Scegliere ora di vivere in quel tempo
1. Come scegli quella vita, e secondo i termini di chi?
COME scegli quella vita nel nuovo mondo? Alzando la tua mano, gridando ‘Sì’, dicendo ‘Signore, io vorrei vivere in quel tempo’? No; tu scegli quella vita nello stesso modo in cui scegli la vita presente. E come scegli di vivere ora? Respirando, bevendo, mangiando, dormendo e lavorando, sì; ma per dirla più esplicitamente, con la condotta che tieni. Ed è la condotta, nota bene, che non è imposta o determinata da te, ma è l’azione conforme ai dettami del corpo. Il corpo stabilisce i suoi termini, ti forza a soddisfare le sue esigenze. Così avviene nella scelta della vita nel nuovo mondo. Non si tratta semplicemente di dire che vorresti vivere in quel tempo, ma la scelta si fa con la condotta che tieni. E qui ancora l’azione non è determinata dalla persona. Geova Dio è colui che stabilisce quel nuovo mondo e dà la vita in esso alle persone. Egli la dà secondo i suoi propri termini, e noi dobbiamo soddisfare le sue esigenze. Rifiutar di agire conforme ai suoi requisiti ora significa scegliere la morte invece della vita eterna, così sicuramente come il rifiuto di respirare secondo le necessità del corpo significherebbe la morte per il nostro organismo fisico ora.
2. Che cosa contendono alcuni, e quale conversazione vi ha riferimento?
2 Alcuni pensano che fare ciò che essi credono giusto sia sufficiente, che se fanno bene al loro simile guadagneranno l’approvazione di Dio e la vita eterna. Ma su tale vitale questione noi dobbiamo lasciare che Dio parli e non dobbiamo permettere che le decisioni finali ricadano sopra fallaci creature umane. La conversazione di Gesù con un ricco, giovane capo ci fa capire questo punto: “Ora, ecco! un tale venne da lui e disse: ‘Maestro, qual bene devo fare io per ottenere la vita eterna?’ Egli gli disse: ‘Perché mi domandi intorno a ciò che è buono? Ce n’è uno solo che è buono. Se, però, vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti di continuo.’ Egli gli disse: ‘Quali?’ Gesù disse: ‘Ebbene, non devi ammazzare, non devi commettere adulterio, non devi rubare, non devi recare falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre, e, devi amare il tuo prossimo come te stesso.’ Il giovane gli disse: ‘Io ho osservato tutti questi; che cosa ancora mi manca?’ Gesù gli disse: ‘Se vuoi esser completo, va, vendi i tuoi averi e dalli ai poveri e avrai un tesoro in cielo, e vieni, sii mio seguace.’ Quando il giovane sentì dire questo, se ne andò addolorato, poiché aveva molti possedimenti”. — Matt. 19:16-22, NM.
3. Oltre alla condotta pura e alle opere caritatevoli, che cosa si deve fare per esser completi nel guadagnare la vita eterna?
3 Certo questo giovane faceva molto bene. Viveva una vita pura, senza commettere alcun omicidio o adulterio o furto. Egli non era un bugiardo, onorava suo padre e sua madre, e mostrando amore per il suo prossimo come per se stesso deve essere stato attivo in opere caritatevoli. La sua reputazione nella comunità dev’esser stata alta. Eppure dopo tutto questo Gesù gli disse: “Se vuoi esser completo”; volendo ovviamente significare che con tutta la pura condotta personale e le opere caritatevoli a suo credito egli non era ancora completo in quanto al soddisfare le esigenze di Geova per la vita eterna. Era incompleto. Doveva scaricarsi dei suoi eccessivi possedimenti, per occuparsi dei quali avrebbe impiegato tanto del suo tempo e della sua energia. Egli doveva rinunziare a tutti questi obblighi commerciali e cure allo scopo di liberarsi per l’attività veramente vitale richiesta da quelli che volevano esser completi in quanto al conseguire le esigenze per la vita eterna. Doveva essere un seguace di Cristo Gesù. Questo significa che avrebbe dovuto studiare la Parola di Dio, determinare la volontà di Dio, dedicarsi a fare quella volontà, adempiere fedelmente quella dedicazione, seguendo le orme di Gesù, predicando il vangelo del Regno come faceva il suo Esempio e Modello per i Cristiani — 1 Piet. 2:21, NM.
4. Che cosa alcuni pretendono che sia sufficiente, ma che cosa si deve mettere prima di ciò?
4 Molte persone argomenteranno che abbiamo i requisiti di Geova se amiamo il nostro prossimo come noi stessi, che significa fare altruisticamente bene ai nostri prossimi; ma che questo non è vero è poi mostrato da queste parole: “Tu devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza e con tutta la mente tua,” e “il tuo prossimo come te stesso”. Ciò che tanti non notano qui è che l’amore per il prossimo viene per ultimo in questo elenco dei requisiti. Reso preminente è l’amore per Geova, che si deve mostrare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la forza e con tutta la mente, senza alcuna cosa divisa o trattenuta. Come si deve mostrare questo amore senza riserve? “Questo è ciò che significa l’amor di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti”. Facendo questo primieramente, e amando il prossimo in secondo luogo, noi raggiungiamo le esigenze di Dio; poiché Gesù disse di tali ubbidienti: “Continua a far questo e otterrai la vita”. — Luca 10:27, 28; 1 Giov. 5:3, NM.
5. In realtà, che cosa significa la propria volontà in questa questione? Perché?
5 In realtà, una persona che pretende che i requisiti di Dio siano soddisfatti facendo bene secondo la propria coscienza non fa altro che applicare un calmante alla sua coscienza, per soddisfarla mentre si comporta nel suo proprio modo egoistico. Ma questo è più che un calmante per la coscienza, e per nominare ciò che esso è ulteriormente è lungi dal tranquillizzare. Per dirla rudemente, la credenza che far bene secondo la propria maniera di vedere sia sufficiente non è altro che vera e propria idolatria! Questo è vigorosamente mostrato dal caso in cui il Re d’Israele Saul scelse di seguire la sua propria volontà in una questione anziché quella di Geova, e Samuele gli disse: “La propria volontà è [come] iniquità e idolatria”. (1 Sam. 15:23, Da) La stessa cosa dicono Colossesi 3:5 ed Efesini 5:5, Traduzione del Nuovo Mondo, dove si mostra che soddisfare avidamente i desideri personali è idolatria. Attenersi caparbiamente alla propria volontà, esaltare la propria volontà al disopra della volontà di Dio, renderla guida invece di quella di Dio, significa idoleggiare la propria volontà nella maniera più ridicola e suicida. “Guardatevi dagli idoli”. compreso questo vano e presuntuoso della volontà personale. (1 Giov. 5:21, NM) Quindi soltanto far bene al nostro simile secondo ciò che noi pensiamo sia giusto non è il modo di scegliere la vita nel nuovo mondo di Geova, ma significa cadere nell’astuto laccio dell’idolatria in inganno, il quale laccio è teso da Satana e ornato dalla vanità e dalla presunzione umana.
SEGUIRE UNA QUALSIASI RELIGIONE NON BASTA
6. Che cosa contendono altri, e facendo questo idoleggiano che cosa e vengono meno in che cosa?
6 Ma ora qualcuno dirà: ‘Io non idoleggio la mia propria volontà, non seguo la mia propria volontà nelle questioni dell’adorazione. Io appartengo a una delle riconosciute organizzazioni ecclesiastiche e seguo ciò che tale organizzazione insegna conformando la mia vita ai suoi precetti. Penso che se una persona segue sinceramente una qualsiasi delle molte religioni sarà approvato da Geova Dio.’ È questa attitudine corretta? Se l’organizzazione religiosa non insegna e agisce conforme alla volontà di Dio scritta nella Bibbia, ma opera secondo un credo religioso suo proprio, come è essa diversa da qualcuno che segue la sua propria volontà personale? È ancora idolatria, solo questa volta la persona idoleggia un’organizzazione invece di se stessa. Ancora lascia che Dio parli su questa vitale contesa, come egli fa mediante il suo Figlio: “Non tutti quelli che mi dicono: ‘Maestro, Maestro,’ entreranno nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli vi entrerà. Molti mi diranno in quel giorno: ‘Maestro, Maestro, non profetizzammo noi in nome tuo, e non espellemmo demoni in nome tuo, e non facemmo nel nome tuo molte opere potenti?’ Eppure io confesserò quindi a loro: Io non vi conobbi mai affatto. Andatevene da me, operatori di illegalità”. Gesù continuò il suo ragionamento, mostrando che quelli che udivano il suo insegnamento e agivano in maniera conforme erano simili a un uomo che edifica la sua casa sulla roccia e che resiste ai più violenti uragani, mentre quelli che non facevano così eran simili all’uomo che edificò sulla sabbia la cui casa andò in rovina nella tempesta. — Matt. 7:21-27, NM.
7. Nella ricerca della vita eterna, che cosa non basta?
7 Se un uomo edifica su errate fondamenta la sua opera non durerà. Se una casa religiosa è edificata sulle sabbie mobili della tradizione e del credo anziché sul solido fondamento della Parola di Dio, il suo crollo sarà grande e distruttivo nella tempesta di Harmaghedon. Non basta che un uomo o un’organizzazione prenda il nome di Dio o di Cristo sulle labbra. Non è il compimento di opere caritatevoli o di riti cerimoniali che conta. Non è il compimento di certi formalismi o pratiche prescritte da un’organizzazione religiosa che reca l’approvazione divina. Non è tale servizio esteriore di labbra o mostra cerimoniale, ma, come disse Gesù, è colui che fa la volontà di Dio che guadagna la vita eterna. Se l’organizzazione religiosa non insegna la volontà di Dio, non la segue accuratamente anche i suoi aderenti vengono meno, malgrado la sincerità con la quale potrebbero conformarsi alla volontà dell’organizzazione. Le loro proteste che fecero molte opere in nome di Cristo recherebbero solo la sua risposta: “Andatevene da me, operatori di illegalità”. È la volontà di Dio che è divinamente legale; le volontà contrarie di persone o organizzazioni sono illegali dinanzi a Geova.
8. Che cosa accadrà alle false e infruttuose organizzazioni religiose e ai loro ciechi aderenti?
8 Prendi nota di ciò che è riportato in Matteo 15:12-14, NM: “I discepoli vennero e gli dissero: ‘Sai che i Farisei hanno inciampato udendo ciò che hai detto? Rispondendo egli disse: ‘Ogni pianta che il mio Padre celeste non ha piantata sarà sradicata. Lasciateli stare. Guide cieche è quello che sono. Se, dunque, un cieco guida un cieco, entrambi cadranno in una fossa’”. I Farisei capeggiavano una riconosciuta organizzazione religiosa di quel giorno, e si deve presumere che alcuni di loro e dei loro seguaci erano sinceri, perché qualcuno di loro credette a Cristo. (Atti 6:7; 15:5) Essi non si legarono alla setta dei Farisei, pensando che era solo richiesto di essere associati a qualche organizzazione religiosa. Essi abbandonarono l’organizzazione quando seppero che era sbagliata, comprendendo che non era stata piantata da Dio e doveva essere sradicata e distrutta, e che sia i ciechi capi che i ciechi seguaci associati con essa l’avrebbero accompagnata nella fossa della distruzione. Se queste piante o organizzazioni religiose non portano frutto a onore di Geova in armonia con la sua volontà e coi suoi requisiti, esse saranno abbattute al suolo e lasciate senza radici e senza rami. — Matt. 3:10.
9 Che cosa mostra la gravità di cominciare una nuova religione?
9 Chi può cominciare una nuova religione, contraria alla scritta volontà e Parola di Dio? “Anche se noi o un angelo dal cielo vi dichiarasse come buona notizia qualche cosa oltre a ciò che noi vi abbiamo dichiarato come buona notizia, sia maledetto,” scrisse l’ispirato apostolo Paolo. (Gal. 1:8, NM) Se neanche un alto e potente angelo dal cielo può cominciare un nuovo vangelo senza essere maledetto, certo nessun uomo sulla terra lo può con immunità. Chiunque dichiara come vangelo o buona notizia qualche cosa che è diversa da ciò che è esposto nella Parola di Geova è maledetto dinanzi a Geova, sia o no sincero nelle sue dichiarazioni. La sincerità non rende giusta una cosa sbagliata.
LA SINCERITÀ NON BASTA
10. Che cosa dimostra che la sincerità e lo zelo soli sono insufficienti?
10 Indicando chiaramente che la sincerità o lo zelo in un’organizzazione religiosa che non segue la Parola di Dio è insufficiente, Romani 10:2, 3 (NM) dichiara: “lo rendo loro testimonianza che hanno uno zelo per Iddio; ma non secondo accurata conoscenza; perché, non conoscendo la giustizia di Dio ma cercando di stabilire la loro propria, non si assoggettarono alla giustizia di Dio”. Queste persone ebbero zelo e devono essere state sincere, ma esse non agirono conforme all’accurata conoscenza della Parola di Dio. Non conobbero la giustizia di Dio e cercarono di stabilire la loro propria. Nella loro caparbietà e superbia ritenendo le loro proprie idee religiose giuste e cercando zelantemente di dimostrarle tali, esse non si assoggettarono alla giustizia di Dio e della sua Parola.
11. Come Romani 10:2, 3 si adatta alle false religioni di oggi, e fino a quale estremo esse potrebbero anche andare?
11 Questo è quello che succede con tante false religioni oggi. Esse hanno i loro credi e opinioni dottrinali, tolgono passi dal loro contesto per sostenerli, e scartano ogni scrittura che li contraddice. Tentano zelantemente di stabilire come giuste le loro proprie credenze, non permettendo alla Parola di Dio di dire l’ultima espressione sulla questione e non ascoltando quella Parola nella sua interezza, ma scegliendo ciò che soddisfa il loro proposito e travisando ciò che non li soddisfa, invece di conformare la loro credenza alla non intricata, non travisata, pura parola di verità della Bibbia. Tali persone sono prive di mansuetudine e della volontà di apprendere, Sono superbe, caparbie, si rifiutano di ammettere l’errore. Attaccandosi persistentemente alla loro propria volontà nella credenza religiosa, rendono se stesse idolatre secondo la regola divina. Esse potrebbero persino arrivare al punto di ammazzare uno dei veri testimoni di Geova, pensando sinceramente che nel fare questo servirebbero Dio. “Viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di aver reso un sacro servizio a Dio. Ma essi faranno queste cose perché non hanno conosciuto né il Padre né me,” disse Cristo Gesù. Nondimeno, la loro sincerità non rende giusto l’assassinio. — Giov. 16:2, 3, NM.
12. Perché la Bibbia è così necessaria ora?
12 Se la sincerità fosse il fattore determinante, perché Dio avrebbe dovuto preoccuparsi di provvedere la Bibbia? Egli avrebbe potuto guardare il cuore e giudicare secondo la sincerità o l’insincerità, salvando o distruggendo in base a questo principio. (1 Sam. 16:7) È necessaria l’accurata conoscenza, e la mancanza d’essa ha portato alla rovina i servitori professanti di Geova: “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai sdegnata la conoscenza, anch’io sdegnerò d’averti”. (Osea 4:6) Quindi Geova Dio provvide la Bibbia per guidare i nostri passi: “La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero”. (Sal. 119:105; Ger. 10:23) Non è una provvisione non necessaria che possa esser messa da parte a favore di idee personali o di volontà individuale o credi settari. Tutte le organizzazioni religiose della Cristianità non sono semplicemente diverse strade che conducano allo stesso luogo di salvezza. È la via della distruzione che è larga abbastanza per adattarsi ai molti tortuosi sentieri delle centinaia di differenti sette e culti, mentre la via che conduce alla vita è così stretta e angusta che non permette alcuna defezione dai principi direttivi della Bibbia: “Entrate per la porta stretta; perché larga e spaziosa è la via che conduce alla distruzione, e molti sono quelli che vi passano; mentre stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”. — Matt. 7:13, 14, NM.
13. Quale è la carta topografica del Cristiano, e dove soltanto possono essere contenute le molte false vie religiose?
13 “Le molte diverse vie religiose non conducono allo stesso luogo come non vi conducono le molte diverse autostrade. Le suddette parole di Gesù mostrano che la gran maggioranza di vie religiose sono vie cieche. La Bibbia è la carta topografica del Cristiano ed essa indica entrambe la via stretta che conduce alla vita e la via larga che conduce alla distruzione. Molte diverse organizzazioni religiose han cercato di sovrapporre alla Bibbia le loro proprie vie religiose edificate su cerimonie e credi. La larga via che conduce alla distruzione è spaziosa abbastanza per contenere tutte queste false vie religiose, ma nessuna di esse corrisponde veramente alla stretta e angusta via che conduce alla vita. L’aggiunta di tradizionali e dottrinali sentieri potrebbe far sembrare la supposta via della salvezza larga e facile e invitante. Ma essa finisce nella morte.
14. Quale illustrazione è offerta, con quali domande?
14 Considera questa illustrazione. Tu potresti viaggiare con la tua automobile, pensando a una certa destinazione. Hai una carta topografica, ma non ti sei dato pensiero di guardarla. Qualcuno ti ha detto quale via prendere. Tu hai implicitamente fiducia in lui, credendo con sincerità che la via nella quale ti ha avviato sia giusta. Ma supponi che non lo sia. Se segui questa via sbagliata, credendo con sincerità che ti porterà al luogo a cui desideri andare, farà la tua semplice sincerità terminar la via alla tua desiderata destinazione? Se sei sulla via sbagliata e non lo sai, apprezzeresti che un’altra persona ti indirizzasse giustamente? O saresti adirato? Riterresti questa persona intollerante? Riterresti che essa mostrerebbe odio contro quella che ti diresse male da principio? Gli crederesti se potesse mostrarti dove hai sbagliato per mezzo della tua stessa carta topografica? Oppure t’impedirebbero la superbia e la caparbietà di riconoscere il tuo sbaglio, spingendoti testardamente nella via sbagliata? Difficilmente saresti così ridicolo.
15. Come questa illustrazione si applica a molti che viaggiano su sbagliate vie religiose, dimostrando che sono ridicoli e dimentichi della carta topografica divina?
15 Eppure molte persone viaggiando nelle sbagliate vie religiose sono proprio così ridicole. Esse non sono guidate dalla divina carta topografica, la Bibbia. Seguono le loro proprie idee o le istruzioni di qualche ecclesiastico o organizzazione religiosa, credendo sinceramente che facendo così arriveranno al cielo. Di’ loro che sono sulla via sbagliata, e tu sei un bigotto, un sapientone, un disseminatore di intolleranza. Prendi la loro stessa Bibbia. Leggi loro: “L’anima che pecca sarà quella che morrà”. Comunque si attengono al settario sentiero che l’anima sia immortale. Leggi loro: “Il suo fiato se ne va, ed egli torna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi disegni. . . . I morti non sanno nulla”. Tuttavia sostengono anche più persistentemente la dottrina del loro culto che i morti siano coscienti. Leggi loro: “Il salario che il peccato paga è la morte”. Ad ogni modo esse camminano decisamente per il viottolo dottrinale che la paga del peccato sia il tormento eterno. Leggi loro: “La terra sussiste in perpetuo”. Esse ancora accettano l’insegnamento del loro sacerdote che la terra debba esser bruciata. Mostra con pazienza il sentiero della vera adorazione nella carta topografica della Bibbia, indica l’avvertimento ispirato che questa via sarebbe stata oscurata e abbandonata dalle tradizioni e dalle dottrine dei falsi capi religiosi, eppure rifiutano di spostarsi minimamente dalla via sbagliata e la loro crescente ira e caparbietà e superbia chiude con violenza la porta delle loro menti. Sincere? Forse; ma seguendo ciecamente le loro cieche guide andranno a finire nella fossa della distruzione anziché alla loro desiderata destinazione. — Sal. 146:4; Eccl. 1:4; 9:5; Ezech. 18:4; Matt. 15:1-9; Rom. 6:23, NM.
16. Quali scritture mostrano che la sola sincerità è insufficiente?
16 Ci sono numerose scritture che stabiliscono la verità che la sincerità soltanto non è sufficiente. “Ciò che l’uomo considera una giusta condotta, potrebbe finire sulla via della morte. Chi agisce erratamente deve subirne le conseguenze”. (Prov. 14:12, 14, Mo) La via ritenuta giusta potrebbe ciò malgrado condurre alla morte, e il semplice pensiero che sia giusta non permette di sfuggire alle conseguenze di una errata condotta. “La via dello stolto è diritta agli occhi suoi, ma chi ascolta i consigli è savio”. (Prov. 12:15) L’inesauribile sorgente di sani consigli è la Parola di Dio, e i veri servitori di Geova sulla terra le danno ascolto e la dichiarano, e i savi la odono e si conformano ad essa, ma gli stolti proseguono con presunzione nella loro propria caparbia via. “Chi acquista senno ama l’anima sua; . . . Ci sono molti disegni nel cuor dell’uomo, ma il piano dell’Eterno è quello che sussiste”. (Prov. 19:8, 21) Quindi dobbiamo riconoscere ciò che è bene per noi stessi se vogliamo amare l’anima nostra, non permettendo alle nostre proprie idee o disegni di opporsi a Dio. Noi potremmo fare piani in un modo, ma Geova non è legato dai nostri piani. Il suo proposito darà la vita a quelli che ubbidiscono a lui, non a quelli che ubbidiscono a se stessi; ed è il suo proposito in questa questione della salvezza che prevarrà. “Le vie dell’uomo son sempre diritte ai suoi propri occhi, ma l’Eterno ha il verdetto della sua vita”. (Prov. 21:2, Mo) Pertanto non è la sincerità dell’uomo nelle sue proprie vie che conta per la vita o la morte, ma è la volontà di Geova nella questione che stabilisce il verdetto. Tutta la sincerità del mondo non trasformerà i vicoli ciechi degli uomini e delle false religioni in diritte vie che conducano alla vita eterna nel nuovo mondo di Geova!
LA CONDOTTA PER SCEGLIERE LA VITA
17. Da quale sorgente gli uomini imparano la via giusta, e hanno tutti tempo per essa
17 Come dobbiamo determinare noi la condotta che ci condurrà nella via giusta, la quale mostrerà che scegliamo di vivere nel nuovo mondo? Non è ciò che dice un sacerdote cattolico, o ciò che dice un predicatore protestante, o ciò che dice un rabbino giudeo, o anche un testimone di Geova. Non è ciò che dicono alcuni governanti mondani, o ciò che leggi nel giornale, o odi dalla radio, o vedi mediante la televisione, non è nulla di ciò con cui questi canali di propaganda assalgono le nostre menti. Non è ciò che dicono gli uomini; è ciò che dice Geova Dio nella sua Parola. Lasciate che Dio dica una sua parola! Lasciate che egli parli per se stesso! Sia ascoltato mediante la sua Parola! Studiate la Bibbia! Alcuni si scuseranno zoppicando: “Io sono troppo occupato”. Ma quanto tempo queste persone impiegano leggendo giornali? ascoltando la radio, guardando la televisione? leggendo romanzi? vedendo pellicole? o cercando piaceri in altri modi? Esse hanno un povero senso dei valori. Un uomo studierà sette o otto anni per imparare come divenire un chirurgo, ma evita di impiegare sette o otto minuti per studiare d’essere un servitore di Geova. Egli è tutt’occhi per il denaro di una professione altamente rimunerata, ma cieco alle indicazioni della Bibbia che additano la vita eterna. È tutto orecchi quando si parla di denaro, ma sordo quando si parla della Parola di Dio. Ciò nondimeno, ci sono centinaia di migliaia di persone fra i molti milioni di abitanti della terra che dedicheranno del tempo per ascoltare e imparare e guadagnare il diritto di vivere.
18. Quale condotta i mansueti scoprono che conduce alla vita nel nuovo mondo?
18 Mentre questi mansueti studiano imparano che il regno di Cristo è la sola speranza del genere umano. Essi leggono delle condizioni che sarebbero sulla terra quando questo invisibile regno sarebbe stabilito nei cieli, e guardano intorno a loro e vedono che questo è quel tempo, gli ultimi giorni del mondo di Satana e i giorni che precedono il nuovo mondo di Geova. Ulteriormente imparano che dovrebbero predicare questa buona notizia ad altri, sulle vie, di porta in porta, nelle case, alle assemblee pubbliche, dimostrando così il loro amore verso Dio ubbidendo ai suoi comandamenti. Gesù fece questo; i suoi seguaci lo debbono. (Matt. 24:14; Luca 8:1; 13:26; Atti 5:42; 17:17; 20:20) Questa fedele condotta recherà persecuzione, ma la perseveranza sino alla fine recherà la vita nel nuovo mondo. — Matt. 5:10-12; 24:9-13; 2 Tim. 3:12; 4:2.
19. A chi non piacerebbe la vita dei nuovo mondo?
19 Non tutte le persone resisteranno alla persecuzione che precede la vita del nuovo mondo. Infatti, si deve riconoscere che non tutte le persone vorrebbero vivere in quel nuovo mondo. Se la loro idea di piacere è quella di riempire i loro polmoni di fumo, o aspirare narcotici con le loro narici, o tracannare alcool come se fosse acqua, o rimpinzare il loro stomaco con ricchi cibi fino a che non possono ingoiarne un altro boccone, a loro non piacerebbe quel nuovo mondo. Se vogliono sempre la moglie del loro prossimo, o cercano di divorziare dalla loro propria, o vogliono rubare qualche cosa al loro simile, o desiderano sparare a qualcuno con un cannone, o friggere gli uomini coi lanciafiamme, o far saltare donne e bambini in pezzi colle bombe, a loro non piacerebbe quel nuovo mondo. Se bramano di vedere quanta ricchezza materiale possono accumulare a spese di altri, o quanta adulazione di creature possono ottenere essendo pomposi ecclesiastici, o quanti uomini possono comandare o uccidere come spavalde figure militari, non troverebbero affatto piacere nel nuovo mondo. Nessuna di tali attività vi esisterà.
20. A chi piacerebbe la vita allora?
20 Ma, d’altra parte, se tu volessi assoggettare la terra, trasformarla in campi che produrrebbero cibo o in parchi che offrirebbero bellezza, far fiorire i deserti, veder spine e triboli dar luogo ad abeti e mirti, proteggere appropriatamente alcune zone di fitta giungla o di maestose montagne come dimora per molti animali e come silenziosi lodatori del Creatore, allora ti piacerebbe il nuovo mondo. Se ti compiacessi di esercitare dominio sopra gli animali, non con fucili o fruste o sbarre, ma con amore e fiducia reciproca; se attendi con ansia il tempo quando l’orso e il vitello giaceranno insieme. il leopardo e il capretto si ciberanno assieme, quando il leone mangerà strame come il bue, e se volessi vedere il giorno in cui tutti questi animali seguiranno docilmente la guida di un piccolo fanciullo, allora ti piacerebbe il nuovo mondo. Se il tuo cuore aspetta il tempo in cui le spade saranno trasformate in aratri e le lance in roncole, quando non ci saranno più scuole militari, né s’imparerà la guerra, né si faranno bombe, né vi saranno fomentatori di guerra, ringrazierai Dio per questo suo nuovo mondo nel quale avverrà questo cambiamento. Se desideri che venga il tempo in cui l’oppressivo governo politico scomparirà e non vi sarà l’avidità commerciale, quando gli uomini ostruiranno le loro proprie case e le abiteranno e dimoreranno in pace sotto la loro vite e il loro fico, quando la terra risuonerà delle felici grida di bimbi e sarà allietata dai rallegranti canti degli uccelli, e l’aria sarà permeata della fragranza dei fiori, giubilerai del nuovo mondo. Se è la speranza del tuo cuore veder il giorno in cui lo zoppo salterà come un cervo, udire la lingua del muto cantare, guardare gli occhi del cieco aperti, osservare le orecchie del sordo sturate, contemplare i gemiti e i pianti che danno luogo a sorrisi, e le lagrime e i lamenti che dan luogo al riso, e la pena e la morte che danno luogo alla salute e alla vita eterna, allora non c’è niente da cui ti lascerai bloccare la tua via per ottenere il benedetto nuovo mondo nel quale tali condizioni esisteranno per sempre. — Isa. 2:4; 11:6-9; 35:1-10; 55:13; 65:17-25; Apoc. 21:1, 4.
21. Che cosa dovremmo desiderar di fare, e che cosa noi dovremmo ora apprezzare?
21 La maggioranza delle ventiquattro ore del giorno noi ora le impieghiamo per tenerci in vita. Otto di tali ore le trascorriamo dormendo. Otto altre le impieghiamo lavorando, affin di guadagnarci il sostentamento materiale per aggrapparci a questa vita piena di dolori e delusioni. Quanto tempo lavoreremo per guadagnare la vita nel nuovo mondo? Otto ore al giorno? È la nuova vita meritevole del triplo della vecchia, degna di ventiquattro ore di lavoro per essa? Non tre volte migliore, o cento volte migliore, o mille volte migliore. Essa è tanto migliore che non può essere paragonata a questa vita presente. Noi dovremmo dedicare tutto, trattenere nulla, perseguendo il corso che ce la farà guadagnare. Dobbiamo apprezzare che non è il semplice far bene come noi lo comprendiamo, o il sincero seguire una forma di adorazione come qualche organizzazione religiosa ortodossa la intende, ma noi dobbiamo discernere che è il sincero adempimento della volontà di Dio come è esposta nella sua Parola la Bibbia che ci metterà nella via che conduce alla vita nel nuovo mondo. In questo giorno di giudizio, in cui Cristo il Re divide i popoli di tutte le nazioni come un pastore separa le pecore dai capri, dovremmo apprezzare che tutte le persone stanno determinando il loro destino eterno. Sia secondo ciò che stanno facendo che secondo ciò che non fanno, essi stanno scegliendo o la vita o la morte. (Matt. 25:31-46) Ora è il tempo di scegliere. È la tua scelta per la vita o per la morte? Quale risposta dà la tua condotta?