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“Il tremare agli uomini è ciò che pone un laccio”La Torre di Guardia 1980 | 1° marzo
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fede nel potere di Dio? Avevano cominciato a dubitare dell’autenticità e della veracità della Bibbia? Non erano più attratti dalla prospettiva di vivere in condizioni migliori? No, le ragioni non erano queste. Avevano smesso di studiare per timore dell’uomo. Sì, erano caduti nel laccio del timore. Molti secoli fa, il saggio mise in guardia sotto ispirazione contro quel tipo di timore, dicendo: “Il tremare agli uomini è ciò che pone un laccio”. — Prov. 29:25.
È vero che abbiamo tutti il desiderio naturale di piacere agli altri, d’essere stimati da vicini, amici e conoscenti. Ma è molto pericoloso lasciarsi influenzare dalle norme altrui nelle proprie decisioni. Se una persona pensasse di dover vivere all’altezza delle aspettative della propria comunità sotto tutti gli aspetti, diverrebbe schiava del conformismo. Un forte desiderio di ricevere l’approvazione degli altri può costituire un vero ostacolo al fare i necessari passi per divenire servitori di Dio.
Oggi molti non amano, non rispettano e non temono Dio. Non provano alcun desiderio di conoscerlo o addirittura ne mettono in dubbio l’esistenza. Si capisce quindi che chi mostra interesse per la Bibbia può essere fatto oggetto di scherni e perdere la stima degli altri. Davanti a simili pressioni, il timore dell’uomo può rendergli ovviamente molto difficile continuare a progredire spiritualmente.
Le serie conseguenze derivanti dal cedere al timore dell’uomo sono ben illustrate dal caso del re Saul dell’antico Israele. Quando il profeta Samuele lo rimproverò perché non aveva seguito le istruzioni di Dio nella campagna contro gli amalechiti, Saul ammise: “Ho temuto il popolo e ho ubbidito dunque alla loro voce”. Quale fu il risultato? Gli venne detto: “Tu hai rigettato la parola di Geova, e Geova rigetta te dal continuare come re su Israele”. — I Sam. 15:24, 26.
Se non vogliamo essere rigettati dall’Onnipotente è essenziale preoccuparci più d’essere in buoni rapporti con lui che di ciò che pensano gli uomini. La Bibbia dice: “Il timore di Geova è il principio della sapienza”. (Sal. 111:10) Questo timore è salutare e scaturisce dal sincero desiderio di non dispiacere all’Altissimo. Si può paragonare al sentimento di un figlio ubbidiente verso un padre amorevole. Il figlio non vuol fare alcuna cosa che possa dare dispiacere al padre o che possa recare biasimo sul suo buon nome. Giustamente, quindi, il timore di Dio significa anche odiare ciò che egli odia e amare ciò che egli ama. — Prov. 8:13.
Per avere il giusto timore di Dio, bisogna ricordare che nessun uomo può darci la vita eterna e aver cura di noi in ogni tempo e in qualsiasi situazione. Il salmista ispirato mise le cose nella giusta luce quando scrisse: “Non aver timore perché qualche uomo guadagna ricchezze, perché la gloria della sua casa aumenta, poiché alla sua morte non può portare con sé alcuna cosa; la sua gloria non scenderà insieme a lui stesso”. (Sal. 49:16, 17) “Quelli che confidano nei loro mezzi di sostentamento, e che continuano a vantarsi dell’abbondanza delle loro ricchezze, nemmeno uno d’essi può con alcun mezzo redimere sia pure un fratello, né dare a Dio un riscatto per lui”. (Sal. 49:6, 7) Al contrario, il Supremo Sovrano può sostenere una persona anche in circostanze difficilissime, e persino provvederle scampo dalla morte. (Sal. 49:15) Infatti Dio ci assicura: “Non ti lascerò affatto né in alcun modo ti abbandonerò”. — Ebr. 13:5.
Anche se gli uomini dovessero ucciderci, non potrebbero impedirci d’essere risuscitati dai morti. Non possono privarci del diritto di essere persone viventi. Solo l’Iddio Onnipotente può farlo. Per questo Gesù Cristo disse ai suoi discepoli: “Non abbiate timore di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima, abbiate timore piuttosto di colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna”. — Matt. 10:28.
A maggior ragione, quindi, non dobbiamo temere il biasimo o gli scherni dei comuni mortali. La parola di Geova tramite Isaia ci dà un energico incoraggiamento in tal senso. Leggiamo: “Ascoltatemi, voi che conoscete la giustizia, popolo nel cui cuore è la mia legge. Non abbiate timore del biasimo degli uomini mortali, e non siate colpiti da terrore proprio a causa delle loro parole oltraggiose. Poiché la tignola li divorerà proprio come una veste, e la tignola dei panni li divorerà proprio come la lana”. — Isa. 51:7, 8.
Se consideriamo la grandezza del Creatore in paragone con la piccolezza dell’uomo, siamo aiutati a liberarci del timore dell’uomo. Agli occhi di Geova Dio, tutte le nazioni non sono che una minuscola goccia d’acqua nel secchio o un sottile velo di polvere sulla bilancia. (Isa. 40:11-15) Come sarebbe irragionevole temere una minuscola particella d’acqua o di polvere più del Fattore dell’immenso universo!
Possiamo anche trarre incoraggiamento dal fatto che altri sono riusciti a resistere e a non cedere al timore dell’uomo. L’apostolo Pietro rammentò ai compagni di fede che “le stesse cose in quanto alle sofferenze si compiono nell’intera associazione dei vostri fratelli che sono nel mondo”. (I Piet. 5:9) Sì, non siamo soli nello schierarci fermamente dalla parte di Geova Dio nonostante le pressioni degli uomini.
Sarebbe davvero una grande stoltezza tremare agli uomini, cercando di far piacere loro anche se questo dispiace all’Onnipotente Creatore. Gianni ed Elena persero la felicità per non aver confidato in Geova. Speriamo che un giorno, prima dell’imminente “grande tribolazione”, essi e altri come loro acquistino una forte fiducia nell’Altissimo e si esprimano come il salmista, che disse: “Geova è la mia luce e la mia salvezza. Di chi avrò timore? Geova è la fortezza della mia vita. Di chi avrò terrore?” — Sal. 27:1.
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Significato delle notizieLa Torre di Guardia 1980 | 1° marzo
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Significato delle notizie
Sposarsi è peccato?
● Quando Walter Imbiorski, ex sacerdote cattolico, è recentemente morto a Chicago, la gerarchia gli ha negato la messa funebre. Perché? Di quale “peccato” si era macchiato? Spiega il “National Catholic Reporter”: “Nel 1975 aveva lasciato il sacerdozio per sposarsi”.
Dio istituì il matrimonio. (Gen. 2:18-25) Quindi la sua Parola parla di quelli che “vieteranno il matrimonio” come di uomini che si sono allontanati “dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall’ipocrisia di impostori”, secondo le parole della traduzione a cura della Conferenza Episcopale Italiana. (I Tim. 4:1-3) Com’è pertanto fuori luogo disapprovare il matrimonio, atto lecito agli occhi di Dio!
Unità disunita?
● Il presidente della Chiesa Luterana d’America, l’ecclesiastico David Preus, afferma che non è necessario che fra i cristiani ci sia unità. Per mostrare che la Bibbia è d’accordo con lui, fa l’esempio dei farisei, dei sadducei e degli scribi, con i loro insegnamenti contrastanti, e dice: “Differivano l’uno dall’altro, ma mantenevano l’unità della famiglia”.
Comunque, il vero cristianesimo non è semplicemente una questione di unità familiare, perché in questo possono riuscire anche gli atei. Inoltre, l’esempio dei farisei, dei sadducei e degli scribi, lungi dal sostenere la disunità, la condanna, poiché Gesù disse loro: “Perché anche voi trasgredite il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione? . . . Avete reso la parola di Dio senza valore a causa della vostra tradizione”. Perciò Gesù respinse la loro forma di adorazione, dichiarando: ‘Invano continuano ad adorare Dio, perché
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