-
Gli avidi periranno?La Torre di Guardia 1973 | 1° giugno
-
-
il popolo di Geova ed Egli è divenuto il loro Dio.
Gli Israeliti spirituali, comunque, non sono gli unici a ricevere oggi la benedizione di Dio. Nel sesto secolo a.E.V. gli Israeliti naturali non furono i soli a tornare dall’esilio babilonese. Fra quelli che tornarono ci furono dei non Israeliti come gli schiavi del tempio netinei. (Esd. 2:58) Similmente, dall’anno 1935 E.V., una “grande folla” di persone simili a pecore in continuo aumento ha abbandonato “Babilonia la Grande” e gode ora del favore di Geova insieme al restaurato rimanente sul simbolico “suolo” dell’Israele spirituale. Avendo intrapreso la pura, incontaminata adorazione di Geova, essi, insieme al rimanente, saranno risparmiati quando l’avida cristianità e il resto di “Babilonia la Grande” saranno distrutti.
BISOGNO DI AVVERTIMENTO
La distruzione della cristianità e del resto di “Babilonia la Grande” è così sicura come la distruzione che si abbatté sull’antica Gerusalemme nel 607 a.E.V. Com’è perciò urgente che qualcuno dia l’avvertimento della prossima calamità! Dando tale avvertimento si imiterebbe ciò che fece il profeta Ezechiele. Dopo che Geova gli ebbe rivelato in visione che gli avidi di Gerusalemme e del paese di Giuda avrebbero ricevuto la retribuzione divina, Ezechiele riferisce:
“Uno spirito stesso mi alzò e infine mi portò in Caldea al popolo esiliato, nella visione mediante lo spirito di Dio; e la visione che avevo vista ascese di sopra a me. E io pronunciavo al popolo esiliato tutte le cose di Geova che egli mi aveva fatte vedere”. — Ezec. 11:24, 25.
Cessato il potere d’ispirazione delle visioni Ezechiele si rese conto che era nella sua casa in esilio e che gli anziani di Giuda erano seduti dinanzi a lui. Immediatamente cominciò a dire a questi uomini ciò che aveva visto e che gli era stato comandato di dire. Non si limitò solo a parlar loro, ma uscì dalla sua casa per dirlo ad altri ancora. Era una cosa che riguardava tutti gli esiliati.
Se oggi comprendiamo che presto Geova Dio porrà fine a tutta l’avidità nonché a tutti gli avidi, imiteremo Ezechiele e ne parleremo ad altri. Questo darà loro l’occasione di cambiare le loro vie e mettersi nella posizione di ricevere la protezione e la benedizione di Dio. Per di più, vorremo essere decisi a farci trovare in una condizione che significherà la sicurezza per noi quando la “grande tribolazione” porrà fine a questo intero avido sistema di cose, inclusa la cristianità.
-
-
Fedeltà, non martirioLa Torre di Guardia 1973 | 1° giugno
-
-
Fedeltà, non martirio
Di tanto in tanto si vede un articolo di giornale che parla di un caso relativo ai testimoni di Geova i quali fanno obiezione a una trasfusione di sangue benché i medici dicano che è in pericolo la vita. Alcuni potrebbero chiedersi se i Testimoni fanno ciò perché desiderino essere martiri, per ottenere l’approvazione di altri.
The American Journal of Surgery (Volume 116, luglio 1968) commentò a questo riguardo: “I Testimoni di Geova come individui sono in grado di dimostrare più ragionevolezza di quanto la loro immagine pubblica non riveli. Essi sfidano la pressione che si fa su di loro perché biasimano la coercizione. La santità non è comunque la loro ambizione e la loro resistenza alla trasfusione non è motivata dal desiderio di sacrificarsi”.
No, i Testimoni non cercano d’esser martiri. Piuttosto, rifiutano in coscienza le trasfusioni di sangue, benché siano disposti ad accettare altre forme di trattamento medico, perché la Bibbia stessa dice che i cristiani devono astenersi dal sangue. — Atti 15:19, 20, 29.
-