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StroncamentoAusiliario per capire la Bibbia
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‘Ezra: “C’è una differenza fra questa [ultima] punizione e lo ‘stroncamento’, ma non sono in grado di spiegarla”. Viene riportata anche l’opinione del rabbino Rashi: “È implicito che per ‘stroncamento’ s’intende ‘perduto’ (ma ricuperabile)”.
Esaminando i brani scritturali in cui sono menzionati i reati per i quali è prescritta questa punizione si può appurare che si riferisce alla pena di morte, eseguita dalle autorità di Israele o da Dio stesso. I reati per i quali è prescritto lo stroncamento sono quelli di natura più grave. (Eso. 31:14; Lev. 7:27; 18:6, 22, 23, 29; 20:3-6; 22:3, 4, 9; 23:28-30; Num. 4:15, 18, 20; 15:30, 31; vedi anche Esodo 30:31-33, 38). Evidentemente lo scrittore della lettera agli ebrei aveva in mente le parole di Numeri 15:30: “L’anima che fa qualche cosa deliberatamente . . . quell’anima dev’essere stroncata di fra il suo popolo”. Infatti disse: “Chi ha trascurato la legge di Mosè muore senza compassione, sulla testimonianza di due o tre”. (Ebr. 10:28) Gesù usò questa espressione nell’indicare la punizione riservata ai simbolici “capri”: “Questi andranno allo stroncamento [gr. kòlasis] eterno, ma i giusti alla vita eterna”. (Matt. 25:46) Qui sono contrapposte la vita e la morte. Se Matteo scrisse il suo Vangelo prima in ebraico, come si ritiene, probabilmente in questo brano usò una forma del termine ebraico karàth.
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StruzzoAusiliario per capire la Bibbia
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Struzzo
[ebr. bath hay-yaʽanàh; renanìm (pl.)].
Si pensa che il primo di questi nomi ebraici significhi “figlia dell’ingordo” o “figlia del deserto”, termini che ben si addicono allo struzzo. Il secondo nome, che si ritiene indichi un “uccello dal grido lacerante” pure corrisponde allo struzzo, il cui grido è descritto come un “grido roco, lamentoso che è stato paragonato al ruggito del leone”. — The Smithsonian Series, Vol., IX, p. 105; confronta Michea 1:8.
Lo struzzo è il più grande uccello vivente che si conosca, a volte alto più di 2 m alla sommità del capo, e può pesare fino a 136 kg. La testa è piuttosto piccola e piatta con occhi molto grandi, il collo flessibile è lungo 1 m, e, come le poderose gambe, la testa e il collo sono privi di piume. Il piumaggio del corpo invece è abbondante e le lunghe soffici penne delle ali e della coda sono molto apprezzate sin dall’antichità. Le piume lucenti nere e bianche del maschio contrastano con quelle grigio-brune opache della femmina. Lo struzzo si distingue da tutti gli altri uccelli in quanto ha solo due dita per zampa, uno munito di un’unghia ad artiglio che si trasforma in un’arma pericolosa quando l’uccello è costretto a difendersi. Tuttavia l’altezza e la vista acuta di solito permettono al gigantesco uccello di scorgere i nemici da lontano e di andarsene prudentemente.
Lo struzzo si nutre in prevalenza di vegetazione, ma è anche carnivoro, e la sua dieta indiscriminata include serpi, lucertole e anche piccoli uccelli. È elencato fra gli uccelli ‘impuri’ non commestibili secondo la legge mosaica. (Lev. 11:13, 16; Deut. 14:12, 15) Noto agli antichi come “uccello cammello”, lo struzzo è in grado di resistere senz’acqua per lunghi periodi di tempo e perciò si trova a suo agio nel deserto. Insieme a sciacalli e animali simili, è menzionato nella Bibbia come tipico abitante del deserto (Isa. 43:20) e per descrivere la terribile desolazione che attendeva Edom e Babilonia. (Isa. 13:21; 34:13; Ger. 50:39) Giobbe, derelitto e detestato, se ne stava seduto nella cenere e gridava lamentosamente, considerandosi “fratello degli sciacalli” e “compagno delle figlie dello struzzo”. — Giob. 30:29.
IL CONTRARIO DELLA CICOGNA
In seguito Geova Dio richiamò l’attenzione di Giobbe sullo struzzo, e i particolari che mise in evidenza illustrano in modo straordinario alcune delle insolite caratteristiche di questo uccello. (Giob. 39:13-18) Al contrario della cicogna che vola in alto e si libra maestosa sulle possenti, grandi ali, lo struzzo è incapace di volare, poiché le sue ali non sono in grado di sostenere il peso dell’uccello e lo sterno piatto manca della “carena” che sostiene i muscoli atti al volo dei volatili. Le piume dello struzzo, per quanto belle, sono prive dei minuscoli filamenti uncinati che hanno effetto coesivo e conferiscono alle penne degli uccelli in volo la resistenza all’aria che permette di volare. — V. 13.
E al contrario della cicogna, che costruisce il suo grosso nido in cima agli alberi (Sal. 104:17), a edifici o alte rocce, lo struzzo si limita a scavare nel terreno una buca poco profonda circondata da un piccolo rialzo. Qui la femmina depone le uova, che pesano circa kg 1,4 l’uno e, dal momento che sovente lo struzzo è poligamo (a differenza della cicogna nota per la fedeltà a un unico coniuge), due o tre femmine possono deporre nel nido un buon numero di uova. Il maschio tiene calde le uova nel nido durante la notte e la femmina le cova di giorno, ma è noto che durante il giorno quando il sole è caldo essa abbandona il nido per qualche tempo. In quei momenti le uova, pur avendo un guscio assai spesso, possono tuttavia essere danneggiate o rubate da altri animali o dall’uomo. — Giob. 39:14, 15.
‘TRATTA DURAMENTE I FIGLI’
Alcuni hanno obiettato all’affermazione che lo struzzo “tratta duramente i suoi figli, come se non fossero suoi” (Giob. 39:16) e ai riferimenti alla sua ‘crudeltà’ nei confronti dei piccoli (Lam. 4:3), sostenendo che come genitori gli struzzi sono assai solleciti nell’occuparsi dei piccoli. Benché il termine ebraico (renanìm) usato in Giobbe 39:13 da un punto di vista grammaticale si possa applicare sia al maschio che alla femmina, secondo alcuni lessicografi si riferirebbe alle femmine. Questo sembra evidente dato il collegamento con le uova deposte, ovviamente dalla femmina. Inteso così il versetto, l’espressione poetica relativa alla ‘crudeltà’ della femmina trova riscontro nel fatto che, una volta che i piccoli sono usciti dall’uovo, il maschio “se ne assume completamente la cura mentre le femmine generalmente se ne vanno insieme”. (Alice Parmelee, All the Birds of the Bible, p. 207) Inoltre è vero che questi possenti uccelli, sia il maschio che la femmina, abbandonano subito il nido e i piccoli quando sentono il pericolo, e anche se ricorrono a tattiche diversive per attirare i nemici lontano dal nido, questo è tuttavia un trattamento ‘duro’ nei confronti dei piccoli privi di protezione. Solo la colorazione protettiva data loro dal Creatore può salvare i piccoli abbandonati e indifesi dai nemici che non si accorgono di loro e inseguono i genitori in fuga. Lo struzzo può dunque essere giustamente definito “crudele” in paragone a molti altri uccelli e in particolare a differenza della cicogna, di cui è proverbiale l’affettuosa attenzione e costante preoccupazione per i suoi piccoli.
‘DIMENTICA LA SAPIENZA’
Viene detto che lo struzzo ‘dimentica la sapienza’ e ‘non ha intendimento’. (Giob. 39:17) Osservatori moderni lo riconoscono. “La sua maggiore debolezza è la mancanza di buon senso”. (The World Book Encyclopedia, 1966, Vol. 14, p. 660) Gli arabi hanno il detto “più sciocco di uno struzzo”. In corsa lo struzzo tende a descrivere
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