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Gli articoli de “La Torre di Guardia” sono d’aiutoLa Torre di Guardia 1964 | 1° ottobre
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avrebbe detto quando gliel’avessi data. Con mia sorpresa l’accettò prontamente, poiché menzionai alcuni buoni argomenti contenuti nell’articolo.
“Circa due settimane dopo ciò ella mi disse soddisfatta che la squadra di sua figlia aveva vinto il dibattito. Non solo, ma sua figlia aveva ottenuto il massimo dei punti nella sua squadra per il migliore materiale; e il giudice era un ecclesiastico. Questo sembrò farle impressione di nuovo. Questa volta la figlia doveva pronunciare un discorso di cinque minuti su come studiare. Potevo aiutarla? Sapevo che in Qualificati per essere ministri vi era un capitolo su quel soggetto. Le diedi il libro. La figlia ricevette nuovamente il massimo dei punti. Il suo insegnante disse che il materiale era così buono che doveva averla aiutata senza dubbio uno degli altri insegnanti. Questo ha cambiato l’opinione della donna sui Testimoni. Da allora ella mi ha rivolto molte domande di sua spontanea volontà, ed io continuerò ad aiutare questa donna mansueta”.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1964 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
● Vi è qualche obiezione scritturale circa l’uso delle pillole per il controllo delle nascite?
L’uso di antifecondativi è una cosa che riguarda la decisione personale della coppia sposata interessata, poiché la Bibbia stessa non condanna il controllo delle nascite. La Società non dà consigli sugli antifecondativi, com’è spiegato ne La Torre di Guardia del 1º luglio 1952, pagine 207, 208. Ma si dovrebbe notare che l’uso di antifecondativi, come le pillole per il controllo delle nascite, e la sterilizzazione non sono la stessa cosa. La sterilizzazione, sia temporanea che permanente, per lo scopo specifico di controllare le nascite, sarebbe scritturalmente sbagliata. (Per avere i particolari vedere La Torre di Guardia del 15 dicembre 1962, pagine 763, 764). Quanto alla questione delle pillole per il controllo delle nascite, se sono usate da una donna sposata, essa deve avere il consenso di suo marito.
I medici riconoscono che l’uso di qualsiasi medicinale è un rischio calcolato. In tutte le biblioteche mediche vi sono pubblicazioni che parlano degli effetti secondari delle medicine; perciò questa non è una cosa poco conosciuta. La questione da decidere è se l’individuo è disposto ad assumersi il rischio che ne può derivare per ottenere il risultato desiderato. Nessuno può asserire in modo dogmatico che una certa medicina è assolutamente sicura; le persone reagiscono in modo diverso. Tuttavia, per quanto riguarda la Bibbia, la pratica del controllo delle nascite mediante l’uso di pillole fabbricate a tale scopo non è proibita; la decisione di usare o di non usare tale prodotto è lasciata alla coppia sposata. Per avere ulteriori particolari, vedere Svegliatevi! dell’8 settembre 1962, pagine 29-31.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1964 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
● Sofonia 2:3 significa forse che, anche se uno è nella verità, e fa la volontà di Dio, non è sicuro di ricevere la vita eterna? — H. B., Portorico.
Questa scrittura dice: “Cercate Geova, voi tutti mansueti della terra, che avete praticato la Sua propria decisione giudiziaria. Cercate la giustizia, cercate la mansuetudine. Probabilmente potrete essere nascosti nel giorno dell’ira di Geova”. La Versione Riveduta della Bibbia dice: “Forse, sarete messi al coperto nel giorno dell’ira dell’Eterno”.
La parola ebraica tradotta nella Versione Riveduta con la parola italiana “forse” è ulaí. Questa parola ebraica non dà alcuna idea positiva. Può essere tradotta “forse” “probabilmente” o “può darsi”. Nella Traduzione del Nuovo Mondo è resa “forse” in Genesi 43:12, in 1 Re 18:27 e in Giosuè 9:7. In Sofonia 2:3 è resa “probabilmente”. In armonia con questo pensiero la Sacra Bibbia a cura di mons. Garofalo traduce Sofonia 2:3 come segue: “Cercate Jahve voi tutti oppressi del paese che compite la sua decisione, cercate la giustizia, cercate l’umiltà: forse potrete essere al riparo nel giorno dell’ira di Jahve”.
Talvolta ulaí esprime dubbio, ma può anche esprimere speranza. È evidentemente indicata la speranza in Genesi 16:2 (VR), dove leggiamo: “E Sarai disse ad Abramo: ‘Ecco, l’Eterno m’ha fatta sterile; deh, va’ dalla mia serva; forse avrò progenie da lei’. E Abramo dette
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