‘La restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò’
“[I] tempi della restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità”. — Atti 3:21.
1. Chi fu a parlare delle cose di cui deve avvenire la restaurazione, e perché possiamo essere lieti di tale racconto?
COME possiamo essere lieti che fosse promessa la restaurazione non delle cose di cui parlarono uomini politici e filosofi, ma delle “cose di cui Dio parlò”! Tali cose dovrebbero perciò essere buone per tutto il genere umano. Dovrebbero essere certamente restaurate. Noi dovremmo volere che tali cose siano restaurate poiché il nostro Creatore, meglio di chiunque altro, sa quali cose abbiamo bisogno che siano restaurate. Ma vogliamo noi tali cose?
2. Come desideriamo rispondere a tale domanda, e quali domande si affollano dunque nella nostra mente?
2 Non vogliamo rispondere a questa domanda ciecamente, senza sapere. Siamo dotati del diritto di libero arbitrio. Desideriamo sapere prima quali cose sono coinvolte, per poter fare una scelta intelligente e illuminata. Quali sono tutte queste cose? Come possiamo sapere che Dio parlò di tutte queste cose? Chi lo udì parlare? Quando ne parlò? E come? Domande come queste si affollano nella nostra mente. Meritano una risposta basata su una sicura fonte autorevole. Ciò è possibile.
3. Chi fu a suscitare questo soggetto delle restaurazione di tutte le cose, e quando, dove e perché?
3 Un uomo che fu una figura preminente nel primo secolo della nostra Èra Volgare suscitò questo soggetto, trovandosi in una città il cui nome è oggi menzionato molto nelle notizie mondiali. Molti luoghi della terra hanno preso il nome di tale uomo. Quell’uomo si chiamava Pietro, figlio di Giovanni, di una città del controverso Medio Oriente. Il luogo dove parlò fu il tempio della città di Gerusalemme. Oggi quel tempio, costruito dal famoso re Erode il Grande, non sorge in quella località. Fu distrutto nell’anno 70 del primo secolo, quando gli eserciti romani distrussero tutta la città di Gerusalemme. In quella località c’è ora un luogo di adorazione di un diverso credo religioso. Ma allora, quando parlò Pietro, figlio di Giovanni, mancavano ancora trentasette anni a quel sensazionale avvenimento dell’anno 70 E.V. Una grande folla di adoratori si erano radunati intorno a Pietro. Ciò che era accaduto per mezzo di Pietro aveva suscitato domande nella loro mente. In quell’occasione Pietro pronunciò la significativa frase: “[I] tempi della restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità”. — Atti 3:21.
4, 5. (a) Perché quegli uomini non furono falsi profeti, e com’è stato preservato ciò che essi dichiararono? (b) Perché abbiamo difficilmente qualche scusa per non conoscere oggi ciò di cui parlarono quegli uomini?
4 Ah, ecco le risposte alle nostre domande. Dio parlò nell’“antichità”, ancor prima del tempo di Pietro. Per mezzo dei “suoi santi profeti” egli parlò di queste cose importanti. Essi non furono falsi profeti, ma “santi profeti” di Dio. Egli parlò loro, ed essi, a loro volta, usarono la loro bocca per dire ad altri le cose dichiarate da Dio. Le voci di quei santi profeti si spensero più di ventitré secoli fa. Le loro voci non furono preservate su dischi fonografici né su nastri registrati. I messaggi che Dio mandò per bocca di quei santi profeti furono messi per iscritto. Tale scritto, per completare il quale ci vollero oltre mille anni, è stato gelosamente custodito nei primi trentanove libri della Sacra Bibbia. Pietro figlio di Giovanni lesse quei libri. Per tale motivo sapeva di che cosa parlava.
5 Anche noi possiamo conoscere le cose di cui Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti leggendo quei libri che sono assolutamente gli stessi. Difficilmente abbiamo qualche scusa per non conoscerle, poiché la Sacra Bibbia è il libro più estesamente distribuito nel maggior numero di lingue della terra. Questo Libro imperituro è la fidata fonte autorevole con cui sosteniamo ciò che diciamo.
6. (a) Perché Pietro accettò quegli scritti in quella maniera? (b) Dove troviamo ciò che Pietro scrisse e ciò che disse nel tempio?
6 Anni dopo Pietro scrisse una lettera riguardo a queste Sacre Scritture, rivolgendola ai lettori della Bibbia. In essa scrisse: “Sapete prima di tutto questo, che nessuna profezia della Scrittura sorge da privata interpretazione. Poiché la profezia non fu mai recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo”. (2 Piet. 1:20, 21) Sapendo ciò, Pietro accettò quanto era stato profetizzato da quegli uomini sospinti dallo spirito non come parola dell’uomo, ma come parola di Dio. Noi, benché siamo di questo ventesimo secolo, dovremmo accettare quegli scritti ispirati nello stesso modo in cui li accettò Pietro, poiché quegli scritti sono oggi immutati. Ciò che Pietro scrisse lì e ciò che dichiarò nel tempio di Gerusalemme è preservato per noi negli ultimi ventisette libri della Sacra Bibbia.
7. Su che cosa la folla radunata intorno a Pietro e Giovanni voleva una spiegazione?
7 Ma perché quella folla di adoratori si radunarono intorno a Pietro e al suo compagno, Giovanni figlio di Zebedeo? Per l’eccitazione causata dalla curiosità! Un mendicante zoppo nel tempio si era rivolto a Pietro per avere un dono in denaro come elemosina. Pietro gli aveva dato qualche cosa di meglio. Egli disse: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, cammina!” Il mendicante, zoppo dalla nascita, fu aiutato da Pietro ad alzarsi in piedi e camminare. Non era sufficiente questo per far radunare qualsiasi folla? Sì. La folla voleva dunque una spiegazione da Pietro.
8. Che cos’era accaduto a colui che Pietro aveva nominato, così che l’uso di quel nome da parte di Pietro ebbe effetto per lo zoppo?
8 Ricordiamo ora che al principio della primavera di quell’anno 33 E.V. si era verificato in pubblico, alla piena luce del giorno, un assassinio, proprio fuori delle mura di Gerusalemme. Era stato l’assassinio di colui che Pietro aveva nominato, “Gesù Cristo il Nazareno”. Ciò significava Gesù il Messia della città di Nazaret. Furono impiegati dei soldati romani per inchiodarlo a un palo onde vi morisse come un delinquente, ma i suoi amici ebbero il permesso di seppellirlo lì vicino. Ma il terzo giorno dalla sua sepoltura la tomba suggellata fu aperta da un angelo e fu trovata vuota. Per dare la prova che Gesù Cristo non era un colpevole delinquente, l’Onnipotente Dio l’aveva destato dai morti alla vita non di nuovo nella carne, ma nello spirito. Successivamente Pietro e Giovanni avevano visto apparire varie volte il risuscitato Gesù Cristo che in certe occasioni si era materializzato nella carne dinanzi a molti fidati testimoni oculari durante quaranta giorni. Il quarantesimo giorno Pietro e Giovanni e i loro compagni videro questo Gesù Cristo ascendere verso il cielo e sparire. Ora l’uso del nome di Gesù Cristo il Nazareno da parte di Pietro ebbe effetto per lo zoppo.
9. Con quali parole Pietro negò di avere qualsiasi merito per il miracolo, parlando anche dall’adempimento della profezia?
9 Pietro negò di avere qualsiasi merito per questo meraviglioso miracolo. Alla folla che lo interrogava, Pietro disse: “L’Iddio d’Abraamo e d’Isacco e di Giacobbe, l’Iddio dei nostri antenati, ha glorificato il suo servitore, Gesù, che voi, da parte vostra, consegnaste e rinnegaste dinanzi alla faccia [del governatore] Pilato, quando egli aveva deciso di liberarlo. Sì, voi rinnegaste quel santo e giusto, e chiedeste che vi fosse rilasciato un uomo, un assassino, mentre uccideste il principale Agente della vita. Ma Dio l’ha destato dai morti, del qual fatto noi siamo testimoni. Quindi il suo nome, mediante la nostra fede nel suo nome, ha reso forte quest’uomo che vedete e conoscete, e la fede che è per mezzo di lui gli ha dato questa completa sanità alla vista di voi tutti. E ora, fratelli, io so che avete agito per ignoranza, come anche i vostri governanti. Ma in questo modo Dio ha adempiuto le cose che aveva annunciate in anticipo per bocca di tutti i profeti, che il suo Cristo avrebbe sofferto”. — Atti 3:1-18.
10. Perché l’assassinio di Gesù, sebbene commesso per ignoranza, non era scusabile e senza conseguenze per quella folla di Giudei?
10 Anche se era stato fatto per ignoranza per quanto riguardava la folla, era stato commesso un delitto. Ciò che era peggio, era stato commesso sul medesimo Messia o Cristo di Dio. Il fatto che Dio aveva predetto mediante i suoi profeti che il suo Messia o Cristo avrebbe sofferto non scusava la folla. Secondo la Legge di Dio data ai Giudei per mezzo del profeta Mosè, anche l’omicidio commesso involontariamente o senza intenzione doveva essere compensato, affinché il paese non fosse contaminato con sangue innocente. (Num. 35:9-34) Quelli che ascoltavano Pietro lo sapevano. Sapevano che su di loro gravava la responsabilità della comunità per l’assassinio di Gesù Cristo, il fedele Servitore di Dio. Che cosa dovevano fare per sottrarsi alle conseguenze di questo delitto? Come potevano i loro peccati a questo riguardo essere cancellati? Forse questo Pietro operatore di miracoli lo sapeva. In effetti lo sapeva. Per cui disse a questa folla:
11. Come potevano quei Giudei ottenere che i loro peccati fossero cancellati, e che cosa doveva avvenire dopo ciò a tempo debito?
11 “Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati, onde vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro e onde egli mandi il Cristo che vi ha costituito, Gesù, che il cielo deve in realtà ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità”. — Atti 3:19-21.
COME I PECCATI POSSONO ESSERE CANCELLATI
12. Quale modello per far cancellare i peccati questo stabilisce per noi che viviamo oggi, e perché?
12 Quelle parole di Pietro stabiliscono il modello per noi di oggi. Tutti abbiamo dei peccati che devono essere cancellati secondo l’amorevole disposizione di Dio, poiché siamo nati tutti peccatori, avendo ereditato il peccato dai nostri primogenitori umani, Adamo ed Eva. (Gen. 3:1-24; Rom. 5:12, 18, 19) Dobbiamo ricordare che “il salario che il peccato paga è la morte”. (Rom. 6:23) Se siamo ansiosi di ottenere la vita eterna, nel favore di Dio, è dunque necessario che ci pentiamo, cioè che proviamo dispiacere e rammarico per la nostra peccaminosità e imperfezione e per i nostri peccati contro la legge di Dio. Se realmente siamo dispiaciuti e odiamo noi stessi perché abbiamo peccato contro Dio, cercheremo di uscire da tale stato peccaminoso e smettere di peccare. Ma come?
13. Oltre al pentimento che cosa era necessario per quei Giudei, e quale condotta richiedeva che seguissero tali Giudei?
13 Pietro disse che si doveva agire in armonia col proprio pentimento. Egli aggiunse: “E convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati”. Il semplice pentimento non ci farà cancellare i peccati. Dobbiamo ‘convertirci’ e andare nella direzione opposta alla condotta del peccato, facendo lo sforzo per smettere di peccare. Per i Giudei di quel tempo, significava smettere di resistere a Gesù Cristo, e, invece, cominciare a camminare nelle sue orme quale “Cristo [o Messia] che vi ha costituito, Gesù”. (Atti 3:19, 20) Quei Giudei erano già dedicati a Geova quale Dio essendo nati nel patto che Geova aveva fatto con i loro antenati per mezzo di Mosè. Ora essi dovevano dunque accettare colui che Geova aveva costituito come loro Messia o Cristo e presentarsi a Geova come credenti nel Suo Messia e come suoi seguaci. Alcuni giorni prima Pietro aveva detto a circa tremila pentiti Giudei che dovevano simboleggiare il loro pentimento e la loro conversione essendo battezzati in acqua nel nome di Gesù che era ora il loro accettato Messia, il Figlio di Dio. — Atti 2:37-42.
14, 15. (a) Quale eccellente risultato ottiene colui che è perdonato essendo cancellati i suoi peccati? (b) Che cosa dice Giovanni circa il fatto che i peccati siano cancellati dall’acqua del battesimo?
14 Quale disse Pietro che sarebbe stato l’eccellente risultato del convertirsi così dalla via contraria al proposito e alla nomina di Dio e del seguire la via della sua approvazione e volontà? Questo: “Onde vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro”.
15 Certo sarebbe stato per loro di grande ristoro che i loro peccati fossero cancellati e non avessero più la condanna del peccato né la coscienza colpevole dinanzi a lui, specialmente dopo essere stati in opposizione al Messia o Cristo di Geova. I loro peccati sarebbero stati cancellati non dall’acqua in cui erano battezzati, ma dal sangue versato di Gesù Cristo come perfetto sacrificio umano per i peccati di tutto il genere umano. Come scrisse in seguito il compagno di Pietro, Giovanni figlio di Zebedeo, riguardo al nostro camminare con Dio, dicendo: “Se camminiamo nella luce come egli è nella luce, abbiamo partecipazione gli uni con gli altri e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato”. (1 Giov. 1:7) Pertanto Dio non ci considera più peccatori, e la pacifica relazione con Dio derivante da questa misericordia da parte di Dio ci reca davvero straordinario ristoro.
16. Che cosa volle dire Pietro affermando che tali “stagioni di ristoro” vengono “dalla persona di Geova”, e a tale riguardo che cosa mostra la storia in merito ai Giudei dal 70 E.V.?
16 Giacché è detto che queste “stagioni di ristoro” vengono “dalla persona di Geova”, ciò significa che la sua faccia è rivolta verso di noi con favore. Egli ci rivolge la sua favorevole attenzione. La sua buona volontà è verso di noi, durante “l’anno di buona volontà da parte di Geova”. Siamo divenuti suoi “uomini di buona volontà”. (Isa. 61:1, 2; Luca 2:14) Ai giorni del cristiano apostolo Pietro fu urgente che quei Giudei ottenessero la buona volontà di Geova dopo l’assassinio del Suo Messia a Gerusalemme, in quanto la distruzione della città di Gerusalemme e lo smembramento della nazione giudaica nel paese di Giuda erano molto vicini. La triste storia del popolo giudaico dopo la distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani nell’anno 70 E.V. fornisce la prova che il disperso popolo giudaico non ha avuto ‘stagioni di ristoro dalla persona di Geova [letteralmente, dalla faccia di Geova]’.
17. A questo stesso riguardo che cosa si deve dire della cristianità, e che cosa indica per essa la distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V.?
17 Inoltre, mentre esaminiamo la storia dell’organizzazione religiosa della cristianità dalla sua istituzione nel quarto secolo, siamo costretti ad ammettere che la cristianità non ha avuto ‘stagioni di ristoro dalla persona di Geova’ negli oltre sedici secoli della sua esistenza finora. In tutta la sua storia è stata dilaniata internamente da dispute e guerre religiose, da divisioni settarie e disunione e da una confusione religiosa sempre peggiore. La distruzione di Gerusalemme nell’anno 70 E.V. fu un tipo che prefigurò la distruzione della cristianità nel prossimo futuro per mano di nemici mondani e secolari. Il favore di Geova è stato allontanato dalla cristianità, ed egli non la proteggerà dall’imminente distruzione più di quanto non proteggesse Gerusalemme nell’anno 70 E.V.
18. Quale consiglio è perciò urgente che ora tutti seguano, e chi ha già fatto questo e con quale risultato?
18 Per questo motivo ora è urgente che le persone sia ebree che gentili facciano quello che suggerì l’apostolo Pietro: “Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati [o perdonati]”. Questo hanno fatto i cristiani testimoni di Geova, e secondo ogni evidenza, in senso spirituale, essi hanno abbondantemente ricevuto ‘stagioni di ristoro dalla persona di Geova’. Presentandosi a Lui nella piena dedicazione per mezzo del suo Messia, Gesù, sono divenuti suoi “uomini di buona volontà”. Come ricompensa per questo essi hanno ciò che gli angeli dissero all’ascolto dei pastori alla nascita di Gesù in Betleem: “sulla terra pace fra gli uomini di buona volontà”. Non vogliono essere distrutti con la cristianità senza pace né con tutto il resto dell’impero mondiale della falsa religione nel prossimo futuro. Essi provano grande “ristoro” essendo liberati dalla partecipazione della comunità ai peccati della cristianità e di quel mondiale impero religioso, Babilonia la Grande. — Riv. 18:2-5.
INVIATO IL MESSIA UNA SECONDA VOLTA E PERCHÉ
19. In che modo la cristianità e i Giudei naturali differiscono circa la venuta del Messia, e perché ne risulti “ristoro” che cosa deve fare la cristianità?
19 La cristianità asserisce di attendere il ritorno di Gesù Cristo, e si aspetta di avere “stagioni di ristoro” come risultato del suo ritorno. Ma affinché questo avvenisse, la cristianità dovrebbe fare ciò che Pietro disse di fare ai Giudei colpevoli di peccato: “Pentitevi, perciò, e convertitevi affinché i vostri peccati siano cancellati”. Tali tempi di ristoro si hanno dopo avere seguìto tale condotta, come mostrò quindi Pietro, dicendo: “Onde vengano dalla persona di Geova stagioni di ristoro e onde egli mandi il Cristo che vi ha costituito, Gesù, che il cielo deve in realtà ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità”. (Atti 3:19-21) I naturali circoncisi Giudei che non credono che il Messia venne diciannove secoli fa attendono che venga per la prima volta nel futuro. Ma Pietro e Giovanni e gli altri Giudei cristianizzati attendevano che il Messia ritornasse o venisse una seconda volta e per uno scopo diverso. Pietro e Giovanni lo avevano visto ascendere di nuovo al cielo.
20. Perché il ritorno del Messia era necessario, e perché Dio lo mandò la prima volta?
20 Pietro e Giovanni ricordarono le parole che Gesù aveva dette ai Giudei: “Che direste, perciò, se vedeste il Figlio dell’uomo ascendere dov’era prima?” Il giorno della sua risurrezione apparve a Maria della città di Magdala e disse: “Non sono ancora asceso al Padre. Ma va dai miei fratelli e di’ loro: ‘Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro’”. (Giov. 6:62; 20:17) Egli ascese nuovamente al cielo nel quarantesimo giorno dopo la sua risurrezione dai morti. Ma per adempiere tutte le profezie concernenti il Messia, egli doveva tornare. Per cui l’apostolo Pietro, dopo aver parlato di “stagioni di ristoro” dalla persona di Geova, proseguì dicendo: “E onde vi mandi il Cristo che vi ha costituito, Gesù”. La prima volta che Geova mandò suo Figlio sulla terra, fu perché morisse come sacrificio di riscatto per tutto il genere umano. Per cui Pietro disse alla folla di Giudei che aveva intorno: “In questo modo Dio ha adempiuto le cose che aveva annunciate in anticipo per bocca di tutti i profeti, che il suo Cristo avrebbe sofferto”. — Atti 3:18.
21. Quali altre cose predissero i profeti di Geova circa il Messia, secondo quanto indica Pietro nella sua lettera, e perché Geova lo manda la seconda volta?
21 Altre cose annunciate in anticipo per bocca di tutti i profeti di Geova parlavano della sua futura gloria nel regno messianico. Nella sua prima lettera ai credenti cristiani l’apostolo Pietro scrisse riguardo a questi profeti, dicendo: “Essi continuarono a investigare quale particolare stagione o quale sorta di stagione lo spirito che era in loro indicasse circa Cristo, quando rendeva anticipatamente testimonianza delle sofferenze per Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite”. (1 Piet. 1:10, 11) Pietro ricordò le parole dette da Gesù Cristo nella sua profezia inerente alla distruzione di Gerusalemme: “Quando il Figlio dell’uomo sarà venuto nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, sederà quindi sul suo glorioso trono”. (Matt. 25:31) Le sue sofferenze nella carne sulla terra, predette per lui mediante i profeti, sarebbero allora cessate per sempre. Quando Geova lo manda sulla terra la seconda volta, è affinché regni nella gloria celeste per adempiere tutte le altre profezie concernenti il regno del Messia.
22. Circa il tempo in cui sarebbe avvenuto questo adempimento delle profezie del Regno, che cosa indicano Salmo 110:1, 2 ed Ebrei 10:12, 13?
22 Ma quando sarebbe avvenuto ciò? Il re Davide di Gerusalemme, regale antenato di Gesù Cristo, disse profeticamente riguardo alla sua ascensione al cielo: “Espressione di Geova al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi’. La verga della tua forza Geova manderà da Sion, dicendo: ‘Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici’”. (Sal. 110:1, 2) Commentando questo profetico salmo, Ebrei 10:12, 13 dice riguardo a Gesù Cristo e al suo perfetto sacrificio umano: “Quest’uomo offrì un solo sacrificio per i peccati in perpetuo e si mise a sedere alla destra di Dio, aspettando quindi che i suoi nemici fossero posti a sgabello dei suoi piedi”. Questa profezia significava che il glorificato Gesù Cristo in cielo alla destra di Dio avrebbe ottenuto la vittoria su tutti quelli che sulla terra si sarebbero opposti al suo regno sopra tutto il genere umano come Messia di Geova.
23. Quale essenziale domanda fa dunque bene a porsi ciascuno, e perché?
23 Perciò ognuno di noi fa bene a porsi l’essenziale domanda: ‘Sono io nemico del messianico regno di Geova retto da Gesù Cristo?’ La cristianità gli è nemica! Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, gli è nemica! La stessa cosa può dirsi delle nazioni politiche che formano l’organizzazione mondiale per la pace e la sicurezza internazionale, le Nazioni Unite. Tutti questi nemici devono essere sottoposti, annientati! Secondo la profezia biblica e le condizioni mondiali, ciò è prossimo!
24. Fino a quali “tempi” il cielo doveva ritenere il Messia Gesù, e ora qual è dunque la fondamentale domanda per noi?
24 Perché siamo convinti che tale disastro mondiale è vicino? Per il fatto che l’apostolo Pietro profetizzò riguardo a questo asceso Gesù Cristo che “il cielo deve in realtà ritenere fino ai tempi della restaurazione di tutte le cosea di cui Dio parlò per bocca del suoi santi profeti dell’antichità”. (Atti 3:21) La domanda fondamentale è questa: Quali sono ‘tutte quelle cose’ fino ai tempi della cui restaurazione il cielo deve ritenere l’asceso Messia Gesù il quale siede alla destra di Geova in attesa che i suoi nemici siano resi lo sgabello del suoi piedi?
25. In breve, quali sono ‘tutte quelle cose’, e quali domande suscita questa breve risposta?
25 ‘Tutte quelle cose’ sono il regno messianico e i suoi interessi sulla terra. È questa una sorprendente risposta alla domanda? È alcuno di noi propenso a chiedere: Com’è possibile, quando, al giorno dell’apostolo Pietro, tale messianico regno di Geova doveva ancora venire? Giacché tale regno del Messia non era stato stabilito e non era stato perduto, come poteva essere restaurato?
26. Prima che Gesù ascendesse, Pietro e gli altri apostoli lo avevano interrogato intorno alla restaurazione di che cosa, a quale fu la sua risposta?
26 L’apostolo Pietro, comunque, sapeva di che cosa parlava. Sapeva come poteva essere restaurato tale regno. Era uno degli apostoli che avevano chiesto al risuscitato Messia Gesù proprio prima che ascendesse al cielo: “Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?” A questa domanda il risuscitato Messia Gesù aveva risposto: “Non appartiene a voi d’acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posti nella propria autorità; ma riceverete potenza quando lo spirito santo sarà arrivato su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra”. Dopo aver detto ciò, e mentre li benediceva, fu tratto di fra i suoi discepoli sul monte degli Ulivi per essere portato in cielo. — Atti 1:6-11; Luca 24:5-53.
[Nota in calce]
a Gesù Cristo usò un’espressione simile, in Matteo 17:11, dicendo: “In realtà Elia viene e ristabilirà ogni cosa”. Questa affermazione si riferiva a Malachia 4:5, 6. Ma poi Gesù proseguì applicando a Giovanni Battista questa profezia circa Elia. (Matt. 17:12, 13) Giovanni Battista pure servì da precursore di Gesù Cristo, e per tale ragione proclamò: “Il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matt. 3:1, 2) Ma in quanto ai tempi moderni, dopo la prima guerra mondiale e dall’anno 1919 è stata svolta un’opera come quella di Elia dai cristiani testimoni di Geova. Da quel tempo fino a ora essi hanno dato una testimonianza tale al messianico regno di Geova come non era mai stata data nel mondo in tutta la precedente storia umana. — Matt. 24:14; Mar. 13:10.
Dal 1919 E.V. questi cristiani testimoni di Geova discernono l’adempimento spirituale verso di loro delle parole di Isaia 1:25-27: “Volgerò la mia mano su di te, e fonderò le tue schiumose scorie come col detersivo, e rimuoverò tutti i tuoi prodotti di rifiuto. E davvero ricondurrò per te giudici come da principio, e per te consiglieri come all’inizio. Dopo ciò sarai chiamata Città di Giustizia, Città Fedele. Con diritto Sion stessa sarà redenta, e quelli di lei che tornano, con giustizia”.
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Sanando un uomo zoppo dalla nascita Pietro preparò il terreno per le sue parole circa la “restaurazione di tutte le cose di cui Dio parlò”
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Ciascuno dovrebbe chiedersi: Sono un leale sostenitore del messianico regno di Dio retto da Gesù Cristo? In tal caso, come ne dò la prova?