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Tingere, tinturaAusiliario per capire la Bibbia
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mollusco è minima, accumularne una quantità notevole era un procedimento costoso. Perciò la tintura era preziosa e gli abiti tinti di porpora distinguevano personaggi ricchi o altolocati. (Est. 8:15; Luca 16:19) Geova fece descrivere la città fenicia di Tiro dicendo che era ricca di lana tinta di porpora rossiccia e altri tessuti variopinti, e anche ne faceva commercio. — Ezec. 27:2, 7, 24.
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TinoAusiliario per capire la Bibbia
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Tino
Vedi STRETTOIO.
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TiracaAusiliario per capire la Bibbia
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Tiraca
(Tiràca).
Forse il faraone Taharqa, terzo sovrano etiope della “venticinquesima dinastia” d’Egitto. Le date attribuite in genere dagli storici moderni al regno di Taharqa non corrispondono però alla cronologia biblica. Durante il regno di Ezechia, mentre Sennacherib re d’Assiria combatteva contro Libna, giunse notizia che Tiraca avanzava contro gli assiri. (II Re 19:8, 9; Isa. 37:8, 9) Un’iscrizione assira, pur non menzionando Tiraca, indica che Sennacherib sconfisse gli eserciti venuti dall’Egitto e catturò “i guidatori di carri del re d’Etiopia”. Il successivo sovrano assiro, Esar-Addon, si vantava di aver conquistato l’Egitto: “Il suo re, Tiraca, ferii cinque volte con le frecce e regnai su tutto il suo paese”. Durante il regno di Assurbanipal, figlio e successore di Esar-Addon, Tiraca si ribellò all’Assiria. Ma, secondo Assurbanipal, “il terrore della (sacra) arma di Assur, mio signore, raggiunse Tiraca dove si era rifugiato e non si sentì più parlare di lui”.
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TiroAusiliario per capire la Bibbia
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Tiro
[roccia].
Il principale porto fenicio situato circa 52 km a N del monte Carmelo e 35 km a S di Sidone. La città era nota per la sua antichità (Isa. 23:1, 7), ma non si sa quando sia stata fondata come colonia dei sidoni. È menzionata per la prima volta nel 1467 a.E.V. dopo la conquista della Terra Promessa, e a quel tempo era una città fortificata. In questo caso si parla di Tiro in relazione ai confini del territorio della tribù di Aser. Fin dall’inizio, e per tutta la sua storia, Tiro a quanto pare rimase fuori dei confini di Israele come stato limitrofo indipendente. — Gios. 19:24, 29; II Sam. 24:7.
A volte fra Tiro e Israele c’erano rapporti amichevoli, specie durante il regno di Davide e di Salomone. Esperti artigiani tiri furono impiegati per costruire il palazzo reale di Davide con legno di cedro inviato da Hiram re di Tiro. (II Sam. 5:11; I Cron. 14:1) I tiri inoltre fornirono a Davide il legno di cedro usato poi per la costruzione del tempio. — I Cron. 22:1-4.
Dopo la morte di Davide, Hiram re di Tiro fornì a Salomone materiali e aiuto per la costruzione del tempio e di altri edifici governativi. (I Re 5:1-10; 7:1-8; II Cron. 2:3-14) Il figlio di una israelita e di un tiro esperto nel lavorare il rame, che era lui stesso un abile artigiano, fu impiegato nella costruzione del tempio. (I Re 7:13, 14; II Cron. 2:13, 14) Per l’aiuto dato i tiri furono pagati in grano, orzo, olio e vino. (I Re 5:11, 12; II Cron. 2:15) Inoltre Salomone diede al re di Tiro venti città, ma questi non fu eccessivamente soddisfatto. — I Re 9:10-13.
Tiro in seguito diventò una delle più grandi potenze navali del mondo antico, e sia i suoi marinai che la flotta commerciale di navi di “Tarsis” erano famosi per i viaggi in paesi lontani. Il re di Tiro e Salomone si unirono in un’impresa marittima per l’importazione di oro di Ofir e altre cose preziose. — I Re 9:26-28; 10:11, 22; II Cron. 9:21.
Nonostante tutti i rapporti che i tiri ebbero con Israele non c’è alcuna indicazione che come popolo s’interessassero dell’adorazione di Geova; i loro rapporti erano strettamente commerciali. I tiri erano di stirpe cananea e come religione praticavano una forma di adorazione di Baal; loro principali divinità erano Melqart e Astarte (Astoret). Izebel era figlia di Etbaal, re dei sidoni (e anche di Tiro) all’epoca del suo matrimonio con Acab, re del regno settentrionale di Israele. Izebel fu infame nella sua decisione di eliminare l’adorazione di Geova. — I Re 16:29, 31; 18:4, 13, 19.
CONDANNA DA PARTE DI DIO
Tiro non incorse nella severa condanna di Dio solo per la malvagità di Izebel e di sua figlia Atalia. La città era diventata grande a spese di altri popoli, fra cui Israele. Produceva oggetti di metallo, vetro e porpora, era un centro di scambi per le carovane provenienti dall’entroterra, e un grande emporio di esportazione e importazione. Questa espansione industriale e commerciale era accompagnata da ricchezza, presunzione e orgoglio. I suoi mercanti e commercianti si vantavano di essere i principi e gli onorevoli della terra. (Isa. 23:8) Tiro finì per assumere un atteggiamento di opposizione a Geova e cospirò con le nazioni vicine contro il popolo di Dio. (Sal. 83:2-8) Il suo sfacciato disprezzo nei confronti di Geova fu causa dell’avverso giudizio, della caduta e distruzione della città.
Verso la fine del IX secolo a.E.V. Geova notò l’arroganza della città. Perciò l’avvertì che sarebbe stata ripagata per aver derubato il suo popolo dell’oro, dell’argento e di molte cose desiderabili usate invece per abbellire i suoi templi. Tiro avrebbe inoltre dovuto rendere conto per aver venduto schiavo il popolo di Dio. — Gioe. 3:4-8; Amos 1:9, 10.
In seguito il profeta Isaia mise per iscritto un’altra dichiarazione contro Tiro, la quale indicava che sarebbe stata dimenticata per “settant’anni”. (Isa. 23:1-18) Anni dopo il profeta Geremia incluse Tiro fra le nazioni destinate a bere il vino dell’ira di Geova. (Ger. 25:8-17, 22, 27; 27:2-7; 47:2-4) Poiché le nazioni menzionate nella profezia di Geremia dovevano “servire il re di Babilonia per settant’anni” (Ger. 25:8-11), questo fa pensare che sia la profezia di Isaia che quella di Geremia si riferissero alla campagna di Nabucodonosor contro Tiro.
Anche per mezzo di Ezechiele, contemporaneo di Geremia, Geova predisse calamità per Tiro per mano di Nabucodonosor. (Ezec. 26:1-28:19) Benché Tiro fosse stata simile a una bella nave con vele multicolori, ponti coperti e prua intarsiata d’avorio, sarebbe affondata in mare aperto. (Ezec. 27:3-36) Il “re” di Tiro (a quanto pare la dinastia regnante) si era vantato con presunzione: “Io sono un dio. Mi son seduto al posto di dio”. Ma fu deposto come un profano e distrutto nel fuoco. — Ezec. 28:2-19.
DISTRUZIONE DELLA CITTÀ
Durante il lungo assedio di Tiro, la testa dei soldati di Nabucodonosor fu “resa calva” a furia di sfregare contro l’elmo, e le loro spalle rimasero ‘scorticate’ a furia di trasportare il materiale usato per costruire opere d’assedio. Poiché Nabucodonosor non ricevette alcun ‘salario’ per il servizio reso quale Suo strumento nell’eseguire il giudizio contro Tiro, Geova promise di compensarlo con la ricchezza dell’Egitto. (Ezec. 29:17-20) Secondo lo storico ebreo Giuseppe Flavio (Contro Apione, Libro I, 21), l’assedio durò tredici anni e costò molto ai babilonesi. La storia secolare non precisa fino a che punto gli sforzi di Nabucodonosor siano stati completi o efficaci. Ma la perdita di vite umane e beni inflitta ai tiri dovette essere ingente. — Ezec. 26:7-12.
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