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Il popolo che rispetta il nome di Dio più del proprioLa Torre di Guardia 1972 | 1° giugno
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12. (a) Pertanto, quale parte delle parole del “cantico” l’unto rimanente vede già adempiersi? (b) Quali specie di persone prenderanno ancora posto tra la “grande folla”, e quale speranza potranno condividere?
12 Questa “grande folla” di persone che temono Dio è venuta da tutte le nazioni. (Riv. 7:9, 10) L’unto rimanente di cantori vede già in esse l’adempimento delle parole del loro canto profetico: “Tutte le nazioni verranno e adoreranno dinanzi a te, perché i tuoi giusti decreti sono stati resi manifesti”. (Riv. 15:4) Il radunamento di tutta questa innumerevole “grande folla” non è ancora finito. Sorge la domanda: Chi ancora prenderà posto fra questa “grande folla” prima che Geova manifesti pienamente i suoi giusti decreti distruggendo tutti gli empi nella prossima “grande tribolazione”, di cui non vi è mai stato l’uguale? Tutti quelli che faranno ciò saranno persone che rispettano il nome di Dio più del proprio nome. Saranno quelli che lietamente faranno come dice il Salmo 96:8: “Ascrivete a Geova la gloria che appartiene al suo nome”. Potranno condividere con la “grande folla” la speranza di sopravvivere alla “grande tribolazione” e di entrare nel nuovo sistema di cose dove “ogni cosa che respira” loderà Geova. — Riv. 7:13-15; Sal. 150:6; 29:2.
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La testimonianza della Cronaca di NabonedoLa Torre di Guardia 1972 | 1° giugno
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La testimonianza della Cronaca di Nabonedo
LA CADUTA della potentemente fortificata Babilonia fu così subitanea che dovette sorprendere il mondo antico. Il conquistatore, Ciro il Grande, deviò le acque del fiume Eufrate che attraversava la città. Quindi le sue forze marciarono attraverso il letto del fiume, cogliendo la città di sorpresa, poiché le porte lungo l’argine erano state lasciate aperte. In una notte Babilonia cadde, ponendo fine a secoli di supremazia semitica e adempiendo la parola di Geova pronunciata tramite i suoi profeti Isaia e Geremia. — Isa. 44:27; 45:1, 2; Ger. 50:38; 51:30-32.
La data di questo avvenimento interessa gli studenti della Bibbia. Questo perché le date di molti altri avvenimenti menzionati nelle Sacre Scritture si possono determinare in relazione al numero di anni prima o dopo la caduta di Babilonia in cui si verificarono.
La Cronaca di Nabonedo (detta pure “Cronaca di Ciro-Nabonedo” e “tavoletta Annalistica di Ciro”), benché brevissima, contiene il più completo documento cuneiforme esistente circa la caduta di Babilonia. Questa tavoletta frammentaria d’argilla misura approssimativamente quattordici centimetri di larghezza nel punto più largo ed è lunga quasi altrettanto. In base allo stile del testo, gli studiosi hanno concluso che la tavoletta può risalire a qualche tempo del periodo dei Seleucidi (312-65 a.E.V.). Ma gli storici asseriscono che l’iscrizione sia probabilmente la copia di un documento precedente. Poiché tende a glorificare Ciro mentre presenta Nabonedo in modo sprezzante, si è pensato che l’iscrizione fosse opera di uno scriba persiano e si è anche fatto riferimento ad essa come a “propaganda persiana”. Ciò nondimeno, i “dati indiretti” sono considerati fidati.
Secondo la Cronaca di Nabonedo, nel mese di Tshritu (Tishri [settembre-ottobre], Ciro attaccò le forze babilonesi a Opis. L’iscrizione continua: “Il 1º giorno, Sippar fu presa senza battaglia. Nabonedo fuggì. Il 16º giorno, Gobryas (Ugbaru), governatore di Gutium e l’esercito di Ciro
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