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Perseveranza grazie alla fede in GeovaLa Torre di Guardia 1983 | 1° febbraio
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anziché partire da solo, sposai Sydney durante il viaggio dalla Scuola di Galaad alla nostra assegnazione, che consisteva nel visitare le congregazioni della zona di Chicago per incoraggiarle. Era il 18 febbraio 1956. Trascorremmo la luna di miele servendo le congregazioni. Sydney è ancora al mio fianco come fedele compagna. I suoi diligenti sforzi sono stati di incoraggiamento per molti.
Dopo aver svolto l’attività di ministro viaggiante per circa trent’anni, nell’autunno del 1977 ricevetti una lettera dalla sede centrale con cui mi si invitava a prestare servizio come membro del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova. Così tornai nella mia cara vecchia casa, la Betel di Brooklyn. Avere una piccola parte nelle attività del corpo direttivo del popolo di Geova è un onore e un privilegio indescrivibile.
Ripensando ai circa sessant’anni trascorsi nel servizio di Geova, che posso dire? Ho visto i testimoni di Geova crescere da poche migliaia nel 1923 a ben oltre due milioni nel 1982. Ho visto fallire gli sforzi degli oppositori di fermare l’opera di predicazione. Ho avuto il privilegio di conoscere e frequentare migliaia di testimoni di Geova in tutti gli Stati Uniti e in molti altri paesi. Pur avendo attraversato alcuni periodi difficili, la mia fede in Geova e la mia determinazione a perseverare nel suo servizio mi hanno consentito di superarli.
Mi sento come l’antico re Davide, che provò il desiderio di lodare Geova perché era stato per lui come un amorevole pastore. (Salmo 23) Anche a me, come a Davide, ‘non è mancato nulla’. In tutti questi anni Geova ha veramente dissetato e ristorato la mia anima. La mia speranza è di crescere nella fede e nell’amore verso il fedele Pastore Geova Dio. Possa egli darmi la forza necessaria per continuare a perseverare fedelmente “nella casa di Geova per tutti i giorni della mia vita”. — Salmo 27:4.
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Il passero e la dottrina dell’infernoLa Torre di Guardia 1983 | 1° febbraio
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Il passero e la dottrina dell’inferno
Una mattina, a una riunione di coloro che prestano servizio alla sede centrale della Watchtower Society, si considerava la scrittura di Matteo 10:29-31, dove sono citate queste parole di Gesù: “Non si vendono due passeri per una moneta di piccolo valore? Eppure nemmeno uno d’essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo sappia”.
Colui che presiedeva alla considerazione chiese a una studentessa della Scuola missionaria di Galaad: “Come si può usare questa scrittura per ragionare con qualcuno sulla dottrina dell’inferno?” Cosa avreste risposto?
Senza esitare, la studentessa diede subito la sua spiegazione. Il brano indica che il Padre celeste si interessa vivamente delle sue creature, anche di un umile passero. Essendo un Dio così compassionevole, non potrebbe certo approvare la tortura delle creature umane in questa vita o in una vita avvenire. A sostegno del suo argomento, la studentessa citò Ezechiele 18:23, che dice: “‘Prendo forse alcun diletto nella morte di qualcuno malvagio’, è l’espressione del Signore Geova, ‘e non che si volga dalle sue vie ed effettivamente continui a vivere?’” “Noi adoriamo un Dio amorevole e compassionevole”, aggiunse. “Dovremmo fare tutto il possibile per imitare le sue qualità”.
Colui che presiedeva rispose: “Ecco una dimostrazione che i nostri studenti missionari sono bene addestrati!” Tutti i presenti furono pienamente d’accordo.
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