La casa si empie di gloria
“Ed io empirò di gloria questa casa, dice l’Eterno [Geova] degli eserciti”. — Aggeo 2:7.
La domenica mattina del 26 luglio 1953, l’ultimo giorno dell’assemblea della Società del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova, nello Yankee Stadium della città di New York, N.Y., questo discorso fu pronunciato dal vicepresidente della Watch Tower Bible and Tract Society davanti a un uditorio di 131.419 congressisti.
1. Qual è la casa che doveva essere riempita di gloria, e secondo quale promessa?
LA CASA che doveva essere empita di gloria era un tempio dedicato a Geova degli eserciti. Egli aveva promesso di empirla di gloria. Questa sua promessa fu l’argomento principale di una profezia della massima importanza per tutte le nazioni. “Poiché così parla l’Eterno degli eserciti: Ancora una volta, fra poco, io farò tremare i cieli, la terra, il mare, e l’asciutto; farò tremare tutte le nazioni, le cose più preziose di tutte le nazioni affluiranno, ed io empirò di gloria questa casa, dice l’Eterno degli eserciti”. — Aggeo 2:6, 7.
2, 3. A quale edificio storico si riferiva questa profezia quando fu pronunciata?
2 Questa profezia, che fu pronunciata più di ventiquattro secoli fa, si riferiva allora a un modesto tempio che era in costruzione da meno di un mese. Veniva costruito sul posto del precedente tempio del re Salomone sul Monte Moriah di Gerusalemme. Dopo la distruzione del tempio Salomone compiuta dai Babilonesi nel 607 a.C., quel sacro luogo era rimasto desolato per settant’anni, tutta la città era rimasta desolata, l’intero territorio del regno della Giudea era rimasto desolato senza uomo e senza le sue bestie domestiche. Era stato un giudizio divino contro la nazione a causa della loro lunga violazione del patto che Geova Dio aveva fatto coi loro antenati al Monte Sinai mediante Mosè. (Lev. 26:27-35; 1 Re 9:6-9) Ora a un rimanente dei castigati Israeliti il loro Dio Geova aveva aperto la via perché abbandonassero la loro prigionia di Babilonia e tornassero alla loro patria. Per quale scopo? Prima di tutto allo scopo di ricostruire la casa di Geova sul posto del vecchio tempio, affinché la sua vera adorazione vi fosse ripresa e adempiuta. A motivo dell’opposizione nemica e dell’erroneo intervento del governo persiano il ristabilito rimanente d’Israele aveva perduto di vista lo scopo principale della loro restaurazione nella loro patria. Essi cessarono di lavorare per il tempio e lo fecero rimanere, appena cominciato, come una riprovazione del loro Dio Geova. — Luca 14:29, 30.
3 Avendo scelto in tal modo di ubbidire all’uomo come governatore anziché a Dio non prosperarono per i sedici anni nei quali la casa di Geova fu trascurata. Quindi, per stimolare il governatore giudeo Zorobabele e il sommo sacerdote levita Giosuè e tutto il ristabilito rimanente, Geova Dio investì col suo spirito il suo profeta Aggeo e da Aggeo li fece incoraggiare perché riprendessero il lavoro del tempio in adempimento del loro solenne obbligo verso Dio. Con fede in Dio il rimanente riprese di nuovo il lavoro del tempio. Circa un mese dopo, quando le cose avevano cominciato a definirsi, Aggeo fu ispirato dallo spirito di Dio onde pronunciasse la rallegrante profezia che abbiamo ora citata. — Aggeo 1:1 fino a 2:9.
4. Che cosa mostra se la profezia di Aggeo si adempì sul tempio materiale di Gerusalemme, e che cosa fece Geova per il suo popolo nel 1919 e per quale scopo?
4 La profezia di Aggeo non fu mai veramente adempiuta sul tempio che il governatore Zorobabele finì di costruire quattro anni dopo, né sul tempio di Erode che fu fatto in seguito, sebbene Gesù Cristo visitasse quel tempio e insegnasse nei suoi cortili. I sacerdoti del tempio ed altri capi religiosi giudei non lasciarono che quel tempio fosse riempito di gloria per mezzo di Gesù Cristo e dei suoi apostoli. Nel 70 (d.C.) i Romani gli diedero fuoco e lo distrussero. Esso non sarà mai più ricostruito perché vi si adempia la profezia di Aggeo. Ma nel 1919, meno di sei mesi dopo la fine della prima guerra mondiale, Geova Dio fece qualche cosa che corrispose alla restaurazione del rimanente giudeo che tornò da Babilonia nel 537 a.C. Egli liberò un rimanente di suoi unti testimoni dalla potenza della più grande Babilonia, l’organizzazione mondiale del Diavolo che aveva messo le sue violente mani sui testimoni di Geova durante la prima guerra mondiale e li aveva fatti prigionieri contro la loro volontà. Lo scopo per cui Dio li liberò fu simile a quello per cui aveva liberato il rimanente giudeo ai giorni del profeta Aggeo: per l’opera del tempio. Finché i ristabiliti rimanenti di unti testimoni di Geova si sarebbero dedicati a quest’opera del tempio, erano destinati a prosperare spiritualmente.
5. Quali sono i fatti circa il trono e lo sgabello dei piedi di Dio che eliminano ogni bisogno di un tempio materiale oggi?
5 Che cosa doveva essere quest’opera del tempio? Non la costruzione di un tempio letterale con materiali terreni a Gerusalemme o a 124 Columbia Heights, Brooklyn, New York, o in qualche altro posto. Non c’è nessun bisogno di avere un tale tempio letterale oggi. Un tale tempio sarebbe inadeguato come casa di Dio. “Così parla l’Eterno: Il cielo è il mio trono, e la terra è lo sgabello de’ miei piedi qual casa mi potreste voi edificare e qual potrebb’essere il luogo del mio riposo?” (Isa. 66:1) Il celeste trono di Geova fu simbolizzato dal coperchio propiziatorio dell’arca del patto che era dentro il Santissimo del tempio di Gerusalemme. Sul coperchio propiziatorio erano due cherubini d’oro rivolti verso il centro del coperchio con ali spiegate. Qui Geova era simbolizzato sul trono fra i cherubini, e la luce della sua gloria, chiamata la Shekhinah, illuminava il Santissimo del tempio che altrimenti era senza luce. Da qui Geova comunicava col suo popolo d’Israele. Ma quelli erano soltanto simboli. Il vero trono di Dio è i cieli. È lassù che egli regna come sovrano universale; e la terra, dove un tempo si eresse il suo tempio materiale sul Monte Moriah, è per lui come lo sgabello dei suoi piedi dal quale sale al suo alto trono.
6. Come pregò Salomone per mostrare che capiva come il tempio che dedicava non era adeguato, e perché era tuttavia giusto rivolgersi ad esso quando si pregava Dio?
6 Nessun tempio fatto dagli uomini, per quanto abbia grandi proporzioni, può contenere l’Iddio Altissimo. Salomone provò timore quando comprese questo. Allorché dedicò lo splendido tempio che aveva costruito e allorché la gloria di Geova riempì la casa con una nuvola miracolosa, Salomone disse pregandolo: “Ma è egli proprio vero che Dio abiti sulla terra [in un tempio materiale]? Ecco, i cieli e i cieli de’ cieli non ti posson contenere; quanto meno questa casa che io ho costruita!” Il tempio di Salomone non poté essere il luogo del vero trono di Geova. Tuttavia, Dio aveva rispetto per quel tempio a causa di ciò che simbolizzava e prefigurava per il futuro, e gli rivolse il suo occhio vigile e vi mise il suo nome incomparabile. Egli disse a Salomone: “Ho santificata questa casa che tu hai edificata per mettervi il mio nome in perpetuo; e gli occhi miei ed il mio cuore saranno quivi sempre”. (1 Re 8:27-30; 9:3, 7) Poiché Geova vi era presente in modo rappresentativo, era giusto che gli Israeliti e gli stranieri di buona volontà si rivolgessero al tempio quando pregavano, come se si fossero letteralmente trovati davanti a lui quando gli facevano una richiesta. Salomone pregò: “Anche lo straniero, che non è del tuo popolo d’Israele, quando verrà da un paese lontano a motivo del tuo nome . . . quando verrà a pregarti in questa casa, tu esaudiscilo dal cielo, dal luogo della tua dimora, e concedi a questo straniero tutto quello che ti domanderà, affinché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome per temerti, come fa il tuo popolo d’Israele e sappiano che il tuo nome è invocato su questa casa che io ho costruita!” — 1 Re 8:30-43.
7. In che modo Stefano e poi Paolo parlarono mostrando che Dio non abita ora rappresentativamente in nessun tempio costruito dagli uomini?
7 Il giorno di tali simboli è ora passato, e nessun tempio di Geova sarà mai più edificato sul Monte Moriah e non occorrerà abbattere la “Dimora della Roccia” dei maomettani per edificarvi un tempio come quello raffigurato dalla visione di Ezechiele. (Ezech. 40:1 fino a 46:24) Come è contrario alle Sacre Scritture, quindi, che una religione costruisca basiliche, cattedrali e chiese per mettervi ciò che chiamano l’ostia che il sacerdote pretende di trasmutare in Dio! L’Iddio Altissimo non abita ora in nessun tempio fatto dalle mani degli uomini né mediante tale “ostia” né mediante qualche altra rappresentazione. Il martire cristiano Stefano lo disse chiaramente al Sinedrio giudaico di Gerusalemme mentre si ergeva ancora il tempio di Erode, affermando: “[Il re] Salomone gli costruì una casa. Nondimeno, l’Altissimo non dimora in case fatte con mani; come dice il profeta: ‘Il cielo è il mio trono, e la terra è lo sgabello dei miei piedi. Quale specie di casa edificherete per me? dice Geova. O qual è il luogo del mio riposo? Non fece forse la mia mano tutte queste cose?’” Anni dopo l’apostolo Paolo ripeté questa verità ai pagani Ateniesi, dicendo: “L’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose in esso, essendo, come Questi è, Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti con mani, né è servito da mani umane come se avesse bisogno di qualche cosa, perché egli stesso dà a tutte le persone vita e alito ed ogni cosa”. (Atti 7:47-50; 17:24, 25, NW) Quelli che professano d’esser Cristiani e che sono stati indotti con vari argomenti a contribuire per la costruzione di costosi, adornatissimi edifici religiosi dovrebbero già sapere questa verità, ma non la sanno.
8. Solo quale specie di tempio potrebbero costruire gli uomini a Dio, ma quale specie di tempio sta edificando egli ora?
8 Si soffermino queste persone e considerino le domande di Dio: “Qual casa mi potreste voi edificare? e qual potrebb’essere il luogo del mio riposo? Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così son tutte venute all’esistenza, dice l’Eterno [Geova]”. (Isa. 66:1, 2) Qualunque casa l’uomo edifichi deve esser fatta con materiali che Dio ha già formati. Questa è la casa che qualche persona potrebbe edificare in modo materiale. Un tale luogo nel quale Dio riposerebbe simbolicamente non gli è più accettevole. Egli stesso sta edificando un vero tempio con materiale del tutto nuovo che gli architetti umani non possono adoperare. È formato di 144.000 pietre più Una, non prese, tagliate e messe a posto dall’uomo, ma di “pietre viventi”, ciascuna delle quali è una “nuova creazione”, ciascuna è una nuova, vivente e intelligente creatura di Dio, mentre suo Figlio Gesù Cristo è la “pietra angolare di fondazione”. È una “casa spirituale a scopo di santo sacerdozio, per offrire sacrifici spirituali accettevoli a Dio mediante Gesù Cristo”. (1 Piet. 2:4-6 e 2 Cor. 5:17 ed Efes. 2:20-22, NW) Questo è il vero tempio che fu prefigurato da quello che fu costruito da Salomone e che fu ricostruito dal governatore Zorobabele. Questo è il tempio a cui Geova Dio ha rivolto i suoi occhi e in cui è il suo cuore. In esso egli ha posto il suo santo nome.
CONDISCENDENZA DIVINA
9. Se oggi Iddio non si degna di guardare notevoli templi fatti dagli uomini, che cosa saremmo inclini a pensare riguardo a noi stessi, specialmente a causa della nostra relativa grandezza?
9 Quando la regina di Sceba guardò il tempio di Salomone, esso era di ammirevole splendore. Alcuni edifici religiosi oggi sono molto belli per la loro struttura architettonica. Se ora l’Iddio Altissimo non si degna di guardare tali costruzioni o di risiedervi in maniera rappresentativa, quanto meno accondiscenderà di notare un uomo o una donna che è sulla terra? Questo dovremmo essere inclini a pensare. In noi stessi siamo così insignificanti, e noi ci sentiamo così specialmente quando non ci facciamo un gran nome nel mondo o non abbiamo molta preminenza o potere, ma siamo umili, senza pretese, in paragone non notati, facendo ciò che è comune o ordinario, non ascendendo mai a popolare fama o notorietà. Quanto infinitamente piccoli siamo noi come individui dinanzi a Dio! Immaginate che la nostra terra sia ridotta alla misura del piatto di una bilancia. Su questo piatto c’è una fine e sottile polvere, appena abbastanza per appannarne la lucentezza. Ebbene, tutte le nazioni piene di popoli sono come quella sottile polvere, così fine che il suo peso non si può scorgere o misurare eccetto con bilance infinitesimali. Ciascuno di noi è un piccolo granellino di polvere. Geova ce lo rammenta, dicendo: “Ecco, le nazioni sono, agli occhi suoi, come una gocciola della secchia, come la polvere minuta delle bilance”. —Isa. 40:15.
10. Mediante Isaia 66:1, 2, 5 che cosa dice Geova di preferir di guardare invece dei templi fatti dagli uomini?
10 Ciò nondimeno udite quello che Geova dice di preferir di guardare invece di un magnifico tempio fatto con mani: “Così parla l’Eterno [Geova]: Il cielo è il mio trono, e la terra è lo sgabello de’ miei piedi; qual casa mi potreste voi edificare? e qual potrebb’essere il luogo del mio riposo? Tutte queste cose le ha fatte la mia mano, e così son tutte venute all’esistenza, dice l’Eterno [Geova]. Ecco su chi io poserò lo sguardo: su colui ch’è umile [afflitto, Da], che ha lo spirito contrito, e trema alla mia parola”. Poiché essi considerano con riverenza la Sua parola, egli rivolge loro la sua parola e a loro promette la gioia mediante la rivelazione della sua gloria, dicendo: “Ascoltate la parola dell’Eterno [Geova], voi che tremate alla sua parola. I vostri fratelli che vi odiano e vi scacciano a motivo del mio nome, dicono: ’Si mostri l’Eterno [Geova] nella sua gloria, onde possiam mirare la vostra gioia!’ Ma essi saran confusi”. — Isa. 66:1, 2, 5.
11. Secondo Isaia 57:13-16, per chi ha considerazione Geova benché sia così alto, ecc.?
11 Pensate! Benché sia così alto, così eccelso, così eterno nella durata e così santo, Geova ha tanta considerazione da notare quelli che hanno il cuore rotto per i peccati e gli errori e che sono umili e contriti. Noi non abbiamo bisogno di pensare che siamo così poca cosa e tanto indegni che l’Iddio Altissimo non ci presterebbe mai attenzione o non avrebbe il tempo di notarci. Per nostro incoraggiamento egli dice: “Chi si rifugia in me possederà il paese ed erediterà il mio monte santo. E si dirà: Acconciate, acconciate, preparate la via, togliete gli ostacoli dalla via del mio popolo! Poiché così parla Colui ch’è l’Alto, l’eccelso, che abita l’eternità, e che ha nome ’il Santo’: lo dimoro nel luogo alto e santo, ma son con colui ch’è contrito ed umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore dei contriti. Poiché io non voglio contendere in perpetuo né serbar l’ira in eterno, affinché gli spiriti, le anime che io ho fatte, non vengan meno dinanzi a me”. (Isa. 57:13-16) L’alto, eccelso ed eterno Iddio preferisce guardare tali afflitti dallo spirito contrito ed umile invece dei sontuosi templi fatti dagli uomini.
12. Nel 1919 chi mostrava lo spirito che abbiamo appena descritto, e come adempì Geova quella profezia per loro?
12 Perché il rimanente dei suoi unti testimoni era di tale spirito contrito ed umile dopo la cattività che subirono nella Babilonia mistica durante la prima guerra mondiale, Geova Dio accondiscese di notare la loro afflizione e li liberò nel 1919. Essi tremavano dinanzi alla sua Parola e rispettavano questa invece delle tradizioni umane essendo sempre ansiosi al pensiero di esserne privati e di non fare ciò che diceva. Quindi Geova aprì e preparò loro una via perché fuggissero verso la libertà teocratica. Egli tolse dalla loro via le pietre d’inciampo e li condusse fuori della Babilonia mistica menandoli al suo nuovo paese di teocrazia e al suo santo monte di adorazione dove avrebbero potuto impegnarsi nell’opera del tempio.
13, 14. Come ha la Cristianità abbandonato Geova, e quale condizione delle nazioni mostra che egli è ora nel suo tempio santo?
13 La Cristianità ha abbandonato Geova, ha dimenticato il suo santo monte di adorazione e ha gettato le sue sorti con le nazioni di questo mondo. Essa condividerà perciò il loro destino e sarà massacrata con loro nella battaglia di Harmaghedon. (Isa. 65:11-15) Essendo così preoccupati del dominio economico, militare e politico della terra, le nazioni dimenticano la cosa di principale importanza oggi, che dobbiamo servire Geova Dio nel suo tempio, nella sua casa spirituale, amando Dio invece di amare i piaceri e dimostrandoci fedeli al potere della devozione cristiana anziché averne una semplice apparenza. (2 Tim. 3:1-5) Per adorare Geova nel suo tempio spirituale, non rivolgiamo il nostro viso in nessuna direzione terrena, a nessuna città, né a Gerusalemme, né a Roma o alla Mecca, e a nessun edificio religioso della terra. Noi ci volgiamo al cielo mediante Cristo, la pietra angolare di fondazione del tempio di pietre viventi di Dio. Geova è ora nel suo tempio santo, e tutta la terra dovrebbe far silenzio per ascoltare la sua Parola. (Hab. 2:20) Ma le nazioni non fanno questo. Esse s’infuriano per il fatto che egli regna come Re nel suo tempio santo. La loro stessa furia è ora la prova visibile che l’alto, invisibile Geova è presente nel suo tempio, poiché è così che la profezia spiega la loro furia, quando dice:
14 “E si produssero alte voci nel cielo, che dicevano: ‘Il regno del mondo è divenuto il regno del Signor nostro e del suo Cristo, ed egli regnerà come re nei secoli dei secoli’. . . . ‘Noi ti ringraziamo, Geova Dio, Onnipotente, colui che è e che fu, perché hai assunto il tuo gran potere e hai cominciato a regnare come re. Ma le nazioni si adirarono, e venne la tua propria ira, e il tempo fissato . . . di ridurre in rovina quelli che rovinano la terra’. E il santuario del tempio di Dio che è nel cielo fu aperto, e fu vista l’arca del suo patto nel santuario del suo tempio. E ci furono lampi e voci e tuoni e un terremoto e una forte gragnuola”. — Apoc. 11:15-19, NW.
15. Perché quella visione di Apocalisse non significa che l’arca letterale del patto di Dio fosse trasportata in cielo nel 607 a.C.?
15 I fissati tempi delle nazioni per il dominio mondiale cominciarono con la desolazione di Gerusalemme, del suo tempio e del suo paese nel 607 a.C. e i loro 2.520 anni di durata finirono nel 1914 (d. C.). Indi Geova Dio l’Onnipotente assunse il suo gran potere per regnare come re per mezzo del suo Cristo, non soltanto sopra la Palestina, ma sopra il mondo. Per questo le nazioni s’infuriarono, e il loro primo scoppio d’ira si manifestò con la prima guerra mondiale. Sin da allora, secondo Apocalisse, Geova dev’essere stato presente nel suo tempio santo in cielo. Lo assicura la comparsa dell’arca del suo patto nel santuario del suo tempio. La letterale e originale arca del patto di Geova scomparve quando il tempio di Salomone fu distrutto da Babilonia nel 607 a.C. Dove andò a finire? Non in cielo, “prima che le nazioni pagane avessero l’opportunità di contaminarla o distruggerla”, come suggeriscono alcuni. Tali cose materiali non ereditano il cielo. I cieli sono il trono di Geova, e non occorre ch’egli abbia l’aureo propiziatorio dell’arca per sedervi fra i due cherubini d’oro. Quando Gesù Cristo fu risuscitato dai morti e in seguito ascese per apparire alla presenza di Dio col vitale prezzo del suo sparso sangue umano, non spruzzò il suo sangue di sacrificio sulla letterale e materiale arca del patto come faceva il sommo sacerdote levita il giorno dell’espiazione. Gesù offrì il valore di redenzione del suo sangue a Geova Dio. (Ebr. 9:11, 12, 24) Dove andò a finire la letterale arca del patto non ci è noto.
16. Nel ricostruito tempio di Gerusalemme che cosa occupava il Santissimo, secondo la storia?
16 Quando il tempio fu ricostruito dal governatore Zorobabele l’arca del patto non fu rimessa nel Santissimo. Ai giorni di Gesù nel Santissimo del tempio di Erode non c’era nessun’arca del patto su cui il sommo sacerdote giudeo spargesse il sangue propiziatore una volta all’anno. Il Santissimo non era illuminato da nessun Shekhinah miracolosa ed era vuoto, eccetto il grande sasso nel suo mezzo sul quale il sommo sacerdote depositava l’incensiere d’oro prima di spruzzare il sangue dei sacrifici nel giorno dell’espiazione. Il giudaico Mishnah, Yoma, 5, 11, dice: “Dopo che l’Arca fu portata via vi rimase un sasso dal tempo dei primi Profeti, e fu chiamato ’Shetíyah’ [che significa ‘Fondazione; Base’]. Esso era alto tre dita da terra. Su questo egli [il sommo sacerdote giudeo] metteva [il braciere]”.
17. Che cosa significava dunque la visione che ebbe Giovanni dell’arca del patto nel santuario del tempio. e quando si adempì questo?
17 Quindi, allorché all’apostolo Giovanni fu data la rivelazione ventisei anni dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. ed egli vide il tempio di Dio aperto in cielo, la comparsa dell’arca del suo patto nel santuario o Santissimo fu un avvenimento straordinario. Essa simbolizzava che Geova era nel suo tempio santo e sedeva sul suo trono come era stato raffigurato dal coperchio di propiziazione dell’arca. Nella visione l’apertura del tempio e la rivelazione della presenza dell’arca vennero dopo l’ascesa di Geova al suo gran potere per regnare come Re mediante Gesù Cristo e dopo l’inizio dell’ira delle nazioni nella prima guerra mondiale, che avvenne nel 1914. Questo conferma la prova che Geova è stato nel suo tempio spirituale sin dal 1918. Poiché le cose stanno così, la sua presenza nel tempio si verificò prima che il rimanente dei testimoni di Geova fosse liberato dalla Babilonia mistica nel 1919, onde intraprendesse l’adorazione del tempio.
18. Che cosa disse Geova rispetto al tempio di Zorobabele in paragone col tempio di Salomone, e quando, secondo la citazione di Paolo, riteniamo che sia il tempo dell’adempimento della profezia?
18 Il risveglio dell’adorazione del tempio per opera del ristabilito rimanente nel 1919 era stato prefigurato ai giorni di Aggeo quando il governatore Zorobabele e il sommo sacerdote Giosuè ripresero la costruzione del tempio a Gerusalemme. In quell’epoca il tempio in costruzione non prometteva di essere qualche cosa che avrebbe potuto paragonarsi al tempio di Salomone rivestito d’oro. Tuttavia quel giorno di piccole cose non doveva esser disprezzato. Geova aveva promesso che la gloria del tempio ricostruito avrebbe superato di molto quella del tempio di Salomone. Avrebbero paurosamente tremato il cielo, la terra, il mare e tutte le nazioni, e “le cose più preziose di tutte le nazioni affluiranno, ed io empirò di gloria questa casa, dice l’Eterno [Geova] degli eserciti”. (Aggeo 2:1-9) Più di cinquecento anni dopo la profezia di Aggeo l’apostolo Paolo applicò l’adempimento delle parole di Aggeo ad un tempo ancora futuro, dicendo: “A quel tempo [il tempo in cui Dio fece il patto della Legge con Israele al Monte Sinai per mezzo di Mosè] la sua voce scosse la terra, ma ora egli ha promesso, dicendo: ‘Ancora una volta io metterò, non solo la terra, ma anche il cielo in commozione!’ Ora l’espressione ‘ancora una volta’ significa la rimozione delle cose che sono smosse come cose che sono state fatte, affinché le cose che non sono smosse possano rimanere. Perciò, vedendo che dobbiamo ricevere un regno che non si può smuovere, continuiamo ad avere immeritata benignità, mediante la quale possiamo accettevolmente rendere a Dio sacro servizio con devota riverenza e timore”. (Ebr. 12:26-28, NW) La rimozione del cielo e della terra simbolica non avvenne ai giorni dell’apostolo, ma ora abbiamo l’evidenza e la prova che la loro prossima rimozione è vicina nei giorni nostri dal 1914 d.C. in poi.
19. Come sono stati scrollati i cieli, e quale ragione diede Geova alla terra, e al mare, di tremare?
19 Il regno che Geova istituì nei cieli nel 1914 assumendo il suo gran potere e ponendo il suo Cristo sul trono non può essere smosso, quindi non potrà esser spodestato e resterà intatto durante questo periodo di sconvolgimento universale. Ma tutte le parti dell’organizzazione mondiale di Satana, visibile e invisibile, simbolizzate da mare, terra e cielo, sono state terribilmente sconvolte. Con la guerra del cielo che cominciò nel 1914 il Diavolo e la sua invisibile organizzazione di angeli demonici furono scrollati fino ad ogni lontano luogo dei divini cieli di sopra, mentre il nuovo Regno rimase incrollabile, irremovibile, vittorioso. In quanto alla parte visibile dell’organizzazione del Diavolo, il mare e la terra, questi cominciarono a soffrire ciò che Gesù chiamò il “principio di tormenti di dolore”, cioè, nazione che si levava contro nazione e regno contro regno, penurie di viveri, pestilenze, terremoti, in una misura senza paragone. Mentre Geova Dio non fece impegnare direttamente le nazioni e i regni in quella prima guerra mondiale, che causò penurie di viveri e pestilenze, egli diede a tutte le nazioni buone ragioni di tremare. Come? Mettendo fine nel 1914 ai “fissati tempi delle nazioni”. Quei tempi fissati alle nazioni per il dominio della terra senza l’intervento del suo regno non finirono prima che Geova istituisse il suo regno e ne affidasse la direttiva al Giusto, Gesù Cristo, il Figlio ed Erede del re Davide.
20. Perché questo non fece presagire niente di buono per le nazioni, e come agirono esse verso lo stabilito regno di Dio?
20 Questo non fece presagire niente di buono per le nazioni, poiché Gesù Cristo era destinato a governarle con uno scettro di ferro e a ridurle in pezzi nella battaglia di Harmaghedon. Le nazioni subirono così un cambiamento dal loro libero e facile stato in cui erano prima del 1914 ed ebbero ragione di temere per la loro esistenza futura. Ora dovevano fare i conti col regno di Dio. Lo scrollamento dei cieli di Satana fino alla loro caduta trasmise violente vibrazioni alla sua organizzazione terrestre, e le sue nazioni furono sconvolte riguardo alla contesa del dominio del mondo. Esse non desideravano il Re di Geova e s’infuriarono contro gli unti testimoni di Geova che proclamavano in ogni dove il significato scritturale dell’anno 1914. Le nazioni riversarono quindi la loro ira contro lo stabilito regno di Dio e contro ogni intervento del suo Re nelle loro questioni terrene.
21. Quale specie di notizia per le nazioni fu ciò che predicarono i testimoni di Geova, ma che cos’altro intorno a loro diede alle nazioni ragione di tremare?
21 Questa predicazione di ciò che significava il 1914 e questo annuncio dell’appressarsi del “giorno di vendetta del nostro Dio” fu una sorprendente notizia per tutte le nazioni. Ma l’inattesa comparsa della società del Nuovo Mondo nel 1919 e la sua fenomenale crescita in seguito servirono a sconvolgere le nazioni ancora di più, non soltanto per la meraviglia ma per la paura, poiché questa era la prova concreta che c’era qualche cosa in questo messaggio e che qui era un movimento invincibile la cui predicazione, se si fosse avverata, avrebbe voluto dire la fine di tutte la nazioni. Veramente, prima di Harmaghedon e della sua violenta rimozione di tutte le nazioni, c’è stato un grande sconvolgimento, commozione e tremito dei cieli, della terra, del mare e di tutte le nazioni del mondo di Satana.
“IL DESIDERIO DI TUTTE LE NAZIONI”
22. Che cosa disse Aggeo che sarebbe avvenuto in seguito allo scrollamento del mondo di Satana, e come fu spiegato questo nel 1886 e nel 1931?
22 Aggeo disse che in seguito all’atto di Geova che avrebbe scrollato il mondo di Satana sarebbe avvenuto qualche cosa di grande. Che cosa? “Verrà il desiderio di tutte le nazioni”. Così dice la King James Version, e anche quella di Darby. La traduzione di Rotherham dice: “E verrà la delizia di tutte le nazioni”. Da principio questo fu applicato alla venuta dell’incrollabile regno di Dio. Nel 1886 la Watch Tower Bible and Tract Society pubblicò il libro intitolato “Il divin piano delle età”. A pagina 266 questo libro inglese dichiarava: “Così i bisogni dell’uomo diverranno l’opportunità di Dio, e ‘verrà il desiderio di tutte le nazioni’, il Regno di Dio, con potenza e gran gloria. — Aggeo 2:7”. Quarantacinque anni dopo l’applicazione della profezia fu limitata a una sola persona, Gesù Cristo il Re. La rivista Torre di Guardia, nel suo numero del 15 febbraio 1931, presentò un articolo sul “Suo Tempio” e disse (§ 33): “Cristo Gesù, il Capo del Cristo, dev’essere principalmente ‘la delizia di tutto il popolo’ quando lo conoscono, perché egli è il rappresentante di Dio. Gesù Cristo venne nel tempio come vicegerente di Geova. Egli è la ‘promessa progenie’ ed è il desiderio di tutte le nazioni e di tutti i popoli, benché non lo conoscano ancora”.
23. Su quale antica versione della Bibbia fu veramente basata quella interpretazione, e perché quell’evento che qui descriviamo non poteva avvenire nel 1918?
23 Quest’ultima interpretazione era basata sulla popolare King James Version, che traduceva Aggeo 2:7 secondo la vecchia Vulgata latina. La traduzione della Vulgata come è riportata dalla Versione cattolica di Tintori dice: “Verrà il Desiderato da tutte le genti”. Nella liturgia cattolica romana al tempo dell’Avvento questo è applicato alla venuta sulla terra di Gesù, non alla sua venuta nel tempio. Si comprende che la sua venuta nel tempio spirituale di Dio per l’opera di giudizio ebbe luogo invisibilmente nella primavera del 1918. Ma Aggeo 2:7 è una profezia del periodo di restaurazione del popolo di Dio e non si può far quindi risalire al 1918 prima che la loro restaurazione avesse inizio. Nel caso dell’antico rimanente giudaico Aggeo 2:7 non poté avverarsi fino a che non ebbero ricostruito la casa di Dio. A causa della loro paura e della loro negligenza per sedici anni, questo accadde ventun’anni dopo che erano tornati da Babilonia. Similmente nel caso dell’attuale rimanente spirituale, la venuta di ciò che era desiderabile non si verificò prima che fossero liberati dalla Babilonia mistica nel 1919 né in quell’anno, quando stavano appena cominciando l’opera del tempio.
24. Perché lo stesso testo ebraico non permette che si faccia una tale interpretazione, e come tradusse quindi l’ebraico la versione greca dei Settanta?
24 C’è un’altra cosa degna di nota: L’originale testo ebraico non permette che Aggeo 2:7 si applichi al Signor Gesù quando viene nel tempio nel 1918. Per quale ragione? Per questa ragione: Benché la parola tradotta “desiderio” o “Desiderato” o “delizia” sia al numero singolare, il verbo ebraico che l’accompagna è plurale. Dei secoli prima della Vulgata latina gli Ebrei che tradussero in greco la Versione dei Settanta notarono questo fatto. Perciò tradussero il nome singolare ebraico dandogli significato collettivo facendo dire alla loro traduzione: “E le cose scelte di tutte le nazioni verranno”.
25. Conformemente, in quale modo è resa in pratica l’espressione ebraica da tutte le traduzioni moderne?
25 Effettivamente tutte le traduzioni moderne, giudaiche, cattoliche e protestanti, dell’ebraico cercano di rendere il senso dell’originale testo ebraico secondo la versione greca dei Settanta.a La English Revised Version del 1884 lo tradusse: “E io scrollerò tutte le nazioni, e le cose desiderabili di tutte le nazioni verranno, e io riempirò questa casa di gloria, dice il SIGNORE degli eserciti”. L’American Standard Version del 1901, e anche la Leeser Version ebraica del 1905 e la Nacar-Colunga Version del 1948 dissero: “le cose preziose di tutte (le) nazioni”; e l’edizione ebraica di Soncino disse: “le più scelte cose di tutte le nazioni”; An American Translation, Lienart e Crampon dissero: “i tesori di tutte le nazioni”; e la Versione Riveduta disse: “le cose più preziose di tutte le nazioni”.
26. Come mostrano altre traduzioni moderne che tale cosa sarebbe venuta in seguito allo scrollamento?
26 Altre traduzioni indicano che facendo tremare tutte le nazioni Geova ebbe il proposito di far venire tale cosa. Conforme alla Kautzsch tedesca e a L’École Biblique francese, la Revised Standard Version del 1952 dice: “E io scrollerò tutte le nazioni, affinché i tesori di tutte le nazioni vengano, e riempirò questa casa di splendore, dice il SIGNORE degli eserciti”. Moffatt va oltre dicendo: “E scrollerò tutte le nazioni finché i tesori di tutte le nazioni non siano portati qui e la mia Casa non sia qui riempita di splendore (dice il Signore degli eserciti)”. Cioè, scuotendo tutte le nazioni Geova avrebbe dato luogo a certi risultati riguardo alla sua casa. Quali?
ADEMPIMENTO
27. Come ci mostra Geova ciò che dobbiamo cercare nell’adempimento, e che cosa dice Isaia 66:10-14 che sarebbe stato visto dal rimanente?
27 Profezie parallele pronunciate dalla bocca di Geova ci mostrano che cosa dobbiamo cercare nell’adempimento di Aggeo 2:7 e gli sviluppi della storia moderna dimostrano che le profezie di Geova sono veraci a questo riguardo. Dando la grande profezia relativa alla restaurazione della sua donna, la sua organizzazione universale di Gerusalemme, quando genera i rimanenti della sua progenie come una nazione teocratica dal 1919 in poi, Geova fa gridare al suo profeta Isaia perché lo oda il suo popolo di oggi: “Rallegratevi con Gerusalemme e festeggiate a motivo di lei, o voi tutti che l’amate! Giubilate grandemente con lei, o voi tutti che siete in lutto per essa! onde siate allattati e saziati al seno delle sue consolazioni; onde beviate a lunghi sorsi e con delizia l’abbondanza della sua gloria. Poiché così parla l’Eterno [Geova]: Ecco, io dirigerò la pace [la prosperità, AT] verso di lei come un fiume, e la ricchezza delle nazioni come un torrente che straripa, e voi sarete allattati, sarete portati in braccio [come un bambino diletto], carezzati sulle ginocchia. Come un uomo cui sua madre consola, così io consolerò voi, e sarete consolati in Gerusalemme. Voi lo vedrete; il vostro cuore si rallegrerà, e le vostre ossa, come l’erba, riprenderanno vigore”. (Isa. 66:10-14) I rimanenti della progenie della donna di Dio, Gerusalemme, lo vedono effettivamente ora e i loro cuori si rallegrano, e riconoscono che la mano di Geova ha fatto questo.
28. Che cosa predice Isaia 61:1-7 riguardo al rimanente?
28 Lo stesso profeta pronunciò un’altra profezia circa il modo in cui Geova avrebbe restaurato i suoi unti testimoni liberandoli dalla Babilonia mistica e li avrebbe mandati a predicare buone notizie, a fasciare cuori rotti, a proclamare la libertà ai prigionieri e l’apertura del carcere a quelli che sono in cattività, e a confortare tutti quelli che gemono. Poi aggiunse: “E degli stranieri staran quivi a pascere i vostri greggi, i figli dello straniero saranno i vostri agricoltori e i vostri vignaiuoli. Ma voi sarete chiamati ‘sacerdoti dell’Eterno’, e la gente vi dirà ‘ministri del nostro Dio’; voi mangerete le ricchezze delle nazioni, e a voi toccherà la loro gloria. Invece della vostra onta, avrete una parte doppia; invece d’obbrobrio, giubilerete della vostra sorte. Sì, nel loro paese possederanno il doppio, ed avranno un’allegrezza eterna”. (Isa. 61:1-7) Oggi nel paese teocratico che nacque nel 1919 l’unto rimanente ha una prosperità spirituale due volte maggiore della vergogna, del disonore e dell’oppressione che subirono durante la prima guerra mondiale.
29. Che cosa muta tale prosperità del rimanente in intrepida assistenza, e perché comprende la grande folla di buona volontà che il rimanente è formato di ministri e sacerdoti di Dio?
29 Mutando tale prosperità in intrepida assistenza gli stranieri e forestieri di buona volontà rendono servizi come agricoltori, vignaiuoli e pastori del gregge, spiritualmente parlando, e i “ministri” di Geova e i membri del Suo “reale sacerdozio” traggono aiuto e beneficio da tali servizi. È una inesauribile fonte di gioia per loro. Chiunque si può mostrare ora come uno di questi stranieri di buona volontà, pronto e lieto di servire Dio insieme al rimanente, per quanto grande divenga questa folla di buona volontà. Ma non è così per il “real sacerdozio” sotto Cristo, il cui numero è limitato a 144.000 membri. Ci vuole la consacrazione per essere ammessi in quell’esclusivo corpo sacerdotale, e solo Geova Dio può compiere la consacrazione di quelli che chiama a tale alto ufficio spirituale. Gli stranieri e forestieri di buona volontà riconoscono questo e comprendono che il rimanente spirituale è formato di ministri di Dio e di sacerdoti di Geova.
30. Come, secondo Zaccaria 8:20-23, dieci uomini hanno pigliato un Giudeo per il lembo della veste andando ad adorare con lui?
30 Quando Geova miracolosamente restaurò il suo rimanente liberandolo da Babilonia nel 1919 e li mise al lavoro nell’attività del tempio come suoi adoratori e servitori, per le persone sincere di tutte le nazioni che l’appresero essa fu la prova che i testimoni di Geova avevano un vero Dio e che egli era davvero con loro per liberarli e benedirli. Essi udirono l’unto rimanente, quelli che sono Giudei interiormente, che si incoraggiavano a vicenda per ascendere al tempio di Geova, dicendo: “Andiamo, andiamo, a implorare il favore dell’Eterno, [Geova], e a cercare l’Eterno [Geova] degli eserciti! Anch’io voglio andare!” Quindi vollero andare, e seguirono il rimanente dei Giudei spirituali. “Così parla l’Eterno [Geova] degli eserciti: In quei giorni avverrà che dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste, e diranno: Noi andremo con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi (Zacc. 8:20-23) L’Iddio che si chiama Geova, i cui propositi, opere e promesse sono scritti nella Sacra Bibbia, è il grande magnete di attrazione, ed Egli è Colui al quale sono attirati perché lo adorino insieme al rimanente di Giudei spirituali. Essi sono già più di dieci di tali uomini di buona volontà su ogni uno di tali Giudei spirituali. Questo non sarebbe mai accaduto se l’unto rimanente non fosse asceso per compiere l’opera del tempio nella casa di Geova.
31. Secondo Isaia 60:1-16, su chi si è levata la gloria di Geova, e quale comando è dato quindi, e quali risultati vi sarebbero stati ubbidendo a questo comando?
31 Quando era adirato contro di loro nel periodo della prima guerra mondiale, il rimanente della progenie della sua donna, “la Gerusalemme di sopra”, fu in profonda tristezza e tenebre. Ma nel 1919 Geova si levò con favore sopra la sua donna e la luce del suo favore si rifletté sul suo unto rimanente sulla terra. Il comando che rivolse a lei si applicò anche al suo rimanente, e oh come sono mirabili i risultati che sono stati conseguiti a causa della loro ubbidienza al comando: “Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria dell’Eterno s’è levata su te! Poiché, ecco, le tenebre coprono la terra, e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su te si leva l’Eterno, e la sua gloria appare su te. Le nazioni cammineranno alla tua luce, e i re allo splendore del tuo levare. . . . Allora guarderai e sarai raggiante, il tuo cuore palpiterà forte e s’allargherà, poiché l’abbondanza del mare si volgerà verso te, la ricchezza delle nazioni verrà a te. I figli dello straniero ricostruiranno le tue mura, e i loro re saranno al tuo servizio; poiché io t’ho colpita nel mio sdegno, ma nella mia benevolenza ho avuto pietà di te. Le tue porte saranno sempre aperte; non saran chiuse né giorno né notte, per lasciar entrare in te la ricchezza delle nazioni, e i loro re in corteggio. Poiché la nazione e il regno che non ti serviranno, periranno: quelle nazioni saranno interamente distrutte. . . . Tu popperai il latte delle nazioni, popperai al seno dei re, e riconoscerai che io, l’Eterno [Geova, AS], sono il tuo salvatore, io, il Potente di Giacobbe, sono il tuo redentore”. — Isa. 60:1-16.
32. In risposta alla domanda: Son venute le cose desiderabili di tutte le nazioni? come diede Geova una risposta visibile nello Yankee Stadium nel 1953?
32 Essendo i nostri occhi illuminati da queste profezie interpretative siamo giunti al tempo di domandare: Son venute le cose desiderabili, le cose preziose, i tesori, le cose scelte di tutte le nazioni? Voi migliaia dell’unto rimanente dei testimoni di Geova che siete qui oggi, alzate gli occhi e mirate questa gigantesca struttura dello Yankee Stadium e contemplate le diecine di diecine di migliaia di persone di buona volontà che provengono da molte nazioni e lingue. Qui è la risposta che dà Geova degli eserciti alla nostra domanda. Egli ha scosso tutte le nazioni con la predicazione della buona notizia del Regno in tutta la terra abitata a scopo di una testimonianza a tutte le nazioni, e le cose desiderabili delle nazioni son già venute, e un’innumerevole folla ne deve ancora venire prima che Geova cessi di dare la forte scossa combattendo la battaglia di Harmaghedon e rimuova totalmente i crollanti cieli e terra dell’organizzazione del Diavolo. — Aggeo 2:20-23.
33. Insieme all’esempio degli antichi testimoni, con che cosa ha Geova circondato oggi il suo rimanente spirituale per stimolarlo nella corsa fino alla fine?
33 Una volta noi del rimanente pensavamo che nel tempo della più grande prova, la prova finale, del rimanente, prima di Harmaghedon o durante tale periodo sarebbe stato necessario che Geova Dio risuscitasse dai morti il “gran nuvolo di testimoni” dei tempi antichi, i “principi” (considerati appena settanta in tutto), per rafforzare il rimanente spirituale e dar loro l’assicurazione divina nella loro più dura prova. Ma oggi, alzate gli occhi, voi del rimanente, vedete il gran nuvolo di testimoni moderni per mezzo dei quali Geova Dio vi ha circondati, i quali mostrano tutti la sincera fede di Abrahamo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti, anche se devono morire per essa entro la “Cortina di Ferro” o altrove. Che cosa più di questo in fatto di miracoli divini può chiedere ora l’unto rimanente? La leale compagnia e l’assistenza di questa “grande folla” di moderni testimoni di Geova e il loro zelo e la loro fedeltà nell’adempimento dei suoi comandamenti sono un potente stimolo, insieme all’esempio del “gran nuvolo” di antichi testimoni, perché corriamo la corsa che ci sta davanti fino alla fine, fino alla vittoria! — Ebr. 12:1, 2, NW.
34. Come li ha tratti Geova da tutte le nazioni, e per chi son essi desiderabili e perché?
34 Con la testimonianza del Regno per mezzo della quale egli ha unto e inviato il suo rimanente a predicare, Geova ha tratto da tutte le nazioni quelli che desidera e che il suo rimanente rettamente desidera, le persone che hanno tanta buona volontà verso Geova che si dedicano a lui mediante Cristo il dominante Re. Questi potranno esser poveri, umili e ordinari, e le nazioni potranno non considerarli come di molta importanza nutrendo odio verso di loro; ma al cospetto di Geova essi sono le cose più scelte che le nazioni abbiano, perché accettano la testimonianza del Regno, e unendosi all’unto rimanente la diffondono fra altri ancora. Per Geova la loro vita è preziosa ed egli li proteggerà dalle forze dei suoi giustizieri ad Harmaghedon dando loro la vita e i dolci privilegi del nuovo mondo. Son veri tesori per Lui, paragonabili ai suoi fedeli testimoni dei tempi antichi.
COME È RIEMPITA?
35. Come han mostrato essi che comprendono l’esigenza di Geova circa l’oro e l’argento, e come ha Geova riempito “di gloria questa casa”?
35 Geova li conduce dentro il tempio, affinché vi adorino con religione pura e incontaminata a fianco dell’unto rimanente, poiché ivi è il loro cuore. Essi comprendono l’affermazione divina: “Mio è l’argento e mio è l’oro, dice l’Eterno degli eserciti (Aggeo 2:8) Perciò quando vengono nella casa di adorazione vengono portando i loro tesori d’argento e d’oro, poiché includono tutti tali tesori quando dedicano se stessi e tutto ciò che hanno a Dio mediante Cristo. Essi si offrono lietamente subendo spese finanziarie e d’altro genere per compiere la predicazione del Regno in tutto il mondo finché non venga la fine ad Harmaghedon. Così con la venuta delle cose desiderabili di tutte le nazioni si è adempiuta la promessa che Geova fece al suo rimanente di unti lavoratori del tempio: “Ed io empirò di gloria questa casa, dice l’Eterno [Geova] degli eserciti”. (Aggeo 2:7) Quel lontano 1919 fu un giorno di piccole cose per i lavoratori del tempio, di cose che parevano tanto piccole da esser disprezzate dalle superbe nazioni. Ma la profezia di Geova garantiva grandi risultati per quell’opera del tempio, per quella ripresa della sua adorazione nella sua pura casa: “La gloria di quest’ultima casa sarà più grande di quella della prima, dice l’Eterno [Geova] degli eserciti”. (Aggeo 2:9) “Lo splendore futuro di questa casa sarà maggiore di quello passato”. — AT.
36. Come ha già adempiuto Geova le sue parole che la gloria di quest’ultima casa sarebbe stata maggiore di quella della prima?
36 Come è di già vero questo oggi! Con la venuta dei desiderabili coi loro tesori di amorevole devozione e servizio teocratico “giorno e notte nel suo tempio” la casa dell’adorazione di Geova si è riempita di una gloria che supera non solo ciò che avvenne col tempio di Salomone ma anche ciò che è avvenuto durante tutti i diciannove secoli nei quali Geova ha preparato le “pietre viventi” per la costruzione di un tempio completo, “una casa spirituale”. Non c’è stato mai nulla come questo per adornare e magnificare la casa dell’adorazione di Geova. Il numero del rimanente spirituale diminuirà di anno in anno mentre Geova toglierà alcuni di loro da questo campo di preparazione terrena e li porrà come “pietre viventi” nel tempio celeste. Ma quante moltitudini di centinaia di migliaia della più scelta classe di persone di tutte le nazioni che ora gremiscono la casa di adorazione di Geova, alle quali si aggiungono migliaia d’altri di anno in anno! Quale gloria, quale notevole importanza, dona questo alla casa di Geova, una gloria che non diminuisce mai ma aumenta sempre mentre il tempo avanza verso Harmaghedon! Veramente tutte le nazioni devono sapere ora che Geova ha una casa di adorazione e che è piena di adoratori. La sua adorazione è una realtà che non può essere eliminata, come non può essere eliminata dagli uomini la sua “casa spirituale” il suo tempio di “pietre viventi”.
PACE
37. Quale assicurazione ci dà la profezia di Aggeo che le dissensioni e le lotte delle nazioni di fuori non invaderanno questa casa?
37 Le controversie, dissensioni e lotte delle nazioni mondane di fuori non invaderanno mai i limiti della casa di adorazione di Geova. Discordie e lotte interne non interromperanno mai l’adorazione dell’unto rimanente e dei loro desiderabili compagni di buona volontà, privando così la sua casa della sua incomparabile gloria. “La gloria di quest’ultima casa sarà più grande di quella della prima, dice l’Eterno degli eserciti; e in questo luogo io darò la pace, dice l’Eterno degli eserciti”. (Aggeo 2:9) Non le Nazioni Unite, ma la casa di adorazione di Geova, è il solo luogo di pace sulla terra oggi, e le nazioni di questo mondo non la possono portar via. È il dono che ci fa Geova Dio.
38. In adempimento di Zaccaria 9:9, 10, come ha Geova fatto sparire carri, cavalli e archi di guerra da Efraim e Gerusalemme?
38 Quando predisse come il suo Re Gesù Cristo sarebbe venuto e sarebbe stato posto nella celeste Sion come la provata fondazione del nuovo mondo, Geova dichiarò: “Io farò sparire i carri da Efraim, i cavalli da Gerusalemme, e gli archi di guerra saranno annientati. Egli parlerà di pace alle nazioni, il suo dominio si estenderà da un mare all’altro, dal fiume [Eufrate, una volta controllato da Babilonia] sino alle estremità della terra”. (Zacc. 9:9, 10) Carri, cavalli ed archi di guerra erano tutti antichi simboli di guerra carnale. A volte gli Israeliti, divisi sotto il regno governato da Efraim e sotto il regno governato da Gerusalemme, si servirono di questi strumenti da guerra in battaglie fratricide gli uni contro gli altri. Ma infine Geova unì Efraim e Gerusalemme come un popolo solo e spezzò le armi da guerra che adoperavano gli uni contro gli altri. Similmente col rimanente dei suoi Israeliti spirituali: Senza tener conto delle loro precedenti professioni e lealtà religiose o politiche, Geova per mezzo del suo Re li unisce come una nazione sola e li aiuta col suo spirito santo perché lo adorino e servano in pace. Gli Israeliti spirituali difendono unitamente la causa del Re di Geova.
39. Perché non è alle nazioni mondane che il Re di Geova parla oggi di pace, e che cosa non possono fare perciò i testimoni di Geova?
39 Il suo Re, il “Principe della pace” non limiterà il suo regno di pace all’unito e pacifico Israele spirituale. Geova dice: “Egli parlerà di pace alle nazioni”. Come può avvenire questo, dal momento che Gesù Cristo non parla di pace oggi alle nazioni di questo mondo? Egli brandisce lo scettro di ferro per frantumare tutte le nazioni come semplici vasi d’argilla ad Harmaghedon. Sfida tutte le nazioni a combatterlo quivi, secondo la proclamazione di Geova che viene fatta alle nazioni: “Preparate la guerra! Fate sorgere i prodi! S’accostino, salgano tutti gli uomini di guerra! Fabbricate spade coi vostri vomeri, e lance con le vostre roncole! Dica il debole: ‘Son forte!’ Affrettatevi, venite, nazioni d’ogn’intorno, e radunatevi!” (Gioe. 3:9-11) Avendo il comando di fare questa proclamazione di guerra a tutte le nazioni, i testimoni di Geova non possono né vorranno unirsi a nessuna organizzazione pacifista per sollecitare i governi nazionali a non far più guerre in nome del Cristianesimo. I testimoni di Geova non daranno nessun appoggio alla Risoluzione per il Disarmo proposta l’8 aprile del 1953 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la delusione di operare per la pace durevole fra le nazioni mondane. Fare una cosa simile, per una ragione, sarebbe inutile. Per un’altra ragione, e questa è la più importante, sarebbe contrario al comando che Geova ha dato ai suoi testimoni.
40. Mentre cerchiamo una risposta alla nostra domanda circa il Re che parla di pace alle nazioni, quale particolare profezia d’Isaia siamo invitati ad ascoltare?
40 Che cosa significa, quindi, che il Re parla di pace alle nazioni? Quando ha luogo? Ascoltate, e, mentre ascoltate, pensate alla venuta delle cose desiderabili di tutte le nazioni nella casa di adorazione di Geova: “Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa dell’Eterno si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al disopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v’accorreranno, e diranno: ‘Venite, saliamo al monte dell’Eterno, alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola dell’Eterno. Egli giudicherà tra nazione e nazione e sarà l’arbitro fra molti popoli; ed essi delle loro spade fabbricheranno vomeri d’aratro, e delle loro lance roncole; una nazione non leverà più la spada contro l’altra, e non impareranno più la guerra”. — Isa. 2:2-4.
41. Quando avremo noi il disarmo totale e permanente delle nazioni mondane? Perché?
41 Le nazioni di questo mondo non sono quelle che prestano attenzione ai giudizi di Geova o che ascoltano i suoi rimproveri. Le loro conferenze e risoluzioni per il disarmo non sono per il disarmo totale ma per una semplice limitazione degli armamenti, e queste non sono mai riuscite né riusciranno prima di Harmaghedon a indurre le nazioni a fare delle loro spade aratri e delle loro lance roncole deponendo le armi e cessando d’insegnare la guerra. Quando la “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente” le colpirà, esse saranno completamente armate con tutte le migliorate armi della scienza moderna, di cui noi ora non ne conosciamo molte. Ma quando Harmaghedon sarà finita, il Re di Geova avrà ridotto in frantumi tutte quelle nazioni che si oppongono al Regno. Quindi avremo per la prima volta il disarmo completo di quelle nazioni e per sempre.
42. Quali persone delle nazioni ora ascoltano i giudizi e i rimproveri di Geova, e come faranno questo anche ad Harmaghedon? Perché?
42 È la “grande folla” dei desiderabili di tutti tali popoli e nazioni che ora ascoltano dunque i giudizi e i rimproveri di Geova e camminano nei sentieri che egli insegna loro da Sion e dal suo tempio. Questi osservano ora il disarmo totale, dedicando ad uso pacifico e produttivo ciò che prima era impiegato in lotte mortali, deponendo la spada che adoperarono letteralmente per insorgere gli uni contro gli altri e non imparando più tale guerra carnale. Quando scoppia Harmaghedon e Geova confonde i suoi nemici, quei nemici leveranno ciascuno le sue mani contro il proprio fratello. Non agirà così tuttavia questa “grande folla” che è venuta da tutte le nazioni all’alto “monte di Geova”! Essi tenderanno tutti una mano soccorritrice al proprio fratello, affinché si mantengano tutti uniti nella “pace di Dio che supera ogni pensiero”. Questo avverrà perché saranno accorsi tutti insieme nella casa di Geova, “l’Iddio di Giacobbe”, e qui egli adempie il suo proposito: “In questo luogo io darò la pace, dice Geova degli eserciti”. — Aggeo 2:9, AS.
43. Contemplando quale fatto, noi siamo benedetti, e come saremo ulteriormente benedetti a questo riguardo?
43 Mirate, quindi, la sua casa di adorazione oggi riempita di gloria, dotata di pace divina. Benedetti siam noi che viviamo per contemplare questo fatto che rivendica la parola di Geova. Benedetti saremo abitando nella sua casa per adorarlo con purezza, “con abiti santi”, e lavorando instancabilmente per riempire la sua casa di sempre maggior gloria con l’aiuto che daremo a tutti i desiderabili che verranno da tutte le nazioni.
[Nota in calce]
a La traduzione di Young. che è molto letterale, mette qui la preposizione a e fa dire al passo controverso: “Ed essi son venuti al desiderio di tutte le nazioni, e io ho riempito questa casa d’onore, disse Geova degli eserciti”. Tuttavia non è necessario aggiungere una parola, e un’adeguata traduzione del testo ebraico direbbe: “Ed essi, il desiderio di tutte le nazioni, verranno”.