Capitolo VII
La cristianità conoscerà, alla sua fine
1. Qual è il proposito del Creatore circa la terra, secondo cui non gli fa piacere che sia corrotta?
AL CREATORE non piace veder corrompere e inquinare questa terra. È la sua creazione e doveva essere per lui un credito. Fu suo proposito originale che questa terra, come dimora per il genere umano, fosse in ogni luogo un paradiso tale da fare di questo globo terrestre un ornamento nella splendida Via Lattea del cielo di cui è una minuscola parte.
2. Com’è oggi la condizione della terra in paragone con la possibile condizione che si presentò all’uomo nella sua originale dimora paradisiaca, e quali domande sorgono dunque in quanto al diletto o all’ira del Creatore?
2 La prima coppia umana ebbe inizio in un paradiso che era in piena armonia con la loro umana perfezione. Dinanzi a loro e alla progenie avvenire, si presentava l’opportunità di estendere la loro originale dimora paradisiaca alla completa circonferenza della terra. (Genesi da 1:26 a 2:25) Oggi, dopo seimila anni di esistenza dell’uomo sulla terra, guardatela! La sua condizione è lungi dall’essere il felice paradiso di vita, salute e bellezza che il suo Creatore si propose di farne. Questo potrebbe difficilmente essere per Lui causa di diletto come non lo è per noi uomini. Infatti, ha Egli qualche diritto di adirarsene? Se Egli non ha diritto di adirarsene, chi altro lo ha?
3. Quale domanda sorge circa il modo di agire del Creatore quando le creature che vivono su di essa la contaminano?
3 Comunque, che cosa fa un Creatore quando la sua creazione è stata contaminata e la superficie ne è stata spogliata, rovinata, dalle creature che avrebbero dovuto averne cura? Distrugge egli questa intera creazione, insieme alle creature viventi che sono su di essa?
4. In quanto a ciò che si doveva fare, perché si considera qui il paese Giuda, e che accadde a quel paese nel 607 a.E.V.?
4 Se facesse una tal cosa sprecherebbe la sua attività creativa, sarebbe un segno di sconfitta. Ciò che dovrebbe fare, e quanto si propone di fare, lo illustrò con ciò che fece al paese di Giuda e Gerusalemme in quel remoto settimo secolo avanti la nostra Èra Volgare. Geova aveva condotto il suo popolo nella Terra Promessa nell’anno 1473 a.E.V. Allora, come Geova disse, essa era “un paese che avevo esplorato per loro, un paese dove scorre latte e miele. Era l’adornamento di tutti i paesi”. (Ezechiele 20:6, 15) La generazione di quegli Israeliti che Geova condusse in questo bel paese gli rimase fedele. Ma i loro discendenti cominciarono a contaminare il paese, adottando l’idolatria e spargendo ingiustamente sangue innocente. Seguirono ripetute purificazioni religiose, ma gli Israeliti ricadevano sempre nell’idolatria. Infine, nel 607 a.E.V., Geova spazzò via tutti gli idolatri Giudei e così lasciò il paese di Giuda completamente desolato.
5. Come Geova fece subire al paese di Giuda una purificazione, e come fu di nuovo impiegato per lo scopo per cui era stato dato?
5 Il paese di Giuda e Gerusalemme non scomparve allora dall’esistenza. Per settant’anni giacque desolato, non permettendo Geova nemmeno ai non israeliti idolatri pagani di trasferirvisi e continuare a contaminarlo. Geova si propose di ristabilire la sua pura adorazione in quel paese che subiva una purificazione. Alla fine dei settant’anni di desolazione Geova ricondusse nel paese un pentito, purificato rimanente di Israeliti perché rioccupasse il paese di Giuda e Gerusalemme e vi ristabilissero la pura adorazione del loro Dio. Geova ripopolò il paese coi suoi adoratori che l’avrebbero usato in armonia con il sacro scopo per cui l’aveva dato loro. Predisse questo per mezzo del suo profeta Ezechiele.
6. Quale difficile compito ebbe prima Ezechiele, e perché Geova fece rivolgere Ezechiele al paese stesso?
6 Ezechiele ebbe prima il difficile compito di profetizzare contro gli abitanti del paese di Giuda e Gerusalemme che profanavano il possedimento dato loro da Dio. Geova impiegò Ezechiele per rivolgersi allo stesso paese, indicando ciò che gli sarebbe accaduto a causa degli abitanti che sfidavano Dio. Ezechiele, riferendosi ancora all’anno 613 a.E.V., ci dice questo con le seguenti parole:
7, 8. Che cosa fu dichiarato a Ezechiele di dire ai monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli d’Israele circa una purificazione, e il paese che cosa avrebbe dovuto dunque conoscere?
7 “E la parola di Geova continuò ad essermi rivolta, dicendo: ‘Figlio d’uomo, volgi la tua faccia verso i monti d’Israele e profetizza loro. E devi dire: “O monti d’Israele, udite la parola del Sovrano Signore Geova: Questo è ciò che ha detto il Sovrano Signore Geova ai monti e ai colli, ai letti dei corsi d’acqua e alle valli:
8 “‘“‘Eccomi! Farò venire su di voi una spada, e per certo distruggerò i vostri alti luoghi. E i vostri altari devono essere resi desolati e i vostri banchi dell’incenso devono esser rotti, e di sicuro farò cadere i vostri uccisi dinanzi ai vostri idoli di letame. E per certo metterò i cadaveri dei figli d’Israele dinanzi ai loro idoli di letame, e spargerò le vostre ossa tutto intorno ai vostri altari. In tutti i vostri luoghi di dimora le medesime città diverranno devastate e gli stessi alti luoghi diverranno desolati, onde siano resi devastati e i vostri altari siano resi desolati e siano effettivamente rotti e i vostri idoli di letame siano effettivamente fatti cessare e i vostri banchi dell’incenso tagliati e le vostre opere cancellate. E l’ucciso per certo cadrà in mezzo a voi, e dovrete conoscere che io sono Geova’”’”. — Ezechiele 6:1-7, NW.a
GLI ADORATORI DI IDOLI DOVRANNO CONOSCERE CHI EGLI È
9. Che cosa aveva inteso Geova che fosse quel bel paese in senso religioso, e che cosa violava ora l’esclusiva adorazione presso il suo tempio?
9 Gli alti luoghi idolatrici, gli altari idolatrici, i banchi idolatrici dell’incenso, gli idoli di letame: queste sono le cose vili mediante cui gli infedeli abitanti dei monti e dei colli e delle valli e delle sponde dei letti dei corsi d’acqua del paese di Giuda profanano il possedimento dato loro da Dio. Egli aveva inteso santificare quel bel paese come luogo della sua pura adorazione, ma ora, dopo 860 anni che era occupato, guardate! Profanato da quei corrotti alti luoghi, altari, banchi dell’incenso, idoli di letame, mentre il tempio di Geova era trascurato come unico luogo giusto di adorazione con l’aiuto lì del suo sacerdozio!
10. Perché Geova recava su quel paese la spada della guerra aggressiva?
10 C’è poco da meravigliarsi, perciò, se Geova determinò di recare la “spada” della guerra aggressiva su quei monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli del paese di Giuda, per far cadere i corpi degli idolatri uccisi intorno ai loro idoli che erano sordidi come il letame degli animali. I loro alti luoghi, banchi dell’incenso e altari con i quali compivano la loro adorazione idolatrica dovevano esser fatti a pezzi dagli invasori altamente militarizzati che Geova avrebbe condotti contro questo paese per purificarlo dei suoi abitanti idolatrici.
11. Perché era necessaria tale drastica azione con la spada della guerra, ma in tal modo che cosa avrebbe conosciuto il paese?
11 Si doveva compiere un’azione così drastica per liberare quei monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli del paese di Giuda da quei ribelli contro la pura adorazione del solo vivente e vero Dio. Essi avevan preferito escludere Geova dalla loro mente, e avevan fatto identificare i monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli del paese che Dio aveva loro dato con la falsa adorazione e i nomi di falsi dèi. Ora, con la sua opera di purificazione, egli avrebbe fatto conoscere ancora una volta a quei monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli chi è il vero Dio: “Dovrete conoscere che io sono Geova”. — Ezechiele 6:7.
12. In che modo gli Israeliti eran divenuti colpevoli d’immoralità spirituale, e secondo quale norma questo era punibile?
12 L’immoralità corporale è impura. L’immoralità spirituale, o fornicazione spirituale, è ancora peggiore. La fornicazione spirituale, questa è la cosa di cui quegli antichi Israeliti eran colpevoli in sorprendente grado. Con il patto che Geova aveva stipulato per mezzo del profeta Mosè nel 1513 a.E.V., Geova aveva portato la nazione d’Israele in una relazione matrimoniale con sé. Egli era un celeste Marito per la nazione. (Geremia 31:31, 32) Ma la nazione non apprezzò la benedetta relazione che aveva con lui, bensì si unì a falsi dèi nell’adorazione idolatrica. In questo modo la nazione commise immoralità spirituale. Era la fornicazione fisica punibile secondo la legge di Geova? Sì. In modo simile, la fornicazione o immoralità spirituale era punibile, poiché significava infedeltà verso il patto della nazione con lui. Come sarebbero stati puniti e avrebbero sofferto gli sleali Israeliti per la loro immoralità spirituale, Geova continuò a dirlo mediante Ezechiele:
13. Mediante Ezechiele, che cosa disse Geova riguardo ai dispersi che erano scampati dalla spada, e che cosa avrebbero essi dovuto conoscere?
13 “E quando accadrà io vi farò per certo avere come rimanente gli scampati dalla spada fra le nazioni, quando sarete dispersi fra i paesi. E i vostri scampati per certo si ricorderanno di me fra le nazioni alle quali saranno stati portati in cattività, perché sono stato affranto al loro cuore fornicatore che si è dipartito da me e ai loro occhi che vanno a fornicare dietro ai loro idoli di letame; e per certo proveranno nausea nelle loro facce alle cattive cose che han fatte in tutte le loro cose detestabili. E dovranno conoscere che io sono Geova; non parlai invano di far loro questa cosa calamitosa”. — Ezechiele 6:8-10.
14. Comparativamente, che cosa avrebbero costituito gli scampati Israeliti idolatri, e per quale sentimento risiederanno in esilio, e che cosa dovranno conoscere?
14 Gli scampati dalla spada di esecuzione capitale proprio lì nel paese di Giuda non saranno che un rimanente di questi idolatrici fornicatori spirituali. Ma saranno portati nella schiavitù della prigionia lontano dai monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli nei quali commisero le cose detestabili a Geova, Colui al quale erano stati uniti in matrimonio con il loro patto nazionale. Ma sarà solo per la vergogna della faccia che prenderanno residenza nei paesi dei loro vincitori. I loro falsi dèi non saranno per loro dei salvatori. Poiché abbandonarono Geova al fine di perseguire l’immoralità spirituale, egli li abbandona ai loro nemici. Quindi questo rimanente prigioniero degli scampati conoscerà che egli è Geova, che non possono subornare a mancar di riguardo verso il loro patto matrimoniale. Con dure prove nei lontani paesi dei loro vincitori conosceranno che, nei termini del suo patto con loro, egli non parlò invano avvertendoli che avrebbe recato su di loro le terribili conseguenze di aver abbandonato la sua pura adorazione.
15. In modo simile, come la cristianità ha commesso immoralità spirituale, cosa le accadrà in quanto a un luogo del reame chiamato cristiano, e che dovrà conoscere circa il suo giustiziere?
15 Come i monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli del paese di Giuda, il reame della cristianità è stato contaminato con le cose religiose che essa ha adottate dagli idolatri pagani allo scopo di compiere la propria immoralità spirituale. Essa avrebbe dovuto mantenere il suo reame puro da ogni falsa adorazione, perché si ammantava dinanzi a tutte le nazioni come se fosse cristiana e quindi come se fosse in un “nuovo patto” con Dio per mezzo del Mediatore, Gesù Cristo. Ma essa profanò la sua reputazione quale cristiana dinanzi agli occhi del mondo imitando i “pagani” nell’idolatria religiosa sia nell’insegnamento che nella pratica. Essa occupa erratamente qualsiasi posizione come cristiana. Non ha nessun diritto al nome cristiano. Dev’essere privata di tale posizione e di tale nome. Quando sarà distrutta, Geova la priverà di tale reputazione e di tale nome. Tutti gli aderenti che sfuggiranno all’esecuzione della sua distruzione non avranno nessuna prospettiva di libera vita futura. Saranno presi e portati sotto il controllo degli elementi secolari di questo mondo. Dovranno conoscere che il loro giustiziere è in realtà Geova e che egli non parlò a caso nella sua santa Parola scritta, la Sacra Bibbia.
MEZZI DRASTICI PER FAR CONOSCERE LORO
16, 17. Come nel caso d’Israele, in qual modo la cristianità dovrà conoscere che Egli è Geova, e con quali particolari fu detto a Ezechiele di descriverlo?
16 La conoscenza che Egli è Geova dovrà essere imposta ai fornicatori spirituali della cristianità, come si dovette fare nel caso dei contaminatori dei monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli del paese di Giuda. Per dare enfasi a questo fatto ancora di più, il Signore Dio proseguì, dicendo al suo profeta Ezechiele:
17 “Il Sovrano Signore Geova ha detto questo: ‘Batti le mani e pesta col piede, e di’: “Ahimè!” a motivo di tutte le cattive cose detestabili della casa d’Israele, perché cadranno di spada, di carestia e di pestilenza. In quanto a colui che è lontano, morrà di pestilenza; e in quanto a colui che è vicino cadrà di spada; e in quanto a colui che si è lasciato rimanere e ch’è stato salvaguardato, morrà di carestia, e di sicuro porterò a termine il mio furore contro di loro. E dovrete conoscere che io sono Geova, quando i loro uccisi saranno in mezzo ai loro idoli di letame, tutto intorno ai loro altari, su ogni alto colle, su tutte le cime dei monti e sotto ogni albero lussureggiante e sotto ogni grosso albero ramoso, il luogo dove hanno offerto odore riposante a tutti i loro idoli di letame. E di sicuro stenderò la mano contro di loro e farò del paese una plaga desolata, perfino una desolazione peggiore del deserto verso Dibla, in tutti i loro luoghi di dimora. E dovranno conoscere che io sono Geova’”. — Ezechiele 6:11-14, NW.
18. Perché fu detto a Ezechiele di esclamare, battere le mani e pestare col piede, e perché per i fornicatori spirituali nessun luogo sarebbe stato affatto al sicuro dall’esecuzione del giudizio di Dio?
18 Il pensiero di tutta la distruzione che doveva venire sugli abitanti del paese di Giuda mediante carestia, pestilenza e spada di guerra era abbastanza da far gridare a una persona: “Ahimè!” Sì, era abbastanza da spingere una persona a pronunciare questa esclamazione enfatica, battendo le mani e pestando col piede! Non ci sarebbe stato per i colpevoli nessuno scampo dall’esecuzione delle decisioni giudiziarie del Sovrano Signore Geova. Se un fornicatore spirituale sfuggiva a una forma di esecuzione, un’altra forma di esecuzione per certo lo colpiva. Vicino o lontano, ovunque la persona si trovasse fisicamente non sarebbe stata salvaguardata. È segnata per l’annientamento. E carestia e pestilenza che prenderebbero il loro pedaggio di vittime non sarebbero piaghe da diffondere al paese di Giuda dai paesi di fuori, ma tali disastri sorgerebbero dal di dentro come conseguenza dell’attività dal di fuori mediante la spada dell’aggressivo invasore. Solo mediante la piena esecuzione della divina decisione giudiziaria l’ira di Geova contro di loro giungerà alla fine e si placherà.
19. A quale fatto la vista dei corpi morti stesi nei luoghi di adorazione idolatrica rende una testimonianza silenziosa, e ciò dà enfasi a quali cose circa un patto con Dio?
19 Che spettacolo c’è da vedere! Corpi morti dei fornicatori spirituali tutto intorno ai loro altari idolatrici, presso i loro banchi dell’incenso sui quali offrivano incenso che emetteva odori riposanti ai loro falsi dèi nei loro religiosi “alti luoghi” sulla cima dei colli e sulla cima dei monti, e all’ombra degli alberi dal fogliame lussureggiante e dei grossi alberi ramosi! Un’orrenda testimonianza silenziosa alla luttuosa fine a cui l’Iddio che richiede verso di sé esclusiva devozione porterà i fornicatori spirituali! Si è fatto loro conoscere che il solo vivente e vero Dio è Geova. Un patto con Lui non è un semplice brano di manoscritto che la parte infedele al patto possa fare a pezzi e annullare unilateralmente in qualsiasi tempo lo desideri! Chi ha stipulato il patto non dovrebbe pensare che Geova non si curi del suoi patti, che li dimentichi o che non ritenga il patto vincolante sia per chi ha stipulato il patto che per se stesso. Egli è fedele al Suo patto. Non solo benedice lo stipulatore del patto che è fedele al patto, ma punisce lo stipulatore del patto che non è fedele al patto secondo le punizioni nel patto specificate.
20. Così in che modo i monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli di Giuda dovevano esser purificati e riposarsi da tutto il loro errato uso, e che cosa dovevano conoscere i violatori del patto?
20 Resteranno i cadaveri in putrefazione di tutti questi uccisi quando il rimanente dei sopravvissuti saranno stati condotti via dai vincitori nei paesi forestieri. I monti, colli, letti dei corsi d’acqua e valli del paese di Giuda son purificati di tutta la contaminatrice idolatria e degli idolatrici fornicatori spirituali essendo lasciati nella desolazione. Infatti, la distesa desolata è peggiore del deserto che si estende “verso Dibla”. (Ezechiele 6:14, NM, LXX; Aramaica; Siriaca; Arabica) Essendo desolato per settant’anni, senza uomo o animale domestico, il paese sarebbe stato considerato purificato e riposato dalla sua contaminazione, secondo il decreto di Geova. Egli doveva rivendicare la sua inviolabile parola. Doveva sostenere la realtà della sua propria Divinità. Rispetto a quei violatori del patto, a quei fornicatori spirituali, disse: “E dovranno conoscere che io sono Geova”.
21. Come quell’antico tipo avrà un adempimento moderno, e tutto questo farà acquistare quale essenziale conoscenza e a chi?
21 Quell’antico tipo non rimarrà senza adempimento sulla sua moderna controparte antitipica. La cristianità sarà sradicata da dove è stata profondamente trincerata per sedici secoli. Il suo reame sarà desolato, senza i suoi ecclesiastici cristiani e le sue istituzioni ecclesiastiche ipocrite. Gli uomini guarderanno il luogo dove esisteva e fioriva, ed essa non sarà più. (Salmo 37:9, 10) Come il suo antico tipo, dovrà sentire la piena forza delle parole dell’Iddio che ha erratamente rappresentato: “E dovranno conoscere che io sono Geova”. (Ezechiele 6:14) La sua pura adorazione sopravvivrà alla distruzione della cristianità, che scomparirà per sempre dalla terra.
LA FINE D’ESSA È VICINA!
22. Si dovrebbe provar commiserazione o compassione alla distruzione della cristianità, e a che cosa si rallegreranno di conseguenza gli amanti della verità e della giustizia?
22 Dovrebbe la distruzione di un idolatrico sistema di religione falsa e ipocrita esser commiserato dagli occhi delle persone che amano la verità e la giustizia, oppure esser commiserato dagli occhi dell’Iddio della vera adorazione? La grande oppressione che è derivata al popolo accecato e sviato da tale falsa religione impedisce agli amanti della verità e della giustizia di provar commiserazione. Al contrario, essi si rallegrano per il fatto che viene preparata la via al prevalere della pura e vera adorazione in tutta la terra. La prossima fine della cristianità non riempie questi di tristezza e sgomento. Il Sovrano Signore Dio stesso non se ne rattristerà come non si rattristò quando recò la distruzione sull’antico tipo d’essa, gli abitanti del paese di Giuda e Gerusalemme. A evidenza di ciò, il profeta Ezechiele scrive:
23. Sebbene non provino commiserazione o compassione, che cosa potrà recare Geova su quelli che fanno cose detestabili e così che cosa farà conoscere loro?
23 “E la parola di Geova continuò ad essermi rivolta, dicendo: ‘E in quanto a te, o figlio d’uomo, questo è ciò che il Sovrano Signore Geova ha detto al suolo d’Israele: “Una fine, la fine, è venuta sulle quattro estremità del paese. Ora la fine è su di te, e io devo mandare la mia ira contro di te, e per certo ti giudicherò secondo le tue vie e recherò su di te tutte le tue cose detestabili. E il mio occhio non ti commisererà, né dovrò provare compassione, poiché su di te recherò le tue proprie vie, e in mezzo a te saranno le tue proprie cose detestabili; e dovrete conoscere che io sono Geova”’”. — Ezechiele 7:1-4, NW.
24. Perché Geova fu preciso nel dire che “una fine, la fine”, era venuta sul paese, e su che cosa realmente Egli fa venire la fine?
24 È ancora l’anno 613 a.E.V. mentre Geova fa questa dichiarazione. Alla distruzione della città di Gerusalemme e del suo tempio profanato mancano perciò solo sei anni, gli ultimi sei anni di un periodo di quarant’anni in cui si è portato l’“errore” della casa di Giuda. (Ezechiele 4:6) Con molta precisione, quindi, Geova poté dire che “una fine, la fine” è venuta dalle quattro estremità del paese, il “suolo d’Israele”. Egli stesso sente l’urgenza dell’incalzare degli avvenimenti allorché dice: “Ora la fine è su di te”. Significa che è venuto il tempo perché egli compia l’azione giudiziaria rispetto al “suolo d’Israele” fino ai suoi quattro angoli. Quindi aggiunge: “E io devo mandare la mia ira contro di te, e per certo ti giudicherò secondo le tue vie e recherò su di te tutte le tue cose detestabili”. Non è sul “suolo d’Israele”, sulle “quattro estremità del paese”, che fa venire la fine. L’inanimato suolo non è responsabile verso di Lui. Giustamente, sull’infedele sistema religioso che per più di tre secoli ha operato su questo suolo Geova fa venire la fine nella sua giusta ira.
25. Quale legge divina circa le conseguenze Geova non cambierà verso il detestabile sistema religioso, e che cosa si farà conoscere ai suoi aderenti religiosi circa il loro patto?
25 Egli non sarà trattenuto per cordoglio e compassione dal recare la fine su quel sistema religioso con tutte le sue cose detestabili. Non cambierà la sua legge che, come una persona o una nazione semina, così dovrà anche mietere. Le conseguenze delle sue proprie infedeli vie dovranno essere riversate su di essa, per far mangiare al sistema religioso il frutto delle sue proprie opere. In questo modo gli aderenti religiosi di quel sistema dovranno conoscere che egli è Geova, che è lo stesso Geova che disse al popolo del suo patto per bocca del profeta Mosè: “Se non farete in questo modo, peccherete per certo contro Geova. In tal caso sappiate che il vostro peccato vi raggiungerà [vi scoprirà]”. — Numeri 32:23, NM; AS.
26. In quanto a discernere che si riceve quanto si merita, che cosa è indicato dall’osservazione che Nebuzaradan fece a Geremia relativamente alla distruzione di Gerusalemme?
26 Anche quelli che Geova impiega sulla terra come suoi giustizieri potrebbero apprezzare che il detestabile sistema religioso non riceve altro che quanto giustamente merita e che non è degno di pietà. Ascoltate il profeta Geremia mentre ci narra ciò che un ufficiale dell’esercito babilonese gli disse dopo la distruzione di Gerusalemme nell’anno 607 a.E.V.: “La parola che da Geova fu rivolta a Geremia dopo che Nebuzaradan capo della guardia del corpo l’ebbe mandato da Rama, quando lo prese mentre era legato con manette in mezzo a tutti gli esiliati di Gerusalemme e di Giuda, che erano portati in esilio a Babilonia. Quindi il capo della guardia del corpo prese Geremia e gli disse: ‘Geova il tuo stesso Dio pronunciò questa calamità contro questo luogo, affinché Geova la facesse avvenire e operasse proprio come ha parlato, perché avete peccato contro Geova e non avete ubbidito alla sua voce. E questa cosa vi è accaduta’”. — Geremia 40:1-3.
27. Com’è l’esistenza della cristianità in paragone con quella d’Israele nella Terra Promessa fino a che fu costituito Ezechiele, e ora che cosa sta per abbattersi su di lei?
27 La cristianità è in esistenza da più degli 860 anni che la casa d’Israele fu nella Terra Promessa al tempo in cui Ezechiele fu costituito profeta e sentinella su Israele. Essa ha una storia di cose detestabili commesse nel suo reame religioso di più lunga durata. Ha impiegato più tempo a giungere al giorno della sua resa dei conti. Ma ora finalmente il suo peccato l’ha scoperta, l’ha raggiunta. La fine che Geova le ha decretata sta per abbattersi su di essa, e non può aspettarsi da Lui nessuna misericordia. Essa ha superato ogni possibilità di pentirsi e convertirsi a Lui.
28. Come fu predetto, qual è stata la condotta religiosa della cristianità, e le fa Geova alcuna ingiustizia facendo venire su di lei le sue vie?
28 Proprio come fu predetto circa questi ultimi giorni, la cristianità ha avuto una “forma di devozione”, una “forma di santa devozione”, ma nello stesso tempo ‘ne ha negato la potenza’ o ‘si è mostrata falsa alla sua potenza’. (2 Timoteo 3:1-5, AV; NM) Ma non mantenendosi fedele alla Sacra Bibbia, ha trascurato l’Iddio di cui la Bibbia parla, Geova. Egli non le fa nessuna ingiustizia facendo venire su di lei le conseguenze delle sue vie e mostrandole quanto le sue cose religiose Gli siano detestabili. Alla fine è giusto ch’essa conosca che c’è davvero un Dio chiamato Geova, che dà la dovuta ricompensa.
29, 30. A causa di che cosa che Geova fa venire sull’abitante del paese dovrà esserci una calamità, e chi si conoscerà che è colui che colpisce?
29 La cristianità non potrà mai giustamente gridare a Geova: “Strillone di calamità”! perché egli disse a Ezechiele di annunciare, pensando sia a lei che all’infedele casa d’Israele:
30 “Il Sovrano Signore Geova ha detto questo: ‘Una calamità, una calamità singolare, ecco, viene. Una fine stessa deve venire. La fine deve venire; si deve destare per te. Ecco, viene. Il serto deve venire a te, o abitante del paese, deve venire il tempo, il giorno è vicino. C’è confusione, e non il grido dei monti. Ora, fra breve, verserò su di te il mio furore, e di sicuro porterò a termine la mia ira contro di te, e ti giudicherò secondo le tue vie e recherò su di te tutte le tue cose detestabili. Né il mio occhio commisererà né proverò compassione. Secondo le tue vie recherò su di te stesso, e le tue proprie cose detestabili saranno proprio in mezzo a te; e dovrete conoscere che io, Geova, colpisco’”. — Ezechiele 7:5-9, NW.
31. Che specie di serto sarà quello che verrà sull’abitante del paese, e per che cosa non saranno allora le grida?
31 No, non ci fu nessuno sbaglio in quanto a ciò che udimmo allorché Geova parlò la prima volta. Egli intese dire in primo luogo ciò che dichiarò. Quindi per enfasi lo ripete sotto molti aspetti, con l’aggiunta di alcuni nuovi particolari, intorno alla fine. Un “serto” verrà realmente all’idolatra abitante del paese, ma circonderà la testa dell’abitante di cose calamitose, non con il bell’ornamento di un idolatra che si goda una festa. Sarà un tempo non di cerimonie ben disposte, ma di confusione, non potendo la falsa religione unire il popolo perché trovi i modi di fare da sé, perfino contro un comune nemico. Le grida che allora si udranno saranno quelle della selvaggia confusione, non quelle dei festeggiatori negli “alti luoghi” religiosi sui monti o le urla di uomini che pestino le uve vendemmiate nelle vigne sui pendii dei monti. Ci sarà il rumore predetto per questo tempo dal profeta Isaia:
32. Da che cosa sarà allora prodotto il rumore, secondo Isaia 66:6?
32 “C’è il suono di un clamore dalla città [di Gerusalemme], un suono dal tempio! È il suono di Geova che ripaga ai suoi nemici ciò che è meritato”. — Isaia 66:6.
33. Perché non si meriterà allora nessuna compassione, e a chi potranno quindi consapevolmente attribuire la fine calamitosa?
33 Se, nella loro terribile angustia, le persone infine invocano Geova come ultima risorsa di sollievo, egli non li esaudirà. Il suo occhio non commisererà, né proverà compassione per questi idolatrici adoratori che si sono di continuo astenuti dall’ascoltarlo. Quando non esaudirà le loro preghiere, torneranno in sé comprendendo che egli è contro di loro. Mediante i suoi profeti e mediante i suoi insegnanti della Bibbia, egli ha predetto questa fine calamitosa che si abbatterà sull’infedele sistema religioso. Quindi allorché verrà su di loro, non la potranno attribuire a nessun altro che a Lui. Esattamente come disse agli ostinati, trascurati religionisti: “Dovrete conoscere che io, Geova, colpisco”.
LA “VERGA” CHE DIO USA QUEL GIORNO
34. Quali forze di esecuzione capitale Geova ebbe pronte per impiegarle nel giorno di Ezechiele?
34 Ai giorni di Ezechiele, Geova ebbe pronte le sue forze di esecuzione capitale, e predisse chi sarebbero state, cioè le forze militari della Terza Potenza Mondiale della storia biblica, vale a dire Babilonia, di cui il potente Nabucodonosor era allora re. In maniera corrispondente, Geova ha ora pronte le sue visibili forze di esecuzione capitale, atteggiate a colpire la cristianità, la controparte attuale del paese di Giuda e Gerusalemme. Geova si riferisce a queste nelle sue successive parole:
35. Su quale periodo di tempo ora Geova richiama ripetute volte l’attenzione, e in vista di ciò che cosa non dovrebbero fare per certe ragioni il compratore e il venditore rispettivamente?
35 “Ecco, il giorno! Ecco, viene. Il serto è uscito. La verga è fiorita. La presunzione ha germogliato. La violenza stessa si è levata in una verga di malvagità. Non è da essi, né è dalla loro ricchezza; e non è da essi stessi, né è in loro alcuna eminenza. Deve venire il tempo, il giorno deve arrivare. Riguardo al compratore, non si rallegri; e riguardo al venditore, non sia in lutto, poiché c’è ardore contro tutta la sua folla. Poiché il venditore stesso non tornerà a ciò che fu venduto, mentre la loro vita è ancora fra i viventi; poiché la visione è per tutta la sua folla. Nessuno tornerà, ed essi stessi non possederanno ciascuno la sua propria vita mediante il suo proprio errore”. — Ezechiele 7:10-13.
36. Sulla testa di chi doveva porsi il “serto”, che cos’era la “verga” ch’era fiorita e quindi era pronta ad applicarsi, e contro chi si doveva agire con presunzione?
36 Non dimentichino gli ipocriti religiosi che asseriscono d’essere in una relazione con il Sovrano Signore Dio mediante un patto stipulato tramite il suo mediatore che questo straordinario giorno viene. Dev’essere un giorno terribile; altrimenti, Geova non vi richiamerebbe così ripetutamente l’attenzione. Dalla descrizione che ne fa mediante Ezechiele, in effetti mostra che sarà un giorno assai tragico! Quel giorno il “serto” dovrà porsi come un cerchietto sulla testa delle persone condannate, per coronarle di calamità. La simbolica “verga” per applicare la punizione è a portata di mano, perché Geova la usi, giacché è fiorita. Nel giorno di Ezechiele essa fu il re Nabucodonosor insieme alle sue forze militari babilonesi allora invincibili. Babilonia, rappresentata dal suo re e dai suoi eserciti, avrebbe agito con presunzione contro l’eletto popolo di Geova e il suo tempio.
37. Con quale espressione Geova si rivolge a Babilonia, e che cosa significa al riguardo che aveva “germogliato”?
37 A causa di ciò, Geova si rivolse a Babilonia come alla Presunzione personificata, dicendo: “‘Ecco, io sono contro di te, o Presunzione’, è l’espressione del Sovrano Signore, Geova degli eserciti, ‘poiché deve venire il tuo giorno, il tempo in cui ti dovrò prestare attenzione. E la Presunzione per certo inciamperà e cadrà, e non avrà nessuno che la farà levare’”. (Geremia 50:31, 32) Poiché la PRESUNZIONE di Babilonia aveva “germogliato”, era in grado di esercitarsi e vi era preparata.
38. La menzione della violenza che cosa ci rammenta che vi è stato dal 1914 E.V., e come è risultato che la “violenza” è una “verga” per punire la malvagità?
38 La violenza che contrassegnava le Gerusalemme e Giuda del giorno di Ezechiele ci rammenta che, dall’anno 1914 E.V., noi pure siamo entrati in un’“èra di violenza”, specialmente nella cristianità. Si è tale violenza “levata in una verga di malvagità”? Certissimamente, Sì! Ciò che i violenti religionisti continuano a seminare è un “vento” di violenza, e “mieteranno uragano”. (Osea 8:7) La violenza reca la sua propria punizione come con una “verga” per la sua propria malvagità. Nel caso di questi violenti religionisti dovrà dimostrarsi la verità di Proverbi 13:21: “I peccatori son quelli che la calamità insegue, ma i giusti sono quelli che il bene ricompensa”. Dalla “verga” della punizione i violenti religionisti non meritano d’esser protetti. Non si trova fra loro nessuna “eminenza”, nulla che meriti d’esser risparmiato dall’esecuzione delle decisioni giudiziarie di Geova. Non c’è niente di scusabile che venga da loro, né dalla loro ricchezza, né da loro stessi. Meritano di provare la “verga” per la loro malvagità.
39, 40. Perché il venditore non doveva fare cordoglio, e il compratore non doveva rallegrarsi, e poteva attendere quella “folla” che commettendo errore potesse possedere ciascuno la sua propria vita?
39 Apprendete, ora, gli effetti di lunga portata della venuta di quel giorno di meritata punizione. Non c’è nessuna ragione perché il compratore si rallegri d’aver acquistato l’ereditaria proprietà terriera di un conservo Israelita e attenda così di mietere il prodotto di tale terra fino all’anno del Giubileo. Non faccia cordoglio l’indebitato Israelita che sia economicamente costretto a vendere la sua proprietà ereditaria a causa della sua perdita fino al prossimo anno giubilare nel paese di Giuda. Perché no? Perché l’ardore di Geova è contro “tutta la sua folla”, sia compratori che venditori. Quando sarà arrivato il giorno calamitoso, saranno uccisi oppure saranno portati via dal paese in un lontano esilio. Anche se i venditori sopravvivessero fino al successivo anno giubilare, anche qualora ‘la loro vita fosse ancora fra i viventi’ al sopraggiungere di quell’anno di liberazione, nessun venditore tornerebbe al possedimento ereditario venduto per pagare il proprio debito. Perché deve accadere questo?
40 Perché l’esilio del violento religionista si protrarrebbe oltre il tempo del successivo anno giubilare. L’esilio sarebbe più lungo del ciclo giubilare di cinquant’anni. (Levitico 25:8-54) Geova farebbe osservare il suo decreto che il paese di Giuda dovrebbe esser desolato, senza uomo o animale domestico, per settant’anni. (Geremia 25:11, 12; 29:10) Per giunta, dopo che il paese per lungo tempo desolato avrebbe cominciato di nuovo a essere occupato, il sistema giubilare non sarebbe rimesso in vigore nel paese di Giuda. Ciascun possedimento ereditario venduto prima di quel giorno calamitoso sarebbe perduto per sempre. Perché dovrebbe dunque chi l’ha venduto fare cordoglio? Se ne dovrebbe privare in ogni modo quando verrebbe quel giorno della ricompensa. E così anche chi lo comprò, ragione per cui non aveva nessun motivo di rallegrarsi del suo acquisto. La “visione” della catastrofe avvenire è per “tutta la sua folla”, senza distinzione. Non devono attendere che commettendo qualche prestabilito “errore” possano possedere “ciascuno la sua propria vita”.
41. A che cosa fa pensare la perdita permanente del venditore in quanto agli aderenti della cristianità, e fino a che punto il timore influirà sulla difesa della cristianità?
41 Da tale volgere di avvenimenti possiamo trarre per oggi una sola conclusione: Qualsiasi aderente della cristianità che alla distruzione d’essa subisca perdita materiale nel prossimo giorno calamitoso, non ricupererà mai la propria perdita. Conforme all’antico modello profetico del giorno di Ezechiele, la cristianità dovrà essere assediata dai suoi desolatori. Sarà un tempo di grande timore per quelli che ne sono membri. Essi avranno timore di venire in sua difesa o di far battaglia con quelli che sono impegnati a distruggerla. Si suoni la tromba militare per radunarne i difensori ai loro posti di difesa. La reazione sarà come quella predetta da Geova nella ulteriore descrizione degli avvenimenti di quel “giorno” a Ezechiele, dicendo:
42. In che modo descrisse Geova la reazione che ci sarebbe stata all’invito di difendersi, e inoltre gli effetti del timore e del cordoglio?
42 “Han suonato la tromba e c’è stata una preparazione di tutti, ma non c’è nessuno che vada alla battaglia, perché il mio ardore è contro tutta la sua folla. La spada è di fuori, e la pestilenza e la carestia sono di dentro. Chi è nel campo, morrà di spada, e chi è nella città, lo divoreranno la carestia e la pestilenza stesse. E i loro scampati per certo troveranno scampo e diverranno sui monti come le colombe delle valli, che gemono tutte, ciascuno nel suo proprio errore. In quanto a tutte le mani, continuano a cascare; e in quanto a tutte le ginocchia, continuano a gocciolar acqua. E si sono cinti di sacco, e li han coperti i brividi; e su tutte le facce è la vergogna e su tutte le loro teste è la calvizie”. — Ezechiele 7:14-18.
43. Tale scoraggiamento sarà causato dal rifiuto di chi a combattere per loro?
43 Il rifiuto di Geova di combattere per loro contro i loro assediatori scoraggerà i religionisti che subiscono l’attacco. A quelli che cercheranno di mantenersi in vita cascheran le mani per l’assoluta debolezza, come se fossero paralizzati. Per il timore i loro arti suderanno tanto che le loro ginocchia goccioleranno acqua. Non sarà per i falsi religionisti un giorno di gloria, ma sarà per loro un giorno di vergogna. Al rovesciamento del loro prediletto sistema religioso si raderanno per così dire le teste, mostrando per cordoglio la loro calvizie.
LE RICCHEZZE MATERIALI NON SARANNO ALLORA DI NESSUN AIUTO
44. Quali domande sorgono in quanto all’uso delle ricchezze materiali che il sistema di falsa religione ha ammassate, in quel giorno della calamità, e quali devono essere le risposte?
44 Ma, aspettate! Che ne sarà delle enormi ricchezze che il sistema di falsa religione ipocrita ha ammassate? Non potranno i religiosi che controllano tutta questa ricchezza materiale usare queste grandi ricchezze per acquistare la loro fuga verso la sicurezza o per acquistare da mangiare e da bere evitando di morir di fame? Geova non si farà corrompere con argento o con oro né farà corrompere le sue forze esecutive onde sian risparmiati i sistemi religiosi che han confidato di salvarsi nel giorno della resa dei conti facendo uso delle ricchezze materiali. Per mezzo del Suo profeta Ezechiele egli dice:
45. Che disse Geova in quanto a ottenere la liberazione per mezzo di argento e oro nel giorno della Sua furia, e quali sono le cose che allora farà profanare?
45 “Getteranno il loro medesimo argento nelle vie, e il loro oro diverrà una cosa orrenda. Né il loro argento né il loro oro li potranno liberare nel giorno della furia di Geova. Non sazieranno le loro anime, e non riempiranno i loro intestini, poiché è divenuto una pietra d’inciampo che causa il loro errore. E la bellezza del proprio ornamento, è stata posta a ragione d’orgoglio; e con esso hanno fatto le loro immagini detestabili, le loro cose disgustanti. Perciò di sicuro ne farò per loro una cosa orrenda. E senz’altro lo darò in mano agli estranei per la preda e ai malvagi della terra per spoglia, e per certo lo profaneranno. E dovrò volgere da essi la mia faccia, ed effettivamente profaneranno il mio luogo nascosto, e in esso realmente verranno i ladroni e lo profaneranno”. — Ezechiele 7:19-22.
46. Per gli ipocriti religionisti, che cosa è divenuto una “pietra d’inciampo che causa il loro errore”, e quale vergognosa notizia riferì il profeta Michea circa quei religionisti del suo giorno?
46 Immaginate le monete d’argento gettate nelle vie della città di Gerusalemme! Immaginate le monete d’oro che divengono come cose aborrite! Eppure una volta queste ricchezze materiali erano le cose altamente apprezzate e avidamente ricercate. Ma l’aver messo il denaro al di sopra degli interessi spirituali e l’aver bramato il denaro divennero una pietra d’inciampo su cui gli ipocriti religionisti inciamparono e caddero, commettendo l’“errore” solo per fare guadagno ingiusto. Come fu vergognoso che il profeta Michea dovesse riferire: “I suoi propri capi giudicano semplicemente per un regalo, e i suoi propri sacerdoti istruiscono solo per un prezzo, e i suoi propri profeti praticano la divinazione semplicemente per il denaro; eppure continuano ad appoggiarsi su Geova, dicendo: ‘Non è Geova in mezzo a noi? Su di noi non verrà nessuna calamità’. Perciò a motivo vostro Sion sarà arata come un semplice campo, e Gerusalemme stessa diverrà semplici mucchi di rovine, e il monte della casa [di Geova] sarà come gli alti luoghi di una foresta”! — Michea 3:11, 12.
47. Come i capi religiosi della cristianità han fatto pagare le funzioni ecclesiastiche, e tale materialismo è risultato una pietra d’inciampo che ha fatto cadere in quale errore?
47 Riguardo ai capi religiosi della cristianità, essi pure han fatto pagare denaro per le loro funzioni ecclesiastiche agli appartenenti alla chiesa. Han fatto pagare i servizi di battesimi e matrimoni, la benedizione di case e proprietà di appartenenti alla chiesa, la funzione delle messe in chiesa e le preghiere a favore delle “anime dei morti in Purgatorio”, la concessione di indulgenze, l’ingresso in chiesa o i posti dentro di essa, l’istruzione nelle scuole religiose, il servizio dei cappellani negli eserciti, il trasporto di immagini e “santi” in processioni, e nello stesso tempo hanno accettato denaro dallo Stato politico dove c’è un’unione di Chiesa e Stato o una Chiesa di Stato. Sono stati escogitati innumerevoli altri modi per prendere denaro alla gente. E molto di tale denaro è stato investito nel centro finanziario di Wall Street, nella città di New York, e in altre imprese commerciali per amore dei profitti pecuniari. Scandalosamente questa avidità di denaro e di ricchezze materiali ha fatto inciampare i capi religiosi della cristianità che han tenuto dinanzi a Dio una condotta erronea. — 1 Timoteo 6:10.
48. Come sarà privo di valore l’oro e argento, benché coniato, nel giorno della furia di Geova, e in che modo diverrà per i possessori una “cosa orrenda”?
48 Ma una creatura umana non può mangiare oro o argento o titoli e obbligazioni cartacei! Nel giorno in cui dovranno fare i conti con Geova, gli ipocriti religionisti non potranno consumare oro e argento per empirsi gli intestini dei necessari alimenti nelle condizioni di carestia. Essi non potranno riscattare le loro anime con l’oro e l’argento corrompendo Geova e i suoi agenti esecutivi sulla terra. Non disse il cristiano apostolo Pietro a Simone, il mago di mestiere nella città di Samaria: “Il tuo argento perisca con te, perché hai pensato di ottenere per mezzo del denaro il possedimento del gratuito dono di Dio”? (Atti 8:9-20) Sì! E rispetto a quelli che pensano di poter acquistare la loro fuga e soddisfare le brame animalesche delle loro anime, il Sovrano Signore Dio dice: “Né il loro argento né il loro oro li potranno liberare nel giorno della furia di Geova”. (Ezechiele 7:19) Tale coniato metallo sarà privo di valore. Per i suoi possessori perfino l’oro diverrà una “cosa orrenda”, quando ora rifletteranno finalmente che l’avidità per esso nutrita ha recato la loro distruzione.
49. Quale “bellezza del proprio ornamento” i capi religiosi han posta a “ragione d’orgoglio”, e in paragone con chi?
49 I capi religiosi della cristianità si sono adornati di crocifissi, anelli, mitrie, pastorali, insegne, troni e altri oggetti d’oro e d’argento. Han fatto di tali cose costose “la bellezza del proprio ornamento”, e hanno posto tali cose a ragione del loro orgoglio, considerandosi più alti dei comuni e mediocri laici.
50. Per ornare che cos’altro i capi religiosi hanno usato oro, argento e gioielli oltre che per se stessi, e come tali cose saranno profanate nel giorno della furia di Geova?
50 Essi hanno anche usato tali oro e argento e gioielli per ornare le immagini e gli emblemi usati nelle loro chiese. Geova li chiama “immagini detestabili”, “cose disgustanti”, nonostante la loro costruzione artistica. Come nel caso dell’antica Gerusalemme, nel giorno in cui Geova riverserà contro di lei la sua furia quegli oggetti d’oro e d’argento della falsa adorazione ricoperti di gioielli saranno predati da “estranei” antireligiosi e saranno presi dagli irreligiosi “malvagi” come “spoglia”. Essi non riterranno intoccabili gli oggetti, perfino le immagini religiose, ritenuti sacri dalla cristianità. Profaneranno tali oggetti reputati santi. Quali enormi accumuli di ricchezze nella cristianità cadranno nelle mani degli avidi predatori irreligiosi nel “giorno della furia di Geova”!
51. Come avvennero nel 607 a.E.V. ripugnanti profanazioni di cose ritenute santissime, e per tale ragione dove dovette Geova volgere la faccia?
51 Ripugnanti profanazioni di cose un tempo ritenute santissime ebbero luogo quell’anno 607 a.E.V., solo sei anni dopo che questa profezia era stata data. Quelle cose avevano a che fare con Geova stesso, una casa, un tempio, dedicati a Lui, e una città dove aveva posto il suo santo nome! Non c’è da meravigliarsi se dovette dire ai religionisti che vi adoravano in maniera formalistica: “E dovrò volgere da essi la mia faccia”! (Ezechiele 7:22) Questo ci rammenta ciò che Gesù Cristo stesso disse ai Giudei circa il loro tempio di Gerusalemme, che doveva essere distrutto nell’anno 70 E.V.: “Ecco, la vostra casa vi è abbandonata”. (Matteo 23:38) Abbandonata da Geova come luogo della sua pura adorazione!
52, 53. Che cos’era allora il “luogo nascosto” di Geova, e perché consentì ai “ladroni” pagani che esso pure fosse allora profanato senza punizione?
52 A che cosa quell’abbandonato stato del tempio di Gerusalemme aprì la via allora, nel giorno di Ezechiele? Tenendo presenti le forze militari di Babilonia, Geova disse: “Ed effettivamente profaneranno il mio luogo nascosto, e in esso realmente verranno i ladroni e lo profaneranno”. — Ezechiele 7:22.
53 Il “luogo nascosto” di Geova era la stanza più interna del tempio che si chiamava “il Santissimo”. Nel “giorno della furia di Geova” agli invasori babilonesi sarebbe stato permesso di profanare anche questo santissimo compartimento. Poiché allora per averlo invaso in cerca di bottino nessun pagano babilonese sarebbe stato da Geova immediatamente messo a morte o colpito di lebbra. A quei “ladroni” babilonesi o caldei si sarebbe allora consentito, effettivamente senza punizione divina, di profanare il tempio fino al suo compartimento più sacro. Ciò accadde perché la presenza di Geova non c’era più! Ai “ladroni” caldei fu permesso di portar via i sacri utensili e oggetti del tempio di Gerusalemme e di trasportarli su carri e di esporli nei templi dei loro dèi e dee pagani nell’idolatra Babilonia. Alle loro spalle si lasciarono le fumanti rovine del tempio saccheggiato che avevano incendiato. — 2 Re 25:8-17; 2 Cronache 36:17-19; Daniele 5:2, 3, 22, 23.
54. Di che cosa tali antiche profanazioni di cose sacre furono profetiche per un futuro ora non lontano?
54 Quei disgustanti avvenimenti della storia antica furono profetici e riflettono un futuro ora non lontano. Quando Geova volge la sua faccia dagli ipocriti adoratori della cristianità, che cosa ci possiamo aspettare, alla luce del passato? La profanazione, l’errato uso e la distruzione di cose dalla cristianità ora ritenute sacre, perfino le sue cose più sacre, anche se sono il cuore e il centro della cristianità, come la Città del Vaticano, o i palazzi residenziali dei patriarchi dei vari sistemi delle chiese sorelle — greca ortodossa, costantinopolitana, armena, copta — o il palazzo dell’arcivescovo anglicano. Nulla sarà sacro per i predatori!
IL PROPOSITO DIVINO IN TUTTO QUESTO
55, 56. Quali conseguenze Geova farà venire sui falsi religionisti, e qual è in tutto ciò il valido proposito di Geova?
55 In tutto questo il Sovrano Signore Dio che così esegue le sue decisioni giudiziarie contro la falsa religione ha un proposito valido. Egli porta alla chiara dichiarazione di questo proposito in ciò che dice in seguito al suo profeta Ezechiele:
56 “Fa la catena, poiché il paese stesso è divenuto pieno di giudizio per la colpa del sangue e la stessa città è divenuta piena di violenza. E senz’altro farò venire i peggiori delle nazioni, e per certo prenderanno possesso delle loro case, e senz’altro farò cessare l’orgoglio dei forti, e i loro santuari dovranno essere profanati. Verrà l’angoscia, e per certo cercheranno la pace ma non ce ne sarà. Verranno avversità su avversità, e ci saranno notizia su notizia, e la gente effettivamente cercherà la visione dal profeta, e la legge stessa perirà dal sacerdote e il consiglio dagli anziani. Il re stesso farà lutto; pure il capotribù si vestirà di desolazione, e le medesime mani del popolo del paese si turberanno. Agirò verso di loro secondo la loro via, e li giudicherò coi loro giudizi; e dovranno conoscere che io sono Geova”. — Ezechiele 7:23-27.
57. In che modo si adempì effettivamente il comando che Geova diede a Ezechiele: “Fa la catena”?
57 Nelle catene della cattività i superstiti della distruzione di Gerusalemme del 607 a.E.V. poterono ben meditare ciò che era accaduto al loro paese e alla loro nazione. Poterono dolorosamente comprendere che c’è invero un Dio il quale interviene nelle attività degli uomini e che il suo nome è Geova. “Fa la catena”, Geova comandò a Ezechiele, per indicare ciò che Geova aveva in serbo per i superstiti della catastrofe nazionale. Ancora sei anni, e quei superstiti si trovarono effettivamente in catene, essendo trascinati nel lontano esilio di un paese pagano. Parlando per i superstiti dopo la distruzione di Gerusalemme, il profeta Geremia disse nella lamentazione: “Mi ha bloccato come con un muro di pietra, affinché io non esca. Ha reso pesanti i miei ceppi di rame”. (Lamentazioni 3:7) Geremia ci narra anche ciò che il re di Babilonia fece al re Sedechia, che era fuggito dalla città nella quale era stata aperta una breccia e ciò nondimeno fu catturato: “E accecò gli occhi di Sedechia, dopo di che il re di Babilonia lo serrò in ceppi di rame e lo portò a Babilonia e lo mise nella casa di custodia fino al giorno della sua morte”. — Geremia 52:11; 39:7.
58. Per quali ragioni la “catena” doveva essere forgiata per la casa di Giuda?
58 Perché la “catena” dei prigionieri e degli esiliati doveva essere forgiata per la casa di Giuda? Geova spiegò a Ezechiele la ragione per cui fare questa catena simbolica, dicendo: “Poiché il paese stesso è divenuto pieno di giudizio per la colpa del sangue e la stessa città è divenuta piena di violenza”. Gli abitanti che erano colpevoli di tali cose malvage meritavano d’essere incatenati e trascinati via dal paese che profanavano.
59. Perché quelli che Geova impiegò per forgiare la catena per Giuda furono chiamati “i peggiori delle nazioni”?
59 Chi, però, Geova stava per impiegare per legare su di loro la catena? La risposta fa fremere d’orrore, mentre Geova continua a dire: “E senz’altro farò venire i peggiori delle nazioni, e per certo prenderanno possesso delle loro case”. Aha! “i peggiori delle nazioni”. Gli eserciti babilonesi corrisposero a questa descrizione, poiché Babilonia occupava allora il posto della Terza Potenza Mondiale della storia biblica. Nemmeno l’Egitto poteva fermarli. In seguito, profetizzando contro il re d’Egitto, Ezechiele parla degli aggressivi Babilonesi come dei “tiranni delle nazioni”. (Ezechiele 30:11) Nel profetizzare contro il “condottiero” dell’antica Tiro, Ezechiele dice: “Ecco, faccio venire su di te estranei, i tiranni delle nazioni, e trarranno per certo le loro spade contro la bellezza della tua sapienza e profaneranno il tuo brillante splendore”. — Ezechiele 28:1, 2, 7.
60. Come Geova fece “cessare l’orgoglio dei forti” e avverò la sua determinazione che “i loro santuari dovranno essere profanati”?
60 Per circa diciotto mesi lunari la città di Gerusalemme resisté all’assedio dei “peggiori delle nazioni”, e nella città fu aperta poi una breccia. (2 Re 25:1-4) Quindi, infatti, Geova fece “cessare l’orgoglio dei forti”. Il loro unto re Sedechia, della casa reale di Davide, fu catturato mentre fuggiva. (2 Re 25:4-7) I principali del loro sacerdozio della famiglia di Aaronne fratello di Mosè furono scannati. (2 Re 25:18-21) Oltre a ciò, come Geova aveva detto, ‘i loro santuari dovettero essere profanati’ dai “peggiori delle nazioni”, e questo non escluse il magnifico tempio che era stato costruito dal saggio re Salomone in Gerusalemme. — Ezechiele 7:24; 2 Re 25:8-17.
61. Perché, fra gli abitanti assediati, non avrebbero trovato pace benché la cercassero?
61 Che situazione vi fu, inoltre, dentro Gerusalemme durante l’assedio da parte dei “peggiori delle nazioni”? Con la spada della guerra punitiva di fuori e con la carestia e la pestilenza che prendevano il loro pedaggio di dentro, dovette esserci angoscia dentro la città assediata, esattamente come Geova aveva preannunciato. Perché Egli aveva detto: “Per certo cercheranno la pace ma non ce ne sarà”? Perché non cercarono la pace nel modo in cui Geova aveva comandato per mezzo del profeta Geremia, cioè arrendendosi incondizionatamente ai Babilonesi. (Geremia 21:7-9; 38:1-3, 9-23) Di conseguenza, che successe?
62. Che sarebbe accaduto in quanto a ottenere informazioni o una legge efficace o un consiglio pratico e a saper usare le proprie mani?
62 Dovevano venire “avversità su avversità”, e ci dovevano essere “notizia su notizia”, ma nessuna buona comunicazione da nessuna parte. Era inutile cercare la “visione dal profeta”, fuorché dal vero profeta di Geova che era tenuto sotto custodia, Geremia. La legge com’era data dal sacerdote, ch’era contro il sacerdote Geremia, non giovava a nulla; doveva perire. Il consiglio com’era dato dagli anziani d’esperienza non era pratico; esso pure doveva perire. L’ostinato re Sedechia, che provava timore dei suoi propri principi, non poteva che ‘far lutto’. Ciascun capotribù non poteva fare altro che strapparsi le vesti per esprimere intima disperazione e angoscia e così ‘vestirsi di desolazione’. Con i loro capi in tale stato mentale, spirituale e nervoso, cosa poteva fare il “popolo del paese” se non turbarsi in quanto all’uso delle proprie mani, non sapendo come e con che cosa impiegarle? (Ezechiele 7:25-27) Dovevano dare la colpa solo a se stessi!
63. Perché gli assediati abitanti dovevano dare la colpa solo a se stessi alla luce dei loro giudizi e della loro condotta, e quali domande sorgono sugli obblighi di Geova a questo riguardo?
63 Di continuo quegli assediati abitanti del paese di Giuda e Gerusalemme avevan trascurato i consigli dell’Iddio d’Israele. Avevano perseguitato i suoi profeti, compreso Geremia il sacerdote. I giudizi emessi dalle loro corti ed eseguiti avevano dato luogo a spargimento di sangue innocente, o a causa della malvagità del popolo quelle corti dovevano occuparsi di delitti capitali che implicavano il sangue. Ne risultava, in realtà, il “giudizio per la colpa del sangue”! La stessa città capitale, Gerusalemme, era “piena di violenza”, benché fosse il centro dell’adorazione religiosa al tempio di Geova. In tali circostanze dovette Geova trattare quei ribelli religiosi con leggerezza, condonando il loro terribile “errore”? Doveva agire forse come se non esistesse? Doveva trattarli come se egli fosse qualche dio diverso dal Sovrano Signore Geova con cui i loro antenati avevano stipulato un solenne patto per mezzo del mediatore Mosè? Che dobbiamo dire con ogni onestà?
64. Che cosa doveva fare Geova, come parte di un patto con Israele, per non lasciare nella loro mente nessuna impressione errata su di lui?
64 Geova doveva adempiere la Sua parte del solenne patto e agire verso di loro “secondo la loro via”. Inoltre, “coi loro giudizi”. Vale a dire, coi giudizi che si applicano loro secondo la legge del Suo patto, Geova doveva ‘giudicarli’, per dare loro secondo ciò che meritavano. Era giusto ed equo che Egli facesse questo. Doveva esser fedele a se stesso. Non doveva lasciare nella loro mente nessuna impressione errata su di Lui. Egli è lo stesso Geova col quale i loro antenati assunsero i loro solenni obblighi sotto la legge data per mezzo di Mosè. Dovevano esser costretti a conoscere che Egli è Geova. La giusta via che Egli scelse fu la via che avrebbe portato a questa realizzazione.
CHE NE SARÀ DELLA CRISTIANITÀ
65. Perciò quali domande sorgono sul trattamento che la cristianità merita?
65 Deve la cristianità d’oggi esser trattata in qualche modo diverso? Non è il suo reame similmente pieno di “giudizio per la colpa del sangue”? Non è essa, anche nei suoi centri e capisaldi religiosi, “piena di violenza”? Perché, allora, si dovrebbe attendere che sia trattata in modo diverso?
66. Come nel caso dell’antica Gerusalemme, quando avrà luogo l’assedio della cristianità nella “grande tribolazione” in che modo continuerà essa a comportarsi, e quale ne sarà il risultato?
66 Quando nella “grande tribolazione” avvenire avrà luogo l’assedio che finirà con la sua distruzione per mano dei “peggiori delle nazioni”, essa continuerà a fare esattamente come sta già facendo. Essa persisterà nella ricerca della pace e nello stabilire i termini secondo le sue proprie vie, ma in quel modo ‘non ce ne sarà’. Proverà più eccessiva angoscia di quanta non ne provi già. Ulteriori visioni dei suoi falsi profeti periranno nel fallimento. La legge del suo sacerdozio e del suo clero perirà, non sarà tenuta in nessun conto; in modo simile, il consiglio dei suoi anziani dotati di saggezza mondana. I governanti ecclesiastici faranno lutto. I capi religiosi perderanno fiducia nella loro propria direttiva e assumeranno un aspetto di desolazione riguardo alle loro speranze. I loro eserciti di laici avranno mani nervose, incerti sul modo di applicare i loro poteri per salvare i loro istituti religiosi. Il risultato sarà per la cristianità uguale a quello della tipica Gerusalemme.
67. Poiché la cristianità ha sempre preteso di rappresentare Dio, quale sarà, quindi, il risultato, quando egli l’avrà presa in parola?
67 Le vie della cristianità sono scritte nelle pagine della storia dal suo inizio nel quarto secolo fino a ora. Poiché essa ha fatto capire a tutto il mondo che rappresenti il Sovrano Signore Dio, Geova deve prenderla in parola e agire verso di lei secondo le sue vie. I suoi giudizi che le si applicano sono scritti nella sua sacra Parola, la Bibbia; ed Egli la deve giudicare in piena armonia con questi. Essi sono giudizi immutabili. Allorché Egli li eseguirà su di lei e ne recherà così la fine, la cristianità imparerà che Egli non è cambiato. È ancora lo stesso Dio in questo ventesimo secolo. Essa dovrà conoscere che Egli è Geova.
[Nota in calce]
a Qui comincia la serie di sessantadue luoghi del libro di Ezechiele dove Geova dichiara che altri dovranno “conoscere che io sono Geova”, come segue: Ezechiele 6:7, 10, 13, 14; 7:4, 9, 27; 11:10, 12; 12:15, 16, 20; 13:9, 14, 21, 23; 14:8; 15:7; 16:62; 20:12, 20, 26, 38, 42, 44; 22:16; 23:49; 24:24, 27; 25:5, 7, 11, 17; 26:6; 28:22, 23, 24, 26; 29:6, 9, 16, 21; 30:8, 19, 25, 26; 32:15; 33:29; 34:27; 35:4, 9, 15; 36:11, 23, 38; 37:6, 13; 38:23; 39:6, 7, 22, 28.