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EliaAusiliario per capire la Bibbia
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Elia li schernisce senza pietà, accrescendo il loro furore. — I Re 18:18-29.
Poi è la volta di Elia. Con dodici pietre ripara un altare che era stato abbattuto, molto probabilmente per ordine di Izebel. Quindi per tre volte fa inzuppare con acqua l’offerta e l’altare; perfino il fosso intorno all’altare, che circoscrive un’area di circa 32 m per 32, è riempito d’acqua. (I Re 18:30-35) Verso l’ora in cui ogni giorno si faceva la serale offerta di grano Elia prega una volta Geova, il quale manda fuoco dai cieli a consumare non solo l’offerta, ma anche la legna, le pietre dell’altare e l’acqua del fosso. (I Re 18:36-38) Il popolo, vedendo ciò, si prostra e dice: “Geova è il vero Dio! Geova è il vero Dio!” Allora Elia fa uccidere nella valle del torrente Chison tutti i 450 profeti di Baal. Esaudendo la preghiera di Elia, Geova pone fine alla siccità con un acquazzone. Con l’aiuto di Geova Elia corre quindi davanti al carro da guerra di Acab fino a Izreel. — I Re 18:39-46.
FUGA DA IZEBEL
Informata della morte dei profeti di Baal, la regina Izebel giura di far mettere a morte Elia. Spaventato, Elia fugge verso SO per 137 km fino a Beer-Seba, a O della parte inferiore del Mar Morto. Lasciando lì il suo servitore, prosegue addentrandosi nel deserto e prega di morire. Ivi gli appare l’angelo di Geova, che lo prepara per il lungo viaggio “fino al monte del vero Dio”: Horeb. Quello che gli dà da mangiare lo sostiene durante i quaranta giorni del viaggio, ed egli percorre oltre 320 km. A Horeb Geova gli parla dopo un’imponente manifestazione di potenza in un vento, un terremoto e un fuoco. A differenza di Baal il falso dio del cielo, dell’uragano, del buono e del cattivo tempo e della vegetazione, tutte forze naturali personificate e idolatrate, Geova non è in tali manifestazioni che sono semplici espressioni della sua forza attiva, non Geova stesso. Geova spiega a Elia che ha ancora un’opera da fare come profeta. Corregge l’idea di Elia di essere l’unico adoratore di Geova in Israele rivelandogli che settemila non si sono inchinati a Baal. Manda indietro Elia onde assolva il suo incarico, indicando per nome tre personaggi che devono essere unti o incaricati di compiere un’opera per Geova: Azael come re di Siria, Ieu come re d’Israele, e il suo stesso successore Eliseo. — I Re 19:1-18.
NOMINA DI ELISEO SUO SUCCESSORE
Elia si mette in viaggio verso il paese di Eliseo, Abel-Meola. Trovato Eliseo che ara un campo, Elia getta su di lui la sua veste ufficiale, in segno della sua nomina o unzione. Da quel momento Eliseo segue Elia e lo serve. Senza dubbio è con Elia quando si presenta un’altra occasione di profetizzare contro Acab. L’avido re adoratore di Baal si è impadronito illegalmente di una vigna, possedimento ereditario dell’izreelita Nabot, permettendo alla moglie Izebel di ricorrere a false accuse, falsi testimoni e giudici iniqui per far uccidere Nabot. Elia incontra Acab nella vigna e gli dice che il suo sangue sarà leccato dai cani nello stesso luogo dove hanno leccato il sangue di Nabot. Annuncia un destino simile anche per Izebel. — I Re 19:19; 21:1-26.
Circa tre anni dopo Acab muore in battaglia. Il suo carro da guerra viene lavato presso la piscina di Samaria e i cani ne leccano il sangue. L’esecuzione di Izebel avviene però in seguito, forse quattordici anni dopo. Ad Acab era succeduto il figlio Acazia. Questo re segue le orme del suo malvagio padre, infatti quando rimane ferito si rivolge al falso dio Baal-Zebub, dio di Ecron, interrogandolo circa l’esito della sua malattia. Elia gli riferisce la parola di Geova secondo la quale positivamente morrà. Quando Acazia manda una dopo l’altra tre compagnie, ciascuna composta di un comandante con cinquanta uomini, per prendere Elia, Elia fa scendere fuoco dai cieli per annientare le prime due compagnie ma, supplicato dal terzo comandante, torna indietro con lui per pronunciare di persona il giudizio contro Acazia. — I Re 22:1, 37, 38; II Re 1:1-17.
GLI SUCCEDE ELISEO
In armonia con la nomina di Eliseo effettuata anni prima da Elia, arriva il momento in cui Elia deve trasferire il mantello di tale incarico profetico a Eliseo, che è stato ben addestrato. Ciò avviene durante il regno del successore di Acazia, suo fratello Ieoram re d’Israele. Elia va a Betel, di là a Gerico, poi scende al Giordano mentre Eliseo lo segue sempre da vicino. Là Eliseo è ricompensato per la sua fedeltà vedendo un carro da guerra di fuoco e cavalli di fuoco ed Elia ascendere verso i cieli in un turbine. Eliseo raccoglie la veste ufficiale di Elia che gli era caduta, e riceve “due parti” (quelle spettanti a un figlio primogenito) dello spirito di Elia, spirito di coraggio e di ‘assoluta gelosia per Geova l’Iddio degli eserciti’. — II Re 2:1-13; I Re 19:10, 14; confronta Deuteronomio 21:17.
Elia non muore in quel tempo, né va nell’invisibile reame spirituale, ma è trasferito ricevendo un altro incarico profetico. (Giov. 3:13) Questo è dimostrato dal fatto che Eliseo non osserva un periodo di lutto per il suo padrone. Alcuni anni dopo la sua ascensione nel turbine Elia è ancora vivo e attivo come profeta, questa volta per il re di Giuda. A motivo della cattiva condotta seguita da Ieoram re di Giuda, Elia gli scrive una lettera che esprime la condanna di Geova, adempiuta di lì a poco. — II Cron. 21:12-15.
MIRACOLI
Otto miracoli sono attribuiti a Elia nella Bibbia: (1) chiusura del cielo da ogni precipitazione, (2) continuo rinnovarsi della provvista di farina e olio della vedova di Zarefat, (3) risurrezione del figlio della vedova, (4) fuoco sceso dal cielo in risposta alla sua preghiera, (5) pioggia che pone fine alla siccità in risposta alla sua preghiera, (6) fuoco dal cielo invocato sul comandante e i cinquanta uomini mandati dal re Acazia, (7) fuoco dal cielo invocato sul secondo comandante coi suoi cinquanta uomini e (8) acque del Giordano divise colpendole con la sua veste ufficiale. Anche la sua ascensione ai cieli fu miracolosa, ma questo fu un diretto atto di Dio.
L’apostolo Paolo si riferisce senza dubbio a Elia quando parla di “Samuele e degli altri profeti, che mediante la fede . . . effettuarono giustizia . . . donne ricevettero i loro morti mediante risurrezione”. Egli fa dunque parte del “gran nuvolo” di fedeli testimoni dell’antichità. (Ebr. 11:32-35; 12:1) Il discepolo Giacomo porta come esempio Elia per dimostrare l’efficacia delle preghiere di “un uomo con sentimenti simili ai nostri”, che serve fedelmente Dio. — Giac. 5:16-18.
OPERA PROFETICA DI COSE AVVENIRE
Circa 450 anni dopo l’epoca di Elia, Malachia predisse che Elia il profeta sarebbe apparso “prima che venga il grande e tremendo giorno di Geova”. (Mal. 4:5, 6) Ai giorni di Gesù gli ebrei erano in attesa della venuta di Elia in adempimento di questa profezia. (Matt. 17:10) Alcuni pensavano che Gesù fosse Elia. (Matt. 16:14) Giovanni il Battezzatore, che portava una veste di pelo e una cintura di cuoio ai fianchi come Elia, negò di essere Elia in persona. (II Re 1:8; Matt. 3:4; Giov. 1:21) L’angelo non aveva detto al padre di Giovanni, Zaccaria, che Giovanni sarebbe stato Elia, ma che avrebbe avuto “lo spirito e la potenza di Elia . . . per preparare a Geova un popolo ben disposto”. (Luca 1:17) Gesù fece notare che Giovanni aveva compiuto quell’opera, ma non era stato riconosciuto dagli ebrei. (Matt. 17:11-13) Dopo la morte di Giovanni, alla trasfigurazione di Gesù, Elia apparve in visione insieme a Mosè, indicando che doveva ancora avvenire qualcosa rappresentato dall’opera compiuta da Elia. — Mar. 9:1-8.
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EliabAusiliario per capire la Bibbia
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Eliab
(Elìab) [Dio è un padre].
Figlio primogenito di Iesse, padre di Davide. (I Sam. 17:13; I Cron. 2:13) L’aspetto di Eliab e la sua alta statura colpirono Samuele al punto da fargli concludere che questi fosse stato scelto da Dio per il regno. Geova però aveva rigettato Eliab e scelto Davide. — I Sam. 16:6-12.
Eliab, Abinadab e Samma, i tre figli maggiori di Iesse, erano nell’esercito di Saul quando il campione filisteo Golia rivolse la sua sfida agli uomini d’Israele. Poco prima che Golia si facesse avanti di nuovo dalla linea di battaglia dei filistei per schernire Israele, Davide, mandato dal padre, arrivò sul posto con le provviste di viveri per i suoi tre fratelli. Molto adirato che Davide si fosse informato dai guerrieri israeliti della ricompensa offerta a chi avesse abbattuto Golia, Eliab inveì contro Davide, insinuando che aveva trascurato i suoi doveri di pastore e accusandolo di essere presuntuoso e cattivo di cuore. (Questo episodio relativo all’ambasciata di Davide e all’ira di Eliab è omesso dal Manoscritto Vaticano n. 1209). — I Sam. 17:13, 17, 26-28.
Molto tempo dopo Ierimot, figlio di Davide, pare abbia sposato Abiail figlia di Eliab. — II Cron. 11:18.
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EliachimAusiliario per capire la Bibbia
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Eliachim
(Eliachìm) [Dio innalza].
1. Figlio di Ilchia; principale amministratore della casa di Ezechia re di Giuda quando nel 732 a.E.V. Sennacherib re d’Assiria invase Giuda.
Mentre Sebna era ancora preposto alla casa, il profeta Isaia aveva predetto che sarebbe stato privato di tale posizione e sostituito da Eliachim, che Geova chiama “mio servitore”. Il trasferimento dei poteri doveva avvenire rivestendo Eliachim con la lunga veste e la fascia ufficiale di Sebna. Inoltre “la chiave della casa di Davide” si doveva mettere sulla spalla di Eliachim, evidentemente affidandogli la sorveglianza delle camere del re e l’autorità di decidere chi poteva essere assunto al servizio del re. — Isa. 22:15-24.
In tale veste ufficiale, Eliachim, Sebna il segretario e Ioa, evidentemente il cancelliere, uscirono per parlare con Rabsache, venuto a Gerusalemme con grandi forze militari per chiedere la resa della città. Poi, con le vesti strappate, i tre riferirono le parole del portavoce di Sennacherib al re Ezechia, che a sua volta mandò Eliachim, Sebna e i sacerdoti anziani da Isaia per interrogare Geova. — Isa. 36:11, 22; 37:1, 2; II Re 18:17, 18, 26, 36, 37; 19:1, 2.
2. Re di Giuda (628-618 a.E.V.) che il faraone Neco mise sul trono col nome di Ioiachim. Eliachim era figlio del re Giosia. — II Re 23:34; vedi IOIACHIM.
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EliasibAusiliario per capire la Bibbia
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Eliasib
(Eliasìb) [Dio ristabilisce].
Nipote di Iesua, tornato con Zorobabele dalla cattività in Babilonia. Eliasib era sommo sacerdote ai giorni di Neemia e insieme agli altri sacerdoti prese parte alla ricostruzione della Porta delle Pecore nelle mura di Gerusalemme. (Nee. 12:1, 10; 3:1) Durante l’assenza di Neemia, Eliasib profanò il tempio facendo una sala da pranzo per il suo parente ammonita Tobia nel cortile del tempio. Ma Neemia, al suo ritorno, buttò fuori i mobili di Tobia e fece purificare le sale da pranzo. Neemia scacciò inoltre uno dei figli di Ioiada figlio di Eliasib, perché aveva sposato una figlia dell’oronita Sanballat. — Nee. 13:4, 5, 7-9, 28.
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EliezerAusiliario per capire la Bibbia
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Eliezer
(Elièzer) [Dio è aiuto].
1. Uomo di Damasco e legittimo erede di Abraamo quando non aveva figli. Abraamo lo chiama “un figlio della mia casa”. (Gen. 15:2, 3) Scoperte archeologiche, come le tavolette di Nuzi, fanno luce sulla ragione per cui Abraamo considerava Eliezer suo erede. Spesso le coppie senza figli adottavano un figlio che avesse cura di loro nella vecchiaia e provvedesse alla loro sepoltura alla morte, ereditandone la proprietà. Era comunque pattuito che, nel caso che nascesse un figlio dopo l’adozione, il figlio vero sarebbe diventato il principale erede.
Probabilmente Eliezer, il servitore più vecchio che dirigeva la casa di Abraamo, venne mandato da Abraamo a casa di Nahor nell’alta Mesopotamia per cercar moglie per Isacco. Come il suo padrone Abraamo, Eliezer si rivolse a Geova per avere una guida e riconobbe la Sua direttiva. — Gen. 24:2, 4, 12-14, 56.
2. Il minore dei due figli di Mosè, così chiamato dal padre perché Dio era stato il suo aiuto nel liberarlo dalla spada del faraone. (Eso. 18:4) Eliezer ebbe un unico figlio, Reabia, da cui ebbe molti discendenti. Ai giorni di Davide uno di questi, Selemot, insieme ai suoi fratelli, fu preposto a tutte le cose rese sante. — I Cron. 23:17; 26:25, 26, 28.
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ElifazAusiliario per capire la Bibbia
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Elifaz
(Elifàz) [forse, Dio è oro fino].
Uno dei tre compagni di Giobbe. (Giob. 2:11) Temanita, probabilmente discendente di Elifaz figlio di Esaù e perciò di Abraamo, e lontano parente di Giobbe. (Gen. 36:4) Sia lui che la sua posterità vantavano la propria sapienza. (Ger. 49:7) Fra i tre “confortatori” Elifaz si rivela il più importante e influente, e quindi forse anche il più anziano. Parla per primo nelle tre serie di discorsi, e i suoi interventi sono i più lunghi.
Nel primo discorso il ragionamento di Elifaz è il seguente: “Chi è l’innocente che sia mai perito? E dove furono mai spazzati via i retti?” Perciò arriva alla conclusione che Giobbe deve aver fatto qualcosa di male per ricevere la punizione di Dio. (Giob. capp. 4, 5) Nella seconda ramanzina Elifaz mette in ridicolo la saggezza di Giobbe: “Risponderà la stessa persona saggia con conoscenza di vento, o riempirà il suo ventre di vento orientale? . . . Che cosa conosci in effetti tu che noi non conosciamo?” Elifaz insinua che Giobbe “cerca di mostrarsi superiore all’Onnipotente”. Per denigrare le virtù di Giobbe, l’edomita conclude il secondo discorso descrivendo il giusto Giobbe come un apostata, che vive in tende di corruzione, un uomo
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