Vigorosa identificazione del Messia
1. In che modo Dio diede speranza sin dal tempo stesso della caduta dell’uomo in Eden?
SIN dal principio, subito dopo la caduta dell’uomo in Eden, Dio pronunciò una profezia di speranza. Promise che ci sarebbe stato un seme che avrebbe schiacciato la testa del nemico di Dio. (Gen. 3:15) Egli allargò quella promessa e rafforzò la fede degli uomini dell’antichità dando informazioni concernenti quel Seme, mostrando infine che il Seme sarebbe stato Quegli che in ebraico sarebbe stato chiamato il Messia. Le nazioni avrebbero sperato in questo Messia. Sperare e confidare nel giusto, vero Messia era questione di vita o di morte. Ne conseguiva che ci doveva essere provveduta un’inequivocabile identificazione del Messia, affinché la nostra speranza non fosse malriposta, con nostra delusione e perdita della salvezza. Poiché ci sarebbero stati falsi messia.
2. (a) Come provvide Dio affinché la nostra speranza non fosse malriposta, e quanto è completo quel provvedimento? (b) Quale particolare mezzo di identificazione del Messia studieremo in questo articolo?
2 Mediante la sua Parola la Bibbia Dio provvide questa inequivocabile identificazione. Nelle Scritture Ebraiche precristiane Dio aveva fatto mettere per iscritto centinaia di particolari, requisiti che il Messia avrebbe dovuto soddisfare e cose che avrebbe dovuto adempiere. Tutte queste cose sarebbero state così interdipendenti e intrecciate che la probabilità che un impostore le adempisse tutte sarebbe stata una su miliardi, una cosa praticamente impossibile, infatti, una cosa veramente impossibile, poiché il Grande Dio Onnipotente dirigeva le cose così che ci fosse un’inequivocabile identificazione del suo promesso Messia. Ci furono molti mezzi di identificazione, compresi genealogia, luogo, avvenimento, maniera degli avvenimenti, e tempo. Uno di questi, il tempo, è pure collegato ad altri fattori come luogo e avvenimento, e ad esso desideriamo rivolgere la vostra attenzione in questo articolo.
3. (a) Che cosa dovrebbe fare la considerazione di questo argomento per quelli che non credono che la Bibbia sia ispirata? (b) Che cosa dovrebbe indurre a fare le persone di fede giudaica?
3 Quelli che non credono che la Bibbia sia ispirata, se considerano sinceramente questo argomento, non possono fare a meno come minimo di convincersi a guardare ulteriormente alla Parola di Dio con maggiore rispetto. Le persone di fede giudaica che credono alla Parola di Dio e che credono che i profeti di Dio non poterono mentire e non mentirono saranno costrette a riesaminare la posizione della loro religione sulla questione della venuta del Messia.
4. (a) Quale uomo fu impiegato per recarci questa profezia? (b) Quale identificazione del Messia fa la profezia in Daniele 9:24-27?
4 La profezia in questione fu data per mezzo del profeta Daniele, che ebbe una favorevolissima posizione presso Dio e che è menzionato nella Parola di Dio come uomo della massima integrità. Nel nono capitolo della profezia di Daniele 9, versetti da 24 fino a 27 egli fu ispirato a dire:
“Settanta settimane sono state fissate pel tuo popolo, per la tua città santa, affinché sia tolta la prevaricazione, abbia fine il peccato, sia cancellata l’iniquità, venga l’eterna giustizia, sia compita la visione e la profezia e sia unto il Santo dei Santi. Comprendilo dunque e notalo bene: Da quando uscirà l’editto per la riedificazione di Gerusalemme fino a Cristo, al Principe, vi saranno sette settimane e sessantadue settimane. Saranno riedificate le piazze e le muraglie in tempo di angustia. Dopo sessantadue settimane il Cristo sarà ucciso e non sarà più suo il popolo che lo rinnegherà. La città e il Santuario sarà distrutto da un popolo con un condottiero che verrà, la sua fine sarà la devastazione, e, finita la guerra, (verrà) la desolazione decretata. Egli confermerà il testamento con molti in una settimana; e alla metà della settimana verran meno le ostie e i sacrifizi, e sarà nel tempio l’abominazione della desolazione, e la desolazione durerà fino alla consumazione, sino alla fine”. (Ti)
5. (a) Quali cose si devono determinare circa le “settanta settimane”? (b) Come sappiamo che le “settanta settimane” non furono settanta settimane letterali di sette giorni ciascuna?
5 Dalla lettura di questa profezia è evidente che essa è un vero gioiello nell’identificazione del Messia e che è di suprema importanza determinare il tempo dell’inizio delle settanta settimane e anche la durata di queste settimane profetiche. Potremmo dire all’inizio che se queste fossero settimane letterali di sette giorni ciascuna, il Messia venne più di ventiquattro secoli fa ai giorni dell’Impero Persiano e non fu identificato. Inoltre, le altre centinaia di requisiti contenuti nella Bibbia non furono perciò adempiuti. Ne consegue dunque che le settanta settimane simboleggiarono un tempo molto più lungo. Quando cominciò e quando finì questo tempo?
6. (a) Che cosa dobbiamo stabilire prima per sapere quando cominciarono a contarsi le “settanta settimane”? (b) Quali informazioni ci dà Neemia in merito a questo?
6 Nella succitata profezia di Daniele 9, il versetto 25 ci mostra che, a partire dal tempo in cui sarebbe andato in vigore il comandamento, sarebbe seguìto uno stabilito periodo di tempo che avrebbe indicato l’anno esatto nel quale avrebbe fatto la sua comparsa sulla terra il promesso Seme della donna di Dio o il Messia. Per stabilire quando ebbe luogo questo comandamento e quando andò in vigore è necessario determinare chi fu il re che diede il comandamento e stabilire l’anno in cui questo re cominciò a regnare, poiché il comando venne emanato nel ventesimo anno di questo re. Neemia ci dice: “Nel mese di Nisan, l’anno ventesimo del re Artaserse, avvenne che, essendo il vino già pronto davanti a lui, io presi il vino e lo porsi al re”. (Neem. 2:1, Na) In questo tempo Neemia richiamò l’attenzione del re sul triste stato di Gerusalemme e chiese d’essere incaricato di tornare a ricostruire la città. La data di questa conversazione fu il 455 a.E.V. e il re fu Artaserse di Persia, com’è indicato dai seguenti fatti storici.
QUATTRO RE CHE PRECEDETTERO ARTASERSE
7. (a) Chi furono i due re che dominarono la Persia fra i regni di Dario il Medo e Dario I? (b) Quando ebbe luogo la seconda invasione persiana della Grecia, e quale fu l’esito?
7 In Daniele 11:1 (Ga) egli menziona Dario il Medo e nel versetto 2 di Daniele 11 profetizza che ci saranno ancora tre re che rappresenteranno la Persia e un quarto che accumulerà ricchezze più grandi di tutti gli altri e che “aizzerà tutto contro la Grecia”. Il terzo re fu Dario I, che cominciò a dominare l’Impero Persiano nel 522 a.E.V. Dal tempo di Dario il Medo egli era stato preceduto da due re, Ciro il Persiano e Cambise, figlio di Ciro. Nel 490 a.E.V. il re Dario ordinò una seconda invasione persiana della Grecia. Le forze persiane superavano di gran lunga il numero degli Ateniesi, ma a Maratona, in Grecia, i Persiani furono sconfitti. Il re Dario voleva invadere la Grecia una terza volta ma morì nel 486 a.E.V. prima che potesse finire i preparativi.
8. (a) Chi fu il quarto re menzionato da Daniele, che avrebbe ‘aizzato tutto contro la Grecia’? (b) Quali furono alcuni atti di Serse, perché figura egli nella considerazione concernente le settanta settimane, e a che anno si estese il suo regno? (c) Come Ester 9:32 fino a 10:3 dà informazioni indicanti che Serse visse fino al tredicesimo anno del suo regno?
8 Quindi sorse il quarto re menzionato da Daniele per fare ulteriori tentativi di conquistare la Grecia. In alcune moderne traduzioni bibliche viene chiamato col nome di Serse. (Ester 1:1-3, Na; Moffatt) In altre traduzioni della Bibbia è chiamato Assuero, com’è reso secondo l’ebraico. Se Assuero è Serse, egli cominciò a regnare nel dicembre del 486 a.E.V. La ragione per cui il re Serse I figura in una considerazione delle settanta settimane della profezia di Daniele è che fu il padre del re Artaserse, il quale emanò il decreto di ricostruire Gerusalemme. (Neem. 1:1; 2:1, 7, 8) Il re Serse I fu il governante che diede ai Giudei l’autorizzazione legale di difendersi per non essere massacrati dai loro nemici. Mardocheo, cugino della moglie giudaica di Serse, Ester, era allora primo ministro di Serse e stabilì per i Giudei la festa commemorativa di Purim o Sorti il quattordicesimo e il quindicesimo giorno del dodicesimo mese lunare, adar (febbraio—marzo). (Ester 9:20, 21) Serse era allora nel suo dodicesimo anno di regno (Ester 3:7) e il suo dominio dev’esser continuato fino al suo tredicesimo anno, qualche tempo del 474 a.E.V., poiché dopo il decreto di Serse ebbero luogo altre cose, com’è detto in Ester 9:32 fino a 10:3:
“L’editto di Ester diede valore di legge alle prescrizioni dei Purim ed esso fu scritto in un libro. Il re Serse stabilì un tributo sul continente e sulle isole del mare. Tutte le opere della sua potenza e del suo valore, la descrizione della grandezza alla quale innalzò Mardocheo, sono scritte nel libro delle cronache dei re dei Medi e dei Persiani. Vi è scritto come Mardocheo, di nazione Giudeo, divenne il secondo dopo il re Serse, e fu grande presso i Giudei, e amato dalla moltitudine dei suoi fratelli: egli cercò il bene del suo popolo ed agì per la felicità della sua stirpe”. — (Na)
9. (a) Quando ebbe luogo la terza invasione persiana della Grecia, e quali furono i risultati d’essa? (b) Questa sconfitta inflitta dai Greci spodestò la Persia dalla sua posizione di Quarta Potenza Mondiale?
9 La terza invasione della Grecia aveva avuto luogo prima del dodicesimo anno di Serse. Attraversando l’Ellesponto nel 480 a.E.V., le forze d’invasione di Serse, di numero molto superiore ai Greci, furono sconfitte grazie alla tattica del generale ateniese Temistocle. I Greci trattennero i Persiani alle Termopili infliggendo loro grandi perdite e questo fu seguito dalla distruzione di oltre metà della flotta di Serse. L’anno successivo i Greci sconfissero l’esercito persiano che era stato lasciato indietro al comando di uno dei suoi più valenti generali. Lo stesso giorno fu distrutto il resto della flotta persiana vicino al promontorio di Micale in Asia Minore. I Persiani non invasero mai più la Grecia. Così gli sforzi della Quarta Potenza Mondiale di addentrarsi a fondo in Europa furono fermati nel 479 a.E.V., ottavo anno del regno di Serse. Ciò nonostante, l’Impero Persiano continuò ad avere il dominio mondiale per un secolo e mezzo.
INIZIO DEL REGNO DI ARTASERSE
10. (a) Che cosa accadde a Temistocle qualche tempo dopo la vittoria che aveva ottenuta sulla Persia? (b) A quale corte Temistocle cercò e trovò protezione?
10 Qui presentiamo l’evidenza storica che il regno di Artaserse cominciò nel 474 a.E.V.: Sebbene Temistocle avesse ottenuto queste vittorie e rafforzato notevolmente le difese della Grecia, in seguito cominciò a perdere la fiducia del popolo. Infine fu accusato di negoziati di tradimento coi Persiani. Fuggì in Asia Minore e fu proclamato traditore e la sua proprietà venne confiscata. Leggiamo, comunque, che ricevette una buona accoglienza dai Persiani:
“Egli . . . cercò infine protezione alla corte persiana, dove entrò nelle grazie del monarca regnante, Artaserse Longimano. Era impegnato a fondo nei piani perché i Persiani potessero soggiogare la Grecia, che aveva promesso ad Artaserse di assediare, quando, . . . secondo alcuni racconti, si avvelenò; . . . — The Encyclopedia Americana, edizione del 1929, volume 26, a pagina 507.
11. Quando avvenne la morte di Temistocle, e come ci aiuta questo a calcolare quando egli arrivò in Asia Minore?
11 Durante il regno di Artaserse l’esiliato Temistocle morì in Asia Minore. Secondo gli annali o la cronologia di Diodoro Siculo, storico greco del primo secolo a.E.V., la data della morte di Temistocle fu il 471 a.E.V. Egli dev’essere arrivato in Asia Minore nel 473 a.E.V., secondo le seguenti informazioni: Dopo il suo arrivo in Asia Minore mandò una lettera al re Artaserse e gli chiese un’udienza, ma domandò prima un anno di tempo per imparare a parlare il persiano, dopo di che sarebbe andato a presentare ad Artaserse alcuni piani per assoggettare la Grecia. Artaserse acconsentì a questa richiesta, e Temistocle si presentò alla sua corte alla fine dell’anno.
12. (a) In che modo Tucidide (lo storico greco) sostiene il pensiero che Temistocle fuggì in Asia Minore nel 473 a.E.V.? (b) Come lo storico Nepote sostiene la dichiarazione di Tucidide? (c) (Nota in calce) Che cosa dice il biografo greco Plutarco, in armonia con Tucidide?
12 Lo storico greco Tucidide di Atene visse durante il regno di Artaserse il Persiano, e ci dice che il generale Temistocle fuggì dalla sua patria per andare in Asia (Persia) quando Artaserse era “appena salito al trono”. — Vedere Tucidide nel Libro I, capitolo 137.
Nepote, storico romano del primo secolo a.E.V., sostiene Tucidide dicendo: “So che la maggioranza degli storici hanno riferito che Temistocle andò in Asia durante il regno di Serse, ma io do credito a Tucidide preferendolo agli altri perché egli, fra tutti quelli che hanno lasciato racconti di quel periodo, fu più vicino nel tempo a Temistocle, ed era della stessa città. Tucidide dice che egli andò da Artaserse”. — Nepote, Themistocles, capitolo 9.a
13. (a) Quando dice Girolamo che Temistocle arrivò in Asia? (b) Quando cominciò il regno di Artaserse, secondo lo studioso Hengstenberg?
13 L’Eusebius di Girolamo pone l’arrivo di Temistocle in Asia nel quarto anno della 76ª Olimpiade (periodi quadriennali cominciati nel 776 a.E.V.), cioè nel 473 a.E.V. Lo studioso tedesco Ernst Hengstenberg dice che il regno di Artaserse cominciò nel 474 a.E.V.
14. Qual è, dunque, l’importante data stabilita dalle precedenti informazioni storiche?
14 In base a queste registrazioni storiche possiamo stabilire l’importantissima data: il primo anno del regno di Artaserse. Poiché, dal momento che era “appena salito al trono” quando Temistocle arrivò in Asia nel 473 a.E.V., questo sosterrebbe altre fonti che additano il 474 a.E.V. come principio del regno di Artaserse.
QUANDO COMINCIARONO LE SETTANTA SETTIMANE
15. (a) Quando fu il principio e quando fu la fine dell’anno secondo il calcolo di Neemia, e con quale modo di calcolare il calendario è questo in armonia oggi? (b) Quando dice Neemia che ricevette la notizia circa la condizione di Gerusalemme?
15 Ora, in quanto all’inizio del tempo della profezia di Daniele in Daniele 9:24-27, Neemia non lascia dubbi. Il suo anno di calendario cominciava col mese di tishri (settembre—ottobre, proprio come il calendario civile dei Giudei oggi) e finiva col mese di elul (agosto—settembre) come dodicesimo mese. Il mese di casleu, in cui Neemia ebbe notizia della triste situazione dei Giudei e della cattiva condizione fisica di Gerusalemme, era il terzo mese da tishri e cadeva parte in novembre e parte in dicembre. Neemia ci dice (Neem. 1:1, 2, Na):
“Nel mese di Casleu, dell’anno ventesimo (di Artaserse), mentre mi trovavo nella fortezza di Susa, arrivò dalla Giudea Anani, uno dei miei parenti, con alcuni uomini. Chiesi notizie a riguardo dei Giudei, i superstiti ritornati dalla schiavitù, e di Gerusalemme”.
16. (a) Quando cominciò e quando finì l’anno com’è calcolato dallo scrittore del libro di Ester? (b) Che cosa costituì il primo anno di Serse, e il suo dodicesimo anno? (c) Che cosa contò Neemia come inizio e fine dell’anno? (d) Che cosa costituirebbe il primo anno di Artaserse, e il suo dodicesimo anno? (e) (Nota in calce) Illustrate come la fine del dominio di Serse e il primo anno del dominio di Artaserse sarebbe il 474 a.E.V.
16 Che anno sarebbe il ventesimo anno d’Artaserse nel calendario gregoriano usato correntemente? Esponiamo qui l’evidenza cronologica: Serse cominciò a regnare nel dicembre del 486 a.E.V. Giacché il racconto nel libro di Ester conta l’anno a cominciare dalla primavera (nisan, o marzo—aprile), il primo anno di Serse in quel calendario finirebbe in febbraio—marzo del 485 a.E.V. (Ester 9:1) Il dodicesimo anno di Serse decorse da marzo—aprile del 475 a febbraio—marzo del 474. È possibile che Serse sopravvivesse al suo dodicesimo anno (cioè ad adar [febbraio—marzo del 474] per cominciare il tredicesimo anno, com’è menzionato sopra). Artaserse gli succedette lo stesso anno, il 474. Ma il calendario di Neemia calcolava l’anno a cominciare dall’autunno (tishri o settembre—ottobre), per cui l’anno di calendario decorso da tishri del 475 a tishri del 474 sarebbe l’anno in cui cominciò il dominio di Artaserse.b (Neem. 1:1; 2:1) Il dodicesimo anno di Artaserse, perciò, decorse dal settembre—ottobre del 456 a.E.V. all’agosto—settembre del 455 a.E.V.
17. Qual era il desiderio di Neemia, e quando ebbe l’opportunità di realizzarlo?
17 Neemia, zelante servitore di Geova Dio, si interessava profondamente della vera adorazione nel luogo dove Geova aveva posto il suo nome, la città di Gerusalemme. Udendo la cattiva notizia circa Gerusalemme, egli pregò Geova, desiderando essere impiegato per recar sollievo a Gerusalemme. Nel settimo mese dell’anno del calendario lunare di questo stesso ventesimo anno di Artaserse, che sarebbe nisan (marzo—aprile) secondo il calcolo di Neemia, dell’anno 455 a.E.V., come coppiere Neemia ebbe l’opportunità di presentare la cosa, per ottenere l’approvazione del re, com’egli racconta: “Nel mese di Nisan, l’anno ventesimo del re Artaserse, avvenne che, essendo il vino già pronto davanti a lui, io presi il vino e lo porsi al re”. “Quand’ebbi determinato il tempo al re, egli mi autorizzò a partire”. (Neem. 2:1, 6, Na) Neemia agì prontamente.
18. Quando cominciò a contarsi il periodo di tempo di “settanta settimane”, come nel caso di quale altra profezia sul tempo?
18 Come la fine dei settant’anni di desolazione di Gerusalemme ebbe luogo quando il decreto di Ciro andò in vigore all’arrivo dei Giudei a Gerusalemme per porre il fondamento del tempio, così sarebbero passate settanta settimane di anni dal tempo in cui andò in vigore il comando di Artaserse, cioè dopo che i Giudei con Neemia arrivarono a Gerusalemme e quando egli diede gli ordini di costruire le mura della città. Vediamo ora quando andò effettivamente in vigore il comando di costruire la città.
19. (a) Quanto tempo dopo che Artaserse ebbe dato il comando come minimo sarebbe andato in vigore esso, e che giorno e che anno sarebbe questo? (b) (Nota in calce) Quali date indica lo studioso Hengstenberg quali primo anno e ventesimo anno di Artaserse? (c) Come queste date sono corroborate da altri storici?
19 Ci sarebbero voluti circa quattro mesi per fare il viaggio da Susa, capitale invernale del re, a Gerusalemme, ponendo l’arrivo di Neemia verso il principio dell’undicesimo mese di ab. Neemia si riposò e tenne conferenze per tre giorni, ispezionò di notte le mura della città, quindi diede ordine che cominciasse la costruzione. Questo sarebbe avvenuto verso il terzo o quarto giorno di ab del 455 a.E.V., o verso il 26-27 o 27-28 luglio del 455 a.E.V., sempre nel ventesimo anno di Artaserse.c (Neem. 2:11-18) Ciò segna il nostro punto di partenza per il conto del tempo indicato da questa importante profezia di Daniele. In questo tempo andò in vigore il comandamento di restaurare e ricostruire Gerusalemme.d
DURATA E FINE DELLE SETTANTA SETTIMANE
20. (a) Quanto sono lunghe, nell’adempimento, le settanta settimane e le sessantanove settimane? (b) Quando comincia il conto delle settimane, e come calcoliamo quando finirono le sessantanove settimane?
20 In quanto alla durata delle settimane profetiche, An American Translation e la traduzione del dott. James Moffatt rendono l’espressione di Daniele 9:24-27 “settanta settimane di anni”. Queste, dunque, furono settanta “settimane” di sette anni ciascuna, o 490 (70 × 7) anni. Dopo 69 (7 + 62) settimane di anni sarebbe apparso il Messia. Cominciando dal 455 a.E.V., a quale data ci porta la profezia per la venuta del Messia il Condottiero?
[Prospetto]
dal 455 a.E.V. all’ 1 a.E.V. = 454 anni
dall’ 1 a.E.V. all’ 1 E.V. = 1 anno
dall’ 1 E.V. al 29 E.V. = 28 anni
69 settimane di anni = 483 anni
21. (a) Quando mostra la profezia che ci si doveva aspettare la comparsa del Messia? (b) Chi comparve quell’anno per adempiere la profezia, e perché si poté chiamare “Messia” a quel tempo? (c) Ci fu altra evidenza corroboratrice per identificarlo come il Messia? (d) Che cos’è interessante circa il tempo dell’inizio delle sessantanove settimane? (e) Quando fu terminata la costruzione delle mura?
21 Il 29 E.V. è dunque la data in cui ci si poteva aspettare la comparsa del Messia. La storia prova che quell’anno Gesù comparve, per farsi battezzare da Giovanni nel Giordano, e lo spirito santo discese dal cielo per ungerlo e renderlo il Messia o il Cristo, che significa “Unto”. Prima di questo tempo era stato l’uomo Gesù, ma non si poté chiamare l’Unto fino al tempo della sua unzione con lo spirito santo. Giovanni rese testimonianza alla sua unzione, e Geova rese testimonianza col simbolo di una colomba e con la sua propria voce che parlò dal cielo. (Luca 3:1, 2, 21-23) Un fatto interessante relativamente all’accuratezza di questo calcolo del tempo è che l’anno in cui ebbero inizio le 69 settimane cominciò, non nel mese di nisan, ma nel mese di tishri, che è il mese nel quale Gesù fu battezzato e unto. La data dell’inizio della costruzione delle mura si deduce dalla dichiarazione di Neemia 6:15 (Na), che dice: “Or, le mura furono terminate, il giorno venticinque del mese di Elul [il dodicesimo mese], nello spazio di cinquantadue giorni”. Il mese di ab, che precedeva elul, aveva trenta giorni, per cui il lavoro di costruzione dov’essere cominciato il quattro di ab del 455 a.E.V., o il 27-28 luglio, e dev’essere finito il 16-17 settembre del 455 a.E.V., sempre entro il ventesimo anno di Artaserse.
22. Perché l’anno 455 a.E.V. fu un notevole anno di favore per Sion?
22 Certamente la profezia di Daniele fu verace, che l’anno 455 a.E.V., ventesimo anno dell’imperatore persiano Artaserse Longimano, fu un anno notevole il quale diede inizio a un tempo di favore divino per Sion. Fu una delle più importanti date della storia, poiché fu l’inizio delle sessantanove settimane di anni che condussero all’arrivo del Seme della donna di Dio, il Messia, promesso da tempo. — Dan. 9:25.
23. (a) A quale scopo era servita la profezia delle “settanta settimane” di Daniele per la nazione giudaica e per noi oggi? (b) Come vediamo che al tempo della comparsa di Giovanni Battista i Giudei erano consapevoli del tempo additato dalla profezia di Daniele? (c) Che cosa accadde a metà e alla fine della settantesima settimana?
23 Questa rimarchevole profezia di Daniele servì come luce per oltre 400 anni. Non solo: fu uno dei più vigorosi provvedimenti per identificare il Messia alla nazione giudaica e a noi oggi. Prima che i 483 anni scadessero, la profezia relativa al precursore del Messia si adempì e i Giudei udirono Giovanni Battista che annunciava la comparsa del Messia. Infatti, i Giudei attendevano la comparsa del Messia il Condottiero mentre consideravano le profezie, compresa la profezia del tempo di Daniele, e l’opera di Giovanni Battista. Luca 3:15 dice: “Or mentre il popolo era in aspettazione e tutti ragionavano in cuor loro di Giovanni: ‘Che sia egli il Cristo?’” Come aveva predetto Daniele, a metà di questa finale settimana di anni, o dopo i tre anni e mezzo del ministero di Gesù, egli fu stroncato. Morì sul palo di tortura il 14 nisan, a metà dell’anno lunare che cominciava in autunno col mese di tishri. Tre anni e mezzo dopo giunse al termine la settantesima settimana di anni con l’unzione di Cornelio, il primo Gentile che fosse portato nel corpo di Cristo, perché fosse tra il corpo di unti. — Isa. 40:3; Matt. 3:3; Dan. 9:24.
24. Che effetto dovrebbe avere su noi la considerazione di questa profezia di Daniele, che cosa dovremmo fare in merito, e perché?
24 Quando la persona ragionevole pensa alla previsione e al grande potere necessario per far avvenire l’adempimento di una simile profezia, che riguardava non solo individui, ma intere nazioni, non può fare a meno di identificare in Gesù Cristo il Messia o come minimo di darvi la massima considerazione. Quelli che desiderano realmente la vita faranno così, poiché il Messia è il Seme della donna di Dio e il Seme di Abraamo mediante il quale saranno distrutti i nemici di Dio. E per mezzo di lui tutte le famiglie della terra si benediranno esercitando fede in questo unto Re e Condottiero, il Figlio dell’Onnipotente Dio Geova, e seguendone i comandi. — Gen. 22:17, 18.
[Note in calce]
a Sotto “Temistocle”, il biografo greco Plutarco, del primo secolo E.V., dice: “Tucidide, e Caronte di Lampsaco, dicono che Serse era morto, e che Temistocle ebbe un colloquio con suo figlio, Artaserse; ma Eforo, Dinone, Clitarco, Eraclide e molti altri scrivono che egli andò da Serse. Le tavole cronologiche concordano maggiormente con il racconto di Tucidide”. — Cap. 27.
b Facciamo un’illustrazione: Col nostro attuale calendario (gregoriano [da gennaio a dicembre]), se un governante morisse nel dicembre del 1964 e il suo successore cominciasse a governare lo stesso mese, diremmo che il primo anno del successore e l’ultimo anno del suo predecessore fu il 1964, l’anno che cominciò undici mesi prima, in gennaio, sebbene gli avvenimenti si verificassero entrambi verso la fine dell’anno di calendario.
c Avendo a disposizione dei fatti storici il noto studioso tedesco Ernst Wm. Hengstenberg (1802-1869) prova che la data del dott. Henry Dodwell del 445 a.E.V. è errata. Nella sua opera intitolata “Cristologia del Vecchio Testamento”, nel volume 2 d’essa, a pagina 394 (§ 2), Hengstenberg dice: “La differenza [d’opinione] riguarda solo l’anno d’inizio del regno di Artaserse. Il nostro problema è completamente risolto, quando abbiamo mostrato che quest’anno cade nell’anno 474 avanti Cristo. Poiché allora il ventesimo anno di Artaserse è l’anno 455 avanti Cristo, secondo il solito calcolo, . . .”
Nel provare che il regno di Artaserse cominciò nel 474 a.E.V., Hengstenberg dice, a pagina 395: “Krueger . . . pone la morte di Serse nell’anno 474 o 473, e la fuga di Temistocle un anno dopo”. A pagina 399 Hengstenberg parla di “un regno di Artaserse di cinquantun anni”, mentre lo storico greco Ctesia, del quinto secolo a.E.V., calcola che Artaserse regnasse solo 42 anni. — Vedere la traduzione inglese dal tedesco di Reuel Keith, prima edizione, New York (1836-1839), in tre volumi.
Hengstenberg indica come possibile ragione dell’evidente errore del Canone di Tolomeo che assegna a Serse un regno di 21 anni, che, quando Tolomeo compilò la sua lista di re dalla registrazione di antichi cronologi, scambiò il greco ia per ka, che per i Greci rappresentano i numerali 11 e 21 rispettivamente.
L’arcivescovo James Ussher, d’Irlanda, (1581-1656) come cronologo, sostenne (a pagina 131 di Annales Veteris et Novi Testamentorum, sotto “Impero Persiano”, pubblicato nel 1650), che Artaserse Longimano salì al trono persiano nel 474 a.E.V., ma la sua data di ciò non fu messa nelle Bibbie di consultazione. I famosi scrittori Vitringa (1659-1722) e Krueger (1838) furono d’accordo con Ussher nel porre nel 474 a.E.V. la data di accessione di Artaserse al trono persiano.
d Il Volume 9 della Cyclopædia of Biblical, Theological and Ecclesiastical Literature di M’Clintock e Strong considera le “Settanta settimane della profezia di Daniele”, e a pagina 602, sotto l’intestazione “1. La data dell’editto”, dice: “Abbiamo supposto che questo fosse dal tempo in cui andò in vigore a Gerusalemme piuttosto che dalla sua nominale emanazione a Babilonia. La differenza, comunque (essendo solo di quattro mesi), non influirà seriamente sull’argomento”