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Lo scopo della trasfigurazioneLa Torre di Guardia 1974 | 1° novembre
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L’apostolo Giovanni, circa sessantasei anni dopo la visione della trasfigurazione, aveva evidentemente questa scena ancora chiara nella mente quando scrisse: “La Parola è divenuta carne e ha risieduto fra noi, e noi abbiamo visto la sua gloria, una gloria tale che appartiene a un figlio unigenito da parte di un padre; ed egli era pieno d’immeritata benignità e di verità”. — Giov. 1:14.
Oggi la “stella del mattino” di cui Pietro parlò è sorta. Alla fine dei tempi dei Gentili nel 1914 E.V. Gesù Cristo è stato insediato sul trono nella gloria del Regno! Se abbiamo ‘prestato attenzione, nei nostri cuori, alla profezia’, abbiamo la parola profetica confermata ancor più vigorosamente che non agli apostoli. Cristo ha adempiuto ciò che fu scritto profeticamente di lui nella Legge e nei Profeti. Egli conduce ora il suo popolo come lo condusse Mosè, con la prospettiva di una giusta terra paradisiaca per quelli che ora lo accettano e seguono la sua guida. Prendete sul serio la parola profetica e la parola dei veraci testimoni oculari della sua maestà? Discernete la sua invisibile presenza nel potere del Regno? In tal caso, siete ora altamente favoriti e avete davanti una meravigliosa prospettiva.
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Teneramente compassionevoli, come il nostro DioLa Torre di Guardia 1974 | 1° novembre
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Teneramente compassionevoli, come il nostro Dio
GEOVA nostro Dio è incomparabilmente compassionevole. In tutti i nostri problemi e le nostre difficoltà possiamo avere fiducia che la sua veduta dei suoi figli umani peccatori sarà mitigata da una calorosa tenerezza che lo spinge a trovare i modi di alleviare il dolore ed elargire loro benedizioni. Tale fiducia si basa sulla nostra conoscenza delle sue opere passate, narrate nella Bibbia.
Chi pensate che mostrasse compassione al disubbidiente popolo d’Israele, avvertendolo ripetutamente con una lunga successione di profeti? Perfino quando quel popolo era caduto moralmente e religiosamente molto in basso, fu Geova a fare la promessa: “Mostrerò loro compassione, proprio come un uomo mostra compassione al figlio suo che lo serve”. — Mal. 3:17.
L’unigenito Figlio di Dio, quando fu sulla terra sotto forma d’uomo, dimostrò questa stessa santa qualità della tenera compassione. Il racconto del suo ministero dice come provò pietà per le folle “perché erano mal ridotte e disperse come pecore senza pastore”. (Matt. 9:35, 36) La sua pietà non fu soddisfatta con la semplice espressione orale. Fu una profonda compassione che lo spinse a guarire i malati, sanare gli zoppi, sfamare gli affamati, dare la vista ai ciechi e l’udito ai sordi. Ma non si fermò lì. Sapeva bene che il popolo aveva urgente bisogno di un pastore, che lo conducesse al sicuro e lo proteggesse contro le cattive influenze di un mondo empio. Addestrò dunque i suoi discepoli a essere pastori compassionevoli.
Per essere efficaci i pastori che prestano servizio sotto Cristo devono agire come agì lui e avere gli stessi motivi. Devono imparare a essere teneramente compassionevoli, particolarmente verso quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale. E questo avviene tanto più nel nostro giorno, poiché ora viviamo nei tempi più angustiosi che ci siano mai stati. Vi sono moltitudini
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