Capitolo XI
“Non mediante forza militare, né mediante potenza, ma”...
1. Come l’Israele dei giorni di Zaccaria può essere paragonata in quanto a forza militare alla Repubblica d’Israele?
C’ERA in Israele qualche forza militare sotto le armi ai giorni del profeta Zaccaria? No; a differenza dell’odierna Repubblica d’Israele, in cui sono chiamate alle armi anche le donne.
2. Per quanto tempo il rimpatriato rimanente era stato senza una forza militare, e perciò quale domanda sorge circa l’edificazione del tempio?
2 Nel lontano anno 522 a.E.V., durante il breve regno di Artaserse (Gaumata il Mago) come re di Persia, quando gli avversari Samaritani fermarono gli Israeliti che edificavano il tempio “con la forza e le armi”, gli Israeliti non adunarono a Gerusalemme una forza militare per combatterli. (Esdra 4:7-24) In seguito, nell’undicesimo mese lunare (Sebat) dell’anno 519 a.E.V., il ventiquattresimo giorno del mese, quando Zaccaria ricevette la sua quinta visione, ancora non c’era una forza militare in Gerusalemme e nel paese di Giuda. Questo avveniva ancora nel secondo anno del re Dario I, succeduto ad Artaserse come governante dell’Impero Persiano. Sarebbe stato possibile agli Israeliti completare il tempio di Gerusalemme senza operare da una “posizione di forza”, avendo un’impressionante forza militare? La quinta visione che fu mostrata a Zaccaria rispose alla domanda.
3. (a) Da quale specie di condizione è destato Zaccaria prima che gli sia mostrata la quinta visione? (b) All’angelo dell’interpretazione, che cosa riferisce Zaccaria d’aver visto?
3 Dopo l’ispiratrice visione relativa al sommo sacerdote Giosuè figlio di Iozadac, parve che il profeta Zaccaria cadesse in un’attitudine di meditazione e contemplazione, in cui sembrò che fosse addormentato. Ma la serie delle visioni non era ancora finita; egli doveva vedere dell’altro. Per questo continua a narrarci circa l’angelo dell’interpretazione che gli spiegava: “E l’angelo che parlava con me tornava e mi destava, come un uomo che è destato dal suo sonno. Quindi mi disse: ‘Che cosa vedi?’ Dunque dissi: ‘Ho visto, ed ecco, c’è un candelabro, tutto d’oro, con una coppa in cima a esso. E le sue sette lampade sono su di esso, proprio sette; e le lampade che sono in cima a esso hanno sette tubi. E gli sono accanto due ulivi, uno al lato destro della coppa e uno al suo lato sinistro’”. — Zaccaria 4:1-3.
4. La vista di quel candelabro stimola in noi ricordi di quale casa, e perché?
4 Abbiamo un quadro mentale di ciò che fu mostrato a Zaccaria? Quel candelabro d’oro con i suoi sette bracci in cima al quale erano sette lampade alimentate con olio d’oliva stimola ricordi della casa di adorazione di Geova. Nell’Israele precedente, dai giorni del profeta Mosè fino ai giorni del re Davide, quella casa di adorazione aveva avuto un candelabro d’oro nel suo primo compartimento, Il Santo. (Esodo 40:1-25) La visione di questo candelabro era perciò molto appropriata, in quanto questa visione aveva attinenza con la riedificazione del tempio.
5. Come le sette lampade erano alimentate da un combustibile illuminante proveniente da una riserva centrale, e in che modo questa provvista centrale era mantenuta piena?
5 Le sette lampade avevano una centrale provvista d’olio illuminante. Era quella coppa che stava in cima al candelabro d’oro, dalla quale coppa partivano sette tubi e un tubo andava a ciascuna singola lampada per alimentarla d’olio dalla provvista centrale. Ma da dove questa coppa prendeva la sua provvista d’olio, e quanto regolarmente? Da quei due ulivi che stavano accanto alla coppa, un ulivo alla sua destra e l’altro ulivo alla sua sinistra. Quegli ulivi potevano essere una continua sorgente di provvista ed erano immediatamente a portata di mano, senza bisogno di trasportare l’olio da lontano.
6. Nonostante che ci fossero sette lampade, come c’era un solo candelabro?
6 Essendo il candelabro tutto unito, le sue sette lampade eran tutte collegate con esso mediante i bracci che si dipartivano da un sostegno centrale.
7. Che cosa ora Zaccaria chiese all’angelo riguardo al candelabro?
7 Questa visione aveva un significato. Quindi Zaccaria subito gli rispose: “Quindi risposi e dissi all’angelo che parlava con me, dicendo: ‘Che significano queste cose, mio signore?’ L’angelo che parlava con me dunque rispose e mi disse: ‘Non sai realmente ciò che queste cose significano?’ A mia volta dissi: ‘No, mio signore’”. — Zaccaria 4:4, 5.
8, 9. (a) Seguendo quale condotta possiamo noi, come Zaccaria, trarre beneficio da questa visione? (b) Quale risposta l’angelo dà a Zaccaria, e che cosa ci trasmette questo invece della spiegazione dei particolari?
8 Come il profeta Zaccaria, non cerchiamo di dare alla visione la nostra propria interpretazione. Siamo disposti a lasciarci ammaestrare da Geova degli eserciti, per mezzo del suo angelo. Solo ottenendo la verità divina dalla giusta sorgente possiamo trarre beneficio dalla visione. Interrogato da Zaccaria, l’interprete angelico non spiega dapprima il significato di tutti i particolari della visione. Piuttosto, ci mostra la forza, tutta l’ampiezza della visione nel suo insieme. Ciò accresce il vigore della visione di un unico candelabro.
9 “Pertanto”, dice Zaccaria, “egli rispose e mi disse: ‘Questa è la parola di Geova a Zorobabele, dicendo: “‘Non mediante forza militare, né mediante potenza, ma mediante il mio spirito’, ha detto Geova degli eserciti. Chi sei tu, o gran monte? Dinanzi a Zorobabele diverrai pianura. Ed egli per certo porterà fuori la pietra della testata. A essa si griderà: ‘Com’è attraente! Com’è attraente!’”’”. — Zaccaria 4:6, 7.
LA BARRIERA DOVRÀ RIDURSI A NULLA
10. Quale opposizione affrontò Zorobabele, e a che cosa sarebbe potuta sembrare simile, specialmente in vista di quali circostanze?
10 Avrebbe qualcuno di noi voluto avere l’opposizione dei governanti pagani delle province persiane da questa parte (dalla parte occidentale) del fiume Eufrate? Non solo, ma avrebbe qualcuno di noi voluto avere l’opposizione dell’imperatore dell’intero Impero Persiano, del re Dario I? Questa è l’opposizione che, per il momento, ostacolava la via a Zorobabele mentre andava avanti con la riedificazione del tempio di Geova a Gerusalemme in quell’anno 519 a.E.V. (Esdra da 5:3 a 6:2) Questo sarebbe parso davvero come un “gran monte” nella via da percorrere per portare con successo alla fine la ricostruzione del tempio, non è vero? Egli non aveva nessuna forza militare fra i meno di cinquantamila che eran tornati con lui da Babilonia nel 537 a.E.V. Come avrebbe potuto quindi far fronte a qualsiasi invasione armata dei protestatori che tentavano di arrestare l’opera del tempio? Quale potenza avevano egli o i suoi compagni israeliti? Egli non conosceva personalmente il re Dario I e non aveva nessuna influenza presso di lui. Come avrebbe potuto dunque aspettarsi di finire la casa di adorazione di Geova, senza essere severamente punito?
11. (a) Qual è la risposta divina alla domanda? (b) Di quale sostegno ebbe dunque bisogno Zorobabele nell’opera del tempio, e perché?
11 Chiediamo noi oggi, o chiese il governatore Zorobabele, “Come”? La risposta viene dal più grande Comandante in Capo di forze militari di tutti: “‘Non mediante forza militare, né mediante potenza, ma mediante il mio spirito’, ha detto Geova degli eserciti”. (Zaccaria 4:6) Zorobabele non dovette preoccuparsi d’avere una forza militare o la potenza di qualsiasi sorgente umana. Non doveva fare altro che confidare in Colui che mediante i suoi profeti gli aveva detto di andare avanti col lavoro e di dipendere dallo spirito di quella Autorità Suprema. Lo spirito di quell’Autorità è per certo una forza attiva invisibile, ma è irresistibile, schiacciante, sempre vittoriosa, sempre trionfante. Opera effettivamente in maniera invisibile, ma produce senz’altro risultati come la divina Sorgente di quello spirito si propone. Tutta la potenza militare dell’intera terra e tutta la potenza politica e religiosa fra tutto il genere umano non può tener testa alla Sua santa forza attiva all’opera. Proseguendo il lavoro del tempio il governatore Zorobabele ebbe il sostegno di tale spirito!
12. Quel figurativo “gran monte” dinanzi a Zorobabele che cosa doveva divenire, e come l’adempimento di Isaia 40:4, 5 ne era un’assicurazione?
12 Che cos’è dunque il figurativo “gran monte” che sbarrava la via? Geova degli eserciti gli dice: “Dinanzi a Zorobabele diverrai pianura”. Dinanzi a Zorobabele e al fedele rimanente che era tornato con lui da Babilonia, Geova aveva adempiuto la profezia di Isaia 40:4, 5: “Ogni valle sia elevata, e ogni monte e colle sia abbassato. E il terreno scabroso deve divenire piano, e il terreno accidentato la pianura d’una valle. E la gloria di Geova per certo si rivelerà, e ogni carne la dovrà vedere insieme, poiché la medesima bocca di Geova ha parlato”. Egli poteva ora fare una cosa simile nel caso di questo “gran monte” che si presentava al governatore Zorobabele in quell’anno 519 a.E.V. Notiamo come Egli fece questo, senza nessuno strenuo sforzo da parte di Zorobabele, ma mediante il Suo spirito.
13. (a) In che modo Geova precedentemente, il 24 Chisleu 520 a.E.V., aveva dato a Zorobabele un’assicurazione contro la forza militare nemica, per mezzo di Aggeo? (b) Che cosa avrebbero fatto gli avversari, per certo dopo l’azione di Zorobabele stimolato dalla quinta visione di Zaccaria?
13 Solo due mesi prima Egli aveva dichiarato come avrebbe trattato gli eserciti militari nemici, dicendo: “Io scrollo i cieli e la terra. E per certo rovescerò il trono dei regni e annienterò la forza dei regni delle nazioni; e per certo rovescerò il carro e quelli che vi montano, e i cavalli e i loro cavalieri per certo scenderanno, ciascuno per la spada del suo fratello. ‘In quel giorno’, è l’espressione di Geova degli eserciti, ‘ti prenderò, o Zorobabele figlio di Sealtiel, mio servitore’, è l’espressione di Geova; ‘e per certo ti porrò come anello con sigillo, perché tu sei colui che ho scelto’, è l’espressione di Geova degli eserciti”. (Aggeo 2:20-23) A causa di ciò che il governatore Zorobabele e i suoi collaboratori fecero quel giorno (24 Chisleu 520 a.E.V.) alla fondazione del tempio in Gerusalemme, i governatori provinciali a ovest del fiume Eufrate poterono portare il loro appello al re Dario I in Susan di Persia. Ma per certo quei governatori provinciali dovettero rivolgere la loro protesta al re Dario I dopo che Zorobabele era andato avanti col lavoro del tempio grazie allo stimolo di questa quinta visione riferitagli da Zaccaria.
14. Secondo Esdra 6:1-13, che cosa fece il re Dario I appena ebbe ricevuto l’appello degli eccitati governatori provinciali?
14 Fino ad allora il re Darlo I aveva lasciato in vigore il bando imposto dal re Artaserse contro l’edificazione del tempio. Ma ricevuto l’appello degli eccitati governatori provinciali, che cosa fece?
Fu allora che Dario il re emanò l’ordine, e fecero un’investigazione nella casa delle registrazioni dei tesori depositati lì a Babilonia. E a Ecbatana, nel luogo fortificato che era nel distretto giurisdizionale di Media, fu trovato un rotolo, e c’era scritta una memoria in questo senso:
“Nel primo anno di Ciro il re, Ciro il re emanò l’ordine riguardo alla casa di Dio in Gerusalemme: Sia riedificata la casa come il luogo in cui devono offrire sacrifici, e se ne devono porre i fondamenti, essendo la sua altezza di sessanta cubiti, e la sua larghezza di sessanta cubiti, con tre strati di pietre rotolate sul posto e uno strato di legname; e la spesa sia sostenuta dalla casa del re. E anche i vasi d’oro e d’argento della casa di Dio che Nabucodonosor tolse dal tempio che era in Gerusalemme e portò a Babilonia siano restituiti, affinché pervengano al tempio che e in Gerusalemme al suo luogo e siano depositati nella casa di Dio.
“Ora Tattenai governatore oltre il Fiume, Setar-Bozenai e loro colleghi, governatori minori che siete oltre il Fiume, tenetevi lontani di là. Lasciate stare il lavoro di quella casa di Dio. Il governatore dei Giudei e gli anziani dei Giudei riedificheranno quella casa di Dio nel suo luogo. Ed è stato emanato da me l’ordine in quanto a ciò che voi farete a quegli anziani dei Giudei, per riedificare quella casa di Dio; e dal tesoro reale della tassa oltre il Fiume la spesa sarà prontamente data a questi uomini robusti senza cessazione. E ciò che è necessario, sia giovani tori che montoni e agnelli per gli olocausti all’Iddio del cielo, frumento, sale, vino e olio, proprio come dicono i sacerdoti che sono in Gerusalemme, sian dati loro di continuo di giorno in giorno senza fallo; affinché presentino di continuo offerte concilianti all’Iddio dei cieli e preghino per la vita del re e dei suoi figli. Ed è stato emanato da me l’ordine che, quanto a chiunque violi questo decreto, sarà tolta una trave dalla sua casa ed egli vi sarà messo al palo, e la sua casa sarà per questo motivo trasformata in latrina pubblica. E l’Iddio che ha fatto risiedere lì il suo nome rovesci ogni re e popolo che stenda la sua mano per commettere violazione e distruggere quella casa di Dio, che è in Gerusalemme. Io, Dario, in effetti emano l’ordine. Sia messo in pratica prontamente”.
Quindi Tattenai il governatore oltre il Fiume, Setar-Bozenai e i loro colleghi, proprio come Dario il re aveva mandato parola, così fecero prontamente. — Esdra 6:1-13.
15. (a) Solo a che cosa possiamo attribuire quel sorprendente volgere di avvenimenti, e perché? (b) Sapendo in precedenza questo, che cosa disse Geova che avrebbe fatto Zorobabele con la pietra della testata del tempio?
15 Era lo spirito di Geova degli eserciti ad agire e a dirigere le cose in questa questione? Solo al Suo spirito possiamo attribuire quel sorprendente volgere di avvenimenti, poiché si compirono senza nessuna forza militare o potenza umana da parte del governatore Zorobabele. Il figurativo “monte” che era stato eretto contro Zorobabele dalle forze di opposizione gli fu reso come una “pianura”. La sua fede in Geova degli eserciti e il suo coraggio di fare l’opera del tempio furono ampiamente ricompensati. Sapendo in precedenza ciò che avrebbe compiuto per mezzo del proprio invincibile spirito, Geova continuò a dire in quella quinta visione a Zaccaria: “Ed egli per certo porterà fuori la pietra della testata. A essa si griderà: ‘Com’è attraente! Com’è attraente!’”. — Zaccaria 4:7.
L’“ATTRAENTE” PIETRA DELLA TESTATA
16. Quanto era essenziale quella pietra della testata, e che cosa avrebbe accertato il fatto che Zorobabele l’avrebbe portata fuori?
16 Quella “pietra della testata” era la pietra della sommità del tempio che si doveva riedificare a Gerusalemme. Quella pietra della testata era la pietra essenziale che avrebbe dato al tempio il tocco finale. Che il governatore Zorobabele la portasse fuori avrebbe accertato che egli avrebbe portato a compimento l’opera del tempio. Nulla l’avrebbe ora fermato come servitore di Geova. Lo spirito di Geova l’avrebbe reso certo!
17. Perché quel giorno in cui la pietra della testata sarebbe stata messa al suo posto sarebbe stato un giorno di esultanza, e perché gli spettatori avrebbero gridato: “Com’è attraente!”?
17 Un giorno di esultanza illimitata sarebbe stato quello in cui avrebbe messo al suo posto quella pietra della testata, segnalando che il tempio sarebbe stato portato con successo a compimento nella città dove Dio aveva posto il suo santo nome. La rapìta folla degli spettatori, vedendo portare a termine questa felice impresa, avrebbe gridato con ammirazione di quella pietra della testata posta nel suo luogo preminente: “Com’è attraente! Com’è attraente!” Essa era bella in se stessa, poiché era la stessa pietra che era stata posta dinanzi al sommo sacerdote Giosuè figlio di Iozadac e che era stata incisa con l’incisione fatta da Geova medesimo per mezzo del suo agente. (Zaccaria 3:9) Ma quella incisa pietra acquistava ulteriore bellezza mentre occupava ora il posto assegnatole nella struttura del tempio e dava alla struttura del tempio un aspetto soddisfacente. Non solo gli occhi affascinati degli adoratori del tempio erano rivolti a quella pietra della testata, ma i “sette occhi” di Geova erano specialmente su quella pietra con indivisa attenzione. Che fosse posta nel suo luogo era una rivendicazione della sua parola di profezia comunicata da Aggeo e da Zaccaria.
18. Secondo la documentata storia, quando venne quel giorno di esultanza?
18 Quel giorno di esultanza e rivendicazione venne il terzo giorno del mese lunare di Adar nell’anno 515 a.E.V., poiché questo è ciò che la documentata storia dice: “E gli anziani dei Giudei edificavano e facevano progresso sotto l’atto di profetizzare di Aggeo il profeta e di Zaccaria nipote di Iddo, ed edificarono e la finirono a motivo dell’ordine dell’Iddio d’Israele e a motivo dell’ordine di Ciro e di Dario e di Artaserse re di Persia. E completarono questa casa al terzo giorno del mese lunare di Adar, cioè nel sesto anno del regno di Dario il re”. — Esdra 6:14, 15.
19. Quale splendida prospettiva quella profetica occasione religiosa ci pone oggi dinanzi, e con quale mezzo questo sarà realizzato?
19 Quale splendida prospettiva quella storica ma profetica occasione pone oggi dinanzi a tutti gli amanti della vera, incontaminata adorazione del solo vivente e vero Dio! Essa addita il tempo in cui la vera adorazione del Sovrano Signore Geova sarà portata al suo stato di perfezione nel suo tempio spirituale. Questo avverrà quando Babilonia la Grande (l’impero mondiale della falsa religione, compresa la settaria cristianità) sarà stata distrutta e saranno stati distrutti tutti gli elementi politici, militari e sociali di questo mondo che si oppongono anche alla pura religione, e sulla terra purificata saranno stati lasciati solo il rimanente dei sottosacerdoti spirituali dell’Israele spirituale e i loro compagni di adorazione provenienti da ogni nazione e popolo e tribù. Questo evento finale avrà luogo, come Geova dice, “non mediante forza militare, né mediante potenza, ma mediante il mio spirito”.
20. Quale governatore ha una parte specialmente privilegiata in quel futuro adempimento della profezia?
20 L’antitipico governatore Zorobabele avrà una parte specialmente privilegiata nel portare a compimento la realizzazione moderna di questa divina profezia. Noi sappiamo chi egli sia, Gesù Cristo, che ora governa dal suo trono celeste sul fedele rimanente dei suoi sottosacerdoti spirituali e sui loro dedicati, battezzati compagni di adorazione.
21. Quali funzioni raffigurano Zorobabele e Giosuè le quali si uniscono in Gesù Cristo, e furono anche prefigurate in Melchisedec?
21 Zorobabele prefigurò il glorificato re Gesù Cristo sotto un aspetto diverso da quello del sommo sacerdote Giosuè figlio di Iozadac. Il sommo sacerdote Giosuè (che i Giudei di lingua greca chiamavano “Gesù”) raffigurò Gesù Cristo nelle sue funzioni sacerdotali. Zorobabele, essendo nominato governatore della provincia di Giuda, raffigurò il Signore Gesù Cristo nella sua funzione governativa in qualità di re. Queste due funzioni, quella di sommo sacerdote e quella di governatore, si uniscono nel glorificato Gesù Cristo, poiché egli è anche prefigurato da Melchisedec, riguardo al quale Genesi 14:18 dice: “Melchisedec re di Salem portò pane e vino, ed era sacerdote dell’Iddio Altissimo”. Ebrei 7:1 lo chiama “Melchisedec, re di Salem, sacerdote dell’Iddio Altissimo”. — Salmo 110:1-4.
22. (a) Zorobabele usò la sua autorità governativa per proteggere e promuovere quale opera, secondo il decreto di chi? (b) Chi fu prefigurato da Zorobabele che avrebbe fatto un opera simile, ed egli avrebbe appianato quale “gran monte”?
22 Zorobabele come governatore di Gerusalemme e di Giuda avrebbe promosso la riedificazione del tempio com’era stato decretato dal re Ciro. Egli avrebbe usato la sua autorità governativa per salvaguardare l’opera del tempio. A lui, evidentemente col titolo di Sesbazzar, furono affidati dal re Ciro i sacri “utensili della casa di Geova”, e questi sacri utensili Zorobabele da Babilonia li portò a Gerusalemme onde fossero usati nella riedificata casa di Geova. (Esdra da 1:7 a 2:2; 5:13-16) Giustamente, quindi, il governatore Zorobabele assunse la parte direttiva quando si gettarono le fondamenta del secondo tempio di Geova a Gerusalemme. (Esdra 3:8-10) In questo modo Zorobabele prefigurò come il dominante re Gesù Cristo avrebbe dato stimolo all’opera di restaurazione della pura adorazione di Geova nel suo tempio spirituale. Egli avrebbe protetto il rimanente degli unti sottosacerdoti spirituali che sono ora sulla terra che avrebbero fatto dal 1919 E.V. lo sforzo di restaurare la pura adorazione di Geova fra tutto il genere umano. Il “gran monte” di opposizione e difficoltà che si sarebbe opposto a questa loro opera egli l’avrebbe ridotto a “pianura”.
23. (a) Come può Gesù Cristo essere paragonato al governatore Zorobabele che promosse l’opera di edificazione del tempio? (b) Come egli adempie il quadro di portare fuori la pietra della testata e di porla al suo posto?
23 In paragone col governatore Zorobabele che portò fuori la pietra della testata e la mise nel suo posto nel tempio nel 515 a.E.V., il glorificato Gesù Cristo porterà l’opera di ristabilire l’adorazione di Geova nel Suo tempio spirituale a un trionfante completamento. Per mezzo dei suoi invisibili santi angeli radunerà tutto il necessario rimanente degli spirituali sottosacerdoti e li aiuterà a svolgere i loro compiti nell’antitipico Santo del tempio spirituale di Geova. Egli stesso adempirà il ruolo della “pietra della testata” in quella disposizione spirituale per l’adorazione di Geova. Nel tempo stabilito da Dio prenderà il suo proprio posto assegnato in quella spirituale struttura di adorazione e darà così il tocco finale al suo completamento. Egli è la Persona chiave, come una figurativa pietra della testata, per il perfezionamento di quella disposizione divina per l’adorazione, in cui egli rende servizio come Reale Sommo Sacerdote a favore di tutto il genere umano. Quando prende il suo posto e fa rapporto a Geova Dio di aver completato l’opera di restaurare l’adorazione in piene proporzioni per mezzo di tutti i necessari sottosacerdoti nel tempio spirituale, questo offrirà una vista “attraente”.
24. Quando gli adoratori di Geova grideranno alla più grande Pietra della testata: “Com’è attraente!”?
24 In quel sacro momento, quando sarà manifesto che l’opera inerente alla vera adorazione sarà stata perfezionata nonostante l’opposizione di Babilonia la Grande e dei suoi sostenitori politici, tutti i veri adoratori di Geova sulla terra saranno pieni d’irreprimibile apprezzamento per la parte che il più grande Governatore, Gesù Cristo, avrà compiuta con successo. A lui quale più grande Pietra della testata grideranno con giubilo: “Com’è attraente! Com’è attraente!”
“IL GIORNO DELLE PICCOLE COSE” NON DEV’ESSER DISPREZZATO
25. Quando ebbe inizio nel 1919 E.V. l’opera del dopoguerra di edificare l’organizzazione teocratica dell’adorazione di Geova, perché sembrò disprezzabile?
25 Quando quest’opera di edificare l’organizzazione teocratica per l’adorazione di Geova ebbe inizio nell’anno del dopoguerra del 1919 E.V., sembrò disprezzabile agli occhi della religiosa Babilonia la Grande e dei suoi amanti militari e politici. Sembrò loro impossibile che si potesse realizzare. Perché? Perché il sopravvissuto rimanente degli unti Israeliti spirituali era così piccolo ed era privo di reputazione internazionale. (Matteo 24:9) Per esempio, quando dal 1º all’8 settembre 1919 si tenne il congresso generale dell’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali nei luoghi di villeggiatura di Cedar Point, nell’Ohio, U.S.A., c’erano solo 6.000 circa che assisterono alle sessioni durante i giorni feriali; e altre migliaia, che non poterono assistere a questo congresso così presto dopo la prima guerra mondiale, erano sparse in tutta la terra, avendo assistito press’a poco 17.961 (secondo gli incompleti rapporti) alla precedente celebrazione della Cena del Signore il 13 aprile 1919. Che cos’erano queste migliaia di dedicati, battezzati adoratori di Geova in paragone con le centinaia di milioni di membri delle chiese della cristianità? Come nulla!
26. (a) Doveva il sopravvissuto rimanente esser disprezzato per la sua piccolezza? (b) Chi portò un messaggio correttivo, e da chi fu mandato?
26 Tuttavia, doveva questo sopravvissuto rimanente degli Israeliti spirituali esser disprezzato per la sua piccolezza? Perché non aveva nessuna “forza militare”? I fatti che son disponibili oggi, più di cinquant’anni dopo, danno una risuonante risposta, e provano che fu l’infallibile Dio a mandare il suo profeta Zaccaria con un messaggio per correggere tutte le errate idee dedotte dalle prime apparenze degli avvenimenti. Ascoltate, come Zaccaria continua a riferire: “E la parola di Geova continuò ad essermi rivolta, dicendo: ‘Le medesime mani di Zorobabele hanno gettato le fondamenta di questa casa, e le sue proprie mani la finiranno. E dovrete conoscere che Geova degli eserciti stesso mi ha mandato a voi. Poiché chi ha disprezzato il giorno delle piccole cose? E per certo si rallegreranno e vedranno il piombino in mano a Zorobabele. Questi sette sono gli occhi di Geova. Essi percorrono tutta la terra’”. — Zaccaria 4:8-10.
27. Quando fu fornita l’assoluta prova ch’era stato Geova a mandare Zaccaria al popolo?
27 Se c’era stato qualche dubbio nella mente di alcuni del rimpatriato rimanente dei Giudei nel paese di Giuda, positivamente seppero che non era stato altri che Geova a mandare Zaccaria al Suo popolo, il terzo giorno del dodicesimo mese lunare (Adar) del 515 a.E.V. Il racconto di Esdra 6:14, 15 ci dice: “E gli anziani dei Giudei edificavano e facevano progresso sotto l’atto di profetizzare di Aggeo il profeta e di Zaccaria nipote di Iddo, ed edificarono e la finirono a motivo dell’ordine dell’Iddio d’Israele e a motivo dell’ordine di Ciro e di Dario e di Artaserse re di Persia. E completarono questa casa al terzo giorno del mese lunare di Adar, cioè nel sesto anno del regno di Dario il re”. La profetica parola di Geova fu rivendicata!
28. (a) Perché agli occhi di Geova non sfuggì quando Zorobabele, col piombino in mano, pose al suo posto la pietra della testata nel tempio? (b) A quale avvenimento simile ma più grande i suoi occhi si rallegreranno ancora di più?
28 Il governatore Zorobabele poté avere un filo a piombo con un piombino in mano quando finì la casa di adorazione di Geova, ponendo nel suo posto quella essenziale pietra della testata. Gli occhi si rallegrarono a tale vista. Specialmente gli occhi di Geova. Nulla sfugge ai Suoi occhi. È come se Egli avesse un completo insieme di occhi, sette, occhi che scorrerebbero tutta la terra per osservare tutto quello che viene fatto, sia che lo facciano i Suoi nemici o che lo faccia il suo popolo dedicato. Ai suoi occhi non sfuggì la vista della posa della pietra della testata da parte di Zorobabele che aveva il piombino in mano. I suoi propri occhi si rallegrarono con quelli del suo fedele rimanente che aveva messo l’adorazione del vero Dio al primo posto nella sua vita. Quanto più si rallegreranno i suoi occhi che osservano ogni cosa quando vedranno il più grande Zorobabele finire l’opera inerente alla restaurata pura adorazione sulla terra nel Suo tempio spirituale!
“I DUE UNTI”
29. Quando Zaccaria chiese dapprima che cosa significava la visione del candelabro d’oro, che cosa gli fu detto, e come ci è ora consentito di vedere che tale risposta e appropriata?
29 A questo punto, ricordiamo noi ciò che l’angelo disse al profeta Zaccaria quando chiese che significava il candelabro d’oro con le sette lampade? Sì, disse: “‘Non mediante forza militare, né mediante potenza, ma mediante il mio spirito’, ha detto Geova degli eserciti”. (Zaccaria 4:6) Ora ci è consentito vedere quanto questa potente dichiarazione sia appropriata dagli ulteriori particolari che compaiono nella visione, con l’ulteriore spiegazione. Per appagarci in proposito ci viene detto:
30. Che cosa disse l’angelo a Zaccaria che raffiguravano i due ulivi accanto al candelabro?
30 “E io rispondevo e gli dicevo: ‘Che cosa significano questi due ulivi al lato destro del candelabro e al suo lato sinistro?’ Quindi risposi per la seconda volta e gli dissi: ‘Che cosa sono i due fasci di ramoscelli d’ulivi che, per mezzo dei due tubi dorati, versano da dentro a sé il liquido dorato?’ Dunque mi disse: ‘Non sai realmente che significano queste cose?’ A mia volta dissi: ‘No, mio signore’. Pertanto disse: ‘Questi sono i due unti che stanno accanto al Signore dell’intera terra’”. — Zaccaria 4:11-14.
31. Come la provvista d’olio giungeva alle lampade, perché la provvista era continua, e che cosa raffigurava l’olio?
31 Zaccaria ritenne bene fare dopo la sua prima una seconda domanda, per non mancar di informarsi su una caratteristica che non aveva menzionata nella sua prima domanda. Quei due ulivi, ricordiamo, erano a destra e a sinistra della coppa d’oro da cui si dipartivano i sette tubi che andavano alle sette lampade del candelabro per alimentarle d’olio dalla provvista centrale. Da dove la coppa d’oro in cima al candelabro otteneva la propria provvista di liquido illuminante? Dal fascio di ramoscelli dell’ulivo a destra e dal fascio di ramoscelli dell’ulivo a sinistra, e questo per mezzo di un tubo dorato che si dipartiva da ciascun fascio di ramoscelli. Il liquido che così ne sgorgava sembrava dorato, e non si poteva estinguere come non si potevano estinguere quei due ulivi. La provvista era continua, proprio come ne era vivente e continua la sorgente. Quel liquido illuminante raffigurava non una forza militare, né potenza umana, ma, come Geova disse, “il mio spirito”. L’olio era così usato per raffigurare lo spirito di Dio. — Zaccaria 4:6.
32. (a) Che cos’è la sorgente del simbolico “olio d’oliva”? (b) Che cosa è simboleggiato dal candelabro che riceve tale olio?
32 Proprio come l’ulivo era stato creato da Geova Dio ed Egli ne è la Sorgente dell’olio, in maniera simile egli è la Sorgente dello spirito o invisibile forza attiva, che accende la fiamma della vera adorazione verso di Lui. I due ulivi raffigurano conformemente i due agenti per mezzo dei quali egli comunica il suo spirito al simbolico candelabro, cioè alla sua “nazione santa”, l’unto rimanente degli Israeliti spirituali. Chi sono, dunque, i due agenti simboleggiati dai due ulivi?
33. Come Rivelazione 11:3, 4 usa gli ulivi per simboleggiare le viventi creature di Dio, e chi simboleggiano dunque i due ulivi della visione di Zaccaria?
33 Non si va contro le Scritture dicendo che i due ulivi raffigurano intelligenti creature di Dio. In relazione con la visione del tempio come fu riferita dal cristiano apostolo Giovanni nell’ultimo libro della Bibbia, leggiamo: “E farò profetizzare i miei due testimoni . . . vestiti di sacco. Questi sono simboleggiati dai due ulivi e dai due candelabri e stanno davanti al Signore della terra”. (Rivelazione 11:3, 4) Si spiega che i due ulivi della visione di Zaccaria sono i “due unti [letteralmente, due figli d’olio] che stanno accanto al Signore dell’intera terra”. Questi, dunque, chi raffigurano? Non gli ispirati profeti, Aggeo e Zaccaria, ma due individui ai quali Zaccaria ebbe il comando di trasmettere la parola di Geova degli eserciti, cioè il sommo sacerdote Giosuè figlio di Iozadac e il governatore Zorobabele.
34. (a) Come il sommo sacerdote e il governatore impartiscono il simbolico olio al simbolico candelabro? (b) Come gli stessi Zorobabele e Giosuè mantengono costante la loro provvista dello spirito di Dio?
34 Per mezzo degli ispirati profeti Aggeo e Zaccaria, lo spirito di Geova fu impartito a Giosuè e a Zorobabele. Questi, a loro volta, dovevano prendere la direttiva nell’edificazione del secondo tempio di Geova e impartire in tal senso lo spirito di Geova al rimanente israelita. Questi due “unti” dovevano infondere di continuo lo spirito di Geova all’intera nazione restaurata, attenendosi all’opera sino alla fine e incoraggiando i lavoratori del tempio sia con le parole di esortazione che con l’esempio personale. Avrebbero potuto far questo se si fossero tenuti costantemente accanto a Geova, “al Signore dell’intera terra”. Dovevano stare al Suo lato rispetto alla contesa della sola vera adorazione, e dovevano di continuo renderGli servizio a favore di tale esclusiva adorazione verso di Lui. In questo modo la sacra opera sarebbe stata compiuta dallo spirito di Geova. Essendo il “Signore dell’intera terra”, egli adempie verso di essa la propria volontà.
35. Nell’adempimento moderno della visione, chi simboleggiano i due ulivi?
35 Nell’adempimento di questa visione nell’attuale “tempo della fine”, i “due ulivi”, i “due unti”, chi raffigurano? Poiché, nel primo adempimento della visione nel giorno dello stesso Zaccaria, raffigurarono il sommo sacerdote Giosuè e il governatore Zorobabele, essi devono semplicemente raffigurare l’unico personaggio, cioè l’Unto di Geova, il Messia o Cristo, Gesù che fu unto con lo spirito santo di Dio. — Isaia 61:1-3; Luca 4:1.
36. (a) In che modo Gesù Cristo ha agito come Giosuè il sommo sacerdote e come il governatore Zorobabele relativamente allo spirito di Dio? (b) In che modo egli, come i due ulivi, ha mantenuto continua la provvista dello spirito, e a quale candelabro simbolico l’ha provveduta?
36 Sì, in realtà, Gesù il Messia fu prefigurato da entrambi il sommo sacerdote Giosuè e il governatore Zorobabele. Prima di lasciare i suoi leali apostoli sulla terra egli promise di mandar loro lo spirito, che proviene dal Padre celeste. (Giovanni 14:16, 17; 15:26; 16:13, 14) Quindi, nel festivo giorno di Pentecoste del 33 E.V., egli servì come i due ulivi della visione di Zaccaria. Quel giorno Geova Dio cominciò a impiegarlo per incanalare e versare lo spirito santo sulla “nazione santa” dell’Israele spirituale. (Atti 1:5; 2:1-35; Matteo 3:11; Marco 1:7, 8; Luca 3:16) Come i “due unti” o “due figli d’olio” nella quinta visione di Zaccaria, Cristo Gesù sta “accanto al Signore dell’intera terra” in qualità di Sommo Sacerdote e Governatore e gli rende con costanza servizio, poiché egli è alla destra dell’Iddio dei cieli. (Atti 2:34-36; 7:56) In questa posizione può essere il canale di una continua provvista dello spirito del Signore Dio per il simbolico “candelabro” sulla terra, il fedele rimanente dell’Israele spirituale.
37. (a) Dotato di energia da che cosa e sotto la direttiva di chi, il rimanente continua l’opera del tempio? (b) A chi andranno, perciò, l’ossequio, la lode e il credito per il successo dell’opera del tempio?
37 Non mediante forza militare, ma mediante l’inesauribile spirito di Dio Onnipotente, l’unto rimanente continua a operare sotto il suo celeste Governatore e Sommo Sacerdote, Gesù Cristo. Stimolati e dotati di energia dallo spirito santo essi continueranno a compiere l’opera del tempio finché non sia del tutto completata. Conformemente, l’ossequio, la lode e il credito per il finale, felice successo andranno non al rimanente dei sottosacerdoti spirituali, ma a Geova Dio la Sorgente dello spirito e per mezzo di Gesù Cristo quale Suo amorevole canale.