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NomeAusiliario per capire la Bibbia
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come legittimo centro della sua adorazione. (II Re 21:4, 7) Gioab preferì non completare la conquista di Rabba affinché il suo nome non fosse pronunciato sulla città, vale a dire affinché la conquista non fosse attribuita a lui. — II Sam. 12:28.
Se uno moriva senza lasciare figli maschi, era come se il suo nome gli venisse “tolto”. (Num. 27:4; II Sam. 18:18) Perciò la disposizione del matrimonio del cognato stabilita dalla legge mosaica serviva a preservare il nome del defunto. (Deut. 25:5, 6) Viceversa la distruzione di una nazione, un popolo o una famiglia equivaleva a cancellarne il nome. — Deut. 7:24, 9:14; Gios. 7:9; I Sam. 24:21; Sal. 9:5.
Parlare o agire ‘in nome di’ qualcun altro significava farlo quale suo rappresentante. (Eso. 5:23; Deut. 10:8; 18:5, 7, 19-22, I Sam. 17:45; Est. 3:12; 8:8, 10) Similmente accogliere una persona nel nome di qualcuno significherebbe riconoscere quest’ultimo. Perciò ‘ricevere un profeta nel nome di un profeta’ significa accogliere un profeta come tale. (Matt. 10:41, Di, NM) E battezzare “nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo” significa riconoscere il Padre, il Figlio e lo spirito santo. — Matt. 28:19.
REPUTAZIONE O FAMA
Nell’uso scritturale “nome” spesso significa fama o reputazione. Far avere un cattivo nome a qualcuno voleva dire muovergli una falsa accusa, macchiare la sua reputazione. (Deut. 22:19) Che il proprio nome fosse ‘ripudiato come malvagio’ significava perdere la buona reputazione. (Luca 6:22) Per farsi un “nome celebre” sfidando Geova, dopo il Diluvio gli uomini cominciarono a costruire una torre e una città. (Gen. 11:3, 4) Invece Geova promise di rendere grande il nome di Abramo (Abraamo) se avesse lasciato il suo paese e i parenti per trasferirsi altrove. (Gen. 12:1, 2) L’adempimento di questa promessa è attestato dal fatto che fino a questo giorno pochi nomi dell’antichità sono famosi come quello di Abraamo, specie come esempio di straordinaria fede. Milioni di persone sostengono tuttora di essere eredi della benedizione abraamica per discendenza carnale. Similmente Geova rese grande il nome di Davide benedicendolo e concedendogli vittorie sui nemici di Israele. — I Sam. 18:30; II Sam. 7:9.
Alla nascita uno non ha alcuna reputazione e perciò il suo nome non è altro che un’etichetta. Per questo Ecclesiaste 7:1 dice: “Un nome è meglio che il buon olio, e il giorno della morte che il giorno della nascita”. Non alla nascita, ma nel corso di tutta una vita il “nome” di una persona assume vero significato nei senso che può identificarlo con uno che pratica la giustizia o con uno che pratica la malvagità. (Prov. 22:1) Per la sua fedeltà fino alla morte il nome di Gesù diventò l’unico nome “dato fra gli uomini mediante cui dobbiamo esser salvati”, ed egli “ha ereditato un nome più eccellente” di quello degli angeli. (Atti 4:12; Ebr. 1:3, 4) Viceversa Salomone, il cui nome si era sperato potesse diventare “più splendido” di quello di Davide, morì essendosi fatto il nome di essersi sviato dalla vera adorazione. (I Re 1:47; 11:6, 9-11) Di coloro che si fanno un nome essendo leali fino alla fine, il salmista dice: “Preziosa agli occhi di Geova è la morte dei suoi leali”. (Sal. 116:15; confronta Filippesi 4:3; Rivelazione 3:4, 5, 12, 13). Invece “il nome medesimo dei malvagi marcirà” o diventerà di un fetore ripugnante. (Prov. 10:7) Per questa ragione un buon nome “è da scegliere più delle abbondanti ricchezze”. — Prov. 22:1.
NOMI SCRITTI NEL “LIBRO DELLA VITA”
Sembra che Geova Dio, figurativamente parlando, abbia scritto dei nomi nel libro della vita dalla “fondazione del mondo”. (Riv. 17:8) Poiché Cristo Gesù disse che Abele era vissuto alla “fondazione del mondo”, ciò si riferirebbe al mondo del genere umano redimibile venuto all’esistenza dopo che ad Adamo ed Eva erano nati figli. (Luca 11:48-51) Evidentemente il nome di Abele fu il primo scritto su quel simbolico rotolo.
I nomi che compaiono sul rotolo della vita non sono tuttavia nomi di persone predestinate ad avere l’approvazione di Dio e la vita. Questo è reso evidente dal fatto che le Scritture parlano di nomi ‘cancellati’ dal “libro della vita”. Quindi il nome viene scritto nel “libro della vita” solo quando si diventa servitori di Geova, e solo se si continua a essere fedeli il proprio nome rimane nel libro. — Riv. 3:5; 17:8; confronta Esodo 32:32, 33; Luca 10:20; Filippesi 4:3.
NOMI SCRITTI NEL ROTOLO DELL’AGNELLO
I nomi di coloro che adorano la simbolica bestia selvaggia non sono stati scritti nel rotolo dell’Agnello. (Riv. 13:8) Tale bestia selvaggia ha ricevuto autorità, potenza e sovranità dal dragone, Satana il Diavolo. Quelli che adorano la bestia selvaggia fanno dunque parte del ‘seme del serpente’. (Riv. 13:2; confronta Giovanni 8:44; Rivelazione 12:9). Ancor prima che Adamo ed Eva avessero figli, Geova Dio aveva dichiarato che ci sarebbe stata inimicizia fra il ‘seme della donna’ e il ‘seme del serpente’. (Gen. 3:15) Quindi dalla fondazione del mondo era già stato deciso che nessun adoratore della bestia selvaggia avrebbe avuto il nome scritto nel rotolo dell’Agnello. Solo persone che Dio considera ‘sacre’ dovevano avere questo privilegio. — Riv. 21:27.
Dato che il rotolo appartiene all’Agnello, è logico che vi compaiano i nomi di coloro che gli sono stati dati da Dio. (Riv. 13:8; Giov. 17:9, 24) È perciò degno di nota che il successivo riferimento all’Agnello nel libro di Rivelazione lo descriva in piedi sul monte Sion insieme a 144.000 comprati di fra il genere umano. — Riv. 14:1-5.
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Nonni
I termini “nonno” e “nonna” di rado si trovano nelle traduzioni della Bibbia. In I Re 15:10, 13 “nonna” è la traduzione dello stesso termine reso altrove “madre”, ed è una traduzione corretta dato che Maaca era nonna di Asa e non sua madre. (I Re 15:1, 2, 8) Sembra che durante il regno di Asa Maaca abbia continuato a essere la regina madre finché non fu allontanata per la sua idolatria. (I Re 15:13) Parimenti “padre” a volte indicava un nonno o antenato. (Gen. 28:13) I nonni sono pure identificati con espressioni come “padre di tua madre” o “di sua madre”. — Gen. 28:2; Giud. 9:1.
“Figli o nipoti”, dice l’apostolo, dovrebbero “rendere dovuto compenso ai loro genitori e nonni [gr. progònois, dat. pl. di prògonos]”. (I Tim. 5:4) Un’altra forma dello stesso vocabolo (gen. pl. progònon) è resa “antenati” in II Timoteo 1:3. Loide, nonna (gr. màmme) di Timoteo, è lodata per la sua ‘fede senza ipocrisia’, e a quanto pare contribuì allo sviluppo della fede di Timoteo e alla sua crescita spirituale. — II Tim. 1:5; 3:14, 15.
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Nord
Nell’uso scritturale “nord” o “settentrione” possono indicare una parte della terra (Sal. 107:3; Isa. 43:6; Luca 13:29), la direzione N (Eso. 26:20; I Re 7:25; Riv. 21:13), il cielo settentrionale (Giob. 26:7) e vari paesi o regni (fra cui l’Assiria [Sof. 2:13] e la Caldea o Babilonia [Ger. 46:10]) che si trovavano più o meno a N e a E del paese abitato dagli israeliti. Anche se Babilonia
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