Riconciliazione mediante la misericordia di Dio prima di Har-Maghedon
1. Come si possono illustrare i risultati della riconciliazione di Geova con il rimanente degli Israeliti spirituali dal 1919 E.V.?
QUANDO una moglie ostinata e allontanata viene misericordiosamente ripresa dal marito legale, come deve comportarsi verso di lui? E quando, dopo averla ripresa, le rivolge ogni sorta di amorevoli espressioni, come dovrebbe considerarlo, come dovrebbe sentirsi verso di lui? Dovrebbe stimarlo molto per la sua immeritata benignità. Essa ha ragione d’avvicinarglisi più che mai. C’è una base perché lo rispetti più altamente e perché renda i rinnovati vincoli coniugali con lui inviolati, indissolubili. Reazioni di questo genere come quelle d’una moglie si ebbero in seguito alla riconciliazione di Geova con il popolo del suo patto sulla terra. E ora dall’anno 1919 E.V., i risultati sono stati gli stessi rispetto al riconciliato rimanente degli Israeliti spirituali.
2. Il cambiamento di non chiamare più il marito “Bàali” ma di chiamarlo “Ishi” che cosa avrebbe indicato riguardo alla moglie, e come si avverò questo rispetto al rimanente israelita dopo il 537 a.E.V.?
2 Che negli antichi tempi biblici una moglie chiamasse il proprio coniuge “Mio marito” anziché “Mio proprietario” richiedeva per certo un cambiamento di sentimenti, un approfondito apprezzamento da parte di lei. In ebraico essa l’avrebbe chiamato “Ishi” anziché “Bàali”. (Osea 2:18, Leeser) Anticamente Sara mostrò rispetto per il patriarca Abraamo chiamandolo “Mio signore”, o in ebraico, Adonì. Ne era la moglie legale, e onorava Abraamo come suo marito. Non si considerò sua schiava, una schiava come la servitrice egiziana Agar, che dovette essere mandata via dalla casa di Abraamo. (Gen. 18:12; 1 Piet. 3:6) A motivo della devota cooperazione di Sara col marito timorato di Dio, Geova la ricompensò miracolosamente con il suo unico figlio quando essa aveva novant’anni. (Gen. 21:1-7) Il rispetto che il riconciliato rimanente degli Israeliti mostrò verso Geova dopo ch’egli li ebbe liberati da Babilonia nel 537 a.E.V. fu simile a quello di Sara verso Abraamo. Il rimanente si sentì di nuovo verso Geova come un’organizzazione simile a una moglie. La misericordia che Egli mostrò al rimanente lo spinse a chiamarlo Ishi, “Mio marito”.
3, 4. (a) Dal 1919 E.V., il rimanente dell’Israele spirituale mostrò più apprezzamento per quale relazione, e quale patto per molto tempo non avevano compreso? (b) Quale articolo fu pubblicato ne La Torre di Guardia nel 1934?
3 Nel parallelo che ne abbiamo nel ventesimo secolo, il pentito rimanente degli Israeliti spirituali fu liberato da Babilonia la Grande nel 1919 E.V. Fino ad allora, questi Israeliti spirituali avevano dato prevalente importanza al Messia Gesù e alla sua Sposa, la congregazione cristiana. Ma ora cominciarono a mostrare più apprezzamento per Geova Dio, il celeste Padre del Messia. La relazione che come Marito celeste egli aveva avuta con l’Israele spirituale non era stata tenuta in considerazione, in particolar modo dal 1892 E.V. Il suo nuovo patto era incompreso!
4 “Chi onorerà Geova?” Questo fu il titolo dell’articolo principale pubblicato nell’edizione de La Torre di Guardia del 1º gennaio 1926. Da allora in poi, si intensificò l’interesse nel Dio dell’Israele spirituale. Giunse l’anno 1934 e, con esso, la pubblicazione nelle colonne de La Torre di Guardia di una serie di articoli intitolati “I suoi patti”. Dal 1º aprile al 15 luglio 1934, le otto parti di questo articolo furono fornite ai lettori de La Torre di Guardia. In maniera sorprendente questo articolo pubblicato a puntate ricordò al rimanente dell’Israele spirituale che il nuovo patto di Geova concluso con la mediazione del Messia Gesù si applicava a loro.
5. (a) In seguito, nel 1934, quale libro fu pubblicato che riproduceva il materiale dell’articolo “I suoi patti”? (b) La misericordia di Geova spinse quelli che la ricevevano a chiamarlo in che modo rispetto alla sua organizzazione?
5 Poco tempo dopo, il 15 novembre 1934, dalla macchina da stampa della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati di Brooklyn (New York) uscì il libro intitolato “Geova”. I suoi capitoli da 4 a 11 riproducevano l’articolo “I suoi patti”, che era stato pubblicato all’inizio dell’anno ne La Torre di Guardia. Sì, il rimanente dell’Israele spirituale era nel nuovo patto con Geova! In seguito la relazione coniugale di Geova con l’Israele spirituale continuò gradualmente a richiamare l’attenzione. In risposta a tutto il misericordioso trattamento che egli aveva fatto al liberato, riconciliato rimanente dell’Israele spirituale, l’organizzazione simile a una moglie fu spinta a chiamarlo Ishi, “Mio marito”. La sua organizzazione, non l’organizzazione di Satana, era la sola organizzazione giusta a cui appartenere. L’esclusiva devozione apparteneva a Geova quale Sovrano Universale. Il rimanente lo riconobbe.
PROSPERITÀ E SICUREZZA SPIRITUALI
6. Il devoto attaccamento a Geova come il Marito celeste diede luogo a quali benedizioni, come è particolareggiatamente spiegato in Osea 2:17-20?
6 Il devoto attaccamento che il riconciliato rimanente mostrò a Geova il Marito celeste condusse a splendide benedizioni. Le ulteriori parole di Geova lo preannunciarono per mezzo del profeta Osea: “E per certo rimuoverò i nomi delle immagini di Baal dalla sua bocca, e [i ritornati Israeliti] non li ricorderanno più per i loro nomi. E per certo concluderò per loro in quel giorno un patto in relazione con la bestia selvaggia del campo e con la creatura volatile dei cieli e con la cosa strisciante della terra, e romperò l’arco e la spada e la guerra dal paese, e li farò giacere in sicurtà. E per certo ti impegnerò a me a tempo indefinito, e t’impegnerò a me nella giustizia e nel diritto e nell’amorevole benignità e nelle misericordie. E per certo t’impegnerò a me nella fedeltà; e per certo conoscerai Geova”. — Osea 2:17-20.
7. Perché il restaurato rimanente non volle più chiamare il celeste Marito d’Israele “Bàali”, e a quale adorazione non tornarono più?
7 Se il restaurato rimanente, dopo essere tornato dall’esilio di Babilonia, avesse dovuto continuare a chiamare Geova Bàali, “Mio proprietario”, questo avrebbe rammentato loro il proprio peccato o quello dei loro antenati che avevano adorato le immagini di Baal. Il modo in cui Geova trattò il pentito rimanente creò in loro disgusto per i Baal, e così egli rimosse i nomi delle immagini di Baal dalla loro bocca. Essi non li vollero più ricordare con i loro immondi nomi. Logicamente non vollero chiamare il Marito celeste della nazione israelita con la designazione “Mio Baal”, o Bàali. (Osea 2:15, F. Nardoni) In armonia con tale avversione per Baal, essi non tornarono più all’adorazione di immagini materialistiche fatte dagli uomini.
8. Come il rimanente giudeo che accettò il Messia mostrò opposizione all’adorazione di Baal, e come oggi il rimanente dell’Israele spirituale evita di partecipare con la cristianità ai conti che Geova farà con lei?
8 Simile opposizione all’idolatria di ogni specie fu espressa dal rimanente giudeo che accettò Gesù come il Messia. Quel rimanente fu portato nel nuovo patto di cui fece la mediazione Gesù Cristo. Nei tempi moderni, l’opposizione a qualsiasi culto idolatrico è stata mostrata dal rimanente degli Israeliti spirituali, che Geova liberò da Babilonia la Grande nel 1919 E.V. impiegando il suo Messia Gesù. Essi han cercato di rendere a Geova loro Dio esclusiva devozione, fino al punto di rifiutarsi di salutare la bandiera di qualsiasi nazione. (Eso. 20:1-6; 2 Cor. da 6:15 a 7:1) Semplicemente non si contamineranno con nessuna cosa che somigli all’adorazione di Baal. Non tollerano nessuna rivalità di dèi idolatrici contro Geova. Così evitano di partecipare ai conti che Geova farà con la cristianità. Egli dice: “Per certo farò i conti con lei per tutti i giorni delle immagini di Baal alle quali continuò a fare fumo di sacrificio, quando continuò ad adornarsi col suo anello e col suo ornamento e continuò ad andare dietro ai suoi appassionati amanti, e mi dimenticò”. — Osea 2:13, anche vers. 8.
9. Nella “grande tribolazione” Dio tratterà la cristianità come quale antico regno, ma, conforme a Osea 2:18, cosa promette Egli per il rimanente che abolisce il baalismo?
9 La “grande tribolazione” sta per abbattersi sulla cristianità, l’antìtipo moderno del regno di dieci tribù d’Israele. (Matt. 24:21, 22) Dio farà i conti con lei e agirà con lei come agì con Israele: “Devo far cessare il governo reale della casa d’Israele. E deve accadere in quel giorno che devo rompere l’arco [di battaglia] d’Israele nel bassopiano di Izreel”. (Osea 1:4, 5) Essa non partecipa a nessuna riconciliazione con Dio. Che dire, però, del pentito rimanente che abolisce l’adorazione di Baal? A loro si applicano le parole di Geova che sono in Osea 2:18: “Per certo concluderò per loro in quel giorno un patto in relazione con la bestia selvaggia del campo e con la creatura volatile dei cieli e con la cosa strisciante della terra, e romperò l’arco e la spada e la guerra dal paese, e li farò giacere in sicurtà”. Quale promessa di sicurezza!
PATTO DI DIO IN RELAZIONE CON GLI ANIMALI
10. Com’è avvenuto che Geova ha rotto l’arco da battaglia, la spada e la guerra dal “paese” dell’Israele spirituale dal 1919 E.V., come fece nel primo secolo?
10 Circa otto secoli dopo che fu data quella promessa, un rimanente dell’Israele naturale accettò Gesù come il Messia. Essi entrarono nell’attuazione di quella promessa divina. Erano stati tratti dalle dodici tribù d’Israele, come Giuda, Beniamino, Levi e Aser. Eppure non scoppiò fra quei discepoli israeliti di Gesù Cristo nessuna guerra intertribale. La stessa cosa è avvenuta per il rimanente degli Israeliti spirituali che Geova ha liberati da Babilonia la Grande dal 1919 E.V. Sebbene questo rimanente moderno sia stato tratto da persone di ogni nazione, in questo mondo guerrafondaio non c’è mai stata fra loro nessuna guerra internazionale. (Matt. 28:19) Infatti, Geova ha rotto dal loro “paese” o proprietà spirituale sulla terra “l’arco e la spada e la guerra”. (Osea 2:18) Come membri dell’Israele spirituale di cui Geova è il Marito celeste, essi continuano a mantenere fra loro la pace. — Mar. 9:50.
11. Com’è stato possibile che Dio abbia rotto l’arco, la spada e la guerra dalla condizione spirituale del popolo del suo patto sulla terra?
11 Com’è stato possibile questo? Perché hanno cambiato la loro personalità rendendola simile a quella del loro messianico Capo, il Principe della pace. (Isa. 9:6, 7) Mediante il suo spirito santo e la sua Parola scritta, Geova ha trasformato la loro personalità e ha scacciato le tendenze feroci e dannose come quelle degli animali selvaggi della terra. (Rom. 12:1, 2) In senso figurativo Geova ha adempiuto ciò che disse riguardo al suo riconciliato rimanente: “Per certo concluderò per loro in quel giorno un patto in relazione con la bestia selvaggia del campo e con la creatura volatile dei cieli e con la cosa strisciante della terra, . . . e li farò giacere in sicurtà”. (Osea 2:18) Dalla prima guerra mondiale del 1914-1918 E.V., il mondo in genere è divenuto sempre più animalesco, peggiore delle bestie selvagge. Ma Geova ha portato il suo riconciliato rimanente in uno spirituale paradiso d’approvata relazione con lui. Per assicurarsi di questo fatto, chiunque ne dubiti non deve fare altro che andare in una Sala del Regno dei cristiani testimoni di Geova e osservarvi il pacifico spirito di Dio.
12. Come la religiosa condizione terrena della cristianità è in contrasto con quella del riconciliato rimanente?
12 In netto contrasto con tale paradiso di prosperità e sicurezza spirituali è la terrestre proprietà religiosa della cristianità, che asserisce d’essere in una relazione di patto con Geova Dio. Su di lei si adempiono le devastatrici parole di Osea 2:12: “Per certo li porrò come una foresta, e la bestia selvaggia del campo per certo li divorerà”. La cristianità spiritualmente adultera è divenuta come una foresta incolta che non offre nessun senso di sicurezza, nessuna protezione dai pericoli spirituali o dalle nazioni assomigliate a bestie che professano d’esser cristiane. I membri delle sue chiese son lasciati vittime della sapienza mondana che “è terrena, animale, demonica”. (Giac. 3:15) Sono spiritualmente divorati. Per la cristianità Geova non ha dato nessuna promessa di patto in relazione con le bestie selvagge e gli uccelli. Non la fa “giacere in sicurtà”.
RINNOVATO IMPEGNO DI MATRIMONIO SU BASI DUREVOLI
13. Con riguardo per quali nobili qualità disse Geova che avrebbe di nuovo impegnato a sé la sua organizzazione paragonata a una “moglie”?
13 Geova, come celeste Marito dell’Israele spirituale, ha mostrato al rimanente degli Israeliti spirituali straordinarie misericordie. Egli continua a mostrare a tale rimanente leale amore e fedeltà. Con tale nobile spirito egli disse profeticamente alla sua organizzazione paragonata a una “moglie” di cui il rimanente è il rappresentante: “E per certo ti impegnerò a me a tempo indefinito, e t’impegnerò a me nella giustizia e nel diritto e nell’amorevole benignità [o amore leale] e nelle misericordie. E per certo t’impegnerò a me nella fedeltà; e per certo conoscerai Geova”. — Osea 2:19, 20, NW, e lettura marginale.
14. (a) Che cosa è indicato dal fatto che Geova dice per tre volte: “T’impegnerò a me”? (b) Come il fatto che Geova rinnovi la relazione matrimoniale con l’Israele spirituale è non solo misericordioso ma anche giusto e retto, e non vano?
14 Tre volte Geova dice al pentito rimanente, “t’impegnerò a me”. Questo rende la sua dichiarazione molto enfatica. Mostra che il suo amore è così intenso da indurlo a mostrare misericordie divine in maniera rimarchevole. Che egli rinnovi la relazione di patto matrimoniale non è solo misericordioso, ma anche giusto e retto. Come mai? Perché rinnova l’impegno in base al sacrificio propiziatorio offerto dal Messia Gesù, un sacrificio che soddisfa le esigenze della giustizia. (1 Giov. da 1:7 a 2:1) Quindi il ripristino del rimanente degli Israeliti spirituali in una relazione approvata con Geova mostra la realtà del suo amore fedele e leale. Inoltre, quando impegna a sé il rimanente nella giustizia, nel diritto, nell’amorevole benignità, nelle misericordie e nella fedeltà, ciò non risulta vano. Tutti i leali risponderanno a tale Dio misericordioso e leale con fedeltà ed esclusiva devozione, fino a tempo indefinito, per sempre! Ciò significa attraverso tutta la “grande tribolazione” avvenire che giungerà al culmine ad Har-Maghedon. — Riv. 16:14, 16.
15, 16. (a) Che il riconciliato rimanente conosca Geova avviene a causa di quali fattori? (b) In Osea 2:21-23, cosa dice Geova per mostrare che Egli ci provvede tutte le cose che ci occorrono per vivere?
15 Al pentito rimanente che Geova ora impegna a sé, egli dice: “E per certo conoscerai Geova”. (Osea 2:20) Ciò volle dire che l’avrebbero conosciuto non solo a causa della misericordiosa riconciliazione che egli ha recata, ma anche a causa di quanto si propose di fare in seguito. Che si facesse conoscere al rimanente come non l’aveva mai conosciuto ne approfondì l’apprezzamento come la Fonte di ogni benedizione che scende su di loro di continuo. Prendiamo dunque nota di come Geova, il Provveditore di tutte le cose che ci occorrono per vivere, aggiunge amorevolmente e gioiosamente queste poetiche parole:
16 “‘E dovrà avvenire in quel giorno che io risponderò’, è l’espressione di Geova, ‘risponderò ai cieli, ed essi, da parte loro, risponderanno alla terra; e la terra, da parte sua, risponderà al grano e al vino dolce e all’olio; ed essi, da parte loro, risponderanno a Izreel [= Dio seminerà seme]. E per certo me la seminerò come seme sulla terra, e mostrerò misericordia a colei alla quale non fu mostrata misericordia [ebraico: a Lo-Ruhamah], e dirò a quelli che non sono mio popolo [ebraico: a Lo-Ammi]: “Tu sei il mio popolo”; ed essi, da parte loro, diranno: “Tu sei il mio Dio”’”. — Osea 2:21-23, NW, lettura marginale.
17. Come procede questa successione di risposte o reazioni, che infine terminano in Geova il Creatore?
17 Consideriamo il senso di questa collegata successione di risposte o reazioni: Nei tempi antichi, il riconciliato rimanente che Geova aveva seminato come seme nella loro patria, il paese di Giuda, aveva bisogno di grano, vino dolce e olio. Queste cose buone della vita hanno la fonte diretta nella terra. A favore del bisognoso rimanente, il grano, il vino dolce e l’olio richiedono che la terra liberi i suoi minerali agli steli di grano e alle viti che portano grappoli e agli ulivi che forniscono olio. Perché questo abbia luogo la terra dipende dalla pioggia dei cieli onde non faccia inaridire le piante che crescono per la siccità. La terra ora si rivolge dunque ai cieli per la pioggia nella sua stagione. I cieli non si chiudono ma rispondono alla richiesta della terra. Ma da sé cosa possono fare i cieli? Essi dipendono dal Creatore perché produca nuvole di pioggia che facciano cadere l’umidità sulla terra. Egli è il grande Creatore della pioggia. — Ger. 10:12, 13.
18. Così quale risposta o reazione principale dà inizio all’intero ciclo di operazioni che terminano con una risposta a Izreel?
18 Così, alla fine, i cieli chiedono a Geova di formare le nuvole di pioggia e di riempirle del loro contenuto acqueo. A favore del suo popolo riconciliato simile a una moglie ora sul suolo della loro patria, Geova risponde ai cieli. Subito ha inizio l’intero ciclo delle operazioni e ne risultano grano, vino dolce e olio per il Suo popolo. Così questi prodotti della terra danno la loro risposta a Izreel, il rimanente che Geova semina nella loro patria.
19. In questo modo il restaurato rimanente conosce Geova sotto quale aspetto, in modo da non dare più credito al baalismo?
19 In questo modo il restaurato rimanente di Geova comprende che tutte le utili operazioni del loro ambiente naturale avvengono per Sua disposizione. Non sono da attribuire a un immaginario Baal o ad alcuni Baal che sono annualmente adorati da devoti idolatrici con vergognosi, disgustanti riti della fertilità. Or dunque il rimanente, illuminato con l’accurata conoscenza, offrì al vero Dio esclusiva devozione.
20. (a) Oggi il rimanente dell’Israele spirituale chi conosce realmente che è il responsabile del loro paradiso spirituale? (b) Come una “grande folla” di altri è entrata nel paradiso spirituale per goderlo insieme al rimanente?
20 E ora che dire del restaurato rimanente degli odierni Israeliti spirituali? Essi pure hanno riconosciuto che l’Iddio che li liberò da Babilonia la Grande è responsabile del paradiso spirituale di abbondanza, pace e sicurezza in cui li ha portati dal 1919 E.V. Centinaia di migliaia di persone che temono Dio hanno notato questo paradiso spirituale del rimanente degli Israeliti spirituali, come preannunciarono le parole di Ezechiele 36:35, 36: “La gente per certo dirà: ‘Quel paese laggiù che era desolato è divenuto simile al giardino d’Eden, . . . ’ E le nazioni che vi saranno lasciate rimanere all’intorno dovranno conoscere che io stesso, Geova, ho edificato le cose demolite, ho piantato ciò che era stato desolato”. Così una “grande folla” di onesti osservatori è entrata nel paradiso spirituale per goderne l’abbondanza spirituale, la pace e la sicurezza insieme al riconciliato rimanente.
21. (a) Così Geova chi dichiara che è il suo popolo, e chi si unisce a esso facendo pubblica dichiarazione che Egli è il loro Dio? (b) Come Geova adempie qui il significato del nome Izreel?
21 In questo modo spiritualmente utile Geova mostra misericordia al rimanente ch’era stato privato della sua misericordia mentre era esule in Babilonia la Grande durante la prima guerra mondiale. A quelli che non erano Suo popolo, Geova ora dice: “Tu sei il mio popolo”. Rispondendo di cuore il rimanente dice: “Tu sei il mio Dio”. (Osea 2:23) La “grande folla” dei compagni simili a pecore che ora pure risiedono nel paradiso spirituale si unisce al rimanente facendo pubblica dichiarazione che Geova è il loro Dio. (Riv. 7:9-17; Giov. 10:16) Tutto questo avviene nella restaurata condizione terrestre in cui Geova ha seminato il rimanente degli Israeliti spirituali come seme, per adempiere il significato del nome Izreel, “Dio seminerà seme”.
VIVA ILLUSTRAZIONE DELLA MISERICORDIA DI DIO
22, 23. Secondo il capitolo tre di Osea, cosa ebbe egli istruzione di fare, e per quale scopo?
22 Con una calorosa dimostrazione di misericordia Geova riesce a risolvere il suo problema coniugale con il popolo del suo patto. Per illustrarlo vivamente, Geova fece rappresentare dal suo profeta Osea un dramma di vita reale. Nel capitolo tre della sua profezia, Osea ce lo narra, dicendo:
23 “E Geova continuò a dirmi: ‘Va ancora una volta, ama una donna che è amata da un compagno e che commette adulterio, come nel caso dell’amore di Geova per i figli d’Israele mentre si rivolgono ad altri dèi e amano le [relative] schiacciate d’uva secca’. E me l’acquistavo per quindici pezzi d’argento e la misura di un omer d’orzo e mezzo omer d’orzo. Quindi le dissi: ‘Per molti giorni dimorerai come mia. Non devi commettere fornicazione, e non devi appartenere ad altro uomo; e anch’io sarò per te’. È perché i figli d’Israele dimoreranno per molti giorni senza re e senza principe e senza sacrificio e senza colonna e senza efod e terafim. In seguito i figli d’Israele torneranno e per certo cercheranno Geova loro Dio, e Davide loro re; e per certo verranno tremando a Geova e alla sua bontà nella parte finale dei giorni”. — Osea 3:1-5.
24. (a) Quindi Osea chi comprò, da chi e per quanto? (b) Come Geova adempì questo dramma profetico nel 537 a.E.V. e nel 1919 E.V.?
24 Nel dramma profetico che Osea rappresentò ubbidientemente, egli raffigurò Geova. Osea ricomprò la moglie legale Gomer da un uomo innominato con il quale essa aveva vissuto in maniera adulterina e del quale era divenuta schiava. Per ricomprarla, Osea pagò l’equivalente di trenta sicli d’argento, il prezzo di uno schiavo. (Eso. 21:32) Conforme a questa figura, nel 537 a.E.V. Geova riacquistò gli esiliati Israeliti divenuti schiavi nel paese di Babilonia. Egli diede il prezzo di redenzione al conquistatore di Babilonia, al persiano Ciro il Grande, come indica Isaia 43:1-4. (Isa. da 44:26 a 45:4) Similmente, nel 1919 E.V., quale Marito celeste Geova riacquistò il rimanente dell’Israele spirituale dalla schiavitù in Babilonia la Grande e dai suoi politici compagni mondani. Misericordiosamente Geova liberò il rimanente per mezzo del suo più grande Ciro, cioè Gesù Cristo, a cui diede ‘le nazioni come sua eredità e le estremità della terra come suo proprio possedimento’. — Sal. 2:8, 9.
25. (a) Come è illustrato da Osea, in che modo Geova disciplinò nei tempi antichi il popolo del suo patto? (b) Come cercarono “Davide loro re”, e a quali persone che lo cercavano Geova mostrò misericordia?
25 Dopo che Osea riprese amorevolmente la moglie legale Gomer, la disciplinò con restrizioni sessuali, compresa evidentemente la sua propria astensione dalle attenzioni coniugali. Gli esiliati Israeliti furono disciplinati anche così, non essendo loro permesso d’avere re israeliti o principi reali o sacerdoti idolatrici o altri accessori di adorazione idolatrica. (Osea 13:11) Amorevolmente, nel 537 a.E.V., Geova riprese il suo disciplinato, pentito rimanente che dalla religione apostata tornò a lui. Questi cominciarono a cercare e ad attendere il loro Liberatore messianico perché li liberasse dal controllo dei Gentili. Tale Messia fu il Re che doveva venire nella linea reale di Davide. (Dan. 9:24-27) Nel tempo stabilito da Dio egli venne effettivamente. Nel 33 E.V. Geova glorificò il Messia Gesù come Re in cielo. Un rimanente di credenti Israeliti lo seguì come suo messianico Re celeste. (Col. 1:13) Questi ottennero la misericordia di Geova. — Rom. 9:24-26; 1 Piet. 2:9, 10.
26. In quel tempo, chi mostrò d’essere Lo-Ruhamah (Quella a cui non si mostra compassione)?
26 L’incredula nazione di Israele divenne come Lo-Ruhamah (Quella a cui non si mostra compassione). La non pentita Gerusalemme fu distrutta dai Romani nel 70 E.V., e i Giudei sopravvissuti furono dispersi in tutto il mondo. — Matt. 24:15-22; Luca 21:20-24.
27. (a) In questo “tempo della fine”, come il rimanente è venuto tremando a Geova, e, dopo aver trovato “Davide loro re”, che cosa hanno fatto? (b) Questo ha indotto Geova a mostrare misericordia a quali altre persone?
27 Ora son passati diciannove secoli. Dal 1914 E.V. questo mondo spietato, inclusa la cristianità, è stato nel suo “tempo della fine”. (Dan. 12:4) Dopo la prima guerra mondiale un pentito rimanente di veri Israeliti spirituali che erano nel nuovo patto cominciò a cercare Geova loro Dio. Tremando, vennero da lui per avere con Lui un’approvata relazione di patto. (Sal. 50:5) Essi trovarono “Davide loro re”, cioè Gesù Cristo ora intronizzato, che regnava come Re al potere nei cieli dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914. Con santo entusiasmo intrapresero l’adempimento della sua opportuna profezia di Matteo 24:14. Quindi, cos’hanno fatto da allora? Questo: Hanno predicato “questa buona notizia del regno” in tutta la terra “in testimonianza a tutte le nazioni” prima che si scateni la “grande tribolazione” che giungerà al suo grande termine ad Har-Maghedon. Come risultato la misericordia di Dio è stata mostrata a una “grande folla” di persone simili a pecore che pure cercano il solo vero Dio, Geova, e il suo Re messianico, il più grande Davide, in particolar modo dal 1935.
28. Quando la misericordia di Geova, già all’opera verso il rimanente e la “grande folla”, giungerà al suo massimo splendore? E come?
28 Già finora la misericordia di Geova è stata grande e meravigliosa verso il riconciliato rimanente e la “grande folla” di sudditi del Messia simili a pecore. Ma la sua misericordia raggiungerà il massimo splendore quando egli risparmierà il rimanente e la “grande folla” attraverso la mondiale “grande tribolazione” sino alla sua fine in Har-Maghedon. Come oggetto della sua incomparabile misericordia manifesta dinanzi a tutto l’universo, dopo Har-Maghedon egli li introdurrà nel suo Nuovo Ordine! “Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle tenere misericordie e l’Iddio d’ogni conforto”. — 2 Cor. 1:3.