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Approfittate della parte finale dell’“anno di buona volontà”La Torre di Guardia 1971 | 15 maggio
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senza procrastinare. L’indugio poteva essere fatale!
23. (a) Che la buona volontà di Geova cessasse significò l’inizio di che cosa, secondo la profezia di Gesù in Luca 21:22, 23? (b) Conformemente a ciò, che cosa disse Paolo dei persecutori giudei?
23 Che la buona volontà di Dio cessasse poteva significare solo l’inizio della sua ira. Quando Gesù parlò profeticamente dell’assedio di Gerusalemme e della sua distruzione ad opera delle legioni romane nel 70 E.V., disse: “Questi sono giorni per fare giustizia, onde tutte le cose scritte siano adempiute. . . . Poiché vi sarà grande necessità nel paese e ira su questo popolo”. (Luca 21:22, 23) Così Gesù adempiva il suo incarico quale Unto di Geova di “proclamare . . . il giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. Era la vendetta di Dio contro quelli che rifiutavano di valersi del suo “anno di buona volontà”. Non scegliendo di ottenere la buona volontà e il favore di Dio nel suo modo amorevole, essi operavano per accrescere tanto più la sua inimicizia verso di loro. L’apostolo Paolo disse circa i persecutori giudei: “Cercano d’impedirci di parlare alle persone delle nazioni perché queste siano salvate, col risultato che sempre colmano la misura dei loro peccati. Ma la sua ira è infine venuta su di loro”. (1 Tess. 2:16) Quelli che ipocritamente pretendevano d’essere il suo popolo eletto sarebbero pertanto periti nel “giorno di vendetta” da parte di Dio.
24. Durante l’“anno di buona volontà”, come fu rispecchiata l’attitudine di Dio da ciò che Paolo scrisse in Romani 10:1-4?
24 Durante il suo “anno di buona volontà” l’attitudine di Dio verso la nazione d’Israele fu rispecchiata da quella dell’apostolo giudeo-cristiano Paolo, quando scrisse: “Fratelli, la buona volontà del mio cuore e la mia supplicazione a Dio per loro sono, in realtà, per la loro salvezza. Poiché io rendo loro testimonianza che hanno zelo verso Dio; ma non secondo accurata conoscenza; poiché, siccome non conoscevano la giustizia di Dio ma cercavano di stabilire la propria, non si sono sottoposti alla giustizia di Dio. Poiché Cristo è il fine della Legge, onde chiunque esercita fede abbia giustizia”. — Rom. 10:1-4.
25. Quale fu la reazione dei Giudei ad Antiochia di Pisidia quando Paolo mostrò la buona volontà del suo cuore?
25 Ma benché l’apostolo Paolo mostrasse la buona volontà del suo cuore verso la sua stessa nazione, non li trovò disposti ad accettare il messaggio di salvezza, come nella sua esperienza ad Antiochia di Pisidia, riguardo alla quale leggiamo: “I Giudei, viste le folle, eran pieni di gelosia e contraddicevano in modo blasfemo alle cose dette da Paolo. E Paolo e Barnaba, parlando con baldanza, dissero: ‘Era necessario che la parola di Dio fosse detta per prima a voi. Siccome voi la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci volgiamo alle nazioni’”. (Atti 13:45, 46) È possibile che alcuni di quei Giudei oppositori andassero alla celebrazione pasquale in Gerusalemme nel 70 E.V., ma solo per perirvi.
26. Come un giorno di calendario in paragone con un anno, quanto fu lungo il “giorno di vendetta” in paragone con l’“anno di buona volontà”?
26 Come un giorno in paragone con un anno, il “giorno di vendetta” nella primavera e nell’estate dell’anno 70 E.V. fu breve in paragone con i quarant’anni del periodo di buona volontà dalla comparsa del Messia nell’anno 29 E.V. fino a che cominciò l’assedio di Gerusalemme nel 70 E.V. E tuttavia quel più lungo periodo di buona volontà finì non per caso, ma al tempo fissato da Dio. Il suo “anno di buona volontà” fu più lungo del tempo per eseguire la sua vendetta, il quale fatto rende chiaro come egli è paziente e sopporta.
27. Alla fine di quale periodo di tempo ci avviciniamo e perciò come non possiamo permetterci di agire verso la pazienza e la sopportazione di Dio?
27 Dato che Dio si attiene al tempo da lui fissato per esprimere la sua vendetta non possiamo scherzare con la sua pazienza e sopportazione. Dovremmo approfittarne in armonia con lo scopo per cui è mostrata, cioè la nostra salvezza. Abbiamo verso noi stessi il dovere di considerare la domanda posta dall’apostolo Paolo ai professanti cristiani di Roma: “Disprezzi tu le ricchezze della sua benignità, della sua sopportazione e della sua longanimità, perché non sai che la benevola qualità di Dio cerca di condurti al pentimento?” (Rom. 2:4) È urgente che ora decidiamo e agiamo a questo riguardo, poiché oggi ci avviciniamo alla fine dell’“anno di buona volontà” di Geova.
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Diamo prova d’essere “uomini di buona volontà”La Torre di Guardia 1971 | 15 maggio
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Diamo prova d’essere “uomini di buona volontà”
1. (a) Che cosa dissero unitamente un esercito di angeli celesti alla nascita umana di “Cristo il Signore”? (b) Che cosa indica che oggi tali “uomini” devono essere pochi, e quale domanda sorge dunque?
ALLA nascita umana di “Cristo il Signore”, che doveva essere l’Unto per “proclamare l’anno di buona volontà da parte del nostro Dio”, un esercito di angeli celesti dissero unitamente: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace fra gli uomini di buona volontà”. (Luca 2:13, 14) Indubbiamente, nel corso dei diciannove secoli trascorsi da allora fino a questo giorno gli “uomini di buona volontà” sono stati pochi. Sono stati gli “uomini che [Dio] favorisce” (Moffatt), gli uomini che hanno la buona volontà o il favore di Geova Dio. Devono essere stati davvero pochi, perché, particolarmente dall’anno 1914 E.V. finora, c’è stata poca pace sulla terra e sempre più persone rivelano di non avere “la pace di Dio che sorpassa ogni pensiero”. (Filip. 4:7) In questo giorno inoltrato come possiamo dunque divenire “uomini di buona volontà” di Dio? Vogliamo esserlo, non è vero?
2. Che specie di lezione dovremmo ricevere dai Giudei del primo secolo E.V., e perché?
2 Dovremmo ricevere una lezione ammonitrice dai Giudei in Palestina nei primi secoli della nostra Èra Volgare. La loro disastrosa esperienza fu non solo storica ma anche figurativa, tipica, e serve da monito. L’ispirato apostolo Paolo dice: “Ora queste cose divennero nostri esempi, . . . Ora queste cose accadevano loro come esempi, e furono scritte per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose”. (1 Cor. 10:6-11) Certo con la venuta, il sacrificio umano, la risurrezione e l’ascesa di Gesù Cristo al cielo in quel tempo arrivarono i termini dei sistemi di cose, proprio com’è scritto in Ebrei 9:26: “Ma ora si è manifestato una volta per sempre al termine dei sistemi di cose per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso”. Oggi viviamo nel corrispondente termine di un sistema di cose. Questo si vede molto bene dal 1914 E.V., proprio come mostrano senza ombra di dubbio la profezia biblica e gli avvenimenti e le condizioni del mondo. Per avvertimento a noi, dunque, furono scritti nella Bibbia gli esempi tipici.
3. (a) A somiglianza dei Giudei dei giorni apostolici, siamo vissuti nel tempo di che cosa? (b) Quale parte del “segno . . . del termine del sistema di cose” si è avverato in tutto il mondo, da quando e ad opera di chi?
3 Come i Giudei dei giorni apostolici del primo secolo E.V., anche noi siamo vissuti nel tempo di favore divino, “l’anno di buona volontà da parte di Geova”. (Isa. 61:1, 2) Come loro anche noi siamo vissuti nel termine di un sistema di cose. Pronunciando la sua profezia circa il “segno . . . del termine del sistema di cose”, Gesù Cristo disse ai suoi apostoli: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (Matt. 24:3, 14) Questa “buona notizia del regno” non è oggi predicata in tutto il mondo? Sì, secondo tutti i fatti e le cifre. Questo è avvenuto particolarmente dall’anno 1914 E.V., quando, proprio com’era stato calcolato dall’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici, i Tempi dei Gentili, “i fissati tempi delle nazioni”, terminarono e giunse il tempo fissato da Dio per insediare il suo regno messianico nei cieli per la liberazione del genere umano. Da allora, non il veniente regno di Dio, ma l’istituito regno di Dio poteva essere predicato in tutto il mondo come buona notizia! Ed è stato così predicato! Da chi? Dai testimoni di Geova.
4. (a) Come nel primo secolo E.V., questa predicazione della buona notizia è un’evidenza di quale attitudine da parte di Dio? (b) Perché dovremmo approfittarne?
4 Nel primo secolo la predicazione del messaggio divino: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”, fu la prova della buona volontà di Dio verso la nazione giudaica. (Matt. 3:1, 2; 4:12-17; Isa. 9:1, 2) Similmente, oggi, la predicazione dell’istituito regno di Dio sin dal 1914 E.V. è stata l’evidenza della buona volontà di Dio. Questo è chiaro in quanto, allorché questa predicazione del Regno sarà terminata, “allora verrà la fine”, e tale fine dell’attuale sistema di cose significa il “giorno di vendetta da parte del nostro Dio”. Visto che la predicazione di “questa buona notizia del regno” continua ancora, e in crescente misura da parte dei testimoni di Geova, questa è la prova che noi di questa generazione viviamo ancora nell’“anno di buona volontà da parte di Geova”. Essendo stata compiuta la predicazione del Regno per tutto questo tempo, quell’“anno” deve stare per scadere, e noi dovremmo approfittare dell’“anno di buona volontà” prima che venga il “giorno di vendetta” su questo intero sistema di cose. Ne abbiamo approfittato, o ne approfitteremo?
5. Che cosa scrisse Paolo in II Corinti 5:21 a 6:2 a quelli che erano in una posizione simile alla nostra d’oggi, e quanto tempo prima della distruzione di Gerusalemme?
5 Viviamo nel tempo dell’opportunità, e la nostra vita è in gioco. Trascureremo l’opportunità, lasciando così che la divina buona volontà ci sia mostrata invano, o verremo meno al suo scopo, non ottenendo così la salvezza? L’apostolo Paolo supplicò quelli che erano in una posizione simile alla nostra d’oggi di non permettere che ciò accadesse. Spiegando il suo argomento citò Isaia 49:8, dove leggiamo: “Geova ha detto questo: ‘In un tempo accettevole [o in un tempo di buona volontà (approvazione), nota marginale] ti ho esaudito, e nel giorno di salvezza ti ho aiutato’”. (Traduzione del Nuovo Mondo [inglese], edizione del 1958) Quindi l’apostolo Paolo scrive: “Colui [Gesù Cristo] che non conobbe peccato egli lo ha fatto peccato per noi, affinché divenissimo giustizia di Dio mediante lui. Operando insieme a lui, vi supplichiamo anche di non accettare l’immeritata benignità di Dio venendo meno al suo scopo. Poiché egli dice: ‘Nel tempo accettevole ti ho udito, e nel giorno della salvezza t’ho aiutato’. Ecco, ora è il tempo specialmente accettevole. Ecco, ora è il giorno della salvezza”. (2 Cor. 5:21 a 6:2) Paolo scrisse ciò verso l’anno 55 E.V., o circa quindici anni prima che Gerusalemme fosse distrutta nel 70 E.V.
6. (a) Perché oggi andiamo incontro a qualche cosa di peggiore di ciò che accadde ai Giudei nel 70 E.V.? (b) Per quanto ci riguarda, che cosa non desideriamo che avvenga rispetto all’esercizio della buona volontà di Dio?
6 Con non meno urgenza l’ispirato argomento dell’apostolo Paolo ha valore oggi che siamo così avanti in questo “anno di buona volontà”. Andiamo incontro a qualche cosa di molto peggiore e più straordinario di quanto lo fosse la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio nel 70 E.V. Non è un semplice sistema di cose nazionale che si avvicina alla sua calamitosa fine nel “giorno di vendetta da parte del nostro Dio”, ma il mondiale, internazionale sistema di cose che coinvolge ogni popolo, tribù, razza e religione non scritturale. Se desideriamo che la preghiera al solo vivente e vero Dio sia accettevolmente udita ed esaudita, ancora per un po’ ci sarà il “tempo di buona volontà” per essa. Se desideriamo l’aiuto divino per evitare d’essere giustiziati nel “giorno di vendetta”, ora è il “giorno della salvezza” per questo. Secondo l’immeritata benignità di Dio, l’“anno di buona volontà da parte di Geova” dura ancora. Se apprezziamo l’opportunità della vita eterna nella felicità non vorremo venire meno allo scopo dell’immeritata benignità di Dio né farci mostrare invano la sua buona volontà.
COME DARE LA PROVA
7. (a) Quale domanda sorge quindi per tutti quelli che amano la vita eterna, e mediante che cosa si può rispondere? (b) Giovanni Battista, Gesù Cristo e i suoi discepoli quale linea di condotta esortarono i Giudei a seguire?
7 Per tutti quelli che amano la vita eterna in un giusto nuovo sistema di cose, sorge in questo difficile tempo la domanda: Come posso divenire uno degli “uomini di buona volontà” di Dio? o: Come posso dare prova d’essere uno di loro? A entrambe le domande si può decisamente rispondere mediante la scritta Parola del grande Datore di vita, l’Iddio di buona volontà. Nel primo secolo l’invito fu rivolto da Giovanni Battista e poi da Gesù Cristo e dai suoi apostoli: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. Dopo la risurrezione di Gesù dai morti e poco prima che ascendesse al cielo, disse ai suoi discepoli: “Così è scritto che il Cristo avrebbe sofferto e che sarebbe sorto dai morti il terzo giorno, e in base al suo nome il ravvedimento per il perdono dei peccati sarebbe stato predicato in tutte le nazioni”. (Luca 24:45-47) Il seguente giorno di Pentecoste, quando molti Giudei chiesero: “Che cosa faremo?” l’apostolo Pietro disse: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati”. — Atti 2:37, 38.
8. Quando Dio ammise gli incirconcisi non Giudei nella congregazione cristiana, che cosa dissero i cristiani giudei che Egli concedeva alle nazioni?
8 Oltre tre anni dopo, quando i cristiani giudei di Gerusalemme udirono che gli incirconcisi non Giudei delle nazioni erano stati ammessi nella congregazione cristiana, dissero: “Dunque Dio ha concesso anche alle persone delle nazioni il pentimento a vita”. — Atti 10:1–11:18.
9. Quale passo deve avvenire dopo il pentimento, e Pietro come mise in risalto questo passo parlando a una moltitudine di Giudei nel tempio di Gerusalemme?
9 Comunque, il semplice pentimento, sotto forma di sincero dispiacere e dolore per il fatto d’essere peccatore e aver commesso peccato, non basta. Questo dev’essere seguito dall’azione, dalla conversione o allontanamento dal peccato, seguendo la via della giustizia e producendo frutti degni del pentimento. L’apostolo Pietro mise in risalto questo ulteriore passo dicendo a una moltitudine di Giudei nel tempio di Gerusalemme: “Dio ha adempiuto le cose che aveva annunciate in anticipo per bocca di tutti i profeti, che il suo Cristo avrebbe sofferto. Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati, onde vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro e onde egli mandi il Cristo che vi ha costituito, Gesù, che il cielo deve in realtà ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità”. (Atti 3:18-21) Convertendosi dai peccati di cui si erano pentiti si sarebbero
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