Leali sostenitori della Parola di Dio
“Fa tutto il possibile per presentarti approvato a Dio, operaio che non abbia nulla di cui vergognarsi, maneggiando rettamente la parola della verità”. — II Timoteo 2:15.
1, 2. Qual è un modo in cui i testimoni di Geova sostengono lealmente la Parola di Dio?
“LEGGETE OGNI GIORNO LA PAROLA DI DIO, LA SACRA BIBBIA”. Queste parole si trovano sul fianco di un grande edificio situato a Brooklyn, un quartiere di New York, vicino al famoso ponte di Brooklyn. Di che edificio si tratta e perché vi si trovano tali parole?
2 L’edificio è uno degli stabilimenti tipografici della Watchtower Bible and Tract Society (Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati), una società religiosa legata ai testimoni di Geova. Tale scritta è proprio ciò che ci si aspetterebbe che i testimoni di Geova scrivessero sul fianco di uno dei loro edifici. Perché? Perché sono fermamente convinti che l’ispirato salmista diceva la verità quando molto tempo fa scrisse: “La tua parola è una lampada al mio piede, e una luce al mio cammino”. (Salmo 119:105) Questa scritta è solo uno dei molti modi in cui noi Testimoni mostriamo di essere leali sostenitori della Parola di Dio.
3. In quanto a sostenere la Parola di Dio, quali leali predecessori abbiamo avuto?
3 In quanto a sostenere lealmente la Parola, abbiamo avuto molti leali predecessori, come mostra la Bibbia stessa. Circa 3.500 anni fa ci fu Mosè. Non c’è alcun dubbio che egli fosse un leale sostenitore della Parola di Dio. Prima la trasmise oralmente al popolo di Dio e poi la mise per iscritto. Queste dichiarazioni divine si trovano nel Pentateuco. Geova Dio, dopo aver usato questo devoto profeta, impiegò molti altri portavoce e scrittori, i quali, come Mosè, sostennero tutti lealmente la Parola di Dio. (II Pietro 1:21) Fra loro vi furono Samuele, Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, per menzionarne solo alcuni.
Gesù Cristo e i suoi apostoli
4. Chi fu il massimo sostenitore della Parola, e come lo dimostrò?
4 Ma senza dubbio il principale sostenitore della Parola di Dio fu proprio il Figlio primogenito di Geova che divenne l’“uomo Gesù Cristo”. (Romani 5:15) Più volte egli sostenne lealmente la Parola del Padre dicendo: “È scritto”, come quando rispose alle tentazioni di Satana e quando replicò ai suoi oppositori religiosi. (Matteo 4:4, 7, 10; 21:13; Giovanni 6:45; 8:17) Inoltre egli sostenne lealmente la Parola di Dio prestando fedelmente servizio come profeta più grande di Mosè. (II Corinti 1:20) Sì, predicò e visse secondo il principio “La tua parola [la parola di Dio] è verità”. — Giovanni 17:17.
5, 6. (a) In che modo Pietro e Paolo mostrarono di sostenere lealmente la Parola? (b) A questo riguardo, a che scopo fu costituito lo “schiavo fedele e discreto”? (c) Perché lo “schiavo” fu temporaneamente eclissato?
5 Gli apostoli di Gesù ne seguirono l’esempio. Il giorno della Pentecoste l’apostolo Pietro sostenne lealmente e vigorosamente la Parola di Dio mostrando in che modo Gesù aveva adempiuto le parole di Davide. (Atti 2:22-36) E gli scritti dell’apostolo Paolo abbondano di riferimenti alle Scritture Ebraiche, il che mostra quanto si interessasse di sostenere lealmente la Parola di Dio. Il suo criterio era: “Sia Dio trovato verace, benché ogni uomo sia trovato bugiardo”. (Romani 3:3, 4) Pietro, Paolo e altri fedeli seguaci di Gesù Cristo prestarono infatti servizio quale “schiavo fedele e discreto”, “il fedele economo”, incaricato dal Signore Gesù Cristo di provvedere cibo spirituale alla congregazione di Dio. — Matteo 24:45-47; Luca 12:42-44.
6 Dopo la morte degli apostoli quella classe dello “schiavo fedele e discreto” scomparve quasi completamente dalla scena terrestre, venendo col tempo eclissata man mano che il campo di grano del cristianesimo diveniva sempre più un campo di zizzanie. — Matteo 13:37-43.
Nei tempi moderni
7, 8. (a) Quando ricomparve lo “schiavo”, e in che modo? (b) Come ha dimostrato di sostenere la Parola?
7 Ma un centinaio d’anni fa, la classe dello “schiavo fedele e discreto” cominciò nuovamente a farsi avanti quale leale sostenitrice della Parola di Dio. Col passar degli anni essa è diventata sempre più evidente ed è stata notata dal mondo. I fatti mostrano che oggi questo “schiavo” è strettamente associato con la Watch Tower Society (Società Torre di Guardia).
8 Questo “schiavo fedele e discreto” è composto di cristiani fedeli, interamente dedicati a Geova mediante Cristo e generati dallo spirito di Dio. Sono sinceri studenti biblici che, sin dalla metà degli anni settanta del secolo scorso, si sono fatti avanti per difendere coraggiosamente la Bibbia come Parola di Dio mediante libri, opuscoli, riviste, volantini, articoli di giornale e conferenze pubbliche. Una difesa particolarmente efficace della Bibbia apparve nel terzo capitolo del primo volume degli Studi sulle Scritture, intitolato “La Rivelazione divina”. Un’altra abile difesa della Parola di Dio fu il primo capitolo del Volume VI, dal titolo “Nel principio”, che confutava efficacemente la teoria dell’evoluzione.
9-11. (a) Verso la fine del secolo scorso e gli inizi di quello attuale, in che modo lo “schiavo” diede prova di lealtà alla Parola? (b) Dal 1950 in poi, quali notevoli contributi ha dato la Società Torre di Guardia alla diffusione della Parola di Dio?
9 Verso la fine del 19º secolo e l’inizio del 20º, quei fedeli Studenti Biblici, come allora si chiamavano, si mostrarono zelanti nel sostenere lealmente la Bibbia come Parola di Dio. Pubblicarono molte informazioni a conferma della sua autenticità, come pure molteplici spiegazioni sull’adempimento delle sue profezie e su come applicare i princìpi biblici nella vita quotidiana. Nel 1914 produssero anche il Fotodramma della Creazione, una proiezione della durata di otto ore, esplicitamente preparata “in difesa della Bibbia come Parola di Dio”.
10 Per indicare che sostenevano lealmente la Parola di Dio e che erano attivi nel diffonderla in forma stampata, nel 1896 cambiarono il nome della loro Società in Watch Tower Bible and Tract Society (Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati). Nel 1902 la Società entrò in possesso dell’Emphatic Diaglott di Benjamin Wilson e ne curò la distribuzione. Nel 1907 la Società pubblicò un’edizione della cosiddetta Bibbia del re Giacomo o Versione Autorizzata, che venne chiamata “Bibbia bereana”, richiamandosi agli antichi cristiani di Berea che ‘esaminavano attentamente le Scritture ogni giorno per vedere se le cose che l’apostolo Paolo diceva loro stessero realmente così’. (Atti 17:11) Aveva un’appendice di oltre 700 pagine, con commenti su singoli versetti, elenchi di scritture a sostegno di una quarantina di importanti soggetti biblici, una concordanza di cento pagine e così via. Nel 1926 la Società cominciò a stampare in proprio a Brooklyn l’Emphatic Diaglott. Nel 1942 pubblicò un’edizione della Bibbia del re Giacomo con molti preziosi ausilii per lo studio, e nel 1944 pubblicò l’American Standard Version, con simili ausilii di studio; questa versione ripristinava fedelmente il nome Geova secondo il testo ebraico originale.
11 Nel 1950 la Società, per sostenere lealmente la Parola di Dio, pubblicò la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane. Seguì, in cinque volumi, la traduzione delle Scritture Ebraiche. Dal 1926 al 1980 i testimoni di Geova hanno stampato 43.860.000 Bibbie.
Perché una nuova traduzione?
12, 13. Qual è un primo motivo per cui lo “schiavo fedele e discreto” era interessato a una nuova traduzione della Bibbia?
12 Perché questo “schiavo fedele e discreto”, era interessato a una nuova traduzione, cioè alla Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture?
13 Innanzi tutto, grazie all’attività di archeologi ed eruditi biblici, sono venuti alla luce manoscritti biblici più antichi e più attendibili, molti dei quali nelle lingue originali. Così oggi esistono alcuni ottimi manoscritti della Bibbia che risalgono al quinto e al quarto secolo dell’èra volgare e alcuni frammenti papiracei delle Scritture Greche Cristiane che risalgono alla metà del secondo secolo. Inoltre i Rotoli del Mar Morto, che contengono libri delle Scritture Ebraiche e che risalgono a prima dell’èra volgare, hanno fatto ulteriore luce su alcuni brani della Bibbia. Più antico è il manoscritto biblico, più è probabile che sia fedele agli originali autografi degli scrittori ispirati, nessuno dei quali è oggi in esistenza.
14. Qual è un secondo motivo? Illustrate.
14 Un secondo motivo per cui era necessaria una nuova traduzione, e per cui questa sarebbe stata migliore rispetto alle precedenti, è che oggi si conosce molto meglio la lingua greca parlata nel primo secolo. Col passar del tempo gli archeologi hanno scoperto molti frammenti papiracei che risalgono allo stesso periodo in cui furono scritte le Scritture Greche Cristiane. Questi frammenti di papiro, pur non trattando argomenti religiosi, hanno fatto luce sulla lingua usata dagli scrittori delle Scritture Greche Cristiane. Un esempio tipico è la parola “raca” che si trova in Matteo 5:22 in alcune delle versioni più vecchie. Non conoscendone il significato, tutto ciò che i traduttori potevano fare era traslitterare il termine, pur non avendo esso alcun significato nel linguaggio attuale. Ma ora se ne conosce il significato, e quindi la Traduzione del Nuovo Mondo lo traduce con l’espressione “un’indicibile parola di disprezzo”. Come si può vedere, l’accresciuta conoscenza delle lingue in cui la Bibbia fu originalmente scritta consente di tradurla in modo più comprensibile.
15. Spiegate quale è stato un terzo motivo.
15 Un terzo motivo per cui era necessaria una nuova traduzione è che le stesse lingue in cui la Bibbia è stata tradotta hanno subìto modifiche nel corso del tempo. L’italiano usato nel XVII secolo dal traduttore biblico Giovanni Diodati è ovviamente diverso da quello della traduzione fatta da Giovanni Luzzi nel terzo decennio del nostro secolo. Lo stesso è avvenuto in altre lingue, per esempio in inglese, dove alcune parole hanno addirittura acquistato significato opposto.
16. In base a ciò che si deduce da Atti 20:30 e II Timoteo 4:3, 4, quale potrebbe essere un altro motivo per cui lo “schiavo” entrò nel campo delle traduzioni bibliche?
16 C’è infine la questione del corretto intendimento della Bibbia, che è uno dei motivi principali per cui è stata fatta la Traduzione del Nuovo Mondo. Le convinzioni religiose di qualsiasi traduttore influiscono inevitabilmente sulla sua traduzione. Non può essere altrimenti quando una parola o un versetto si può rendere in più modi. Poiché a volte i traduttori, volontariamente o involontariamente, fanno violenza alla lingua originale nei brani che sembrano essere in contrasto con le loro credenze, si rese assolutamente necessario avere una versione prodotta da uomini che si attenevano lealmente alla Parola di Dio.
Slealtà nei riguardi della Parola di Dio
17. Quali sono alcuni esempi di versetti spuri introdotti nel testo biblico?
17 A causa del fatto che alcuni copisti non si attennero fedelmente alla Parola di Dio, nel cosiddetto “Testo ricevuto”, su cui si basa per esempio la Bibbia del re Giacomo, sono stati introdotti interi brani apocrifi. Questi versetti vennero aggiunti all’originale testo ispirato. Ne sono un esempio Giovanni 8:1-11 e Marco 16:9-20, che compaiono anche nella versione italiana di Giovanni Diodati. Un altro esempio si ha in I Giovanni 5:7, 8. Qui le parole “nel cielo: il Padre, e la Parola, e lo Spirito Santo; e questi tre sono una stessa cosa” sembrano sostenere la Trinità. Ma le ricerche hanno dimostrato che queste parole furono aggiunte da un copista disonesto più di mille anni dopo il completamento delle Scritture ispirate.
18, 19. (a) In che modo alcuni traduttori hanno manipolato o male interpretato la Parola di Dio? (b) Come è avvenuto questo nel caso di versetti che parlano della condizione dei morti?
18 In particolare gli autori di moderne parafrasi della Bibbia si sono presi indebite libertà, a volte nel testo, a volte nelle note. Per esempio, la Living Bible di Taylor (in inglese) dice in Ecclesiaste 9:5, 10: “Almeno i vivi sanno che morranno! Ma i morti non sanno nulla”. E: “Tutto quello che fai, fallo bene, perché nella morte, dove andrai, non ci sono né lavoro, né progetti, né conoscenza, né intendimento”. Non essendo d’accordo con queste parole ispirate, il traduttore aggiunge in una nota in calce: “Queste affermazioni rappresentano il pessimismo di Salomone e non riflettono una conoscenza della verità divina al riguardo!”
19 Questa traduzione mette in cattiva luce la Parola di Dio anche in Salmo 115:17. Qui la versione di Fulvio Nardoni traduce: “Non i morti lodano il Signore, né quelli che scendono nel silenzio”. Ma il traduttore della Living Bible, evidentemente convinto che i morti siano vivi da qualche altra parte, traduce così il versetto: “I morti non possono cantare lodi a Geova qui sulla terra”.
20. Nel caso di Giovanni 1:1, in che modo la credenza nella Trinità ha condizionato alcuni traduttori, ma quale altra versione accurata è possibile?
20 C’è però da notare che anche con le migliori intenzioni il traduttore biblico, se non ha il giusto intendimento della Parola di Dio, può facilmente sbagliare. Per esempio, quasi tutti i traduttori credono nella Trinità, e quindi rendono Giovanni 1:1: “E la Parola era Dio”. Ma il versetto si può rendere correttamente anche in altro modo, tenendo conto dell’assenza dell’articolo determinativo davanti alla parola greca Theòs. Infatti una traduzione americana (An American Translation) rende così la frase: “E la Parola era divina”. La Traduzione del Nuovo Mondo (edizione inglese del 1971) la traduce in questo modo: “E la Parola era un dio”. E non è l’unica a tradurre così. Nel 1807 la frase fu resa esattamente allo stesso modo in una revisione della traduzione dell’arcivescovo Newcome.
Leale sostegno al nome di Dio
21. In che modo la maggioranza delle versioni bibliche moderne manca di rispetto a Dio stesso?
21 Ma un modo in cui la maggioranza delle versioni moderne mostra grave slealtà nei riguardi della Parola di Dio è quello di non rispettare il nome proprio di Dio, Geova. In ebraico questo nome è rappresentato da una parola di quattro lettere chiamata Tetragramma. Una prova che Geova Dio stesso prende molto seriamente il suo nome personale è il fatto che egli ispirò gli scrittori ebrei a usarlo nelle Scritture Ebraiche per ben 6.961 volte. (Ciò include le 134 volte in cui gli scribi ebrei lo tralasciarono deliberatamente).
22, 23. (a) Perché è errato tradurre il nome proprio di Dio con un nome comune? (b) A questo proposito quale onesta ammissione fa l’edizione inglese della Bibbia di Gerusalemme? (c) Secondo alcuni studiosi, perché è preferibile usare il nome “Geova” anziché “Yahweh”?
22 Nelle Scritture Ebraiche il Creatore è chiamato più spesso col suo nome proprio, Geova, che non con tutti gli altri appellativi messi insieme. A parte questo, non ha assolutamente senso tradurre un nome proprio, come Geova, con un nome comune come Signore, come non avrebbe senso tradurre “Rolls Royce” (nome dell’automobile più costosa del mondo) semplicemente col termine “automobile”, essendoci moltissime altre automobili. L’edizione inglese della Bibbia di Gerusalemme, pur preferendo “Yahweh” a “Geova”, fa un interessante ragionamento sull’uso di questo nome rispetto all’uso dell’appellativo “Signore”. Nella prefazione si legge: “Dire ‘il Signore è Dio’ è certamente tautologico [un’inutile ripetizione], mentre non lo è dire ‘Yahweh è Dio’”.
23 Si dovrebbe forse usare la forma “Yahweh” invece di “Geova”? Non necessariamente. Secondo D. D. Williams, canonico di Cambridge, l’“evidenza indica, anzi praticamente dimostra, che Yahweh non era la vera pronuncia del Tetragramma”. La Biblia Hebraica, pubblicata a Stoccarda nel 1951, inserisce le vocali nel Tetragramma in modo da leggere “Yehwàh”. Questa edizione fu usata dal comitato di traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo. Gustav Oehler, professore a Tubinga, dichiara: “Da questo punto in poi uso la parola Geova, perché in effetti questo nome è stato adottato nel nostro vocabolario, e non può essere sostituito”. Fra i primi a usare la forma “Yahweh” vi fu il traduttore biblico Rotherham, nella sua Emphasized Bible. Ma nei suoi Studies in the Psalms (Studi sui Salmi), pubblicati solo dopo la sua morte, egli tornò alla forma “Geova”, spiegando di averlo fatto perché ‘era bene non discostarsi dalla forma più nota all’occhio e all’orecchio del pubblico’.
“Geova” nelle Scritture Greche Cristiane
24. (a) Nella Traduzione del Nuovo Mondo, quante volte ricorre il nome “Geova” nelle scritture Greche Cristiane? (b) Quali sono alcuni esempi di traduzioni precedenti che hanno fatto altrettanto?
24 Che dire però dell’uso del nome “Geova” nel cosiddetto “Nuovo Testamento”, le Scritture Greche Cristiane? Nella Traduzione del Nuovo Mondo esso appare 237 volte. Anche se ciò può sembrare alquanto strano, questa traduzione non è affatto la prima a usare il nome “Geova” in questa parte della Bibbia. L’uso risale come minimo al 1796, quando un traduttore tedesco di nome Brentano usò la forma “Geova” in Marco 12:29. C’è anche l’Emphatic Diaglott, una traduzione interlineare delle Scritture Greche Cristiane pubblicata per la prima volta nel 1864, che usa ripetutamente “Geova” quando cita versetti delle Scritture Ebraiche in cui compare questo nome, per un totale di 18 volte. Si vedano per esempio Matteo 22:37, 44; Marco 12:29, 30; Luca 20:42.
25. (a) Quali recenti prove indicano che il nome di Dio compariva nel testo originale delle Scritture Greche? (b) Quale duplice cambiamento ebbe evidentemente luogo nel II secolo E.V.?
25 Il motivo per cui sembra molto strano che il nome “Geova” compaia nelle Scritture Greche Cristiane è che per secoli si è creduto che questo nome non esistesse nella Versione dei Settanta delle Scritture Ebraiche in uso ai tempi di Gesù e dei suoi apostoli. Ma recenti scoperte hanno mostrato al di là di ogni dubbio che a quei tempi la Versione dei Settanta conteneva il Tetragramma. Perciò il professor Howard, dell’Università della Georgia, afferma: “Sappiamo di sicuro che i giudei di lingua greca continuarono a scrivere [il Tetragramma] nelle loro Scritture greche. Inoltre è molto improbabile che i primi cristiani ebrei di lingua greca, che erano conservatori, si distaccassero da questa usanza. . . . Per loro sarebbe stato molto strano togliere il Tetragramma dal testo biblico”. Perciò conclude dicendo: “Dato che il Tetragramma era ancora scritto nelle copie della Bibbia greca che formavano le Scritture della chiesa primitiva, è ragionevole credere che gli scrittori del NT [Nuovo Testamento], citando la Scrittura, conservassero il Tetragramma nel testo biblico. Da ciò che facevano gli ebrei in èra precristiana possiamo supporre che il testo del NT incorporasse il Tetragramma nelle citazioni del VT [Vecchio Testamento]”. Il professor Howard fa anche notare che quando il Tetragramma fu tolto dalla Versione dei Settanta fu anche tolto dalle citazioni delle Scritture Ebraiche che comparivano nelle Scritture Greche Cristiane. Questo cambiamento evidentemente ebbe luogo all’inizio del secondo secolo E.V. Non c’è alcun dubbio che il nome di Geova debba comparire nelle Scritture Greche Cristiane, come avviene nella Traduzione del Nuovo Mondo.
26. Quali precedenti ha l’esteso uso che la Traduzione del Nuovo Mondo fa del nome di Dio?
26 La Traduzione del Nuovo Mondo a volte usa il nome “Geova” anche in punti diversi dalle citazioni di versetti delle Scritture Ebraiche che lo contengono. Perché? Per aiutare il lettore a capire se si parla di Geova Dio o di Gesù Cristo quando nel testo greco compare il termine “Signore” [Kyrios]. C’è qualche valido precedente per farlo? Sì, perché questa consuetudine si riscontra in una ventina di versioni ebraiche delle Scritture Greche. Ci sono inoltre molte traduzioni missionarie delle Scritture Greche Cristiane che fanno la stessa cosa. Per esempio, una delle prime traduzioni delle Scritture Greche Cristiane in giapponese usa liberamente il nome “Ehoba” (Geova).
27. Indipendentemente da che cosa, e a motivo di che cosa, i leali servitori di Dio dovrebbero valersi pienamente della Traduzione del Nuovo Mondo?
27 A prescindere dal fatto che gli studiosi di ebraico e di greco della cristianità elogino o critichino la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, la realtà è che essa è stata prodotta da uomini che si sono lealmente attenuti alla Parola di Dio. È veramente di grande aiuto nel ‘renderci saggi per la salvezza e nell’aiutarci a essere pienamente competenti, del tutto preparati per ogni opera buona’. (II Timoteo 3:15-17) Dato che questa ottima traduzione è disponibile nella nostra lingua, continuiamo a valercene pienamente con profitto.
IN QUANTO A SOSTENERE LEALMENTE LA PAROLA DI DIO COSA SI PUÒ DIRE SUI SEGUENTI PUNTI E PERCHÉ?
◻ Gli edifici della sede centrale dei testimoni di Geova
◻ Gesù Cristo e i suoi apostoli
◻ Lo “schiavo fedele e discreto” nei nostri giorni
◻ Gli scribi che copiarono e ricopiarono il testo biblico
◻ Primi traduttori in lingua moderna
◻ Traduttori di recenti versioni della Bibbia
◻ Il comitato di traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo
[Riquadro a pagina 22]
Una volta un lettore della Bibbia rimproverò a un moderno traduttore americano di ‘aver distrutto la bellezza dell’inglese’ della Bibbia del re Giacomo, del cui inglese arcaico egli era appassionato. Sentendosi rispondere che la chiarezza del messaggio era più importante della bellezza del linguaggio, l’accusatore replicò: “Non m’importa nulla del messaggio. Sono ateo”.
[Riquadro a pagina 22]
L’obiettivo di una traduzione della Bibbia, come di qualsiasi traduzione, dovrebbe essere quello di produrre nel lettore lo stesso effetto a livello mentale, emotivo e anche spirituale, che egli riceverebbe se leggesse le Scritture nella lingua originale.
[Riquadro a pagina 23]
Il traduttore biblico Edgar Goodspeed scrisse a un testimone di Geova in merito alla Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane: “Mi interessa la vostra opera missionaria, con la sua portata mondiale, e mi piace molto la [vostra] traduzione libera e vigorosa. Rivela un ampio bagaglio di profonda erudizione, come posso testimoniare”.
Alexander Thompson, studioso inglese di ebraico e greco, scrivendo in The Differentiator disse riguardo a una parte della Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Ebraiche: “La raccomanderei come uno sforzo onesto e sincero di tradurre il testo sacro in inglese moderno. Non sembra essere stato fatto nessun tentativo di adattamento a qualche particolare dottrina o teoria”.
Un manuale biblico (Eerdman’s Handbook to the Bible) elenca la Traduzione del Nuovo Mondo fra le 14 “principali traduzioni del XX secolo in inglese”.
[Immagine a pagina 25]
Tetragramma in frammenti della Settanta rinvenuti in Egitto (Papiri Fouad 266)
L’esistenza di questi papiri fu pubblicizzata diverso tempo fa dai testimoni di Geova, e il fatto che contengano il nome di Dio è uno dei motivi per cui nella “Traduzione del Nuovo Mondo” è stato usato il nome “Geova”