Acquista conoscenza di Dio e mantieni la pace
“Acquista conoscenza di lui, ti prego, e sta in pace; quindi ti verranno cose buone”. — Giob. 22:21.
1. Come fu che Elifaz il Temanita disse a Giobbe le parole del versetto summenzionato?
QUANDO Elifaz il Temanita disse al suo amico Giobbe di acquistare conoscenza di Geova Dio, da ciò che si poteva vedere Giobbe non era in pace con Dio o non stava in pace con lui. Evidentemente non venivano cose buone a Giobbe. Dal culmine della prosperità era piombato nella più profonda, misera povertà. Aveva perduto tutte le sue vaste proprietà, era stato orbato dei suoi dieci bei figli, e poi era caduto vittima di una detestabile malattia che l’aveva coperto di ulcere dalla testa ai piedi. La moglie disperata gli aveva detto stoltamente di maledire Dio e morire. Udito della sua calamità senza parallelo, tre conoscenti di Giobbe, uno dei quali era questo Elifaz del sud, vennero a confortarlo. Dopo aver esaminato Giobbe in silenzio per sette giorni e dopo averlo udito invocare il male sul giorno della sua nascita, i tre sedicenti confortatori cominciarono ad attaccare l’integrità di Giobbe verso Dio. (Giob. 1:1 a 4:1) Nel corso della discussione che seguì Elifaz disse a Giobbe: “Acquista conoscenza di lui, ti prego, e sta in pace; quindi ti verranno cose buone”. — Giob. 22:21, NM; AT; AS.
2. Secondo le parole di Elifaz, il mondo moderno che cosa non riconosce che è necessario perché vi sia pace fra le persone?
2 Le parole di Elifaz erano buone in se stesse, anche se quando le pronunciò fraintendeva il caso di Giobbe e gliele rivolse ingiustamente. Il mondo di questo ventesimo secolo non riconosce che gli uomini non possono avere pace fra loro e avere prosperità se non acquistano prima conoscenza di Dio e non imparano qual è la sua volontà, stringendo una pacifica relazione con lui alla sua maniera. Ma gli uomini sulla terra come possono acquistare conoscenza di un Dio che è un invisibile Essere spirituale? Come disse recentemente uno studente universitario: “Come posso fare l’esperienza di Dio?” Ciò avviene in un tempo in cui l’agitazione degli studenti si è estesa a tutta la terra.
3. (a) Come possiamo acquistare conoscenza di Dio? (b) Come Dio si fece conoscere da una nazione, e come furono favoriti alcuni uomini d’essa?
3 Acquistando conoscenza della Sacra Bibbia si può acquistare conoscenza di Dio, suo Autore, poiché la Bibbia ci parla di uomini che fecero di Dio parte della loro esperienza quotidiana. Ci parla di uomini antichi, Enoc e Noè, che si disse camminarono con Dio. (Gen. 5:22; 6:9) Sapete che questo Dio si fece conoscere da un’intera nazione e che singoli uomini di questa nazione ebbero visioni miracolose nelle quali videro Dio? Sapete che uomini di questa nazione mangiarono e bevvero con Dio sulla terra? Lo scrittore del libro di Giobbe e dei primi cinque libri della Sacra Bibbia ci narra che questa nazione fece un contratto divino nel quale egli agì da mediatore fra Dio e l’uomo. Quest’uomo fu il profeta Mosè. Tale contratto o patto fu fatto su un monte nella penisola del Sinai, che fa parte dell’Arabia. Era la primavera dell’anno 1513 a.E.V. e Dio vi aveva condotto il popolo di Mosè dopo averli liberati dall’Egitto, e facendo questo fece conoscere loro il suo nome di Geova come i loro antenati non l’avevano mai apprezzato. — Eso. 6:3.
4. Come fu che più di settanta uomini d’Israele mangiarono e bevvero insieme a Dio sulla terra?
4 Dopo aver fatto il patto con Geova Dio su animali vittime di sacrificio, Mosè e suo fratello e due suoi nipoti e settanta altri uomini della nazione salirono sul monte Sinai. Esodo 24:9-11 ci narra: “Mosè e Aaronne, Nadab, Abiu e settanta degli anziani d’Israele salivano, e videro l’Iddio d’Israele. E sotto i suoi piedi c’era ciò che sembrava come un’opera di lastre di zaffiro e per purezza come i cieli medesimi. Ed egli non trasse fuori la mano contro gli uomini distinti dei figli d’Israele, ma essi ebbero una visione del vero Dio e mangiarono e bevvero”.
5. Quegli uomini favoriti videro forse la forma di Dio, e perché fu appropriato che fossero “sotto i suoi piedi”?
5 In effetti quei settantaquattro uomini non videro nessuna forma di Dio. Ciò che videro in visione fu una tremenda manifestazione della gloria dell’“Iddio d’Israele”. Sotto la Sua gloriosa manifestazione, o, come diremmo noi, “sotto i suoi piedi”, quegli uomini favoriti videro qualche cosa “come un’opera di lastre di zaffiro e per purezza come i cieli medesimi”, o come il limpido cielo azzurro senza nube. Quegli uomini erano sulla terra e sotto i suoi “piedi” in bell’armonia con le medesime parole di Dio: “I cieli sono il mio trono, e la terra è lo sgabello dei miei piedi”. Come potrebbe dunque alcun tempio o edificio di chiesa costruito dall’uomo contenere un Dio così abbagliante e glorioso come questo? In realtà ciò non sarebbe possibile. — Isa. 66:1; Atti 7:48, 49.
6. Furono quei settantaquattro uomini in pericolo a questa visione di Dio, e che specie di pasto ebbero con lui?
6 La creatura umana è realmente in una posizione pericolosa quando ha una visione del solo vivente e vero Dio. La carne e il sangue umani sono così fragili e deteriorabili se avvicinati a qualsiasi manifestazione della gloria della persona di Dio. L’uomo può andare solo fino a un certo punto e non oltre, nel guardare la gloriosa manifestazione dell’invisibile Dio. Non senza buona ragione Esodo 24:11 dice riguardo a quei settantaquattro uomini sul monte del Sinai: “Ed egli [cioè Dio] non trasse fuori la mano contro gli uomini distinti dei figli d’Israele, ma essi ebbero una visione del vero Dio e mangiarono e bevvero”. Certo non mangiarono e non bevvero in modo troppo familiare e irriverente; mangiarono e bevvero come a un pasto di sacrificio. Ciò che mangiarono fu possibilmente la parte dei sacrifici animali assegnata da mangiare a coloro che offrirono sacrifici di comunione a Dio ai piedi del monte Sinai. Probabilmente essi bevvero vino, usato come libazione a Dio. In questo modo quegli uomini riverenti ebbero un pasto di comunione con Dio. Poiché furono considerate persone degne, Dio non le uccise. — Eso. 24:1-11.
7. Come considerò Mosè il luogo dell’intima associazione con Dio?
7 In seguito, quando il profeta Mosè fu solo con Dio sul monte, non mangiò né bevve, per quaranta giorni e notti. Egli considerò il luogo dell’intima associazione con Dio come santo. Alcuni mesi prima, quando Mosè era stato mandato in Egitto a liberare il suo popolo, l’angelo di Dio gli era apparso in mezzo a un rovo ardente vicino ai piedi del monte Sinai e gli aveva detto: “Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo dove stai è terra santa”. — Eso. 3:1-5.
CIÒ CHE MOSÈ VIDE DI DIO
8. Le parole di rimprovero che Dio disse ad Aaronne e Miriam come mostrarono la posizione di favore che Mosè aveva presso Dio, e perché fu questo appropriato?
8 Come mediatore fra Geova Dio e il suo popolo eletto, Mosè vide forse Dio più direttamente di qualsiasi altro dell’intera nazione? Gli fu possibile vederLo più direttamente? Quale favore Mosè avesse a questo riguardo fu da Dio indicato ad Aaronne fratello di Mosè e a Miriam sua sorella, quando questi si lamentarono contro Mosè. Dio disse: “Udite le mie parole, suvvia. Se ci fu un profeta dei vostri per Geova, mi facevo conoscere a lui in una visione. Gli parlavo in un sogno. Non così il mio servitore Mosè! A lui è affidata tutta la mia casa. Gli parlo a bocca a bocca, così mostrandogli, e non mediante enigmi; ed egli vede l’apparenza di Geova. Perché, dunque, non avete temuto di parlare contro il mio servitore, contro Mosè?” (Num. 12:1-8) Tutto questo fu molto appropriato in quanto a Mosè, poiché fu una figura profetica di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il promesso profeta che doveva essere più grande di Mosè. — Deut. 18:15-18; Atti 3:19-23; 7:37, 38.
9, 10. (a) Il fatto di parlare a “bocca a bocca” che cosa fa pensare riguardo a chi parla, e quale domanda suscita riguardo a Mosè? (b) Quale promessa ottenne Mosè da Dio dopo che Israele ebbe commesso idolatria al monte Sinai?
9 In un’occasione specialmente Mosè vide un’“apparenza di Geova”. In quel caso vide egli direttamente la forma di Dio? Le persone che parlano a “bocca a bocca” fanno pensare che parlino a faccia a faccia, ma in effetti vide Mosè la faccia di Dio sul monte Sinai? In quel tempo era ancora l’anno 1513 a.E.V. Nonostante che la nazione avesse avuto i Dieci Comandamenti, si era resa colpevole d’aver commesso idolatria. La situazione era critica. Mosè ritenne dunque necessario rivolgere sul monte Sinai una speciale supplica a Dio. Da Geova Dio egli ottenne la promessa che la presenza di Geova andasse con lui finché Mosè non avesse condotto il suo popolo nella Terra Promessa. Mosè dice:
10 “E Geova proseguì, dicendo a Mosè: ‘Farò anche questa cosa di cui hai parlato, perché hai trovato favore agli occhi miei e io ti conosco per nome’.
11, 12. Mosè che cosa chiese il permesso di vedere, ma quale fu la risposta di Dio?
11 “A ciò egli [cioè Mosè] disse: ‘Ti prego, fammi vedere la tua gloria’.
12 “Ma egli disse: ‘Io stesso farò passare davanti alla tua faccia tutta la mia bontà, e per certo dichiarerò il nome di Geova davanti a te; e per certo favorirò colui che favorirò, e mostrerò misericordia a colui al quale mostrerò misericordia’. E aggiunse: ‘Tu non puoi vedere la mia faccia, perché nessun uomo può vedermi e vivere’. E Geova disse ancora: ‘Ecco un luogo presso di me, e tu devi stare sulla roccia. E deve accadere che mentre passa la mia gloria ti devo porre in una buca della roccia, e devo mettere sopra di te la mia palma come uno schermo finché io sia passato. Dopo ciò devo togliere la mia palma, e in realtà mi vedrai di dietro. Ma la mia faccia non si può vedere’”. — Eso. 33:17-23.
13. Questa manifestazione doveva forse essere una materializzazione di Dio, e perché si dovettero prendere speciali precauzioni verso Mosè?
13 Questa non doveva essere nessuna materializzazione dell’invisibile Dio in forma umana nel modo in cui gli dèi della mitologia greca si diceva apparissero agli uomini. (Atti 14:11-13) Questa doveva essere una manifestazione della gloria divina a un grado che non sarebbe stato troppo per una persona umana vedere e provare senza essere accecata, uccisa e dissolta nel nulla. Misericordiosamente Geova promise di prendere verso Mosè speciali precauzioni. Il giorno dopo ci fu la manifestazione promessa come non era stata mai vista da nessun uomo eccetto Mosè. Secondo le istruzioni divine, Mosè si presentò sul monte Sinai con due tavolette di pietra su cui Dio doveva scrivere i Dieci Comandamenti. Ora che cosa accadde?
14, 15. Che cosa fece Dio passando accanto a Mosè, e che cosa fece Mosè?
14 “E Geova scendeva nella nuvola e stava lì con lui e dichiarava il nome di Geova. E Geova passò davanti alla sua faccia e dichiarò: ‘Geova, Geova, Iddio misericordioso e clemente, lento all’ira e abbondante in amorevole benignità e verità, che serba l’amorevole benignità a migliaia, perdonando l’errore e la trasgressione e il peccato, ma non esenterà affatto dalla punizione, recando la punizione per l’errore dei padri sui figli e sui nipoti, sulla terza generazione e sulla quarta generazione’.
15 “Mosè subito s’affrettò a inchinarsi a terra e a prostrarsi”. — Eso. 34:1-8.
16. In che modo ciò che Mosè vide influì sul suo volto, e con questa esperienza come acquistò migliore conoscenza di Dio?
16 Mosè non ci dice che vedesse direttamente la forma di Dio. Tutto ciò che vide fu l’ultimo bagliore della passata manifestazione di Dio. Eppure la faccia di Mosè stesso emetteva raggi di luce quando scese dal monte e apparve al popolo. (Eso. 34:29, 30) Inoltre, quale migliore conoscenza Mosè acquistò di Geova Dio! Quale meravigliosa dichiarazione della personalità di Dio fu fatta a Mosè! Quale cosiddetto dio sarà paragonato a Geova?
17. Come che specie di Dio si descrive Geova, e tale personalità da che cosa merita d’essere accompagnata?
17 Egli ci assicura d’essere un Dio di amore, e anche di giustizia, col potere di padroneggiarsi quando tratta con il peccaminoso genere umano. E così trattando con l’imperfetto genere umano, mantiene il suo amorevole trattamento verso di loro in perfetto equilibrio con un trattamento giusto, manifestando così sorprendente sapienza in ogni mutevole circostanza e condizione. Quale Dio incomparabile! Un Dio di perfetto amore, di perfetta giustizia, di perfetta potenza e di perfetta sapienza. Tale adorabile personalità meritava d’essere accompagnata dallo splendore di gloria che era troppo brillante perché occhi umani lo potessero contemplare o perché il fragile corpo umano ne potesse sostenere la presenza.
18. (a) Da che cosa fu isolato Mosè mentre la Presenza Divina gli passò accanto? (b) Come risultato di ciò, in che modo oggi possiamo acquistare migliore conoscenza di questo Dio Geova?
18 C’è poco da meravigliarsi se furono prese speciali precauzioni per isolare abbastanza Mosè dal danno che avrebbe potuto ricevere o perché non fosse addirittura distrutto quando la gloria di Geova gli passò accanto ed Egli dichiarò il Suo impareggiabile nome, mentre Mosè ascoltava dentro la buca di una roccia. Mosè, o qualsiasi altro uomo, non avrebbe mai potuto vedere la faccia di Dio e vivere! Il semplice uomo sarebbe morto prima che la “faccia” o piena manifestazione della gloria di Dio lo raggiungesse. Mosè fu costretto a inchinarsi e a prostrarsi in adorazione mentre la gloriosa Presenza Divina gli passava accanto. Com’è ridicolo, quindi che un astronauta russo dicesse che non c’è Dio perché non Lo incontrò quando nel suo veicolo spaziale era in orbita intorno alla terra nello spazio extraterrestre! Ma noi, credendo e accettando la visione che ebbe Mosè della gloria divina, acquistiamo oggi migliore conoscenza di questo meraviglioso Dio Geova.
ISAIA VEDE DIO IN VISIONE
19, 20. (a) Dove il profeta Isaia ebbe la sua visione di Dio, e dopo quale profanazione del tempio? (b) Quando ebbe Isaia questa visione, e quali aspetti ne descrive?
19 Mosè non rimase fra gli uomini il solo che avesse una visione di Geova Dio, acquistando così migliore conoscenza di Lui. Settecentotrentasei anni passarono e la scena cambiò dal monte Sinai d’Arabia ai colli dell’antica Gerusalemme. Sul monte Moria della città c’era un glorioso tempio. Ma una terribile calamità aveva scosso la nazione. Il prospero re, Uzzia o Azaria, aveva avuto la presunzione di introdursi nel primo, santo compartimento del tempio per offrirvi incenso come sacerdote e vi era stato colpito di lebbra, di cui alla fine morì quale reietto. Durante questa sua ripugnante afflizione il suo fedele figlio Iotam dovette prestar servizio come re sul trono di Gerusalemme. Nell’anno della miserabile morte di Uzzia (777 a.E.V.) e probabilmente dopo che era morto, il profeta Isaia ebbe una visione di Dio. Fu diversa dalla visione data a Mosè. Isaia stesso ce la narra:
20 “Nell’anno che morì il re Uzzia, io, comunque, vidi Geova, seduto su un trono alto ed elevato, e i lembi delle sue vesti empivano il tempio. Serafini stavano sopra di lui. Ciascuno aveva sei ali. Con due si copriva la faccia, e con due si copriva i piedi, e con due volava. E questo chiamò quello e disse: ‘Santo, santo, santo è Geova degli eserciti. La pienezza di tutta la terra è la sua gloria’. E i perni delle soglie tremavano alla voce di colui che chiamava, e la casa stessa gradualmente si empì di fumo”. — Isa. 6:1-4; 2 Cron. 26:1-23.
21. Come mostra la visione che Geova è il Re del suo popolo?
21 Non viene fatta nessuna descrizione della Persona Divina, poiché Dio non può essere paragonato a una creatura umana. I lembi delle sue maestose vesti riempivano il tempio. Il suo tempio è un palazzo, ed egli è l’invisibile Re celeste del suo popolo. Il suo trono non poggia dunque sulla terra, ma, oltre ad essere alto, è elevato.
22. Come i serafini mostravano rispetto per la presenza di Dio e per la santità del luogo?
22 I serafini, il cui aspetto è simile a fuoco fiammeggiante, non sono seduti alla presenza di Geova, ma, mentre gli rendono servizio, stanno in piedi, sempre pronti. Il profeta Isaia guardava allora con la faccia non velata la visione di Dio, ma quei celesti serafini non avevano la presunzione di guardare bensì si coprivano la faccia con le ali superiori. Come se fossero su un luogo santo, i serafini si coprivano i piedi con le ali inferiori, per dovuto rispetto verso il Re celeste, “Geova degli eserciti”. Con le ali di mezzo i serafini volavano come creature celesti.
23. Come i serafini diedero enfasi alla santità di Geova, profetizzando circa la sua gloria?
23 In questa visione del tempio furono questi serafini a dichiarare la santità e la gloria di Dio. Per dare enfasi alla suprema santità di “Geova degli eserciti”, essi dissero la parola “santo” tre volte, facendosi l’un l’altro questa triplice dichiarazione. La gloria di Dio non solo empiva la casa o tempio ma doveva anche divenire “la pienezza di tutta la terra”. Possiamo già vedere la gloria di Geova Dio in tutte le sue magistrali opere della creazione, sia viventi che prive di vita. Ma si avvicina il tempo in cui tutti gli abitanti della terra di uniranno a noi nel discernere la gloria di Geova nelle cose che ha create, ed essi non faranno più di questa terra un luogo non santo, profanandolo e contaminandolo. Non invano è stato predetto: “La terra si empirà della conoscenza della gloria di Geova come le acque stesse coprono il mare”. (Abac. 2:14) Il canto che i serafini inneggiarono nel tempio di Geova fu profetico.
24. Secondo la sua esclamazione, perché Isaia ebbe ragione di temere vedendo la visione?
24 A questa visione di Geova intronizzato nel suo tempio il profeta Isaia si spaventò. Alle voci dei serafini che si chiamavano i perni della soglia del tempio tremarono, e perché non avrebbe dovuto dunque tremare Isaia, che era una creatura vivente con sinceri sentimenti religiosi? Sebbene fosse già profeta di Geova Dio, si sentì impuro vedendo tale scena santa. Temette anche per la sua vita! “Guai a me!” disse. “Poiché sono come ridotto al silenzio [della morte], perché sono un uomo impuro di labbra, e dimoro fra un popolo impuro di labbra; poiché i miei occhi han visto il Re stesso, Geova degli eserciti!” — Isa. 6:5.
25. Con l’aiuto del serafino, come fece Isaia a rimanere in vita per narrare l’accaduto?
25 Come fece Isaia a rimanere in vita per narrare l’accaduto? In questo modo: Dal tempio ora pieno di fumo miracoloso uno di quegli alati serafini andò ad aiutarlo. “Allora”, ci narra Isaia, “uno di quei serafini volò verso di me, e nella sua mano c’era un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. E mi toccava la bocca e diceva: ‘Ecco, questo ti ha toccato le labbra, e il tuo errore si è dipartito e il tuo peccato stesso è espiato’”.
26. (a) Per che cosa si offrì Isaia ora reso puro? (b) In che modo Isaia prefigurò veramente il Messia, provvedendoci una lezione?
26 Isaia si sentì ora puro alla Presenza Divina, abbastanza puro da offrirsi per l’ulteriore servizio profetico di Geova. “E”, egli dice, “udivo la voce di Geova dire: ‘Chi manderò, e chi andrà per noi?’ E dicevo: ‘Eccomi! Manda me’. Ed egli continuò a dire: ‘Va, e devi dire a questo popolo’”. Isaia fu mandato in una commissione profetica che prefigurava l’opera del futuro Messia, il quale venne più di ottocento anni dopo. Isaia non dimenticò mai quella visione del tempio della gloria di Geova. Come corretta prefigurazione del Messia, Isaia fu fedele alla commissione ricevuta da Geova. (Isa. 6:6-13; Matt. 13:10-15) Ma che dire di noi? Siamo noi pronti, avendo acquistato migliore conoscenza di Geova Dio, ad offrirci per il Suo servizio, come fece Isaia? Sì, la più piena conoscenza di Dio ci spinge a dirgli: “Eccomi! Manda me”.
LE VISIONI DEL PROFETA EZECHIELE
27. Quando cominciò il profeta Ezechiele ad avere visioni di Dio?
27 Prima che il Messia o Unto venisse, un altro uomo ancora ebbe visioni miracolose del vivente e vero Dio. Questo fu il profeta Ezechiele, nel secolo dopo quello di Isaia. Mancavano solo sei anni alla rovina che Isaia aveva predetto si sarebbe abbattuta sul suo popolo quando Ezechiele ebbe la sua prima ispiratrice visione. Egli era allora in esilio nella pagana Babilonia. Dice che, ‘mentre era in mezzo alla gente esiliata presso il fiume Chebar, i cieli si aprirono e vedeva visioni di Dio’. Lo fa risalire al 5 Tammuz dell’anno, secondo il calendario giudaico, cioè “nel quarto mese, il quinto giorno del mese” e “nel quinto anno dell’esilio del re Ioiachin”, o nell’anno 613 avanti la nostra Èra Volgare. — Ezec. 1:1-4.
28. Nella sua prima visione, quale cosa in movimento vide Ezechiele, e che cosa la spingeva?
28 In quel tempo il Creatore del cielo e della terra era avviato verso l’esecuzione della sua decisione giudiziaria contro il suo infedele popolo del regno di Giuda con capitale in Gerusalemme. Secondo ciò che Ezechiele vide era come qualche cosa in movimento. Era come un carro così gigantesco da farlo sentire simile a una formica. Esso non aveva nessun motore a benzina o elettrico o atomico che lo spingesse, ma si muoveva rapidamente su ogni cosa che incontrava nel suo cammino. Non aveva nessun visibile volante né freni, eppure poteva cambiar direzione nel proprio moto da diritto in avanti a verso i lati, istantaneamente, senza rallentare per superare il moto del carro. Che cosa faceva avanzare questo carro colossale? Era evidentemente la forza attiva, lo spirito, di Colui che era sul carro.
29. Che cosa c’era di particolare nelle ruote di questo carro celeste?
29 Questo non era un carro a due ruote. Era un carro a quattro ruote. In quanto alle ruote stesse, erano di strana costruzione. Evidentemente potevano vedere dove andavano, poiché i cerchi erano pieni d’occhi, tutt’intorno. Inoltre, dentro ciascuna ruota che girava in avanti c’era un’altra ruota posta di traverso ad angoli retti, verticalmente, che permetteva al carro di muoversi di lato senza che le ruote girassero come quando si svolta a un angolo. Notate ora come Ezechiele descrive il movimento di questo carro:
30. Come descrive Ezechiele il movimento delle ruote del carro?
30 “In quanto all’aspetto delle ruote e alla loro struttura, era come lo splendore del crisolito; e tutt’e quattro avevano una sola somiglianza. E il loro aspetto e la loro struttura era proprio come se una ruota fosse in mezzo a una ruota. Quando andavano essi andavano nei quattro loro rispettivi lati. Quando andavano non si voltavano. E in quanto ai loro cerchi, avevano una tale altezza che causavano timore; e i loro cerchi erano pieni d’occhi tutto intorno a tutt’e quattro”. — Ezec. 1:16-18.
31. Chi accompagnava il carro a somiglianza di corrieri?
31 Nei tempi antichi i carri reali avevano corrieri che correvano loro davanti e di fianco, per conferire magnificenza a chi era sul carro. (1 Re 1:5; 18:44-46) Il profeta Ezechiele vide nella visione che quattro cherubini accompagnavano il carro celeste. Quei cherubini corrispondevano ai corrieri. Dapprima Ezechiele li chiama “creature viventi”. Non erano per certo creature umane, nonostante che avessero alcuni tratti simili a quelli dell’uomo. (Ezec. 1:5, 15; 10:9-13) Il profeta Ezechiele ci aiuta a visualizzare come gli apparve quindi la vista delle quattro creature viventi e del carro con una gloria quasi indescrivibile:
32. Secondo la descrizione di Ezechiele, qual era l’aspetto dei cherubini?
32 “E vedevo, ed ecco, c’era un vento tempestoso che veniva dal nord, una gran massa di nuvole e fuoco guizzante, e aveva fulgore tutto intorno, e di mezzo a esso era qualche cosa simile all’aspetto dell’elettro, di mezzo al fuoco. E di mezzo a esso era la somiglianza di quattro creature viventi, e questo era il loro aspetto: avevano la somiglianza dell’uomo terreno. E ciascuno aveva quattro facce, e ciascuno d’essi quattro ali. E i loro piedi erano piedi diritti, e la pianta dei loro piedi era simile alla pianta del piede del vitello, e sfavillavano come con lo splendore del rame forbito. E sotto le loro ali ai loro quattro lati erano mani d’uomo, e tutt’e quattro avevano le loro facce e le loro ali. Le loro ali si congiungevano l’una all’altra. Non si voltavano quando andavano; andavano ciascuno diritto innanzi a sé”.
33. Quali facce avevano le cherubiche creature viventi?
33 Il profeta Mosè non fece nessuna descrizione dei cherubini che apparvero all’ingresso del giardino di Eden oltre trentaquattro secoli prima quando Adamo ed Eva ne furono cacciati. (Gen. 3:24) Ma il profeta Ezechiele ci fa la suddetta descrizione delle cherubiche creature viventi, aggiungendo quanto segue: “E in quanto alla somiglianza delle loro facce, tutt’e quattro avevano una faccia d’uomo con una faccia di leone a destra, e tutt’e quattro avevano una faccia di toro a sinistra; tutt’e quattro avevano anche una faccia d’aquila. Così erano le loro facce. E le loro ali si spiegavano verso l’alto. Ciascuno ne aveva due che si congiungevano l’una all’altra, e due che coprivano i loro corpi”. — Ezec. 1:4-11.
34. In che modo le ruote erano in armonia col movimento dei cherubini?
34 In che modo le ruote del carro celeste erano in armonia col movimento dei cherubini simili a corrieri? Il profeta Ezechiele ci dice: “E quando le creature viventi andavano, le ruote andavano accanto a loro, e quando le creature viventi si sollevavano da terra, le ruote si sollevavano. Ovunque lo spirito fosse incline ad andare, andavano, essendo lo spirito incline ad andarvi; e le ruote stesse si sollevavano al loro lato, poiché lo spirito della creatura vivente era nelle ruote. Quando essi andavano, queste andavano; e quando essi stavano fermi, queste stavano ferme; e quando essi si sollevavano da terra, le ruote si sollevavano al loro lato, poiché lo spirito della creatura vivente era nelle ruote.” — Ezec. 1:19-21.
35, 36. (a) Che cosa simboleggiano i tratti dei cherubini? (b) Che cosa vide Ezechiele al di sopra dei cherubini e delle ruote, e che cosa udì?
35 Creature conformi alla descrizione di quelle cherubiche creature viventi non esistono naturalmente nei cieli, nell’invisibile reame spirituale. Per questa ragione i vari tratti del loro aspetto apparentemente grottesco erano simbolici di buone qualità come quelle che sono notevoli nell’uomo, nel leone, nel toro, nell’aquila e in altre creature alate. Per quanto queste qualità siano interessanti, per il momento qui ci interessiamo maggiormente di ciò che era al di sopra delle quattro cherubiche creature viventi e al di sopra delle ruote accanto a loro. Che cosa vide lassù il profeta Ezechiele? Egli ci narra:
36 “E sopra le teste delle creature viventi era la somiglianza di una distesa simile allo scintillìo di tremendo ghiaccio, stesa al di sopra delle loro teste. E sotto la distesa le loro ali erano diritte, l’una verso l’altra. Ciascuno aveva due ali che coprivano da un lato e ciascuno ne aveva due che coprivano dall’altro i loro corpi. E udii il suono delle loro ali, un suono simile a quello di vaste acque, simile al suono dell’Onnipotente, quando andavano, il suono di un tumulto, simile al suono di un accampamento. Quando stavano fermi, abbassavano le loro ali”. — Ezec. 1:22-24.
37. Come quale parte del carro serve la “distesa”, e che cosa dominò tutti gli altri effetti sonori?
37 Ah, che “distesa”! Era la tribuna di quel carro celeste. Sembrava ghiaccio traslucido, ma era tremendo. Colui che era sul carro era così raffigurato come avanzante per eseguire la sua decisione giudiziaria su una ferma tribuna, simile ad acqua congelata. Sotto questa ispiratrice tribuna il suono del movimento del carro dell’Onnipotente era simile a quello di acque tumultuose, o simile a quello di un accampamento di soldati che facessero molto clamore per entrare in azione giustiziando i nemici dell’Onnipotente. Ma ci fu una voce che dominò tutti questi effetti sonori sotto la tribuna simile a ghiaccio o “distesa”. Il profeta Ezechiele l’ode venire dal di sopra della tremenda distesa. Veniva dall’Onnipotente che era sulla tribuna di questo carro. Quale aspetto assunse egli? Ezechiele ci narra:
COLUI CHE È SUL CARRO CELESTE
38. Come descrive Ezechiele colui che è sul carro e gli effetti di luce intorno a lui?
38 “E ci fu una voce al di sopra della distesa che era sulla loro testa. (Quando stavano fermi, abbassavano le loro ali). E al di sopra della distesa che era sulla loro testa c’era qualche cosa dall’aspetto simile alla pietra di zaffiro, la somiglianza di un trono. E sopra la somiglianza del trono c’era una somiglianza di qualcuno nell’aspetto simile all’uomo terreno sopra di esso, di sopra. E vidi qualche cosa simile allo splendore dell’elettro, simile all’aspetto del fuoco tutto intorno dentro di esso, dall’aspetto dei suoi fianchi in su; e dall’aspetto dei suoi fianchi in giù vidi qualche cosa simile all’aspetto del fuoco, e aveva fulgore tutto intorno. C’era qualche cosa simile all’aspetto dell’arco che compare nella massa di nuvole nel giorno del rovescio di pioggia. Così era l’aspetto del fulgore all’intorno. Era l’aspetto della somiglianza della gloria di Geova. Quando lo vidi caddi sulla mia faccia, e udivo la voce di uno che parlava”. — Ezec. 1:25-28.
39. (a) In quale parola sono riassunti tutti quegli effetti di luce? (b) Quanti particolari sono indicati circa colui che è sul carro, e a che cosa somigliava il suo trono?
39 Lo splendore simile a quello dell’elettro (lega metallica di oro e argento), il fuoco che completamente circondava e delimitava colui che era sul carro, con lo splendore tutto intorno, e il semicircolare arco con tutta la varietà dei colori dell’arcobaleno, tutto questo è riassunto in una sola parola descrittiva: “gloria”. La “gloria di Geova”! C’era l’aspetto di una forma che faceva pensare a quella dell’uomo, con un “aspetto dei suoi fianchi”. Ma non è indicato nessun particolare circa i tratti della faccia e della forma. Il trono su cui siede questo Onnipotente, Geova, è come una pietra di zaffiro tagliata e sfaccettata abilmente, il cui blu cupo fa pensare ai cieli, dove Geova ha realmente il suo trono. Da questo trono simile a zaffiro Geova parlò al suo profeta Ezechiele.
40. Dov’era il celeste carro di cui Ezechiele ebbe una visione l’anno dopo?
40 L’anno dopo il profeta Ezechiele ebbe un’altra visione del celeste carro di Geova con le ruote ai lati delle quali erano le cherubiche creature viventi, questa volta, comunque, dinanzi al tempio edificato dal re Salomone in Gerusalemme. “E continuai a vedere”, dice Ezechiele, “ed ecco, sulla distesa che era sopra la testa dei cherubini c’era qualche cosa che era come la pietra di zaffiro, come l’aspetto della somiglianza di un trono, che appariva sopra loro. . . . E i cherubini stavano alla destra della casa quando l’uomo entrò, e la nuvola empiva il cortile interno. E la gloria di Geova sorgeva dai cherubini presso la soglia della casa, e la casa si empì gradualmente della nuvola, e il cortile stesso fu pieno del fulgore della gloria di Geova. E il medesimo suono delle ali dei cherubini si fece udire nel cortile esterno, come il suono dell’Iddio Onnipotente quando parla”. — Ezec. 10:1-5; 8:1.
41. (a) Da dov’era venuto il carro, e che cosa indicava la sua nuova località? (b) In che senso fu come se Ezechiele stesso distruggesse Gerusalemme?
41 Così il celeste carro di Geova si era mosso dal fiume babilonese di Chebar, dove Ezechiele ne aveva prima avuto visione, ed era andato verso ovest a Gerusalemme e nel suo tempio. Questo indicava che l’ardente esecuzione della decisione giudiziaria di Geova sull’infedele Gerusalemme e sul suo contaminato tempio si avvicinava. La città, insieme al suo tempio, doveva essere distrutta. (Ezec. 10:6-22) In modo figurativo, Ezechiele distruggeva egli stesso l’infedele città di Gerusalemme. In che modo? Ricevendo da Geova il mandato di essere profeta e dichiarando quindi il messaggio dell’incombente distruzione. Vent’anni dopo che Ezechiele aveva visto il carro di Geova presso il fiume Chebar, o quattordici anni dopo l’effettiva distruzione di Gerusalemme, Ezechiele fu indotto a ripensare alla propria distruttiva missione. Nel venticinquesimo anno del suo esilio in Babilonia gli fu data la visione di un nuovo tempio di Geova, in tutta la sua completezza. Un angelo, assumendo l’aspetto di un uomo, condusse Ezechiele a vederlo.
42. Quattordici anni dopo la distruzione di Gerusalemme, quale visione di Dio ebbe Ezechiele in relazione al nuovo tempio?
42 “Egli mi fece quindi andare alla porta, alla porta che guarda verso oriente”, dice Ezechiele. “Ed ecco, la gloria dell’Iddio d’Israele veniva dalla direzione dell’oriente, e la sua voce era simile alla voce di vaste acque; e la terra stessa splendé della sua gloria. Ed era simile all’aspetto della visione che avevo vista, simile alla visione che vidi quando venni a ridurre in rovina la città; e c’erano aspetti simili all’aspetto che vidi presso il fiume Chebar, e caddi sulla mia faccia. E la stessa gloria di Geova venne nella casa per la via della porta la cui facciata era rivolta a oriente”. — Ezec. 43:1-4; 40:1-4.
43. L’effetto della visione su Ezechiele che cosa indica circa la gloria di Dio?
43 Così gloriosa fu la visione dell’Onnipotente Dio Geova che bastò a far cadere il fragile uomo carnale sulla sua faccia, prostrandosi. La gloria di Geova Dio non è da guardare in maniera profana, impudente, in atto di sfida. Le miracolose visioni di Ezechiele della “gloria di Geova” furono abbastanza tremende da far tremare un uomo facendolo sentire obbligato ad adorare. Ma Ezechiele sopravvisse a queste straordinarie esperienze secondo il proposito che Dio aveva riguardo a lui.
44. In considerazione della visione di Ezechiele, perché conviene che ora gli uomini acquistino conoscenza di Dio e facciano la pace con lui?
44 Glorioso è Geova Dio mentre avanza vittoriosamente sul suo celeste carro, servito dalle sue cherubiche creature viventi. Similmente egli avanza oggi per eseguire i suoi giudizi. Conviene che ora gli uomini acquistino conoscenza di questo Dio e facciano e mantengano la pace con lui.