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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1952 | 1° dicembre
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diede opportunità di fuggire prima che venisse posto di nuovo sotto Tito e la città cadesse, il 70 d.C. Tutti e due questi assedi e cadute di Gerusalemme, con i loro intervalli di diminuita pressione che permettevano la fuga, rappresentano la tribolazione finale sopra Satana e la sua organizzazione cominciata il 1914 d.C. e terminante ad Harmaghedon, ma abbreviata dal presente periodo intermedio che dà l’opportunità di salvarsi alle persone dedicate a Geova Dio. Quanto precede dimostra quindi che non c’è opportunità di fuga all’ultimo momento o di pentimento in punto di morte dopo che Harmaghedon è cominciato.
Che cosa significavano, dunque, le parole de La Torre di Guardia come sono citate da questo interrogatore? Ecco, che finché vi sono persone attaccate a questo presente empio sistema di cose noi predicheremo riguardo al regno di Dio e annunzieremo la sua vendetta. Faremo conoscere a ogni persona o organizzazione che rimane dopo la caduta delle religioni della Cristianità che la battaglia di Geova è cominciata e che la sua vendetta raggiungerà e consumerà tutto il mondo di Satana, culminando con lo sprofondamento dello stesso Satana. Ezechiele dichiarò la vendetta di Dio contro nazioni pagane dopo che ebbe preannunziato l’ira divina contro Gerusalemme. (Capitoli 25-32) Geremia, per comando di Geova, porse la coppa del vino del furore di Dio al paganesimo dopo che ne ebbe fatto bere a Gerusalemme. (25:15-29) Non fu, in questi casi, un messaggio di buona notizia e d’invito alla vita eterna, ma d’incombente distruzione al tempo della vendetta di Geova. Pertanto l’articolo de La Torre di Guardia del 15 settembre, che trattava di Isaia capitolo 6, ci diceva che anche dopo che Harmaghedon è cominciata noi predicheremo “finché le città siano devastate e senza abitanti e non vi sia più alcuno nelle case e il paese sia ridotto in desolazione; finché l’Eterno abbia allontanati gli uomini, e la solitudine sia grande in mezzo al paese”. — Isa. 6:11, 12.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1952 | 1° dicembre
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Domande dai lettori
◆ Perché o in che senso la New World Translation usa la parola “tormentati” in Apocalisse 20:10? — F. F., West Virginia.
L’espressione “saranno tormentati” traduce qui il verbo greco basanízo. Questo verbo è derivato dal nome greco básanos, di una pietra della Lidio con la quale veniva provato l’oro. Quando l’oro puro veniva fregato contro di essa lasciava una striscia gialla. Perciò básanos finì per significare “pietra di paragone”, e poi “esame, prova, verifica di purezza”, e, applicato agli umani sotto esame, “investigazione mediante tortura,” e quindi proprio “tortura, tormento” per diverse cause. Siccome anticamente i custodi delle prigioni o carcerieri erano quelli che infliggevano questa tortura ai prigionieri sotto esame, i carcerieri finirono per esser chiamati basanistés, come in Matteo 18:34 (NW). Noterai che l’annotazione in calce su questo testo nella New World Translation dice: “Oppure, ‘tormentatori.’”
Pertanto la New World Translation rende Apocalisse 20:10: “E il Diavolo che li sviava fu scagliato nel lago di fuoco e zolfo, dov’erano già entrambi la bestia selvaggia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”. Questo significa, naturalmente, ch’essi saranno imprigionati nella distruzione per i secoli dei secoli, perché il versetto 14 di Apocalisse 20 dice che il lago di fuoco “significa la morte seconda”. Corrisponde alla Geenna, nella quale Gesù disse che l’Onnipotente Iddio è capace di “distruggere sia l’anima che il corpo”. (Matt. 10:28, NW) I carcerieri non li rilasceranno mai da questo stato di distruzione.
Dato che basanízo significa fondamentalmente esaminare o provare con una pietra di paragone, questo loro tormento quotidiano e per sempre significa che il Diavolo, la bestia selvaggia e il falso profeta sfidarono la supremazia e la sovranità universale di Geova Dio. Perciò è loro concesso di esistere per provare la genuinità della legittima supremazia e sovranità di Geova, e la prova che infine risulta per loro nell’essere gettati nella “morte seconda” mostra Geova genuino nel suo diritto alla supremazia e sovranità. Perciò durante tutti i tempi avvenire, “giorno e notte per i secoli dei secoli”, quando sarà fatto riferimento al Diavolo, alla bestia selvaggia e al falso profeta come a una pietra di paragone, cioè, quando saranno tormentati sul conto della supremazia e sovranità di Geova, tale riferimento al Diavolo, alla bestia selvaggia e al profeta sarà contro di loro ma dimostrerà la legittima sovranità e supremazia di Geova Dio. In altre parole, per mezzo di loro Dio Onnipotente risolve per sempre la questione in contesa sulla supremazia e sovranità dell’universo. Mai più essi torneranno in vita per sfidarlo ancora.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1952 | 1° dicembre
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Domande dai lettori
◆ Nell’articolo “Il pasto serale del Signore”, de La Torre di Guardia del 11 marzo 1951, pagina 69, paragrafo 15, è dichiarato: “Quelli che parteciparono alle prime quattro celebrazioni del Memoriale (33-36 d.C.) furono Giudei, proseliti e Samaritani circoncisi”. Chi erano i proseliti? Erano essi Gentili, i quali partecipavano prima Pietro portasse il messaggio a Cornelio? — M. M.,
Essi erano Gentili o non-Giudei che si erano convertiti alla religione giudaica, ed erano chiamati proseliti. Sin dall’inizio della nazione d’Israele e la promulgazione del patto della Legge, furono presi provvedimenti per associare alla nazione i non-Giudei, come fece la moltitudine di gente d’ogni specie al tempo dell’esodo dall’Egitto. (Eso. 12:38) Le Scritture parlano ripetutamente di stranieri o abitanti fra gli Ebrei, che erano circoncisi, osservavano la Pasqua, portavano olocausti in offerta, potevano fuggire alle città di rifugio, erano spesso sotto le stesse disposizioni; in breve, in questi e in altri casi la regola era: “Siavi un’unica legge per il nativo del paese e per lo straniero che soggiorna tra voi”. — Eso. 12:48, 49; Lev. 24:17-23; Num. 15:15, 16; 35:15.
Quando venne Gesù, questi proseliti in Israele e i Samaritani
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