Il dominio della regina morte
“Eppure la morte signoreggiò come regina da Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, che rassomiglia a colui che doveva venire”. — Rom. 5:14, NW.
1. Quale evidenza c’è del dominio della morte, e quando cominciò il suo dominio?
GUARDATE per lungo e per largo questa mirabile terra, la sommità delle alture o le valli, dovunque scorgete dei segni di vita vedrete anche delle commemorazioni di morte. Presso ogni città, paese o villaggio, lungo belle vie nazionali, il vostro sguardo abbraccerà forse da alcune a qualche centinaio di lapidi commemorative, croci o pietre sepolcrali che testimoniano il fatto che la morte domina come regina. Ma oltre a questi, ci sono migliaia d’innumerevoli e dimenticati morti che non hanno nessun segno o statua che indichi il luogo dove giacciono. Tale luogo potrebbe essere un campo di battaglia, un deserto, un campo di neve o le distese apparentemente infinite del mare. Quelli che li conobbero nemmeno loro son più qui per parlarcene. La tomba è veramente una delle tre cose che non dicono mai basta. (Prov. 30:15, 16) Ma considerate pure la durata del dominio di questa sovrana che sembra illimitata. I nostri antenati ne riconobbero tutti la sovranità. Sì, possiamo risalire al primo uomo e alla prima donna e troveremo che ai loro giorni lo scettro di questo spiacevole governo reale era riconosciuto, ed allora ebbe il suo inizio.
2. Qual è il proposito di Geova circa l’uomo e la terra?
2 Ma, non fu il proposito del Creatore che la morte percorresse la terra aumentando di continuo il suo bottino. Egli non prova piacere nella morte, anzi vorrebbe che anche il malvagio si convertisse dalla sua via e vivesse. (Ezech. 18:32; 33:11) Le lagrime, le afflizioni, i dolori familiari, causati da malattie, epidemie, carestie e guerre, non sarebbero mai esistiti se non fosse stato per colpa di un malvagio cospiratore e due complici. Se il saggio comando del Creatore fosse stato osservato e i suoi figli terreni avessero mantenuto l’amore di Geova nei loro cuori, noi avremmo ora un mondo pieno di felici, sani, maturi uomini e donne. Questi troverebbero completa felicità educando figli ugualmente gioiosi, e tutti senza una traccia di peccato, tristezza, sofferenza, morte e imperfezione. Come lo sappiamo? Il più antico e fedele libro del mondo, la Sacra Bibbia, rivela che questo fu il proposito del Creatore. Esso dice: “E Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. E Dio li benedisse; e Dio disse loro: ‘Crescete e moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sopra la terra.’” (Gen. 1:27, 28) Egli stabilisce che la terra sia permanentemente popolata. “Poiché così parla l’Eterno che ha creato i cieli, l’Iddio che ha formato la terra. l’ha fatta, l’ha stabilita, non l’ha creata perché rimanesse deserta, ma l’ha formata perché fosse abitata: Io sono l’Eterno e non ve n’è alcun altro”. (Isa. 45:18) Il suo proposito sarà adempiuto. — Isa. 66:1; 60:13; 11:9.
3. Chi è responsabile del dominio della morte, e quale fu la sua ambizione?
3 Ma chi causò il cambiamento dalla ideale condizione perfetta al deplorevole caos in cui oggi si trova il mondo; potreste chiedere. Il malvagio cospiratore che diede inizio a tutto questo, Satana il Diavolo, non previde le complete e finali conseguenze dei suoi malefici atti. Egli determinò di appagare un’illegittima ed egoistica ambizione mostrando ad altri ciò che avrebbe potuto compiere. Quella ambizione lo ha consumato come un’intensa cupidigia e lo ha cambiato dalla creatura originalmente perfetta a uno che non ha nessun riguardo per la sofferenza e la miseria prodotte dalla soddisfazione del suo desiderio. Ci fu un tempo in cui egli decise che invece di rappresentare lealmente il suo Creatore servendosi del suo alto incarico per condurre le creature terrestri sotto la sua autorità all’ubbidienza e alla giusta adorazione di Geova le avrebbe indotte a rendere tale omaggio a se stesso. Con alterigia la sua corrotta sapienza gli fece pensare che la sua personale bellezza, il dono del suo Creatore, meritasse un tale riconoscimento. Bramando ammirazione e adorazione egli giurò di divenire simile all’Altissimo. — Ezech. 28:14-17.
4. Come agì il Diavolo per adempiere il suo proposito, e che cosa indusse Eva a cedere?
4 Per giungere al suo scopo Satana fu ora deciso di diventare un diffamatore, un ingannatore, un oppositore di Geova e un divoratore, come lo definiscono i nomi Diavolo, Serpente, Satana e Dragone. Servendosi di tutte le astuzie della sua alta posizione e comunicando il suo messaggio per mezzo del serpente visibile, assicurò alla prima donna che seguendo il suo suggerimento avrebbe avuto qualche cosa molto maggiore di ciò che le aveva dato un Dio indegno di fiducia. Se ella fosse sorpresa al primo suggerimento di sfiducia verso il suo Padre celeste, o no, ha poca importanza e il racconto non lo dice. È importante il fatto che cedette alla lusinga del premio e trasgredì. Giacomo scrisse: “Ma ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal suo proprio desiderio. Quindi il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato; a sua volta, il peccato, quando è stato compiuto, produce la morte”. (Giac. 1:14, 15, NW) È evidente che Eva non ponderò bene la questione se l’autorità che faceva la promessa fosse fidata, né consultò Adamo, il suo capo, al riguardo. In questo ella mostrò di non avere amore. Incantata da ciò che avrebbe guadagnato, decise di afferrare il frutto proibito e poi di aiutare il marito a prenderlo.
5. (a) Quale controversia fu quindi imposta ad Adamo, e che cosa gli fece prendere la decisione errata? (b) Che cosa riuscì a fare il cospiratore sviando Adamo ed Eva?
5 Essendo riuscito con Eva l’astuto avversario si servì ora di lei come di uno strumento per infrangere l’integrità di Adamo. Ella era ossa delle sue ossa e carne della sua carne. Quando invitò Adamo a mangiarne, egli capì probabilmente tutte le conseguenze del suo disubbidiente atto. Egli non era ingannato. Come avrebbe agito il suo Creatore? Avrebbe perduto subito la sua sola compagna umana? Perché essa gli aveva imposto questa controversia? Cedere a lei significava disubbidire al suo Dio. Era una scelta fra l’amore ed il dovere verso Geova e l’affezione ed attrazione verso la sua compagna; una scelta fra il Creatore e la creatura, fra il governar la sua vita mediante princìpi, secondo i divini attributi che gli erano stati conferiti, da una parte, e la passione, la forte attrattiva dell’emozione umana, dall’altra. Anche Adamo fu privo di vero amore verso il suo Creatore e fece la decisione errata. Senza gratitudine e riconoscenza verso Dio, la prima coppia umana divenne complice del grande cospiratore. Satana era riuscito a recar vituperio a Geova, la cui gloria è superiore alla terra e ai cieli. Il Diavolo sostituì la verità con la menzogna e distrusse la pura e giusta adorazione sulla terra. Gesù testimoniò di lui: “Costui è stato omicida fin da quando cominciò, e non si è tenuto saldo nella verità, perché non c’è verità in lui. Quando dice la menzogna, parla secondo la sua propria disposizione, perché è un bugiardo e il padre della menzogna”. — Giov. 8:44, NW.
6. (a) Quale calunnia contro Geova era implicita nella menzogna di Satana? (b) Come avrebbero dovuto rispondere Adamo ed Eva? Come risposero essi, e perché?
6 Considerate ora per un momento la tattica impiegata dal Diavolo sin dall’inizio. Diffondendo il suo falso messaggio: “Non morrete affatto,” pose il dubbio, la sfiducia e l’incredulità nelle prime menti umane, e diffamò quindi l’incomparabile, illustre e lodevole nome di Geova come quello di un disonesto truffatore. Egli accusò Dio d’essere un volontario ingannatore, che avesse il tornaconto di tenere l’uomo come uno schiavo, e per tale ragione completamente indegno di fiducia. In tutto questo manifestò ciò che egli stesso era divenuto. Risentirono questa accusa gli umani figli del loro celeste Padre, circondati da tante espressioni del suo amore, della sua benignità e della sua cura? Gridò l’uno o l’altra: ‘Serpe fra l’erba, tu non puoi dire ciò del Padre mio’? Il racconto non ci fa pensare questo. Il lavoro del seduttore fu fatto con tanta astuzia e i loro interessi personali furono tanto stimolati che essi dimenticarono il loro migliore amico e gli voltarono le spalle. Senza ragione per avere il minimo dubbio di Geova, non mostrarono la fede necessaria per piacere a Dio. Al suggerimento di una condotta che avrebbe offerto loro illimitata libertà, licenza, si affidarono a loro stessi e cominciarono a far di se stessi copie del loro signore. Scegliendo il corso di un trasgressore la morte divenne la loro regina. Essa è stata una superba, inesorabile sovrana, e, tenti l’uomo come può, egli non è in grado di spezzare il potere della morte.
7. Quale decisione dobbiamo prendere individualmente? perché? e pensando a quali mete?
7 Ma voi ed io dobbiamo pure scegliere fra la lealtà a Geova da una parte e la sottomissione all’arcinemico Satana il Diavolo dall’altra. Con la nostra condotta noi sosteniamo l’uno o l’altro di questi due signori. Questo accade perché abbiamo il libero arbitrio. Ubbidire a Geova significa la vita, cedere al suo nemico significa infine la morte. Noi dobbiamo guardarci dal cedere alla tentazione di soddisfare la nostra carne, e dobbiamo stare in guardia per non divenire strumenti dell’avversario che intrappolino altri. L’apostolo Paolo avvertì: “Se infatti vivete secondo la carne siete certi di morire; ma se fate morire le pratiche del corpo mediante lo spirito, voi vivrete”. — Rom. 8:13; Gal. 5:16, 17; Rom. 8:5-8, NW.
8. Allontanato dall’amorevole benignità di Geova, come son diminuiti gli anni dell’uomo?
8 Osservate ora il declino degli anni dell’uomo, il risultato del suo allontanamento dall’immeritata benignità di Dio. Abitando nella terra dove la morte gettava la sua ombra né Adamo né alcuno dei suoi discendenti visse un intero giorno di mille anni. La longevità gradualmente diminuì con parecchie improvvise cadute nella vita degli uomini. Dopo le prime dieci generazioni da Adamo a Noè nessuno raggiunse l’età entro il limite di novecento anni. Sem, che seguì Noè, visse fino a soli seicento anni. Le tre generazioni successive raggiunsero un’età entro il limite da quattrocento a cinquecento anni. Quindi ci fu un’altra improvvisa caduta, poiché entro cinque generazioni il periodo della vita dell’uomo fu diviso a metà. Nelle quattro generazioni che seguirono, fino a Giuseppe, figlio di Giacobbe, il massimo della durata della vita dell’uomo fu portato quasi al limite di cento anni. (Genesi, capitoli 5, 7 e 11) La morte dominava come una regina da Adamo fino a Mosè e la favilla della vita umana appariva debolmente come nebbia passeggera. Il grande cospiratore ebbe la capacità di arrecare la piaga della morte per mezzo della trasgressione ma non possedeva il potere della vita, poiché solo nella mano di Geova è il soffio o potere di vita di tutto il genere umano. — Giac. 4:14; Giob. 12:10.
9. Che cosa mostra che gli anni dei patriarchi furono tanto lunghi quanto quelli nostri di oggi?
9 Non è giusto dire che gli anni dei patriarchi non fossero tanto lunghi quanto i nostri, ma tanto brevi quanto i nostri mesi, perché Dio diede determinatamente all’uomo luci del firmamento per designare i giorni, e gli anni. Benché i loro periodi annuali non fossero calcolati fino alla frazione di giorno, non c’era da confondere le stagioni degli anni, dato che Geova aveva detto: “Finché la terra durerà, sementa e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai”. — Gen. 1:14; 8:22.
CONDIZIONE DI MORTE DELL’UOMO
10. Quali varie teorie non bibliche vi sono riguardo allo stato di morte?
10 Per seimila anni gli uomini son morti, ma, per quanto possa sembrare strano, la maggioranza non sa che cosa sia realmente la condizione di morte. Quelli che non hanno la Bibbia credono o alle loro teorie personali o ai loro particolari libri sacri. Anche quelli che hanno la Bibbia son grandemente confusi dalle tradizioni degli uomini. La generale concezione religiosa insegna che la morte sia la separazione o l’allontanamento da Dio. Alcuni han detto che voglia dire che il cielo verrebbe chiuso per l’anima perduta. Dal momento che si presume che l’anima sia immortale e dovrebbe vivere per sempre, e dal momento che un’esistenza felice, o il cielo, le sarebbe negata, viene dedotto che debba trascorrere l’eternità in uno stato di afflizione. La tradizione pagana, l’umana filosofia, la letteratura e l’educazione del mondo hanno generalmente seguito queste conclusioni.
11. Qual è la testimonianza delle Scritture riguardo alla condizione dei morti?
11 Per nostro proprio bene, consultiamo la Parola di Dio affin di avere la risposta corretta. Parlando di ciò che avviene al momento in cui l’uomo muore, Salmo 145, versetto quattro (Ti) Salmo 146:4, NW, dice: “Esalato lo spirito, ritornano nella loro polvere; in quel giorno svaniscono tutti i loro disegni”. (Si veda Salmo 14:4, Co.) Certo se i disegni o pensieri di una persona svaniscono, periscono anche tutta la conoscenza e ogni sentimento. Questo è mostrato da Ecclesiaste 9:5 (Ti): “Infatti quelli che vivono sanno di dover morire; ma i morti non san più nulla, non han più nulla da guadagnare, ed anche il loro ricordo è messo in oblìo”. Anche il profeta Giobbe descrive la condizione di morte con le parole: “Là cessano gli empi di tormentare gli altri. Là riposano gli stanchi, là i prigioni han requie tutti insieme, senz’udir voce d’aguzzino. Piccoli e grandi sono là del pari, e lo schiavo è libero del suo padrone”. (Giob. 3:17-19) “Ma l’uomo muore e perde ogni forza; il mortale spira e . . . dov’è egli?” (Giob. 14:10) Nello stato di morte non c’è nessuna attività. “Non sono i morti che lodano l’Eterno [Geova], né alcuno di quelli che scendono nel luogo del silenzio”. “Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poiché nel soggiorno de’ morti dove vai, non v’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né sapienza”. — Sal. 115:17; Eccl. 9:10.
12. Quali fatti sostengono la tesi scritturale inerente alla condizione di morte, e come lo indica la dichiarazione di giudizio pronunciata contro Adamo?
12 Mediante l’evidenza possiamo capire quindi che la morte è la fine dell’esistenza di una persona. Essa è morte fisica, e qualsiasi tentativo di fare una distinzione fra questa e una cosiddetta morte spirituale è contrario alle Scritture. L’uomo muore fisicamente, mentalmente e spiritualmente tutto nella stessa volta. La mente della persona morta non può funzionare, i suoi occhi non possono vedere, i suoi orecchi non possono udire, né le sue labbra possono parlare. La morte dell’uomo è uguale a quella degli animali inferiori. (Eccl. 3:19-21; Sal. 104:29; 145:20) Notate come Dio rese chiaro questo al tempo in cui fu pronunciata la prima sentenza di morte. Iddio completò il suo giudizio contro Adamo con le parole: “Perché sei polvere, e in polvere ritornerai”. (Gen. 3:19) Egli doveva tornare alla condizione di inesistenza dalla quale era venuto. Non c’era nessuna parte della divinità nell’uomo che dovesse esser mantenuta in vita.
13. Come sappiamo che Adamo non fu immortale e il cielo non doveva essere il suo destino?
13 Il racconto non dice niente ulteriormente di Adamo o della sua posterità circa la perdita del cielo. Questo non era stato mai promesso né ad Adamo né ai suoi posteri, e averne la pretesa sarebbe stato molto presuntuoso. “I cieli sono i cieli dell’Eterno, ma la terra l’ha data ai figliuoli degli uomini”. (Sal. 115:16) La semplica creazione non diede loro il diritto di una vita incondizionata, senza fine, sulla terra, tanto meno quello di una condizione spirituale o celeste. Solo l’avversario promise ciò, vale a dire, che sarebbero stati simili a dèi, ed egli non poté mantenere la promessa che l’uomo non sarebbe morto. Iddio piuttosto inflisse la pena di morte agendo conformemente alla sua parola: ‘Ed ora, ch’egli non stenda la mano, e ne mangi, e viva in perpetuo.’ Perciò Geova lo mandò via dal giardino d’Eden, e pose i cherubini, e la fiamma di una spada, per difendere la via dell’albero della vita. — Gen. 3:22-24.
14. Quali sono le alternative che Dio pone davanti alle creature?
14 Vita e morte, non vita nella felicità contro vita nell’afflizione, sono i contrari scritturali. Questo è mostrato dall’espressione di Mosè rivolta ai figli d’Israele: “Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, onde tu viva, tu e la tua progenie”. (Deut. 30:19) Proverbi 8:35, 36 dichiara: “Poiché chi mi trova trova la vita, . . . tutti quelli che m’odiano, amano la morte”.
15. (a) Che cosa perdette Adamo per se stesso e per la sua discendenza? (b) Che cosa dimostra che il tormento eterno non fu il proposito di Dio circa alcuno del caduto genere umano?
15 Il dominio della morte come una regina contraddice qualsiasi pretesa che il tormento eterno, o qualunque futuro di sofferenza, sia il destino di Adamo o della sua discendenza. Non fu il tormento eterno che cominciò a regnare come sovrano, o del quale il genere umano avesse ora la prospettiva. Ciò che Adamo perdette per sé e per la sua progenie fu il privilegio di adempiere il mandato divino di riprodurre, moltiplicare, riempire la terra e assoggettarla; egli perdette il dominio sopra gli uccelli dell’aria, il bestiame e i pesci, e perdette la sua propria vita. Benché gli fosse permesso di esistere per 930 anni, quell’esistenza ebbe afflizione e penoso lavoro e fu senza la pace e la benedizione di Dio. Noi abbiamo ereditato l’imperfezione trasmessaci dai nostri progenitori. La Parola di Dio dice: “Per mezzo di un sol uomo il peccato entrò nel mondo e per mezzo del peccato la morte, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché essi ebbero tutti peccato”. (Rom. 5:12, NW) Tutti furono rappresentati dal loro avo Adamo, per mezzo della sua non generata progenie, e figurativamente peccarono in lui. Quindi non c’è un uomo giusto, neppure uno. Per questa ragione, inoltre, nessun discendente di Adamo potrebbe liberare il suo simile dal dominio della morte; poiché come potrebbe uno schiavo liberarne un altro. È scritto: “Nessuno però può in alcun modo redimere il fratello, né dare a Dio il prezzo del riscatto d’esso”. (Sal. 49:7; Rom. 3:10) Invece d’essere il tormento eterno la paga del peccato, leggiamo: “Il salario che il peccato paga è la morte, ma il dono che dà Dio è la vita eterna per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore”. — Rom. 6:23, NW.
16. Date la prova scritturale che la morte non regna solo sui corpi degli uomini ma anche sulle anime.
16 Il dominio della morte non governa soltanto sopra i corpi ma anche sopra le anime degli uomini. È l’anima che pecca quella che morrà. (Ezech. 18:4, 20) È l’anima che va nella tomba alla morte e da cui è liberata con la risurrezione. Salmo 89:48 dichiara: “Qual è l’uomo che viva senza veder la morte? che scampi l’anima sua dal potere del soggiorno de’ morti? Sela”. Salmo 49:15 dice: “Ma Iddio riscatterà l’anima mia dal potere del soggiorno dei morti, perché mi prenderà con sé. Sela”. Salmo 116:8, NW; 114:8 (Ti) afferma: “Dacché egli ha preservato l’anima mia dalla morte, gli occhi miei dalle lacrime, i miei piedi dalle cadute”. Alcuni altri passi che dimostrano che l’anima può morire o esser distrutta sono i seguenti: Sal. 30:3; 78:50; Isa. 55:3; Matt. 10:28; Mar. 14:34; Luca 2:35, e Apoc. 16:3.
L’ANIMA UMANA
17, 18. (a) Che cos’è l’anima? (b) Quali scritture confutano i falsi insegnamenti relativi alle anime umane?
17 “Che cos’è dunque l’anima? voi domandate. Non è qualche cosa d’intangibile, misterioso, che nessuno abbia mai veduto. L’anima umana è definita per noi in Genesi 2:7. “E l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente”. Ogni persona è un’anima. L’alito o spirito della vita, per mezzo del quale Dio animò, rese vivente o diede energia all’organismo umano, e il corpo dell’uomo insieme, formarono la prima vivente creatura umana o anima. Perciò, anche la sola esistenza dell’uomo è designata come anima. C’erano anime di pesci, uccelli e animali sulla terra prima che l’uomo fosse creato, come indicano le Bibbie che hanno le note in calce su Genesi 1:20, 30. Queste note in calce aggiungono “anima” e “anima vivente” a “vita” nei testi.
18 Dal principio il grande avversario di Dio ha fatto insegnare liberamente la menzogna che l’uomo abbia un’anima immortale che non muoia. Secondo questa tradizione umana ogni uomo avrebbe una sola anima, mentre Esodo 1:5 dice: “E tutte le anime che uscirono dai lombi di Giacobbe furono settanta anime”. (KJ) Come ne poterono uscire settanta dai lombi di Giacobbe quando la tradizione insegna che Dio dà ad ogni corpo un’anima sola alla nascita? Si capisce che la parola anima si riferisce ai viventi settanta posteri di Giacobbe e a niente altro. Secondo Levitico 5:1, 2, le anime possono udire, vedere, parlare, peccare e toccare. È forse troppo difficile per qualcuno capire ciò che devono essere le anime alle quali si fa qui riferimento, dato che solo le anime viventi possono fare tutte queste cose? Non seguiamo più dunque le erronee tradizioni degli uomini che diffamano Dio e conducono alla morte, mentre è così facile imparare la verità che conduce alla vita.
19. Come è possibile che tanti siano sviati circa l’anima e la condizione dei morti?
19 Qualcuno potrebbe pensare comunque: Milioni di persone non possono aver torto, non vi pare? Ancora rivolgiamoci alle Scritture per la nostra risposta. Esse mostrano che Satana ha ingannato o sedotto il mondo intero. Nel dodicesimo capitolo di Apocalisse leggiamo che Michele fece guerra contro il Dragone e i suoi angeli. Il versetto nove di Apocalisse 12 dice: “E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato il Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù”. L’apostolo Giovanni scrisse: “Noi sappiamo di aver origine da Dio, ma il mondo intero giace nella potenza dell’empio”. (1 Giov. 5:19, NW) Il profeta Geremia previde come persone di buona volontà avrebbero riconosciuto di aver seguito l’errore e si sarebbero rivolte all’organizzazione di Geova per trovare rifugio, quando scrisse: “O Eterno [Geova], mia forza, mia fortezza, e mio rifugio nel giorno della distretta! A te verranno le nazioni dalle estremità della terra, e diranno: ‘I nostri padri non hanno ereditato che menzogne, vanità, e cose che non giovano a nulla.’” — Ger. 16:19.
20. In che modo il fatto della risurrezione dimostra qual è la condizione dei morti?
20 Ma che dire se non ci fosse la risurrezione dei morti? Secondo la tradizione degli uomini le anime separate dal corpo parteciperebbero al terribile destino di restar separate dal corpo per sempre. Ma in base al logico argomento dell’apostolo Paolo tutti quelli che son morti sarebbero periti. (1 Cor. 15:18) L’apostolo Paolo non ebbe nessun dubbio circa la risurrezione, ma l’espose con chiarezza e la insegnò senza timore. Evitò le immaginazioni e le private interpretazioni. Non formulò definizioni private come fanno alcuni, dicendo: “La paga del peccato è la morte, una morte che non muore mai,” poiché questo significa adoperare ingannevolmente la Parola di Dio. Egli non sostenne che “distruggere” non significhi “distruggere” ma significherebbe “preservare in vita nei tormenti”, perché questo vorrebbe dire torcere le Scritture a propria distruzione. (Sal. 145:20) Paolo riconobbe Dio come verace benché in tal modo ogni uomo fosse dimostrato bugiardo.
21, 22. (a) Quali due classi si manifestano, e qual è la speranza di quelli che professano fede? (b) Come si possono mettere in armonia passi che sembrano in contrasto?
21 Mentre la morte dominava come regina, si manifestavano due classi di persone. Una ebbe fede nella promessa di Dio che la progenie della donna avrebbe schiacciato la testa del serpente al tempo stabilito. Questa cercò di piacere a Geova. L’altra classe, come la prima coppia umana, se ne andò per suo proprio conto, e divenne persecutrice dei devoti. Non passò molto tempo prima che lo spirito di chi diede origine alla morte portasse frutto e Caino uccise il fratello Abele. A tutti quelli che furono similmente perseguitati, Geova diede l’assicurazione, non che sarebbero andati immediatamente al cielo, ma che avrebbero preso parte alla risurrezione dei morti. Migliaia di anni dopo la speranza della risurrezione era ancora la speranza degli uomini devoti, come Gesù mostrò allorché disse a Nicodemo che fino a quel tempo ‘nessun uomo era asceso al cielo eccetto colui che era disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo’. (Giov. 3:13, NW) Nella visione apocalittica scritta sessantasei anni dopo il principio del ministero di Gesù l’apostolo Giovanni vide le anime di quelli che furono uccisi a causa della parola di Dio e a causa dell’opera di testimonianza che essi facevano ancora non in cielo. Egli scrisse: “Fino a quando, Sovrano Signore santo e verace, ti tratterrai dal giudicare e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sulla terra?’” (Apoc. 6:10, NW) La ricompensa finale non viene data loro fino al giudizio che cominciò nel 1918. — Apoc. 11:18.
22 I passi che sembrano in contrasto con le precedenti conclusioni possono facilmente esser messi in armonia. La comparsa di Mosè e di Elia sul monte della trasfigurazione non fu una realtà fisica, poiché Gesù disse ai discepoli: “Non dite la visione a nessuno finché il Figlio dell’uomo sia destato dai morti”. (Matt. 17:9, NW) Il rapimento di Enoc e l’ascensione di Elia significarono la fine del loro ministero e la morte, ma non l’adempimento per loro della promessa di Dio, come è mostrato da Ebrei 11:39 (NW). “Eppure tutti questi, sebbene fosse stata recata loro una testimonianza mediante la loro fede, non ottennero l’adempimento della promessa”. Invece di andare in un cielo letterale quei fedeli dell’antichità attesero il tempo in cui l’Onnipotente Iddio, che risiede nel cieli, avrebbe stabilito il suo governo e la sua autorità qui sulla terra.
23. Quale specie di governo e dominio attesero Abrahamo ed altri uomini fedeli?
23 Abrahamo ed altri uomini fedeli attesero una città o governo avvenire il cui edificatore e costruttore sarebbe stato Dio. Poiché avrebbe avuto un’origine celeste, l’apostolo la chiama la città celeste. (Ebr. 11:8-10, 13-16) Essi sperarono di partecipare alle sue benedizioni mediante la risurrezione e perciò dichiararono pubblicamente che erano stranieri e residenti temporanei nel paese. Acclamarono quel regno nel quale la volontà di Dio sarà fatta sulla terra come in cielo, in cui il profitto della terra sarà per tutti, e la terra sarà ripiena della conoscenza della gloria di Geova come le acque coprono il mare. (Eccl. 5:9; Hab. 2:14) La morte non avrà e non userà più suprema potenza ed autorità sul genere umano. Essa non sarà più regina. Per mille anni Cristo e la sua sposa regneranno nel nuovo mondo e Satana sarà legato.
24. Quale effetto dovrebbe avere questa conoscenza su di noi?
24 Come dovrebbe sciogliere le nostre lingue la conoscenza della verità con gratitudine e riconoscenza per la liberazione che Geova ci ha recata dalle catene dell’ignoranza e della superstizione! Come dovrebbe farci desiderar di permettere a milioni di persone di sapere, onde esse pure possano ottenere la liberazione dalla schiavitù di Satana! Gesù disse ai suoi discepoli che ciò che udivano sommessamente dovevano proclamarlo dai tetti. Che cos’altro potremmo fare noi, che una volta eravamo schiavi del peccato e della morte ma ora siam liberi? Dite ai prigionieri: Uscite, adorate Geova con abiti santi!
Tu farai perire quelli che dicon menzogne_ — Salmo 5:6.