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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1965 | 15 maggio
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dicendo: ‘Vi sarà grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più. Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti [il rimanente dei 144.000 che è ancora sulla terra] quei giorni saranno abbreviati’”.
In questi paragrafi il libro considera solo la parte finale della “grande tribolazione”. Non si deve pensare che questo significhi che la “grande tribolazione” abbia luogo solo ad Armaghedon. No, poiché nel paragrafo successivo a pagina 630, si legge: “Ad Har-Maghedon, dov’è raggiunto il colmo della ‘grande tribolazione’, i re e i loro eserciti e quelli che hanno il segno della ‘bestia selvaggia’ saranno tutti ‘uccisi’ in esecuzione della sentenza di morte che procede dalla bocca del vittorioso Re dei re simile a una ‘lunga spada’”.
Notate l’espressione “il colmo della ‘grande tribolazione’” in riferimento ad Armaghedon. Quindi i paragrafi mostrano che, pur riferendosi all’ultima parte della “grande tribolazione”, non escludono il fatto che ve n’era un’altra parte prima di Armaghedon.
Perciò, questo non è un nuovo pensiero su Matteo 24:21, 22, che ne limiti l’applicazione solo ad Armaghedon. Esso ha una duplice applicazione, la prima alla tribolazione che Geova recò su Satana e sulla sua organizzazione quando il Figlio di Geova, Cristo Gesù, guerreggiò contro Satana e i suoi demoni nel cielo a cominciare dal 1914. Tale tribolazione contro Satana e la sua organizzazione fu interrotta nel 1918 per consentire il radunamento dell’unto rimanente di Geova. La seconda applicazione, a cui fa riferimento il libro, è la ripresa della “grande tribolazione” contro Satana e la sua organizzazione ad Armaghedon.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1965 | 15 maggio
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Domande dai lettori
● È giusto dire che i testimoni di Geova compiono un’opera di conversione o di proselitismo?
Secondo il Novissimo Dizionario della Lingua Italiana di Fernando Palazzi convertire vuol dire “indurre uno ad abbracciare una nuova opinione politica, filosofica, artistica” o ‘ritrarre da una religione all’altra’. È definito proselito “colui che si dà a seguire una religione diversa da quella che aveva prima”. Quindi fare proseliti vuol dire convertire da una religione, credenza, opinione o partito a un altro. Il proselitista è perciò colui “che fa o cerca di fare proseliti”.
Nei tempi biblici, alcuni stranieri si convertirono alla religione dei Giudei. Essi furono chiamati nelle Scritture Greche Cristiane con la parola greca prosélytos, che significa “uno che è passato al giudaismo, un convertito, un proselito”. (A Greek-English Lexicon di Liddell, Scott e Drisler, 1849, pagina 1272) Le Scritture e Gesù stesso li chiamarono proseliti, benché questo termine non venga applicato nelle Scritture Greche ai convertiti al cristianesimo. (Vedere Matteo 23:15; Atti 2:10; 6:5; 13:43). Tuttavia, secondo l’uso dei moderni dizionari, si può dire che colui che si volge da un’altra religione al cristianesimo è un convertito o proselito.
La parola greca tradotta “convertire” è strépho, che significa “volgere”. Essa è tradotta “convertire” nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane in Matteo 18:3, dove Gesù disse: “Se non vi convertite e non diventate come fanciullini, non entrerete affatto nel regno dei cieli”. Una parola relativa è epistrépho, che significa “girare” o “volgersi” ed è usata in Giacomo 5:20, dov’è detto: “[Sappiate] che colui che converte un peccatore dall’errore della sua via salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati”. Il nome greco epistrophè, che è affine a epistrépho, significa “cambiamento, o giro, conversione” e fu usato in Atti 15:3. In Atti 15:1-3 Luca non cercava di evitare di indicare che i primi cristiani facevano convertiti. No, ma dopo aver detto che Paolo, Barnaba e altri furono mandati a interrogare gli apostoli e gli anziani a Gerusalemme in merito alla circoncisione, egli spiegò che durante il loro viaggio “questi uomini continuarono per la loro via attraverso la Fenicia e la Samaria, narrando nei particolari la conversione di persone delle nazioni”. Perciò, quando a quel tempo le persone accettavano il cristianesimo, erano convertite. — Vedere An Expository Dictionary of New Testament Words di W. E. Vine, pagg. 238, 239.
Gesù disse ai suoi seguaci: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, . . . insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate”. (Matt. 28:19, 20) Non dovevano essi compiere un’opera di proselitismo, fare discepoli? Dovevano realmente far questo, e i moderni seguaci di Cristo fanno la stessa cosa. Se volgere i pagani dalla falsa adorazione al giudaismo voleva dire fare dei proseliti, anche volgere i pagani al cristianesimo vuol dire fare proseliti. Naturalmente, essi non usano la forza o metodi non cristiani nella loro opera di predicazione. Non
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