Capitolo XI
Né danno né rovina nel paradiso spirituale
1. Le qualità morali di chi sono riflesse da colui che è Re sul paradiso spirituale?
SI È detto che la qualità morale di qualsiasi governo umano rappresenti ciò che sono gli stessi governati. Questa osservazione è stata fatta dai medesimi statisti mondani. Tuttavia, questo non avviene fra quelli che ora occupano il paradiso spirituale stabilito dal Sovrano Signore Geova per i suoi adoratori sulla terra. Quale Sovrano Universale, Egli è Colui che ha posto su di loro il loro governante e Re. Non scelsero e non insediarono su se stessi il loro Re, un Re fatto secondo le loro caratteristiche e perciò uno che sarebbe stato indulgente verso il loro modo di vivere materialistico, egoistico, peccaminoso. Piuttosto, quelli che sono nel paradiso spirituale vogliono un Re che assomigli a Geova Dio, ed essi vogliono imitare il Re che Dio ha dato loro e assomigliargli. Moralmente e religiosamente, vogliono essere ciò che sono a motivo di ciò che è il loro Re timorato di Dio. Sì, vogliono che ciò che sono rappresenti ciò che è il loro Re messianico, a suo onore.
2, 3. Con quale specie di linguaggio Isaia 11:6-8 descrive i cambiamenti di personalità prodotti nei sudditi del Re messianico?
2 La personalità del Re messianico influisce sulla personalità dei suoi sudditi nel paradiso spirituale in maniera eccellente ed edificante. La profezia di Isaia lo indica. Subito dopo aver descritto le qualità e gli atti del Re messianico suscitato da Geova Dio, il profeta Isaia continua, dicendo:
3 “E in effetti il lupo risiederà temporaneamente con l’agnello, e il leopardo stesso giacerà col capretto, e il vitello e il giovane leone fornito di criniera e l’animale ingrassato tutti insieme; e un semplice ragazzino li condurrà. E la vacca e l’orso stessi pasceranno; i loro piccoli giaceranno insieme. E pure il leone mangerà paglia proprio come il toro. E il piccino lattante per certo giocherà sulla buca del cobra; e un bambino svezzato effettivamente metterà la sua propria mano sull’apertura per la luce di una serpe velenosa”. — Isaia 11:6-8.
4. (a) Che cosa è insolito in questa descrizione, in particolar modo in quanto alle bestie selvagge? (b) Sono mai esistite tali condizioni sulla terra?
4 In questa sorprendente figura profetica, qualche cosa ha radicalmente influito sugli animali, in particolar modo sulle bestie selvagge del campo. Gli animali selvaggi non predano e non divorano più quelli addomesticati. Son divenuti mansueti e innocui, avendo abbandonato le loro abitudini carnivore ed essendo divenuti vegetariani. Infatti, era così sulla terra, sì, nel Giardino di Eden, prima che Geova Dio vi ponesse l’uomo e la donna perfetti. E pur essendo stati creati in mezzo a una terra che pullulava di vita animale, Adamo ed Eva non avevano timore d’esserne molestati, e anch’essi erano entrambi vegetariani. Perché nella profezia è dunque raffigurata tale trasformazione del regno animale? Perché ci viene profeticamente fatta questa raffigurazione d’innocuità e senso di sicurezza?
5. Qual è evidentemente lo scopo di tale piacevole descrizione?
5 Evidentemente per rappresentare ciò che avviene nella società umana sotto il dominio del re messianico e giudice Gesù Cristo intronizzato nei cieli. Ma le cose non saranno per certo in un modo nel regno animale e in un altro nel reame umano. L’uno deve riflettere l’altro. La sfera inferiore deve rispecchiare la sfera superiore. Fra loro deve prevalere una relazione paradisiaca.
6. (a) Dove ha avuto luogo tale trasformazione, e da quando? (b) A che cosa è dovuto il cambiamento?
6 Tale trasformazione di caratteristiche da tempo radicate non ha ancora avuto luogo nel regno animale. No, sebbene il Re messianico abbia regnato nei cieli dalla fine dei Tempi dei Gentili nell’anno 1914 E.V. Comunque, tale trasformazione di caratteristiche nel regno animale era intesa a rispecchiare la trasformazione avvenuta nella società umana. In armonia con questa intenzione, tale trasformazione predetta dalla profezia riguardo al mondo animale ha avuto luogo in effetti nel paradiso spirituale dei ristabiliti adoratori di Geova. È avvenuta da che furono liberati da Babilonia la Grande, colpevole di spargimento di sangue, a cominciare dall’anno 1919 E.V. Tutta questa trasformazione è da attribuire all’opera dello “spirito di Geova” ed è anche dovuta al fatto che sopra i residenti del paradiso spirituale regna il Re messianico sul quale si è posato lo “spirito di Geova”. — Isaia 11:1, 2.
7, 8. (a) Che sorta di disposizione avevano molti che ora sono nel paradiso spirituale, e che cosa contribuì a questa condizione? (b) Come Efesini 2:1-3 si applica appropriatamente a quelli che sono nel paradiso spirituale?
7 Non tutti quelli che ora risiedono nel paradiso spirituale del favore di Dio avevano in precedenza una disposizione pacifica come l’agnello o il capretto o la vacca o l’ingrassato animale domestico. Molti, probabilmente la grande maggioranza, avevano disposizioni simili a quelle dei predatori, di un lupo o leopardo o giovane leone fornito di criniera o orso o cobra o altra serpe velenosa. Questo in particolare da quando il mondo entrò in quella che è stata chiamata “l’Èra della Violenza” nel 1914, anno segnato dallo scoppio della guerra di proporzioni globali, la guerra mondiale. Questo non contribuì a migliorare la disposizione e le inclinazioni delle persone nel loro insieme. Anche il livello morale cominciò a declinare fino a quello attuale. A tutti quelli che risiedono nel paradiso spirituale si può anche dire come si disse alla congregazione cristiana di Efeso (Asia Minore) millenovecento anni fa:
8 “Foste morti nei vostri falli e peccati, nei quali un tempo camminaste secondo il sistema di cose di questo mondo, secondo il governante dell’autorità dell’aria, lo spirito che ora opera nei figli di disubbidienza. Sì, fra loro noi tutti ci comportammo un tempo in armonia con i desideri della nostra carne, facendo le cose che volevano la carne e i pensieri, ed eravamo naturalmente figli d’ira come gli altri”. — Efesini 2:1-3.
9, 10. Che cosa dichiarò l’apostolo Paolo circa il precedente modo di vivere di quelli che erano nelle congregazioni cristiane di Corinto e di Roma?
9 Dicendo chiaramente che specie di persone mondane erano stati i componenti della congregazione cristiana di Corinto (Grecia), l’apostolo Paolo scrisse loro: “Che cosa! Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né uomini tenuti per scopi non naturali, né uomini che giacciono con uomini, né ladri, né avidi, né ubriaconi, né oltraggiatori, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E questo eravate alcuni di voi. Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati dichiarati giusti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e con lo spirito del nostro Dio”. — 1 Corinti 6:9-11; vedi anche Colossesi 3:5-8.
10 Inoltre, quando avvertì i cristiani di non tornare alle loro precedenti vie mondane, l’apostolo Paolo scrisse alla congregazione di Roma (Italia): “Conoscete il tempo, che è già l’ora di svegliarvi dal sonno, perché ora la nostra salvezza è più vicina che quando divenimmo credenti. La notte è inoltrata; il giorno si è avvicinato. Svestiamoci perciò delle opere che appartengono alle tenebre e indossiamo le armi della luce. Come di giorno camminiamo decentemente non in gozzoviglie e ubriachezze, non in relazioni illecite e condotta dissoluta, non in contesa e gelosia. Ma rivestite il Signore Gesù Cristo e non fate i piani in anticipo per i desideri della carne”. — Romani 13:11-14.
11. (a) Come molti che ora sono nel paradiso spirituale rifletterono un tempo tratti simili a quelli degli animali predatori? (b) Che cosa ha recato in loro un cambiamento di personalità?
11 Così, con ogni probabilità, molti dei più di due milioni di persone che oggi godono il paradiso spirituale del provvedimento di Dio una volta dovettero combattere e ancora devono combattere la disposizione di far preda, le tendenze animalesche che sono proprie degli animali predatori menzionati in Isaia 11:6-8. In questa èra di guerre mondiali, alcuni abitanti presero letteralmente parte a quei conflitti mondiali e a guerre minori intermedie, e davvero agivano come affamate bestie selvagge uccidendo o cercando di uccidere i loro simili. Altri abitanti si dedicavano a imprese o attività volte a sfruttare le debolezze delle vittime per profitto egoistico, senza riguardo per il male fisico e mentale inflitto alle loro vittime. Ma ora con l’aiuto dello spirito santo di Geova hanno subìto un cambiamento di personalità. Il Re del paradiso spirituale che Geova ha costituito, il Re messianico su cui si è posato il Suo spirito, non permette che si faccia tale animalesca preda gli uni degli altri entro il paese spirituale degli adoratori di Geova. (Efesini 4:20-24; Colossesi 3:10, 11) Il fraterno amore cristiano pervade il Paradiso.
12. Come le parole di Gesù, riportate in Matteo 18:1-4, hanno influito su quelli che sono nel paradiso spirituale?
12 Così, in senso figurativo, il lupo addomesticato giace con l’agnello, anche il leopardo col capretto, il vitello e l’animale ingrassato e il giovane leone fornito di criniera stanno in qualsiasi tempo insieme. Invece dell’orso che divorava la vacca e i suoi piccoli, l’orso e la vacca e i loro piccoli pascolano insieme seguendo una dieta vegetariana. Si vede anche il leone mangiar paglia proprio come il toro. Nel paradiso spirituale si è prestato ascolto alle parole di Gesù Cristo il Re: “Se non vi convertite e non diventate come fanciullini, non entrerete affatto nel regno dei cieli. Perciò, chi si umilierà come questo fanciullino sarà il più grande nel regno dei cieli”. (Matteo 18:1-4) Così ora è come se un semplice ragazzino conducesse le bestie selvagge del campo.
13. L’applicazione di quale regola scritturale li ha aiutati a pervenire alla condizione predetta dal profeta Isaia, e come?
13 Ciò che contribuisce a questa pace e che non permette di predarsi animalisticamente gli uni gli altri nel paradiso spirituale è il fatto che i suoi abitanti si attengono alla regola di non far parte di questo mondo. (Giovanni 15:19; 17:14-16) Durante la prima guerra mondiale del 1914-1918 E.V., alcuni del rimanente spirituale accettarono di compiere negli eserciti belligeranti servizi da non combattenti e così vennero sotto la colpa dello spargimento di sangue, condividendo la responsabilità della comunità per il sangue sparso nella guerra. Comunque, nel 1939, anno in cui scoppiò la seconda guerra mondiale, tutto il rimanente dell’Israele spirituale e anche quelli della “grande folla” dei compagni simili a pecore dichiararono d’essere a favore dell’assoluta neutralità verso tutti i conflitti mondiali, indipendentemente dalla nazionalità. L’articolo “Neutralità” stampato nel numero de La Torre di Guardia (inglese) del 1º novembre 1939 espose la loro posizione. Da allora non si sono mai spostati da questa decisione. Inoltre, coerentemente con ciò, non si sono mai intromessi o non hanno mai avuto parte nella politica di nessuna nazione, con cui c’è tanta denigrazione e si suscitano tante ostilità e divisive inimicizie.
14. Quale frutto si coltiva nel paradiso spirituale, e come questo contribuisce all’adempimento di ciò che fu predetto in Isaia 11:6-8?
14 In armonia con il consiglio dell’apostolo Paolo, si coltiva il frutto dello spirito di Geova: “Il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé. Contro tali cose non c’è legge. Inoltre, quelli che appartengono a Cristo Gesù hanno messo al palo la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se viviamo mediante lo spirito, continuiamo a camminare ordinatamente pure mediante lo spirito. Non diveniamo egotisti, suscitando competizione gli uni con gli altri, invidiandoci gli uni gli altri”. (Galati 5:22-26) Non essendoci competizioni, rivalità, ambiziosa esaltazione di sé al di sopra di altri, non c’è nessuna velenosa maldicenza o rancore. È come quando una serpe velenosa, perfino il cobra, si sente sicura e preferisce non fare uso del suo pericoloso veleno, così che un bambino lattante può giocare sulla buca del cobra e un piccolo appena svezzato può mettere la mano sull’apertura per la luce nel covo di una serpe velenosa.
PREVALE LA CONOSCENZA VIVIFICANTE
15, 16. In quale altro luogo del libro di Isaia si trova una profezia parallela, e quali indicazioni vi si trovano circa il tempo dell’adempimento?
15 Una profezia parallela dell’ispirato libro di Isaia indica il tempo di questo pacifico e sicuro paradiso spirituale. Per sapere il tempo dell’adempimento della profezia, dobbiamo considerare i versetti che portano a questa profezia parallela. Quindi, leggiamo quanto segue:
16 “‘Perché le angustie precedenti saranno in effetti dimenticate e perché in effetti saranno nascoste ai miei occhi. Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; e le cose precedenti non saranno richiamate alla mente, né saliranno in cuore. Ma esultate e gioite per sempre di ciò che io creo. Poiché, ecco, io creo Gerusalemme causa di gioia e il suo popolo causa d’esultanza. E per certo gioirò di Gerusalemme ed esulterò del mio popolo; e non s’udrà più in essa suono di pianto né suono di grido di lamento. . . . Non faticheranno per nulla, né genereranno per il turbamento; perché sono la progenie composta degli scelti di Geova, e con essi i loro discendenti. Ed effettivamente accadrà che prima che chiamino io stesso risponderò; mentre parleranno ancora, io stesso udrò. Il lupo e l’agnello stessi pasceranno unitamente, e il leone mangerà la paglia proprio come il toro; e in quanto al serpente, il suo cibo sarà la polvere. Non faranno danno né causeranno rovina in tutto il mio santo monte’, ha detto Geova”. — Isaia 65:16-25.
17. Quando questa profezia ebbe il suo primo adempimento, e quale fu allora la “causa di gioia”?
17 Il primo o minore adempimento di questa splendida profezia serve da modello profetico per prefigurare la realizzazione finale e in più ampie proporzioni della profezia. L’adempimento in piccole proporzioni o minore della profezia di Isaia avvenne dopo che i Giudei esiliati furono restaurati nella loro patria, il paese di Giuda, ai giorni del conquistatore persiano Ciro il Grande. Con l’andar del tempo Gerusalemme fu riedificata nel suo luogo anteriore, e questa città santa divenne “causa di gioia” quando il tempio di Geova fu ricostruito nel suo luogo precedente e la sua adorazione vi fu ripresa dai sacerdoti e Leviti ristabiliti. Ne è riportato il racconto nei libri di Esdra e Neemia.
18. Quando si ha l’adempimento finale di questa profezia, e in tale tempo che cosa fa operare la trasformazione predetta?
18 L’adempimento maggiore e finale si ha, perciò, in un periodo di restaurazione simile. Si ha nel tempo in cui c’è una restaurazione del rimanente dell’Israele spirituale dalla schiavitù sotto la moderna Babilonia la Grande alla loro giusta condizione spirituale nel rinnovato favore di Geova. Secondo la storia del ventesimo secolo, questo avvenne l’anno dopo la fine della prima guerra mondiale. Il coraggioso risveglio dell’aperta e libera proclamazione di “questa buona notizia del regno” in tutto il mondo nell’anno 1919 E.V. indicò che il liberato rimanente dell’Israele spirituale era stato restaurato nel paese spirituale che Dio gli aveva dato sulla terra. Sotto la benedizione divina e per opera dello spirito santo di Geova, questo paese spirituale dell’unto rimanente fu trasformato in un paradiso spirituale. È in questo paese che la bellezza spirituale dei Suoi adoratori glorifica Geova Dio e vi sono fraterna pace, unità e sicurezza.
19. Identificate la Gerusalemme che è “causa di gioia” in questo adempimento finale della profezia.
19 La Gerusalemme che Geova Dio ha creata come “causa di gioia”, e in cui egli stesso è gioioso, non è la città capitale della Repubblica ebraica d’Israele, ma la Gerusalemme celeste, a cui si accosta il rimanente dell’Israele spirituale. (Ebrei 12:22-29) È la sede del regno messianico che nacque nei cieli al termine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. (Rivelazione 12:1-5) Questa città è situata sul celeste monte Sion, il “santo monte” di Geova, dove il re messianico Gesù Cristo ha assunto il potere reale. — Salmo 2:6; Rivelazione 14:1-5.
20. Da parte del rimanente dell’Israele spirituale, dal 1919 in poi perché furono apportate correzione al loro intendimento delle profezie bibliche?
20 Perciò il tempo in cui si adempie la profezia di Isaia riguardo alla trasformazione delle tendenze della vita animale va dall’anno postbellico del 1919 E.V. in poi. Questo segnò il principio di un periodo di istruzione relativo alla scritta Parola di Dio in base al punto di vista che la profezia della Bibbia si comprende meglio dopo che è stata adempiuta. Quindi si dovevano correggere i nostri punti di vista, e il sopravvissuto rimanente dell’Israele spirituale dovette raggiustarsi rispetto alle realtà e alle opportunità del dopoguerra. La predicazione di “questa buona notizia del regno” ora doveva essere non di un governo celeste avvenire, ma del messianico regno di Dio ora stabilito nei cieli dalla fine dei “fissati tempi delle nazioni [gentili]” nell’autunno del 1914. Da ora in poi il liberato rimanente doveva essere testimone del Signore Dio, di Colui che aveva assunto il suo gran potere per regnare nel 1914 mediante il regno del suo Cristo. (Matteo 24:14; Luca 21:24; Rivelazione 11:15-17) Questo riveduto programma di istruzione biblica ebbe sul rimanente un effetto profondo. Ne orientò l’opera nella direzione giusta.
21. Come fu predetto in Isaia 11:9 l’effetto di quest’opera di istruzione?
21 A quest’opera di istruzione insieme ai suoi effetti trasformatori si riferisce l’ulteriore parte della profezia di Isaia, con queste parole: “Non faranno nessun danno né causeranno alcuna rovina su tutto il mio monte santo; perché la terra sarà per certo piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”. (Isaia 11:9) Questo versetto può riferirsi agli animali selvaggi menzionati nei tre versetti precedenti. In essi sono descritti il lupo, il leopardo, il leone, l’orso, il cobra, la serpe velenosa quando non fanno più danno né agli animali domestici né ai bambini innocenti.
22. Chi sono veramente quelli che, in seguito a questa istruzione, non fanno più danno né rovina?
22 Comunque, questi animali potenzialmente dannosi devono essere usati qui nella profezia come illustrazioni, poiché non si potrebbe mentalmente influire su questi animali riempiendo la terra della conoscenza di Geova. Perciò la vera applicazione del versetto 9 si deve fare ai residenti nel paradiso spirituale di Dio destinato al restaurato rimanente dell’Israele spirituale sulla terra. Queste persone intelligenti che temono Dio sono quelle che avrebbero trasformato la loro disposizione e le loro attività dopo aver ricercato e ricevuto la “conoscenza di Geova”.
23-26. (a) In armonia con la profezia, a quale nome le pubblicazioni della Torre di Guardia diedero crescente risalto? (b) Illustrate questo con La Torre di Guardia (inglese) del 1º agosto 1919.
23 Conformemente, nelle pubblicazioni della Società Torre di Guardia, il nome personale dell’Iddio Altissimo, Geova, cominciò ad acquistare risalto in maniera da identificare più nettamente Colui del quale si era in precedenza parlato con il titolo generico di Signore o Signore Dio. Per esempio, nel sesto paragrafo dell’articolo principale “Benedetti gli intrepidi”, nell’edizione de La Torre di Guardia (inglese) del 1º agosto 1919, la situazione del liberato rimanente dell’Israele spirituale fu paragonata a quella dell’antico Israele quando stava per attraversare il fiume Giordano ed entrare nella Terra Promessa al comando di Giosuè, successore di Mosè. Gli Israeliti avevano bisogno di incoraggiamento per andare avanti, e il paragrafo proseguiva, dicendo:
24 “Giosuè, a somiglianza di Mosè, era un uomo mansueto, che aveva poca fiducia nella sua propria forza, ma nutriva grande fede in Dio e manifestava tale fede incoraggiando il popolo ad andare avanti e a prendere possesso di ciò che Dio aveva loro promesso. Ma Giosuè aveva bisogno d’incoraggiamento e il popolo che conduceva aveva bisogno d’incoraggiamento per compiere le opere che Geova aveva poste loro dinanzi. Dio cominciò a dare tale incoraggiamento, dicendo: ‘Ora levati, passa questo Giordano, . . .’”
25 Il paragrafo otto (pagina 228) dello stesso articolo parlava del trionfo riportato dal giudice Gedeone e diceva: “Gli Israeliti erano stati indolenti nella loro fede e nell’ubbidienza a Geova, e ai Madianiti era stato permesso di venire a minacciar di prendere possesso della parte più fertile del loro paese. La fedeltà da parte d’Israele avrebbe impedito questa minaccia d’invasione. I Madianiti vennero con un grande esercito, più di 200.000 uomini e si accamparono in preparazione della battaglia contro gli Israeliti. Geova si propose di conseguire su questi nemici del suo popolo una grande vittoria e di cacciarli dalla terra promessa. . . . Geova concesse a Gedeone il grande onore d’essere nella sua mano lo strumento per liberare Israele. . . . Per comando di Geova, Gedeone invitò quindi i volontari di fra gli Israeliti a venire a combattere la moltitudine di Madian. . . .”
26 Parlando della piccola schiera di 300 volontari di Gedeone scelti in maniera speciale, il paragrafo seguente dice: “Questa piccola schiera di 300 uomini era dotata proprio degli elementi del carattere che piacciono a Geova”. E così via per tutto l’articolo fino all’ultimo paragrafo, che, in parte, diceva: “Sono solo i puri di cuore a essere perfetti nell’amore, perciò secondo le parole di Gesù ne consegue che gli intrepidi, perfetti nell’amore, puri di cuore, son quelli che saranno accolti nel regno e vedranno Geova”. — Pagina 233.
27. (a) Che cos’è “la terra” che si riempie della conoscenza di Geova, come predisse Isaia 11:9? (b) Con quale caratteristica del nuovo patto è in armonia questo aumento della “conoscenza di Geova”?
27 Così la “conoscenza di Geova” cominciò a diffondersi e a riempire “la terra”, cioè il paese spirituale del restaurato rimanente dell’Israele spirituale, “l’Israele di Dio”. (Galati 6:16) Questo rimanente è nel nuovo patto che fu stipulato fra Dio e la “nazione santa” dell’Israele spirituale con la mediazione di Gesù Cristo. Una delle caratteristiche di questo patto migliore è esposta in queste parole profetiche: “‘E non insegneranno più ciascuno al suo compagno e ciascuno al suo fratello, dicendo: “Conoscete Geova!” poiché mi conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande d’essi’, è l’espressione di Geova. ‘Poiché perdonerò il loro errore, e non ricorderò più il loro peccato’”. (Geremia 31:31-34; Ebrei 8:7-12) Quindi, era solo appropriato che il paese spirituale del rimanente del cristiano “Israele di Dio” fosse ripieno della “conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”.
28. (a) In che modo la “conoscenza di Geova” influisce su chi la possiede? (b) Che cosa è rappresentato dal “monte santo”, a cui si riferisce Isaia 11:9, dove non si fa nessun danno né rovina?
28 La “conoscenza di Geova” fa qualche cosa per chi la possiede. Si dice che a motivo d’essa “non faranno nessun danno né causeranno alcuna rovina su tutto il mio monte santo”, secondo ciò che Geova dice in Isaia 11:9. Poiché il “monte santo” è la sede del governo, e ne fu un tipo il monte Sion, dove il re Davide sedette sul “trono di Geova”, l’espressione “tutto il mio monte santo” è usata in senso rappresentativo. Non si riferisce al solo monte Sion celeste, ma significa tutto il reame dell’Israele spirituale sulla terra. Significa l’attuale condizione spirituale del liberato e restaurato rimanente dal 1919 E.V. Essi riconoscono il Re messianico che un tempo fu il ‘ramoscello del ceppo di Iesse’ e gli ubbidiscono, avendolo il Signore Dio insediato sul celeste monte Sion, sul Suo “monte santo”. — Isaia 11:1; Ebrei 12:22; Salmo 2:6.
29. Perché la “conoscenza di Geova” trasforma la personalità di quelli che la possiedono?
29 Perché la “conoscenza di Geova” trasforma gli abitanti del paradiso spirituale onde siano innocui e non rovinosi? Perché si tratta di assai più che aver informazioni di lui. Conoscerlo significa riconoscerLo fino al punto di vivere conforme alla Sua volontà. “Da questo”, dice il cristiano apostolo Giovanni, “abbiamo la conoscenza che lo abbiamo conosciuto, cioè se continuiamo a osservare i suoi comandamenti. Colui che dice: ‘Io l’ho conosciuto’, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in tale persona. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. E noi stessi abbiamo conosciuto e abbiam creduto l’amore che Dio ha nel nostro caso. Dio è amore, e chi rimane nell’amore rimane unito a Dio e Dio rimane unito a lui. Poiché questo è ciò che significa l’amore di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi”. — 1 Giovanni 2:3, 4; 4:8, 16; 5:3.
CONSEGUENZE DEL NON CONOSCERE GEOVA
30. Che cosa disse Geremia di quelli che non conoscevano Geova, in contrasto con quelli che lo conoscevano?
30 Le tristi conseguenze che derivano dal non conoscere Geova, dal non riconoscerlo, dal non prestargli attenzione, son dichiarate per bocca dei Suoi profeti. Per esempio, durante gli ultimi quarant’anni prima della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio e della deportazione dei Giudei superstiti a Babilonia, Geova dichiarò per bocca del suo profeta Geremia: “Il mio popolo è stolto. Non han preso nota di me. Sono figli non saggi; e non sono quelli che hanno intendimento. Son saggi per fare il male, ma per fare il bene in effetti non hanno conoscenza”. (Geremia 4:22) “Chi si vanta si vanti a causa di questa medesima cosa, l’aver perspicacia e l’aver conoscenza di me, ch’io sono Geova, Colui che esercito amorevole benignità, diritto e giustizia sulla terra; poiché di queste cose in effetti io provo diletto”. — Geremia 9:24; 1 Corinti 1:21.
31, 32. In un tempo anteriore, cosa disse il profeta Osea delle conseguenze del non conoscere Dio in Israele?
31 Inoltre, qualche tempo prima che nel 740 a.E.V. il regno di dieci tribù d’Israele fosse rovesciato dalla Potenza Mondiale Assira, il profeta Osea fu ispirato a dire agli Israeliti: “Udite la parola di Geova, o figli d’Israele, poiché Geova ha una causa con gli abitanti del paese, poiché non c’è verità né amorevole benignità né conoscenza di Dio nel paese. [Con quali conseguenze?] Ci sono la dichiarazione di maledizioni e la pratica d’inganno e assassinio e furto e il commettere adulterio che hanno dilagato, e atti di spargimento di sangue han toccato altri atti di spargimento di sangue. Perciò il paese sarà in lutto e ogni abitante dovrà in esso svanire lentamente con la bestia selvaggia del campo e con la creatura volatile dei cieli, e pure gli stessi pesci del mare saranno raccolti nella morte. Il mio popolo sarà per certo ridotto al silenzio [nella morte], perché non c’è conoscenza. Perché la conoscenza è ciò che tu stesso hai rigettata, anch’io ti rigetterò dal farmi da sacerdote; e perché continui a dimenticare la legge del tuo Dio, io dimenticherò i tuoi figli, io pure”.
32 “Perciò li dovrò tagliare mediante i profeti; li dovrò uccidere mediante i detti della mia bocca. E su di te i giudizi saranno come la luce che spunta. Poiché ho provato diletto nell’amorevole benignità e non nel sacrificio; e nella conoscenza di Dio anziché negli interi olocausti”. — Osea 4:1-3, 6; 6:5, 6.
33. Perché nel paradiso spirituale le condizioni sono così diverse da quelle dell’antico Israele descritte dal profeta Osea?
33 Per il regno di dieci tribù d’Israele e per il regno di Giuda le conseguenze dell’aver rigettato la “conoscenza di Dio” furono serie e disastrose. Quando vediamo i cattivi effetti collaterali che accompagnarono tale rifiuto della più vitale conoscenza, possiamo capire perché, fra quelli che risiedono nel paradiso spirituale del rimanente dell’Israele spirituale, non si fa nessun danno o non si causa alcuna rovina. Questo avviene perché la salutare “conoscenza di Geova” riempie la loro benedetta condizione spirituale proprio come le acque coprono il medesimo mare. Questa conoscenza è profonda come il mare, profonda come l’oceano, come i “sette mari” che abbracciano l’intero globo.
34. Quando pregava il Padre suo, che cosa mise in risalto Gesù come primo requisito per la vita eterna?
34 Quando pregava a favore dei suoi apostoli fedeli, Gesù Cristo disse giustamente al suo celeste Padre Geova: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. (Giovanni 17:3) Nel paradiso spirituale di oggi, i residenti ancora acquistano conoscenza di Geova e del suo re messianico Gesù Cristo, per cui nella condizione paradisiaca la vita spirituale di quelli che conoscono Geova è pacifica e sicura.
“SEGNALE PER I POPOLI”
35. (a) Oltre all’unto rimanente chi è ora nel paradiso spirituale, e in particolar modo da quando? (b) Come il linguaggio di Isaia 11:10 indica che questo avrebbe avuto luogo?
35 Attualmente, in particolar modo dal segnato anno 1935 E.V., quelli dell’unto rimanente dell’Israele spirituale non sono i soli residenti di questo paradiso figurativo dove non si fa nessun danno o non si causa alcuna rovina sia agli uomini che agli animali. Con il rimanente ora c’è anche una “grande folla” continuamente crescente di trasformati cercatori della conoscenza di Geova assomigliati a pecore. L’ulteriore profezia di Isaia predisse che questo avrebbe avuto luogo. Dopo la bella descrizione del paradiso spirituale, Isaia 11:10 aggiunge: “E dovrà accadere in quel giorno che la radice di Iesse sarà eretta come segnale per i popoli. A lui si rivolgeranno interrogativamente pure le nazioni, e il suo luogo di riposo dovrà divenire glorioso”.
36. (a) A quale tempo si riferisce l’espressione “in quel giorno”? (b) Chi è la “radice di Iesse” menzionata in questa profezia?
36 È “in quel giorno”, dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V., che questo deve avvenire. La simbolica “radice di Iesse” è il glorificato re messianico Gesù Cristo. Il cristiano apostolo Paolo non lascia posto a dubbi riguardo a ciò, poiché cita questa profezia di Isaia 11:10, secondo la versione greca dei Settanta, per mostrare la generosità e la magnanimità di Dio nell’offrire alle nazioni non giudaiche una splendida speranza. Così in Romani 15:12 Paolo scrive: “E di nuovo Isaia dice: ‘Vi sarà la radice di Iesse, e uno che sorgerà per governare le nazioni; in lui le nazioni riporranno la loro speranza’”.a
37. Perché il riferimento dell’apostolo Paolo a Isaia 11:10 fu appropriato anche allora nel primo secolo?
37 Fu appropriato che l’apostolo Paolo citasse e usasse questa profezia di Isaia 11:10 a favore dei credenti non giudei o gentili. Allora erano passati circa vent’anni dalla conversione del centurione italiano Cornelio di Cesarea al cristianesimo, tempo in cui Geova Dio aveva cominciato ad ammettere i credenti gentili nella congregazione cristiana. Quindi i circoncisi credenti giudei dovevano eliminare i loro pregiudizi precedenti verso i Gentili, le persone delle nazioni non giudaiche, e li dovevano accogliere come fratelli nella congregazione dei discepoli di Gesù Cristo.
38, 39. (a) Ma quando, com’era stato predetto, “la radice di Iesse” fu “eretta”? (b) In che senso è vero che Gesù Cristo è veramente la “radice di Iesse”?
38 Comunque, la profezia si applica più particolarmente “in quel giorno”. Noi siamo stati in quel giorno da quando nel 1914 E.V. nacque nei cieli il messianico regno di Dio. Allora il glorificato Gesù Cristo, “la radice di Iesse”, sorse nell’autorità del Regno per rivolgere la sua attenzione a tutte le nazioni della terra. (Matteo 25:31, 32) Egli fu discendente di Iesse di Betleem attraverso il re Davide, eppure poteva essere appropriatamente chiamato “radice di Iesse”. Ciò avveniva perché in lui si ravvivò la discendenza reale sorta da Iesse padre di Davide. Se non fosse stato per Gesù Cristo, che venne più di seicento anni dopo che a Gerusalemme i re davidici erano stati rovesciati dai Babilonesi, la discendenza reale di Iesse col tempo si sarebbe estinta. E nel 1914 E.V., quando Gesù Cristo fu intronizzato in cielo, erano pienamente trascorsi i Tempi dei Gentili (2.520 anni) da che era stato rovesciato il trono dei re davidici nel 607 a.E.V.
39 Così Gesù Cristo diede nuova vitalità a quella discendenza dei re messianici sorti per prima da Iesse. E, inoltre, quando ricordiamo che Gesù Cristo disse: “Io sono la risurrezione e la vita”, comprendiamo che egli dovrà essere per Iesse una “radice” vivificante destandolo dai morti. — Giovanni 11:25.
40. Similmente, come Gesù è la “radice . . . di Davide”?
40 Per la stessa ragione, nella rivelazione data all’apostolo Giovanni verso l’anno 96 E.V., Gesù Cristo poté parlare della sua relazione con Davide figlio di Iesse, dicendo: “Io sono la radice e la progenie di Davide, e la luminosa stella del mattino”. (Rivelazione 22:16) Le speranze di Davide, morto da lungo tempo, dipendono da tale Discendente e progenie simile a una stella, dal suo Erede permanente, Gesù Cristo.
41. Com’è vero che, dal 1914, Gesù Cristo è stato eretto come “segnale per i popoli”?
41 Gesù Cristo è sorto nell’attiva autorità del Regno dal 1914 E.V., essendo eretto “come segnale per i popoli”. Geova Dio, che nei cieli ha costituito questo Re, lo ha eretto perché tutti i popoli lo vedano quale Re messianico in cui saranno benedette tutte le famiglie e le nazioni della terra. Egli è Colui presso il quale si devono radunare tutti i popoli se vogliono avere un governo giusto per vivere in pace, felicità e sicurezza.
42. Ma in che modo i popoli delle nazioni devono radunarsi presso questo Re messianico che non possono vedere con i loro occhi naturali?
42 In che modo si dovranno radunare però i popoli delle nazioni presso l’esaltata “radice di Iesse”, che Geova Dio ha eretta come un segnale in cima al celeste monte Sion? Essi non possono vederlo con gli occhi naturali, in modo da raccogliersi intorno a lui come intorno a un punto focale. Si richiede dunque che questo elevato Segnale sia indicato loro, che si diano loro informazioni su di lui, per consentire loro di vederlo con gli occhi dell’intendimento e della fede. L’apostolo Paolo, che nel primo secolo della nostra Èra Volgare fece un’applicazione di Isaia 11:10, comprese questo fatto. Conformemente accettò l’incarico divino di andare a predicare alle nazioni non giudaiche o gentili la buona notizia del messianico regno di Dio. Al tempo in cui dal giudaismo tradizionale si convertì al cristianesimo, riguardo a lui il glorificato Gesù Cristo disse: “Quest’uomo mi è un vaso eletto per portare il mio nome alle nazioni e ai re e ai figli d’Israele”. — Atti 9:1-15; 22:6-21; 26:12-18.
43. Come l’apostolo Paolo diede un ottimo esempio che l’unto rimanente segue dalla prima guerra mondiale in poi?
43 Nella sua lettera ai componenti gentili della congregazione cristiana di Roma, l’apostolo Paolo scrisse: “Ora parlo a voi che siete persone delle nazioni. Dal momento che sono, in realtà, apostolo delle nazioni, io glorifico il mio ministero”. (Romani 11:13) Avendo portato così il nome della messianica “radice di Iesse” alle nazioni non giudaiche, questo “apostolo delle nazioni” è oggi un esempio che l’unto rimanente dell’Israele spirituale segue dalla fine della prima guerra mondiale l’11 novembre 1918. Ora è il tempo del maggiore e finale adempimento della profezia di Isaia 11:10 riguardo al “segnale per i popoli”. L’apostolo Paolo fu mandato ai “popoli”, a quelli che erano naturalmente Gentili in paragone con i Giudei naturali circoncisi nella carne, discendenti per nascita da Abraamo, Isacco e Giacobbe (Israele). Paolo aiutò questi credenti gentili a riporre la loro fiducia e la loro speranza nella messianica “radice di Iesse” che doveva essere il Segnale regale per i popoli di ogni sorta. Questi credenti furono anche battezzati in ubbidienza al comando di Cristo di Matteo 28:18, 19, e in questo modo divennero componenti della congregazione cristiana del primo secolo, lo spirituale “Israele di Dio”, e anche coeredi del regno del Messia.
44. In quali zone il rimanente ha promosso perciò la predicazione della buona notizia dal 1919?
44 Dal 1919 in poi il rimanente dell’Israele spirituale rinnovò vigorosamente la sua attività pubblica, rendendosi pienamente conto che ora era tempo che si adempisse la profezia di Gesù Cristo, cioè: “E in tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia”. (Marco 13:10; Matteo 24:14) Questo significò che la “buona notizia” del neonato regno messianico di Dio doveva essere predicata non solo ai Giudei naturali, ma anche alle nazioni non giudaiche. Questo avveniva perché gli increduli Giudei naturali erano stati rigettati e non erano più il popolo eletto di Geova Dio. In particolar modo dalla conversione di Cornelio il Gentile nel 36 E.V., i Giudei sono stati dinanzi a Dio alla pari, sullo stesso livello, con gli incirconcisi Gentili naturali.
45. (a) Dal 1919 al 1935 E.V., chi era radunato in risposta all’opera di predicazione? (b) Nell’anno 1935, come l’attenzione dei cristiani testimoni di Geova fu rivolta a un altro gruppo di persone?
45 Secondo la profezia di Gesù riportata in Matteo 24:31, prima ci doveva essere un radunamento dei membri del rimanente dell’Israele spirituale in questo “tempo della fine”, durante questo “termine del sistema di cose”. (Matteo 24:3; Daniele 12:4) Per sedici anni, o dalla primavera del 1919 alla primavera del 1935 E.V., il liberato rimanente si concentrò nella testimonianza al Regno stabilito, e questo periodo di tempo permise il generale radunamento del rimanente dell’Israele spirituale praticamente fino a completarlo. Quindi ora l’attenzione del radunato rimanente si rivolse in special modo a un radunamento d’altra specie, a un radunamento per cui allora era giunto il tempo. Questo era il radunamento della “grande folla” preannunciato in Rivelazione 7:9-17. Al congresso dei cristiani testimoni di Geova che si tenne a Washington (Distretto di Columbia), nella primavera del 1935, il discorso principale fu svolto intorno a Rivelazione 7:9-17, e l’allora presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati identificò la “grande folla”. Essa non era, come si era pensato per molto tempo, una classe spirituale di cristiani destinati al cielo, e di conseguenza la “grande folla” non apparteneva al rimanente degli Israeliti spirituali che appartengono alla classe menzionata in Rivelazione 7:1-8.
46. (a) Quale splendida speranza la Scritture pongono dinanzi a questa “grande folla”? (b) Perché certe profezie circa le nazioni non israelite si applicano a questa “grande folla”?
46 Al contrario, questa “grande folla” doveva essere formata da “altre pecore” del pastore eccellente Gesù Cristo. La loro speranza era d’una specie terrestre, quella di sopravvivere alla prossima “grande tribolazione” e di godere la perfetta vita umana sulla terra sotto il regno messianico del glorificato Figlio di Dio. In paragone con l’unto rimanente degli Israeliti spirituali, figurativamente parlando tutti quelli di questa “grande folla” sarebbero stati Gentili. Rivelazione 7:9 li classifica come tali, parlandone come di una “grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua”. Coerentemente, dunque, certe profezie della Bibbia sulle nazioni non israelite (i Gentili) si sarebbero potute correttamente applicare a questa “grande folla”.
47. Da quando, come era stato predetto, “le nazioni” si sono rivolte interrogativamente al Segnale messianico?
47 In considerazione di ciò la messianica “radice di Iesse” si ergeva ora sul celeste monte Sion quale “segnale per i popoli” come non era mai avvenuto prima. Da allora in poi si adempì l’ulteriore parte di Isaia 11:10: “A lui si rivolgeranno interrogativamente pure le nazioni, e il suo luogo di riposo dovrà divenire glorioso”. Nonostante la seconda guerra mondiale, sempre più persone delle nazioni si sono rivolte interrogativamente al Segnale regale. Con gli occhi della fede hanno scorto tale Segnale messianico grazie alla testimonianza intorno al Regno data dall’unto rimanente dell’Israele spirituale.
48. Essendo state soddisfatte le loro domande riguardo alle esigenze divine, quale azione hanno appropriatamente compiuto queste persone delle “nazioni”?
48 Secondo i rapporti ricevuti da 207 paesi in cui l’attenzione del popolo è volta al Segnale dalla predicazione di “questa buona notizia del regno”, più di due milioni di persone han risposto all’invito. Esse hanno interrogato riguardo alle esigenze divine, per divenire approvati sudditi del messianico Re di Geova ora insediato. Essendo rimaste soddisfatte e convinte delle risposte scritturali ricevute in seguito alle loro domande, si sono dedicate a Geova Dio per mezzo del Messia Gesù. Nel solo anno di servizio del 1974, hanno simboleggiato pubblicamente tale dedicazione con il battesimo in acqua 297.872 di loro. — Matteo 28:19, 20.
49, 50. (a) Chi e che cosa si trovano ora nel paradiso spirituale? (b) Quindi in che modo il “luogo di riposo” del Segnale messianico è divenuto glorioso?
49 Tutte queste “altre pecore” che sono affluite al Pastore messianico, al “Segnale”, sono state introdotte nel paradiso spirituale, in cui il rimanente dell’Israele spirituale ha risieduto dal 1919 E.V. Ora ci sono più di 35.000 congregazioni dei cristiani testimoni di Geova in questo paradiso spirituale, dove la vita e la personalità sono state trasformate e dove non si fa nessun danno né si causa alcuna rovina. Poiché la messianica “radice di Iesse”, il “Segnale” regale, vi risiede in spirito, veramente il suo “luogo di riposo” o la sua residenza è divenuta gloriosa. (Matteo 28:20) Questa gloria ha accompagnato l’adempimento della profezia di Geova, riferita in Aggeo 2:7: “‘Per certo scrollerò tutte le nazioni, e le cose desiderabili di tutte le nazioni dovranno venire; e per certo riempirò questa casa di gloria’, ha detto Geova degli eserciti”. La “casa” o tempio spirituale di Geova si è riempita di gloria in quanto vi sono state introdotte queste “cose desiderabili di tutte le nazioni”, cioè i componenti della “grande folla”. In questo modo il suo tempio diviene ora, come non lo è mai stato in precedenza, una “casa di preghiera per tutti i popoli”. — Isaia 56:7.
50 Qui, in questa spirituale “casa di preghiera”, quelli della “grande folla” rendono a Geova Dio sacro servizio giorno e notte. (Rivelazione 7:15) Qui offrono accettevolmente a Dio preghiere per mezzo della “radice di Iesse”, Gesù Cristo. Qui, nel suo nome, piegano le ginocchia a Dio, e ogni lingua riconosce apertamente che “Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre”. — Filippesi 2:10, 11.
51. Quali condizioni che trovate nel paradiso spirituale vi danno prova che il paradiso non è una cosa immaginaria?
51 Il paradiso spirituale non è una cosa immaginaria. È reale e oggi esiste come il paese spirituale del restaurato rimanente degli Israeliti spirituali e di quelli già radunati della “grande folla”, essendo tutti questi insieme cristiani testimoni di Geova. (Isaia 43:10-12; 44:8) In netto contrasto con il tenore e la qualità della vita vissuta dalla terrestre società umana di questo attuale sistema di cose, nel paradiso spirituale la vita è davvero benedetta. Qui c’è la libertà da ogni danno o rovina per i residenti simili a Cristo pieni della “conoscenza di Geova”. E qui c’è sicurezza spirituale, come quella descritta nel Salmo 91. Le piaghe e i pericoli spirituali e morali che infestano questo degradato mondo del genere umano non possono invadere il paradiso spirituale e farne ammalare religiosamente e moralmente i residenti per assoggettarli alla disapprovazione e allo sfavore di Dio. È un luogo spiritualmente salutare, nel quale si producono in abbondanza i frutti dello spirito santo di Dio. — Galati 5:22, 23.
52, 53. Per quanto tempo durerà il paradiso spirituale, e che cosa precede?
52 Il paradiso spirituale degli adoratori di Geova sussisterà! Poiché Geova stesso vi prova diletto, non sarà spazzato via dalla terra nella prossima “grande tribolazione”, di cui il mondo del genere umano non ha mai subìto l’uguale. (Matteo 24:21, 22; Daniele 12:1) Esso precede il terrestre paradiso materiale che rivestirà la terra letterale di gloria e bellezza dopo che, nella “grande tribolazione”, si sarà posto fine a quelli che inquinano e rovinano la terra e dopo che colui il quale fece entrare il peccato nell’originale paradiso dell’uomo in Eden sarà stato legato e scagliato nell’abisso per esservi imprigionato con tutte le sue orde demoniche. — Rivelazione da 19:11 a 20:3; Salmo 37:37-40; 67:5-7.
53 Quindi l’unione del paradiso spirituale con il terrestre paradiso letterale farà dell’intera terra il luogo più piacevole in cui la “grande folla” delle “altre pecore” potrà vivere sotto il benedetto regno del loro celeste Pastore, Gesù Cristo.
[Nota in calce]
a Secondo la traduzione inglese di Charles Thomson della versione greca dei Settanta (stampa del 1954, riveduta), Isaia 11:10 dice: “Perciò quel giorno ci sarà la radice di Iesse, perfino colui che sorge per dominare le nazioni: in lui le nazioni riporranno la propria fiducia, e il suo luogo di riposo sarà glorioso”.