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MerodacAusiliario per capire la Bibbia
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alterato i racconti mitologici per attribuire a Merodac l’uccisione di Tiamat e la creazione del mondo e dell’uomo.
Il regno di Babilonia era strettamente legato all’immagine di Merodac che si trovava nel suo tempio, l’Esagila; infatti i sovrani di Babilonia non venivano incoronati ma diventavano re stringendo la mano di Merodac. La cerimonia si ripeteva ogni anno durante la celebrazione del capodanno. Anche durante la dominazione dell’Assiria sulla Babilonia i re assiri dovevano recarsi ogni anno nella città di Babilonia per la celebrazione del capodanno e per sancire la loro pretesa al trono stringendo la mano di Merodac.
Il profeta Geremia, a proposito della caduta di Babilonia, predisse che Merodac sarebbe stato “atterrito”. Questo si avverò nel senso che Merodac si dimostrò incapace di preservare la dignità della potenza mondiale babilonese e, dato che i conquistatori di Babilonia adoravano altre divinità, il suo futuro era molto incerto, pieno di tristi presentimenti. — Ger. 50:2.
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Merodac-BaladanAusiliario per capire la Bibbia
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Merodac-Baladan
(Meròdac-Bàladan) [Marduk ha dato un figlio].
“Figlio di Baladan” e re di Babilonia che inviò lettere e un dono a Ezechia re di Giuda dopo che questi si era rimesso da una malattia. (Isa. 39:1) In II Re 20:12 è chiamato “Berodac-Baladan”, ma tale differenza è generalmente attribuita a un errore di trascrizione, oppure al tentativo di traslitterare una consonante accadica con un suono intermedio fra “m” e “b”.
Il nome di Merodac-Baladan compare in iscrizioni cuneiformi assire e babilonesi come “Marduk-apla-iddina”, capo del distretto di Bit Yakini, nella regione paludosa sopra il Golfo Persico e a S di Babilonia. Egli si dichiara di stirpe reale, vantando la sua discendenza da Eriba-Marduk re di Babilonia (ritenuto dell’inizio dell’VIII secolo a.E.V.).
Tiglat-Pileser III, che regnò fino all’epoca di Acaz re di Giuda (761-745 a.E.V.), menziona Merodac-Baladan, capo di una tribù caldea che gli rende omaggio durante una campagna assira in Babilonia. — Vedi EZECHIA.
SCONFITTO DALL’ASSIRIA
Verso la fine della sua dominazione su Babilonia, durata circa dodici anni, Merodac-Baladan vide i suoi principali sostenitori, gli elamiti, sbaragliati dagli assiri; quindi venne attaccato e costretto a fuggire da Babilonia. Anche dopo aver ceduto Babilonia agli assiri, sembra che sia stato in grado di conservare la sua posizione di sovrano di Bit Yakini. L’elenco dei re di Babilonia attribuisce a “Marduk-apla-iddina” un secondo periodo di regno di nove mesi (secondo altri di sei mesi) quale re di Babilonia, nel secondo anno dopo la morte di Sargon. È generalmente convenuto che si tratti dello stesso re il quale fece un secondo tentativo per assicurarsi il trono di Babilonia. Si noti però che in questo caso le iscrizioni babilonesi lo chiamano “Marduk-apla-iddina, nativo di Habi” e non “Marduk-aplaiddina, [della] dinastia del Paese del Mare”, come nel caso precedente. Alcuni ritengono perciò che si tratti di due personaggi diversi, e infatti The Encyclopædia Britannica (ed. 1946, Vol. V, p. 655) li distingue come “Merodachbaladan II” e “Merodachbaladan III”. Comunque questo secondo regno fu molto breve, poiché ben presto Sennacherib re d’Assiria occupò Babilonia e Merodac-Baladan dovette cercar rifugio in Elam, dove sembra sia terminata la sua ambiziosa carriera. Nonostante gli insuccessi di Merodac-Baladan, in caldei diventarono il gruppo etnico dominante pero babilonese.
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MesaAusiliario per capire la Bibbia
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Mesa
(Mèsa) [ebr. Meishà’, liberazione].
Re contemporaneo di Giosafat re di Giuda e di Acab e Ieoram re di Israele. I moabiti, soggiogati dal regno settentrionale di Israele, pagavano al re Acab un tributo di 100.000 agnelli e 100.000 montoni non tosati, evidentemente di una razza famosa per la sua lana. Dopo la morte di Acab, Mesa si ribellò al re di Israele Acazia. Questi però poco dopo morì e gli succedette il fratello Ieoram, che fece alleanza con Giosafat di Giuda e con un innominato re di Edom, per sottomettere di nuovo Mesa. Durante il difficile percorso a S del Mar Morto, i loro eserciti rimasero senz’acqua. Ma il profeta Eliseo assicurò che se si fossero scavati fossati nella riarsa valle del torrente, Geova li avrebbe riempiti d’acqua. — II Re 1:1; 3:4-19.
Questo è quanto accadde, e il riflesso del primo sole del mattino sull’acqua fece si che i moabiti la scambiassero per sangue, forse a motivo dell’argilla rossa dei fossi appena scavati. Perciò furono erroneamente indotti a credere che gli eserciti alleati di Israele, Giuda e Edom si fossero scontrati fra loro. Non era irragionevole pensarlo, conoscendo la gelosia esistente fra Israele e Giuda. Inoltre gli edomiti avevano poca simpatia per gli uomini di Giuda, che in questo caso erano alleati di Israele. — Confronta II Cronache 20:10, 11, 24
Pensando che i nemici si fossero uccisi a vicenda, i moabiti, al grido di “Or dunque, alle spoglie, o Moab!”, penetrarono nell’accampamento di Israele, solo per essere messi in rotta. Israele ne approfittò per distruggere le città moabite, bloccare le loro sorgenti e riempire di sassi i loro campi, fino alla città di Chir-Arese di Moab). — II Re 3:20-25.
Quando il re Mesa si accorse di essere in trappola prese settecento uomini armati di spada e tentò, sortita per aprirsi un varco fra le file del re di Edom (forse pensando che avrebbe opposto minor resistenza), ma invano. “Infine prese il suo figlio primogenito che avrebbe regnato in luogo di lui e lo offrì in sacrificio bruciato sulle mura”. — II Re 3:26, 27.
La maggioranza dei commentatori ritiene che abbia immolato suo figlio al dio Chemos. Quei pochi che la pensano altrimenti dicono che venne sacrificato un figlio del re di Edom catturato, e come prova citano Amos 2:1, dove viene detto che Moab ‘aveva bruciato le ossa del re di Edom per farne calce’. Anche se grammaticalmente l’ebraico consentirebbe tale interpretazione, quest’ultima ipotesi è contraria ad altri fatti ben noti. Per esempio era inaudito che moabiti e ammoniti, vicini di Israele, immolassero i nemici ai loro dèi, mentre era consuetudine nota della loro religione sacrificare i propri figli in olocausto per placare l’ira degli dèi. (Deut. 12:30, 31; Mic. 6:6, 7) È dunque comprensibile perché Mesa, adoratore di Chemos, di fronte a un imminente pericolo di sconfitta sia ricorso a misure così drastiche.
LA STELE MOABITA
La “Stele Moabita”, scoperta nel 1868 a Dhiban (Dibon), misura cm 112 x 71 x 36. Viene genera attribuita a Mesa e il suo contenuto si riferisce agli avvenimenti trattati nel terzo capitolo di II Re. In questa famosa iscrizione Mesa commemora la sua insurrezione contro la dominazione di Israele, che egli dice durò quarant’anni. Ci sono anche vari accenni alle località conquistate da Mesa (Medeba, Atarot, Nebo, Iaaz). Mesa si vanta di aver costruito molte città e una strada maestra, ed essendo molto religioso ne attribuisce tutto il merito al dio Chemos. Mesa conosceva anche Geova, Dio di Israele; infatti nella diciottesima riga di questa iscrizione c’è il Tetragramma. Qui Mesa vanta: “Presi di lì i vasi di Yahweh e li trascinai davanti a Chemos”. (Frederic Kenyon, The Bible and Archæology, 1940, p. 166; vedi anche P. Grelot, Introduzione a la Bibbia, Ed. Paoline, 1967, p. 159). Comunque, come ci si poteva aspettare, non si parla né della sua sconfitta né del sacrificio di suo figlio.
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