Capitolo V
Costituito come sentinella alla cristianità
1. Quando la sentinella dovrebbe essere specialmente apprezzata, e in quale pericolo si trovava la cristianità alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V.?
LA SENTINELLA dovrebbe essere specialmente apprezzata in tempo di pericolo. Di giorno e di notte, se i suoi servizi sono apprezzati e messi in pratica offrono protezione e vita a quelli per i quali egli opera in qualità di sentinella. Il popolo della cristianità è stato in grande pericolo da che cominciò il “tempo della fine” allo scadere dei “tempi dei Gentili” (“i fissati tempi delle nazioni”) all’inizio dell’autunno dell’anno 1914 E.V. Questo pericolo c’è stato non solamente perché allora infuriava la prima guerra mondiale e andava acquistando impeto, per introdurre un’“èra di violenza” che è continuata fino a questo giorno. C’è pericolo anche per una ragione più seria, come vedremo.
2. Che cosa costituì la cristianità come propria sentinella, e che cosa mostrò che il suo clero non poteva essere una sentinella fidata?
2 La cristianità costituì prima la Lega delle Nazioni, e nel 1945 le Nazioni Unite, come propria sentinella a favore della pace e della sicurezza del mondo, ma queste non hanno dato i risultati sperati. Piuttosto, gli interessi spirituali del popolo della cristianità sono stati messi in pericolo, e sotto questo aspetto il pericolo è stato particolarmente grande perché gli interessi spirituali hanno a che fare con la vita eterna o con la morte eterna. Che il clero non si attenesse ai princìpi cristiani per prevenire la prima guerra mondiale provò che, collettivamente, non costituiva una fidata sentinella spirituale.
3. Avrebbe potuto il clero della cristianità suscitare una sentinella spirituale dalle sue proprie file, e come Dio prefigurò che egli avrebbe fatto questo?
3 Di conseguenza, alla fine di quel violento conflitto internazionale l’11 novembre 1918, sorse la necessità o divenne più pressante che fosse costituita una sentinella spirituale dallo spirituale Essere Supremo nelle cui mani è l’eterno destino del popolo. Egli avrebbe dovuto suscitare una sentinella che avesse le qualità di sottomissione, lealtà e fidatezza, perché il clero della cristianità, cattolico, protestante e ortodosso, non poteva trarre una tale sentinella dalle sue proprie file. Che l’Iddio Altissimo facesse ciò era stato prefigurato nel caso di Ezechiele figlio di Buzi il sacerdote. L’anno 613 a.E.V. fu un tardo punto nel tempo di quarant’anni del “tempo della fine” per Gerusalemme e il suo dominio, il paese di Giuda. Mancavano solo sei anni ancora ed entrambe Gerusalemme e il paese di Giuda sarebbero state completamente desolate, senza uomo o animale domestico. L’esilio a Babilonia durante i settant’anni di desolazione di Giuda era riservato ai pochi Giudei sopravvissuti alla distruzione di Gerusalemme. Geova lo preconosceva. In special modo conosceva il pericolo che vi era implicato per il popolo giudaico. Anni prima, nel 613 a.E.V., Egli aveva misericordiosamente suscitato fra quelli che erano già esiliati a Babilonia una sentinella, Ezechiele figlio di un sacerdote.
4. Quale fu lo scopo per cui il celeste carro di Geova avanzò su ruote fino a fermarsi dinanzi a Ezechiele, e quali domande sorgono sul modo in cui Ezechiele dispose del rotolo offertogli?
4 C’era ancora tempo rimasto perché una sentinella desse in anticipo avvertimento della grande calamità avvenire. All’improvviso Ezechiele si trovò favorito con una visione da Geova l’Iddio d’Israele. Nella realistica visione il celeste carro di Geova che ispirava timore, su ruote, avanzò dal settentrione fino a fermarsi dinanzi a Ezechiele lì sulla sponda del fiume (canale) Chebar in Babilonia. Lo scopo di questa visione fu che Geova, di sopra l’organizzazione assomigliata a un carro, costituisse Ezechiele come profeta e sentinella a favore dei figli d’Israele in pericolo. In qualità di profeta Ezechiele aveva bisogno di avere un messaggio, e in qualità di sentinella doveva dichiarare qualche cosa. Il messaggio profetico e l’avvertimento che Ezechiele doveva dichiarare eran contenuti per iscritto nel rotolo che ora fu teso a Ezechiele da una mano, insieme al comando di mangiare questo rotolo. Desiderava Ezechiele proclamare i “canti funebri e gemiti e lamenti” che erano scritti sul davanti e sul di dietro del rotolo? Sarebbe stato il rotolo, che conteneva un tale messaggio, gustoso e piacevole da mangiare? Sarebbe stato Ezechiele ribelle come i figli d’Israele, come Geova gli aveva detto di non essere? (Ezechiele 2:8-10) Quale fu la scelta di Ezechiele, come esempio per l’Ezechiele moderno?
5. Che cosa ebbe il comando di fare Ezechiele, e quale fu il primo effetto quando l’ebbe osservato?
5 Riferendosi a Geova intronizzato sul carro della visione, Ezechiele dice: “E mi diceva: ‘Figlio d’uomo, ciò che trovi, mangia. Mangia questo rotolo, e va, parla alla casa d’Israele’. Aprii dunque la bocca, e gradualmente mi fece mangiare questo rotolo. E continuò a dirmi: ‘Figlio d’uomo, dovresti far mangiare al tuo proprio ventre, affinché tu ti riempia i medesimi intestini di questo rotolo che io ti do’. E io lo mangiavo, e alla mia bocca fu per dolcezza simile al miele”. — Ezechiele 3:1-3.
6. Perché quando Ezechiele mangiò il rotolo fu dolce alla sua bocca, e chi ebbe un’esperienza simile settecento anni dopo, e dove?
6 Come poteva essere contrario alle aspettative, il rotolo pieno di notizie tristi fu alla bocca di Ezechiele dolce come il miele. Questo avvenne perché divenire parte dell’organismo di Ezechiele significò che egli accettava un incarico di fare la speciale opera di Geova. Questa è una dolce esperienza per chi apprezza l’onore d’essere costituito servitore dell’Iddio Altissimo in uno speciale incarico in un tempo critico. Settecento anni dopo un’esperienza simile dovette averla il cristiano apostolo Giovanni, che, come Ezechiele, fu in esilio, nell’isola di Patmos nel mar Egeo, molto a occidente del fiume Chebar. In questa esperienza Giovanni imitò l’esempio di Ezechiele. Se Giovanni, diletto compagno di Gesù Cristo, ebbe la sua esperienza nell’anno 96 E.V., fu quindi sessantasei anni dopo che Gesù l’aveva chiamato perché divenisse un discepolo che Giovanni ebbe la sua visione, mentre Ezechiele era solo nel suo trentesimo anno quando ricevette il suo incarico. Notiamo la somiglianza delle due esperienze mentre Giovanni scrive:
7. Come l’apostolo Giovanni descrive la sua esperienza relativamente al rotolo che era nella mano dell’angelo?
7 “E la voce che udii dal cielo mi parla di nuovo e dice: ‘Va, prendi il rotolo aperto che è nella mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra’. E andai dall’angelo e gli dissi di darmi il rotolino. Ed egli mi disse: ‘Prendilo e mangialo, ed esso renderà amaro il tuo ventre, ma nella tua bocca sarà dolce come il miele’. E io presi il rotolino dalla mano dell’angelo e lo mangiai, e nella mia bocca fu dolce come il miele; ma quando l’ebbi mangiato, il mio ventre fu reso amaro. Ed essi mi dissero: ‘Tu devi profetizzare di nuovo riguardo a popoli e nazioni e lingue e molti re’”. — Rivelazione 10:8-11.
8. L’esperienza che Ezechiele ebbe col rotolo fu presa a modello per che cosa, e questo prefigurò l’esperienza di chi?
8 Poiché l’esperienza di Ezechiele fu presa come un modello dell’esperienza di Giovanni, essa indica che l’esperienza di Ezechiele fu profetica, prefigurando non l’esperienza di Giovanni, ma l’esperienza della stessa classe d’oggi come fu rappresentata dall’apostolo Giovanni, cioè l’unto rimanente dei cristiani testimoni di Geova.
9. Che cosa raffigurò il rotolo che conteneva tali canti funebri e che Ezechiele mangiò?
9 Il rotolo che Ezechiele mangiò, con canti funebri e gemiti e lamenti che vi erano scritti, non raffigurò il libro profetico di Ezechiele. Raffigurò il messaggio di Geova che doveva essere annunciato da Ezechiele finché annunciò il suo ultimo messaggio contro i nemici gentili di Gerusalemme e del paese di Giuda. — Ezechiele 35:15.
10. In relazione con l’unto rimanente dei servitori di Geova, che cosa raffigurò quel “rotolo di un libro”, e come il rimanente lo mangiò e con quale effetto?
10 In modo simile nell’anno 1919 E.V., il “rotolo di un libro” che l’unto rimanente dei dedicati servitori di Geova mangiò non raffigurava il libro di Ezechiele. Raffigurava tutte quelle parti della Sacra Bibbia di Dio che hanno relazione con le piaghe spirituali e con la “grande tribolazione” che devono venire sulla cristianità e sui suoi associati religiosi e politici durante questo “tempo della fine”. L’odierno unto rimanente mangiò questo “rotolo di un libro” in quanto accettò l’incarico e la responsabilità di dichiarare tutti questi messaggi della Parola di Dio come Egli mediante il suo spirito li aveva resi chiari e comprensibili ai Suoi testimoni. In quel tempo, nel 1919 E.V., l’unto rimanente provò indicibile gioia e allegrezza allorché ebbe mangiato il messaggio di Geova dell’ora ed ebbe ripreso le proprie attività pubbliche. Ciò fu dolce.
MANDATO NON A STRANIERI, MA AL PROPRIO POPOLO
11, 12. Dopo aver mangiato il rotolo, che fu detto a Ezechiele circa la specie di popolo a cui era mandato, e come doveva egli essere in grado di far loro fronte?
11 Dopo aver accettato questo incarico, mangiando il “rotolo di un libro”, Ezechiele ebbe l’ordine di agire. Egli ci narra:
12 “E continuò a dirmi: ‘Figlio d’uomo, va, entra fra la casa d’Israele, e devi parlar loro con le mie parole. Poiché non sei mandato a un popolo dal linguaggio inintelligibile o grave di lingua, ma alla casa d’Israele, non a popoli numerosi dal linguaggio inintelligibile o dalla lingua grave, le cui parole tu non possa udire in maniera comprensibile. Se ti avessi mandato a loro, quei medesimi ti ascolterebbero. Ma in quanto alla casa d’Israele, non ti vorranno ascoltare, poiché non vogliono ascoltare me; perché tutti quelli della casa d’Israele sono di testa dura e di cuore duro. Ecco, io ho reso dura la tua faccia esattamente come le loro facce e dura la tua fronte esattamente come le loro fronti. Ho reso la tua fronte simile al diamante, più dura della selce. Non li devi temere, e non devi esser colpito da terrore alle loro facce, poiché sono una casa ribelle’”. — Ezechiele 3:4-9.
13. Doveva Ezechiele avere un problema per la lingua del popolo al quale era mandato, e perché non aveva bisogno di tremar di paura dinanzi a loro?
13 Ezechiele non ebbe bisogno d’imparare una nuova lingua per proferire il suo messaggio. Non era mandato a popoli la cui lingua egli non comprendesse e i quali non capissero l’ebraico che egli parlava. Se fosse stato mandato a tali popoli, lo avrebbero ascoltato, come gli abitanti assiri di Ninive avevano ascoltato il profeta ebreo Giona e si eran pentiti ed erano stati risparmiati più di duecento anni prima, verso l’anno 844 a.E.V., (Giona da 3:1 a 4:11) Ezechiele era mandato al suo proprio popolo, a parlar loro nella loro sacra lingua ebraica. Quindi non perché non capissero ciò che Ezechiele diceva si sarebbero astenuti dal prestare ascolto a ciò che diceva loro. Geova rammentò a Ezechiele che la casa d’Israele era di testa dura e di cuore duro nella sua attitudine ribelle. Ma Ezechiele non aveva bisogno di tremare per paura degli uomini, il che costituisce un laccio per chi si spaventa. (Proverbi 29:25) Geova avrebbe reso la sua fronte di una durezza superiore, come quella del diamante, più dura della selce, in paragone con le loro fronti. Egli poteva essere deciso di faccia come loro.
14. Dopo la prima guerra mondiale, a chi fu mandato l’unto rimanente dei testimoni di Geova in quanto alla religione?
14 Dopo la fine della prima guerra mondiale nel 1918 E.V., il ravvivato rimanente degli unti testimoni di Geova fu mandato non ai pagani che avevano la loro propria lingua religiosa, ma alla cristianità, che aveva l’idioma religioso cristiano. Poteva ben compiere la propria predicazione del regno di Dio nella cristianità. Perché?
15. A causa di quale situazione l’unto rimanente dei testimoni di Geova poteva ben adempiere la predicazione del Regno nella cristianità dal 1919 E.V. in poi?
15 Perché cercavano l’amministrazione delle loro attività e la provvista di letteratura religiosa alla Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, e già nel 1919 E.V. questa Società aveva filiali in Gran Bretagna, Europa continentale, Australia, Sud-Africa e America Settentrionale. I popoli di questi paesi della cristianità avevano la Sacra Bibbia nelle varie lingue, come l’avevano i testimoni di Geova. Quantunque le mani di questi popoli fossero grondanti del sangue della prima guerra mondiale, essi professavano ancora d’esser cristiani. Asserivano di credere in Dio il Padre e nel suo Figlio Gesù Cristo e nello spirito santo e nella chiesa cristiana. Di conseguenza, la classe dell’Ezechiele moderno poteva parlare il linguaggio religioso di questi professanti cristiani, che, a loro volta, avrebbero dovuto capire il linguaggio biblico della classe di Ezechiele.
16, 17. Come nel caso di Ezechiele, si aspettavano i testimoni di Geova di convertire la cristianità, e quali parole di Gesù ricordarono circa popoli di altre lingue o razze?
16 L’unto rimanente dei testimoni di Geova non si aspettava di convertire la cristianità dall’errore della sua via, come a Ezechiele non fu data la speranza di convertire la ribelle casa d’Israele. La cristianità invero rappresentava la predetta apostasia o ribellione contro la pura religione, una ribellione che prese forma dopo la morte dei dodici apostoli di Gesù Cristo alla fine del primo secolo E.V. (2 Tessalonicesi 2:3-12) Quindi anche la cristianità, come l’antico Israele, era una “casa ribelle”. L’unto rimanente non si sorprese che essa non fosse disposta ad ascoltare, poiché ricordava le parole di Gesù che corrispondono a quelle di Geova rivolte a Ezechiele in quanto a udire, le quali Gesù disse a certe città israelite dove aveva testimoniato:
17 “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! perché se le opere potenti che sono state fatte in voi fossero state fatte in Tiro e Sidone, si sarebbero da tempo pentite in sacco e cenere. Perciò vi dico: Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per Tiro e Sidone che per voi. E tu, Capernaum, sarai forse esaltata fino al cielo? Tu scenderai nell’Ades; perché se le opere potenti che sono state fatte in te fossero state fatte in Sodoma, sarebbe rimasta fino a questo giorno. Perciò vi dico: Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per il paese di Sodoma che per te”. — Matteo 11:20-24.
18. Che cosa disse inoltre Gesù riguardo agli uomini di Ninive e alla regina del meridione riguardo al Giorno del Giudizio?
18 Gesù Cristo disse inoltre alla “generazione malvagia e adultera” del suo giorno: “Gli uomini di Ninive sorgeranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno; perché essi si pentirono alla predicazione di Giona, ma, ecco, qui c’è più di Giona. La regina del meridione sarà destata nel giudizio con questa generazione e la condannerà; perché ella venne dai confini della terra per udire la sapienza di Salomone, ma, ecco, qui c’è più di Salomone”. — Matteo 12:39-42.
19. A quale accusa non si espose Geova, e, per corrispondere a Ezechiele, a chi mandò Egli l’unto rimanente, e per dire che cosa?
19 Geova non si farà accusare di non aver dato avvertimento in anticipo al popolo che si sarà astenuto di ascoltare il suo messaggio dell’ora. Per questo “continuò a [dire a Ezechiele]: ‘Figlio d’uomo, tutte le mie parole che ti pronuncerò, prendile nel tuo cuore e odile coi tuoi propri orecchi. E va, entra fra il popolo esiliato, tra i figli del tuo popolo, e devi parlar loro e dir loro: “Il Sovrano Signore Geova ha detto questo”, sia che odano o che se ne astengano’”. (Ezechiele 3:10, 11, NW) All’unto rimanente che era sopravvissuto alla prima guerra mondiale e conosceva bene il libro profetico di Ezechiele fu ricordato che dovevano prendere a cuore la Parola di Dio. Dovevano quindi entrare fra il moderno “popolo esiliato”, cioè il popolo della cristianità, che era stato realmente portato in cattività e in esilio da Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione babilonica. A questi l’unto rimanente doveva dichiarare ciò che Geova gli aveva detto nella sua scritta Parola di dichiarare, sia che ascoltassero o che si rifiutassero di ascoltare. Con questa condotta si sarebbe mostrato fedele al suo Dio.
20. Verso chi e dove lo spirito da Geova sospinse Ezechiele, e con quale temperamento vi andò?
20 Ora era tempo di agire. Ezechiele era ancora alla presenza del carro della visione di Geova con i cherubini accanto alle sue quattro ruote. Ora lo spirito divino che era nelle ruote di quel carro celeste e che lo faceva muovere nella giusta direzione cominciò a spingere Ezechiele. Egli scrive: “E uno spirito mi sospingeva e udivo dietro a me il suono d’una grande impetuosità: ‘Benedetta sia la gloria di Geova dal suo luogo’. E c’era il suono delle ali delle creature viventi che da presso si toccavano l’un l’altra, e da presso il suono delle ruote accanto a loro, e il suono d’una grande impetuosità. E lo spirito mi sospinse e mi prendeva, così che andai amaramente nel furore del mio spirito, e la mano di Geova su di me era forte. Entrai dunque a Tel-Abib fra gli esiliati del popolo, che dimoravano presso il fiume Chebar, e dimoravo dove essi dimoravano; e continuai a dimorarvi per sette giorni, attonito in mezzo a loro”. (Ezechiele 3:12-15) Così Ezechiele fu irresistibilmente condotto alla sua destinazione.
21. In armonia con le parole di congedo udite da Ezechiele, da quale luogo la “gloria di Geova” dovrebbe essere benedetta?
21 Quelle parole di congedo che Ezechiele aveva udite: “Benedetta sia la gloria di Geova dal suo luogo”, furon proferite senza dubbio dalle quattro cherubiche creature viventi che accompagnavano il carro celeste. Nominalmente, il tempio nella lontana Gerusalemme era il “suo luogo”, il luogo di Geova, ma la sua gloria non era benedetta da quell’edificio religioso ora contaminato, profanato. Il luogo di Geova è presso il suo popolo che autorizza a servirlo, come lo stesso Ezechiele, e da loro dovrebbero levarsi le benedizioni sulla “gloria di Geova”. Questo doveva fare Ezechiele; questo dovrebbe fare anche il suo antitipo moderno, l’unto rimanente dei testimoni di Geova dal 1919 E.V. in poi.
ANDARE “AMARAMENTE NEL FURORE DEL MIO SPIRITO”
22. In quale senso Ezechiele andò “amaramente nel furore del mio spirito”, e a che cosa rimase egli “attonito” per sette giorni?
22 Che mangiasse lo scritto rotolo di Geova, che nella bocca di Ezechiele aveva prodotto una dolcezza come quella del miele, operò diversamente dentro di lui, producendo un’amarezza, un “furore del mio spirito”, a causa dei “canti funebri e gemiti e lamenti” riportati in quel rotolo. Che andasse dunque “amaramente nel furore del mio spirito” non significò che andasse contro la sua volontà obiettando alla sua difficile missione. Inoltre l’applicata potenza di Geova, la sua “mano”, fu forte su Ezechiele, rafforzandolo perché esprimesse nel suo ministero lo spirito di ciò che era scritto nel rotolo che aveva mangiato. Egli doveva sentire quel divino messaggio del furore di Dio per presentarlo debitamente e zelantemente. Il messaggio che Ezechiele doveva dichiarare a quegli esiliati Giudei presso il fiume Chebar era tale da rendere attonito, da intorpidire i sensi a causa dei sorprendenti aspetti che conteneva. Perciò gli occorreva tempo per digerirlo, per farlo suo. Per sette giorni, per un periodo di tempo completo, egli dimorò “attonito” fra quegli esiliati Giudei a Tel-Abib, senza fare un movimento, come preso da stupore.
23, 24. Che cosa spinse l’unto rimanente dei testimoni di Geova ad andare “amaramente nel furore del mio spirito”, e come fu raffigurato in Rivelazione 11:11-14 che era entrato in loro il ravvivante spirito di Dio?
23 In quanto ai tempi moderni, l’unto rimanente dei cristiani testimoni di Geova aveva subìto molta persecuzione per mano della cristianità durante la prima guerra mondiale, ma non era stato questo a riempirli di amarezza, di uno spirito di vendetta. Era stato il messaggio del furore di Geova contro l’apostata, ipocrita cristianità a farli andare con amarezza nel compimento della loro missione del dopoguerra. Ma la “mano di Geova” su di loro era forte, spingendoli nel lavoro loro assegnato. Fu il suo spirito a ravvivarli nel 1919 E.V. per le attività pubbliche del dopoguerra, specialmente nella cristianità. Questo fu proprio come era stato profeticamente raffigurato in Rivelazione 11:11-14, dove leggiamo dei “due testimoni” di Dio la cui pubblica predicazione era stata soppressa dalla cristianità durante la prima guerra mondiale:
24 “E dopo i tre giorni e mezzo [nei quali giacquero morti nell’ampia via della cristianità] spirito di vita da Dio entrò in loro, ed essi si rizzarono in piedi, e grande timore cadde su quelli che li vedevano. Ed essi udirono un’alta voce dal cielo dir loro: ‘Salite quassù’. E salirono al cielo nella nube, e i loro nemici li videro. E in quell’ora vi fu un gran terremoto, e un decimo della città cadde; e settemila persone furono uccise dal terremoto, e gli altri si spaventarono e diedero gloria all’Iddio del cielo. E il secondo guaio è passato. Ecco, il terzo guaio viene presto”.
25. All’inizio del periodo del dopoguerra, in che modo l’unto rimanente fu come in uno stato “attonito”, e che cosa cominciò a fare la rivista L’Età d’Oro riguardo alla cristianità?
25 Come nel caso di Ezechiele, che rimase “attonito” fra gli esiliati a Tel-Abib presso il fiume Chebar, ci volle un periodo di tempo perché il ravvivato rimanente dei testimoni di Geova si riprendesse per l’opera del dopoguerra che suscitava stupore. Il loro corpo direttivo nella sede della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati in Brooklyn, New York, dispose di pubblicare una nuova rivista che avrebbe specialmente smascherato il non cristiano saccheggio compiuto dalla cristianità contro il popolo di Geova durante la prima guerra mondiale. Questo scopo della nuova rivista L’Età d’Oro, il cui primo numero comparve il 1º ottobre 1919, fu concentrato nell’edizione speciale, numero 27, in data 29 settembre 1920. Tutt’e trentadue le pagine di questa edizione diedero risalto al tema dell’articolo intitolato “‘Afflizione delle nazioni’: Causa, Avvertimento, Rimedio”. Di questa speciale edizione si stamparono quattro milioni di copie, che furono distribuite gratuitamente al popolo della cristianità. Questo non fu che un inizio di quest’opera della rivista di smascherare le flagranti azioni malvage della cristianità in violazione della scritta Parola di Dio, la Bibbia.
26. Di quale altra rivista L’Età d’Oro fu una compagna nello smascherare l’empietà della cristianità, e che cosa pubblicò il suo numero del 24 settembre 1924 circa la cristianità, accusandola?
26 In particolar modo da allora L’Età d’Oro fu usata come una compagna della rivista Torre di Guardia per smascherare l’empietà della cristianità e per additarne la distruzione. Per esempio, L’Età d’Oro fu usata con La Torre di Guardia per fare il rapporto del congresso internazionale dell’unto rimanente dei testimoni di Geova tenuto a Columbus, nell’Ohio, U.S.A., il 20-27 luglio 1924. Pertanto nel suo numero del 24 settembre 1924 L’Età d’Oro pubblicò quel famoso documento a cui si prestò attenzione in tutto il mondo come un evento del congresso internazionale, insieme alla conferenza pubblica che fu tenuta a suo sostegno. Questo documento fu la risoluzione adottata il venerdì pomeriggio, 25 luglio, intitolata “ACCUSA”. Affinché possiamo apprezzare come questa risoluzione indicasse la cristianità quale ipocrita sistema religioso apostata, ne sono citati i seguenti paragrafi:
Noi, gli Studenti Biblici Internazionali, riuniti a congresso, dichiariamo la nostra incondizionata lealtà a Cristo, che è ora presente e stabilisce il Suo regno, e a tale regno.
Crediamo che ogni consacrato figlio di Dio sia un ambasciatore per Cristo e abbia il dovere di rendere fedele e verace testimonianza a favore del suo regno. Quali ambasciatori per Cristo, e senza presumere nessuna propria giustizia, crediamo e sosteniamo che Dio ci abbia costituiti per “proclamare il giorno di vendetta del nostro Dio e per confortare tutti quelli che fanno lutto”. — Isaia 61:2.
. . .
Attestiamo e accusiamo che Satana formò una cospirazione allo scopo di mantenere il popolo nell’ignoranza del provvedimento di Dio per la loro benedizione con vita, libertà e felicità; e che altri, cioè infedeli predicatori, profittatori senza coscienza e politicanti privi di scrupoli, sono entrati nella detta cospirazione, volontariamente o involontariamente.
Che predicatori infedeli si sono formati in sistemi ecclesiastici, consistenti di concili, sinodi, presbiteri, associazioni, ecc., e vi si sono designati come papi, cardinali, vescovi, dottori in teologia, pastori, reverendi, ecc., e si sono eletti a tali incarichi, il cui aggregato è qui designato come “il clero”; che questi han fatto volontariamente di giganti commerciali e di politicanti di professione i principali dei loro greggi.
. . .
(7) Che essi negano il diritto del Signore di stabilire il suo regno sulla terra, ben sapendo che Gesù insegnò che Egli sarebbe venuto di nuovo alla fine del mondo, e che l’evento di quel tempo sarebbe stato fatto conoscere dalle nazioni della cristianità che si sarebbero impegnate in una guerra mondiale, presto seguìta da carestia, pestilenza, rivoluzioni, . . . — Paragrafi 1, 2, 4, 5, 17, pagine 820, 821 de L’Età d’Oro.
27. Quale fu il titolo della conferenza pubblica pronunciata a sostegno della risoluzione di tale “Accusa”, e quale pubblicità le fu fatta il giorno dopo?
27 La conferenza pubblica che fu pronunciata in quel congresso internazionale a sostegno della suddetta “Accusa” la domenica seguente fu intitolata “Civiltà condannata”. Essa fu pronunciata nello Stadio dell’Università di Stato dell’Ohio a un calcolato uditorio visibile di 35.000 persone. Nel corso di questa conferenza, e dopo aver citato sette uomini preminenti che avevano intuito l’incombente condanna, l’allora presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati presentò con molti particolari “la ragione della condanna della cristianità”. E, come riferì L’Età d’Oro, a pagina 813, colonna seconda: “Il discorso fu accolto con splendida attenzione; e mentre è un’acuta esposizione delle mancanze della cristianità, fu accolto con entusiasmo e applausi dal grande uditorio. Il lunedì seguente, lo State Journal dell’Ohio riportò la conferenza per intero”.a
28. Come detta “Accusa” fu adottata in quell’adunanza pubblica, quale distribuzione ne fu fatta in seguito in forma stampata, e come l’unto rimanente agiva in ciò a somiglianza di Ezechiele?
28 Dopo la conferenza pubblica, l’“Accusa”, com’era già stata adottata dai congressisti, fu letta al pubblico e venne unanimemente approvata dal voto di questo uditorio pubblico. Al fine di informare e avvertire quanti più della cristianità fosse possibile, l’ottobre successivo questa risoluzione, l’“Accusa”, veniva distribuita gratuitamente in forma di trattatino, e infine se ne stamparono più di 50.000.000 di copie in inglese e in lingue estere. Per certo, dunque, l’opera profetica che era stata prefigurata molto tempo fa dal profeta Ezechiele veniva compiuta dalla sua controparte moderna verso la ribelle “casa d’Israele” antitipica.
COME LIBERARE LA PROPRIA ANIMA IN QUALITÀ DI SENTINELLA
29-31. Quali ulteriori parole ricevette Ezechiele circa la sua responsabilità di sentinella, d’avvertire i malvagi e i giusti?
29 L’Ezechiele dell’antichità era senza dubbio in attesa di ulteriore parola da Geova nel suo nuovo luogo di Tel-Abib, in Babilonia. Essa giunse, come Ezechiele ci riferisce: “E alla fine di sette giorni avvenne che la parola di Geova mi era rivolta, dicendo:
30 “‘Figlio d’uomo, ti ho reso sentinella alla casa d’Israele, e devi udire dalla mia bocca la parola e li devi avvertire da parte mia. Quando io dico a qualcuno malvagio: “Positivamente morrai”, e tu in effetti non l’avverti e non parli per avvertire il malvagio dalla sua malvagia via per conservarlo in vita, essendo egli malvagio, morirà nel suo errore, ma richiederò il suo sangue dalla tua propria mano. Ma in quanto a te, nel caso che tu abbia avvertito qualcuno malvagio ed egli in effetti non si volga dalla sua malvagità e dalla sua via malvagia, egli stesso morrà per il suo errore; ma in quanto a te, avrai liberato la tua propria anima.
31 “‘E quando qualcuno giusto si volge dalla sua giustizia e in effetti opera ingiustizia e io gli devo mettere davanti un sasso d’inciampo, egli stesso morrà perché tu non l’hai avvertito. Egli morrà per il suo peccato, i suoi atti giusti che fece non saranno ricordati, ma richiederò il suo sangue dalla tua propria mano. E in quanto a te, nel caso che tu abbia avvertito qualcuno giusto affinché il giusto non pecchi, ed egli stesso in effetti non pecca, senza fallo continuerà a vivere perché era stato avvertito, e tu stesso avrai liberato la tua propria anima’”. — Ezechiele 3:16-21.
32. Doveva Ezechiele fare la sentinella su una torre di guardia letterale, o come, e in relazione con l’osservanza di quale patto?
32 Ezechiele come sentinella da poco costituita alla casa d’Israele non doveva salire su qualche letterale torre di guardia e mettersi di vedetta per i pericoli che li minacciavano. Piuttosto, doveva vigilare perché i figli d’Israele adempissero i loro obblighi verso il loro Dio. Dobbiamo ricordare che la casa d’Israele aveva stipulato un contratto o patto nazionale con Geova per mezzo del suo mediatore Mosè nell’anno 1513 a.E.V. e che aveva solennemente acconsentito sopra sacrifici animali di osservare i Dieci Comandamenti e tutte le leggi relative ricevuti dalla mano di Geova. (Esodo da 19:3 a 24:8) Nel giorno di Ezechiele questo patto non era stato sostituito con un nuovo patto, ma Geova li riteneva ancora legati al patto stipulato per mezzo di Mosè al monte Sinai. Il profeta Ezechiele fu nominato per vigilare e per avvertire i violatori della legge di questo patto circa le conseguenze di ciò. Proprio come un soldato in servizio di sentinella la notte, se si addormentava e non faceva la guardia ai suoi camerati addormentati, era condannato a morte, così Ezechiele avrebbe perduto la vita se non avesse dato l’avvertimento da Geova.
33. Come diceva Geova ai violatori del patto della Legge: “Positivamente morrai”? E come sarebbero morti?
33 Specialmente con le maledizioni contenute nel patto della Legge, Geova diceva al malvagio violatore del patto: “Positivamente morrai”. Questo non significava che morisse di morte naturale come morivano anche i non Giudei perché erano discendenti del nostro umano primogenitore, Adamo; piuttosto, significa che la vita era stroncata con mezzi esecutivi impiegati da Geova.
34. Quali opportunità di vita erano offerte ai malvagi e ai giusti rispettivamente, e perché c’era allora l’essenziale bisogno di una sentinella per Israele?
34 Il malvagio avrebbe dunque potuto farsi risparmiare la vita da tale morte di esecuzione capitale, volgendosi completamente dalla sua vita di malvagità. Il giusto poteva preservare la propria vita, continuando ad attenersi alla giusta legge di Geova com’è contenuta nel Suo patto. Se un giusto Israelita si volgeva alla malvagità, tutta la sua precedente giustizia non gli era quindi accreditata; la sua condizione finale di uomo malvagio era ciò che determinava la sua causa, e per questa ragione doveva morire giustiziato. C’era dunque l’essenziale bisogno che Geova suscitasse una sentinella? Sì! Perché ora Gerusalemme e il paese di Giuda erano già molto avanti nel loro “tempo della fine”. Le vite degli abitanti erano in pericolo.
35. Come entrambi Geova ed Ezechiele s’interessavano di quegli Israeliti in pericolo di morte, e qual era per Ezechiele la cosa saggia e assennata da fare?
35 In realtà, sebbene Ezechiele fosse molto lontano dalla scena della distruzione avvenire essendo esiliato nel paese di Babilonia, la sua propria vita era in pericolo. Perché? Perché poteva essere ritenuto responsabile della morte delle povere vittime, in quanto Geova l’aveva costituito per loro come sentinella. Dato che le cose stavano così, Ezechiele aveva ogni buona ragione di preoccuparsi di dare a quelli che erano in pericolo l’avvertimento per cui era stato costituito e aveva ricevuto ordine. Concerneva inoltre l’Iddio di Ezechiele, poiché poteva essere accusato d’aver lasciato senza dovuto avvertimento il popolo del suo patto, se Ezechiele, che parlava nel nome di Geova, fosse venuto meno al suo compito. Ezechiele doveva guardarsi dal far ricadere qualsiasi biasimo sul nome del suo Dio. La cosa saggia e assennata da fare era quella di liberare la sua anima, avvertendo ubbidientemente quelle anime israelite che erano in pericolo di morte. Geova aveva provveduto una via di scampo, ed Ezechiele aveva l’obbligo di additarla al popolo.
36. Nonostante la loro speranza di protezione divina, perché l’unto rimanente non doveva disinteressarsi di quelli associati alla cristianità, e inoltre dell’imputabilità di Dio?
36 È in alcun modo inferiore l’obbligo imposto al moderno rimanente degli unti testimoni che Geova ha costituiti come classe della sentinella alla cristianità, che si trova ora nel suo “tempo della fine”? No! Dal calcolo biblico del tempo hanno appreso dove si trova questo mondo del genere umano nel corso del tempo. Dall’adempimento delle profezie bibliche a partire dall’anno 1914 E.V., hanno appreso che il celeste “carro” di Geova avanza per eseguire le Sue decisioni giudiziarie contro le infedeli Gerusalemme e Giuda antitipiche. Siccome si aspettano la protezione divina durante la distruzione avvenire della cristianità, non si devono disinteressare delle anime o vite religiosamente associate alla cristianità. Sanno che le vite di queste persone sono in pericolo d’essere annientate. Esse hanno bisogno d’essere avvertite e d’essere indirizzate alla via divina della giustizia, onde sfuggano alla distruzione dei malvagi volontari. Geova riterrebbe l’unto rimanente responsabile delle vite di quanti fossero inutilmente perduti per negligenza della sua costituita classe della sentinella. Non si deve lasciare che Geova venga accusato di non aver dato misericordioso avvertimento anticipato.
IL CARRO CELESTE SEGUE IL PROFETA
37, 38. Da chi e per che cosa Ezechiele ricevette quindi potere, e, come gli fu detto, che cosa fece?
37 Non si doveva perdere tempo! In vista di quegli “occhi” che riempivano i cerchi delle ruote del celeste carro di Geova, e in modo da essere udito da quelle quattro cherubiche “creature viventi” che accompagnavano quelle ruote, Ezechiele ebbe ora il comando di andare ad adempiere il suo dovere. Da Colui del quale nessuno è più alto, sì da Geova, che è supremo al di sopra di tutta la sua celeste organizzazione come su un carro, Ezechiele ricevette il potere di compiere il suo coraggioso servizio da sentinella. In Ezechiele 3:22, 23, il profeta appena nominato a Tel-Abib ci narra:
38 “E la mano di Geova fu lì su di me e mi diceva: ‘Levati, esci alla pianura della valle, e lì ti parlerò’. Mi levai, dunque, e uscii alla pianura della valle, ed ecco, la gloria di Geova stava lì, simile alla gloria che avevo vista presso il fiume Chebar, e caddi sulla mia faccia”.
39. Quale assicurazione fu data a Ezechiele in quanto all’organizzazione divina, e che cosa non doveva attendersi riguardo al suo ministero verso gli Israeliti?
39 Così l’organizzazione di Geova assomigliata a un carro aveva seguito Ezechiele fino a questo nuovo luogo. Questo avrebbe dovuto assicurargli che questa organizzazione divina sarebbe stata con lui nel suo ministero, e le ulteriori evidenze lo mostrano. Non era più tempo di restare solo attonito alla “gloria di Geova” vista nella visione. Avendo compreso la gloriosa fonte della sua nomina di servizio, egli doveva levarsi in piedi e agire. Ma prima un avvertimento. Non doveva attendersi che il suo servizio fosse senza opposizione e sforzi estranei per impedirlo. Riguardo a ciò Dio lo avvisò, come lo stesso Ezechiele riferisce:
40. Quali restrizioni doveva attendersi Ezechiele che gli fossero imposte circa i movimenti e la parola?
40 “Quindi spirito entrò in me e mi fece stare in piedi, e mi parlava e mi diceva: ‘Vieni, chiuditi dentro la tua casa. E tu, o figlio d’uomo, ecco, per certo ti metteranno addosso funi e con esse ti legheranno così che non potrai uscire in mezzo a loro. E per certo farò attaccare al palato la tua medesima lingua, e diverrai muto, e non sarai per loro un uomo che amministri riprensione, perché sono una casa ribelle. E quando ti parlerò, aprirò la tua bocca, e dovrai dir loro: “Il Sovrano Signore Geova ha detto questo”. Chi ode oda, e chi se ne astiene se ne astenga, perché sono una casa ribelle’”. — Ezechiele 3:24-27, NW.
PARLÒ NONOSTANTE I TENTATIVI PER IMPEDIRGLIELO
41. Chi eran quelli che cercavano d’imporre restrizioni a Ezechiele quale riprensore, e in che modo la sua bocca si sarebbe aperta o la sua lingua gli si sarebbe attaccata al palato?
41 Non furono i Babilonesi vincitori degli Israeliti a porre su Ezechiele corde e legami. Furono gli Israeliti stessi, il popolo di Ezechiele, a tentar di ostacolarlo e intralciarlo e a tentar d’impedirgli d’uscire dalla sua casa e d’impedirgli di entrare in mezzo a loro per dichiarare ciò che il Sovrano Signore Geova aveva detto. Tutto questo sarebbe stato un’espressione della loro ribellione. Non volevano che Ezechiele impartisse loro la riprensione. Ma Ezechiele doveva confidare nell’ispirazione divina. Quando Geova non gli doveva far dichiarare nessun messaggio, allora, a tale riguardo, Geova, per così dire, faceva attaccare la lingua di Ezechiele al suo palato così che diveniva muto. Ma quando Geova gli doveva far dichiarare un messaggio, allora Geova gli parlava e apriva la bocca di Ezechiele perché lo dichiarasse, senza tener conto di ciò che facessero quei ribelli Israeliti.
42. In vista di quale studio la moderna classe di Ezechiele non si sorprese di come la trattò la cristianità, e al loro approfondito discernimento di che cosa si rafforzarono per la loro opera e per la giusta determinazione?
42 In questo “tempo della fine” più di duemilacinquecento anni dopo, la cristianità ha trattato l’unto rimanente degli unti servitori di Geova in modo simile a come i ribelli Israeliti trattarono Ezechiele. Ma la classe dell’Ezechiele moderno non fu lasciata senza esserne preavvertita. Dal loro precedente studio della profezia di Ezechiele avevano appreso che cosa aspettarsi dalla cristianità. Conforme alla profezia, la cristianità tentò d’imporre loro restrizioni, come mostra la storia di quegli anni del dopoguerra fino a tutta la seconda guerra mondiale. Questo non fu una sorpresa per la coraggiosa classe di Ezechiele. I loro occhi spirituali furono aperti per vedere e apprezzare profondamente l’organizzazione di Geova assomigliata a un carro, la sua celeste organizzazione universale. Al loro discernimento di ciò furono rafforzati per la loro opera. Si resero conto che esistevano proprio due grandi organizzazioni, l’organizzazione di Geova e quella di Satana il Diavolo. Essi preferirono porsi al servizio dell’organizzazione di Geova. Confidarono non su qualche ispirazione divina che fosse su di loro, ma sullo spirito santo di Geova per essere aiutati a dichiarare il Suo messaggio.
43. In quali parole di Gesù, riportate in Marco 13:10-13, confidò la classe di Ezechiele?
43 Confidarono nelle parole che Gesù disse ai suoi discepoli, come sono riportate nella sua profezia inerente al “termine del sistema di cose”, cioè: “E in tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia. Ma quando vi condurranno per consegnarvi, non siate ansiosi prima del tempo circa quello che direte; ma qualunque cosa vi sia dato in quell’ora, ditela, poiché non sarete voi a parlare, ma lo spirito santo. Inoltre, il fratello darà a morte il fratello, e il padre il figlio, e i figli sorgeranno contro i genitori e li faranno morire; e voi sarete oggetto di odio da parte di tutti a motivo del mio nome. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”. — Marco 13:10-13; Matteo 24:3-14.
44. Conformemente, nonostante quali regimi dittatoriali nella cristianità la classe di Ezechiele ha perseverato, e qual è il motivo della loro determinazione di perseverare sino alla fine della cristianità?
44 Ora siamo nel decennio degli anni settanta, e, nonostante tutto ciò che la cristianità abbia tentato contro di loro col suo clero religioso e coi dittatori Benito Mussolini, Adolfo Hitler, Giuseppe Stalin e altri, l’unto rimanente dei servitori di Geova han perseverato sino a questo tempo come una sentinella alla cristianità. Essi son decisi a perseverare sino alla fine del loro ministero terreno, e questo sarà anche sino alla fine della cristianità e sino alla fine di questo sistema di cose di cui la cristianità è stata la parte predominante. Non desiderano che Geova li debba ritenere responsabili dell’enorme perdita di vite degli aderenti della cristianità al tempo della loro distruzione. Il loro scopo è quello di provare che sono una fedele, ubbidiente classe della sentinella. Questo è quanto si propongono non solo per liberare le proprie anime, ma perché Geova sia rivendicato per aver dato alla cristianità un pieno e giusto avvertimento a loro mezzo. Il fedele esempio dell’antico Ezechiele nel suo servizio da sentinella assicura che Geova avrà ora in modo simile una classe della fedele sentinella finché non venga eseguito sulla cristianità il Suo predetto giudizio.
[Nota in calce]
a Si vedano anche i numeri de La Torre di Guardia del 1º settembre 1924, pagine 262, 263, e del 15 settembre 1924, pagine 275-281.