Sopravviviamo col nuovo
POICHÉ predicano tale messaggio alle nazioni i testimoni di Geova potrebbero essere accusati di essere sovversivi. A Geremia venne fatta la stessa accusa. I capi religiosi cercarono d’indurre i prìncipi politici ad ucciderlo. “I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo presero dicendo: — ‘Tu devi morire! — Perché hai profetizzato nel nome dell’Eterno dicendo: — Questa casa [questo tempio] sarà come Sciloh e questa città sarà devastata, e priva d’abitanti?’” Quindi dissero ai prìncipi di Gerusalemme: “Quest’uomo merita la morte, perché ha profetizzato contro questa città, nel modo che avete udito coi vostri propri orecchi”. Geremia si difese dicendo: “L’Eterno mi ha mandato a profetizzare contro questa casa e contro questa città tutte le cose che avete udite. . . . Quanto a me, eccomi nelle vostre mani; fate di me quello che vi parrà buono e giusto. Soltanto sappiate per certo che, se mi fate morire, mettete del sangue innocente addosso a voi, a questa città e ai suoi abitanti, perché l’Eterno mi ha veramente mandato a voi per farvi udire tutte queste parole”. Quella volta i prìncipi ebbero il coraggio di opporsi ai capi religiosi e ai falsi profeti e rifiutarono di condannare a morte il testimone di Geova. (Ger. 26:1-24, VR) Ciò avvenne ventidue anni prima della distruzione di Gerusalemme.
2 In seguito, nel nono anno del re Sedechia, gli eserciti caldei al comando di Nabucodonosor assalirono Gerusalemme. Quando seppero che il Faraone d’Egitto stava per venire in aiuto della città, tolsero l’assedio e si ritirarono. Ma Geremia demolì e abbatté Gerusalemme con l’annuncio che la città era condannata. Egli disse: “I Caldei torneranno, e combatteranno contro questa città, la prenderanno, e la daranno alle fiamme. Così parla l’Eterno: Non ingannate voi stessi”. In seguito Geremia fu accusato di diserzione a favore dei Caldei. Mentre usciva da una delle porte di Gerusalemme fu arrestato da un capitano della guardia che disse: “Tu vai ad arrenderti ai Caldei”.
3 Geremia fu quindi messo in prigione. Anche di lì Geremia disse al re Sedechia in persona che i nemici Caldei sarebbero tornati per catturare il re e la città. (Ger. 37:1-19) Alla sua liberazione Geremia continuò a predicare la stessa cosa. Disse al popolo di arrendersi al re Nabucodonosor per evitare di essere sterminato entro la città dalla spada, dalla fame e dalla pestilenza. I prìncipi politici non presero a cuore il messaggio né vi diedero ascolto. Interpretarono erroneamente il messaggio e dissero al re: “Deh, sia quest’uomo messo a morte poich’egli rende fiacche le mani degli uomini di guerra che rimangono in questa città, e le mani di tutto il popolo, tenendo loro cotali discorsi; quest’uomo non cerca il bene, ma il male di questo popolo”. Quindi Geremia fu arrestato, gettato in una cisterna senz’acqua e lasciato affondare nel fango. Ma un eunuco etiope ebbe il coraggio di tirarlo fuori dalla cisterna dove sarebbe sicuramente morto. Geremia rimase quindi prigioniero nel cortile della guardia fino alla caduta di Gerusalemme allorché venne liberato per mano dei Caldei. — Ger. 38:1-13, VR.
4 Al giorno d’oggi, quando i governi politici considerano opportuno prendere speciali misure di sicurezza ed è costume di certi ecclesiastici gridare: “Comunisti!” perché i testimoni di Geova predicono la distruzione della Cristianità nell’universale guerra di Armaghedon, noi non possiamo alterare il messaggio. In stato d’arresto o in prigione dobbiamo essere fedeli al messaggio che Geova ci ha incaricati di predicare, perché è la verità e sarà certo adempiuto. Dobbiamo ricordarci di Geremia e continuare a dar l’avvertimento.
5 Il clero e i profeti della Cristianità si opporranno a noi negando che Geova Dio distruggerà la Cristianità e si servirà di Gesù Cristo stesso come di un più grande Nabucodonosor per distruggere il reame che prende nome da Cristo. Il loro sistema ecclesiastico, asseriscono, venne fondato da Gesù Cristo, ed essi possono essere sicuri che egli preserverà e non distruggerà ciò che è suo. “Questa è la casa di Dio!” dicono. “Questa è la casa di Dio!” Con simili discorsi dimenticano ciò che Gesù disse del tempio di Gerusalemme: “Ecco, la vostra casa vi è abbandonata. . . . Certamente qui non sarà lasciata pietra su pietra che non sia distrutta”. (Matt. 23:38; 24:2) Dimenticano che Geremia disse quanto segue a proposito del tempio:
6 “Non ponete la vostra fiducia in parole fallaci, dicendo: ‘Questo è il tempio dell’Eterno, il tempio dell’Eterno, il tempio dell’Eterno!’ . . . Ecco, voi mettete la vostra fiducia in parole fallaci, che non giovano a nulla. Come! Voi rubate, uccidete, commettete adulteri, giurate il falso, offrite profumi a Baal, andate dietro ad altri dèi che prima non conoscevate, e poi venite a presentarvi davanti a me, in questa casa sulla quale è invocato il mio nome, e dite: ‘Siamo salvi!’ — e ciò per compiere tutte queste abominazioni?! È ella forse, agli occhi vostri, una spelonca di ladroni questa casa sulla quale è invocato il mio nome? Ecco, tutto questo io l’ho veduto, dice l’Eterno. Andate dunque al mio luogo ch’era a [Sciloh], dove avevo da prima stanziato il mio nome, e guardate come l’ho trattato, a motivo della malvagità del mio popolo d’Israele. . . . Io tratterò questa casa, sulla quale è invocato il mio nome e nella quale riponete la vostra fiducia, e il luogo che ho dato a voi e ai vostri padri, come ho trattato [Sciloh]; e vi caccerò dal mio cospetto, come ho cacciato tutti i vostri fratelli”. — Ger. 7:4-15, VR; 1 Sam. 4:3-22.
7 Questa dichiarazione di Geova smentisce quello che i sacerdoti e i profeti della Cristianità dicono al popolo contraddicendo i testimoni di Geova. Ecco perché non possiamo alterare il messaggio solo per far piacere alla gente e ai suoi prediletti capi religiosi. Cambiare il messaggio non salverà nessuno, neanche noi stessi. Come Gerusalemme, la Cristianità è condannata alla distruzione insieme a tutto il resto di questo sistema di cose, nella “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”. Il suo celeste Condottiero Supremo, Gesù Cristo, distruggerà la Cristianità ipocrita, perché l’ha rappresentato indegnamente dinanzi a tutti gli altri popoli e nazioni non cristiane.
8 Coloro che rimangono nella Cristianità aderendo ai suoi sistemi religiosi moriranno nell’universale guerra di Armaghedon, come coloro che rimasero a Gerusalemme e non si arresero all’assediante re di Babilonia morirono miseramente nella città. Col nostro messaggio contro la Cristianità noi non consigliamo né incoraggiamo nessuno ad aderire in qualsiasi modo all’empio comunismo. Come Geremia, noi esortiamo coloro che amano la libertà e la vita a rivolgersi al vittorioso re Gesù Cristo. Con la Sacra Bibbia insegnamo loro a sottomettersi al giogo del re Gesù Cristo e a servirlo. Lo stesso consiglio diamo anche ai capi politici, proprio come Geremia esortò vigorosamente il re Sedechia a fare lo stesso. Questo significherà per loro la vita, vita eterna. — Ger. 38:17-20; 27:12-17.
9 Prendere il giogo del regnante Sovrano, Gesù Cristo, anche ora che siamo molto avanti nel tempo della fine del mondo, reca dolce ristoro alla nostra anima. Centinaia di migliaia di persone umili in tutta la terra l’hanno già provato. Gesù Cristo, benché sia ora pronto per la battaglia dell’universale guerra di Armaghedon, continua a dire: “Venite a me, voi tutti che siete afflitti e aggravati, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e diventate miei discepoli, perché io sono mansueto e umile di cuore, e troverete ristoro alle anime vostre. Poiché il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”. (Matt. 11:28-30) È come un giogo di legno ed egli ci aiuta a sostenerlo piuttosto che opprimerci e schiacciarci sotto di esso. Portare questo giogo ora è ciò che determina la nostra vita nel nuovo mondo!
10 I sacerdoti e i profeti della Cristianità hanno preso la posizione del falso profeta Anania e degli altri capi religiosi che si opposero a Geremia. Essi negano che Gesù Cristo, ora regnante in mezzo ai suoi nemici dal 1914, sia contro la Cristianità, che la distruggerà e che perciò è molto urgente abbandonarla senza indugio, dedicarsi a Geova Dio e seguire veramente le orme di Cristo, portando il suo giogo come insegnano le Sacre Scritture, non come insegnano le teorie religiose della Cristianità. Coloro che seguono il consiglio di uomini come Anania e rifiutano di uscire dalla Cristianità e di assoggettarsi al giogo del Re dei re e Signor dei signori, si troveranno molto male ad Armaghedon.
11 Il profeta Anania tolse e spezzò il giogo di legno dal collo di Geremia. Disse che l’illustrazione di Geremia a proposito della sua profezia era falsa; e che come egli (Anania) aveva spezzato il giogo di legno, così nel giro di due anni Geova avrebbe spezzato il giogo di Nabucodonosor dal collo di tutte le nazioni. Da Geremia Geova fece dire ad Anania che ora era riservato loro un giogo di ferro invece di quello di legno: “Un giogo di ferro metterò sul collo di tutte queste nazioni, perché servano Nabucodonosor re di Babilonia; e lo serviranno. E a lui darò anche le bestie selvatiche dei campi”. Inoltre, Anania che aveva “parlato di vera e propria rivolta contro Geova” doveva morire, ed egli morì quell’anno stesso. (Ger. 27:1 fino a 28:17) Che accadrà di coloro che ora scelgono di seguire capi religiosi simili ad Anania? Gesù disse: “Se dunque un cieco guida un cieco, entrambi cadranno in una fossa”. (Matt. 15:14) Ognuno di noi deve oggi scegliere fra un simbolico giogo di legno, con la vita per le anime nostre nel nuovo mondo, e un giogo di ferro e la morte per essersi ribellati a Geova e al suo Re.
EDIFICHIAMO E PIANTIAMO
12 Geremia è stato chiamato “profeta del malaugurio”. “Malaugurio”, sì, per gli empi che lo meritano. Poiché era implicato il santo nome del suo Dio, Geova, Geremia poté esprimere parole di cordoglio contenute nel suo libro delle Lamentazioni. Eppure questo è un libro di mirabile bellezza poetica da cui emana la giustizia di Geova. Lamentazioni esprime dolore per i peccati contro di lui, infonde speranza nella misericordiosa restaurazione e ricostruzione che egli effettuerà, e trae consolazione dalla vendetta divina che sarà eseguita contro coloro che hanno partecipato, rallegrandosene, alla rovina del popolo di Geova. — Lam. 1:18, 21, 22; 3:26-41, 55-66; 4:21, 22; 5:19-21.
13 Perché il nemico esultò perfidamente vantandosi, perché schernì e vituperò il nome di Dio, perché i simboli della tipica religione di Geova furono devastati e distrutti e perché il popolo di Geova divenne tanto ribelle, infedele ed empio da meritare questa dolorosa esperienza, il profeta Geremia ebbe ragione di essere triste. Tuttavia, ciò avvenne in adempimento della sua predicazione, con la quale Geremia, parlando figurativamente, doveva svellere, demolire, abbattere e distruggere.
14 Fortunatamente Geremia ebbe anche l’incarico di ‘edificare e piantare’. Fu lui a predire la restaurazione miracolosa del popolo di Geova, fonte di incontenibile gioia. Fu Geremia che pronunciò queste commoventi parole di Geova rivolte alla sua visibile organizzazione: “Ti amo d’un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà. Io ti riedificherò, e tu sarai riedificata, o vergine d’Israele! Tu sarai di nuovo adorna dei tuoi tamburelli, e uscirai in mezzo alle danze di quei che si rallegrano. Pianterai ancora delle vigne sui monti di Samaria; i piantatori pianteranno e raccoglieranno il frutto. Poiché il giorno verrà, quando le guardie grideranno sul monte d’Efraim: Levatevi, saliamo a Sion, all’Eterno [Geova], che è il nostro Dio”. Geremia dissipò la tristezza predicendo che il popolo di Geova portato prigioniero sarebbe ‘ritornato dal paese del nemico’. Geremia predisse anche il “nuovo patto” di cui Gesù Cristo sarebbe stato mediatore fra Dio e i suoi seguaci, la nazione dell’Israele spirituale. Di questo nuovo patto Geova disse: “Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. . . . poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, . . . Poiché io perdonerò la loro iniquità, e non mi ricorderò più del loro peccato”. — Ger. 31:3-6, 16, 31-34, VR.
15 Geremia vide il tipico “trono di Geova” a Gerusalemme privato del suo ultimo re, Sedechia. Egli vide Saraia, primo sacerdote del tempio di Geova, e Sofonia, secondo sacerdote, uccisi dal giustiziere babilonese. Eppure Geremia edificò e piantò dichiarando con gioia che i patti di Geova col re Davide e col sacerdozio levitico per un “regno di sacerdoti” e una “nazione santa” di re e sacerdoti, “un sacerdozio reale”, dovevano sussistere: “Così parla l’Eterno [Geova]: Se voi potete annullare il mio patto col giorno e il mio patto con la notte, sì che il giorno e la notte non vengano al tempo loro, allora si potrà anche annullare il mio patto con Davide mio servitore, sì che egli non abbia più figliuolo che regni sul suo trono, e coi sacerdoti levitici miei ministri. Come non si può contare l’esercito del cielo né misurare la rena del mare, così io moltiplicherò la progenie di Davide, mio servitore e i Leviti che fanno il mio servizio”. (Ger. 33:20-22, VR; Eso. 19:6; Num. 25:10-13; 1 Piet. 2:9) In modo analogo oggi i testimoni di Geova predicano, per dare testimonianza a tutte le nazioni, la buona notizia che Geova ha piantato il durevole regno del suo Re e Sacerdote simile a Melchisedec, Gesù Cristo. Nel regno celeste Gesù avrà con sé tutti i 144.000 unti seguaci che saranno “sacerdoti di Dio e del Cristo” e che “regneranno con lui per i mille anni”. (Apoc. 20:4-6) Da questo regno il genere umano riceverà eterne benedizioni.
16 “Ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, quand’io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà, e farà ragione e giustizia nel paese. Ai giorni d’esso Giuda sarà salvato, e Israele starà sicuro nella sua dimora: e questo sarà il nome col quale sarà chiamato: ‘[Geova] nostra giustizia’”. (Ger. 23:5, 6, VR) Nella sua opera profetica Geremia fece più che edificare e piantare l’unico governo che possa dare speranza, l’eterno regno del nuovo mondo di Dio. Egli edificò e piantò anche una gran folla di mansueti adoratori di Geova che potranno entrare in quel nuovo mondo senza morire. Geova si servì di Geremia perché alcuni si rivelassero come prefigurazione di queste “altre pecore”. Chi furono costoro?
I PERSONAGGI CHE PREFIGURARONO I SUPERSTITI
17 Gerusalemme si trovava allora nel tempo della sua fine. Il re Joachim, che aveva strappato un rotolo della profezia di Geremia e l’aveva gettato nel fuoco, regnava ancora ma stava per essere attaccato dal re di Babilonia e dai suoi eserciti. Chiusa nella città insieme a Geremia vi era una tribù di Recabiti, i quali, benché non fossero Israeliti, erano adoratori di Geova. Dio disse a Geremia di portare i Recabiti nel tempio e di dar loro da bere del vino. I Recabiti non vollero assolutamente berlo, e spiegarono: “Noi abbiamo ubbidito alla voce di Gionadab, figliuolo di Recab, nostro padre, in tutto quello che ci ha comandato: non beviamo vino durante tutti i nostri giorni, tanto noi che le nostre mogli, i nostri figliuoli e le nostre figliuole; non edifichiamo case per abitarvi, non abbiamo vigna, campo, né sementa; abitiamo in tende, e abbiamo ubbidito e fatto tutto quello che Gionadab, nostro padre, ci ha comandato”. — Ger. 35:1-10, VR.
18 Se uomini come i Recabiti osservarono fedelmente i comandi del loro progenitore, perché non poterono gli Israeliti osservare i comandi del loro celeste Datore di vita, di Geova loro Dio? L’esempio di fedeltà dei Recabiti fedeli era una condanna per gli Israeliti infedeli. Perciò, siano distrutti Gerusalemme e i suoi empi abitanti, ma sopravvivano i Recabiti!
19 Perciò Geremia disse loro: “Così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: Poiché avete ubbidito all’ordine di Gionadab, vostro padre, e avete osservato tutti i suoi precetti, e avete fatto tutto quello ch’egli vi avea prescritto, così parla l’Eterno degli eserciti, l’Iddio d’Israele: A Gionadab, figliuolo di Recab, non verranno mai meno in perpetuo discendenti, che stiano davanti alla mia faccia”. (Ger. 35:12-19, VR) Proprio così, i Recabiti sopravvissero alla distruzione che si abbatté sull’infedele popolo di Geova per mano del Suo giustiziere, come Gionadab loro progenitore era sfuggito allo sterminio degli Israeliti adoratori di Baal nel tempio idolatra. Oggi, associata alla classe degli unti, raffigurata da Geremia, vi è una gran folla di “altre pecore”. Queste condannano la Cristianità rifiutando di unirsi a lei nell’abbandonare Geova per darsi al materialismo e all’egoistica idolatria. La promessa di Dio ai Recabiti assicura queste altre pecore che sfuggiranno alla distruzione della Cristianità e sopravvivranno nel nuovo mondo di Dio.
20 Al re Joachim succedette il figlio che regnò sul trono di Geova solo per tre mesi. Quindi venne fatto re Sedechia, fratello di Joachim. Nel nono anno del suo regno Gerusalemme fu di nuovo assediata dal re di Babilonia e dai suoi eserciti. Poiché continuava ad avvertire che Gerusalemme sarebbe stata incendiata e distrutta, Geremia venne arrestato, accusato di sedizione e gettato in una cisterna, dove affondava nel fango. Al suo soccorso, sfidando i prìncipi, non andò un Israelita circonciso, ma un Etiope evirato, l’eunuco di nome Ebed-melec. Egli condannò quello che i prìncipi avevano fatto al profeta di Geova. Ottenuto l’ordine del re Sedechia, Ebed-melec prese con sé trenta uomini di scorta perché l’aiutassero a tirar fuori Geremia dal fango dove sarebbe morto. Dopo di che, grazie ad Ebed-melec, “Geremia rimase nel cortile della prigione”.
21 Durante l’assedio di Gerusalemme le madri bollirono i loro stessi figli per non morire di fame, molti morirono di pestilenza e molti sotto la spada dei Babilonesi. Ma che accadde di Ebed-melec che si trovava nella casa del re Sedechia? Geova comandò a Geremia nel cortile della prigione di dire al suo salvatore, Ebed-melec: “In quel giorno io ti libererò, dice l’Eterno; e tu non sarai dato in mano degli uomini che temi; poiché, certo, io ti farò scampare, e tu non cadrai per la spada; la tua vita sarà il tuo bottino, giacché hai posto la tua fiducia in me, dice l’Eterno”. — Ger. 39:15-18, VR.
22 Oggi, essendo prossima la distruzione della Cristianità ad Armaghedon, una classe di persone mansuete, come Ebed-melec, si è rivolta fiduciosa al Dio di Geremia. Costoro hanno mostrato fiducia essendo pronti a rischiare anche la vita per mano dei prìncipi della Cristianità, per recare soccorso all’antitipico Geremia di oggi. “In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”, disse il re Gesù Cristo alle “altre pecore” nella parabola delle pecore e dei capri, ultima parte della sua profezia sulla fine del mondo. — Matt. 25:40.
23 In questo giorno di giudizio delle nazioni, il re Gesù Cristo, seduto sul trono celeste per compiere il giudizio, si rivolge a queste pecore alla sua destra, e dice: “Venite, voi che avete la benedizione del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo. . . . Fui in prigione e da me veniste”. Sin dal 1914 il regno celeste è stabilito e il suo reame è questa terra. Le persone umili, come Ebed-melec, non devono morire ed essere risuscitate per far parte del reame di quel regno del nuovo mondo di Dio. Vivono già nel reame terrestre del regno, reame che devono ereditare; quindi non saranno espulse da questa loro eredità terrestre. La Cristianità è condannata ma queste pecore hanno ricevuto la benedizione di Geova Dio, Padre del Re. La Cristianità con i suoi capri sarà distrutta poiché non vi è per essa alcun posto nel reame terrestre del Regno. Ma il Padre del Re, Geova, ricorderà la promessa che fece a Ebed-melec al tempo della distruzione di Gerusalemme. Perciò questi Cristiani benedetti, le pecore, non saranno colpiti dalla spada alla battaglia di Armaghedon.
24 In quella battaglia certamente riceveranno la loro anima, la loro vita, come bottino del vincitore. Questo garantisce che sopravvivranno al crollo della Cristianità e dei suoi templi religiosi, e cominceranno a godere la loro eredità terrena nell’eterno nuovo mondo. Essendo sottomesse come pecore al loro Pastore e Re, non scompariranno mai dalla terra, loro eredità. I capri “andranno all’eterno stroncamento, ma i giusti alla vita eterna”, disse Gesù, il Giudice. — Matt. 25:31-46.
25 Come Geremia, l’unto rimanente e i suoi compagni, queste persone giuste e mansuete, hanno una grande responsabilità. Subiscono grave biasimo per la loro opera di svellere, demolire, abbattere e distruggere il vecchio mondo predicando il giorno della vendetta di Geova. Ma dovremmo per questo smettere di studiare la Parola di Dio e di predicare il suo severo messaggio? Non possiamo smettere, come disse anche Geremia: “Riconosci che per amor tuo porto l’obbrobrio. Tosto che ho trovato le tue parole, io le ho divorate; e le tue parole sono state la mia gioia, l’allegrezza del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su me, o Eterno, Dio degli eserciti”. — Ger. 15:10, 15, 16, VR.
26 Anche perché compiamo l’opera di edificare e piantare a favore del nuovo mondo di Dio, coloro che amano ed appoggiano il vecchio mondo ci combattono e cercano di farci smettere. Ma infervorati come siamo dalla Parola di Dio, possiamo forse smettere di parlare? Come Geremia dichiariamo: “La parola del Signore [Geova] quotidianamente mi trae addosso obbrobrio e derisione. E dissi: ‘Non voglio più rammentarlo, non parlerò più in nome di lui!’ E mi sentii nel cuore come un fuoco bruciante e cedetti non potendo resistere. . . . Inneggiate al Signore, lodate il Signore perché ha liberato l’anima del poverello dalla mano dei tristi”. — Ger. 20:8, 9, 13, Ri.
27 Quindi, per riassumere il tema della nostra predicazione, diciamo: Via il vecchio mondo, avanti il nuovo mondo! L’Onnipotente Dio del nuovo mondo ci ordina di non temere il nemico: “Essi ti faranno la guerra, ma non ti vinceranno, perché io son teco per liberarti, dice l’Eterno [Geova]”. (Ger. 1:19, VR) Fedele alla sua promessa, egli liberò Geremia, i Recabiti e Ebed-melec quando Gerusalemme fu distrutta. In armonia con questa figura profetica, Geova degli eserciti libererà il rimanente e le altre pecore allorché ad Armaghedon adempirà ciò che abbiamo predicato, abbattendo il vecchio mondo ed edificando il suo nuovo mondo.
[Domande per lo studio]
1. Per la loro predicazione, di che cosa potrebbero essere accusati i testimoni di Geova, e in che modo Geremia evitò la morte per un’accusa simile?
2, 3. (a) Nonostante l’aiuto egiziano, in che senso Geremia continuò a demolire Gerusalemme? (b) Di che cosa fu Geremia accusato in seguito, perché fu gettato nella cisterna ma sfuggì alla morte?
4. Nonostante le misure di sicurezza nazionale e le false accuse del clero, che cosa dobbiamo continuare a fare, come Geremia?
5, 6. In che modo il clero e i profeti della Cristianità si opporranno a noi, ma quali parole di Geremia riguardo al tempio dimenticano?
7. Perché, quindi, non possiamo alterare il nostro messaggio solo per far piacere alla gente?
8. Che cosa accadrà a coloro che rimangono nella Cristianità, e che cosa insegnamo e incoraggiamo le persone ad accettare?
9. Che cosa significa prendere il giogo del re Gesù Cristo, e con quale risultato?
10. In che modo i sacerdoti e i profeti della Cristianità prendono la posizione del profeta Anania, e che cosa succederà di coloro che seguono i loro consigli?
11. Come Geova contraddisse Anania condannandolo, e fra quali due gioghi si deve ora scegliere?
12. Perché Geremia ebbe ragione di esprimersi come fece nel libro delle Lamentazioni, eppure come da tale libro emana la giustizia di Geova?
13. Che cosa rattristò Geremia, eppure in adempimento di che cosa ciò avvenne?
14. Fortunatamente quale altro incarico ricevette Geremia, e in armonia a ciò quali grandiose profezie ebbe egli il privilegio di pronunciare?
15. (a) Che cosa vide Geremia abbattersi sul re e sui sacerdoti di Gerusalemme, eppure che cosa disse di edificante riguardo ai patti con Davide e col sacerdozio levitico? (b) Quindi che cosa predichiamo ora?
16. Quale opera costruttiva fece Geremia riguardo al regno del nuovo mondo di Dio e a coloro che sarebbero sopravvissuti nel nuovo mondo?
17. Per comando di Dio, che cosa fece Geremia ai Recabiti, e come risposero essi?
18, 19. (a) Quale fu il messaggio di Geremia ai Recabiti, e perché? (b) Chi oggi è rassicurato dalla promessa di Geova ai Recabiti, e perché?
20. Durante l’ultimo assedio di Gerusalemme, come venne maltrattato Geremia per aver continuato a predicare, e chi, benché non fosse Israelita, andò in suo soccorso?
21. Che accadde a molti abitanti durante l’assedio di Gerusalemme, ma che cosa Geremia ebbe ordine di dire a Ebed-melec?
22. Chi, come Ebed-melec, ha riposto oggi fiducia in Geova, e come ha dimostrato tale fiducia?
23. Che cosa significa l’invito del re a queste pecore, di venire ed ereditare il regno preparato per loro, e quindi quale promessa Geova ricorderà e adempirà a loro favore?
24. Com’è possibile che queste pecore non siano mai sterminate da questa terra, loro eredità?
25. Per quale opera portiamo il vituperio, ma dovremmo essere come Geremia quand’era vituperato?
26. Da chi siamo combattuti e ostacolati anche a causa della nostra opera costruttiva, ma in che modo siamo come Geremia quando vogliono costringerci a tacere?
27. Mentre esprimiamo il tema della nostra predicazione, come Geova ci esorta di non temere i nemici, e che cosa farà Geova, in armonia con la liberazione che compì alla caduta di Gerusalemme?