Perché quest’assemblea dovrebbe prendere una Risoluzione
MAI nel passato sono stati riuniti in una sola volta tanti testimoni di Geova cristiani come all’Assemblea Internazionale della Volontà Divina dei Testimoni di Geova, qui allo Yankee Stadium e ai Polo Grounds della città di New York.
6 Questa non è soltanto un’assemblea internazionale. È anche un’assemblea interrazziale, perché vi sono delegati non solo da molte nazioni, rappresentate da 123 paesi e isole in cui viviamo, ma anche dai tre grandi rami della famiglia umana che discende dal nostro comune padre, Noè, figlio di Lamec, figlio di Matusalem, figlio di Enoc. (1 Cron. 1:3, 4) In realtà, questa è un’assemblea cristiana della famiglia umana. Indipendentemente dalla nostra apparenza esteriore o indipendentemente dalle diverse lingue che parliamo, siamo tutti di una sola carne, creati da un solo Dio e redenti da un solo sacrificio di riscatto, il Figlio suo Gesù Cristo. Inoltre, la ragione per essere così riuniti non è semplicemente la nostra naturale unità nella carne; ma più saldamente si basa sulla nostra unità nella personalità cristiana, nella quale, come dichiara l’apostolo Paolo, “non c’è Greco né Giudeo, circoncisione né incirconcisione, straniero, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutte le cose e in tutti”. (Col. 3:10, 11) La nostra assemblea internazionale non è che una gigantesca manifestazione dell’adempimento della profezia di Geova per mezzo d’Isaia:
7 “Negli ultimi giorni il monte della casa del Signore sarà fondato sopra le cime dei monti, s’innalzerà sopra le colline, e vi accorreranno tutte le genti, vi andranno molti popoli, e diranno: venite, andiamo al monte del Signore, alla casa del Dio di Giacobbe. Egli c’insegnerà le sue vie, e noi le seguiremo. . . . Ed essi trasformeranno le loro spade in vomeri, e le loro lance in falci; una nazione non alzerà più la spada contro l’altra; non impareranno più a far la guerra”. — Isa. 2:2-4, Ti.
8 In considerazione delle condizioni mondiali, in quest’estate del 1958, l’esser convenuti dalle quattro parti del globo a quest’assemblea della Volontà Divina, con ogni mezzo di trasporto e con grande spesa, non rappresenta affatto una piccola impresa. Non è qualche cosa di cui vantarsi da parte nostra. Dio Onnipotente ne è responsabile. Egli ha preparato per noi il più appetitoso convito spirituale al quale ora partecipiamo con gioia; e ci ha esteso l’amorevole invito mediante la sua visibile organizzazione sulla terra. Ha provveduto per noi i mezzi per venire qui. Ci ha protetti e ci ha preservati nel nostro viaggio, e la sua protezione ci accompagna ora in quest’assemblea. Ci ha radunati per quest’avvenimento senza uguale. A Lui offriamo il nostro sentito ringraziamento per questo. A lui vada tutto il credito! “‘Non per potenza né per forza, ma per lo spirito mio, dice l’Eterno degli eserciti’”. (Zac. 4:6, VR) E questo lo riconosciamo di cuore!
9 Essendo uniti secondo la volontà divina e per la divina provvidenza, abbiamo una grandiosa opportunità. Essendo riuniti in così gran numero, da tante diverse località del mondo, è molto appropriato che noi, come un solo gruppo, ci uniamo in un’espressione che ponga vigorosamente in rilievo il fatto che abbiamo lo stesso spirito di Dio, che siamo stati “ammaestrati da Geova” nell’unità di conoscenza e intendimento, e che siamo stati rafforzati nella nostra decisione di compiere la volontà divina come un’unita organizzazione teocratica, che porta il santo nome di Dio, Geova.
10 Noi, che siamo stati battezzati in ubbidienza a Dio e ad imitazione di Gesù Cristo, siamo tutti dedicati a Dio per fare la sua volontà. Siamo venuti qui senza timore di affrontare la volontà divina e senza timore di affrontare ulteriori rivelazioni della volontà divina, poiché tale è il tema di quest’assemblea. Siamo ansiosi di conoscere maggiormente la volontà di Dio. Siamo venuti qui per rinnovare la nostra decisione di fare la sua volontà, e di farla con fedeltà per adempiere il nostro voto, rallegrando così il Suo cuore. Vediamo che c’è tanta confusione in tutto il mondo, anche nella Cristianità, in quanto alla volontà divina. Sappiamo anche che vi sono persone mansuete in ogni parte della terra, che vogliono conoscere la volontà di Dio per poter adempiere lo scopo della loro vita mettendola in pratica. Per questo motivo, riteniamo che questa sia l’occasione più appropriata per dichiarare qual è la volontà divina e per esprimere la nostra determinazione di continuare a compierla noi stessi, e di aiutare altri uomini di buona volontà a compierla.
11 Giornali, riviste e comunicati radio del mondo descrivono gli avvenimenti in corso e le deplorevoli condizioni esistenti nella Cristianità e sul resto della terra. Non è necessario fare una dettagliata descrizione di ciò che è già ben noto agli uomini. Diciannove secoli fa, il nostro fratello cristiano, l’apostolo Paolo, scrisse una descrizione anticipata delle condizioni evidenti a noi tutti, qui radunati da ogni parte della terra: “Negli ultimi giorni verranno tempi molto difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, senza gratitudine, senza amorevole benignità, senza affezione naturale, non disposti ad alcun accordo, calunniatori, intemperanti, violenti, senza amore per il bene, traditori, testardi, gonfi di se stessi, amanti dei piaceri più che di Dio, avendo una forma di santa devozione ma dimostrandosi falsi alla sua potenza; . . . Infatti, tutti quelli che desiderano vivere in santa devozione con Cristo Gesù saranno pure perseguitati. D’altra parte, malvagi e impostori andranno di male in peggio, traviando ed essendo traviati”. — 2 Tim. 3:1-5, 12, 13.
12 Vi è una causa alla radice di questo stato di cose. Senza alcuna ambiguità o esitazione noi dichiariamo che questa causa di ogni delitto, delinquenza, odio, contesa, pregiudizio, comunismo ed estremo disordine, è la religione errata, la falsa religione; dietro la quale è l’invisibile nemico dell’uomo, Satana il Diavolo. Gli uomini più responsabili per le condizioni del mondo sono gli istruttori e i capi religiosi; i più biasimevoli fra loro sono gli ecclesiastici della Cristianità. Essi hanno la Bibbia completa, le Sacre Scritture ispirate dallo spirito di Dio. Gli aderenti ai loro sistemi religiosi li pagano con denaro guadagnato faticosamente, avendo fiducia che essi studino la Bibbia e predichino la volontà e il proposito di Dio esposti in essa. Il clero della Cristianità ha il riverente rispetto dei membri delle congregazioni, i quali si fidano che gli ecclesiastici insegnino loro la verità della Bibbia e vivano in armonia con i suoi insegnamenti seguendo l’esempio di Gesù Cristo. Stabilendo un modello che il clero dovrebbe seguire, l’apostolo Paolo disse: “Divenite miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo”. (1 Cor. 11:1) Se le centinaia di migliaia di ecclesiastici della Cristianità avessero seguito le istruzioni di Paolo, quale potenza avrebbero esercitato per impedire alla Cristianità che domina il resto del mondo, di cadere nella grave condizione in cui si trova oggi! Quanto avrebbero potuto rendersi utili nell’evitare due guerre mondiali e le grandi afflizioni e ansie provocate dall’invenzione delle bombe atomiche e all’idrogeno!
13 Non siamo giustificati nel fare tale critica? È forse ingiusto che pensiamo come pensò Geremia, profeta di Geova, di una simile condizione ai suoi giorni, e quindi esprimiamo queste nostre considerazioni? No, non è ingiusto. Non molti anni prima che Gerusalemme e il suo tempio, o casa di Dio, fossero distrutti, Geremia disse: “Ai profeti: ‘Il mio cuore è spezzato dentro di me, tutte le mie ossa tremano, io sono come un briaco, come un uomo preso dal vino, davanti al Signore [Geova], davanti alle sue sante parole, perché la terra è piena d’adulterii, perché per le bestemmie la terra è in lutto, son riarsi i campi del deserto; la loro carriera è diventata cattiva, la loro forza è l’ingiustizia’”. Quindi alle parole che uscirono dal cuore spezzato di Geremia, Dio aggiunse questo giudizio: “Infatti il profeta e il sacerdote sono immondi, e nella mia stessa casa ho trovato il loro male”. (Ger. 23:9-11, Ti) Dopo tutti questi anni che hanno seguito la prima guerra mondiale, la Cristianità occupa dinanzi a Dio una posizione come quella d’Israele ai giorni di Geremia. Sì, la Cristianità dovrà subire una distruzione più spaventevole e più disastrosa di quella che Geremia vide abbattersi su Gerusalemme e sul suo tempio. Poiché noi Cristiani portiamo il nome di Dio, come Geremia stesso disse di portarlo (Ger. 15:16), e poiché siamo testimoni di Geova come lo fu Geremia, abbiamo l’obbligo di parlare riguardo ai capi della Cristianità, che furono prefigurati dai profeti e dai sacerdoti d’Israele.
14 Ispirato da Dio, Geremia additò i capi religiosi come i responsabili delle condizioni della nazione, satura di corruzione e destinata a subire una violenta distruzione:
15 “Per questo, ecco quanto dice il Signore [Geova] degli eserciti riguardo ai profeti: ‘Io li ciberò d’assenzio, li abbevererò col fiele, perché dai profeti di Gerusalemme l’immondezza si è diffusa sopra tutta la terra’. ‘Io non mandavo questi profeti, ed essi correvano, io non parlavo loro, ed essi profetavano. Se avessero assistito al mio consiglio ed avessero fatto conoscere al mio popolo le mie parole, li avrei certamente fatti tornare indietro dalla loro cattiva strada, dalle loro pessime azioni’”. — Ger. 23:15, 21, 22, Ti.
16 Gli ecclesiastici della Cristianità, cattolici e protestanti, hanno la Bibbia e hanno il tempo di studiarla e i pulpiti per predicarla. Se, come Geova disse a Geremia, questi moderni profeti religiosi avessero assistito al Suo consiglio, in stretta relazione con Lui, come servitori fedeli e discreti, avrebbero fatto udire ai popoli della Cristianità le parole stesse di Dio. In tal mondo avrebbero indotto il popolo a tornare indietro dalla cattiva strada che ha portato alla disastrosa situazione oggi esistente.
17 Invece, il clero della Cristianità ha rigettato la Parola di Dio ed ha indotto il popolo a rigettare la sua Parola e a volgersi a filosofie mondane e a teorie scientifiche non provate. Per risultato, il popolo continua a peggiorare nelle sue pessime azioni.
18 Recentemente, nella pubblicazione religiosa The Lutheran, un ecclesiastico disse a proposito della maggiore frequenza nelle chiese in America: “L’attuale ondata di fede” non ha “abbracciato il vangelo”, né ha “rigettato la chiesa”. In altre parole, queste persone che vanno in chiesa non hanno accolto la Sacra Bibbia, ma non rigettano i sistemi religiosi della Cristianità che hanno rigettato la Bibbia. Questo, osservò lo stesso ecclesiastico, è un “tempo di enormi possibilità”. — World-Telegram and Sun di New York, 14 giugno 1958.
19 Eppure il clero non approfitterà di queste possibilità per far conoscere la Parola di Dio agli uomini, per volgerli dalla loro apostasia e prepararli per la vita eterna nel nuovo mondo di Dio.
20 Se vi fu mai un tale giorno, questo è il giorno di perplessità che Gesù Cristo predisse. Di fronte a problemi incalzanti, all’ostinato rifiuto di cooperazione da parte dei potenti delle nazioni, e di fronte ai pericoli della guerra nucleare, balistica e batteriologica, che danneggerebbe tutto il genere umano per molte generazioni avvenire, i capi del mondo sono perplessi. Non conoscono alcuna via d’uscita da questo pantano internazionale. (Luca 21:25) In mezzo a questa perplessità mondiale vi dovrebbe essere un messaggio di pura verità per guidare la società umana.
21 Fra tutti gli uomini sulla faccia della terra, i Cristiani dovrebbero avere il messaggio che può illuminare tutti i popoli che si trovano nelle fitte tenebre che coprono tutte le nazioni, compresa la Cristianità. “Io sono la luce del mondo. Chi mi segue non camminerà affatto nelle tenebre, ma possederà la luce della vita”, disse Gesù. E ai Cristiani che lo seguono fedelmente disse: “Voi siete la luce del mondo. . . . risplenda la vostra luce dinanzi al genere umano”. (Giov. 8:12; Matt. 5:14, 16) Egli dichiarò specificamente che i suoi veri seguaci avrebbero avuto l’unico illuminante messaggio di salvezza per questo tempo di perplessità. Molto tempo fa Geova promise di provvedere ai suoi adoratori questo importantissimo messaggio.
22 Eppure, gli ecclesiastici della Cristianità non hanno oggi alcun messaggio risolutivo per il genere umano. Ricorrono ai perplessi, storditi e barcollanti uomini politici perché prendano la direttiva e affinché essi possano seguirli, dando loro appoggio morale e religioso nelle loro chiese. I politicanti suggeriscono una Lega delle Nazioni, e gli ecclesiastici sono pronti ad acclamarla. I politicanti propongono un’Organizzazione delle Nazioni Unite, e gli ecclesiastici la sostengono come l’unica speranza che tutta l’umanità dovrà sostenere, altrimenti tutto è perduto. Qui nella città di New York, per commemorare il decimo anniversario delle Nazioni Unite, furono innalzate preghiere nella Cattedrale di San Patrizio “per la guida divina su tutte le deliberazioni” delle Nazioni Unite. Monsignor Thomas A. Donnellan, che pronunciò un discorso, disse (citiamo il comunicato apparso sul Times di New York del 31 ottobre 1955) che “malgrado ‘imperfezioni, veti, tattiche di ostruzionismo’, le Nazioni Unite erano, ‘umanamente parlando, l’ultima e migliore speranza per la pace internazionale’. Monsignor Donnellan è vicevicario generale dell’Arcidiocesi Cattolica Romana di New York”.
23 Su questo stesso tono e in questa stessa città, in una precedente occasione, il ministro presbiteriano dott. J. S. Bonnell, prese il suo tema dal sermone di Gesù sul monte, “Beati i pacifici”, e disse ai molti delegati delle Nazioni Unite nel suo uditorio: “Beati voi uomini delle Nazioni Unite, che dedicate la vostra vita a comprendere i problemi degli altri”. Il comunicato del Times di New York del 21 aprile 1952 concludeva con questo paragrafo: “Ritenendo che i popoli del mondo debbano rendersi conto che le Nazioni Unite sono la suprema speranza per la pace del mondo, il ministro asserì che l’organizzazione non potrebbe esistere se fosse ripetutamente evitata dalle maggiori nazioni del mondo”.
24 Dando un esempio dell’atteggiamento che la Cristianità dovrebbe avere verso le Nazioni Unite, dieci anni fa il papa Pio XII fece appello ai membri dell’O.N.U. perché “dedicassero i loro più strenui sforzi per risolvere i problemi di pace e sicurezza permanente alla prossima Assemblea Generale” e disse: “Se mai un’assemblea di uomini, radunata ad una critica svolta della storia, ha avuto bisogno dell’aiuto della preghiera, è quest’Assemblea delle Nazioni Unite”. — Times di New York del 2 settembre 1948.
25 Questo atteggiamento degli ecclesiastici costituisce una sfida per i veri Cristiani che seguono la Bibbia, come risulta dalla dichiarazione di Sir Alexander Cadogan: “Finché qualcuno non abbia presentato un piano migliore, le Nazioni Unite sono l’unica via di salvezza”. Fino ad oggi il clero della Cristianità non ha suggerito alcun piano migliore.
26 Per le persone del mondo il clero rappresenta l’Iddio del Cristianesimo. Poiché il clero non ha un messaggio chiaro, un “piano migliore”, significa che Dio non abbia nulla di meglio delle Nazioni Unite? Sarebbe un insulto verso Geova Dio pensarlo. Perché dunque questi ecclesiastici salariati, che fanno bella mostra di sé con speciali paramenti religiosi per mostrarsi devoti a Dio e come suoi rappresentanti, non hanno un messaggio per guidare gli uomini verso l’unità, la pace e la vita? Il profeta Geremia ne espone chiaramente la ragione. Egli disse:
27 “Così parla l’Eterno degli eserciti: Non ascoltate le parole de’ profeti che vi profetizzano; essi vi pascono di cose vane; vi espongono le visioni del loro proprio cuore, e non ciò che procede dalla bocca dell’Eterno. Dicono del continuo a quei che mi sprezzano: ‘L’Eterno ha detto: Avrete pace’. . . . Pensan essi di far dimenticare il mio nome al mio popolo coi loro sogni che si raccontan l’un l’altro, come i loro padri dimenticarono il mio nome per Baal? Il profeta che ha avuto un sogno, racconti il sogno, e colui che ha udito la mia parola riferisca la mia parola fedelmente”. “Perciò, ecco, dice l’Eterno, io vengo contro i profeti che ruban gli uni agli altri le mie parole. Ecco, dice l’Eterno, io vengo contro quelli che profetizzano sogni falsi, che li raccontano e traviano il mio popolo con le loro menzogne e con la loro temerità, benché io non li abbia mandati e non abbia dato loro alcun ordine, ed essi non possan recare alcun giovamento a questo popolo”. — Ger. 23:16, 17, 27, 28, 30, 32, VR.
28 Se Geova Dio mediante Cristo avesse mandato questi ecclesiastici, allora essi avrebbero il suo messaggio e lo predicherebbero ubbidendo al suo comando. Non predicherebbero i sogni del loro cuore, in armonia con i piani dei politicanti di questo mondo. Non si ruberebbero l’un l’altro le parole di Geova o non le ruberebbero ai loro parrocchiani. Invece, dimostrerebbero di avere la Sua parola predicandola fedelmente e istruendo il popolo su quanto la Bibbia dice dei nostri giorni.
29 Non farebbero dimenticare il santo nome di Dio al suo popolo con i loro sogni che seguitano a riferirsi l’un l’altro. Essi rifiutano di portare il santo nome di Dio, Geova. Non professano di essere testimoni di Geova. Rifiutando di ammettere che Geova avrebbe avuto testimoni sulla terra, in questo tempo così critico, come li ha sempre avuti dai giorni del primo martire, Abele, essi volontariamente trovano modo di escludere il nome stesso di Dio, Geova, dalle loro moderne traduzioni della Bibbia. Con il loro esempio e la loro condotta essi negano che il vero Cristiano dev’essere, com’era Gesù Cristo, un testimone di Geova Dio. Essi dicono il Padre Nostro, eppure s’oppongono alla stessa parte iniziale di questa preghiera, che dice: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome”. (Matt. 6:9) Per queste ragioni vitali l’Iddio, il cui nome è vituperato e mal rappresentato, dice di essere contro questi profeti predicatori. Per questo motivo egli dice al popolo di non ascoltarli, perché non recheranno alcun beneficio al genere umano, neanche alla Cristianità.
L’OPERA DI TESTIMONIANZA E RADUNAMENTO
30 Nelle sue parole di addio ai discepoli, Gesù disse: “Riceverete potenza quando lo spirito santo sarà venuto su di voi, e mi sarete testimoni . . . fino alla più lontana parte della terra”. (Atti 1:8) “In base al suo nome [di Gesù] il ravvedimento per il perdono dei peccati sarebbe stato predicato in tutte le nazioni — cominciando da Gerusalemme, voi dovete essere testimoni di queste cose”. (Luca 24:47, 48) Secondo l’ultimo censimento o calcolo della popolazione religiosa del mondo, il clero della Cristianità è sostenuto da 820 milioni di Cristiani professanti. Quindi, oggi testimoniare a tutti sulla terra significherebbe, secondo i dati più recenti, testimoniare a 2.700.000.000 di persone. Un’impresa esorbitante! esclama qualcuno? No, numericamente è un compito da nulla; poiché abbiamo 820 milioni di professanti Cristiani per farlo. Gesù disse che i Cristiani dovevano essere tutti testimoni fino alle più lontane parti della terra.
31 Sottraete 820 milioni da 2 miliardi e 700 milioni. Resta 1.880.000.000. Ora dividete 1.880.000.000 di persone non cristiane per 820 milioni di Cristiani che avrebbero l’obbligo di testimoniare. Il calcolo dà un quoziente di circa 2,3. Con tutti i testimoni disponibili nella Cristianità, occorrerebbe che ognuno testimoniasse a 2,3 non Cristiani, per compiere una testimonianza mondiale. In altre parole, la popolazione della Cristianità equivalente a un terzo di quella mondiale, dovrebbe testimoniare semplicemente agli altri due terzi della popolazione mondiale non cristiana. Non ha avuto il clero della Cristianità ottime possibilità? E se, come il Buon Pastore Gesù Cristo, essi avessero preso l’iniziativa e avessero svolto una campagna mondiale di testimonianza con gli 820 milioni di pecore dei loro greggi religiosi, quali sarebbero stati oggi i risultati?
32 Come avrebbero dovuto agire gli ecclesiastici per dar inizio a questa testimonianza mondiale? Non spetta a noi dirlo loro. Essi pretendono di essere seguaci o imitatori di Gesù. Il suo stesso esempio dice loro come agire. Egli predicò pubblicamente e nelle case del popolo. Non andò a loro invisibilmente, per mezzo della radio o di pubblicazioni stampate spedite per posta. Non aveva qualche edificio ecclesiastico in cui predicare a coloro che l’avrebbero pagato. L’apostolo Paolo disse: “Divenite miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo”. (1 Cor. 11:1) Paolo dice agli ecclesiastici della Cristianità come egli imitava Gesù e compiva l’opera di testimonianza. “Non mi ritrassi dall’esporvi alcuna delle cose che erano profittevoli né dall’istruirvi pubblicamente e di casa in casa”. (Atti 20:20) Il clero ha forse imitato Gesù e il suo imitatore, Paolo? Pubblicamente, magari, nei loro stessi edifici ecclesiastici ad una congregazione che paga. Ma di casa in casa? Come pastori, sono andati forse a cercare la pecorella smarrita, come fece Gesù? Le statistiche che gli ecclesiastici hanno fatte rispondono per loro. I risultati del loro metodo di predicare e testimoniare risponde per loro nella Cristianità stessa, in questo terzo della popolazione mondiale. Rimane ancora la popolazione non cristiana, due terzi del genere umano, a cui gli ecclesiastici sono debitori in quanto alla testimonianza. Almeno dai giorni dell’imperatore Costantino nel quarto secolo, fino ad ora il clero della Cristianità ha avuto 1.600 anni di possibilità, di opportunità!
33 Certamente qualcuno non ha assunto la propria responsabilità. Noi testimoni dovremmo esaminare noi stessi per vedere se anche noi abbiamo mancato di farlo. Ai giorni di Geremia Geova vide la manchevolezza dei sacerdoti e dei profeti sognatori. Egli non lasciò, per causa loro, senza testimonianza il popolo in pericolo. Suscitò i suoi profeti veraci e pose le sue parole nella loro bocca, particolarmente Geremia ed Ezechiele. La distruzione di Gerusalemme giunse comunque, a causa dell’ira di Geova contro la maggior parte del popolo. “La tempesta dell’Eterno, il furore scoppia, la tempesta scroscia, scroscia sul capo degli empi. L’ira dell’Eterno non si acqueterà, finché non abbia eseguito, compiuto i disegni del suo cuore; negli ultimi giorni, lo capirete appieno”. (Ger. 23:19, 20, VR) Similmente oggi, Geova non si tratterrà dal distruggere la Cristianità ad Armaghedon. Tuttavia i suoi testimoni, come Geremia ed Ezechiele e altri, sperano di sopravvivere. Prima, tuttavia, dobbiamo portare a termine senza fallo l’incarico che abbiamo ricevuto come testimoni di Geova.
34 Una grande opera di radunamento deve essere fatta ora, prima che la Cristianità sia distrutta ad Armaghedon insieme al resto del mondo di Satana. Riguardo a ciò, Geova profetò per mezzo di Geremia: “E raccoglierò il rimanente delle mie pecore da tutti i paesi dove le ho cacciate, e le ricondurrò ai loro pascoli, e saranno feconde, e moltiplicheranno. E costituirò su loro de’ pastori che le pastureranno, ed esse non avranno più paura né spavento, e non ne mancherà alcuna, dice l’Eterno. Ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, quand’io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà, e farà ragione e giustizia nel paese. Ai giorni d’esso, Giuda sarà salvato, e Israele starà sicuro nella sua dimora: e questo sarà il nome col quale sarà chiamato: ‘[Geova] nostra giustizia’”. — Ger. 23:3-6, VR.
35 Geova è il Grande Pastore. (Sal. 23:1) Egli ha cura delle sue pecore qui sulla terra. Egli suscitò il Re Pastore, Davide, ed anche gli fece sorgere un “germoglio giusto”. Quel “germoglio giusto” è Gesù Cristo. Nel 1914 Dio gli diede il potere come re del nuovo mondo. Abbiamo sempre maggiori prove di ciò. Il Re Gesù Cristo regna, ha agito con discernimento e ha fatto ragione e giustizia nel nostro paese, la nostra condizione spirituale risanata, qui sulla terra. Ha salvato lo spirituale Giuda liberandoci dalla moderna Babilonia. Fa sì che l’Israele spirituale dimori al sicuro benché ci troviamo in mezzo a questo mondo, che ci odia. Egli adempie il nome onorifico col quale è oggi chiamato: Geova Nostra Giustizia o Geova Nostro Vindice. Ci ha recato la giustizia di Dio. È il Re che ci ha liberati da Babilonia. Ha dimostrato al mondo, specialmente alla Cristianità, che Geova Dio è con noi e dalla nostra parte, e che noi abbiamo l’approvazione di Dio, non la sua condanna. Per la nostra esclusiva devozione a Geova e per la nostra inflessibile separazione da questo mondo, noi siamo rivendicati, perché siamo divenuti sempre più ubbidienti alla Parola di Dio e abbiamo rifiutato di conformarci a questo mondo. Il nostro più grande desiderio è di partecipare insieme al nostro Re alla rivendicazione della sovranità universale di Geova.
36 Tuttavia, quali persone sono state incaricate da Geova come pastori delle pecore che egli raduna in tutta la terra? Non i capi politici né i capi religiosi che si associano ai politicanti della Cristianità. Questi hanno lasciato vagare il popolo nella confusione, senza sapere dove è diretto. Non hanno aiutato né guidato le persone mansuete verso il Re di Geova, il giusto germoglio di Davide. Il loro modo di occuparsi degli affari del mondo ha lasciato il popolo in uno stato di spavento, e le nazioni sono nell’angoscia.
37 Se osserviamo l’organizzazione che è chiamata col santo nome di Dio e che opera assiduamente per far ricordare al popolo il Suo nome, possiamo vedere che Geova ha veramente suscitato i promessi pastori spirituali. Egli ha suscitato fedeli e coscienziosi sorveglianti, oltre ai loro assistenti di ministero. Mediante questi ha dato alle sue pecore nutrimento spirituale e ha guidato i loro passi sui sentieri della giusta attività cristiana e della giusta adorazione del vero Dio. Questi hanno guidato i membri delle congregazioni dei testimoni di Geova fuori, nel campo, per cercare e radunare tutte le pecore che il clero della Cristianità ha lasciato vagare e disperdersi. In tal modo hanno guidato tutto il gregge dei testimoni di Geova in tutta la terra abitata nel rendere testimonianza al più grande evento di tutti i tempi: l’istituzione del regno di Dio come organizzazione capitale dell’universo, per la rivendicazione di Dio e per la benedizione del genere umano.
38 Ci è stata affidata una grave responsabilità. Abbiamo accettato di portare il nome di Dio ed egli ci ha favoriti, dandoci ciò che aveva trattenuto dal clero della Cristianità, il vitale messaggio di salvezza per tutti, indipendentemente dalla loro razza, religione attuale, nazionalità, colore, lingua o condizione sociale. Come Geremia, noi possiamo dire: “Sappi che per te ho sopportato l’obbrobrio. Ho trovato le tue parole, le ho divorate, e la tua parola è divenuta la mia gioia, l’allegrezza del mio cuore, perché il tuo nome è invocato sopra di me, o [Geova Dio] Signore degli eserciti”. — Ger. 15:15, 16, Ti.
39 Particolarmente dal 1919 ci siamo sforzati di raggiungere tutta la terra abitata con la buona notizia dell’istituito regno di Dio, non solo i due terzi non cristiani della popolazione del mondo, ma anche gli 820 milioni di membri della Cristianità, che il clero ha lasciati nell’ignoranza riguardo al Regno, volgendoli alle Nazioni Unite di questo mondo. Durante lo scorso anno di servizio nel campo, il 1957, abbiamo trascorso 100.135.016 ore di effettiva predicazione di casa in casa e pubblicamente, in 164 Paesi e isole dove vivono testimoni di Geova. Di queste ore più di 20 milioni sono state trascorse nel fare visite ulteriori alle persone interessate. Quindi per un totale di più di 100 milioni di ore, più di una persona ha ricevuto testimonianza ogni ora. Ciò significa che centinaia di milioni di persone ascoltarono la testimonianza del Regno in più di 120 lingue solo durante lo scorso anno. E questo è stato compiuto malgrado aspra opposizione e, in qualche luogo, violenta persecuzione. Se ci fosse data piena libertà, se tutte le nazioni ci spalancassero le porte, con l’aiuto dello spirito di Geova, in breve tempo i suoi testimoni potrebbero raggiungere i 2 miliardi e 700 milioni di abitanti della terra con la buona notizia del Regno stabilito! Nelle condizioni attuali, tuttavia, ci sforziamo di penetrare in nuovi territori per dare testimonianza.
40 Dobbiamo farlo! L’iscrizione è apparsa sulle mura di questo babilonico vecchio mondo, annunciando la condanna dell’intera organizzazione mondiale di Satana. La Cristianità, che ha determinato la sua sorte e il suo destino insieme a questo mondo, è condannata con esso, per subire una distruzione al cui confronto gli orrori della distruzione di Gerusalemme ai giorni di Geremia saranno stati nulla. La vita di innumerevoli persone mansuete sparse in ogni angolo della terra è in pericolo, mentre il gran giorno della distruzione si avvicina. La nostra opera non è finita. Abbiamo l’obbligo di proseguire in questa opera di testimonianza finché la distruzione sorprenderà un mondo trascurato e ribelle. Siamo dedicati a fare la volontà divina. Quindi questa è la nostra opera in armonia con l’attuale volontà di Dio. Questa è l’opera che siamo stati chiamati a compiere fino a questo momento. Per noi non vi può essere alcuna sosta, alcuna deviazione, alcun ritardo, alcuna incertezza, né alcuna interferenza interna con l’opera.
41 Oggi, per amorevole benignità di Geova, siamo stati convocati in quest’armoniosa assemblea. Per noi testimoni, provenienti dai quattro angoli della terra, di tante nazionalità e lingue, è un’eccellente occasione per fare, uniti, una dichiarazione riguardo alla nostra posizione di fronte alla situazione mondiale, riguardo al nostro chiaro intendimento della volontà di Dio e riguardo al nostro unico proposito per il futuro, nell’adempimento della nostra ordinazione divina. Per questa ragione “quest’assemblea dovrebbe prendere una risoluzione” e fare una dichiarazione, prima di separarci, che sia proclamata in tutto il mondo. Pertanto, cedo la parola al Presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Pennsylvania perché possa presentare una dichiarazione alla quale possiamo tutti spontaneamente unirci.
42 Fra scroscianti applausi il Presidente della Società si fece innanzi e presentò la seguente
[Domande per lo studio]
5. Che si può dire del numero dei testimoni di Geova cristiani radunati a quest’assemblea?
6. Perché non si trattò soltanto di un’assemblea internazionale, e qual è la salda base della loro unità?
7. Dell’adempimento di quale profezia quest’assemblea fu una gigantesca manifestazione?
8. Perché i congressisti non avevano alcuna ragione di vantarsi per esser convenuti in così gran numero da tanti diversi luoghi?
9. Che cosa ebbero opportunità di fare essendo riuniti in così gran numero?
10. Con quale coraggio e zelo si radunarono, e che cosa ritennero molto appropriato fare in quel giorno?
11. Perché non è necessario descrivere le condizioni esistenti sulla terra, e come le descrisse Paolo a Timoteo tanto tempo prima?
12. Qual è la causa delle condizioni mondiali, e perché vi è una classe particolare che si è dimostrata maggiormente responsabile per le condizioni mondiali?
13. Perché tale critica rivolta al clero della Cristianità non è ingiustificata, e perché abbiamo l’obbligo di parlare riguardo ai capi della Cristianità?
14, 15. Con quali parole Geremia indicò i responsabili della cattiva condizione della nazione?
16, 17. Perché, allo stesso modo, il clero della Cristianità è responsabile delle cattive azioni del popolo?
18, 19. In che modo un ecclesiastico descrisse recentemente in una pubblicazione religiosa l’atteggiamento delle persone verso la Bibbia e verso la chiesa, e di quali “enormi possibilità” il clero non ha approfittato?
20. Perché i capi del mondo sono perplessi, e in tale perplessità che cosa ci vorrebbe per guidare la società umana?
21. Chi, fra tutti gli uomini d’oggi, dovrebbe avere tale messaggio, e perché?
22. Come agisce il clero in quanto a prendere l’iniziativa, e come lo dimostra il caso del vicevicario generale dell’arcidiocesi di New York?
23. Come un ministro presbiteriano illustrò lo stesso fatto nel 1952 a New York?
24. Dieci anni fa, come il Papa Pio XII diede l’esempio dell’atteggiamento della Cristianità verso l’O.N.U.?
25. In vista dell’atteggiamento del clero, quale dichiarazione di Sir Alexander Cadogan è una sfida, e a chi?
26, 27. Se il clero non ha un “piano migliore” significa che Dio non ha nulla di meglio da offrire, e con quali parole Geremia espone chiaramente perché il clero non ha un messaggio per guidare gli uomini?
28, 29. (a) Se Dio avesse mandato questi ecclesiastici, che cosa avrebbero e che cosa farebbero? (b) In che modo essi violano l’inizio del Padre Nostro, e qual è dunque la posizione di Geova verso di loro?
30. Quale incarico diede Gesù ai suoi discepoli quando s’accomiatò da loro, e quanti professanti Cristiani dovrebbero sostenere il clero nell’adempierlo?
31. Che cosa sarebbe richiesto da ognuno se tutti gli appartenenti alla Cristianità dovessero partecipare ad una testimonianza mondiale, e perciò quale domanda poniamo in quanto alle possibilità che il clero ebbe?
32. (a) Che cosa avrebbe dovuto fare il clero per prendere l’iniziativa di questa testimonianza mondiale? (b) Quanti anni di tempo ha avuto ma quale è stato il risultato del metodo di predicazione usato?
33. (a) In quanto alla responsabilità, perché i testimoni di Geova dovrebbero esaminare se stessi? (b) Perché, nonostante i suoi testimoni, l’ira di Geova distrusse Gerusalemme, e prima di una distruzione simile, che cosa devono fare oggi i testimoni di Geova?
34. Per mezzo di Geremia, che cosa disse Geova di fare prima della distruzione della Cristianità?
35. Chi ha suscitato Geova come “germoglio giusto” di Davide, e in che modo ha egli adempiuto il nome onorifico Geova Nostra Giustizia?
36. Perché i capi e gli ecclesiastici della Cristianità non hanno ricevuto da Geova l’incarico di pastori delle pecore che egli raduna?
37. Chi dunque ha Geova incaricato come pastori su tutte le pecore che egli raduna, e come le hanno essi guidate?
38. Perché, come Geremia, noi abbiamo una grave responsabilità?
39. Particolarmente dal 1919, che cosa ci siamo sforzati di fare, e, dato tutto ciò che fu compiuto l’anno scorso, in quale breve tempo i 2 miliardi e 700 milioni di persone potrebbero ricevere la testimonianza?
40. Perché dobbiamo continuare sforzandoci di penetrare in nuovi territori per dare testimonianza, e che cosa non ci dev’essere riguardo all’opera?
41, 42. Per fare che cosa l’assemblea internazionale fu un’occasione eccellente, e quindi che cosa fece il Presidente della Società?
[Immagine a pagina 133]
F. W. FRANZ