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SchiavoAusiliario per capire la Bibbia
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Adamo fece di questo desiderio e del suo risultato finale, il peccato, il suo padrone. (Confronta Romani 6:16; Giacomo 1:14, 15). Così si rese schiavo del peccato. Poiché tutti i suoi discendenti erano ancora nei suoi lombi, Adamo rese anche loro schiavi del peccato. Perciò l’apostolo Paolo scrisse: “Io sono carnale, venduto sotto il peccato”. (Rom. 7:14) Per questa ragione per qualsiasi discendente di Adamo non c’era modo di divenire giusto, neanche cercando di osservare la legge mosaica. Come spiegò l’apostolo Paolo: “Il comandamento che era a vita, questo trovai essere a morte”. (Rom. 7:10) L’incapacità umana di osservare la Legge alla perfezione dimostrava che erano schiavi del peccato e meritevoli di morte, non di vita.
Solo avvalendosi della liberazione resa possibile per mezzo di Gesù Cristo i singoli individui potevano emanciparsi o ottenere la libertà da questa schiavitù. (Confronta Giovanni 8:31-34; Romani 7:21-25; Galati 4:1-7; Ebrei 2:14-16). Essendo stati comprati col prezioso sangue di Gesù, i cristiani sono schiavi di Geova Dio e del Figlio suo e hanno l’obbligo di osservare i loro comandi. -I Cor. 7:22, 23; I Piet. 1:18, 19; Riv. 19:1, 2, 5; vedi LIBERTÀ; MORTE; PECCATO; RISCATTO.
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Schiavo fedele e discretoAusiliario per capire la Bibbia
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Schiavo fedele e discreto
Nel rispondere alla domanda degli apostoli circa la sua futura presenza e il termine dell’esistente sistema di cose, Gesù Cristo incluse una parabola o illustrazione in cui figuravano uno “schiavo fedele e discreto” e uno “schiavo malvagio”. Il signore dello schiavo fedele lo costituì sopra i propri domestici o servitori di casa affinché provvedesse loro il cibo. Se approvato alla venuta del suo signore (evidentemente da un viaggio) allo schiavo sarebbe stata affidata in premio l’intera proprietà del signore. — Matt. 24:3, 45-51.
Nell’analoga illustrazione in Luca 12:42-48, lo schiavo viene chiamato “economo”, cioè amministratore o direttore di casa, preposto ai servitori, benché servitore lui stesso. Tale era spesso nell’antichità la posizione di uno schiavo fedele. (Confronta Genesi 24:2; e il caso di Giuseppe in Genesi 39:1-6). Nell’illustrazione di Gesù dapprima all’economo viene affidata la sorveglianza e la tempestiva distribuzione dei viveri a tutti i servitori del signore, e in seguito, a motivo della fedeltà e discrezione manifestate nell’assolvere questo incarico, la sua responsabilità viene allargata fino a includere la sorveglianza di tutti i beni del signore. Circa l’identificazione del “signore” (gr. kỳrios, reso anche “padrone”), Gesù aveva già dimostrato di occupare quella posizione nei confronti dei discepoli, e a volte essi si rivolgevano a lui come tale. (Matt. 10:24, 25; 18:21; 24:42; Giov. 13:6, 13) Rimane da chiarire l’applicazione della figura dell’economo o schiavo fedele e discreto e di ciò che rappresenta il fatto che distribuisce cibo ai domestici.
I commentatori spesso la considerano un’esortazione generica a chiunque abbia personalmente una posizione di responsabilità nella congregazione cristiana. Il principio di fedeltà e discrezione nell’assolvere una responsabilità chiaramente si applica a tutti. (Confronta Matteo 25:14-30; Tito 1:7-9). Ma è ovvio che non è possibile che tutti e ciascuno siano responsabili di “tutti” gli averi del proprio signore allo stesso tempo, al tempo del suo arrivo. Questo tuttavia non richiede che lo “schiavo” prefiguri solo un particolare personaggio che abbia tale privilegio. Nelle Scritture troviamo esempi dell’uso di un nome singolare riferito a un gruppo collettivamente, come quando Geova si rivolge collettivamente alla nazione di Israele e dice: “Voi siete i miei testimoni [plurale],... pure il mio servitore [singolare] che io ho scelto”. (Isa. 43:10) Similmente la figura dell’infedele “schiavo malvagio” si poteva applicare collettivamente a un gruppo, proprio come l’“anticristo” risulta essere una classe composta di singoli anticristi. — I Giov. 2:18; II Giov. 7.
Coloro che formano la congregazione cristiana sono definiti dall’apostolo Paolo “membri della casa di Dio” (Efes. 2:19; I Tim. 3:15), e lo stesso apostolo mostra che per tali “membri della casa” il ‘fedele economato’ comportava la dispensazione di verità spirituali di cui si sarebbero ‘cibati’ quelli che diventavano credenti. (I Cor. 3:2, 5; 4:1, 2; confronta Matteo 4:4). Anche se questa era primaria responsabilità di quelli nominati ‘pastori’ del gregge (I Piet. 5:1-3), l’apostolo Pietro spiega che l’amministrazione delle divine verità era stata in effetti affidata a tutti gli “eletti” della congregazione cristiana. (I Piet. 1:1, 2; 4:10, 11) Quindi l’intera congregazione cristiana doveva prestare servizio come un’amministrazione unita, dispensando quelle verità. Allo stesso tempo i singoli membri che componevano quel corpo composito, cioè i “domestici” che facevano parte della “casa” di Dio (Ebr. 3:6; Efes. 2:19), avrebbero pure ricevuto il “cibo” distribuito. (Ebr. 5:11-14; confronta I Corinti 12:12, 19-27). Maggiori responsabilità sarebbero derivate dalla fedeltà dimostrata fino al promesso ‘arrivo’ del signore. — Matt. 24:46, 47; Luca 12:43, 44.
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SciacalloAusiliario per capire la Bibbia
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Sciacallo
Mammifero dei Canidi con muso lungo e appuntito e coda folta, molto simile alla volpe. Questo animale è tuttora presente in Palestina. Anche se a volte sciacalli attaccano e uccidono volatili e persino agnelli, e anzi mangiano quasi qualsiasi cosa, inclusa frutta, fondamentalmente si nutrono di carogne. Quindi svolgono una funzione utile, poiché altrimenti le carogne potrebbero favorire la diffusione di germi portatori di malattie. Gli sciacalli generalmente cacciano di notte, da soli, a coppie o in piccoli branchi. Durante il giorno di solito dormono in luoghi desolati, buche del terreno, caverne, edifici abbandonati o rovine.
Poiché abita di preferenza luoghi selvaggi, solitari e anche desertici, il dominio dello sciacallo è usato figurativamente nelle Scritture per rappresentare uno stato di completa desolazione, senza abitanti umani. Varie profezie
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