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Attività dei testimoni di Geova in IsvizzeraLa Torre di Guardia 1952 | 15 maggio
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è situata dove vivono molti diplomatici delle Nazioni Unite. Essi hanno spesso occasione di testimoniare a questi uomini e due studi biblici sono ora tenuti. È abbastanza interessante, essi riportano, ascoltare alcune persone delle Nazioni Unite ammettere la mancanza di speranza di questa organizzazione inefficace e che il messaggio predicato dai testimoni di Geova sembra che sia la sola ragionevole speranza per il genere umano.
Quest’anno non è stato un’eccezione nel produrre la sua messe di problemi legali, dei quali è stata preminente la contesa della ‘vendita ambulante senza licenza’. Venti casi furono riportati durante l’anno, cinque furono risolti con successo senza una corte e otto casi furono portati davanti alle corti, compreso il caso dell’appello dell’anno scorso nel cantone Vaud. Questo appello fu portato davanti alla suprema corte svizzera il 3 settembre 1950. Questa corte considera solo gli argomenti legali scritti, e per un lungo periodo di tempo ha persistentemente deciso contro di noi sulla contesa della vendita ambulante. Dopo una discussione di circa 70 minuti la corte emise un giudizio di 5 contro 2 a nostro sfavore, seguendo i vecchi precedenti. Nonostante questo giudizio i proclamatori hanno continuato baldamente a predicare, e due mesi dopo a Losanna, la sede della corte suprema e anche nel cantone Vaud, fu tenuta un’assemblea di distretto di tre giorni caratterizzata da un’intensiva opera di testimonianza di casa in casa e per le vie. Non una singola denunzia dalla polizia! E la domenica si vide la più grande adunanza pubblica mai tenuta!
Per portare a buon fine l’anno venne il congresso internazionale di Londra, seguito da quelli di Parigi e di Francoforte, presenziati da molti proclamatori svizzeri che son tornati incoraggiati e rinvigoriti, il che siamo certi che mostrerà i suoi frutti in continuo grande progresso teocratico. Una gioia alla fine di quest’anno è stata la visita di più di 250 fratelli americani e canadesi, compresi molti della Bethel di Brooklyn, alla stamperia e all’ufficio di Berna in seguito ai congressi europei. Quindi attendiamo ancora altre opportunità future di ‘lodare Jah, poiché Geova il nostro Dio, l’Onnipotente, ha cominciato a regnare come re’.
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GeennaLa Torre di Guardia 1952 | 15 maggio
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Geenna
UN LUOGO DI PUNIZIONE ETERNA
ECCETTO il piccolo numero di seri studenti della Bibbia ci sono pochissime persone le quali sanno ciò che la Geenna veramente è. La maggioranza del popolo è del tutto ignorante su un soggetto che dovrebbe essere per loro di grande interesse. Questo è deplorevole, perché, per la maggior parte, essi non sono responsabili della loro ignoranza. Centinaia d’anni fa uomini che avevano pregiudizi dottrinali tradussero erratamente certe parole greche in molte versioni della Bibbia. Questa è una ragione della generale incomprensione sul soggetto di ciò che è la punizione eterna dei malvagi. Un’altra ragione è il fatto che gli ecclesiastici della Cristianità, benché molti di loro conoscano la verità della cosa, hanno fatto ben poco per informare il popolo intorno alla vera natura della Geenna.
A ovest e a sud, e immediatamente fuori dell’antica città di Gerusalemme, era una valle prima conosciuta in ebraico come gey ben [b’ne] hinnom, “la valle del figliuolo [o, dei figli] d’Hinnom,” o in lingua greca, Geenna. Era una gola piuttosto profonda e stretta, con ripidi pendii rocciosi, situata non lungi dal grande tempio e palazzo di Salomone. Una parte di questa valle fu chiamata poi Tofeth, e fu qui, alcuni credono, che sarebbe stato il boschetto dove i cantori e i musici reali di Salomone si radunarono per empire la valle con canti di lode a Geova. — Gios. 15:8; 2 Re 23:10; Ger. 19:2, 6.
Tuttavia, nella sua vecchiaia, quando il cuore di Salomone si allontanò dal servizio del solo vero Dio, egli costruì abominevoli altari in questo burrone agli dii e alle dee pagane di Molec, Baal, Kemos e Astarte. (1 Re 11:5-7) Si dice che fu eretto qui un mostruoso idolo d’ottone che veniva riscaldato dall’interno, e dentro le cui braccia roventi gli adoratori dell’idolo gettavano vivi i loro figli e le loro figlie. Di conseguenza, questa valle che una volta risuonava delle lodi di Geova fu piena delle urla di piccoli fanciulli ch’erano offerti in sacrificio al dio del fuoco Molec. — 2 Cron. 28:3; 33:6.
A suo tempo, il fedele re Giosia soppresse questo demonismo, e affinché la pratica non risorgesse profanò la valle contaminandola con ossa di uomini morti. (2 Re 23:10, 14; 2 Cron. 34:4, 5) Da allora in poi la Geenna divenne il comune pozzo nero per l’immondezza della città, un luogo dove si scaricavano tutti i rifiuti e il sudiciume di Gerusalemme. Qui eran gettati i corpi degli animali morti e dei criminali giustiziati. Era il crematoio della città, e per tenere i fuochi accesi si aggiungeva dello zolfo. I lati delle scoscese rupi erano dentellati e alcuni dei rifiuti gettati giù s’impigliavano nelle rocce e mentre si putrefacevano vermi o bachi ne consumavano le parti carnose invece dello zolfo e del fuoco di sotto Per la mente del Giudeo la Geenna divenne un vivo simbolo di distruzione e un’abominazione, una detestazione per l’occhio, e un fetore per le narici.
Quale appropriato esempio e illustrazione da usare fu la Geenna per Geremia! Quando quel profeta di Dio indicò quel profanato luogo come un esempio di ciò che Geova si proponeva di fare a quella nazione ribelle essi compresero. Essi seppero che Dio Onnipotente proponeva di distruggerli così completamente come era annientata qualsiasi cosa che veniva gettata nella Geenna letterale. “Così, dice l’Eterno, farò a questo luogo e ai suoi abitanti, rendendo questa città simile a Tofet. E le case di Gerusalemme, e le case dei re di Giuda, saranno come il luogo di Tofet, immonde”. “Perciò, ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, che non si dirà più ‘Tofet’ né ‘la valle del figliuolo di Hinnom’, ma ‘la valle del massacro.’” — Ger. 19:12, 13; 7:32, 33.
E così accadde quando Gerusalemme fu infine distrutta il 70 d.C. Secondo lo storico giudeo, Giuseppe Flavio, tra i 2.000.000 e i 3.000.000 di abitanti morirono di fame e malattia o furono uccisi dai Romani, e risulta che molti dei loro corpi morti vennero gettati nella Geenna dopo quella terribile battaglia.
Ora quindi, considerando ciò che la Geenna era, letteralmente e simbolicamente, quale migliore illustrazione o simbolo avrebbe potuto adoperare il Grande Profeta, Cristo Gesù, quando disse ai Giudei ciò che era riservato agli empi volontari? Quando egli disse che certuni erano condannati a finir nella Geenna, i suoi ascoltatori duemila anni fa capirono esattamente di che cosa intendeva parlare. Essi sapevano che se i fuochi solforosi non consumavano il loro corpi morti, li avrebbero consumati i vermi ch’erano sempre presenti. In entrambi i casi, essi sapevano assai bene che esser gettati nella Geenna significava che erano criminali indegni sia di sepoltura che di una resurrezione, solo annientamento.
Ma qualcuno potrebbe chiedere: ‘Quando o dove Gesù parlò della Geenna? Nelle Bibbie inglesi cattoliche Douay e protestanti del Re Giacomo non si trova la parola Geenna.’ Verissimo. Questo è ciò che abbiamo detto sopra, che quegli uomini che tradussero la Bibbia dall’originale ebraico e dalla Vulgata latina in inglese al principio del diciassettesimo secolo erano tanto mentalmente legati e costretti da credenze umane di “tormento eterno” e “inferno di fuoco” che non erano liberi di fare nemmeno una onesta traduzione. Conseguentemente nei dodici luoghi delle Scritture Greche Cristiane, comunemente chiamate il “Nuovo Testamento”, dove ricorre il nome Geenna, essi lo tradussero “inferno”, parola che adoperarono anche per tradurre la parola ebraica Sceol e le parole greche Hades e Tartaros.
Tutti i traduttori moderni di qualche reputazione, sia cattolici che protestanti, sono stati costretti a far delle note o a dare giustificazioni per il grossolano errore commesso nella versione inglese dei seguenti testi: Matteo 5:22, 29, 30; 10:28; 18:9; 23:15, 33; Marco 9:43, 45, 47; Luca 12:5; Giacomo 3:6. La Versione Riveduta, la Versione di Diodati, la Versione di Cocorda, la Riveduta, Inglese, la Standard Americana, la Confraternita Cattolica, la Versione di Spencer (cattolica), la Versione di Young, la Versione di Rotherham, la Versione di Weymouth, la Versione di Moffatt, la Emphatic Diaglott, la Traduzione del Nuovo Mondo, e molte altre versioni moderne o correggono l’errore nel testo o lo indicano nelle loro note in calce.
NESSUN TORMENTO NELLA GEENNA
‘Che è questo? Nessun tormento negli inestinguibili fuochi della Geenna?’ Questo è corretto malgrado sia contrario all’opinione popolare. L’idea generale sostenuta dagli organizzati religionisti è che la Geenna è solo un altro nome per il fantastico, ecclesiastico stagno di fuoco tanto fanaticamente insegnato dal clero. Semplicemente riportare la parola greca Geenna nelle Bibbie italiane non significa niente se il clero continua a ingannare il popolo perché creda che la Geenna è un luogo di eterno tormento. Come l’Encyclopedia Americana (ediz. del 1942, vol. 14, pag. 81) osserva: “Molta confusione e incomprensione è stata causata dai primi traduttori della Bibbia mediante la persistente versione dell’ebraico Sceol e del greco Hades e Geenna con la parola inferno. La semplice trascrizione in inglese di queste parole da parte dei traduttori delle edizioni rivedute della Bibbia non è bastata per chiarire apprezzabilmente questa confusione ed errata concezione”.
C’è una grande differenza tra tormento eterno e distruzione eterna. La Geenna simbolizza quest’ultima, un luogo di eterna distruzione. Non c’era pensiero di tormento nell’antica Geenna fuori delle mura di Gerusalemme, poiché nulla vivente vi era gettato. Per esser tormentato si dev’esser vivo! Quindi la Geenna non può possibilmente simbolizzare tormento o tortura, sia temporanea che eterna.
Su questo punto, è bene considerare ciò che hanno da dire traduttori moderni. La nota in calce su Matteo 5:22, nella traduzione inglese della Confraternita Cattolica del 1941, non dice che i criminali eran gettati vivi nella Geenna perché fossero torturati nel suo fuoco e zolfo, ma piuttosto, che essa era il posto “dove i corpi dei criminali venivano bruciati dopo l’esecuzione della sentenza”. Commentando questo stesso testo, il cattolico romano dott. F. A. Spencer, nella sua traduzione del 1937, dice che quando il re Giosia profanò la valle di Geenna “i Giudei l’usarono poi come un deposito d’immondizia per ogni sorta di rifiuti e di corpi d’animali morti e di criminali. Per prevenire l’infezione, vi erano sempre tenuti accesi dei fuochi; e il luogo divenne un tipo dello stato di punizione dei perduti”. Vedete, c’erano dei fuochi nella Geenna letterale, ma essi non erano adoperati per torturare nemmeno i peggiori criminali, criminali i cui corpi eran gettati lì perché eran considerati indegni d’una resurrezione.
Dopo aver fatto una breve storia del luogo, l’appendice, pagina 891, della Emphatic Diaglott di Beniamino Wilson (1864), dichiara: “La Geenna, quindi, come ricorre nel Nuovo Testamento, simbolizza la morte e la completa distruzione, ma in nessun luogo vuol dire un posto di eterno tormento”. A cui si può aggiungere il seguente significativo paragrafo che si trova nell’appendice, pagina 767, della Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane (1950): “Nessun animale vivente o creatura umana era precipitata nella Geenna perché fosse bruciata viva o tormentata. Per cui il luogo non avrebbe mai potuto simbolizzare una regione invisibile dove le anime umane sarebbero tormentate nel fuoco letterale e rose da immortali vermi per i secoli dei secoli. (Isa. 66:24) Poiché ai criminali morti gettati qui era negata una decente sepoltura in una tomba memoriale, che simbolizza la speranza di una resurrezione, la Geenna
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