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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1963 | 1° novembre
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Domande dai lettori
● Perché Gesù rispose a Pilato come è riportato in Giovanni 18:37? — M. P., Stati Uniti.
In Giovanni 18:37 (Na) si legge: “‘Dunque tu sei re?’ gli chiese allora Pilato. Gesù rispose: ‘Tu l’hai detto, io son re. Per questo io son nato, e per questo son venuto nel mondo, a rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce’”. Pilato, avendo sentito dire che Gesù era il re dei Giudei, aveva già chiesto: “Sei tu il re dei Giudei?” E ora chiedeva di nuovo: “Dunque tu sei re?” Alla prima domanda Gesù aveva risposto: “Dici questo da te, o altri te l’hanno detto di me?” Questa volta rispose: “Tu l’hai detto, io son re”. — Giov. 18:33-37, Na.
Così vediamo che in tal caso Gesù non affermava né negava la sua regalità. Perché? Per non poter essere accusato di sedizione contro Cesare. Questo è chiaro da quanto i Giudei continuarono ancora a dire nel tentativo di influenzare Pilato a far giustiziare Gesù: “Se lo liberi, non sei amico di Cesare; chi, infatti, si fa re, va contro Cesare”. — Giov. 19:12, Na.
In altre parole, Gesù qui stava seguendo egli stesso il consiglio che aveva dato agli apostoli nel mandarli, di essere cauti come serpenti, e questo specialmente quando erano condotti dinanzi a governanti. — Matt. 10:16-18.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1963 | 1° novembre
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Domande dai lettori
● Perché La Torre di Guardia del 15 agosto 1963, a pagina 498, dice: “Il privilegio della preghiera è riservato solo a quelli che, avendo acquistato accurata conoscenza, si sono dedicati a fare la volontà di Geova”? — A. G., Iran.
Vi sono molte idee errate fra i sedicenti cristiani in quanto a chi può pregare. Infatti, la maggior parte di loro pensa che chiunque possa pregare riguardo a qualsiasi cosa con la prospettiva d’essere esaudito. Ma non è così. (Prov. 15:29; Giac. 4:3) La preghiera non è un privilegio illimitato, ma, piuttosto, limitato ed esclusivo. Come leggiamo in Ebrei 11:6 (Na): “È necessario che chiunque si accosta a Lui, creda che Dio esiste e che dà la ricompensa a quelli che lo cercano”. In altre parole, per essere esauditi da Dio si deve non solo credere che Dio esiste ma anche cercarlo con zelo. Per questo Geova Dio aveva detto agli Israeliti infedeli che non avrebbe esaudito le loro preghiere. E Gesù mostrò che le preghiere fatte per mettersi in mostra come pure le preghiere di quelli che si ritengono giusti non sono esaudite. — Isa. 1:15; Matt. 6:5-8; Luca 18:11-14.
Come tutto ciò limita la preghiera! Com’è stato in precedenza riassunto nelle pubblicazioni della Torre di Guardia (“Accertatevi di ogni cosa” [inglese], pagine 280-286), la preghiera, per essere ascoltata ed esaudita da Dio, deve essere rivolta all’Unico giusto, Geova Dio, il Creatore, il Dio della Bibbia. In secondo luogo, tale preghiera dev’essere fatta nel modo giusto: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, disse Gesù. (Giov. 14:6, VR) Incluse nel modo giusto sono pure sincerità, fede e perseveranza. In terzo luogo, perché la preghiera sia esaudita dev’essere relativa a cose giuste, in armonia con la volontà di Dio. Perciò Gesù insegnò ai suoi seguaci a pregare Dio: “Sia fatta la tua volontà”. Anche il re Salomone nell’antichità riconobbe che la preghiera era un privilegio limitato, poiché, in quanto agli stranieri, supplicò solo a favore di quelli che, dopo aver sentito parlare dell’unico vero Dio, Geova, sarebbero venuti e avrebbero pregato rivolti verso il Suo tempio a Gerusalemme. — Matt. 6:10; 1 Re 8:41-43.
Cornelio era un uomo del genere, che desiderava fare la volontà di Dio, poiché anche se egli, quale incirconciso uomo delle nazioni, non apparteneva alla dedicata nazione d’Israele, viene descritto come “uomo religioso e timorato d’Iddio come tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e non cessava di pregare in ogni tempo il Signore”. Si può quindi dire che Cornelio faceva progresso verso la dedicazione, e avendo ricevuto accurata conoscenza effettivamente si dedicò; e da allora in poi entrò in una relazione di patto con Dio, e Dio lo trattò come un figlio, del che Egli diede prova dando a Cornelio lo spirito santo. — Atti 10:1-44, Na.
Chiunque si rivolge al vero Dio Geova in preghiera nel modo giusto e chiede cose giuste si può dire che si trovi nella disposizione mentale di progredire verso la dedicazione, se non ha già fatto una dedicazione in cuor suo, pur non avendola ancora simboleggiata mediante l’immersione in acqua. Tutte queste persone di buona volontà verso Dio, desiderose di fare la sua volontà, potranno essere incoraggiate a pregare. Quindi, i figli che sono allevati dai genitori con la prospettiva di divenire dedicati servitori di Geova Dio potranno anche esser istruiti a pregare. — 1 Cor. 7:14.
Tuttavia, si può facilmente riconoscere che
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