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Egitto, egizianiAusiliario per capire la Bibbia
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capitale del Basso Egitto. (Ger. 44:1; Ezec. 30:13) Così la “lingua di Canaan” (evidentemente l’ebraico) era ora parlata in Egitto da quei rifugiati. (Isa. 19:18) In Egitto ricominciarono stoltamente a praticare l’idolatria che aveva provocato il giudizio di Geova su Giuda. (Ger. 44:2-25) Ma l’adempimento delle profezie di Geova raggiunse i rifugiati israeliti quando Nabucodonosor marciò contro l’Egitto e conquistò il paese. — Ger. 43:8-13; 46:13-26.
È stato scoperto un solo documento babilonese, del trentasettesimo anno del regno di Nabucodonosor (588–587 a.E.V.), che menziona una campagna contro l’Egitto. Non si può dire se si riferisca all’originale conquista o solo a una successiva azione militare. Giuseppe Flavio pone la conquista dell’Egitto qualche tempo dopo il ventitreesimo anno del regno di Nabucodonosor (602–601 a.E.V.). (Antichità giudaiche, Libro X, cap. IX, 7) Non si sa con certezza se il faraone Ofra, menzionato in Geremia 44:30, fosse ancora sul trono d’Egitto all’epoca della conquista o fosse già stato ucciso da nemici nel suo stesso paese, come sostiene Erodoto (Storie, Libro II, 169). Ad ogni modo Nabucodonosor ricevette la ricchezza dell’Egitto come paga per il suo intervento militare in esecuzione del giudizio di Geova contro Tiro, la città nemica del popolo di Dio. — Ezec. 29:18-20; 30:10-12.
In Ezechiele 29:1-16 è predetto che la desolazione dell’Egitto sarebbe durata quarant’anni. Questo può essere avvenuto dopo la conquista dell’Egitto da parte di Nabucodonosor. Anche se alcuni storici osservano che quello di Amasi (Ahmose) II, successore di Ofra, fu un regno assai prospero per oltre quarant’anni, essi si basano principalmente sulla testimonianza di Erodoto, che si recò in Egitto oltre cent’anni dopo. Ma come osserva l’Encyclopædia Britannica (1959, Vol. 8, p. 62) a proposito della storia di Erodoto di questo periodo (il “periodo saitico”), “. . . le sue dichiarazioni non si dimostrano interamente degne di fiducia quando possono essere messe a confronto con i rari documenti locali”. F. C. Cook, dopo aver osservato nel suo commentario biblico che Erodoto non menziona neanche l’attacco di Nabucodonosor contro l’Egitto, dice: “È noto che Erodoto, pur riferendo fedelmente tutto quello che aveva udito e visto in Egitto, era debitore per le informazioni relative alla storia del passato ai sacerdoti egiziani, le cui favole egli adottò con cieca credulità. . . . Tutta la storia [scritta da Erodoto] di Apries [Ofra] e Amasi è mescolata con tanti particolari incoerenti e leggendari che potremmo benissimo esitare ad accettarla come storia autentica. Non è affatto strano che i sacerdoti cercassero di nascondere l’onta nazionale di esser stati assoggettati a un giogo straniero”. Quindi anche se la storia secolare non offre alcuna chiara prova dell’adempimento delle profezie, possiamo avere fiducia nell’accuratezza storica della Bibbia.
Sotto la dominazione persiana
L’Egitto si alleò poi con Babilonia contro la nascente potenza medo–persiana. Ma nel 525 a.E.V. il paese fu conquistato da Cambise, figlio di Ciro il Grande, e assoggettato alla dominazione medo–persiana. (Isa. 43:3) Molti ebrei senza dubbio abbandonarono l’Egitto per far ritorno in patria. (Isa. 11:11-16; Osea 11:11; Zacc. 10:10, 11), ma altri rimasero in Egitto. Infatti c’era una colonia ebraica a Elefantina (in aramaico ed egiziano antico, Yeb), isola del Nilo presso Assuan, quasi 700 km a S del Cairo. La scoperta di preziosi papiri rivela le condizioni prevalenti nel V secolo a.E.V., circa all’epoca dell’attività di Esdra e Neemia a Gerusalemme. Questi documenti in aramaico contengono il nome di Sanballat di Samaria (Nee. 4:1, 2) e del sacerdote Ioanan. (Nee. 12:22) Molto interessante è un ordine ufficiale emanato durante il regno di Dario II (ca. 423–404 a.E.V.) secondo il quale la “festa dei pani non fermentati” (Eso. 12:17; 13:3, 6, 7) era celebrata nella colonia. Notevole è anche il frequente uso del nome Yahu, forma del nome Geova (o Yahweh; confronta Isaia 19:18), anche se è evidente che ci furono infiltrazioni di adorazione pagana.
Sotto la dominazione greca e romana
L’Egitto rimase sotto la dominazione persiana fino alla conquista di Alessandro Magno nel 332 a.E.V., che ‘liberò’ l’Egitto dal giogo persiano, ma pose fine per sempre all’autorità dei faraoni locali. Il potente regno d’Egitto era sceso davvero in basso. — Ezec. 29:14, 15.
Durante il regno di Alessandro Magno fu fondata la città di Alessandria e dopo la sua morte il paese fu governato dai Tolomei. Nel 312 a.E.V. Tolomeo I conquistò Gerusalemme, e il paese di Giuda rimase sotto la dominazione dei Tolomei d’Egitto fino al 198 a.E.V. Quindi nel lungo conflitto col regno dei Seleucidi in Siria, l’Egitto alla fine perse il controllo della Palestina quando Antioco III re di Siria sconfisse l’esercito di Tolomeo V. D’allora in poi l’Egitto subì sempre più l’influenza di Roma. Nel 31 a.E.V., nella decisiva battaglia di Azio, Cleopatra abbandonò la flotta del suo amante romano Antonio, che fu sconfitto da Ottaviano, nipote di Giulio Cesare. Ottaviano completò la conquista dell’Egitto nel 30 a.E.V., e l’Egitto divenne una provincia romana. In quella provincia romana Giuseppe e Maria fuggirono col piccolo Gesù per sottrarsi alla strage decretata da Erode, tornando in patria dopo la morte di Erode, in adempimento delle parole di Osea: “Fuori d’Egitto ho chiamato il mio figlio”. — Matt. 2:13-15; Osea 11:1; confronta Esodo 4:22, 23.
Il sedizioso “Egiziano” col quale il comandante militare del presidio di Gerusalemme confuse Paolo è forse lo stesso menzionato da Giuseppe Flavio. (Guerra giudaica, Libro II, cap. XIII, 3-5) È dichiarato che la sua insurrezione avvenne all’epoca di Nerone mentre Felice era procuratore della Giudea, circostanze in armonia con quanto si legge in Atti 21:37-39; 23:23, 24.
Nel 70 E.V. la seconda distruzione di Gerusalemme, questa volta ad opera dei romani, fu un ulteriore adempimento di Deuteronomio 28:68, infatti molti ebrei superstiti furono mandati in Egitto come schiavi. — Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, Libro VI, cap. IX, 2.
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Egitto, valle del torrente d’Ausiliario per capire la Bibbia
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Egitto, valle del torrente d’
Lungo wadi (o gola) che secondo la disposizione di Dio segnava il confine sudoccidentale della Terra Promessa, cioè del “paese di Canaan”. (Num. 34:2, 5; I Re 8:65; Isa. 27:12) Anche se tale valle non era effettivamente in Egitto, il territorio di quella nazione, almeno in certi periodi, doveva estendersi fin là. (II Re 24:7) L’espressione abbreviata “la valle del torrente”, usata per definire i confini del paese d’Israele nella visione di Ezechiele, si riferisce evidentemente a questa stessa gola. — Ezec. 47:19; 48:28.
La valle del torrente d’Egitto viene di solito identificata col Wadi el-ʽArish, che inizia a circa 220 km dalla costa nella penisola del Sinai, presso
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