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BalaamAusiliario per capire la Bibbia
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tanto da fare. Se non poteva maledire Israele, ragionò, forse Dio stesso avrebbe maledetto il suo popolo, se solo si poteva indurlo ad abbandonarsi all’adorazione immorale del Baal di Peor. Quindi Balaam insegnò a Balac a porre una pietra d’inciampo davanti ai figli d’Israele, affinché mangiassero cose sacrificate agli idoli e commettessero fornicazione. (Riv. 2:14) “Secondo la parola di Balaam”, le figlie di Moab e di Madian “servirono a indurre i figli d’Israele a commettere infedeltà verso Geova nel fatto di Peor, così che il flagello venne sull’assemblea di Geova”. (Num. 31:16) Il risultato: 24.000 uomini d’Israele morirono per il loro peccato. (Num. 25:1-9) Né Madian né Balaam stesso sfuggirono alla punizione divina. Geova ordinò che uomini, donne e ragazzi fossero tutti giustiziati; solo le vergini furono risparmiate. “E uccisero Balaam figlio di Beor con la spada”. (Num. 25:16-18; 31:1-18) In quanto ai moabiti, essi furono esclusi dalla congregazione di Geova “fino alla decima generazione”. — Deut. 23:3-6.
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BalacAusiliario per capire la Bibbia
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Balac
(Bàlac) [devastatore].
Re di Moab, adoratore di Baal, vissuto nel XV secolo a.E.V.; figlio di Zippor. Il popolo di Balac fu preso da spavento e da grande timore vedendo quello che Israele aveva fatto agli amorrei. Alleatosi ai madianiti, Balac mandò a cercare Balaam nel villaggio di Petor sull’Eufrate perché venisse dalla Mesopotamia e maledicesse Israele con “potere magico” nella speranza di avere così un vantaggio militare. “Ecco”, Balac disse a Balaam, “[gli israeliti] hanno coperto la terra fin dove si può vedere, e dimorano proprio di fronte a me”. Dapprima Balaam ricusò di andare, ma dopo che Balac gli inviò una più onorevole delegazione di principi e aumentò l’offerta, l’avido profeta alla fine accettò, col permesso di Geova. Quando giunse sulla sponda dell’Arnon, Balac lo rimproverò: “Perché non sei venuto da me [la prima volta]? Non posso realmente e veramente onorarti?” — Num. 22:2-37.
Balac portò Balaam in tre punti da cui si poteva vedere l’esercito d’Israele. Ogni volta si seguì la stessa procedura propiziatoria; fu ordinato a Balac di costruire sette altari su cui furono sacrificati sette tori e sette montoni. Tuttavia, ogni volta, invece di maledire Israele, Balaam lo benedisse. — Num. 22:41-24:9; Mic. 6:5.
A questo punto “l’ira di Balac s’infiammò contro Balaam”. Battendo le mani con rabbia esclamò: “Ti ho chiamato per esecrare i miei nemici, ed ecco, tu li hai benedetti fino al limite queste tre volte. E ora vattene al tuo luogo”. Ma prima di partire questo profeta di Petor predisse che la “stella” messianica sarebbe venuta per mezzo del seme di Giacobbe. — Num. 24:10-17; Gios. 24:9, 10; Giud. 11:25.
Gli avvenimenti successivi indicano che Balaam insegnò a Balac a porre una pietra d’inciampo davanti ai figli d’Israele, affinché mangiassero cose sacrificate agli idoli e commettessero fornicazione. — Riv. 2:14; Num. 25:1-18.
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BaladanAusiliario per capire la Bibbia
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Baladan
(Bàladan) [egli ha dato un figlio].
Padre di Merodac-Baladan (Isa. 39:1; “Berodac-Baladan” in II Re 20:12). Merodac-Baladan figlio di Baladan regnava in Babilonia durante l’ultima parte del regno di Ezechia re di Giuda (745–716 a.E.V.).
In passato alcuni consideravano sbagliata questa menzione di Baladan, dato che le iscrizioni assire del re Sargon II menzionano Merodac-Baladan figlio di “Yakin”. Tuttavia, nelle iscrizioni del re d’Assiria Salmaneser III, Ieu re d’Israele è chiamato “figlio di Omri”, mentre Ieu in effetti era figlio di Giosafat e nipote di Nimsi. (II Re 9:2) Anche se la dinastia di Omri terminò alla morte di Ieoram (II Re 9:24), gli assiri continuarono a riferirsi al regno d’Israele come “Bit Humri” (Casa di Omri o Paese di Omri) e, in modo corrispondente, si riferivano al paese di Merodac-Baladan come “Bit Yakin”. Sembra dunque che Merodac Baladan fosse “figlio di Yakin” principalmente nel senso che era suo successore.
Alcuni ritengono che “Baladan” sia l’abbreviazione di un nome più completo, e suggeriscono che il padre di Merodac-Baladan avesse lo stesso nome del figlio. L’abbreviazione dei nomi non è insolita nella Bibbia (per esempio, l’abbreviazione di “Ioacaz” in “Acaz”), né è insolita nei testi assiri e babilonesi.
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BaldassarreAusiliario per capire la Bibbia
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Baldassarre
(Baldassàrre) [ebr. Belshaʼtsàr; accadico Bel-shar-usur; Bel protegge il re].
Figlio primogenito di Nabonedo e suo coreggente durante gli ultimi anni dell’impero babilonese. Nella Bibbia è menzionato solo dal profeta Daniele e per molto tempo la sua posizione di “re di Babilonia” era smentita dai critici. (Dan. 5:1, 9; 7:1; 8:1) Tuttavia prove archeologiche sotto forma di antichi testi hanno poi dimostrato in modo inequivocabile la storicità del racconto biblico.
Prove storiche indicano che Baldassarre era figlio di Nabonedo e di sua moglie Nitocri, figlia di Nabucodonosor. Baldassarre era dunque nipote di Nabucodonosor, in armonia con i riferimenti biblici a Nabucodonosor come “padre” di Baldassarre (il termine “padre” veniva usato anche per nonno), e a Baldassarre come “figlio” (usato anche per nipote) di Nabucodonosor. (Dan. 5:11, 18, 22; confronta Genesi 28:10, 13). Questa non era soltanto una consuetudine biblica, ma anche un’usanza neobabilonese. (Iscrizioni assire menzionano certi re come ‘figli’ dei loro predecessori anche se in effetti non erano consanguinei).
Una tavoletta cuneiforme che risale all’anno dell’ascesa al trono di Neriglissar, succeduto ad Amel-Marduk (Evil-Merodac) sul trono babilonese, si riferisce a “Baldassarre, il principale funzionario del re”, in relazione a un’operazione finanziaria. Alcuni studiosi ritengono che si tratti del Baldassarre della Bibbia, indicando così che aveva già una certa preminenza prima dell’ascesa al trono di Nabonedo. Tale identificazione non è però affatto sicura.
Nel 1924 è stata pubblicata la decifrazione di un antico testo cuneiforme, detto “Storia persiana in versi di Nabonedo”, grazie al quale sono state portate alla luce preziose informazioni che avvalorano senz’altro la posizione regale che Baldassarre aveva a Babilonia e spiegano in che modo diventò coreggente di Nabonedo. A proposito della conquista di Tema da parte di Nabonedo nel terzo anno del suo regno, parte del testo dice: “Egli affidò un accampamento al figlio primogenito; le truppe del territorio inviò con lui. Si liberò le mani dal governo, che affidò a lui. Poi egli stesso [Nabonedo] intraprese una campagna militare in luogo remoto, e le forze della terra di Arcadia avanzarono con lui; egli si volse verso Tema, nella regione occidentale”. (Finegan, Luci del lontano passato, p. 193) Quindi Baldassarre esercitò l’autorità regale dal terzo anno di Nabonedo in poi, e questo avvenimento probabilmente corrisponde al riferimento di Daniele al “primo anno di Baldassarre il re di Babilonia”. — Dan. 7:1.
In un altro documento, le Cronache di Nabonedo, a proposito del settimo, nono, decimo e undicesimo anno del regno di Nabonedo, viene ripetuta questa dichiarazione: “Il re era nella città di Tema. Il figlio del re, i principi e le sue truppe erano nella terra di Accadia [Babilonia]”. (Ibib.) Manca la documentazione degli anni intermedi e successivi, ma sembra che Nabonedo abbia trascorso gran parte del suo regno lontano da Babilonia, e, pur non abbandonando la posizione di supremo sovrano, delegò in sua assenza l’autorità amministrativa al figlio Baldassarre. Ciò è reso evidente da numerosi testi appartenenti ad antichi archivi comprovanti che Baldassarre ebbe prerogative regali di emanare ordini e comandi. Le questioni trattate da Baldassarre in certi documenti e ordini erano tali da dover essere normalmente trattate da Nabonedo, quale supremo sovrano, se fosse stato presente. Comunque Baldassarre rimase soltanto secondo nell’impero e perciò poté offrire a Daniele solo di diventare “il terzo nel regno”. — Dan. 5:16.
Chi deteneva il potere sovrano in Babilonia doveva essere d’esempio nel riverire gli dèi. Esistono sei testi cuneiformi relativi ad avvenimenti accaduti dal quinto al tredicesimo anno del regno di Nabonedo che dimostrano la devozione di Baldassarre alle divinità babilonesi. In qualità di re in assenza di Nabonedo, secondo tali documenti Baldassarre offrì oro, argento e animali ai templi di Erec e Sippar, comportandosi così in modo consono alla sua posizione regale.
La notte del 5-6 ottobre 539 a.E.V. (calendario gregoriano; o 11-12 ottobre, calendario giuliano), Baldassarre diede un grande banchetto per mille dei suoi grandi, come riferisce il capitolo 5 di Daniele. (Dan. 5:1) Babilonia era minacciata dagli eserciti assedianti di Ciro il Persiano e del suo alleato Dario il Medo. Secondo lo storico ebreo Giuseppe Flavio (che a sua volta cita il babilonese Beroso), Nabonedo dopo esser stato sconfitto sul campo di battaglia dagli eserciti medo–persiani si rifugiò a Borsippa. Così Baldassarre sarebbe rimasto in qualità di re a Babilonia. Tenere un banchetto quando la città era in stato d’assedio non è tanto strano se si ricorda che i babilonesi fiduciosi consideravano inespugnabili le mura della città. Gli storici Erodoto e Senofonte dichiarano inoltre che la città aveva abbondanti scorte e quindi nessuno si preoccupava di mancare del necessario. Erodoto descrive l’aspetto festoso della città quella notte, fra danze e piaceri. — Confronta Daniele 5:2-4.
Baldassarre non sopravvisse; fu ucciso la notte stessa della resa della città il 5-6 ottobre 539 a.E.V. (Dan. 5:30), quando, secondo le Cronache di Nabonedo, “le truppe di Ciro entrarono in Babilonia senza combattere”. Anche Senofonte (ca. 434-355 a.E.V.) collega la morte di Baldassarre con l’effettiva conquista di Babilonia. Con la morte di Baldassarre e l’evidente resa di Nabonedo a Ciro ebbe termine la dinastia iniziata con Nabopolassar e suo figlio Nabucodonosor, e con essa finì la dominazione di sovrani semitici nella Mesopotamia. — Vedi CIRO; NABONEDO.
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Balia, balioAusiliario per capire la Bibbia
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Balia, balio
Nell’antichità c’erano due tipi di balie. La “nutrice” (ebr. mehnèqeth; Gen. 24:59; 35:8; Eso. 2:7; II Re 11:2; II Cron. 22:11; Isa. 49:23) sostituiva la madre nell’allattamento del neonato. Debora era stata la nutrice di Rebecca, ma poi rimase al suo servizio come ancella o custode, e continuò a servire la famiglia anche dopo la morte della sua padrona. (Gen. 24:59, 67; 35:8)
L’altro tipo poteva essere sia un balio (ebr. ʼomèn; Num. 11:12; Isa. 49:23) che una balia (ebr. ʼomèneth; II Sam. 4:4). Sia un uomo che una donna poteva aver cura di bambini, malati o persone anziane. Tali erano le mansioni dell’anziana Naomi nei confronti del nipotino Obed e della bella vergine Abisag in relazione al re Davide. — Rut 4:13, 16, 17; I Re 1:1-4.
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Balsamo, balsamo di GalaadAusiliario per capire la Bibbia
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Balsamo, balsamo di Galaad
[ebr. bèsem o bòsem; tsorì].
Il termine balsamo si applica alla sostanza aromatica e di solito oleosa e resinosa prodotta da molte piante, arbusti e alberi. Ci sono alberi balsamici fra gli abeti, i cedri, i pioppi e altri. L’olio balsamico (che di solito contiene acido benzoico o acido cinnamico) è usato in medicina e come profumo.
Piante e alberi balsamici sono sempre stati molto apprezzati dai popoli dell’Oriente. La prima menzione dell’olio di balsamo è quella di Esodo 25:6 in riferimento all’uso che se ne faceva come ingrediente del santo olio d’unzione nel tabernacolo. (Vedi anche Esodo 35:8). Il termine ebraico usato qui (bèsem) deriva da una radice (basàm), che significa “essere fragrante” o “avere soave odore”, e perciò a volte è tradotto “profumo” o “aromi” secondo il contesto. (Eso. 30:23; Cant. 4:10, 14, 16; 5:13; 6:2; 8:14) In Isaia 3:24 la sua fragranza aromatica è messa in contrasto con un “odor di muffa”.
Il balsamo usato per il servizio del tabernacolo nel deserto evidentemente era importato, forse dall’Egitto. Durante il regno di Salomone l’olio di balsamo, per il suo alto valore, fu menzionato insieme all’oro e alle pietre preziose, tesori che la regina di Saba portò in dono, e anche come parte del tributo pagato dai re di molti paesi al saggio re di Gerusalemme. (I Re 10:2, 10, 25; II Cron. 9:1, 9, 24) Era fra le cose preziose conservate nella casa del tesoro del re che Ezechia poco saggiamente fece vedere agli emissari di Babilonia. (II Re 20:13; II Cron. 32:27; Isa. 39:2) Venne usato per imbalsamare (non però alla maniera egiziana) la salma del re Asa (II Cron. 16:14), ed è interessante notare che la parola italiana “imbalsamare” deriva originalmente dall’ebraico basàm. Ester fu massaggiata con aromatico olio di balsamo durante gli ultimi sei mesi prima di comparire davanti al re Assuero. — Est. 2:12.
Il “balsamo [ebr. tsorì] in Galaad” sembra sia stato di una qualità particolare e dotato di speciali proprietà medicinali. (Ger. 8:22; 46:11) Il termine ebraico deriva da una radice che significa “sanguinare”, forse a indicare il processo con cui l’olio o la resina era estratta o “stillava” dalla pianta balsamica. Tale balsamo è menzionato per la prima volta fra le merci trasportate dalla carovana di ismaeliti proveniente dalla regione di Galaad al di là del Giordano a cui fu poi venduto Giuseppe. (Gen. 37:25-28) Giacobbe più tardi lo incluse fra “i più eccellenti prodotti del paese” nel mandare un dono in Egitto quando i suoi figli vi fecero ritorno. (Gen. 43:11) Secondo Ezechiele 27:17, i ricchi mercanti di Tiro lo importavano dal regno di Giuda.
Non è possibile identificare con precisione le piante o gli alberi indicati dai termini ebraici bèsem e tsorì. Il nome di Galaad compare nella denominazione di un arbusto sempreverde chiamato Balsamodendron opobalsamum o gileadense. La sua resina oleosa giallo–verdognola viene estratta facendo delle incisioni nel fusto e nei rami, e raccogliendo
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