Liberazione e sopravvivenza al crollo della cristianità
1, 2. (a) Quando e ai giorni di quale profeta dovrebbe aver avuto luogo l’ultimo Giubileo degli ebrei? (b) La legge data da Geova tramite Mosè cosa comandava in relazione al Giubileo?
AI GIORNI di Geremia l’anno sabatico avrebbe dovuto essere un tempo di liberazione per gli schiavi ebrei. L’ultimo di quegli anni sabatici terminò il 9 tishri del 609 a.E.V., un giorno prima del Giorno di Espiazione ebraico. Al popolo di Geremia era stato richiesto di celebrare gli anni sabatici sin dal loro ingresso nella terra di Canaan nel 1473 a.E.V. Ogni 50º anno da allora avrebbe dovuto essere osservato come anno giubilare, cominciando ciascun Giubileo il Giorno di Espiazione. Ma il 17º Giubileo fu anche l’ultimo. Finì nel 623 a.E.V. durante l’attività profetica di Geremia. Come sacerdote al tempio, è probabile che Geremia abbia udito lo squillo di tromba annunciante l’inizio di quel Giubileo, uno speciale anno di liberazione. La legge che Geova aveva data tramite Mosè comandava:
2 “Dovete santificare il cinquantesimo anno e proclamare la libertà nel paese a tutti i suoi abitanti. Esso diverrà per voi un Giubileo, e dovete tornare ciascuno al suo possedimento e dovreste tornare ciascun uomo alla sua famiglia. Quel cinquantesimo anno diverrà per voi un Giubileo”. — Lev. 25:10, 11.
3. Secondo la legge di Dio, cosa si doveva fare ogni settimo anno fra un Giubileo e l’altro, e per quanto tempo gli ebrei potevano tenere schiavi altri ebrei?
3 Come il sabato settimanale, ogni settimo anno fra i Giubilei doveva essere un anno sabatico. (Lev. 25:1-9) Con una disposizione simile, la legge di Geova diceva: “Nel caso che tu dovessi acquistare uno schiavo ebreo, sarà schiavo per sei anni, ma nel settimo uscirà come uno reso libero senza onere”. (Eso. 21:2) “Nel caso che sia venduto a te un tuo fratello, Ebreo o Ebrea, e ti abbia servito per sei anni, il settimo anno dovresti quindi mandarlo via di presso a te come uno messo in libertà”. — Deut. 15:12.
4. Perciò, nell’anno sabatico del 610-609 a.E.V., cosa sarebbe stato appropriato che i proprietari di schiavi ebrei facessero, ma in che modo fornirono a Dio un ulteriore motivo per punirli?
4 Perciò, ai giorni di Geremia, in quell’anno lunare sabatico del 610-609 a.E.V., fu cosa giusta agli occhi di Geova che gli ebrei proprietari di schiavi facessero un patto davanti a lui nel tempio di Gerusalemme per lasciare liberi i loro schiavi ebrei. Nonostante la situazione internazionale così minacciosa per Gerusalemme, questa era la condotta ubbidiente che il popolo di Geremia avrebbe dovuto seguire. Comunque, prima che finisse quell’anno di liberazione, gli ex proprietari di schiavi infransero il loro solenne patto e costrinsero i loro ex servi e serve a tornare in schiavitù. Questo dispiacque a Geova, che rispetta sempre i patti, e gli fornì un ulteriore motivo per punirli. — Ger. 34:8-16.
5. (a) Quali stranieri residenti a Gerusalemme erano in pericolo pur non essendo coinvolti? (b) In che modo è in pericolo anche la moderna controparte di Gerusalemme, e da dove viene tale pericolo?
5 Felicemente, quel disprezzo per un patto solennemente stipulato davanti a Dio non fu condiviso da certe persone che abitavano a Gerusalemme e che erano conosciute come recabiti, discendenti di Gionadab figlio di Recab. (Ger. 35:6-11) Certo, anch’essi erano in pericolo a causa della punizione che stava meritatamente per abbattersi sugli abitanti ebrei di Gerusalemme. Ma potevano essere protetti e non subire gli effetti di ciò che Geova Dio successivamente annunciò a causa dell’egoistica infedeltà dei giudei. Come nel caso di Gerusalemme ai giorni di Geremia, le successive parole di Geova dovrebbero essere di estremo interesse per l’odierna cristianità. Come l’antica Gerusalemme, la cristianità vive negli ultimi giorni della sua lunga esistenza. L’ultima potenza mondiale predetta nella profezia biblica, l’ottava potenza mondiale, è oggi esistente sotto forma delle Nazioni Unite. Deve svolgere un ruolo mortale nei confronti della cristianità, attuale controparte di Gerusalemme. Le Nazioni Unite e la Lega delle Nazioni che le ha precedute esistono ora da circa 60 anni. (Riv. 17:7-11) Prima di perire agiranno!
6. In che senso la cristianità, pur dicendosi a favore della libertà, ha ridotto in schiavitù i membri delle sue chiese?
6 La cristianità, dicendosi cristiana, dovrebbe schierarsi a favore della libertà dalla servitù a questo mondo schiavo del peccato. In effetti, però, essa ha portato i membri delle sue chiese in schiavitù a questo mondo, per i suoi propri interessi. Questo perché si è resa amica del mondo e quindi nemica di Dio. — Giac. 4:4.
7. (a) Gli aderenti alla cristianità sono stati ridotti in schiavitù a che cosa e in opposizione a chi? (b) Quale ulteriore dichiarazione della profezia di Geremia essa fa bene ad ascoltare?
7 Gli schiavi spirituali della cristianità non sono schiavi del regno di Dio retto da Cristo, ma del mondo condannato e del suo dio e governante, Satana il Diavolo. (I Giov. 2:15-17; Efes. 2:2) La cristianità spinge i membri delle chiese ad opporsi a quei cristiani testimoni di Geova che furono prefigurati da Geremia. Sentiamo ciò che egli ebbe a dire:
“‘Perciò Geova ha detto questo: “Voi stessi non mi avete ubbidito, continuando a proclamare la libertà ciascuno al suo fratello e ciascuno al suo compagno. Ecco, io vi proclamo libertà”, è l’espressione di Geova, “alla spada, alla pestilenza e alla carestia, e per certo vi darò per il tremito a tutti i regni della terra. E per certo darò gli uomini che trasgrediscono il mio patto, in quanto non eseguirono le parole del mio patto che conclusero dinanzi a me col vitello che tagliarono in due per passare fra i suoi pezzi; cioè i principi di Giuda e i principi di Gerusalemme, i funzionari di corte e i sacerdoti e tutto il popolo del paese che passarono fra i pezzi del vitello, sì, per certo li darò in mano ai loro nemici e in mano a quelli che cercano la loro anima; e i loro corpi morti devono divenire pasto per le creature volatili dei cieli e per le bestie della terra. E darò Sedechia re di Giuda e i suoi principi in mano ai loro nemici e in mano a quelli che cercano la loro anima e in mano alle forze militari del re di Babilonia che si ritirano di contro a voi”.
“‘“Ecco, io comando”, è l’espressione di Geova, “e per certo li ricondurrò a questa città, ed essi dovranno combattere contro di essa e catturarla e bruciarla col fuoco; e farò delle città di Giuda una distesa desolata senza abitante”’”. — Ger. 34:17-22; confronta Genesi 15:10-18.
8. Alla luce di quella profezia di Geremia, cos’è predetto per l’odierna cristianità?
8 Questa profezia presagisce forse la caduta della cristianità dinanzi alle forze mondane cui Geova permette d’assediarla? Cos’altro potrebbe prefigurare, alla luce di ciò che accadde a Gerusalemme? La cattura del re Sedechia e la sua deportazione a Babilonia perché vi morisse gli erano state ubbidientemente predette da Geremia. (Ger. 34:1-7) Certamente, quindi, in un adempimento maggiore di quell’evento profetico dei tempi biblici, per i governanti della cristianità non è in serbo nulla di buono.
9. Dopo la fine dell’anno sabatico, quando cominciò l’assedio di Gerusalemme, quanto durò e in che modo la città divenne oggetto di paura per altri?
9 Nel 609 a.E.V. l’anno sabatico terminò il nono giorno del settimo mese lunare (tishri), il giorno prima del Giorno di Espiazione. Dopo ciò, il decimo giorno del decimo mese lunare (tebet) di quello stesso anno, l’imperatore Nabucodonosor e le sue forze militari babilonesi iniziarono l’assedio di Gerusalemme. (II Re 25:1, 2) Dopo 18 mesi Gerusalemme cadde, precisamente il nono giorno del quarto mese lunare (tammuz) del 607 a.E.V. Nel tentativo di fuggire e quindi sottrarsi all’adempimento della profezia di Geova, il re Sedechia non riuscì ad andare oltre la città di Gerico, perché fu catturato dagli inseguitori babilonesi. Essi lo condussero a faccia a faccia con Nabucodonosor e poi in un esilio senza speranza nell’idolatra Babilonia. (Ger. 34:2, 3) Nel successivo mese lunare, il 7 ab del 607 a.E.V., Gerusalemme fu saccheggiata e incendiata. Lo sconsacrato tempio di Geova non la salvò. (II Re 25:3-17) Certo l’orribile distruzione di Gerusalemme fece tremare le altre nazioni per paura di ricevere un trattamento simile da parte di Babilonia.
10. Trema forse la cristianità al pensiero di quell’antico spettacolo, e a che cosa darà inizio la sua stessa distruzione?
10 Comunque, dopo tanti secoli lo spettacolo della Gerusalemme in rovina ha perso il potere di incutere terrore alla cristianità. Essa non trema. Non intravede nell’antico spettacolo alcuna illustrazione profetica dalla propria imminente distruzione su scala mondiale. Ciò sarà solo l’inizio della distruzione di tutta la falsa religione nella più grande tribolazione che si sia mai abbattuta su questo mondo nemico di Geova. Accadrà ciò che è predetto in Matteo 24:15-22.
11. Quando fu che il paese di Gerusalemme rimase desolato senza uomo o animale domestico, e Geremia e Baruc furono forse gli unici a sopravvivere nel favore di Geova?
11 Ebbene, come farà allora alcun uomo a sopravvivere a tale tribolazione? Allo stesso modo in cui Geremia e il suo segretario Baruc sopravvissero agli orrori della spada, della carestia, della pestilenza e dell’incendio di Gerusalemme! Successivamente, nel settimo mese lunare di quel disastroso anno, Geremia fu portato in Egitto da uomini presi dal panico dopo essersi ribellati al dominio di Babilonia. Così l’intero paese del regno di Giuda rimase desolato senza uomo o animale domestico. (II Re 25:22-26) Il paese entrò in un ininterrotto sabato di 70 anni. (II Cron. 36:20, 21) Ma, oltre a Geremia e al suo segretario Baruc, anche altri che godevano del favore di Geova sopravvissero alla distruzione di Gerusalemme e alla distruzione del paese di Giuda. Questo era stato assicurato loro tramite Geremia. Dovremmo interessarci di quei sopravvissuti se vogliamo sopravvivere all’imminente tribolazione.
PREFIGURATI I SOPRAVVISSUTI AL CROLLO DELLA CRISTIANITÀ
12. Quelli che sopravvivranno alla prossima tribolazione furono prefigurati da quale popolo nomade straniero, e come fu che Geremia li incontrò a Gerusalemme?
12 Su chi saranno gli occhi del grande Protettore della vita umana durante l’incombente tribolazione in cui perirà questo condannato sistema di cose? Su quei dedicati e battezzati cristiani che egli fece prefigurare da un certo gruppo di rifugiati stranieri a Gerusalemme. Quegli amici degli ebrei si sentirono in dovere di abbandonare la loro vita nomade e risiedere temporaneamente a Gerusalemme perché non volevano unirsi al campo dei nemici che, al comando di Nabucodonosor, re di Babilonia, avanzavano per porre l’assedio a Gerusalemme. Il loro antenato era stato Gionadab o Ionadab, figlio di Recab. Essi però non erano chiamati Gionadab, perché il re Davide aveva avuto un nipote di nome Gionadab. Erano chiamati recabiti, nome che li identificava come non israeliti. Geremia li conosceva bene.
13. Che contrasto si nota fra gli israeliti, tenuti a osservare un patto, e i recabiti, tenuti a mantenere un voto, e cosa fu detto a Geremia di fare con i recabiti?
13 Da oltre 250 anni osservavano fedelmente un voto impostogli dal loro famoso antenato Gionadab. Gli israeliti non potevano vantare un primato del genere per quanto riguardava la fedeltà al patto della Legge stipulato con i loro antenati da Geova Dio tramite il mediatore Mosè nel lontano 1513 a.E.V. Perciò ora l’Iddio il cui patto avevano violato volle mostrare la differenza fra gli israeliti e i recabiti, che invece osservavano il loro voto. A tal fine i recabiti dovevano essere sottoposti a una prova in un luogo sacro a Geova, il suo tempio a Gerusalemme. Perciò egli disse a Geremia: “Va alla casa dei Recabiti, e devi parlar con loro e condurli nella casa di Geova, a una delle stanze da pranzo; e devi dar loro da bere vino”. (Ger. 35:1, 2) Questo pur essendo risaputo che i recabiti erano astemi.
14. Come spiegarono i recabiti il loro rifiuto di bere vino dietro invito di Geremia e anche il fatto che dimoravano in una città?
14 Geremia ubbidì. (Ger. 35:3-5) Ma i recabiti rifiutarono di bere anche dietro invito del profeta, e dissero:
“Noi non berremo vino, perché Gionadab figlio di Recab, nostro antenato, ci impose comando, dicendo: ‘Non dovete bere vino, né voi né i vostri figli, a tempo indefinito. E non dovete edificare casa, e non dovete seminare seme; e non dovete piantare vigna, né deve divenire vostra. Ma dovreste dimorare in tende per tutti i vostri giorni, per continuare a vivere per molti giorni sulla superficie della terra dove risiedete come forestieri’.
“Noi continuiamo dunque a ubbidire alla voce di Gionadab figlio di Recab nostro antenato in ogni cosa che ci comandò non bevendo affatto vino in tutti i nostri giorni, noi, le nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie, e non edificandoci case per dimorarvi, così che non divenga nostro né vigna né campo né seme. E continuiamo a dimorare in tende e a ubbidire e a fare secondo tutto ciò che Gionadab nostro antenato ci comandò. Ma avvenne che quando Nabucodonosor re di Babilonia salì contro il paese noi dicevamo: ‘Venite, ed entriamo in Gerusalemme a causa delle forze militari dei Caldei e a causa delle forze militari dei Siri, e dimoriamo in Gerusalemme’”. — Ger. 35:6-11.
15. In che modo il voto imposto ai recabiti li proteggeva, e qual era la loro condizione rispetto al patto della legge mosaica?
15 Il voto imposto ai recabiti li proteggeva. Li induceva a vivere una vita semplice come forestieri nel paese, lungi dalla corruzione delle città. Non essendo israeliti sottoposti al patto della legge mosaica, erano come stranieri entro le porte degli israeliti, per i quali non costituivano alcun problema. Non interferivano con i doveri degli israeliti di osservare il loro patto con Geova, ma, anzi, rispettavano il patto della Legge per quel che li riguardava. In quanto a non bere bevande alcoliche, comunque, erano simili ai nazirei d’Israele. Rimanendo sobri, erano sempre ben desti. L’invasione del paese di Giuda da parte degli eserciti del re Nabucodonosor stava per ostacolare la loro semplice vita nomade. Quindi, vedendo avanzare gli invasori caldei, i recabiti si rifugiarono a Gerusalemme.
16. In che modo i recabiti che mantenevano il loro voto fornirono a Geova un esempio da usare contro gli israeliti che avevano infranto il patto, e cosa ritenne Egli necessario far venire su questi ultimi?
16 La loro irremovibile decisione di rispettare il voto di non bere vino, anche quando furono invitati a farlo dal profeta-sacerdote Geremia, fornì a Geova un esempio da usare contro gli israeliti, che violavano il loro patto. I recabiti rispettavano il proprio voto anche se era stato imposto loro da un semplice uomo, il loro antenato. Gli israeliti avevano infranto il patto della Legge anche se era stato stipulato non con un semplice uomo, ma con l’Iddio altissimo. Opportunamente Geova disse ora a Geremia:
“Va, e devi dire agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: ‘Non riceveste di continuo l’esortazione di ubbidire alle mie parole?’ è l’espressione di Geova. ‘Sono state eseguite le parole di Gionadab figlio di Recab, che egli comandò ai suoi figli, di non bere vino, ed essi non ne hanno bevuto fino a questo giorno, perché hanno ubbidito al comandamento del loro antenato. E in quanto a me, io vi ho parlato, levandomi di buon’ora e parlando, ma voi non mi avete ubbidito. E continuai a mandarvi tutti i miei servitori i profeti, levandomi di buon’ora e mandandoli, dicendo: “Volgetevi, suvvia, ciascuno dalla sua cattiva via, e rendete buone le vostre azioni, e non camminate dietro ad altri dèi per servirli. E continuate a dimorare sulla terra che ho data a voi e ai vostri antenati”. Ma voi non porgeste il vostro orecchio, né mi ascoltaste. Ma i figli di Gionadab figlio di Recab hanno eseguito il comandamento del loro antenato che egli comandò loro; ma in quanto a questo popolo, non mi ha ascoltato’”.
“Perciò Geova l’Iddio degli eserciti, l’Iddio d’Israele, ha detto questo: ‘Ecco, io farò venire su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutta la calamità che ho pronunciata contro di loro, per la ragione che ho parlato loro ma essi non hanno ascoltato, e ho continuato a chiamarli ma non hanno risposto’”. — Ger. 35:13-17.
17. Perché l’apostasia degli israeliti era da considerarsi deliberata, e quindi a cosa non potevano sfuggire?
17 Dal confronto fra israeliti e recabiti è chiaro che gli israeliti, altamente favoriti, erano in grado, con l’aiuto dei profeti di Dio, di osservare il loro patto con Geova Dio. Egli aveva provveduto il suo tempio e il suo sacerdozio per offrire sacrifici che controbilanciassero i peccati involontari che essi commettevano a causa delle debolezze della carne. Nonostante ciò, essi scelsero altri dèi, particolarmente Baal, e incorporarono nella loro adorazione ogni sorta di cose malvage proibite dalla legge data da Geova tramite Mosè. Perciò la loro apostasia dal patto della legge di Dio, che esigeva la pura adorazione, era deliberata. Non mostravano alcun rispetto né per l’unico vivente e vero Dio né per i solenni voti che avevano fatti. Questo attirò la calamità su quegli apostati. Per ragioni simili un’irrevocabile calamità incombe sull’intera cristianità!
COME SOPRAVVIVERE ALLA DISTRUZIONE DI TUTTE LE FALSE RELIGIONI
18. Da quali parole di Geremia ai recabiti la “grande folla” trae l’assicurazione che sopravvivrà alla distruzione della cristianità e del mondo suo amico?
18 Chi vuole sfuggire alla distruzione che sta per abbattersi sulla cristianità e sul suo intimo amico, questo sistema di cose che reca disonore a Dio? “Noi!” dicono quelli della “grande folla” predetta in Rivelazione 7:9-17. Essi provano un senso di grande sicurezza per la promessa che Geova fece ai recabiti, promessa riportata in Geremia 35:18, 19, dove si legge: “E alla casa dei Recabiti Geremia disse: ‘Geova degli eserciti, l’Iddio d’Israele, ha detto questo: “Per la ragione che voi avete ubbidito al comandamento di Gionadab vostro antenato e continuate a osservare tutti i suoi comandamenti e a fare secondo tutto ciò che egli vi comandò, perciò Geova degli eserciti, l’Iddio d’Israele, ha detto questo: ‘Non sarà stroncato da Gionadab figlio di Recab un uomo che stia dinanzi a me per sempre’”’”.
19. (a) Quale spirito mostrò Gionadab nei confronti del culto di Baal? (b) Di chi prendono atto i nomi Gionadab (Ionadab) e Iaazania, e quale atteggiamento assunsero riguardo al vino?
19 Perciò Gionadab figlio di Recab, sebbene non fosse israelita, non avrebbe mancato di avere sulla terra un discendente approvato da Geova per sempre. Ricordiamo che questo Gionadab si era schierato con tutto il cuore dalla parte del re Ieu nel distruggere il culto di Baal in tutto l’apostata regno d’Israele. (II Re 10:15-28) Il nome di questo figlio di Recab, cioè Gionadab o Ionadab, prende atto dell’unico vivente e vero Dio, perché significa “Geova è munifico”. Il recabita a cui Geremia dichiarò la promessa di Dio era Iaazania, il cui nome significa “Iah [Geova] ode”. (Ger. 35:3-5) Fedeli al loro voto, Iaazania e i suoi fratelli si erano rifiutati di bere il vino che Geremia aveva offerto loro nel tempio di Geova. Lì, alla presenza di Geova, avevano dimostrato la loro integrità riguardo a quel voto.
20. Anche se non ne abbiamo un’esplicita prova biblica, cosa possiamo essere certi che accadde ai recabiti alla distruzione di Gerusalemme e in seguito?
20 Geova rispettò la fedeltà di quei recabiti e promise che non sarebbero stati spazzati via nell’imminente distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. Possiamo essere certi che allora i recabiti non furono stroncati dalla presenza di Geova, in quanto egli rispettò la sua promessa come quei recabiti rispettavano il loro voto di non bere vino. Una prova storica della loro sopravvivenza potrebbe essere l’esistenza di un certo Malchia, figlio di Recab, che riparò una porta di Gerusalemme ai giorni del governatore Neemia. (Nee. 3:14) Che qualche recabita sia sopravvissuto fino ai giorni di Gesù Cristo e ne sia diventato un discepolo non è detto nella Parola di Geova. Ma sarebbe stato più che appropriato!
21. A quale disastro nazionale sopravvissero i recabiti, e a che cosa dovrebbe quindi sopravvivere la loro controparte moderna?
21 Oggi non è possibile identificare i recabiti naturali, ma ve ne è una controparte moderna. Si tratta degli intimi amici degli israeliti spirituali prefigurati da Geremia. Gli antichi recabiti sopravvissero alla distruzione dell’apostata Gerusalemme. Poiché prefigurarono la “grande folla” di “altre pecore” di Cristo, è appropriato che questa controparte dei recabiti sopravviva alla “grande tribolazione” del mondo, il cui primo evento sarà la distruzione della cristianità, controparte di Gerusalemme.
22. (a) Quando fu spiegato per la prima volta che Gionadab raffigurava la classe delle pecore che sopravvivranno alla “grande tribolazione”? (b) Il numero della Torre di Guardia inglese del 15 aprile 1935 li invitò in particolare ad essere presenti a che cosa?
22 Il volume III del libro inglese Rivendicazione, presentato il lunedì 18 luglio 1932 a Brooklyn, New York, fu il primo a indicare (alle pagine 77-83) che il Gionadab dell’antichità raffigurava una classe di timorati di Dio che, con la protezione di Dio, sarebbero rimasti vivi attraverso la “grande tribolazione” per entrare nel nuovo ordine sotto il regno di Cristo. (Pagine 230-233 della Torre di Guardia inglese del 1º agosto 1932). L’interessante argomento “Milioni ora viventi non morranno mai” veniva applicato a loro. Coerentemente, quindi, il numero della Torre di Guardia inglese del 15 aprile 1935 conteneva questo annuncio:
La Torre di Guardia ricorda nuovamente ai lettori che dal 30 maggio al 3 giugno 1935 si terrà a Washington un congresso dei testimoni di Geova e dei Gionadab. Si spera che molti del rimanente e dei Gionadab riescano a partecipare al congresso. Finora non molti Gionadab hanno avuto il privilegio di assistere a un congresso, e il congresso di Washington può essere per loro di vero conforto e beneficio. — Pag. 114.
23. Cosa fu rivelato a quei Gionadab al congresso di Washington, e quindi chi prese parte in gran numero al battesimo in acqua il giorno seguente?
23 Fu proprio così, perché lì, il venerdì 31 maggio, fu rivelato loro che la classe di Gionadab non era altro che la “grande moltitudine” predetta in Rivelazione 7:9-17 (Versione autorizzata). Conformemente, la maggioranza degli 840 congressisti battezzati in acqua il giorno appresso mostrarono di essere Gionadab o recabiti antitipici.
24. Essendo i discendenti di Gionadab sopravvissuti alla distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V., chi prefigurano oggi?
24 L’antico Gionadab visse nel X secolo a.E.V. e non vide la distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. Ma i suoi discendenti, i recabiti, che Geremia mise alla prova riguardo all’osservanza del voto, videro effettivamente la caduta di Gerusalemme e sopravvissero a tempo indeterminato. Come discendenti di Gionadab, anch’essi prefigurarono la “grande folla” destinata a sopravvivere alla caduta della cristianità. — Vedi il libro inglese Potete sopravvivere ad Armaghedon ed entrare nel nuovo mondo di Dio, pagine 64-67.
25. Considerate le notevoli qualità di Gionadab e dei recabiti, quale esortazione viene data alla loro controparte moderna?
25 Voi dedicati e battezzati cristiani prefigurati da quegli antichi recabiti, anche voi, come loro, dovete stare lontani dagli eccessi, dalla falsa adorazione e dall’amicizia del mondo. (Giac. 4:4; I Giov. 2:15-17) Continuate a imitare Gionadab figlio di Recab manifestando zelo per Geova e opposizione al moderno culto di Baal, per poter vedere Geova distruggere la cristianità e tutte le altre false religioni per mezzo del suo più grande Ieu, Gesù Cristo. Fedeli come i recabiti, osservate la vostra dedicazione al Sovrano Signore Geova e fate la vostra parte nell’incrementare gli interessi del suo glorioso regno retto da Cristo. Questo vi aiuterà a mantenere salda l’ottenuta liberazione da questo mondo condannato, finché esso non esisterà più. Facendo uso della vostra preziosa libertà in armonia con la volontà di Dio, non sarete “stroncati” quando egli esprimerà la sua vendetta contro questo mondo malvagio e quelli che amano il mondo. Voi rimarrete approvati davanti a lui e sarete ricompensati con la vita in un paradiso terrestre sotto il regno di suo Figlio. Il rimanente della classe di Geremia si rallegrerà per voi con grande esultanza!
(La considerazione della profezia di Geremia riprenderà nella Torre di Guardia del 15 luglio 1980).
[Immagine a pagina 25]
Sopravvivenza al crollo della cristianità