suo marito Elimelec? (b) Che cosa raffigura questo nell’adempimento moderno?
5 Torniamo ora al tempo in cui la felice famiglia di Elimelec era ancora intatta, sua moglie, Naomi, e i loro due figli, Malon e Chilion, abitanti nel territorio di Giuda, a Betleem o Efrata. Betleem significa “casa del pane”, mentre Efrata significa “fruttuosità” o “fertilità”. Entrambi i nomi hanno a che fare con l’abbondanza, con l’assenza della fame o della carestia, ma in questo tredicesimo secolo avanti la nostra èra volgare, si abbatte effettivamente su Betleem e sull’intero territorio della tribù di Giuda la carestia, la mancanza di pane, raffigurando la scarsità che in modo spirituale colpì l’organizzazione di Geova durante la prima guerra mondiale. Sia che altri abitanti di Betleem lasciassero o no la città, Elimelec se ne va con la sua famiglia. Attraversa il fiume Giordano e si stabilisce nel paese o nel campo di Moab per risiedervi temporaneamente come residente forestiero, così come oggi i servitori di Geova sono residenti temporanei nel sistema di cose di Satana. (Giov. 17:16; 1 Giov. 5:19) Così facendo, Elimelec lascia nel paese un possedimento ereditario. — Rut 1:1, 2.
6. Quali avvenimenti accaddero ai parenti di Naomi in Moab?
6 Col passar del tempo l’attempato Elimelec muore, lasciando Naomi vedova. Naomi ritiene quindi opportuno fare sposare i suoi due figli lì nel paese di Moab, e Malon, evidentemente il maggiore, sposa Rut la Moabita, mentre Chilion sposa Orpa, pure Moabita. Infine, comunque, anche Malon e Chilion muoiono, lasciando una madre vedova, Naomi, e mogli vedove, Rut e Orpa. (Rut 1:3-5) Sono vedove senza figli, e non hanno dato nessuna progenie a Naomi. Essendo ella stessa troppo vecchia per avere dei figli, Naomi deve sopportare un amaro biasimo. La morte di Malon (che significa “malaticcio, invalido”) e Chilion (che significa “fragilità”) raffigura la morte spirituale di alcuni associati all’organizzazione di Dio in questo difficile periodo. Fu un tempo di grande dolore per il popolo di Geova.
7. Come considerò Naomi la sua condizione, e quale condizione profetizzò Isaia secoli dopo?
7 Naomi si vide come una donna abbandonata, senza seme o senza la facoltà riproduttiva di produrre seme. Era come “una moglie lasciata interamente e afflitta di spirito, e come una moglie del tempo della giovinezza che fu quindi rigettata”. Nei giorni in cui il frutto del seno si poteva considerare come una benedizione da Geova e la sterilità come una maledizione, Naomi si sentì giustificata a dire: “Geova mi ha umiliata”. (Rut 1:21) Secoli dopo il profeta Isaia fu ispirato a scrivere di una simile umiliazione, in questo caso come diretto risultato del dispiacere di Geova. Per capire pienamente la sfida che si presentò a Naomi, dobbiamo comprendere la profezia d’Isaia e la sua applicazione ad avvenimenti che si sono verificati in adempimento nei tempi moderni. “‘Poiché Geova ti chiamò come se tu fossi una moglie lasciata interamente e afflitta di spirito, e come una moglie del tempo della giovinezza che fu quindi rigettata’, ha detto il tuo Dio: ‘Per breve momento ti lasciai interamente, ma con grande misericordia ti radunerò. Con una marea d’indignazione nascosi da te la mia faccia solo per un momento, ma con amorevole benignità a tempo indefinito avrò di sicuro misericordia su di te’, ha detto il tuo Ricompratore, Geova”. — Isa. 54:6-8
GEOVA, UN PROPRIETARIO MARITALE
8, 9. (a) A chi sono rivolte le parole di Isaia 54:6-8, e com’è questo mostrato nel contesto della profezia? (b) Quale gruppo vi è incluso che è pure raffigurato da Naomi?
8 Questa profezia farebbe pensare che Geova, l’Iddio di tutta la creazione, abbia una moglie. È possibile? Sì, simbolicamente parlando. In Isaia 54:5 le viene detto: “Poiché il suo grande Fattore è il tuo proprietario maritale, essendo il suo nome Geova degli eserciti; e il Santo d’Israele è il tuo Ricompratore”. Queste parole sono rivolte non a Naomi, che al giorno d’Isaia era morta da cinque secoli, né ad alcuna donna letterale ma a un’organizzazione, la celeste Sion, l’organizzazione universale di spirituali figli di Dio in cielo. Negli scorsi millenovecento anni questi figli spirituali dell’organizzazione universale di Dio non sono stati limitati agli invisibili angeli spirituali del cielo che sono ancora santi e leali a Geova Dio. Questa organizzazione universale di Geova ha incluso figli di Dio generati dallo spirito sulla terra che raggiungono infine il numero totale di 144.000. (Riv. 14:1) Tutti questi sono seguaci delle orme del principale dell’organizzazione universale di Dio, cioè il Signore Gesù Cristo.
9 Questi 144.000 seguaci delle orme di Gesù Cristo sono fidanzati per sposarlo in cielo e di conseguenza sono la futura sposa di Cristo, come li chiama Rivelazione 21:9, “la sposa, la moglie dell’Agnello”. I membri di questa classe della sposa sono stati scelti nel corso dei passati millenovecento anni. Per questa ragione oggi sulla terra poteva essercene tutt’al più solo un rimanente. Quelli che sopravvissero alla prima guerra mondiale, essendosi dedicati a Dio e battezzati prima dell’anno 1919 del nostro ventesimo secolo, sono raffigurati nel dramma da Naomi. Come vennero dunque a trovarsi nella condizione di Naomi nel paese di Moab, senza figli e abbandonata?
10. Quale interdipendenza c’è fra il rimanente e l’universale organizzazione di Dio, e in quale periodo il più grande Elimelec “morì” rispetto alla classe di Naomi?
10 Per capire questo aspetto del dramma di Naomi e di Rut è necessario capire un altro aspetto della relazione del rimanente sulla terra con altri membri dell’organizzazione universale di Dio, quelli che sono in cielo. Poiché quelli del rimanente sono membri dell’organizzazione universale di Dio, qualsiasi cosa tocchi il rimanente della sposa, ancora nella carne benché figli spirituali di Dio, tocca similmente la donna di Dio, la celeste Sion od organizzazione universale. Questo si capisce molto chiaramente considerando la profezia di Isaia 54:6-8 alla luce di avvenimenti che riguardarono l’attività della classe di Naomi durante la prima guerra mondiale. Poiché fu in quel periodo, dal 1918 fino al 1919, che il più grande Elimelec “morì” rispetto alla classe di Naomi, che divenne abbandonata, come se fosse senza un proprietario maritale. Fu un’esperienza di umiliazione quando Geova, il marito di quell’organizzazione universale, rigettò la sua donna, rappresentata dai membri generati dallo spirito qui sulla terra, per adempiere Isaia 54:6-8.
GEOVA È DISPIACIUTO DELLA SUA DONNA
11. Quando e per quale ragione Geova provò dispiacere verso il rimanente, e come si manifestò, influendo sull’intera organizzazione universale?
11 Notate che nella profezia di Isaia Geova descrive la sua donna come abbandonata, afflitta di spirito, avendole egli nascosto la faccia. Ciò indica un periodo di dispiacere verso di lei. Per questo motivo nell’undicesimo versetto di Isaia 54, si rivolge a lei dicendo: “O donna afflitta, agitata dalla tempesta, sconfortata”. Il rimanente rappresentato da Naomi venne a trovarsi in una condizione come questa, particolarmente nell’anno 1918, quando, in un certo senso, fu esiliato dal favore di Geova Dio. Quell’anno Geova Dio venne all’improvviso nel suo tempio, accompagnato dal messaggero del patto, il Signore Gesù Cristo. Egli esaminò il rimanente lì sulla terra; ne fu dispiaciuto. (Mal. 3:1, 2) Per qualche tempo esso non aveva pienamente accettato la sfida del servizio del Regno di Geova che gli era stata presentata. Si trattenevano, per il timore dell’uomo e non si mantenevano giustamente “puri dal mondo”. (Giac. 1:27, La Bibbia concordata) Perciò Geova lasciò che divenissero schiavi di Babilonia la Grande e dei suoi associati politici. In questo tempo si abbatterono su di loro molta persecuzione e molti oltraggi che culminarono nel 1918 nell’arresto e nell’imprigionamento dei rappresentanti della sede centrale della Società, dietro la falsa accusa di spionaggio.a Questo significò che tutta l’universale organizzazione di Dio, la donna di Dio, sarebbe stata colpita dal suo dispiacere, e la profezia predice che l’intera organizzazione sarebbe stata come “una moglie lasciata interamente”.
12. In che modo il fatto che Geova nasconda la sua faccia alla sua donna corrisponde alla morte di Elimelec se Elimelec rappresenta il Signore Gesù Cristo?
12 Ma che Geova nasconda la sua faccia alla sua donna come corrisponde alla morte di Elimelec se Elimelec rappresenta il Signore Gesù Cristo? Come muore in effetti il celeste Gesù Cristo verso la classe di Naomi sulla terra? Durante il suo ministero terreno Gesù dimostrò chiaramente la norma d’azione: ‘Io faccio quello che vedo fare dal Padre mio’. Se, dunque, durante il periodo di divino disfavore verso il rimanente, Geova abbandonò la sua donna, le nascose la sua faccia, quindi il Figlio dovette fare la stessa cosa, particolarmente verso quella parte dell’organizzazione universale di Dio, il rimanente spirituale qui sulla terra, che forma i membri della sua sposa. Pertanto Gesù Cristo, in effetti, “morì” rispetto a quelli abbandonati da Geova.
SUSCITATA UNA SERIA SFIDA
13. Che cosa decide ora di fare Naomi, e come presenta questo una sfida a Rut e a Orpa?
13 A questo punto, nell’antico dramma, sono passati dieci anni e ora Naomi ode che a Betleem c’è stato un cambiamento. Geova ha di nuovo rivolto l’attenzione al suo popolo dandogli pane. Naomi decide di tornare. Ma c’è una ragione anche più impellente. Laggiù a Betleem di Giuda Naomi aveva un possedimento ereditario e ha bisogno di tornarvi per entrarne in possesso. Questo pone una seria sfida a Rut e Orpa, le sue due “figlie”. Che cosa faranno? Evidentemente senza discutere si avviano con Naomi per la strada che conduce a Betleem. (Rut 1:6, 7) Quindi, in qualche punto lungo la strada, Naomi tenta di dissuaderle. “‘Andate, tornate, ciascuna alla casa di sua madre. . . . Geova vi faccia dono, e davvero trovate ciascuna un luogo di riposo nella casa di suo marito’. Quindi le baciò, ed esse alzavano la voce e piangevano. E le dicevano: ‘No, ma torneremo con te al tuo popolo’. Ma Naomi disse: ‘Tornate, figlie mie. Perché dovreste venire con me? Ho io ancora dei figli nelle mie parti interiori, e dovranno essi divenire vostri mariti? Tornate, figlie mie, andate, poiché io mi son fatta troppo vecchia per appartenere a un marito. . . . No, figlie mie, poiché a causa di voi mi è molto amaro, che la mano di Geova sia uscita contro di me’”. — Rut 1:8-13.
14. Quale decisione prende Orpa, e quale simile condotta è seguìta oggi da quelli che essa raffigura?
14 “Allora esse alzarono la voce e piansero ancora un po’, dopo di che Orpa baciò la suocera. In quanto a Rut, si attaccò a lei. Dunque disse: ‘Ecco, la tua cognata vedova è tornata al suo popolo e ai suoi dèi. Torna con la tua cognata vedova’”. (Rut 1:14, 15) Orpa raffigura alcuni che vengono a contatto con la fedele classe di Naomi e che manifestano un po’ di interesse e zelo per un certo tempo ma che tornano indietro mentre sono ancora nella loro giovinezza cristiana. L’interesse e i desideri personali impediscono loro di accettare la sfida di Geova di ‘metterlo alla prova’ se egli “non vi [aprirà] le cateratte dei cieli e in effetti non [vuoterà] su di voi una benedizione finché non ci sia più bisogno”. — Mal. 3:10; Ebr. 10:38, 39; 2 Piet. 2:22.
15, 16. Come risponde Rut alla sfida?
15 La classe di Rut, d’altra parte, sacrifica ogni vantaggio personale per partecipare con la classe di Naomi all’adempimento del proposito di Geova per loro. “E Rut diceva: ‘Non mi far premura di abbandonarti, di volgermi dall’accompagnarti; poiché dove andrai tu andrò io, e dove passerai la notte passerò la notte. Il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio il mio Dio. Dove tu morrai io morrò, e li sarò sepolta. Geova mi faccia così e vi aggiunga se altro che la morte opererà una separazione fra me e te’”. — Rut 1:16, 17.
16 Con queste parole: “Geova mi faccia così e mi aggiunga”, Rut giurava, faceva un giuramento a Geova che avrebbe fatto queste cose. Ella accettava pienamente questa sfida di servire l’Iddio di Naomi, accompagnando Naomi nel suo servizio anche fino alla morte. Il fatto che Orpa non l’accettasse non indebolì la determinazione di Rut ne raffreddò il suo zelo. L’influenza di Naomi aveva operato la conversione di Rut, e ora il profondo desiderio del cuore di Naomi era che Rut accettasse fedelmente l’ulteriore sfida che entrambe le donne dovevano affrontare al ritorno in Betleem.
PRESENTATA UN’ULTERIORE SFIDA
17. Che cosa rispose Naomi al saluto delle vicine al suo ritorno a Betleem?
17 L’amarezza e la delusione che Naomi aveva espresso a Rut e a Orpa circa le loro prospettive a Betleem non sono alleviate dal ritorno a casa di Naomi. Tornata a casa, il suo senso di perdita non fa altro che acuirsi, e la viva consapevolezza della sua impotenza non fa altro che accrescere la sua amarezza e il suo dolore. Tutta la città si eccita per il loro ritorno, specialmente le donne, che non possono credere ai loro occhi. Ma dov’è Elimelec? Dove sono Malon e Chilion? E chi è questa Moabita? “E le donne dicevano: È questa Naomi?’ ed ella diceva alle donne: ‘Non mi chiamate Naomi [che significa “mia piacevolezza”]. Chiamatemi Mara [che significa “amara”], poiché l’Onnipotente me l’ha reso molto amaro. Quando andai ero piena, e Geova mi ha fatto tornare a mani vuote. Perché dovreste chiamarmi Naomi, quando Geova mi ha umiliata e l’Onnipotente mi ha causato calamità?’” — Rut 1:18-22.
18. Perché la donna di Dio, rappresentata dal rimanente raffigurato da Naomi sulla terra, doveva essere redenta?
18 Veramente la classe di Naomi poteva dire in questo tempo di afflizione: “Chiamatemi Mara, l’amara”. Pure Isaia 12:1 fa riferimento a questa severa disciplina quando dice, mentre il profeta parla a Geova Dio: “Sebbene tu ti adirassi con me, la tua ira gradualmente si stornò”. Quindi Isaia 52:3 dice: “Poiché Geova ha detto questo: ‘Fu per nulla che foste venduti, e sarà senza denaro che sarete ricomprati’”. In altre parole, il popolo che fece prigionieri i dedicati servitori di Dio qui sulla terra non li pagò, li ebbe per nulla. I versetti cinque e sei aggiungono: “‘E ora, che interesse ho qui io?” è l’espressione di Geova. ‘Poiché il mio popolo fu preso per nulla. . . . Per tale ragione il mio popolo conoscerà il mio nome, pure per tale ragione in quel giorno, perché io sono Colui che parlo’”. Dio lasciò dunque che il suo popolo fosse preso per nulla; lasciò che il nemico se ne impossessasse senza acquistarlo. Perciò, la donna di Dio, rappresentata dal rimanente raffigurato da Naomi qui sulla terra, doveva essere redenta, riacquistata, fuori di Babilonia la Grande.
19. Di quale promessa fatta da Giacobbe a Giuda sarebbe stata Naomi particolarmente consapevole nella sua condizione di abbandonata?
19 Questa fu la sfida che si presentò a Naomi di Betleem della tribù di Giuda, senza figli e vedova, come abbandonata, castigata da Geova. Tuttavia nel profondo del suo cuore ardeva il desiderio di partecipare al proposito di Geova per le donne d’Israele, particolarmente per alcune favorite della tribù di Giuda, per quelle di questa tribù che avevano la prospettiva della promessa di Giacobbe, il padre di Giuda. Poco prima di morire in Egitto nell’anno 1711 a.E.V., Giacobbe benedisse Giuda con queste parole: “Lo scettro non si allontanerà da Giuda, né il bastone del comandante di fra i suoi piedi, finché venga Silo; e a lui apparterrà l’ubbidienza del popolo”. (Gen. 49:10) Questo Silo, il cui nome significa “Colui del quale è” o “Colui al quale appartiene”, dev’essere il Comandante che tiene il bastone. Dev’essere Colui che afferra lo scettro reale. Dev’essere il Messia, il vero Seme di Abraamo, mediante il quale tutte le famiglie della terra si sarebbero benedette. (Gen. 22:17, 18) Di chi sarebbe stato figlio nella linea di discendenza di Giuda, il pronipote di Abraamo? Quale madre di Giuda sarebbe stata significativamente onorata da portarlo al seno? Non Naomi, poteva ben ragionare ella nel suo cuore, essendo senza figli e avendo superato l’età della gravidanza. Non c’è da meravigliarsi che Naomi, nella sua desolata condizione, gridasse: “Chiamatemi Mara”.
GEOVA APRE LA VIA
20. Quale promessa di Geova fu fatta secoli dopo per mezzo di Isaia?
20 Ma Geova non avrebbe abbandonato questa donna fedele il cui grido era giunto ai suoi orecchi. Appropriatamente il profeta avrebbe potuto dirle ciò che disse, parlando secoli dopo per conto di Geova alla donna che essa raffigurava: “‘Nascosi da te la mia faccia solo per un momento, ma con amorevole benignità a tempo indefinito avrò di sicuro misericordia su di te’, ha detto il tuo Ricompratore, Geova”. (Isa. 54:8) Come doveva avvenire ciò nel caso di Naomi? Se fosse morta senza un discendente naturale, non avrebbe avuto nessun erede a cui lasciare la proprietà del marito morto. Inoltre, se il proposito di Geova di far venire Silo dalla tribù di Giuda doveva adempiersi per mezzo di lei, aveva bisogno di un erede maschio. Che cosa doveva fare?
21. Quale provvedimento era preso nella legge d’Israele per la vedova che si trovava nella situazione di Naomi, e come questo presentò una sfida a Rut?
21 Di nuovo la legge d’Israele prendeva provvedimento per chi era nella situazione di Naomi. Secondo la medesima promessa di Geova nessuna fedele donna dell’antico Israele doveva rimanere sterile. Egli aveva detto: “Perché continui a ubbidire alla voce di Geova tuo Dio: . . . Benedetto sarà il frutto del tuo ventre”. (Deut. 28:2-4) Né un uomo doveva rimanere senza qualcuno che tramandasse il suo nome. La legge d’Israele dichiarava: “Nel caso in cui dei fratelli dimorino insieme e uno d’essi sia morto senza aver figli, la moglie del morto non dovrebbe divenire di un uomo estraneo di fuori. Suo cognato vada da lei, e la deve prendere in moglie e compiere con lei il matrimonio del cognato. E deve accadere che il primogenito ch’ella partorirà dovrebbe succedere al nome del suo fratello morto affinché il suo nome non sia cancellato da Israele”. (Deut. 25:5, 6) Questa legge, insieme alla legge della ricompra, era l’unica speranza di Naomi. Se si riusciva a trovare un fratello o un parente prossimo, allora Naomi poteva confidare in questo provvedimento della legge per cercare una soluzione. Ma Naomi stessa non poteva avere un figlio neanche se si trovava il parente. La sua unica probabilità dipendeva quindi da sua nuora Rut, che poteva prendere il suo posto in questa disposizione e provvedere un seme a Elimelec. Come avrebbe Rut considerato questa opportunità? Sarebbe stata disposta a rinunciare a qualunque speranza avesse di trovare un giovane che le desse qualche cosa per se stessa? O avrebbe riconosciuto in questa sfida l’occasione di ricercare il proposito di Geova e di farne il suo modo di vivere?
22. Nel dramma profetico chi altro avrebbe sentito l’effetto di questa sfida, e che effetto dovrebbe avere oggi su di noi il suo esito?
22 E che dire di Boaz e del “Tal dei tali”? Avrebbero sostenuto questa sfida di provvedere un erede a Naomi per il nome del suo marito morto, Elimelec? L’avrebbero riconosciuta come un’opportunità di partecipare più pienamente al servizio di Geova? E che effetto ha oggi su di noi questa sfida e il suo esito? Il modo in cui Naomi doveva essere ristorata nello spirito, il modo in cui il suo sogno di tutta una vita sarebbe divenuto realtà, e le parti che avrebbero avuto Rut, Boaz e il “Tal dei tali” nell’affrontare questa sfida, fanno tutti parte di questo commovente dramma che spinge anche oggi a fare del proposito di Geova il nostro modo di vivere. L’articolo che segue ne rivelerà l’esito.
[Nota in calce]
a Si veda il libro I Testimoni di Geova nel proposito divino (inglese), pagg. 79-83.
“Osserva, o figlio mio, il comandamento di tuo padre, e non abbandonare la legge di tua madre. Legateli di continuo al cuore; attaccateli alla gola. Quando cammini, ti condurrà; quando giaci, farà la guardia su di te; e quando ti sei svegliato, essa stessa si occuperà di te. Poiché il comandamento è una lampada, e una luce è la legge, e le riprensioni della disciplina sono la via della vita”. — Prov. 6:20-23.
[Immagine a pagina 429]
“Sta tranquilla, figlia mia, finché tu sappia come la cosa andrà a finire, poiché l’uomo non avrà riposo a meno che egli non porti oggi a termine la cosa”.
[Immagine a pagina 433]
Rut accettò la sfida di servire Geova, dichiarando a Naomi: “Il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio il mio Dio”