Nascita della nazione reale in un nuovo paese
“Sarà un paese dato alla luce con dolori di parto in un giorno? O nascerà una nazione in una volta? Poiché Sion ha avuto i dolori di parto e ha partorito i suoi figli”. — Isaia 66:8.
1. Quale decisione fu presa il 26 luglio 1931 dagli Studenti Biblici Internazionali al loro congresso di Columbus, e a questo cosa fece seguito in tutto il mondo?
PIÙ di mezzo secolo fa — domenica pomeriggio 26 luglio 1931, per la precisione — un popolo salì alla ribalta mondiale facendosi paladino di un nome. In quell’indimenticabile giorno, le migliaia di Studenti Biblici Internazionali riuniti in un congresso generale a Columbus (Ohio, U.S.A.) adottarono all’unanimità una risoluzione con la quale decidevano di essere chiamati da allora in poi col nome biblico di “testimoni di Geova”. (Isaia 43:10-12) In breve tutte le congregazioni degli Studenti Biblici Internazionali in tutto il mondo fecero altrettanto e adottarono formalmente quel nome caratteristico. E quel nome è rimasto!
2. (a) Cos’hanno subìto da allora quelli che portano questo nome biblico? (b) Quali rassicuranti parole trovano in Isaia 66:5?
2 A motivo di tale dignitoso nome, questi testimoni dell’Iddio Altissimo hanno dovuto subire l’odio del mondo, perfino della cristianità, i cui aderenti asseriscono di essere fratelli in senso religioso di tutti coloro che professano di essere discepoli di Gesù Cristo. Quest’odio religioso è arrivato al punto di tradursi in una violenta persecuzione, che ha causato la morte di molti. Come incoraggiamento per i portatori di tale nome che vivono all’altezza della sua dignità, risuonano fino a noi, dopo 2.500 anni, queste rassicuranti parole messe per iscritto da uno dei principali profeti della Bibbia: “Udite la parola di Geova, voi che tremate alla sua parola: ‘I vostri fratelli che vi odiano, che vi escludono a motivo del mio nome, dissero: “Sia glorificato Geova!” Egli deve anche apparire con allegrezza da parte vostra, ed essi son quelli che saranno svergognati’”. — Isaia 66:5.
3. Come dimostrano i testimoni di Geova di tremare alla Sua Parola, e, oltre che uditori, cos’altro devono esserne?
3 Gli odierni testimoni di Geova sono quelli che ‘tremano alla sua parola’. Hanno timore di agire contrariamente alla sua Parola scritta. Per questo studiano continuamente le Scritture ispirate. Riconoscono che l’Autore della Bibbia è l’Iddio e Padre del loro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Accettano come Parola di Geova tutti i 39 libri delle Scritture Ebraiche e tutti i 27 libri delle Scritture Greche Cristiane, dei quali devono essere sia uditori che operatori.
4. (a) Qual è il motivo principale per cui la cristianità odia i suoi fratelli e li esclude? (b) Quale giustificazione adducono per il loro modo d’agire?
4 Qual è la ragione fondamentale per cui i testimoni di Geova sono odiati dalla cristianità, da persone che dicono di essere fratelli di Gesù Cristo? Perché la cristianità li esclude dalle file di coloro che sono riconosciuti come cristiani e non vuole avere nulla a che fare con essi, in quanto non ha nulla in comune con loro? Geova stesso ne spiega la ragione, dicendo: “A motivo del mio nome”. Eppure coloro che li odiano e che li escludono giustificano il loro modo di agire con la più nobile delle ragioni, esclamando: “Sia glorificato Geova!” O, se si servono di traduzioni bibliche che evitano di usare il nome di Dio, essi esclamano: “Sia glorificato il Signore!” Ma il Signore Iddio non considera il loro odio e il loro dissociarsi dai suoi testimoni qualcosa che lo glorifichi.
5. (a) Quando Geova ‘appare’ con qualche manifestazione da parte sua, chi sono quelli che provano allegrezza? (b) Cosa presagisce per gli altri il fatto di essere svergognati?
5 Quando egli ‘appare’ con qualche manifestazione indicante che approva alcuni e che disapprova altri, chi sono quelli che provano allegrezza per tale apparizione? Chi sono invece quelli che ne vengono svergognati? A coloro che sono odiati ed esclusi a motivo del fatto che nutrono vero rispetto per il suo nome, Geova Dio dice: “Egli deve anche apparire con allegrezza da parte vostra, ed essi son quelli che saranno svergognati”. Questo significava guai enormi per coloro che li odiavano e li escludevano. I guai che nell’antichità si abbatterono su questo tipo di persone prefigurarono il peggiore di tutti i guai che si abbatterà fra breve su coloro che odiano i testimoni di Geova e li escludono in questo “tempo della fine”. (Daniele 12:4) Nelle sue successive parole il profeta Isaia si riferisce a questo, dicendo: “C’è il suono di un clamore dalla città, un suono dal tempio! È il suono di Geova che ripaga ai suoi nemici ciò che è meritato”. — Isaia 66:6.
6. Da quale città sarebbe venuto il “suono di un clamore”, e cosa l’avrebbe prodotto?
6 La città innominata dalla quale sarebbe uscito “il suono di un clamore” era, naturalmente, Gerusalemme, poiché era lì che sorgeva il tempio per l’adorazione di Geova. Il senso del versetto è che Geova sarebbe venuto al tempio della sua adorazione per fare un’ispezione, e non avrebbe gradito il modo in cui essa vi era praticata. L’adorazione era solo esteriore, formale, ipocrita. Questo recava biasimo sul suo santo nome. La disapprovazione di Geova sarebbe stata resa evidente da un “clamore” dovuto all’invasione dei conquistatori mondiali babilonesi, che Geova avrebbe impiegato come suo strumento per ‘ripagare ai suoi nemici ciò che era meritato’, cioè a coloro che praticavano l’adorazione ipocrita che disonorava il suo tempio. Erano nemici di Geova per il fatto che erano ostili a coloro che realmente ‘tremavano alla sua parola’, li odiavano e li escludevano, come egli disse, “a motivo del mio nome”. — Isaia 66:2, 5.
7. Quando si adempì questa profezia di Isaia? Che accadde a Geremia? Chi vide che la Parola di Geova si avverava?
7 Così nel secolo successivo, ai giorni dei profeti Geremia, Ezechiele e Daniele, Geova usò gli eserciti babilonesi come suoi agenti per ‘ripagare ciò che era meritato’ agli israeliti che avevano infranto il suo patto. Che “clamore” produsse questo in Gerusalemme nel 607 a.E.V. quando l’intera città fu distrutta, senza che fosse risparmiato nemmeno lo splendido tempio costruito dal saggio re Salomone! I giudei sopravvissuti furono deportati a Babilonia. I pochi rimasti nel paese fuggirono infine in Egitto, trascinando con loro il profeta Geremia. Così si adempì la sua predizione circa la completa desolazione del paese. Inoltre, in tal modo, il territorio un tempo occupato da una nazione cessò di essere la patria di una nazione vivente con Geova Dio quale suo celeste Re. I giudei fedeli che ‘tremavano alla parola di Dio’ videro che la sua parola si avverava.
8, 9. (a) Qual è la moderna Gerusalemme antitipica? (b) Secondo la profezia di Gesù, cosa le succederà e perché?
8 Avvenimenti orribili, di gran lunga peggiori di quelli del 607 a.E.V., sono in serbo per coloro che odiano e schivano i testimoni di Geova, i quali sono quelli che oggi tremano alla parola di Geova. Tutti quei tragici avvenimenti verificatisi ai giorni di Geremia, Ezechiele e Daniele, ‘accaddero loro come esempi [o tipi], e furono scritti per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose’. (I Corinti 10:11) Allora uscirà veramente “il suono di un clamore dalla città”, l’antitipica Gerusalemme condannata da Dio, cioè la cristianità. Come l’antico Israele, anch’essa asserisce di essere in un patto con Dio, nel “nuovo patto”, del quale Gesù Cristo è il Mediatore. (Ebrei 8:7-9) Ma non è stata all’altezza delle sue pretese di essere vincolata a Dio da un patto. Perciò una “grande tribolazione”, prefigurata da quella che si abbatté sull’antica Gerusalemme, attende la cristianità, proprio come predisse Gesù:
9 “Allora vi sarà grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più. Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati”. — Matteo 24:21, 22; Marco 13:19, 20.
10. Oltre alla cristianità, su chi si abbatterà quella tribolazione, e da chi sarà costituita la “carne” che sopravvivrà?
10 Questa grande tribolazione senza pari è imminente. Viene dalla mano dell’Iddio degli “eletti”, Geova. Coinvolgerà non solo la Gerusalemme antitipica, cioè la cristianità, ma anche ciò di cui la cristianità è stata intima amica, l’intero sistema di cose. (Giacomo 4:4) Gli odierni cristiani dedicati e battezzati che tremano alla Parola di Geova costituiranno la “carne” che sopravvivrà.
Una nascita affrettata e inarrestabile
11. (a) Quale periodo precede la nascita umana, ma sarebbero andate così le cose riguardo a una Gerusalemme ricostruita? (b) Per ordine di chi nello stesso luogo sarebbe stata costruita un’altra Gerusalemme? (c) Isaia predisse forse per quanto tempo l’antica Gerusalemme sarebbe rimasta una distesa desolata?
11 Torniamo all’emozionante profezia di Isaia. Come sollievo dalla tetra prospettiva appena presentata sotto ispirazione, il profeta predice ora un evento gioioso. La nascita di un figlio legittimo è qualcosa che i genitori regolarmente sposati attendono con viva anticipazione e con le più rosee speranze. Nel caso delle creature umane, la nascita dev’essere preceduta dal periodo stabilito da Dio per il completo sviluppo dell’attesa progenie. Ma in questo caso il grande Creatore del processo della nascita predisse qualcosa di insolito secondo la sua propria disposizione. Il profeta Isaia aveva predetto la distruzione di Gerusalemme, la città contaminata, e quindi la città originale costruita sul monte Sion avrebbe cessato di esistere. Ma un’altra città sarebbe sorta sullo stesso monte Sion per ordine del conquistatore persiano Ciro il Grande, il servitore di Geova che avrebbe conquistato l’impero babilonese. (Isaia 44:28; 45:1) Ma Isaia non predisse per quanto tempo l’antica Gerusalemme non sarebbe esistita e sarebbe quindi stata senza “figli” o cittadini. Isaia non predisse nemmeno per quanto tempo il monte Sion e tutto il relativo paese sarebbero stati in condizioni di squallida desolazione.
12. In che modo sulla cartina del mondo antico sarebbe comparso un nuovo paese, e di chi sarebbe divenuto la patria?
12 Eppure, ai giorni di Ciro il Grande sarebbe sorta un’altra Gerusalemme, che sarebbe divenuta la madre di molti “figli”, cioè molti cittadini e sudditi, i quali avrebbero vissuto nel territorio assegnatole. Significava questo che sulla cartina del mondo antico sarebbe apparso un “paese” che sarebbe divenuto la patria di un popolo che prima non era una “nazione”? La risposta profetica di Geova Dio a questa domanda fu Sì!
13, 14. (a) I prigionieri giudei sarebbero tornati nel loro paese al sopraggiungere del normale anno giubilare successivo alla loro deportazione? (b) Gerusalemme sarebbe tornata ad essere madre di “figli” grazie a sforzi straordinari da parte dei prigionieri giudei? Cosa diceva al riguardo la profezia di Isaia 66:7, 8?
13 Restava ora da vedere quando e come ciò sarebbe avvenuto. Tramite il suo profeta Geremia, Geova predisse che il paese dell’ex nazione sarebbe rimasto desolato per settant’anni, venti più del giubileo cinquantennale. Perciò quando nel 573 a.E.V. sarebbe giunto il normale giubileo, non vi sarebbero state celebrazioni nella patria di un tempo e nessuna Gerusalemme o Sion sarebbe allora venuta all’esistenza per generare un corpo di cittadini quali suoi “figli”. I primi deportati giudei superstiti avrebbero rimesso piede nella loro ex patria solo nel 537 a.E.V. Questo sarebbe avvenuto senza insoliti e strenui sforzi da parte dei giudei prigionieri in Babilonia. Sarebbe stato un atto di Dio, in armonia con la sua promessa profetica. Per quanto potesse sembrare strano, una “nazione” postesilica sarebbe venuta all’esistenza in un paese riservato da Geova Dio a questa “nazione”. Guardando avanti, oltre la calamità nazionale del 607 a.E.V., Geova lasciò intendere che sarebbe avvenuta una cosa del genere quando spinse il profeta Isaia ad aggiungere:
14 “Prima che avesse i dolori del parto ella [cioè un’altra Gerusalemme] partorì. Prima che le venissero le doglie, pure diede alla luce un maschio. Chi ha udito una cosa come questa? Chi ha visto cose come queste? Sarà un paese dato alla luce con dolori di parto in un giorno? O nascerà una nazione in una volta? Poiché Sion ha avuto i dolori di parto e ha partorito i suoi figli”. — Isaia 66:7, 8.
15. Che differenza si nota fra quella nascita e quella descritta in Rivelazione 12:1-17?
15 Tale nascita straordinaria è proprio il contrario della descrizione della nascita di un figlio maschio che si trova nell’ultimo libro della Sacra Bibbia, in Rivelazione 12:1-17, dove si legge: “E un gran segno fu visto nel cielo, una donna rivestita del sole, e la luna era sotto i suoi piedi, e sulla sua testa era una corona di dodici stelle, ed ella era incinta. E grida nelle sue doglie e nella sua agonia del parto. E fu visto un altro segno nel cielo, ed ecco, un gran dragone color fuoco, con sette teste e dieci corna e sopra le sue teste sette diademi; e la sua coda trascina un terzo delle stelle del cielo, e le scagliò sulla terra. E il dragone si teneva davanti alla donna che stava per partorire, affinché, quando avesse partorito, divorasse il figlio di lei. Ed ella partorì un figlio, un maschio, che deve pascere tutte le nazioni con una verga di ferro. E il figlio di lei fu rapito presso Dio e il suo trono. . . . E il dragone si adirò contro la donna, e se ne andò a far guerra contro i rimanenti del seme di lei, che osservano i comandamenti di Dio e hanno l’opera di rendere testimonianza a Gesù”.
16. Chi o che cosa sono la donna del “segno” e il “figlio, un maschio”?
16 Poiché nessuna donna terrena ha la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sulla testa, la donna che costituisce il “segno” sopra descritto dev’essere simbolica. Il Padre del figlio di lei dev’essere Dio, perché è lui ad accettarlo e a riconoscerlo. Pertanto ella è, per così dire, sua moglie. Se si considera tutto questo, la donna che costituisce il “segno” nel cielo deve simboleggiare l’organizzazione di Dio composta di creature spirituali celesti, la principale delle quali è il suo unigenito Figlio Gesù Cristo, organizzazione che viene paragonata a una moglie. Il figlio della donna, “un maschio”, dev’essere anch’egli simbolico, e infatti simboleggia il regno di Dio, in quanto il figlio maschio fu rapito presso il trono di Dio. Perché il regno sia qualcosa di più di un semplice concetto astratto, teorico, deve avere come re una persona vivente. Questa persona reale dev’essere colui col quale Geova Dio stipula un patto per il regno.
17. Perché l’unigenito Figlio di Dio aveva il diritto di sedere sul trono alla destra del Padre?
17 Questi fu il suo unigenito Figlio Gesù Cristo, che, in virtù della sua miracolosa nascita umana a Betleem come discendente di Davide, re di Israele, divenne l’erede naturale al Regno. (Isaia 9:6, 7; Luca 22:29, 30; Matteo 1:17-25) Giustamente, quindi, in relazione con la “donna” celeste, fu messo in risalto che il figlio di lei era un “maschio”, in quanto il trono era riservato a un discendente maschio della casa reale di Davide.
18. Cosa emerge dunque dal confronto fra le circostanze relative alla nascita di quel simbolico “figlio, un maschio”, e quelle indicate in Isaia 66:7, 8?
18 Tutte queste circostanze relative alla nascita di un “figlio, un maschio” alla “donna” celeste differiscono da quelle descritte nella profezia di Isaia, particolarmente per quanto riguarda l’aspetto della gravidanza, delle doglie e dei dolori di parto. Ci sono quindi valide ragioni per concludere che il figlio “maschio” di Isaia 66:7 si riferisca profeticamente a una situazione diversa da quella del “figlio, un maschio”, menzionato in Rivelazione 12:5. Evidentemente il figlio “maschio” si riferisce alla “nazione” che venne all’esistenza nel “paese” come predetto da Isaia. Inoltre, nel caso degli israeliti ristabiliti, il regno o dominio non fu l’aspetto principale del loro ritorno a Gerusalemme nel 537 a.E.V. Non fu rimesso sul trono un re della discendenza di Davide. Essendo il territorio di Giuda una provincia persiana, essi si trovavano sotto il dominio di Ciro, che aveva emanato il decreto di ricostruire il tempio e ripristinare a Gerusalemme la vera adorazione. Quella restaurazione avvenne all’improvviso, inaspettatamente. Secondo la Versione Riveduta, Isaia 66:7, 8 dice: “Prima di provar le doglie del parto, prima che le venissero i dolori, ha dato alla luce un maschio. Chi ha udito mai cosa siffatta? chi ha mai veduto alcun che di simile? Un paese nasce egli in un giorno? una nazione vien essa alla luce in una volta? Ma Sion, non appena ha sentito le doglie, ha subito partorito i suoi figli”.
19. (a) A chi sembrò che la nascita della nazione postesilica di Israele fosse stata accelerata, e perché? (b) Perché la generazione che prese a dimorare nel paese dei suoi antenati era completamente nuova, e in che senso anche il paese poteva considerarsi nuovo?
19 In armonia con la profezia, la nascita della nazione postesilica di Israele fu, per così dire, accelerata. Giunse con sorprendente subitaneità per il mondo antico, nel 537 a.E.V. Il mondo pagano non si sarebbe mai aspettato che la nazione di Israele, scomparsa da tempo, tornasse a rivivere, nel paese che Dio le aveva dato. In realtà quella che venne all’esistenza fu una nuova Sion: nacque una nuova nazione. Ricordiamo che gli israeliti erano stati deportati in Babilonia a più riprese: 10.000, secondo il racconto biblico, furono deportati all’epoca della prima cattività nel 617 a.E.V. Centinaia furono deportati in seguito. (II Re 24:14; Geremia 52:28-30) Ma quelli che furono liberati da quel paese pagano nel 537 a.E.V. e che si stabilirono nel paese dei loro antenati, includevano 42.360 maschi, oltre a molti schiavi e cantori di professione. Fra gli israeliti c’erano anche alcuni uomini anziani che avevano visto il tempio costruito da Salomone a Gerusalemme. (Esdra 2:64, 65; 3:12) Perciò, per la maggior parte, la generazione che si stabilì nel paese allo scopo di costruire un nuovo tempio era completamente nuova. Una nuova Sion sorse quindi in un nuovo paese, e divenne la madre di una nuova nazione postesilica. Essa occupava la nuova provincia persiana della Giudea.
20. Nell’anno postbellico del 1919, come si adempì la controparte moderna di questo nel caso degli Studenti Biblici Internazionali?
20 La ‘nascita’ degli israeliti ristabiliti come “nazione” nel 537 a.E.V. ha una controparte moderna? Sì, perché nell’anno successivo alla prima guerra mondiale (1914-1918) nacque una “nazione” spirituale sotto il più grande Ciro, l’intronizzato re Gesù Cristo! In che modo? Durante la guerra, la sede centrale della Watch Tower Bible and Tract Society, l’ente editoriale degli Studenti Biblici Internazionali, situata a Brooklyn, New York, era stata smantellata e trasferita di nuovo in piccoli locali a Pittsburgh, in Pennsylvania. Le sue pubblicazioni più recenti erano state messe al bando in Canada e negli Stati Uniti d’America, e il presidente della Società, il segretario-tesoriere e sei altri membri del personale della sede centrale erano stati condannati nel 1918 a lunghi periodi di detenzione. L’intento dei loro nemici che avevano istigato tutto ciò era simile a quello espresso in Salmo 83:4: “Spazziamoli via dall’essere una nazione, affinché il nome d’Israele non sia più ricordato”. Ma nella primavera del 1919, con grande sorpresa della cristianità, ci fu la liberazione! Quello stesso anno i perseguitati Studenti Biblici Internazionali tennero il loro primo congresso del dopo-guerra a Cedar Point, nell’Ohio. Ai congressisti fu annunciata la pubblicazione di una nuova rivista in aggiunta alla Torre di Guardia, e cioè L’Età d’Oro (ora chiamata Svegliatevi!).
21. Perciò cosa nacque cinque anni dopo la fine dei tempi dei Gentili? Quale incarico dovevano svolgere i suoi appartenenti? Che cos’era il nuovo “paese”?
21 Così, cinque anni dopo la fine dei “tempi dei Gentili” avvenuta nel 1914 e l’istituzione del regno di Dio affidato al più grande Ciro, Gesù Cristo, venne all’esistenza una nuova “nazione”, una “nazione” spirituale. Gli appartenenti a questa nuova “nazione” dovevano svolgere l’incarico di ambasciatori del regno di Dio da poco istituito nei cieli e di testimoni che portassero il Suo nome. Essendo terminati i tempi concessi ai gentili per calpestare la sua visibile organizzazione, Dio pose la “nazione” nel “paese” che le spettava, un “paese” simbolico, cioè il suo reame terrestre di attività. — Luca 21:24, Nardoni.
22. Quali domande pose Geova stesso circa la sua capacità di divenire il Padre della nuova “nazione”, e, in risposta, cosa fece nell’antico tipo e nel moderno antìtipo?
22 Era stato Geova Dio l’Onnipotente a rendere possibile quella rimarchevole nascita, ed egli era deciso a far sì che nulla la ostacolasse. In Isaia 66:9 aveva detto: “‘In quanto a me, farò io rompere [il sacco amniotico] e non farò partorire?’ dice Geova. ‘O faccio partorire ed effettivamente faccio chiudere [il ventre]?’ ha detto il tuo Dio”. La sua prima risposta a queste domande di sfida egli la diede liberando il suo popolo da Babilonia nel 537 a.E.V. e facendo poi in modo che Gerusalemme fosse riedificata e pullulasse di abitanti giudei quali figli di lei. Nei nostri giorni Dio ha risposto in modo antitipico alle sue proprie domande rendendo feconda la Gerusalemme antitipica, la sua organizzazione celeste, così che essa ha dato alla luce una “nazione” spirituale sulla terra. Questo è avvenuto sotto la guida del più grande Ciro, il Re appena insediato in cielo. Questa nascita ha avuto luogo nell’anno postbellico del 1919 e ha prodotto un popolo, i “figli” di Sion, interamente dedicato a promuovere gli interessi dello stabilito regno di Dio, un popolo strettamente neutrale nei confronti dei governi politici di questo mondo. L’Iddio Onnipotente non ha permesso che alcuna cosa ostacolasse il completo svolgimento del suo proposito dal 1914 fino ad ora!
Dopo questo studio di Isaia 66:5-8, sapreste rispondere alle seguenti domande?
Versetto 5: Chi sono i “fratelli” che odiano i veri adoratori e che li escludono? Come vengono svergognati questi “fratelli”?
Versetto 6: In che modo vi fu “il suono di un clamore dalla città” nei tempi antichi? Come si ripeterà nei tempi moderni?
Versetto 7: Cos’è il “maschio” dato alla luce da una ‘donna’ senza “doglie”? Ha lo stesso significato del “figlio, un maschio”, di Rivelazione 12:5?
Versetto 8: In che modo nel 537 a.E.V. nacquero all’improvviso e inaspettatamente una “nazione” e un “paese”?
[Immagini a pagina 13]
Il regno, come un bambino neonato, fu dato alla luce dalla “donna” di Dio nel 1914
Nel 1919, l’Israele spirituale ‘nacque’ all’improvviso nel suo “paese”