Capitolo XX
Preservata una “terza parte” in un paese purificato
1. Non è riuscita la cristianità a produrre la specie di paese che le persone di cuore onesto desiderano, e chi ha promesso di produrre il desiderato Paradiso in cui oggi possiamo confidare?
CIÒ che le persone decorose, di cuore onesto e dalla giusta disposizione oggi desiderano è un paese in cui gli abitanti vivano una vita pura e in cui non ci sia ipocrisia religiosa o frode e inganno. La cristianità, dopo aver provato le sue centinaia di varietà di cosiddette religioni cristiane, non è riuscita a produrre un tale paese. Ogni speranza è stata ora perduta che possa mai riuscirci. Essa non può mettere in mostra nessun paese per provare che possa purificare la malvagità e l’impurità religiosa. Non ha generato in nessun luogo un paradiso spirituale fra le centinaia di milioni di aderenti alle sue chiese. Se il Creatore del cielo e della terra dovesse dipendere da lei per produrre una terra purificata con una religione pura e incontaminata, ciò non avverrebbe mai. Ma Dio Onnipotente la produrrà di nuovo, a suo modo, per mezzo della propria organizzazione teocratica. La Sua promessa di far ciò è ancora sicura, perché tutte le persone di mente retta oggi vi ripongano fiducia.
2. Dopo aver parlato del lamento per colui che fu “trafitto”, che cosa dice Geova che sarà aperta per il peccato e per la cosa orrenda?
2 È interessantissimo esaminare come Dio illustra il suo proposito di fare questa cosa rimarchevole. Nella sua “dichiarazione” ha appena finito di parlare del cordoglio e dell’amaro lamento che ci sono nel suo paese perché è stato trafitto il Messia in cui gli abitanti del paese avevano riposto le loro speranze. (Zaccaria 12:1, 10-14) Immediatamente dopo, egli prosegue, dicendo: “In quel giorno ci sarà una fonte aperta alla casa di Davide e agli abitanti di Gerusalemme per il peccato e per la cosa orrenda”. — Zaccaria 13:1.
3. Che cosa prova se la cristianità si è valsa di quella “fonte” che fu aperta per il peccato e per la cosa orrenda?
3 Vediamo oggi prevalere in tutta la terra ‘il peccato e la cosa orrenda’, pure nella cristianità? Se li vediamo, è evidente che la cristianità non si è valsa di quella “fonte” che doveva essere aperta “in quel giorno”. Ora siamo “in quel giorno”, non è vero? Qui la parola “giorno” non si riferisce a un giorno di ventiquattro ore. Come possiamo determinare se siamo in quel “giorno” di favore? Possiamo far questo considerando tutte le circostanze attinenti.
4. (a) Chi apre quella “fonte”, per provvedere acqua a quale scopo? (b) Secondo le Scritture, quali sono alcune cose orrende che non appartengono al tempio di Dio?
4 Quel “giorno” è preminentemente contrassegnato da una “fonte”. Questa fonte fu aperta da Geova, poiché egli stesso è Colui che la scava per mezzo dei suoi amorevoli provvedimenti. Egli fa in modo che si riempia d’acqua pura. Qual è il dichiarato scopo circa quest’acqua? Non è quello di estinguere la sete, ma quello della purificazione. La “fonte” con la sua acqua è aperta “per il peccato e per la cosa orrenda”. Fra le cose orrende presso Dio è quella descritta in Levitico 20:21: “E qualora un uomo prenda la moglie di suo fratello, è qualche cosa di orrendo. Egli ha scoperto la nudità di suo fratello. Essi dovrebbero rimanere senza figli”. Una cosa orrenda o impura non ha posto nel tempio di Dio. (2 Cronache 29:3-5) Una cosa orrenda dev’essere gettata via, anche se implica argento e oro. (Ezechiele 7:19) Agendo oltraggiosamente dinanzi a Dio, un individuo può fare di se stesso “una cosa orrenda”. (Lamentazioni 1:8) L’Israelita che si contaminava toccando un corpo morto era considerato come qualche cosa di orrendo e da non toccare finché non si fosse purificato con acqua mista a cenere di una sacrificata vacca rossa. — Numeri 19:2-22.
5. Come era stato reso il paese dagli abitanti prima che gli Israeliti ne prendessero possesso, e perché Geova aprì una “fonte per il peccato e per la cosa orrenda” a favore del rimanente che vi era stato restaurato?
5 Prima che gli Israeliti prendessero possesso del paese di Canaan, il paese era stato reso orrendo, sordido, impuro, “a causa dell’impurità dei popoli dei paesi, a causa delle loro cose detestabili con le quali l’hanno riempito da un’estremità all’altra con la loro impurità”. (Esdra 9:11) Ma dopo che gli stessi Israeliti avevano occupato per qualche tempo il paese, essi pure resero il paese orrendo, sordido, impuro, così che Geova poté dire: “La casa d’Israele dimora nel suo suolo, e continua a renderlo impuro col suo modo di procedere e con le sue opere. La loro via è divenuta dinanzi a me simile all’impurità della mestruazione”. (Ezechiele 36:16, 17; Levitico 15:19-33) Giustamente, quindi, Geova non volle che il paese del suo restaurato rimanente divenisse di nuovo un paese orrendo o che continuasse a esserlo. Per questo aprì tale “fonte” per togliere il peccato o una cosa orrenda.
6. (a) Poiché questo avvenne dopo il ritorno da Babilonia, perché la “casa di Davide” e gli “abitanti di Gerusalemme” avevano bisogno di tale fonte per purificarsi? (b) Per quanti, in realtà, era la “fonte”, e come potevano questi servirsene?
6 Quindi la “fonte” era aperta “alla casa di Davide e agli abitanti di Gerusalemme”. Ma non perdiamo di vista che questi erano del rimanente degli Israeliti che erano stati liberati da Babilonia e che eran tornati nel paese di Giuda a riedificare il tempio del loro Dio in Gerusalemme. Di conseguenza, pur essendovi fra loro una “casa di Davide”, non avevano un re della linea del re Davide a sedere su un trono reale in Gerusalemme. Zorobabele, ch’era venuto da Babilonia, era della “casa di Davide” ma era stato nominato semplicemente dal re Ciro di Persia perché fosse governatore di Giuda. (Zaccaria 4:6-10; Matteo 1:6-13) Il Messia doveva ancora venire perché avessero un re della “casa di Davide”. È quindi naturale che, come qui si intende, la “casa di Davide” e gli “abitanti di Gerusalemme” avevano bisogno di purificarsi dal “peccato” e da qualsiasi “cosa orrenda”. Avevano bisogno che si aprisse quella “fonte”. Infatti, la “casa di Davide” e gli “abitanti di Gerusalemme” rappresentavano la loro intera nazione. L’intera nazione aveva bisogno di quella “fonte” con le sue acque di purificazione, e di questo provvedimento divino si sarebbero potuti servire quando fossero saliti a Gerusalemme per le loro feste annuali.
7. Quando fu aperta quella “fonte” alla “casa di Davide” e agli “abitanti di Gerusalemme”, e all’inizio con quali risultati?
7 Quando fu aperta quella “fonte” alla “casa di Davide” e agli “abitanti di Gerusalemme” e alla nazione che questi rappresentavano? Questo avvenne dopo che era stato risuscitato Colui che ‘trafissero’ a morte sul palo di tortura fuori delle mura di Gerusalemme il giorno di Pasqua del 33 E.V. Questo gli permise di ascendere al cielo e di entrare alla presenza di Geova Dio e di presentargli il valore del sangue che aveva versato per l’espiazione dei peccati. In seguito, nel giorno festivo di Pentecoste, il 6 Sivan del 33 E.V., Geova Dio impiegò il Messia, Gesù Cristo, che aveva espiato i peccati, per versare lo spirito santo sui suoi fedeli discepoli in Gerusalemme, cominciando da circa 120 di essi. Più tardi, quello stesso giorno, circa tremila Giudei confessarono la loro colpa d’aver partecipato all’uccisione del Messia, Gesù, e furono battezzati in acqua per divenire suoi discepoli e, inoltre, furono battezzati con lo spirito santo. — Atti 1:2-5, 15; 2:1-36.
8, 9. (a) Che cosa significò il consiglio di Pietro in quel giorno di Pentecoste per quelle migliaia di Giudei compunti nella coscienza, rispetto alla “fonte”? (b) Quale assicurazione ne diede in seguito Pietro ai Giudei nel tempio?
8 Quando, ora, il cristiano apostolo Pietro disse a quelle migliaia di Giudei compunti nella coscienza: “Pentitevi, e ciascuno di voi si battezzi nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e riceverete il gratuito dono dello spirito santo”, che cosa significò questo? (Atti 2:37, 38) Significò che era “quel giorno” predetto in Zaccaria 13:1. Significò che la “fonte” era stata aperta “alla casa di Davide e agli abitanti di Gerusalemme per il peccato e per la cosa orrenda”. Avrebbe potuto esserci “una cosa orrenda” più grande di quella di istigare e partecipare alla violenza per mettere a morte il Messia, Gesù? È probabile che un notevole numero di Giudei fra quelle migliaia di Giudei avessero guardato il corpo di Gesù Cristo al palo quando era stato “trafitto” dalla lancia del soldato romano di guardia. (Giovanni 19:37) Ma l’acqua di quella “fonte” aperta avrebbe potuto togliere pure una tale “cosa orrenda”. Pietro l’assicurò quando in seguito disse ai Giudei nel tempio di Gerusalemme:
9 “E ora, fratelli, io so che avete agito per ignoranza, come anche i vostri governanti. Ma in questo modo Dio ha adempiuto le cose che aveva annunciate in anticipo per bocca di tutti i profeti [compreso Zaccaria 12:10], che il suo Cristo avrebbe sofferto. Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati, onde vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro e onde egli mandi il Cristo che vi ha costituito, Gesù”. — Atti 3:17-20.
10. Secondo Paolo, quanti Giudei naturali si valsero di quella “fonte”, e per quanto tempo Gerusalemme con la sua “casa di Davide” fu apparentemente il luogo letterale di quella “fonte”?
10 Questo avveniva nell’anno 33 E.V., ma anche nell’anno 56 E.V. l’apostolo Paolo indicò sotto ispirazione che solo un rimanente dei circoncisi Giudei naturali guardava il “trafitto” Messia, Gesù, con fede e si valeva della “fonte” di acque di purificazione: “Vi è anche al tempo presente un rimanente secondo l’elezione dovuta all’immeritata benignità”. (Romani 11:5; 9:27, 28) Nell’anno 70 E.V. la giudaica Gerusalemme fu distrutta dalle legioni romane e cessò d’esser disponibile per l’applicazione di Zaccaria 13:1 a lei letteralmente, e la sua “casa di Davide” perse l’identificazione per mezzo delle registrazioni genealogiche, poiché queste si persero.
11. In maniera parallela, quando un rimanente di Israeliti spirituali comparve nella scena, e che cosa apprezzarono in quanto all’ira di Dio verso di loro (Isaia 12:1, 2)?
11 Comunque, c’è un adempimento parallelo di Zaccaria 13:1 sul rimanente degli Israeliti spirituali, che hanno a che fare con la “Gerusalemme celeste”, la “città dell’Iddio vivente”. Durante la prima guerra mondiale del 1914-1918 E.V., il rimanente degli Israeliti spirituali venne sotto la schiavitù babilonica e diede prova d’esser colpevole di mancanze e impurità spirituali. Nell’anno 1919 ci fu la loro liberazione dall’organizzazione di Babilonia la Grande e dai suoi amanti politici e militari. Quindi essi cominciarono ad apprezzare e a discernere l’applicazione delle parole di Isaia 12:1, 2: “E in quel giorno di sicuro dirai: ‘Ti ringrazierò, o Geova, poiché sebbene tu ti adirassi con me, la tua ira gradualmente si stornò, e mi confortavi. Ecco, Dio è la mia salvezza. Io confiderò e non avrò nessun terrore; poiché Iah Geova è la mia forza e la mia potenza, e di me è stato la salvezza’”.a Così ora, come al tempo di Zaccaria, ci fu un restaurato rimanente, liberato da Babilonia la Grande che si dedicava a edificare la pura adorazione di Geova nel suo tempio spirituale.
12. (a) Quando fu aperta loro una “fonte” di acqua di purificazione, e perché? (b) Come si adempì così la profezia di Ezechiele 36:24, 25?
12 Questo restaurato unto rimanente di Israeliti spirituali doveva purificarsi da ogni “peccato” e da ogni “cosa orrenda” che si erano attaccati loro durante la loro schiavitù sotto Babilonia la Grande e i suoi amanti mondani. Come qualche cosa di adatto allora ai loro bisogni spirituali, la “fonte” di acqua purificatrice fu aperta loro dal misericordioso Geova, in quell’anno di liberazione del 1919 E.V. Subito cominciarono a servirsi dell’acqua purificatrice di quella “fonte”. Quindi, in modo spirituale, si adempì la promessa divina di Ezechiele 36:24, 25: “E per certo vi prenderò dalle nazioni e vi radunerò da tutti i paesi e vi condurrò al vostro suolo. E per certo aspergerò su di voi acqua pura, e diverrete puri da tutte le vostre impurità; vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli di letame”. Durante la loro schiavitù spirituale in Babilonia la Grande, il rimanente aveva toccato le cose morte del mondo in preda alla follia bellica; e ora era come se Geova per mezzo di Cristo aspergesse il pentito rimanente con l’“acqua per la purificazione”, mista a cenere della scannata vacca rossa. — Numeri 19:1-13.
13. Fra quei ristabiliti Israeliti spirituali, chi fra loro doveva purificarsi, per corrispondere alla “casa di Davide” e agli “abitanti di Gerusalemme”, e perché?
13 Questo era richiesto nel caso di tutti i pentiti, ristabiliti membri del rimanente dell’Israele spirituale. Nessuno era troppo alto per importanza o responsabilità, rassomigliando alla “casa di Davide”, né nessuno era troppo comune o solito e numeroso, rassomigliando agli “abitanti di Gerusalemme”, da essere scusato da questa purificazione mediante l’acqua della “fonte” del provvedimento di Geova. Il generale corpo direttivo del rimanente dell’Israele spirituale, e anche gli anziani ufficiali come sorveglianti delle congregazioni locali di questi Israeliti spirituali dovevano purificarsi proprio come dovevano purificarsi i dedicati, battezzati membri delle loro congregazioni. (Atti 20:17-28; 14:23; Filippesi 1:1; 1 Timoteo 3:1-7; 4:14; Tito 1:5-9) Ci fu tra loro un’impurità della comunità. Nella predicazione, nell’insegnamento e nella vita quotidiana, essi avevano l’obbligo d’esser puri nel loro restaurato paese spirituale. Secondo che si mantenevano senza macchia da questo mondo, furono portati al punto di mantenere una stretta neutralità cristiana verso i violenti conflitti delle nazioni che accumulavano corpi morti. — Giacomo 1:27; Giovanni 15:18, 19; 17:14.
LA LEALTÀ VERSO DIO TRASCENDE I LEGAMI FAMILIARI
14, 15. (a) “Quel giorno” dev’essere anche un tempo per mettere alla prova quale qualità verso Geova? (b) In Zaccaria 13:2, 3, quale illustrativa guida ne diede Geova?
14 “Quel giorno” in cui la “fonte” è aperta “per il peccato e per la cosa orrenda” è anche un giorno per mettere alla prova il grado della propria lealtà verso Dio. Il rimanente che fu ristabilito da Babilonia nel 537 a.E.V. ne fu preavvertito. Descrivendo come gli adoratori dovevano esserGli leali e tali sarebbero stati, il Sovrano Signore Dio proseguì, dicendo ancora al suo profeta Zaccaria:
15 “‘E deve accadere in quel giorno’, è l’espressione di Geova degli eserciti, ‘che stroncherò i nomi degli idoli dal paese, e non saranno più ricordati; e farò anche passare dal paese i profeti e lo spirito di impurità. E deve accadere che nel caso in cui un uomo profetizzi ancora, suo padre e sua madre, quelli che lo hanno generato, devono anche dirgli: “Non vivrai, perché hai pronunciato falsità nel nome di Geova”. E suo padre e sua madre, quelli che lo hanno generato, lo devono trafiggere a causa del suo profetizzare’”. — Zaccaria 13:2, 3.
16. Qual è il “paese” da cui Geova ha stroncato i “nomi degli idoli”, e a che cosa questo ha dato luogo fra gli Israeliti spirituali d’oggi?
16 Riguardo al nostro tempo dall’anno 1919 E.V., Geova degli eserciti parla qui del paese spirituale del suo restaurato rimanente di Israeliti spirituali. Siccome questo Dio, che richiede esclusiva devozione verso di sé, ha reciso dal “paese” i “nomi degli idoli” dalla relazione con Lui, ora essi si rifiutano di adorare la “bestia selvaggia” uscita dal mare e anche l’“immagine” di quella bestia selvaggia. Oppure, se lo diciamo chiaramente senza usare quei simboli biblici delle istituzioni politiche, gli Israeliti spirituali si rifiutano di adorare in proporzioni mondiali lo stato politico nel suo insieme e anche la Lega delle Nazioni, e le Nazioni Unite che le son succedute. In questo modo evitano di subire la pena divina per aver portato il “marchio” della “bestia selvaggia”. (Rivelazione 13:1-18; 14:9, 10) Essendosi “accostati al monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste” ed essendo “iscritti nei cieli”, la loro “cittadinanza esiste nei cieli”. (Ebrei 12:22, 23; Filippesi 3:20) Essi non cedono dunque al delirio del nazionalismo terreno. Non compiono nessun gesto di adorazione o non assumono nessuna attitudine verso idoli nazionalistici. Non sono rammentati i nomi degli idoli. I leali Israeliti spirituali lodano il nome di Geova come il vero Dio, di cuore, con piena fedeltà verso di Lui.
17. In vista di quali avvertimenti di Gesù Cristo e dell’apostolo Giovanni fu opportuno che Geova facesse passar via i falsi profeti dal “paese”?
17 Geova ha anche fatto passar via dal paese spirituale del suo restaurato rimanente i falsi profeti e “lo spirito di impurità”. Gesù Cristo ci preavvertì riguardo a questo “termine del sistema di cose” che “sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno grandi segni e prodigi da sviare, se possibile, anche gli eletti”. (Matteo 24:3, 4, 24, 25) L’apostolo Giovanni avvertì: “Diletti, non credete ad ogni espressione ispirata [o, ad ogni spirito], ma provate le espressioni ispirate per vedere se hanno origine da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti nel mondo”. (1 Giovanni 4:1) Conformemente, fra il restaurato rimanente degli Israeliti spirituali ci sarebbe stata la necessità di guardarsi dai falsi profeti che avrebbero invaso sulla terra il loro paese spirituale o sarebbero sorti in mezzo a esso.
18, 19. (a) Perché Geova facesse passar via dal paese il falso profeta che cosa si richiedeva che compisse il ristabilito rimanente dell’Israele spirituale? (b) Quale consiglio dell’apostolo Pietro riguardo alla profezia ascoltarono?
18 In che modo Geova mantenne dunque puro il loro “paese” o la loro condizione spirituale nell’adorazione, adempiendo la propria promessa: “E farò anche passare dal paese i profeti e lo spirito di impurità”? (Zaccaria 13:2) Fece questo correggendo qualsiasi errata comprensione delle profezie bibliche che avessero prima del ripristino del rimanente nel loro “paese” nel 1919 E.V. Il “tempo della fine”, il “termine del sistema di cose”, che cominciò nel 1914 alla fine dei Tempi dei Gentili fu il tempo stabilito da Dio dell’adempimento di molte profezie. Queste non si eran potute capire finché non stettero per adempiersi o finché non si furono adempiute. Quindi alla luce di tutto ciò che era avvenuto dal 1914, il restaurato rimanente riesaminò le profezie che Dio aveva riservate per adempierle nel “tempo della fine”. (Daniele 12:4; Rivelazione 10:6, 7) Questo comprese un nuovo studio dei libri di Ezechiele e di Rivelazione, di cui era stata tentata e stampata una spiegazione nel luglio del 1917 nel libro intitolato “Il mistero compiuto”. Così il ristabilito rimanente ascoltò le parole:
19 “Abbiamo la parola profetica resa più sicura; e voi fate bene prestandole attenzione come a una lampada che risplenda in luogo tenebroso, finché albeggi il giorno e sorga la stella del mattino, nei vostri cuori. Poiché sapete prima di tutto questo, che nessuna profezia della Scrittura sorge da privata interpretazione. Poiché la profezia non fu mai recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo”. — 2 Pietro 1:19-21.
20. Come, figurativamente parlando, i genitori carnali trafiggevano il loro figlio che aveva profetizzato falsamente?
20 Qualsiasi tentata interpretazione della profezia, se era risultata incorretta alla luce degli avvenimenti storici e del più chiaro intendimento della Bibbia, fu corretta, senza tener conto di chi avesse offerto l’interpretazione. La questione da affrontare era qui la lealtà verso Dio e verso la sua ispirata Parola. Quindi, come illustrazione della lealtà richiesta, anche se un figlio carnale avesse fatto un’errata interpretazione della profezia divina e vi avesse persistito, come falso profeta, quindi i suoi propri genitori carnali nella loro lealtà verso Dio non avrebbero avuto più niente a che fare con lui in quanto alla religione. I genitori cristiani non potevano agire come sotto il patto della Legge mosaica, facendolo cioè mettere a morte; ma potevano dichiarare che per loro era morto in senso spirituale, nonostante che ne fossero i genitori in senso fisico. In questo modo, figurativamente parlando, lo dovevano “trafiggere a causa del suo profetizzare”. (Zaccaria 13:3; si paragoni Deuteronomio 13:1-5). Con il loro pieno consenso, un tale falso profeta era espulso, disassociato, dalla congregazione cristiana. Mediante tale lealtà da parte di tutti i membri del restaurato rimanente, il “profeta” di falsità sarebbe passato via dal loro “paese”.
21. Come, inoltre, si fece passar via “lo spirito di impurità” dal loro “paese” spirituale?
21 Sì, anche “lo spirito di impurità” sarebbe così passato via dal loro “paese” spirituale. Se quello spirito era un’ispirata espressione d’impurità di un sedicente profeta o qualsiasi tendenza, propensione o inclinazione all’impurità, i leali la disapprovavano e le resistevano. Come conseguenza qualsiasi impurità circa l’insegnamento religioso o la condotta morale era costretta a passar via, sotto l’impellente forza dello spirito santo di Dio. Il paese spirituale che Dio aveva loro dato doveva essere mantenuto come un “paese” in cui si sarebbe condotta una vita scritturalmente pura. Le persone scritturalmente e moralmente impure dovevano esserne disassociate. — 2 Corinti da 6:14 a 7:1; si paragoni Deuteronomio 13:6-18.
SMASCHERATA L’IPOCRISIA RELIGIOSA
22, 23. (a) Come Geova svergogna i falsi profeti? (b) Come Geova descrive i falsi profeti che cercano di nascondere la ragione per cui provano vergogna?
22 Geova, l’Iddio dei veri profeti, svergognerà tutti i falsi profeti o non adempiendo la falsa predicazione di tali sedicenti profeti o facendo adempiere le Sue proprie profezie in senso opposto alla predizione dei falsi profeti. I falsi profeti cercheranno di nascondere la ragione per cui proveranno vergogna, negando chi essi siano realmente. Cercheranno d’evitar d’essere uccisi o d’essere dichiarati spiritualmente morti dai leali adoratori di Geova. Egli predisse questo facendo continuare a dire al suo vero profeta Zaccaria:
23 “E deve accadere in quel giorno che i profeti proveranno vergogna, ciascuno della sua visione quando egli profetizzerà; e non indosseranno la veste ufficiale di pelo allo scopo di ingannare. Ed egli per certo dirà: ‘Io non sono profeta. Sono un uomo che coltivo il suolo, perché uno stesso uomo terreno mi ha acquistato sin dalla mia giovinezza’. E gli si deve dire: ‘Che sono queste ferite sulla tua persona fra le tue mani?’ E dovrà dire: ‘Quelle con le quali fui colpito nella casa di chi mi amava intensamente’”. — Zaccaria 13:4-6; si metta in contrasto con Amos 7:14-17.
24. Le ferite che produssero cicatrici al profeta ingannevole da chi ammise egli che gli erano state inflitte, e che cosa indicherebbe questo in quanto alla lealtà verso Dio in paragone con l’attaccamento verso i parenti carnali?
24 Così Geova predisse che il suo popolo, nel “paese” della restaurazione, sarebbe stato così bene istruito con la sua Parola e sarebbe stato così leale a Lui e alle Sue vere profezie che si sarebbe rifiutato d’essere amico e intenso amante di qualsiasi falso profeta. Se non l’avessero ucciso, l’avrebbero disciplinato e nella loro indignazione l’avrebbero colpito così duramente che ne sarebbero risultate visibili ferite e cicatrici. Tali segni sulla sua persona, sì, sul suo petto che sarebbero stati in parte esposti, avrebbero tradito la sua identità nonostante il fatto che si fosse tolti gli indumenti ufficiali che aveva preteso di indossare come profeta in buona fede di Geova Dio. Da chi aveva ricevuto tali ferite che avevan prodotto cicatrici? Dai suoi intensi amanti, sia che questi fossero i suoi propri genitori carnali o che fossero i suoi intimi associati. Comunque, la loro intensa lealtà verso Geova come l’Iddio della vera profezia sarebbe stata più forte del loro intenso amore nutrito fino ad allora verso un profeta ingannevole. Avrebbero posto l’amore verso Dio e verso la sua ispirata Parola al di sopra dell’amicizia personale con i parenti carnali o gli associati. Tale condotta avrebbe fatto passar via “i profeti e lo spirito di impurità” dal “paese” del rimpatriato popolo di Geova.
25. Da chi e sin da quando è stata adottata questa condotta di suprema lealtà verso Geova, e come questo ha influito sul loro “paese” spirituale?
25 Questa condotta di suprema lealtà verso il Sovrano Signore Geova è stata quella adottata dall’unto rimanente dal 1919 E.V. Questo ha dato luogo alla disassociazione o scomunica degli apostati o ribelli religiosi dall’organizzazione teocratica che Geova il celeste Teocrata ha stabilita fra il suo ubbidiente rimanente. Il leale rimanente ha riscontrato che non è la semplice “veste ufficiale di pelo”, non una uniforme o un tipo di veste professionale, a rendere vero profeta del solo vivente e vero Dio. Per questo han lasciato Babilonia la Grande, compresa la cristianità, con i suoi religiosi sacerdoti, predicatori, monaci e monache con abiti che li distinguono. Ciò che rende oggi vero profeta di Geova è la vera personalità cristiana quale propria identità e leale aderenza alla Parola e alle profezie di Geova. Non c’è dunque da meravigliarsi se i testimoni di Geova agendo da ministri della Parola di Dio indossano semplici abiti civili o le regolari vesti del popolo comune. Quindi il leale rimanente è disposto a mettere da parte l’intenso amore verso gli intimi associati e a infliggere “ferite” spirituali a questi disapprovati e rigettati apostati. Ciò ha permesso di fare del loro “paese” teocratico uno spirituale reame di pura vita di santità.
COLPITO IL PASTORE, VI È UNA DISPERSIONE
26. (a) In qualità di profeta, Gesù Cristo fu colpito e ferito per quale ragione? (b) Come Geova preannunciò questo per mezzo del profeta Zaccaria?
26 Sulla terra il più grande profeta di Geova fu colpito e ferito a morte, ma questo avvenne perché aveva dato prova d’essere un vero profeta dell’Iddio Altissimo sino alla fine. (Deuteronomio 18:15-22; Atti 3:13-23) La sua violenta morte causò per breve tempo la dispersione dei discepoli che gli erano leali. Il vero profeta Zaccaria fu impiegato per preannunciarlo, poiché Dio continuò a dirgli: “‘O spada, destati contro il mio pastore, pure contro l’uomo robusto che mi è associato’, è l’espressione di Geova degli eserciti. ‘Colpisci il pastore, e si disperdano quelle pecore del gregge; e per certo volgerò la mia mano su quelle che sono insignificanti’”. — Zaccaria 13:7.
27, 28. Per evitare lo sbaglio di alcuni traduttori moderni della Bibbia, l’applicazione di Zaccaria 13:7 fatta da chi accetteremo noi correttamente, e secondo quale racconto?
27 Certi moderni traduttori della Bibbia applicherebbero queste parole al “pastore inutile”, al “pastore senza valore”, trasferendo le parole di Zaccaria 13:7-9 e unendole a Zaccaria 11:17. (Si veda la traduzione [inglese] di Moffatt, An American Translation, The New English Bible). Ma non faremo nessuno sbaglio se prendiamo l’applicazione delle parole di Zaccaria 13:7 che ne fece Gesù Cristo, il più grande Profeta di Geova sulla terra. Era la notte della Pasqua giudaica a Gerusalemme, il 14 Nisan del 33 E.V. Gesù aveva appena celebrato la cena pasquale e aveva poi inaugurato la Cena del Signore (o, Pasto serale), e ora con i suoi undici apostoli fedeli era diretto al Giardino di Getsemani ai piedi del monte degli Ulivi. A questo punto leggiamo il racconto:
28 “Quindi Gesù disse loro: ‘Questa notte inciamperete tutti riguardo a me, poiché è scritto: “Colpirò il pastore, e le pecore del gregge saranno disperse”. Ma dopo che sarò stato destato, andrò davanti a voi in Galilea’”. — Matteo 26:31, 32; Marco 14:27, 28.
29. (a) Destandosi contro Gesù Cristo, come la spada si destava contro il Pastore di Geova quale “uomo robusto che mi è associato”? (b) Perché Geova poté confidare in Gesù Cristo quando invitò la spada a destarsi contro di lui?
29 Fece il grande profeta Gesù una vera applicazione delle parole prese da Zaccaria 13:7? Poco più tardi in quella stessa notte di Pasqua la “spada” della guerra si destò in effetti contro il vero Pastore di Geova, sì, contro l’uomo robusto che era il Suo primissimo e più intimo associato, Gesù Cristo il suo Figlio. Questi era il suo unigenito Figlio, “il primogenito di tutta la creazione”, “il principio della creazione di Dio”. (Giovanni 3:16; Colossesi 1:15; Rivelazione 3:14) Prima di nascere come creatura umana, egli aveva vissuto in cielo una vita spirituale con Geova Dio e si era associato al suo Padre celeste quando Egli creava tutte le altre cose, poiché per far questo Geova impiegò il suo unigenito Figlio come suo agente. (Giovanni 1:1-3; Colossesi 1:16-18) Perciò, Geova aveva la più piena fiducia nel suo Figlio, anche quando fu un perfetto uomo robusto sulla terra. Era convinto che il suo Figlio avrebbe mantenuto la propria integrità nella guerra del nemico. In questa assicurazione egli invitò la “spada” marziale dei nemici a ‘destarsi’ contro il suo Figlio.
30. Perché Gesù citò Zaccaria 13:7 come se Geova lo colpisse, e perché Gesù non resisté a che fosse colpito?
30 Poiché era stato Geova a emanare profeticamente il comando di ‘colpire il pastore’, era come se Egli stesso colpisse il pastore. Quindi Gesù poté citare le profetiche parole di Zaccaria 13:7 come se il Padre celeste dicesse: “Io colpirò il pastore”. (Si veda la traduzione greca dei Settanta in The Septuagint Bible [inglese], di Charles Thompson). La folla che quella notte di Pasqua venne guidata dal traditore Giuda Iscariota venne in effetti con spade e bastoni letterali. Gesù non cercò di resistere all’adempimento della profezia. Se il suo Padre celeste avesse ora dato il comando di colpire Gesù, egli vi si sarebbe sottomesso.
31. Quale domanda rivolse Gesù a Pietro dopo avergli detto di rimettere la sua spada che aveva estratta in difesa, e quale altra parte di Zaccaria 13:7 ora si avverò?
31 Così, quando l’apostolo Pietro cercò di difendere Gesù con una spada, Gesù gli disse di rimettere la spada nel suo fodero e commentò: “Credi tu che non mi possa appellare al Padre mio perché mi provveda in questo momento più di dodici legioni di angeli? In tal caso, come si adempirebbero le Scritture secondo le quali deve accadere così?” E avendo chiesto Gesù alla folla perché era venuta contro di lui, pacifico predicatore pubblico, “con spade e bastoni come contro un ladrone”, aggiunse: “Ma tutto questo è accaduto affinché s’adempissero le scritture dei profeti”. A questo punto non si adempì tutta la scrittura di Zaccaria. Un’altra parte si avverò, quando, come il racconto afferma: “Quindi tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono”. In tal modo si dispersero “quelle pecore del gregge”. — Matteo 26:51-56; Marco 14:47-50; Giovanni 18:1-9.
32. Chi sono “quelle che sono insignificanti”, e come Geova ora volse di nuovo la mano su di loro, secondo Zaccaria 13:7?
32 Gesù aveva correttamente applicato la profezia. Quella notte, quando come Pastore eccellente fu colpito con la “spada”, le sue pecore furono disperse, inciampando così riguardo a lui. Ma come si adempì l’altra parte di Zaccaria 13:7: “E per certo volgerò la mia mano su quelle che sono insignificanti”? Questo risultò un misericordioso e favorevole volgersi della mano di Geova, come nel caso di Isaia 1:25, 26. Con la sua “mano” di applicata potenza Geova degli eserciti protesse le pecore disperse. Questi timorosi apostoli erano “insignificanti” in paragone con il loro pastore eccellente Gesù Cristo. Inoltre, dal punto di vista del mondo giudaico di quel giorno erano “insignificanti”, non abbastanza importanti, da esser messi sotto custodia quella notte dell’arresto di Gesù. Tuttavia, non erano “insignificanti” secondo la stima di Geova, ed egli rivolse loro la sua compassionevole attenzione e li protesse e li preservò. Il terzo giorno, il 16 Nisan, egli li radunò di nuovo per far apparire loro il risuscitato Gesù e riprendere a pascerli. — Luca 24:33-43; Giovanni 20:1-29.
33. In che modo i nemici colpirono il Pastore di Geova con la loro “spada” durante la prima guerra mondiale, con quale intento, e come Geova rivolse la mano sugli “insignificanti”?
33 Al culmine della prima guerra mondiale nel 1918 E.V., ci fu una simile dispersione delle pecore del governativo pastore Gesù Cristo, che Geova aveva intronizzato nei cieli, affinché ‘sottoponesse in mezzo ai suoi nemici’. (Salmo 110:1, 2) Quei nemici terreni avevano in realtà dichiarato guerra contro il Pastore celeste che Geova aveva costituito per pascere il mondo del genere umano. Non potendo usare la “spada” della guerra direttamente contro il governativo Pastore di Geova, colpirono “quelle pecore del gregge” sulla terra usando i loro poteri e misure e disposizioni bellici contro queste “pecore”, per disperderle nella speranza di separarle permanentemente, così che non fossero in grado di riorganizzarsi. Ma, come nel primo secolo, Geova degli eserciti volse la sua mano su questi “insignificanti” del rimanente dell’Israele spirituale. In maniera meravigliosa li protesse e li preservò, e nel primo anno del dopoguerra del 1919 E.V. li radunò di nuovo in modo organizzato. Essendo stati così ravvivati ed esaltati nel Suo servizio, i loro nemici in apparenza trionfanti si stupirono ed ebbero timore. — Rivelazione 11:7-13.
STRONCATE “DUE PARTI”
34. Da che cosa è stroncata un’enorme parte della popolazione del mondo, e perché?
34 Colpito il Pastore e Associato di Geova, le conseguenze hanno influito su tutto il genere umano, fino a questo giorno. Un moderno parallelo di ciò ha avuto nel nostro ventesimo secolo notevoli effetti su questa generazione che è vissuta in questo “tempo della fine”, in questo “termine del sistema di cose”. Un’enorme parte della popolazione del mondo è ‘stroncata’ da qualsiasi partecipazione alla condizione o “paese” spirituale di favore e benedizione che Dio aveva loro concesso. A causa della loro preoccupazione per le cose materiali e politiche e sociali di questo attuale sistema di cose, sono indifferenti o ignari in quanto alla profezia di lunga portata di Zaccaria 13:8, 9 che si adempie verso di loro. Notate ciò che essa dice:
35. Quante “parti” dice Zaccaria 13:8, 9 che saranno “stroncate”?
35 “‘E deve accadere in tutto il paese’, è l’espressione di Geova, ‘che due parti in esso saranno stroncate e spireranno; e in quanto alla terza parte, vi si lascerà rimanere. E per certo porterò quelli della terza parte attraverso il fuoco; ed effettivamente li raffinerò come si raffina l’argento, e li esaminerò come si esamina l’oro. Esso, da parte sua, invocherà il mio nome, e io, da parte mia, gli risponderò’”.
36. Il fatto che il rimanente spirituale fu liberato e ristabilito nel suo “paese” nel 1919 E.V. significò forse che Geova avesse finito di raffinarli ed esaminarli, e quale tipica figura lo mostra?
36 Rammentiamo che queste parole furono proferite, per mezzo del profeta Zaccaria, al rimpatriato rimanente d’Israele nel “paese” di Giuda. Quell’antico rimanente israelita tipificherebbe o prefigurerebbe profeticamente l’unto rimanente degli Israeliti spirituali in questo “tempo della fine”, in questo “termine del sistema di cose” che cominciò quando i Tempi dei Gentili finirono nel 1914 E.V. Dopo le gravi prove e la schiavitù subìta durante la prima guerra mondiale, il sopravvissuto rimanente degli Israeliti spirituali fu liberato e ristabilito nella condizione spirituale o “paese” che Dio aveva dato loro nel 1919, nella primavera di quel significativo anno. Il fatto che quelli di questo sopravvissuto rimanente avevano subìto la persecuzione e le afflizioni di quel primo conflitto mondiale non significò che ora avevano finito d’esser provati ed esaminati dal celeste Raffinatore Geova Dio. Non era accaduto questo nel caso del rimanente israelita (compreso Zaccaria) ch’era stato liberato dalla caduta Babilonia nel 537 a.E.V. Essi ebbero molto da fare per completare il secondo tempio di Geova in Gerusalemme, dapprima nell’anno 515 a.E.V. Così è accaduto in maniera corrispondente col rimanente dell’Israele spirituale dal 1919.
37. Che cosa profetizzò Malachia circa sessant’anni dopo riguardo all’opera di raffinamento di Geova e alla restaurazione della pura adorazione nel Suo tempio?
37 Il profeta Malachia, che profetizzò nel paese di Giuda circa sessant’anni dopo che era vissuto Zaccaria, predisse che Geova, accompagnato dal suo “messaggero del patto”, sarebbe venuto nel suo tempio. Ivi si sarebbe messo a sedere “come un raffinatore e purificatore d’argento” e avrebbe ‘purificato i figli di Levi’. Perché? Per recare la restaurazione della pura adorazione del vero Dio nel suo tempio. Quindi, proprio com’era stato predetto da Malachia: “Essi per certo diverranno a Geova un popolo che presenterà offerta di dono nella giustizia. E l’offerta di dono di Giuda e di Gerusalemme effettivamente sarà soddisfacente a Geova, come ai giorni di molto tempo fa e come negli anni antichi”. — Malachia 3:1-4; scritto verso il 443 a.E.V.
38. Più che la purificazione dei figli di Levi, che cos’altro ci sarebbe voluto per purificare il paese?
38 Ci sarebbe voluto più che la purificazione dei figli di Levi come funzionari del tempio, per fare del “paese” del suo popolo restaurato un paese di pura vita di santità. Geova aveva anche detto: “‘E per certo mi avvicinerò a voi per il giudizio, e sarò pronto testimone contro gli stregoni, e contro gli adulteri, e contro quelli che giurano il falso, e contro quelli che agiscono fraudolentemente col salario del lavoratore salariato, con la vedova e con il ragazzo senza padre, e con quelli che respingono il residente forestiero, mentre non hanno temuto me’, ha detto Geova degli eserciti. ‘Poiché io sono Geova; non sono cambiato. E voi siete figli di Giacobbe [Israele]; non siete giunti al vostro termine. . . . Tornate a me, e per certo io tornerò a voi’, ha detto Geova degli eserciti”. — Malachia 3:5-7.
39. Ci fu un adempimento della profezia di Malachia nel primo secolo E.V., e che cosa indica se dal 1914 E.V. doveva esserci qualche adempimento della profezia di Malachia?
39 Ci fu un adempimento della profezia di Malachia nel primo secolo, al tempo in cui il Messia Gesù era presente nella carne fra la nazione d’Israele. (Matteo 11:7-10; Marco 1:1, 2; Luca 7:24-27) Doveva similmente esserci un’ulteriore adempimento della profezia di Malachia dopo che Gesù Cristo era stato intronizzato nei cieli nell’anno 1914 E.V. ed era così presente nel suo regno. A suo tempo Geova Dio, accompagnato da lui quale “messaggero del patto”, sarebbe dovuto venire in seguito nel suo tempio spirituale per giudicarvi tutti i suoi adoratori, compresi quelli che solo professavano di adorarlo. Per certo Geova dovette essere nel suo tempio spirituale come Giudice Supremo nell’anno 1919, quando liberò gli Israeliti spirituali da Babilonia la Grande e li ristabilì nel loro “paese” o nella situazione spirituale che Dio aveva data loro sulla terra.
40. In che modo Geova agì come un Raffinatore di metallo prezioso, e chi dal 1919 E.V. in poi doveva essere “stroncato”?
40 In armonia col quadro profetico, Geova avrebbe agito come raffinatore del suo popolo professante. Avrebbe tolto via quelli che erano simili a scorie. Avrebbe considerato di valore e mantenuto quelli che erano simili a puro metallo prezioso, simili ad argento e oro purificati. Quindi dal 1919 E.V. in poi sarebbe stato il tempo perché certuni fossero stroncati dal “paese” che doveva essere abitato dal suo popolo restaurato. Spiritualmente parlando, tali ‘stroncati’ dovevano ‘spirare’ in quanto alla vitale relazione con Geova.
41. Nella sua parabola del seminatore, che cosa disse Gesù dello stroncamento di alcuni?
41 Quali sono, dunque, le “due parti” che “in esso saranno stroncate e spireranno”? (Zaccaria 13:8) Questo è qualche cosa che il dominante re Gesù Cristo ci deve indicare quale “messaggero del patto”. Questo ha a che fare con il “termine del sistema di cose”, il “tempo della fine” in cui viviamo dal 1914. (Daniele 12:4; Matteo 24:3-14; 28:20) Che cosa disse Gesù di questo tempo critico? Spiegando la parabola del seminatore, egli disse:
“Il seminatore del seme eccellente è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; in quanto al seme eccellente, questi sono i figli del regno; ma le zizzanie sono i figli del malvagio, e il nemico che le seminò è il Diavolo. La mietitura è il termine di un sistema di cose, e i mietitori sono gli angeli. Perciò, come le zizzanie sono raccolte e bruciate col fuoco, così avverrà al termine del sistema di cose. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno fuori del suo regno tutte le cose che causano inciampo e le persone che fanno illegalità, e le lanceranno nella fornace ardente. Ivi saranno il loro pianto e lo stridor dei loro denti. In quel tempo i giusti risplenderanno così fulgidamente come il sole nel regno del Padre loro”. — Matteo 13:37-43.
42. Chi sono specificamente quelle simboliche “zizzanie”, e da che cosa sono stroncate, e da chi?
42 L’illustrazione di quella parabola preannunciò lo stroncamento di una notevole parte al termine del sistema di cose, in cui ora viviamo dal 1914 E.V. La parte stroncata in questo tempo sono le simboliche zizzanie, che raffigurano “i figli del malvagio”, Satana il Diavolo, il “nemico” che seminò tali zizzanie. Esse furono per lungo tempo considerate grano simbolico; si ritenne per errore che fossero “i figli del regno”, vale a dire unti cristiani chiamati al regno celeste. Pretesero d’esser cristiani, e furono dunque confusi con i veri unti cristiani che sono eredi del Regno. Ma la manifestazione di ciò che in realtà sono in questo tempo della “mietitura” ha fornito la prova che sono “zizzanie”, cristiani finti, i quali, come il Diavolo loro seminatore, sono nemici del Regno. Giustamente, essi sono “stroncati” dall’associazione con la classe del “grano”. I celesti angeli, come “mietitori”, son quelli impiegati per stroncarli. Questi lanceranno le “zizzanie” nel “fuoco” e tali zizzanie non usciranno da quel “fuoco”. La loro falsa identità sarà distrutta, e infine lo saranno essi pure.
43. Nella sua profezia relativa al “segno” del termine del sistema di cose, come Gesù descrisse la mietitura degli eletti, e di chi preannunciò poi lo stroncamento?
43 Comunque, c’è un’altra “parte” o classe che viene ‘stroncata’ in questo “termine del sistema di cose”. Gesù Cristo predisse questa “parte” o classe nella sua meravigliosa profezia relativa al “segno” della sua presenza e del termine del sistema di cose. (Matteo 24:3) In questa profezia egli annuncia la “mietitura”, che la storia mostra cominciò nell’anno 1919 E.V., e disse: “Egli manderà i suoi angeli con gran suono di tromba ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli”. (Matteo 24:31) Quindi, verso la metà di questa profezia, disse:
“Perciò anche voi siate pronti, perché in un’ora che non pensate, viene il Figlio dell’uomo.
“Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo? Felice quello schiavo se il suo signore arrivando lo troverà a fare così. Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi.
“Ma se quello schiavo malvagio dicesse in cuor suo: ‘Il mio signore ritarda’, e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati, il signore di quello schiavo verrà in un giorno che non s’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con la massima severità e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti. Quivi saranno il suo pianto e lo stridor dei suoi denti”. — Matteo 24:44-51; si paragoni con questa la parabola simile di Luca 2:42-46.
44. Quale classe, quindi, quello “schiavo malvagio” raffigura, e perché quella classe è stroncata, e da che cosa?
44 Qui è lo “schiavo malvagio” che è “stroncato”, essendogli assegnata la parte non con i suoi compagni schiavi del suo signore, ma con gli ipocriti, con gli infedeli, dopo che è stato punito con la massima severità. Proprio come lo “schiavo fedele e discreto” raffigura una classe di unti cristiani che sono in realtà nella casa del Signore Gesù Cristo come suoi “domestici”, così quello “schiavo malvagio” raffigura una classe. Questa classe di cristiani, a differenza delle “zizzanie”, fu unta con lo spirito di Dio e fu parte della casa del Signore, essendo in essa un compagno di schiavitù. Comunque, questa classe diventa infedele, egoista, perde la padronanza delle proprie brame, maltratta i compagni di schiavitù con abuso di potere e autorità, e diventa incurante e indifferente verso il compito di dover rendere conto al suo Signore quando viene. Pertanto, in questo “termine del sistema di cose”, in questo tempo della sua seconda e invisibile “presenza”, in qualità di Re, egli stronca questa classe dello “schiavo malvagio”. Li disassocia con i religiosi ipocriti e con gli infedeli. Ivi spirano.
45. Così quante “parti” sono state “stroncate”, e chi è stato fatto passare attraverso il “fuoco”, e perché hanno invocato il nome di Dio?
45 Così le “due parti” o la maggioranza di quelli che in questo tempo professano d’esser cristiani sono stroncati dal “paese” o situazione spirituale che Dio ha data al restaurato rimanente di Geova. Ma il Sovrano Signore Dio ha portato una “terza parte”, una minoranza di quelli che professano d’essere eredi del celeste regno di Dio, attraverso il “fuoco” della prova e dell’esame della loro fede, della loro personalità e delle loro opere. Questi si sono umilmente sottomessi al processo di raffinamento avviato dal grande Raffinatore, sebbene esso sia stato una prova. Per sopportare il figurativo calore, han dovuto invocare il nome di Geova, ed egli li ha esauditi secondo la sincerità del loro cuore.
46. Che cosa ha detto Geova a questa “terza parte”, e come, e che cosa ha detto questa “parte” in risposta?
46 In adempimento della profezia di Zaccaria 13:9, il celeste Soprintendente del suo “paese” non ha stroncato questa “terza parte” dalla situazione spirituale che Dio ha data al suo restaurato rimanente. Egli ha detto, col suo evidente favore verso di loro e con le sue meravigliose opere presso di loro come Suoi testimoni: “È il mio popolo”. A sua volta, il fedele unto rimanente ha detto: “Geova è il mio Dio”. In maniera rimarchevole questo è avvenuto dal 26 luglio 1931, quando quelli di questo unto rimanente abbracciarono il nome “testimoni di Geova”. Sono rimasti attivi nel loro “paese” spirituale fino a questo giorno, lodando il loro Dio.
47. Di tutte le nazioni, chi sono quelli che si attaccano alla “terza parte” per unirsi a essa in adorazione nel tempio di Geova?
47 È a questa “terza parte” lasciata rimanere in questo “paese” spirituale che i “dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni” si attaccano, afferrando il lembo di questi fedeli Giudei o Israeliti spirituali. A questi l’internazionale “grande folla” raffigurata dai “dieci uomini” dice: “Per certo verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi”. (Zaccaria 8:20-23) In crescente numero, a decine di migliaia l’anno, questi si associano all’unto rimanente nel suo “paese” e adorano Geova nel suo tempio. — Rivelazione 7:9-15.
[Nota in calce]
a Si veda La Torre di Guardia (inglese), in data 1º giugno 1928, e il suo articolo principale intitolato “Esaltato il Suo Nome”, con Isaia 12:4 come scrittura del tema.