La strada giusta dev’essere scelta ora
1, 2. (a) Quale specie di mondo la Bibbia predice che vi sarà fra breve per quanto riguarda la religione? (b) Perché ora è urgente decidere ciò che si vuol fare?
SECONDO le statistiche, la stragrande maggioranza dell’umanità non adora l’Iddio della Sacra Bibbia. È sempre stato così in tutta la storia passata. La religione organizzata della cristianità sostiene di adorarlo. Anche alcuni altri sistemi religiosi pretendono di adorarlo, rispettando almeno alcune parti della Bibbia. Che accadrà quando tutti quelli che professano una religione saranno distrutti o costretti a rinunciare al loro culto? Che specie di mondo sarà quello? Sarà la specie di mondo che secondo la Bibbia deve presto arrivare, un mondo irreligioso di breve durata.
2 Esso adorerà più apertamente che mai “l’iddio di questo sistema di cose”, identificato dalla Bibbia con il grande avversario di Geova, Satana il Diavolo. (II Cor. 4:4) Gesù Cristo lo chiamò il “principe” o “governante di questo mondo”. (Giov. 12:31; 16:11; Di) Quando fra non molto il mondo intero sarà costretto ad adorare questo falso ‘dio’, cosa faranno quelli che ora inorridiscono a una tale prospettiva? Cosa avranno la forza di fare in senso religioso? Saggiamente, ora è il tempo di prendere una decisione, e con urgenza!
3. Con quale anticipo Geova prese la propria decisione prima di eseguirla sulle nazioni?
3 Gioele 3:14 predice: “Folle, folle sono nel bassopiano della decisione, poiché il giorno di Geova è vicino nel bassopiano della decisione”. La Versione Riveduta traduce Gioele 3:14 con queste parole: “Moltitudini! moltitudini! nella valle del Giudizio! Poiché il giorno dell’Eterno è vicino, nella valle del Giudizio”. La versione a cura di Fulvio Nardoni la chiama “Valle della Decisione” (4:14). Il profeta Gioele terminò il suo libro verso l’820 a.E.V., cioè più di 200 anni prima che Geova eseguisse la sua “decisione” sulle nazioni di quel tempo in modo tipico.
4. (a) A questo riguardo, in che senso Geova ci ha dato un buon esempio? (b) In che modo anche Baruc figlio di Neria ci diede un buon esempio?
4 Geova ci diede il buon esempio. Prese la sua decisione in anticipo e la annunciò pubblicamente. Ciascuno di noi, che viviamo in tempi non meno critici, deve prendere una decisione personale prima dell’imminente catastrofe mondiale. Pensare che a quel tempo si possa all’improvviso cambiare condotta e prendere la decisione giusta per sfuggire alle conseguenze della calamità significa ingannare pericolosamente se stessi. Abbiamo l’esempio di un uomo che, 18 anni prima che giungesse la calamità internazionale di cui era stato avvisato nel 625 a.E.V., prese la decisione giusta: si tratta di Baruc figlio di Neria. Il 625 a.E.V. fu il quarto anno di regno del terzultimo re della condannata Gerusalemme, Ioiachim figlio di Giosia. Salì al trono nel 628 a.E.V., dopo che Ioacaz, suo fratello più giovane, fu detronizzato dal faraone egiziano Neco e portato in Egitto.
5, 6. (a) Perché era un anno critico quello in cui Geremia ricevette da Geova un messaggio per Baruc? (b) Secondo Geremia 45:1-3, come si sentiva allora Baruc?
5 Quando Ioiachim, sottoposto all’Egitto, regnava già da tre anni, il profeta-sacerdote Geremia ricevette da Geova un messaggio per il suo segretario, Baruc figlio di Neria. Si era nel quarto anno del re Ioiachim. Fu un anno critico, perché quell’anno (625 a.E.V.) Nabucodonosor figlio di Nabopolassar divenne re di Babilonia. Il re di Gerusalemme doveva ora fare i conti con il governante della Terza Potenza Mondiale, Babilonia, che aveva conquistato l’impero assiro. Leggiamo a questo punto Geremia 45:1-3:
6 “La parola che Geremia il profeta pronunciò a Baruc figlio di Neria quando egli scrisse in un libro queste parole dalla bocca di Geremia nel quarto anno di Ioiachim figlio di Giosia, re di Giuda, dicendo: ‘Geova l’Iddio d’Israele ha detto questo riguardo a te, o Baruc: “Tu hai detto: ‘Guai a me, ora, poiché Geova ha aggiunto mestizia alla mia pena! Io mi sono stancato a causa dei miei sospiri, e non ho trovato alcun luogo di riposo’”’”.
7. Come poté sentirsi Baruc vedendo peggiorare le condizioni di Gerusalemme, e quale effetto ebbero forse su di lui i continui messaggi di calamità da parte di Geremia?
7 Non sappiamo da quanto tempo Baruc fosse il segretario di Geremia, ma aveva almeno altri 18 anni da trascorrere in compagnia del profeta. Non possiamo sapere quale “pena” patisse vedendo peggiorare le condizioni del regno di Giuda, ma ora, oltre a ciò, doveva anche mettere per iscritto l’angustioso messaggio di calamità dettato da Geremia. Probabilmente si sentiva come Geremia al tempo in cui il profeta scrisse il libro delle “Lamentazioni” dopo la distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. da parte del re di Babilonia. È possibile che le continue e ripetute profezie di calamità da parte di Geremia avessero logorato Baruc.
8. Quale proposito Geova rivelò a Baruc, ma cosa cercava Baruc per se stesso?
8 Baruc non intravedeva “alcun luogo di riposo” per sé. Geova notò la disposizione d’animo di Baruc e comandò a Geremia di dirgli: “Geova ha detto questo: ‘Ecco, ciò che ho edificato demolisco, e ciò che ho piantato sradico, perfino tutto il paese stesso. Ma in quanto a te, tu continui a cercar grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare’”. — Ger. 45:4, 5.
9, 10. Perché Geova aveva buone ragioni per disapprovare il fatto che Baruc cercasse in quel tempo “grandi cose” per se stesso?
9 Anche se Geova non le menzionò, Baruc sapeva quali “grandi cose” cercava per sé. Evidentemente erano cose che Geova non approvava, per cui avrebbe dovuto smettere di cercarle. Perché?
10 A motivo di ciò che Geova aveva in mente di fare a breve scadenza. In quello stesso anno aveva suscitato Nabucodonosor come re di Babilonia, e questi era colui che Geova intendeva impiegare come esecutore dei suoi giudizi contro il popolo di Baruc. Particolarmente dai giorni del re Davide (1077-1037 a.E.V.), Geova aveva edificato il regno d’Israele, ma ora, tramite Nabucodonosor, stava per demolire quel governo reale onde rimanesse inerte per 2.520 anni, fino al 1914 E.V. Nel lontano 1473 a.E.V. Geova aveva piantato la nazione d’Israele nella Terra Promessa, ma ora, dopo più di 800 anni, stava per sradicarla. Per 70 anni il paese del regno di Giuda sarebbe rimasto senza alcun israelita o animale domestico, mentre la popolazione sarebbe stata in esilio nel paese di Nabucodonosor. A motivo di quanto stava per accadere, era forse il tempo appropriato perché un uomo che conosceva il proposito di Geova proclamato da Geremia cercasse per sé “grandi cose” di carattere personale? Niente affatto!
11. Che importanza aveva che Baruc prendesse la decisione giusta e subito?
11 Ecco perché Geova gli disse di smettere di cercare tali cose. Che dire se Baruc avesse continuato egoisticamente a cercarle? Avrebbe potuto essere in piena armonia con il messaggio che doveva scrivere e proclamare? No! I rapporti fra lui e il profeta di Geova, Geremia, si sarebbero senz’altro incrinati. Se Baruc voleva rimanere veramente in armonia con Geremia e il suo messaggio doveva reprimere le ambizioni egoistiche. Mancavano ancora 18 anni alla predetta calamità, ma Baruc si trovava già a dover prendere una decisione. La sua stessa vita, la sua “anima”, dipendeva dal prendere la decisione giusta e dall’attenervisi.
12. Come nel caso di Baruc, perché è opportuno che anche noi smettiamo di cercare “grandi cose” per noi stessi in questo mondo?
12 Che somiglianza fra la critica situazione di Baruc e la nostra! Questo in particolare dal 1914 in poi, poiché da allora i testimoni di Geova hanno predicato che la cristianità, il moderno antìtipo dell’infedele Gerusalemme, verrà distrutta da qualcuno più grande di Nabucodonosor, l’ormai regnante re celeste Gesù Cristo. È perciò veramente sconsigliabile che chi è in una relazione di patto con Dio cerchi per sé “grandi cose” in questo sistema di cose in sfacelo e in un tempo cruciale come questo. Significherebbe non capire che stiamo vivendo nel “tempo della fine”. Rivelerebbe mancanza di fede e di fiducia nell’esattezza e nell’urgenza del messaggio predicato dalla classe di Geremia circa la condanna di questo vecchio sistema di cose. È in gioco la vita, l’“anima” di ciascuno! Geova sta per compiere la sua opera di demolire e sradicare tramite qualcuno più potente di Nabucodonosor, Gesù Cristo. Vogliamo essere distrutti assieme al moderno antìtipo dell’apostata Gerusalemme, cioè la cristianità? Se non vogliamo esserlo, allora dobbiamo prendere la nostra decisione finché ce n’è ancora tempo, la decisione di fare ciò che Geova disse al segretario di Geremia, Baruc, e cioè di smettere di cercare “grandi cose” in questo mondo.
13. Ora è il tempo di partecipare a che cosa con la classe di Geremia?
13 Ciascuno di noi cerchi di vivere in armonia con il messaggio proclamato dalla classe di Geremia. Abbandoniamo le ambizioni egoistiche e non riponiamo i nostri affetti sulle cose transitorie di questo condannato sistema di cose. Si richiede che partecipiamo coraggiosamente con la classe di Geremia all’opera di avvertimento da compiere in relazione all’imminente “giorno di vendetta” di Geova. Non è tempo di avere un cuore diviso. — Isa. 61:1, 2.
14, 15. (a) In ricompensa per l’ubbidienza, cosa avrebbe ricevuto Baruc come “spoglia”? (b) Come andarono le cose?
14 Quale sarà la ricompensa? È indicata in quello che Geremia ricevette il comando di dire a Baruc: “‘Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e per certo ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi ai quali andrai’”. — Ger. 45:5b.
15 Per Baruc le cose andarono proprio così. Questo mostra che senza perdere tempo prese la decisione giusta. Ce lo conferma un precedente capitolo, Geremia 43:5-7, che narra ciò che accadde dopo la distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. Si legge che nella loro fuga dal paese di Giuda verso l’Egitto, i timorosi giudei sopravvissuti portarono con sé “Geremia il profeta e Baruc figlio Neria. E infine vennero nel paese d’Egitto, poiché non ubbidirono alla voce di Geova; e vennero gradualmente fino a Tafnes”, nell’Egitto settentrionale. Ma anche dopo ciò Geremia continuò a profetizzare a quei giudei disubbidienti. — Ger. 43:8–44:30.
16. Se Baruc sopravvisse fino a che il re di Babilonia rovesciò l’Egitto, cosa poteva aspettarsi dal conquistatore?
16 Quegli ostinati giudei non riuscirono a sottrarsi per molto alla dominazione della potenza mondiale babilonese, perché a suo tempo Nabucodonosor aggiunse l’Egitto al suo impero. Se Geremia e Baruc sopravvissero per vedere l’arrivo dei babilonesi, possiamo esser certi che non caddero vittime dell’ira di Nabucodonosor. Egli aveva buoni motivi per ricordarsi di loro con benignità. Baruc avrebbe continuato ad avere la sua “anima” come spoglia, cosa garantitagli da Geova in Geremia 45:5. Avrebbe così potuto rendersi conto di quanto fosse stato saggio a smettere di cercare “grandi cose” per se stesso.
17. Cosa ci insegna l’ubbidiente azione di Baruc?
17 Possiamo trarre vero profitto dall’esempio di ubbidiente sottomissione alla correzione di Geova datoci da Baruc? Sì! Non importa quanto stretti siano i nostri legami con la classe di Geremia, facciamo ciò che Dio approva se non ricerchiamo “grandi cose” per noi stessi in questi ultimi giorni della cristianità. La nostra “anima”, la nostra vita come persone, vale molto più delle “grandi cose” destinate a scomparire con questo mondo malvagio, quando non ci rimarrà addosso che la sola “anima”. Essere allora vivi come ‘anime’ che godranno l’approvazione divina sarà qualcosa di infinitamente più prezioso che godere ora per breve tempo qualsiasi cosa appartenga alla cristianità e a tutta la religione organizzata.
COME EVITARE UNA MALEDIZIONE PER NON AVER USATO LA “SPADA”
18, 19. Perché il “giorno di vendetta” di Geova non era finito con la calamità abbattutasi su Giuda e Gerusalemme?
18 Baruc e Geremia piansero per la distruzione di Gerusalemme e lo spopolamento del paese. Ma le nazioni pagane circonvicine provarono immenso piacere vedendo la calamità abbattersi sul popolo del patto di Geova. (Sal. 83:6-8; 137:7) L’Egitto, ovviamente, non era del tutto contento, perché era lieto di avere Giuda e Gerusalemme come alleati sottomessi. Inoltre il regno di Giuda serviva da zona cuscinetto fra l’Egitto e la minacciosa potenza mondiale di Babilonia. Comunque l’Egitto aveva fatto una pessima figura per quanto riguardava Giuda e la sua capitale Gerusalemme, dove i re della dinastia di Davide un tempo sedevano sul “trono di Geova”. L’intenso odio delle nazioni per il popolo del Suo patto non passò inosservato a Geova, in quanto vi era implicata anche la sua adorazione.
19 Perciò il “giorno di vendetta” di Geova non terminò con il suo impiego del re di Babilonia quale strumento per rovesciare il regno di Giuda. Il calice del disastro nazionale che era stato dato da bere a Giuda e a Gerusalemme doveva ora essere offerto a quelle malvage nazioni che meritavano d’essere rovesciate a motivo del loro odio per Geova.
20. (a) Geova cosa ispirò Geremia a fare nei confronti di quelle nazioni malvage? (b) Riguardo a chi furono pronunciate le parole di Geremia 48:10, e si mostrarono essi meritevoli di quella maledizione?
20 Geova ispirò dunque Geremia a estendere la sua profezia predicendo il violento rovesciamento delle malvage nazioni d’Egitto, Filistea, Moab, Ammon, Edom, Chedar e anche Elam. (Ger. 46:1–49:39; 25:15-33) Geova si proponeva di usare i babilonesi al comando del re Nabucodonosor per brandire la “spada” dell’esecuzione contro quelle nazioni che avevano sfidato il vero Dio. Fu quindi con riferimento a quelle forze d’esecuzione che Geova ispirò Geremia a dire: “Maledetto sia colui che esegue la missione di Geova con pigrizia; e maledetto sia colui che trattiene la sua spada dal sangue!” (Ger. 48:10) Né i babilonesi né il loro re Nabucodonosor caddero sotto la maledizione promessa a chi non avesse eseguito completamente la “missione” di Dio.
21. (a) Geremia e Baruc furono forse ‘maledetti’ per non aver impiegato una “spada” letterale? (b) Saranno forse i testimoni di Geova a togliere di mezzo la cristianità, o chi sarà a farlo?
21 Che dire di noi? Potremmo trovarci sotto una maledizione simile per aver trascurato la nostra missione, per esserci trattenuti in relazione alla “spada”? Sappiamo che né Geremia né Baruc brandirono effettivamente una spada letterale contro quelle nazioni nemiche. Non era la loro missione. Essa era stata affidata ai babilonesi al comando del loro nuovo imperatore Nabucodonosor. L’odierna classe di Geremia, in qualità di testimoni di Geova, non alzerà violentemente la mano contro la cristianità, antìtipo dell’apostata Gerusalemme e del suo reame. Saranno gli ex amici politici della cristianità e altri elementi irreligiosi a disfarsi di lei senza alcuna misericordia, proprio come le nazioni sopravvissute furono liete di disfarsi di Gerusalemme e del suo regno come vicini. — Riv. 17:12-18.
22. Chi non condividerà le grandi speranze dei distruttori della religione organizzata, e quale sarà il loro atteggiamento nei riguardi delle nuove potenze dominanti?
22 Ma cosa resterà sulla scena mondiale una volta che la cristianità e tutte le altre parti dell’impero mondiale della falsa religione saranno state spazzate via? Forze politiche irreligiose, che assumeranno il controllo di tutti gli affari umani! Lo faranno nutrendo grandi speranze di riuscire, sentendosi libere dai condizionamenti della religione organizzata. (Confronta Ezechiele capitolo 23). Ma quelle empie speranze non saranno condivise dalla classe di Geremia e dai suoi devoti compagni, anche se potranno mostrare sottomissione relativa alle nuove potenze dominanti quali nuove “autorità superiori”. — Rom. 13:1, 2.
23. Cosa porterà all’adempimento del resto del “giorno di vendetta” di Geova?
23 Allora il “giorno di vendetta” di Geova sarà già cominciato, ma non terminerà con la distruzione della religione organizzata, l’impero mondiale della falsa religione. Deve continuare finché su tutti gli oppositori della sovranità universale di Geova sia stata pienamente versata la “vendetta” divina. Prima però essi cercheranno di costringere la classe di Geremia e i suoi leali compagni a conformarsi incondizionatamente all’empio sistema di cose, proprio come Ioanan e i suoi seguaci arrestarono Geremia e Baruc e li trascinarono con la forza in Egitto. Non riuscendo nel loro intento, gli oppositori scateneranno un attacco ad oltranza contro questi adoratori di Geova non disposti al compromesso. Come orde internazionali al comando di Gog del paese di Magog, essi cercheranno di invadere il paradiso spirituale dell’unto rimanente e dei suoi inseparabili compagni. Decisi ad assumere un assoluto controllo del mondo, si mostreranno meritevoli di subire l’infuocata vendetta di Geova. — Ezec. 38:1–39:20.
24. Chi passerà al contrattacco, e meriteranno forse d’essere ‘maledetti’ per pigrizia o mancata esecuzione degli ordini?
24 Che succederà a quel punto? Rivelazione 19:11-21 mostra che Gesù Cristo, un conquistatore più grande del re Nabucodonosor, guiderà gli eserciti angelici al contrattacco. Questi non cadranno sotto la maledizione rivolta a coloro che eseguono la missione di Geova con pigrizia. Non saranno meritevoli di maledizione per aver trattenuto la “spada” d’esecuzione dal sangue nemico. (Ger. 48:10) Eseguiranno la vendetta di Geova sulle nazioni aggreditrici. Per aver fatto questo essi saranno benedetti con una splendida vittoria a eterna rivendicazione di Geova.
25. In che modo i testimoni di Geova dovranno allora imitare ciò che fece Geremia dopo essere stato trascinato nel paese contro il quale aveva profetizzato?
25 Dal 1914 siamo nel “tempo della fine”. (Dan. 12:4) Perciò ora la classe di Geremia e i suoi dedicati compagni devono richiamare l’attenzione del mondo sulla minacciosa “spada” o strumento esecutivo che Geova impiegherà nell’imminente “grande tribolazione”. (Matt. 24:21) Devono imitare Geremia, che, dopo essere stato portato via con la forza dal paese di Giuda, proclamò la minacciosa “spada” del re Nabucodonosor contro il paese in cui era stato portato, l’Egitto, e anche contro la Filistea, Moab, Ammon, Edom e altre nazioni nemiche. Anche ora, prima dello scoppio della “grande tribolazione”, devono eseguire il comando divino di “proclamare . . . il giorno di vendetta da parte del nostro Dio” contro la religione organizzata e tutte le nazioni del mondo. (Ger. 46:1–49:39) La loro “missione” è quella di far risuonare l’avvertimento: “Geova ha un giorno di vendetta, un anno di retribuzioni per la causa di Sion”. — Isa. 34:8.
26, 27. Quali parole rivolte da Geova a Ezechiele come a una sentinella la classe di Geremia deve ora prendere a cuore?
26 Ora si applicano le parole profetiche di Gesù riportate in Luca 21:22: “Questi sono giorni per fare giustizia, onde tutte le cose scritte siano adempiute”. Ora in particolare è tempo che la classe di Geremia prenda a cuore le parole rivolte da Geova a Ezechiele, che cominciò a profetizzare in Babilonia nel 613 a.E.V., sette anni prima che Geremia fosse portato in Egitto contro la sua volontà:
27 “‘Ora riguardo alla sentinella, nel caso che veda venire la spada ed effettivamente non suoni il corno e il popolo stesso non abbia nessun avvertimento e la spada venga e porti via da loro l’anima, essa stessa deve portarsi via per il suo proprio errore, ma ne richiederò il sangue dalla mano della stessa sentinella’. Ora riguardo a te, o figlio d’uomo, ti ho fatto sentinella alla casa d’Israele, e tu devi udire dalla mia bocca la parola e dare loro l’avvertimento da parte mia. Quando dico a qualcuno malvagio: ‘O malvagio, positivamente morrai!’ ma tu in effetti non parli per avvertire il malvagio dalla sua via, egli stesso morrà come malvagio nel suo proprio errore, ma io richiederò il suo sangue dalla tua propria mano. Ma riguardo a te, nel caso che tu effettivamente avverti qualcuno malvagio perché si volga dalla sua via ma egli effettivamente non si volge dalla sua via, egli stesso morrà nel suo proprio errore, mentre tu stesso per certo libererai la tua propria anima”. — Ezec. 33:6-9; confronta Ezechiele 9:2-10.
28. Qual è l’atteggiamento della classe di Geremia e del suoi compagni a questo proposito, ma cosa potrebbe accadere e cosa significherebbe per loro?
28 L’odierna classe di Geremia e i suoi devoti compagni non vogliono avere una simile colpa di sangue. Ciò potrebbe accadere. Se per timore dell’uomo dovessero trattenersi dall’avvertire tutti riguardo alla “spada” del “giorno di vendetta” di Geova e mancare così di eseguire la loro “missione”, si renderebbero meritevoli della maledizione divina. Tale negligenza significherebbe per loro non sopravvivere.
29. Per non seguire quelli che non prestano ascolto nella sorte che li attende dopo la distruzione della religione organizzata, cosa devono scegliere ora quelli che vogliono la vita?
29 Quando, durante la “grande tribolazione” che si avvicina rapidamente, la “spada” della vendetta divina colpirà tutta la religione organizzata, abbattendola, quelli che non avranno prestato ascolto alla “sentinella” di Geova, cioè alla classe di Geremia, cercheranno rifugio presso i condannati elementi politici, assicurandosi così la distruzione nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. (Riv. 16:14, 16) Per evitare di seguirli per quella strada, è necessario scegliere ora la strada giusta mentre è ancora aperta. Chi cammina in essa verso la vita non dovrà mai cambiare strada.
(L’ultimo articolo di questa serie sulla profezia di Geremia sarà pubblicato in seguito).
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Il “giorno di vendetta” di Dio non è il tempo di cercare “grandi cose” per se stessi
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Cerchiamo di non essere pigri nel compiere la “missione di Geova”